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Dino Nardi in merito alle elezioni all’estero<br />

ica della democrazia<br />

ti, gli imprenditori italiani all’estero,<br />

nell’attrezzare le proprie fabbriche<br />

e aziende, privilegiano i macchinari<br />

italiani.<br />

In sostanza, la forte presenza di<br />

comunità italiane all’estero reca degli<br />

immensi benefici all’economia<br />

del Paese e favorisce le esportazioni<br />

dei beni prodotti dalle aziende site in<br />

Dino Nardi, membro del Comitato<br />

di Presidenza del Consiglio<br />

Generale degli Italiani<br />

all‘Estero (CGIE)<br />

Italia. A questo proposito mi sembra<br />

opportuno anche menzionare delle<br />

recenti dichiarazioni fatte dal Vice<br />

Ministro allo Sviluppo Economico<br />

Adolfo Urso, il quale ha evidenziato<br />

che l’export cresce del 4,7% verso<br />

i Paesi extra Unione Europea ed ha<br />

aggiunto che “solo l’export può trainare<br />

la ripresa italiana”. Certamente,<br />

sia le grandi aziende che le PMI<br />

italiane hanno bisogno di cercare<br />

nuovi mercati in cui poter collocare<br />

i beni e servizi prodotti, non essendo<br />

sufficiente la domanda interna<br />

al mercato italiano. In questo senso,<br />

gli italiani all’estero favoriscono<br />

le esportazioni e fungono da veri e<br />

propri promotori del Made in Italy.<br />

Peraltro, dobbiamo tener conto che<br />

la globalizzazione è ormai cambiata<br />

e vediamo diffondersi sempre di più<br />

tra gli Stati le misure protezionistiche,<br />

con l’obiettivo di tutelare i posti<br />

di lavoro e le imprese nazionali.<br />

Per questa ragione, oggi i Paesi, ivi<br />

compresa l’Italia, hanno bisogno di<br />

cooperazione ed integrazione attraverso<br />

le alleanze strategiche.<br />

Fatte queste precisazioni sulla<br />

grande risorsa (soprattutto economica)<br />

che gli italiani all’estero rappresentano<br />

per lo Stato italiano, vorrei<br />

soffermarmi brevemente su quanto<br />

asserito dal sig. Nardi nel suo articolo,<br />

dove sostiene che il diritto di voto<br />

degli italiani oltre confine, “vista la<br />

collocazione geografica di milioni di<br />

elettori residenti all’estero, non può<br />

che essere espletato attraverso il voto<br />

per corrispondenza”. Io ritengo, al<br />

contrario, che la modalità del voto per<br />

corrispondenza debba essere del tutto<br />

eliminata, in quanto non solo non garantisce<br />

né la libertà né la segretezza<br />

del voto e si presta a brogli elettorali<br />

(come appunto quelli denunciati nelle<br />

votazioni del 2006 e del 2008), ma<br />

nemmeno rispetta quella pariteticità<br />

tra cittadini italiani all’estero e cittadini<br />

italiani residenti in Patria che la<br />

Costituzione italiana sancisce.<br />

Credo che la soluzione più plausibile<br />

e rispettosa della legalità e trasparenza<br />

dei procedimenti elettorali sia<br />

quella dell’istituzione dei seggi elettorali<br />

all’estero. Il sig. Nardi considera<br />

questa soluzione impraticabile, anche<br />

per gli elevati costi che essa comporterebbe.<br />

Egli però non tiene conto<br />

delle ingenti spese che la gestione<br />

dei plichi elettorali, nel caso del voto<br />

per corrispondenza, ha comportato<br />

nelle elezioni passate, sia in termini<br />

di materiali, di invio che di personale.<br />

Peraltro, l’argomentazione con cui<br />

il Sig. Nardi conclude il suo articolo<br />

mi sembra poco sostenibile. Se per<br />

difendere il voto per corrispondenza<br />

dobbiamo ricorrere al fatto che, come<br />

dice Nardi, “pure il voto nei seggi<br />

non è una garanzia assoluta e immune<br />

da pecche”, allora dovremmo togliere<br />

il diritto di voto a tutti gli italiani!<br />

I brogli elettorali non vanno risolti<br />

con metodi ancora meno trasparenti<br />

come quello del voto per corrispondenza,<br />

ma vanno combattuti con controlli<br />

rigorosi e severi. ●<br />

Eugenio Sangregorio<br />

Vicepresidente pro tempore PDL<br />

America Meridionale<br />

Italiani nel mondo<br />

E i giornali<br />

all’estero?<br />

Chi, a Roma, ha fatto approvare<br />

questo “infame” decreto<br />

legge e chi lo ha approvato<br />

votandolo, sappia che ha posto<br />

le basi per la distruzione della<br />

stampa e della lingua italiana<br />

all’estero. “Se l’intenzione è<br />

quella di buttare nel dimenticatoio<br />

più di 40 milioni di italiani<br />

che da decenni hanno contribuito<br />

a tenere alto nel mondo il nome<br />

dell’Italia, ebbene il suo Governo,<br />

con i tagli alla stampa italiana<br />

all’estero, vi è riuscito. Egregio<br />

Sig. Presidente, ed ora che<br />

cosa ancora taglierete: gli eletti<br />

all’estero e poi il nostro voto alle<br />

prossime elezioni politiche italiane?”:<br />

è quanto si chiede Luciano<br />

Gonella, giornalista italiano residente<br />

in Canada, in una lettera<br />

aperta al presidente del Consiglio,<br />

Silvio Berlusconi. “Da<br />

decenni - scrive ancora Gonella<br />

- un gruppo di persone coraggiose,<br />

con i loro giornali, hanno<br />

saputo tenere vivo il sentimento<br />

di italianità di cui siamo andati<br />

sempre fieri, oltre a dare il maggiore<br />

contributo all’informazione<br />

ed alla cultura della madre patria.<br />

I giornali italiani nel mondo<br />

sono sempre stati il cordone ombelicale<br />

tra l’Italia e gli Italiani<br />

nel mondo. Tutti sanno ed hanno<br />

sempre saputo che il manipolo<br />

di editori coraggiosi che hanno<br />

pagato a caro prezzo questo loro<br />

sforzo di mantenere vivo il dialogo<br />

con la madre patria, non si<br />

sono certamente arricchiti stampando<br />

i loro giornali e nemmeno<br />

ricevendo una miseria di contributo<br />

dal Governo italiano, contributo,<br />

tuttavia, che dava loro un<br />

minimo di aiuto. Si possono ben<br />

capire le ristrettezze dovute ad<br />

una crisi internazionale, ma tre<br />

milioni di euro destinati ai 120<br />

periodici, in un bilancio finanziario<br />

di più di 800 miliardi di euro,<br />

sono delle bazzecole, quando si<br />

pensa agli sperperi che vengono<br />

perpetrati ogni anno”. ●<br />

<strong>Panorama</strong> 25

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