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Tra le tante medaglie d’oro, primo classificato in assoluto Igor Kersan di Dignano 32 Panorama L’argento è andato a 64 produttori Quest’anno l’olio di Giancarlo Zigante si è fatto onore alla rassegna dalmata Venti le medaglie di bronzo A vincere il concorso di pittura quest’anno è stato Milan Marin di Umago
to di quello acquistato dal contadino in bottigliete al massimo di mezzo litro. Esso rispecchia una determinata zona e quindi le varietà autoctone sono quelle qualità dell’olio tipico del territorio. In Spagna tre qualità ricoprono circa il 50 per cento della produzione, in Grecia tre specie ricoprono il 90 per cento della produzione, in Portogallo 3 varietà coprono il 96 per cento della produzione, in Turchia 5 coprono il 75 per cento, in Marocco una sola varietà copre il 97 per cento della produzione totale. Per quanto riguarda l’Italia, 24 varietà coprono il 58 per cento della produzione, In tutto abbiamo 538 varietà iscritte nel registro. Logico che ci sono cultivar diverse perché ci sono ambienti microclimatici diversi, sicché ogni zona risce ad avere delle varietà autoctone presenti da secoli. Quindi qui da voi, o sulle isole e in Dalmazia, non possono esserci gli stessi tipi di olivo. In Istria gli olivi devono essere resistenti al freddo e sono la ricchezza dell’olivicoltura locale. Qui questa coltivazione è stata riscoperta grazie ai contributi della regione che ha sovvenzionato gli olivicoltori, e all’importazione delle piante dalla Toscana definita il più grande vivaio di olivi d’Europa. I due alberi principali sono il leccino e il frantoio: il primo proviene dalla zona di Firenze dove fa freddo e il Frantoio dalla Maremma, dove fa caldo. E poi avete la banchera. Fin qui tutto va bene - ha continuato Parmegiani -, ma si è dimenticata la pianta autoctona dell’Istria, la busa o drobniza. Per chi non lo sa già nel 1903 Carlo Hugues, studioso goriziano, a capo della ‘Scuola agraria provinciale’ di Parenzo, allora le varietà di olivi in Istria. Con la gelata del 1929 molte zone olivicole vennero abbandonate anche perché finché questa zona era sotto l’Austria-Ungheria l’olivicoltura era forte perché questa era l’unica zona agricola su cui l’Austria poteva contare. Poi successivamente con il passare dell’Istria all’Italia l’olivo venne abbandonato perché la grande Italia aveva già tantissimi olivi. E rimasero abbandonati fino a qualche anno fa quando finalmente alcuni contadini decisero di ripulire dai cespugli quegli alberi secolari e raccogliere i frutti. Gli alberi autoctoni sono quelli selezionati dai nostri antenati, che si Reportage Dalle olive non solo olio, ma anche prodotti di bellezza, tutti ecologici sono adattati all’ambiente e quindi bisogna tutelarli. Ora sta in voi a prepararvi alla lotta entro l’Ue che, ripeto, potrete vincere solo con l’autoctonia, facendo sì cioè che l’olio istriano sia riconosciuto ed apprezzato sul mercato europeo”, ha concluso il dott. Parmegiani Chiedo all’esperto: ascoltando la sua esposizione ho scrutato un po’ i visi dei produttori presenti, mi sono sembrati parecchio preoccupati, impauriti per quanto ha detto lei in merito alle nuove regole che dovranno entrare in vigore in Croazia con l’annessione all’Ue. Hanno da avere paura o no? L’autoctonia in Istria è talmente sviluppata da poter competere con i grandi produttori? “Sulle varietà autoctone in Istria bisogna ancora lavorare, ciò non significa che non bisogna piantare leccino e frantoio, perché dipende molto dalle quantità di olio che fanno. Certo che se io faccio mille litri di olio posso farlo anche tutto con varietà autoctone, ma quando comincio a farne decine di ettolitri allora bisogna che sia un prodotto buono, buonissimo per il mercato europeo. In questo senso l’entrata in Europa è una notevole opportunità e quindi in quella situazione lì si va a fare un prodotto anche con il leccino, anche con il frantoio, ma si deve pensare a dare qualcosa di più, cioè un prodotto di prima fascia, seconda fascia, standard, due gusti, uno con leccino leggermente più dolce, uno con il frantoio, un momentino più fruttato, però accanto a questo prodotto che magari viaggia in bottiglie da un litro e 750 cl, mettere anche la bottiglietta da mezzo litro, da un quarto di litro, di queste cose specifiche, produ- zioni nostre, locali magari spiegando cosa significa questo olio, questa varietà. Perché poi diventa un problema di educazione alimentare, cioè far capire alla gente le caratteristiche diverse di un olio da un altro olio, allo stesso modo come viene fatto con i vini. Quindi dobbiamo seguire nel mondo dell’olio la strada che ormai i viticoltori hanno intrapreso 30-40 anni fa”. Tornando alla Rassegna dell’olio di oliva di Crassiza dobbiamo dire che quest’anno c’è stato un record nel numero degli olii presentati all’apposita commissione: ben 144 provenienti da tutta l’Istria. La comissione dell’Associazione assaggiatori ha assegnato quindi ben 37 medaglie d’oro, 64 d’argento e 20 di bronzo. Primo fra tutti però è risultato essere l’olio di Igor Kersan di Dignano. Ma “Oleoum Olivarum” per la prima volta ha presentato uno show culinario con due cuochi molto conosciuti, Almo Čatlak, che ogni mattina alle 8.30 presenta in TV la trasmissione “Buongiorno, buon appetito”, e Sergio Ražman, il cuoco della trattoria “Marino” di Kremenje. Ed è stato un vero spettacolo di odori e sapori con la gente che ha fatto la fila per gustare i fusi con il sugo agli ortaggi, la polentina con ricotta al tartufo, il mascarpone nel cestino di pane, il pane alle olive, il risotto con il radicchio rosso, insomma tutto all’insegna dell’olio di oliva. Anche quest’anno in seno alla rassegna si è tenuto il tradizionale concorso di pittura in tema. Ben 120 gli artisti presenti provenienti da Croazia, Slovenia, Italia, Germania ed Inghilterra. Ad aggiudicarsi il primo premio è stato Milan Marin di Umago, per il suo acquerello ispirato, manco a dirlo, alle olive. ● Panorama 33
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Tra le tante medaglie d’oro, primo classificato in assoluto Igor Kersan di Dignano<br />
32 <strong>Panorama</strong><br />
L’argento è andato a 64 produttori<br />
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