23.05.2013 Views

Panorama - Edit

Panorama - Edit

Panorama - Edit

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

vatar (diretto dall’ex marito)<br />

agognata<br />

lenze che caratterizzano le vite vicine<br />

e lontane, ecc. ecc.<br />

E veniamo a “The hurt locker”, di<br />

Kathryn Bigelow, ex moglie di James<br />

Cameron, il regista di “Avatar” (e cominciamo<br />

a capire uno dei motivi della<br />

loro separazione)! La Bigelow ha<br />

concesso in esclusiva a “la Repubblica”<br />

(11 marzo) la sua introduzione alla<br />

sceneggiatura del film, pubblicata da<br />

Newsmarket Press, e scritta da Mark<br />

Boal. Ne riprendiamo alcuni significativissimi<br />

passi.<br />

“Nell’inverno del 2004 - quando<br />

Bagdad era uno dei luoghi più pericolosi<br />

del pianeta, epicentro di esplosioni,<br />

sparatorie e rapimenti quotidiani<br />

- per i pochi giornalisti occidentali<br />

che vi lavoravano quella città divenne<br />

un posto assolutamente letale. Fu con<br />

enorme trepidazione, quindi, che augurai<br />

buona fortuna al mio amico, reporter<br />

e sceneggiatore Mark Boal allorché<br />

mi annunciò di aver deciso di partire<br />

per l’Iraq per seguire la guerra con i<br />

propri occhi. Appassionato di giornalismo<br />

investigativo, Mark aveva messo<br />

gli occhi su una piccola unità delle forze<br />

armate, meglio nota come ‘Explosive<br />

Ordinance Disposal’ (EOD), ovvero<br />

una squadra di artificieri che in quel<br />

periodo rivestiva un ruolo di primaria<br />

importanza nel tentativo dell’esercito<br />

di contenere la crescente minaccia<br />

delle bombe collocate sul ciglio della<br />

strada, i cosiddetti Ied (Improvised<br />

Explosive Devices, dispositivi esplosivi<br />

improvvisati). Tale era il pericolo<br />

legato a quella scelta che, dopo essere<br />

atterrato in Iraq, Mark dovette firmare<br />

su richiesta dei vertici dell’esercito<br />

un accordo di assunzione di responsabilità,<br />

fornire il suo gruppo sanguigno<br />

e scegliere con quale rito fare eventualmente<br />

celebrare il suo funerale...<br />

Bene, dopo aver condiviso per settimane<br />

quella incredibile esperienza (ed<br />

essere sopravvissuto!), Mark, tornato<br />

in America, per farla conoscere ad un<br />

pubblico più vasto, si offrì di scrivere<br />

una sceneggiatura su quello che quasi<br />

sicuramente era il mestiere più pericoloso<br />

che esista... Dopo aver letto la<br />

sceneggiatura di ‘The Hurt Locker’ ho<br />

provato immediatamente la sensazio-<br />

Kathryn Bigelow con l’Oscar per<br />

il film “The Hurt Locker”<br />

ne di aver messo le mani su un copione<br />

memorabile; era allo stesso tempo<br />

sia uno studio approfondito su un personaggio,<br />

il sergente James (che non<br />

può fare a meno di sfidare quelle maledette<br />

bombe sotterrate o addirittura<br />

nascoste nel corpicino di un bambino<br />

senza vita, e quando torna a casa per<br />

un periodo di congedo non vede l’ora<br />

di tornare al fronte, al suo ‘armadietto<br />

di guerra’, al suo hurt locker), sia un<br />

thriller mozzafiato che si trasformava<br />

anche in una sorta di meditazione<br />

sui temi cruciali dell’esistenza umana,<br />

della vita e della morte, del coraggio e<br />

della virilità, della guerra e della natura<br />

umana. Insomma, era originale ed<br />

elettrizzante e ho subito capito che ne<br />

avrei fatto il mio prossimo film”.<br />

Qualcuno ha scritto (Vittorio Zucconi,<br />

“la Repubblica”, 9 marzo) che<br />

soltanto una donna regista, una persona<br />

che non ha mai vissuto una guerra,<br />

poteva realizzare un film simile perché<br />

nessun uomo avrebbe mai avuto il coraggio<br />

di ammettere la impronunciabile<br />

verità e cioè la eterna seduzione<br />

tossica che la guerra esercita sugli uomini,<br />

da Caino in poi..., film talmente<br />

brutale ed agnostico che persino i<br />

veterani, i reduci, i centomila mutilati<br />

del fronte iracheno lo hanno sconfessato<br />

come “assurdo”, “inventato’”,<br />

ecc. E allora, tornando al discorso da<br />

cui siamo partiti, ecco che il cerchio si<br />

chiude: James, volontario non dimentichiamolo,<br />

che appartiene non solo al<br />

film ma alla realtà, ha scelto la pulsione<br />

di morte in tutti i sensi, scaricandola<br />

sugli altri (quando c’è da sparare, spara<br />

come un matto) ma vivendola, cercandola,<br />

anche su di sé: e non è il solo,<br />

milioni e milioni di soldati, più o meno<br />

consapevoli, nella storia...<br />

Cinema e dintorni<br />

Dal punto di vista filmico, in senso<br />

stretto, si impone ancora una domanda:<br />

come è possibile che la “oligarchia<br />

hollywoodiana” abbia premiato<br />

la Bigelow (la prima volta in assoluto<br />

una regista donna)? Psicanaliticamente,<br />

non è poi tanto difficile. Intanto,<br />

c’è una tradizione, un grande cinema<br />

americano antimilitarista che, a partire<br />

da “Comma 22”, di Mike Nichols<br />

(1970) e “M.A.S.H.”, di Robert Altman,<br />

1970, passando per “Apocalypse<br />

Now”, di Francis Ford Coppola,<br />

1979, “Il Cacciatore”, di Michael Cimino,<br />

1978, “Platoon”, di Oliver Stone,<br />

1986, “Full Metal Jacket” di Stanley<br />

Kubrick, 1987, si è confrontato, a<br />

caldo, con il problema “Vietnam”, e ha<br />

comunque raccolto i consensi e i riconoscimenti<br />

dell’America democratica.<br />

Solo che questi film hanno solo, in sostanza,<br />

condannato una guerra “sbagliata”,<br />

e l’ideologia bellicista/salvifica<br />

americana che dichiara guerre ad<br />

altre nazioni per portarvi “la democrazia”;<br />

non è poco ma nessuno è andato<br />

a fondo come la Bigelow, nessuno<br />

ha mostrato che la guerra può diventare<br />

una necessità anche dell’uomo comune,<br />

non solo dei generali, del Pentagono,<br />

ecc. ecc. E, storicamente, ciò<br />

è stato possibile, forse, dopo il trauma<br />

dell’11 settembre 2001, dopo le<br />

“Torri Gemelle”, dopo che nell’inconscio<br />

collettivo americano si è spezzato<br />

qualcosa, ha cominciato a farsi spazio<br />

una cattiva coscienza prima (ci attaccano<br />

perché siamo “il bene”, il baluardo<br />

contro il comunismo, terrorismo,<br />

ecc.!) e una nuova consapevolezza poi<br />

(ma questo baluardo è fragile e il nemico,<br />

“il male”, non sta solo di fronte<br />

a noi ma anche dentro noi stessi). Bigelow,<br />

fragile donna tra duri e puri e<br />

rudi uomini, insegna a riflettere... Meditate,<br />

gente...●<br />

<strong>Panorama</strong> 21

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!