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art. 1 - Suore Missionarie di s. Pietro Claver

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Poste Italiane S.p.A. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) <strong>art</strong>. 1, comma 2, DCB Trento TAXE PERCUE<br />

In caso <strong>di</strong> mancato recapito inviare al CPO <strong>di</strong> Trento per la restituzione al cliente


Rivista missionaria per le famiglie fondata<br />

dalla Beata Maria Teresa Ledóchowska nel 1895<br />

Foto: SIR<br />

““BBiissooggnnaa aavveerr ccuurraa cchhee ll’’aammoorree<br />

ppeerr llee mmiissssiioonnii nnoonn ssii ssppeennggaa mmaaii<br />

nneeii nnoossttrrii ccuuoorrii,,<br />

aannzzii,, aauummeennttii sseemmpprree ppiiùù..<br />

UUnnaa ppiiaannttaa cchhee nnoonn vviieennee iinnnnaaffffiiaattaa<br />

d<strong>di</strong>i ttaannttoo iinn ttaannttoo,, iinnaarriid<strong>di</strong>issccee..””<br />

SOMMARIO<br />

In ascolto del Papa<br />

Cristo è risorto 41<br />

In cammino con la Chiesa<br />

"Lei ha sbagliato numero, io molto <strong>di</strong> più” 42<br />

In breve<br />

Nigeria, In<strong>di</strong>a 44<br />

Honduras 45<br />

In <strong>di</strong>retta<br />

50 anni <strong>di</strong> "Grazie" 46<br />

Intenzione missionaria<br />

Intenzione <strong>di</strong> aprile 2012 50<br />

Pagina della gratitu<strong>di</strong>ne<br />

Formati per annunciare 52<br />

Chiesa <strong>di</strong> San Giacomo 52<br />

Pagina della solidarietà<br />

Da 25 anni sul campo 53<br />

Stu<strong>di</strong> e mantenimento seminaristi 53<br />

Zoom<br />

A 150 anni dalla nascita della beata M.T. Ledóchowska 54<br />

Spazio giovani<br />

Ostacoli e crisi: opportunità per crescere 56<br />

Notizie claveriane<br />

Tre vite perse? 58<br />

Bacheca<br />

Grazie alla Beata Maria Teresa Ledóchowska 60<br />

Ricor<strong>di</strong>amo i nostri defunti 60


CRISTO E’ RISORTO<br />

Cristo è risorto! L’eco <strong>di</strong> questo<br />

avvenimento, p<strong>art</strong>ita da Gerusalemme<br />

venti secoli fa, continua a risuonare nella<br />

Chiesa, che porta viva nel cuore la fede<br />

vibrante <strong>di</strong> Maria, la Madre <strong>di</strong> Gesù, la fede<br />

<strong>di</strong> Maddalena e delle altre donne, che per<br />

prime videro il sepolcro vuoto, la fede <strong>di</strong><br />

<strong>Pietro</strong> e degli altri Apostoli.<br />

La risurrezione <strong>di</strong> Cristo non è il frutto <strong>di</strong><br />

una speculazione, <strong>di</strong> un’esperienza<br />

mistica: è un avvenimento, che<br />

certamente oltrepassa la storia, ma che<br />

avviene in un momento preciso della<br />

In ascolto del Papa<br />

storia e lascia in essa un’impronta<br />

indelebile. La luce che abbagliò le guar<strong>di</strong>e<br />

poste a vigilare il sepolcro <strong>di</strong> Gesù ha<br />

attraversato il tempo e lo spazio. É una<br />

luce <strong>di</strong>versa, <strong>di</strong>vina, che ha squarciato le<br />

tenebre della morte e ha portato nel<br />

mondo lo splendore <strong>di</strong> Dio, lo splendore<br />

della Verità e del Bene.<br />

Come i raggi del sole, a primavera, fanno<br />

spuntare e schiudere le gemme sui rami<br />

degli alberi, così l’irra<strong>di</strong>azione che promana<br />

dalla Risurrezione <strong>di</strong> Cristo dà forza e<br />

significato ad ogni speranza umana, ad<br />

ogni attesa, desiderio, progetto. Per questo<br />

il cosmo intero oggi gioisce, coinvolto<br />

nella primavera dell’umanità, che si fa<br />

interprete del muto inno <strong>di</strong> lode del creato.<br />

Cari fratelli e sorelle! Cristo risorto<br />

cammina davanti a noi verso i nuovi cieli e<br />

la terra nuova (cfr Ap 21,1), in cui<br />

finalmente vivremo tutti come un’unica<br />

famiglia, figli dello stesso Padre. Lui è con<br />

noi fino alla fine dei tempi. Camminiamo<br />

<strong>di</strong>etro a Lui, in questo mondo ferito,<br />

cantando l’alleluia. Nel nostro cuore c’è<br />

gioia e dolore, sul nostro viso sorrisi e<br />

lacrime. Così è la nostra realtà terrena. Ma<br />

Cristo è risorto, è vivo e cammina con noi.<br />

Per questo cantiamo e camminiamo: fedeli<br />

al nostro impegno in questo mondo, con lo<br />

sguardo rivolto al Cielo.<br />

Benedetto XVI<br />

Messaggio Urbi et Orbi, Pasqua 2011<br />

41


42<br />

In cammino con la Chiesa<br />

"LEI HA SBAGLIATO NUMERO, io molto <strong>di</strong> più"<br />

Una riessione sulla Nuova Evangelizzazione<br />

Telefono fuori Milano alla famiglia <strong>di</strong> un<br />

confratello in vacanza dall’Africa, al<br />

numero dell’Annuario del Pime. Mi risponde<br />

una voce maschile, penso sia la sua e <strong>di</strong>co:<br />

“Caro padre Giovanni…”; l’altro ribatte: ”Qui<br />

non c’è nessun Giovanni, lei ha sbagliato<br />

numero” e chiude. Dopo un po’ ritento,<br />

pensando <strong>di</strong> aver sbagliato la <strong>di</strong>gitazione del<br />

numero. Sento ancora “Pronto?” dalla stessa<br />

voce e <strong>di</strong>co: - Mi scusi, sono ancora io che<br />

cerco un missionario….. e si vede che sbaglio<br />

ancora numero. - Ma lei chi è? - Sono un<br />

missionario anch’io e chiedo scusa. - Un<br />

Padre Piero Gheddo con i giovani <strong>di</strong> Bangladesh<br />

missionario? Ma, caro padre, lei ha sbagliato<br />

numero, ma io ho sbagliato molto più <strong>di</strong> lei.<br />

- Ma non mi <strong>di</strong>ca. - Eh, sì, ho sbagliato<br />

moglie. - In che senso? - Non era la donna<br />

adatta per me e adesso ci stiamo separando.<br />

- Avete avuto figli? - Fino adesso no, ma…<br />

Ne segue una chiacchierata che l’amico<br />

interrompe <strong>di</strong>cendo che mi richiamerà lui.<br />

Infatti così avviene e siamo andati avanti una<br />

mezz’oretta. Il Signore mi ha aiutato a<br />

ricordargli i fondamenti <strong>di</strong> un matrimonio<br />

felice, quelli del Vangelo e della Tra<strong>di</strong>zione<br />

cristiana, oltre alla preghiera per chiedere


Padre Piero Gheddo , PIME<br />

l’aiuto del Padre. Ne abbiamo <strong>di</strong>scusso e<br />

l’amico mi ha poi ringraziato.<br />

A volte noi preti ci chie<strong>di</strong>amo come si può<br />

realizzare la “nuova evangelizzazione”.<br />

Nell’ottobre 2012 si celebrerà a Roma il<br />

Sinodo episcopale sulla “Nuova evangelizzazione”,<br />

cioè su come riportare al Vangelo e<br />

alla vita cristiana i popoli, come il nostro<br />

italiano, che in buona p<strong>art</strong>e stanno perdendo<br />

la fede. É un problema che deve appassionare<br />

tutti, non solo vescovi e preti, perché la crisi<br />

morale e della famiglia si supera solo col<br />

ritorno a Cristo. Se è vero che il Vangelo e la<br />

vita cristiana si trasmettono da persona a<br />

persona, come scrive San Paolo ai Corinzi (1<br />

Cor, 15,3): “A voi ho trasmesso quello che<br />

anch’io ho ricevuto”, Paolo VI precisa:<br />

“Nessuna definizione parziale e frammentaria<br />

può dare ragione della realtà ricca, complessa<br />

e <strong>di</strong>namica, dell’evangelizzazione” (Evangelii<br />

nuntian<strong>di</strong>, 17). Essa appare piuttosto “un<br />

processo complesso e dagli elementi vari” e<br />

comprende “la testimonianza <strong>di</strong> vita, la<br />

pre<strong>di</strong>cazione vivente, la liturgia della parola,<br />

la catechesi, l’uso dei mass-me<strong>di</strong>a, il contatto<br />

personale…” (ivi, 41-48). Ecco gli elementi<br />

che riguardano tutti: “la testimonianza <strong>di</strong><br />

vita, il contatto personale”. Tutti i battezzati<br />

sono chiamati a questo. Viviamo in una<br />

società secolarizzata, nella quale è <strong>di</strong>fficile<br />

parlare della fede, del Vangelo, della<br />

preghiera, della vita cristiana; in genere;<br />

anche nelle nostre famiglie e nelle comunità<br />

religiose si parla <strong>di</strong> tutt’altro: politica,<br />

economia, lavoro, salute, sport, che tempo fa<br />

ecc. La fede e la preghiera non c’entrano quasi<br />

mai. Sono come “hobbico” privati, personali,<br />

ciascuno se li gestisce per conto proprio. È<br />

sbagliato, è un frutto amaro della cultura<br />

materialista in cui viviamo. Introdurre nel<br />

<strong>di</strong>scorso questi temi è già un portare<br />

l’attenzione sui problemi che più contano nella<br />

vita <strong>di</strong> tutti. Quanti contatti personali abbiamo<br />

nella giornata con persone in <strong>di</strong>fficoltà,<br />

sofferenti, depresse, scoraggiate, che sono<br />

pessimiste e cercano il senso della vita. É<br />

molto facile e tranquillo cavarsela con qualche<br />

parola d’incoraggiamento. Il cristiano, che va<br />

contro-corrente, trova l’aggancio per orientare<br />

il <strong>di</strong>scorso sulla fede e la vita cristiana, su Gesù<br />

e Maria. Non è facile, lo so. Ma se la nostra vita<br />

è orientata a Dio e a Cristo, se la “preghiera<br />

continua” è sempre sulle nostra labbra e nel<br />

nostro cuore, se la grazia che chie<strong>di</strong>amo a Gesù<br />

è <strong>di</strong> imitarlo sempre più, ci viene spontaneo e<br />

quin<strong>di</strong> naturale orientare anche le nostre<br />

conversazioni al tema che più ci appassiona,<br />

ci conquista, ci emoziona. Ecco quello che la<br />

Chiesa chiede a tutti i battezzati, specialmente<br />

ai preti, alle suore, alle persone consacrate.<br />

Padre Piero Gheddo, PIME<br />

(ZENIT)<br />

43


Continua ad aumentare la<br />

povertà in Nigeria, dove<br />

quasi cento milioni <strong>di</strong><br />

persone vivono con meno <strong>di</strong><br />

un dollaro (0,75 euro) al giorno.<br />

I nigeriani che vivono in<br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> povertà assoluta, cioè<br />

che sono in grado <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare solo i bisogni<br />

più basilari <strong>di</strong> alimentazione, vestiario e <strong>di</strong><br />

un riparo, sono aumentati fino al 60,9% nel<br />

2010, rispetto al 54,7% del 2004.<br />

Nonostante l'economia del paese sia in<br />

crescita, aumenta anche la povertà, sebbene<br />

il paese sia il principale produttore <strong>di</strong><br />

petrolio del continente. In Nigeria la<br />

corruzione è molto comune e i politici,<br />

invece <strong>di</strong> concentrarsi sullo sviluppo <strong>di</strong><br />

infrastrutture e sulla creazione <strong>di</strong> posti <strong>di</strong><br />

lavoro per la popolazione, si sono de<strong>di</strong>cati<br />

per decenni a ricavare denaro<br />

dall'esportazione del petrolio, <strong>di</strong> cui si<br />

vendono più <strong>di</strong> 2 milioni <strong>di</strong> barili al giorno.<br />

Nonostante sia al settimo posto nel mondo<br />

per riserve <strong>di</strong> gas, che potrebbero essere<br />

utilizzate per produrre energia, il paese<br />

genera elettricità sufficiente per una città<br />

europea <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a grandezza. Oltre la metà<br />

dei suoi 160 milioni <strong>di</strong> abitanti vivono senza<br />

luce, mentre gli altri <strong>di</strong>pendono da costosi<br />

generatori alimentati a <strong>di</strong>esel, prodotto<br />

controllato da un piccolo gruppo <strong>di</strong><br />

importatori. Secondo i dati dell'Ufficio<br />

Nazionale <strong>di</strong> statistica, il nordest e il<br />

nordovest del paese sono le regioni più<br />

povere, mentre il sudovest, dove si trova<br />

Lagos, registra tassi <strong>di</strong> povertà più bassi.<br />

Agenzia Fides<br />

44<br />

In breve<br />

NIGERIA<br />

INDIA<br />

Nei primi 2 mesi del 2012, 4 bambine tra i due<br />

giorni e i sei mesi <strong>di</strong> vita sono state trovate<br />

abbandonate su treni o per le strade <strong>di</strong> Bhopal<br />

e Asansol. Secondo le statistiche nazionali, 700<br />

mila bambine non arrivano alla nascita a causa<br />

delle interruzioni <strong>di</strong> gravidanza effettuate<br />

appena viene riconosciuto il sesso del feto.<br />

Uno stu<strong>di</strong>o recente delle Nazioni Unite ha<br />

rivelato che l'In<strong>di</strong>a è il paese più pericoloso del<br />

mondo per le bambine. Secondo il progetto<br />

'Sex Differentials in Childhood Mortality', una<br />

bambina tra zero e cinque anni ha il 75% <strong>di</strong><br />

possibilità in più <strong>di</strong> morire rispetto ai bambini.<br />

Nel paese c'è una <strong>di</strong>sparità <strong>di</strong> genere enorme<br />

per quanto riguarda le morti infantili. Negli<br />

ultimi anni i tassi globali sono calati, e in gran<br />

p<strong>art</strong>e del mondo le bambine sopravvivono più<br />

a lungo rispetto ai maschi. La tendenza invece<br />

è rimasta invariata in In<strong>di</strong>a. "Il fenomeno della<br />

<strong>di</strong>scriminazione <strong>di</strong> genere e la sopravvivenza<br />

precaria delle bambine, in prevalenza allo stato<br />

<strong>di</strong> feto, è un problema molto serio che richiede<br />

un intervento urgente" si legge in una nota


della responsabile della National Commission<br />

for Protection of Child Rights (NCPCR) in In<strong>di</strong>a.<br />

C'è ancora tanto da fare nel paese per superare<br />

questo grave fenomeno che vede coinvolte<br />

anche le bambine nate, le quali vengono<br />

comunque trascurate o abbandonate dalle<br />

rispettive famiglie. Secondo gli esperti, in<br />

In<strong>di</strong>a occorre mettere in pratica le stesse<br />

regole stabilite negli anni 60 nello Stato<br />

meri<strong>di</strong>onale del Tamil Nadu, dove sono state<br />

applicate una serie <strong>di</strong> cambiamenti <strong>di</strong> natura<br />

sanitaria, alimentare e <strong>di</strong> assistenza<br />

all'infanzia. Agenzia Fides<br />

HONDUS<br />

L'Honduras è la più povera delle 7 nazioni del<br />

Centroamerica, e lamenta una situazione molto<br />

grave in p<strong>art</strong>icolare per la violenza contro i<br />

minori. Su una popolazione <strong>di</strong> oltre 8 milioni <strong>di</strong><br />

abitanti, registra un tasso <strong>di</strong> omici<strong>di</strong> <strong>di</strong> 82,1<br />

ogni 100 mila. L'80% della popolazione è<br />

povera o molto povera, circa il 20% app<strong>art</strong>iene<br />

alla classe me<strong>di</strong>o-bassa e solo pochi sono i<br />

ricchi, i quali gestiscono l'economia e gli affari<br />

del paese. Oltre la metà dell'intera popolazione<br />

honduregna, è costituito da bambini e ogni<br />

giorno ne viene assassinato almeno uno. In<br />

pochi anni, in tutto il paese ci sono state morti<br />

violente, 7.300 giovani assassinati, colpiti alla<br />

testa con armi da fuoco, uccisi da poliziotti,<br />

militari, narcotrafficanti, in scontri tra bande<br />

criminali o da sicari o dal crimine organizzato.<br />

Alcuni minori <strong>di</strong> 14 anni che vengono coinvolti<br />

nelle Maras (bande organizzate) sono talmente<br />

terrorizzati che quando cercano <strong>di</strong> fuggire si<br />

suicidano. C'è grande povertà, manca<br />

l'istruzione, mezzo milione <strong>di</strong> bambini non<br />

frequenta la scuola, alcuni lavorano ogni<br />

giorno da quando hanno 6 o 7 anni, sebbene la<br />

legge <strong>di</strong>ca che nessuno può lavorare fino ai 14<br />

anni <strong>di</strong> età e non oltre 6 ore in lavori non a<br />

rischio. Nel paese 20 mila bambine, tra 8 e 18<br />

anni, sono impiegate come domestiche e<br />

subiscono violenza fisica e morale; 300 mila<br />

bambini lavorano nelle miniere, nelle<br />

piantagioni <strong>di</strong> caffè, canna da zucchero e nella<br />

pesca. L'Honduras sta <strong>di</strong>ventando un narco<br />

stato, dove ogni giorno atterrano due aerei<br />

carichi <strong>di</strong> cocaina e dove circolano liberamente<br />

milioni <strong>di</strong> armi che nessuna delle 60 mila<br />

guar<strong>di</strong>e <strong>di</strong> sicurezza privata controlla. Non si<br />

pagano tasse, c'è narcotraffico, crimine<br />

organizzato, mancano istruzione, sanità,<br />

servizi sociali. Ogni anno, tra 80 mila e 100<br />

mila honduregni, compresi i bambini, si recano<br />

clandestinamente verso gli Stati Uniti, molti<br />

muoiono durante il tragitto. Tra le numerose<br />

realtà organizzate che tentano <strong>di</strong> fare fronte a<br />

questa emergenza, c'è Casa Alianza,<br />

organizzazione internazionale non governativa<br />

che lavora in Honduras dal 1978 per assistere<br />

bambini e bambine in <strong>di</strong>fficoltà. Ci sono<br />

perio<strong>di</strong> in cui si fermano a dormire nell'istituto<br />

fino a 180 bambini, alcuni arrivano con le<br />

armi in mano. Grazie al programma <strong>di</strong><br />

assistenza denominato "Querubines", vivono<br />

e dormono 25 bambine salvate dalla schiavitù<br />

sessuale che arrivano con il fisico mutilato.<br />

Tra le iniziative del centro c'è anche un<br />

programma <strong>di</strong> reinserimento familiare grazie al<br />

quale ogni anno vengono riportati a casa 120-<br />

150 bambini, molti purtroppo non possono<br />

rientrare a causa degli abusi. Il centro<br />

provvede a nutrirli, vestirli, dare loro<br />

strumenti per andare a scuola, oltre a fornire<br />

una unità terapeutica per liberarli dalla<br />

<strong>di</strong>pendenza della droga. Agenzia Fides<br />

45


Cari amici, voglio iniziare questo messaggio<br />

con le parole del Salmo 88 "Canterò<br />

eternamente la Misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Dio". Davvero<br />

grande è stata la Misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Dio nei<br />

confronti della mia povera persona, debole ed<br />

impreparata in tutto. Per questo non mi<br />

stancherò <strong>di</strong> ringraziare il Signore e la Vergine<br />

Santissima, Madre dei Poveri, per tutte le<br />

Grazie elargitemi.<br />

Ritornando con la memoria all'infanzia,<br />

ricordo come il Signore, fin da bambino, mi<br />

ha fatto profeticamente sentire il suo invito<br />

ad andare in Perù; un invito che nelle scuole<br />

me<strong>di</strong>e, stu<strong>di</strong>ando la geografia del Perù, ho<br />

percepito ancor più nitidamente.<br />

A 14 anni la prematura e molto dolorosa<br />

scomparsa del mio papà, che mi lasciava<br />

orfano con tre fratellini più piccoli, faceva si<br />

che sperimentassi sulla mia pelle lo<br />

sfruttamento e il <strong>di</strong>sprezzo nei riguar<strong>di</strong> degli<br />

orfani. Fu proprio in quella tappa dura della<br />

mia vita che, accompagnando mio fratello<br />

Enzo al Seminario dei “Missionari Servi dei<br />

Poveri" fondati dal Beato Giacomo Cusmano e<br />

solcando la soglia della porta del Seminario,<br />

lessi la frase scritta a gran<strong>di</strong> caratteri "Chi<br />

aiuta i poveri presta a Dio”. Quella frase fu una<br />

folgore che s'impresse nel mio cuore, capace<br />

<strong>di</strong> trasmettermi tanta forza ed entusiasmo per<br />

aiutare i poveri; è stata la frase che mi ha<br />

accompagnato in tutti gli anni della<br />

preparazione al sacerdozio.<br />

A 17 anni, insegnando catechismo a bambini<br />

affetti da tubercolosi nel sanatorio Ingrassia<br />

(tutt'oggi esistente) situato nelle vicinanze<br />

del Seminario dei Padri Agostiniani presso la<br />

46<br />

In <strong>di</strong>retta<br />

50 ANNI DI "GZIE"<br />

P.Giovanni Salerno msp<br />

Rocca <strong>di</strong> Palermo, venni sorpreso dalla<br />

superiora dell'Istituto con un fazzoletto in<br />

bocca che misi per timore <strong>di</strong> essere contagiato.<br />

Imme<strong>di</strong>atamente lo tolse <strong>di</strong>cendomi queste<br />

parole: “Togliti questo fazzoletto perché nel<br />

futuro dovrai vivere con ammalati peggiori <strong>di</strong><br />

questi"; effettivamente in Perù non solo<br />

incontrai molti ammalati sofferenti <strong>di</strong><br />

tubercolosi ma mi occupai anche, per sei anni,<br />

dei lebbrosi della regione dove vivevo.<br />

Gli anni <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o non sono stati facili; in<br />

modo speciale, mentre frequentavo il liceo a<br />

Viterbo degli Agostiniani (glorioso or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong><br />

cui sono stato membro per lunghi anni), mi<br />

hanno minacciato <strong>di</strong> interrompere gli stu<strong>di</strong><br />

sacerdotali e <strong>di</strong> lasciare l'or<strong>di</strong>ne agostiniano


poiché tre oculisti della città <strong>di</strong> Viterbo mi<br />

avevano pronosticato la cecità verso l’età <strong>di</strong><br />

20 anni. Potete immaginare il mio dolore<br />

nell'apprendere questa notizia. Comunque non<br />

mi sono scoraggiato e non mi stancavo <strong>di</strong><br />

chiedere ai pie<strong>di</strong> del tabernacolo la grazia <strong>di</strong><br />

raggiungere il sacerdozio; per questo scrissi<br />

al Monastero delle Agostiniane <strong>di</strong> Cascia<br />

chiedendo <strong>di</strong> supplicare l'intercessione <strong>di</strong> S.<br />

Rita affinché mi desse la grazia del sacerdozio<br />

desiderato. La Madre Giuseppina Rosato,<br />

Abbadessa del monastero, mi inviò uno scritto<br />

espresso nel quale mi comunicava che una<br />

giovane suora del Monastero si era offerta<br />

come vittima per i miei occhi.<br />

Qualche giorno dopo, già con la valigia pronta<br />

per rientrare in Sicilia, il Buon Dio mi salvò<br />

facendomi incontrare il caro confratello Padre<br />

Ettore Salimbeni, giunto proprio in quei<br />

giorni da Roma dove aveva conosciuto un<br />

famoso oculista, il Professor Mazzantini, che<br />

aveva aiutato a raggiungere il sacerdozio<br />

molti giovani affetti dal mio stesso male.<br />

P.Giovanni con i suoi poveri in Peru<br />

Il Professor Mazzantini si occupò del mio caso<br />

e mi <strong>di</strong>ede una lunga cura (non approvata<br />

dalla Organizzazione Mon<strong>di</strong>ale della Sanità)<br />

raccomandandomi <strong>di</strong> seguirla fino a 40 anni.<br />

Purtroppo i professori <strong>di</strong> Viterbo non vollero<br />

convincersi <strong>di</strong> quel verdetto ed erano decisi a<br />

farmi interrompere gli stu<strong>di</strong>. Per grazia <strong>di</strong> Dio<br />

io avevo intuito questa temuta decisione e,<br />

prima degli esami, supplicai il Padre Agostino<br />

La Valle, provinciale agostiniano <strong>di</strong> Sicilia, <strong>di</strong><br />

venire ad assistermi nel Tribunale degli esami.<br />

Risuona ancora nelle mie orecchie la sua voce,<br />

che sentivo dal corridoio, mentre cercava <strong>di</strong><br />

salvare la mia situazione; riuscì a farmi avere<br />

voti sod<strong>di</strong>sfacenti e, in questo modo, mi<br />

permise <strong>di</strong> continuare gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> teologia<br />

presso il Seminario <strong>di</strong>ocesano <strong>di</strong> Monreale<br />

(PA). Che grande gioia ogni mattina<br />

percorrere a pie<strong>di</strong> dalla Rocca la salita che<br />

porta al seminario <strong>di</strong> Monreale dove ho<br />

trovato sacerdoti dotti, pii e <strong>di</strong> grande spirito<br />

<strong>di</strong> carità il cui esempio è rimasto impresso nel<br />

mio cuore fino ad oggi.<br />

47


Stu<strong>di</strong>ando teologia a Monreale sono stato<br />

or<strong>di</strong>nato sacerdote un anno prima dei<br />

compagni <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> lasciati a Viterbo.<br />

Finalmente il 23 <strong>di</strong>cembre 1961 ricevetti il dono<br />

della tanto desiderata or<strong>di</strong>nazione sacerdotale;<br />

molti sono i ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong> quel giorno, fra tutti non<br />

posso <strong>di</strong>menticare due messaggi profetici<br />

ricevuti in quella occasione.<br />

Il primo fu <strong>di</strong> mia mamma la quale, mentre nel<br />

presbiterio del Duomo <strong>di</strong> Monreale scioglieva il<br />

fazzoletto con cui il Vescovo aveva legato le<br />

mie mani consacrate, baciandole mi <strong>di</strong>sse: "Che<br />

queste mani servano per aiutare e consolare tanti<br />

e tanti bambini orfani"; io rimasi sorpreso<br />

poiché noi agostiniani, in Sicilia, non<br />

gestivamo nessun orfanotrofio.<br />

Il secondo messaggio profetico fu quello che<br />

mi rivolse Padre Agostino La Valle, Provinciale<br />

degli Agostiniani, il quale avvicinandosi mi<br />

<strong>di</strong>sse :"Che queste mani servano a portare il<br />

Vangelo ai poveri più lontani della terra".<br />

Queste parole giunsero nel mio cuore come<br />

una vera bomba perchè in quel momento gli<br />

48<br />

In <strong>di</strong>retta<br />

agostiniani d'Italia non avevano nessuna<br />

missione all'estero.<br />

Nel frattempo, ascoltando i messaggi del<br />

Santo Padre e le testimonianze che arrivavano<br />

dall'America Latina e, soprattutto, seguendo il<br />

Concilio Vaticano II che era iniziato con occhi<br />

speciali rivolti verso i poveri, la frase "Chi<br />

aiuta i poveri presta a Dio", letta all'entrata<br />

del Seminario dei Servi dei Poveri, risuonava<br />

sempre <strong>di</strong> più nel mio cuore.<br />

Fu così che chiesi al Padre Generale degli<br />

Agostiniani, Padre Luciano Rubbio, il permesso<br />

<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are me<strong>di</strong>cina, esprimendogli il desiderio<br />

<strong>di</strong> consacrare la mia vita alle missioni e ai<br />

poveri delle missioni più lontane. Il Padre<br />

Luciano mi ascoltò con molta benevolenza e<br />

mi <strong>di</strong>sse sinceramente che sarebbe stato uno<br />

scandalo concedermi questo permesso in modo<br />

ufficiale, data la movimentata situazione<br />

conciliare. Mi concesse, tuttavia, il permesso<br />

<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are privatamente e <strong>di</strong> fare esperienze<br />

in gran<strong>di</strong> ospedali; ebbi così la possibilità <strong>di</strong><br />

fare pratica nel vecchio Ospedale <strong>di</strong><br />

Caltanissetta e nella Clinica pe<strong>di</strong>atrica Mayer<br />

del Careggi <strong>di</strong> Firenze. Queste esperienze<br />

furono per me molto preziose.<br />

Una volta giunto in Perù, nel 1968, incontrai<br />

il dottor Federico Bombieri, fondatore e<br />

<strong>di</strong>rettore della Sede peruviana della Casa<br />

farmaceutica "Carlo Erba". In lui trovai un<br />

vero padre che non solo mi aiutò inviandomi<br />

ingenti quantitativi <strong>di</strong> confezioni <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cine<br />

destinate alle fondazioni dei nuovi <strong>di</strong>spensari<br />

nella prelatura <strong>di</strong> Chuquibambilla (Perù), ma<br />

mi permise, inoltre, <strong>di</strong> ottenere dal Ministero<br />

della sanità peruviano l'autorizzazione per<br />

lavorare come me<strong>di</strong>co missionario in tutta la<br />

regione dell'Apurimac. Questo permesso fu<br />

molto importante in quanto, nei primi sei<br />

anni trascorsi sulla Cor<strong>di</strong>gliera delle Ande,<br />

oltre ad assistere i malati del <strong>di</strong>spensario <strong>di</strong>


Antabamba mi occupai <strong>di</strong> tutti i lebbrosi della<br />

regione Apurimac e p<strong>art</strong>ecipai come unico<br />

inviato del Ministero della Sanità del Perù al<br />

primo congresso <strong>di</strong> lebbra del Cono Sud,<br />

tenutosi nell'Hotel "Presidente" <strong>di</strong> Buenos<br />

Aires (Argentina).<br />

Non fu facile la mia vita nella fondazione dei<br />

vari <strong>di</strong>spensari in quella regione, però, in<br />

mezzo a queste prove, ho sperimentato l'aiuto<br />

<strong>di</strong> Dio che non abbandona chi confida<br />

solamente in Lui. Non posso far a meno <strong>di</strong><br />

ringraziare <strong>di</strong> vero cuore i cari confratelli<br />

Padre Giovanni Bellotti, volato in cielo 2 anni<br />

fa, e Monsignor Domenico Berni, Vescovo<br />

della Prelatura <strong>di</strong> Chuqui-bambilla, che mi è<br />

stato <strong>di</strong> grande aiuto e conforto mentre stavo<br />

nella prelatura e, in modo umile, silenzioso<br />

ed efficace, nella fondazione dei Missionari<br />

Servi dei Poveri TM.<br />

Devo pure ringraziare il confratello Padre<br />

Giacomo Bonaita che assieme a Monsignor<br />

Berni, durante tutti gli anni del mio servizio in<br />

Apurimac, sono stati i responsabili dell'amministrazione<br />

economica dei <strong>di</strong>spensari.<br />

Inoltre, non posso far a meno <strong>di</strong> ringraziare<br />

<strong>di</strong> vero cuore anche un altro confratello<br />

agostiniano, il padre Giuseppe Turco (che<br />

sempre mi ha accompagnato con cuore <strong>di</strong><br />

vero fratello, in questi lunghi anni <strong>di</strong> vita<br />

della nostra fondazione) che nel lontano<br />

1987, insieme al Consiglio della provincia <strong>di</strong><br />

Sicilia, mi <strong>di</strong>ede l'autorizzazione canonica per<br />

fondare il Movimento "I Servi dei Poveri del<br />

Terzo mondo". Questo Movimento, fin dai suoi<br />

primi passi, ha dovuto affrontare dure prove,<br />

rischiando <strong>di</strong> naufragare prima <strong>di</strong> nascere.<br />

Il mio ringraziamento si <strong>di</strong>rige anche al Padre<br />

agostiniano Gioiele Schiavella che da<br />

assistente generale e da Vicario Generale mi è<br />

stato sempre <strong>di</strong> aiuto e <strong>di</strong> conforto.<br />

Vada ancora tutta la mia gratitu<strong>di</strong>ne ad un<br />

altro confratello, Mons. Giovanni Scannavino<br />

che, in qualità <strong>di</strong> assistente generale<br />

dell'Or<strong>di</strong>ne agostiniano, in una riunione<br />

decisiva svoltasi nel corso dell'anno 1984, con<br />

autorità e con voce squillante impose questa<br />

fondazione, opponendosi ai missionari<br />

contrari all’istituzione del Movimento.<br />

Più <strong>di</strong> una volta abbiamo temuto <strong>di</strong> naufragare<br />

nel mare tempestoso; non sono mancate<br />

calunnie e minacce <strong>di</strong> morte, non solo da p<strong>art</strong>e<br />

<strong>di</strong> guerriglieri ma anche da p<strong>art</strong>e <strong>di</strong> persone<br />

impensabili, non sono mancate minacce <strong>di</strong><br />

auto-bomba nel nostro orfanotrofio "S. Teresa<br />

<strong>di</strong> Gesù" <strong>di</strong> Cusco, non sono mancate<br />

incomprensioni da p<strong>art</strong>e <strong>di</strong> chi ci avrebbe<br />

dovuto aiutare e comprendere, ma io ringrazio<br />

in modo affettuoso tutti e soprattutto voglio<br />

ringraziare coloro che mi hanno permesso <strong>di</strong><br />

sperimentare nella mia vita queste parole della<br />

nostra gloriosa Madre S. Teresa <strong>di</strong> Gesù<br />

"Credetemi: servendo il Signore come dovuto,<br />

non troverete fratelli così devoti come quelli che<br />

Egli vi manderà; e voi potrete fidarvi <strong>di</strong> essi più<br />

<strong>di</strong> quanto non lo possiamo fare con i nostri<br />

stessi familiari. Incontrerete dei padri e dei<br />

fratelli in chi meno ve l'aspettate”; il Buon Dio<br />

in effetti si è servito <strong>di</strong> tutte queste prove per<br />

consolidare il Movimento dei Missionari servi<br />

dei Poveri del Terzo Mondo.<br />

Oggi sono felice <strong>di</strong> essere circondato da molti<br />

"figli" e "figlie" provenienti da <strong>di</strong>ciotto<br />

nazioni <strong>di</strong>verse (Perù, Colombia, Venezuela,<br />

Cile, Messico, Stati Uniti, Portogallo, Spagna,<br />

Francia, Italia, Svizzera, Belgio, Austria,<br />

Germania, Polonia, Ungheria, Croazia, Serbia);<br />

per questo, avendo cantato all'inizio le<br />

Misericor<strong>di</strong>e del Signore, con voi voglio<br />

proclamare con cuore festante il Magnificat:<br />

L’anima mia magnifica il Signore...<br />

P.Giovanni Salerno msp<br />

49


50<br />

Intenzione missionaria <strong>di</strong> p. Fiorenzo Felicetti, mccj<br />

INTENZIONE MISSIONARIA<br />

<strong>di</strong> Aprile 2012<br />

Perché il Cristo risorto sia segno <strong>di</strong> sicura speranza per uomini e donne del<br />

Continente aicano<br />

E<br />

’ certo che la Speranza cristiana <strong>di</strong> una<br />

sicurezza e novità <strong>di</strong> vita è uno dei motivi<br />

per cui tanti africani chiedono ancora <strong>di</strong><br />

entrare nella Chiesa cattolica in molti paesi<br />

africani. Le situazioni <strong>di</strong> grande povertà o <strong>di</strong><br />

guerra o ancora <strong>di</strong> costrizioni inumane <strong>di</strong> vita<br />

spingono molti africani ad emigrare in paesi<br />

che sperano essere ospitali e garanzia <strong>di</strong><br />

futuro, anche a rischio della vita. Abbiamo<br />

tutti sotto gli occhi ciò che sta succedendo<br />

ai nostri giorni: migliaia <strong>di</strong> profughi<br />

provenienti dall’Eritrea, Libia,Tunisia, Egitto<br />

e altri paesi ancora che si ammassano alle<br />

nostre frontiere per trovare spazio <strong>di</strong> vita e<br />

lavoro in Europa, se qualche parente o<br />

conoscente c’è già o per trovare qui in Italia<br />

una qualche speranza <strong>di</strong> una vita migliore. Ma<br />

ci sono milioni <strong>di</strong> altri africani che mai<br />

potranno sognare <strong>di</strong> attraversare il<br />

Me<strong>di</strong>terraneo, perché troppo lontano, sono<br />

perciò obbligati a vivere nel loro quoti<strong>di</strong>ano<br />

con la speranza <strong>di</strong> un avvenire migliore che<br />

non ha data né sicurezza vicina .<br />

L’annuncio cristiano della Resurrezione <strong>di</strong><br />

Cristo a vita totalmente nuova,accende fede e<br />

speranza nei loro cuori, ancor più se la<br />

evangelizzazione è accompagnata dall’azione<br />

della Chiesa attraverso piccoli segni ma<br />

significativi che richiamano i segni <strong>di</strong> Gesù<br />

che si faceva carico delle situazioni degli<br />

uomini del suo tempo. Ritorno a ripensare<br />

all’esperienza da me vissuta in Repubblica<br />

Centrafricana nella Pasqua del 2003. Eravamo<br />

appena usciti da cinque mesi <strong>di</strong> prova e <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>spersione a causa <strong>di</strong> un colpo <strong>di</strong> stato<br />

conclusosi il 15 marzo <strong>di</strong> quell’anno. La gente<br />

a poco a poco ritornava nei villaggi dopo aver<br />

bivaccato per mesi interi nei loro campi:<br />

Finalmente ciascuno poteva riprendere il<br />

lavoro dei campi, in sicurezza,dormire nelle<br />

loro casupole, riannodare le relazioni con i<br />

vicini, con i familiari,vedere <strong>di</strong> nuovo i<br />

bambini giocare spensierati attorno a loro<br />

come prima. Tutto era tornato a rivivere,<br />

segno <strong>di</strong> vita nuova nella libertà e pace:<br />

Anche le celebrazioni religiose in quei giorni<br />

assunsero un tono <strong>di</strong> ringraziamento e <strong>di</strong><br />

grande gioia. Fu vera Pasqua <strong>di</strong> Resurrezione!


Alleluia!<br />

Noi che cre<strong>di</strong>amo nella Risurrezione <strong>di</strong> Gesù Cristo, nel suo<br />

messaggio <strong>di</strong> salvezza siamo chiamati, come tutti gli apostoli ad<br />

annunciarlo ai fratelli. Egli è la Vita, la Luce vera, che illumina, riscalda<br />

i cuori e si rivela a noi, come ai <strong>di</strong>scepoli <strong>di</strong> Emmaus nello spezzare del<br />

pane, rafforzandoci nella fede mentre siamo pellegrini nel mondo.<br />

Perché Egli è risorto e vive in mezzo a noi,<br />

auguriamo a tutti i lettori una<br />

BUONA PASQUA!<br />

51


52<br />

Pagina della gratitu<strong>di</strong>ne<br />

FORMATI per annunciare<br />

Carissimi Benefattori, i missionari e i<br />

sacerdoti africani, per poter svolgere il loro<br />

servizio pastorale tra gli abitanti <strong>di</strong> territori<br />

spesso molto vasti, beneficiano degli aiuti<br />

<strong>di</strong> catechisti laici, uomini e donne. Tuttavia<br />

queste persone, prima <strong>di</strong> intraprendere il loro<br />

servizio, devono essere adeguatamente<br />

formati. Voi avete sostenuto la formazione<br />

dei catechisti del <strong>di</strong>stretto <strong>di</strong> Dzamandzar.<br />

Tale aiuto è stato molto apprezzato. Come<br />

sapete i catechisti uomini, donne, giovani<br />

responsabili e devoti, e spesso scelti dalla<br />

stessa comunità <strong>di</strong> fede, per annunciare la<br />

Buona Novella, non hanno chi li aiuti<br />

finanziariamente. Il vostro aiuto, perciò, ha<br />

permesso <strong>di</strong> far fronte alle loro spese <strong>di</strong><br />

accoglienza presso il nostro Centro, agli<br />

spostamenti, alla fornitura elettrica, al vitto,<br />

ecc. Grazie infinite; siamo molto<br />

riconoscenti e ci ricor<strong>di</strong>amo vicendevolmente<br />

nella preghiera.<br />

CHIESA <strong>di</strong> San Giacomo<br />

Padre Paul-Gabriel Siransy fmc<br />

Nosy-Be (Ambanja) – Madagascar<br />

Carissimi Benefattori, saluti <strong>di</strong> pace e gioia<br />

nel nome del Signore Gesù Cristo a tutti voi.<br />

In primo luogo, sono molto felice per<br />

l'assistenza finanziaria che avete esteso alla<br />

nostra Chiesa. Ho ritardato con la mia<br />

risposta perchè ho pensato che sarebbe più<br />

appropriato scrivervi a fine della<br />

costruzione della Chiesa. I lavori stanno già<br />

concludendosi. L’ importo ricevuto verrà<br />

utilizzato per l'altare, in modo da avere un<br />

impiego significativo. Il vostro aiuto è<br />

molto apprezzato e citato dalla nostra<br />

gente semplice. Il vostro generoso<br />

contributo ci incoraggia; lo sentiamo come<br />

un grande dono <strong>di</strong> Dio. Grazie infinite. La<br />

nostra gente ha lavorato e lavora ancora<br />

duro per completare ogni p<strong>art</strong>icolare della<br />

costruzione. Vi chie<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> includerci nelle<br />

vostre preghiere. Sappiamo per esperienza<br />

che le preghiere rendono possibile<br />

l'impossibile. Che Dio bene<strong>di</strong>ca tutti.<br />

Fr. A. Albert Anand Raj<br />

Chiesa <strong>di</strong> ST. James a Sayathurai-Keral-In<strong>di</strong>a


DA 25 ANNI sul campo<br />

Carissimi Benefattori, ci rivolgiamo a voi per<br />

farvi p<strong>art</strong>ecipi delle nostre esigenze nella<br />

speranza che il Signore vi ispiri a venirci in<br />

aiuto. Da 25 anni, 8 religiose lavorano a<br />

tempo pieno in Albania senza alcun compenso<br />

o remunerazione. Portano su <strong>di</strong> loro il peso <strong>di</strong><br />

tutte le attività necessarie, dato che il prete<br />

può raggiungerle solo per la celebrazione<br />

dell’Eucaristia. Noi abbiamo costruito la<br />

chiesa, la casa delle Opere ed il convento a<br />

Barbullush, che si trova a 25 km da Scutari,<br />

STUDI e mantenimento seminaristi<br />

Carissimi Benefattori, noi ringraziamo il Signore<br />

per averci benedetti, malgrado tante <strong>di</strong>fficoltà.<br />

In questi anni abbiamo avuto un<strong>di</strong>ci<br />

Or<strong>di</strong>nazioni Sacerdotali e, al momento, nelle<br />

nostre comunità vi sono 48 studenti <strong>di</strong> filosofia<br />

e Teologia. Quattro sacerdoti sono nella nostra<br />

comunità <strong>di</strong> Roma per una maggiore<br />

formazione, prima <strong>di</strong> essere inseriti nella<br />

pastorale attiva. Due Sacerdoti prestano il loro<br />

servizio in due parrocchie della Diocesi <strong>di</strong><br />

Onisha e altri sono impegnati nella formazione.<br />

Veniamo a bussare ancora alla porta della vostra<br />

generosità perché possiate aiutarci a sostenere<br />

le spese per gli stu<strong>di</strong> e il mantenimento dei<br />

nostri seminaristi nigeriani. Vi ringraziamo con<br />

tutto il cuore e assicuriamo le nostre preghiere<br />

per voi e per i tutti i vostri cari.<br />

Pagina della solidarietà<br />

dove c’è una scuola materna con una trentina<br />

<strong>di</strong> bambini. Le Sorelle preparano anche le<br />

ostie. La comunità non possiede<br />

riscaldamento. A Scutari, abbiamo costruito<br />

una Pensione per studenti universitari – circa<br />

40-50 persone. Il pagamento della pensione<br />

permette <strong>di</strong> occuparsi della loro accoglienza,<br />

ma vi sono tante altre cose necessarie a carico<br />

dell’Istituto come per esempio luce,<br />

riscaldamento, tasse ecc. Abbiamo bisogno <strong>di</strong><br />

aiuto. Grazie a tutti per quanto potrete fare.<br />

Madre Ludovica Pellegrini, Superiore Generale<br />

Sorelle Oblate del Cuore Immacolato <strong>di</strong> Maria<br />

P.Salvatore Izzo m.ss.cc - Superiore Generale<br />

<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Owerri - Nigeria<br />

Vi preghiamo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzare le offerte a:<br />

Congregazione delle <strong>Suore</strong> <strong>Missionarie</strong> <strong>di</strong> S. <strong>Pietro</strong> <strong>Claver</strong> - Via della Collina 18 - 38121 TRENTO<br />

CCP n. 35483452<br />

Le eventuali offerte che risulteranno in eccedenza rispetto alle richieste che abbiamo presentato saranno destinate a<br />

progetti analoghi a noi comunicati dai missionari sparsi in tutto il mondo.<br />

53


Zoom<br />

Il conte Antonio Ledóchowski, padre <strong>di</strong><br />

Maria Teresa, <strong>di</strong>etro suggerimento del<br />

cugino car<strong>di</strong>nale, prese la ferma decisione <strong>di</strong><br />

trasferirsi in Polonia. Mamma Sefina,<br />

amorevole e fedele sposa, dominò la sua<br />

perplessità e accettò <strong>di</strong> trasferirsi in un Paese<br />

straniero incontro ad un futuro sconosciuto.<br />

In famiglia tutti accettarono questo<br />

cambiamento con grande entusiasmo.<br />

Si decise <strong>di</strong> acquistare la tenuta <strong>di</strong> Lipnica<br />

Murowana a Królówka, dove si trasferirono<br />

nell’aprile del 1883. Maria Teresa, amante<br />

della natura, considerò Lipnica Murowana<br />

54<br />

A 150 anni dalla nascita<br />

della BEATA MARIA TERESA<br />

LEDÓCHOWS<br />

(1863 - 2013)<br />

Trasferimento in Polonia<br />

come l’avverarsi <strong>di</strong> un sogno, ma ben presto si<br />

rese conto che spesso la vita è seria e <strong>di</strong> gran<br />

lunga complicata. In realtà collaborò con il<br />

padre per la ristrutturazione e l’ampliamento<br />

della casa, per l’amministrazione e gestione<br />

della tenuta, per il controllo dei lavori agricoli<br />

e dell’allevamento del bestiame, imparando,<br />

inoltre, a condurre il carro e a montare a<br />

cavallo con molta destrezza. Non amava molto<br />

queste attività, ma abituata fin da piccola a<br />

dominarsi, adempì i suoi doveri con molta<br />

tenacia, fedeltà e serietà. Comunque imparò<br />

molto da questa esperienza; infatti alcuni<br />

La casa a Lipnica Murowana Foto: Archivio sspc


anni dopo, come fondatrice e <strong>di</strong>rettrice<br />

generale del Sodalizio, riconobbe che le era<br />

servita assai abbondantemente. I bei<br />

paesaggi nelle a<strong>di</strong>acenze <strong>di</strong> Lipnica Murowana<br />

le suggerirono ispirazioni creative per<br />

<strong>di</strong>pingere e scrivere. Confidò alla sua amica<br />

Ilse: “Mi devo avvalere delle ore notturne,<br />

anche se vivo <strong>di</strong> fretta, per sfruttare bene ogni<br />

minuto libero” (MTL a Ilse 1885).<br />

Presto la terribile malattia del vaiolo colpì<br />

Maria Teresa, cancellando la felicità del nuovo<br />

focolare familiare. In quell’epoca tali malati<br />

avevano poche possibilità <strong>di</strong> riacquistare la<br />

salute e chi si fosse salvato, <strong>di</strong> solito, avrebbe<br />

portato per tutta la vita alcune cicatrici<br />

deturpanti. Maria Teresa, fortunatamente,<br />

guarì, ma perse la sua naturale bellezza. Alla<br />

madre, angosciata per gli sfregi rimasti sul suo<br />

corpo, rispose: “Sapevo già che sarei rimasta<br />

sfigurata per sempre. Non fa nulla, mamma !”.<br />

Ben presto un’altra nuvola nera s’abbatté sulla<br />

famiglia Ledóchowski.<br />

Maria Teresa contagiò il suo tanto amato<br />

papà, che in pochi giorni morì. Non<br />

posse<strong>di</strong>amo alcuna annotazione <strong>di</strong> Maria<br />

Teresa su questa grande per<strong>di</strong>ta, solo mamma<br />

Sefina nel suo <strong>di</strong>ario registrò i sentimenti suoi<br />

e della figlia: “Sia fatta la volontà <strong>di</strong> Dio!<br />

Conceda il Signore la pace eterna al mio <strong>di</strong>letto<br />

sposo, e a me la forza <strong>di</strong> sopportare la croce”.<br />

(Sefina: Diario, Sabato, 21.II.1885). Per tutta<br />

la famiglia, e specialmente per Maria Teresa,<br />

quel decesso lasciò una profonda ferita, che<br />

fu attenuata solo con la preghiera e la fede.<br />

La sua malattia e la morte del padre furono i<br />

segnali in<strong>di</strong>catori per sollecitarla ad<br />

in<strong>di</strong>viduare nella vita esclusivamente quello<br />

che non svanisce mai.<br />

Da adolescente invece, riconoscendo che i<br />

talenti provengono da Dio e che non devono<br />

essere sprecati, desiderò allietare l’umanità<br />

con i quadri che avrebbe <strong>di</strong>pinto (MTL Diario).<br />

Diventata adulta, si de<strong>di</strong>cò sempre più allo<br />

scrivere. Confidò alla sua amica Ilse von<br />

Dürring: “Con il tempo acquisterò un circolo<br />

<strong>di</strong> lettori, così potrò fare del bene. Questo è il<br />

mio ideale!” (MTL a Ilse von Dürring<br />

10.1.1889). Ma tutte le attività <strong>art</strong>istiche e<br />

letterarie non la appagarono: sentiva il<br />

bisogno <strong>di</strong> non <strong>di</strong>sperdere in mille rivoli la<br />

propria vita, ma <strong>di</strong> darle un senso, volando<br />

alto e scendendo in profon<strong>di</strong>tà.<br />

Il fratello Vla<strong>di</strong>miro ottenne dal padre, sul<br />

letto <strong>di</strong> morte, il permesso <strong>di</strong> abbracciare la<br />

vita ecclesiastica. La sorella Giulia, più<br />

giovane, le confidò il segreto <strong>di</strong> consacrarsi a<br />

Dio entrando nel convento delle <strong>Suore</strong> Orsoline<br />

a Cracovia. Maria Teresa, ormai <strong>di</strong>sponibile e<br />

pronta per raggiungere gran<strong>di</strong> mete, con<br />

impeto ed entusiasmo esclamò: “Anch’io voglio<br />

fare qualcosa <strong>di</strong> grande per il Signore!”<br />

Sr.Maria Paola Wojak - sspc<br />

55


Proprio in mezzo ad una strada, un<br />

mattino, comparve una grossa pietra.<br />

Era decisamente visibile e ingombrante:<br />

gli automobilisti cominciarono a girarle<br />

intorno per evitarla. Dovevano frenare,<br />

mettersi in coda, e lo facevano<br />

brontolando e suonando il clacson. Alle<br />

un<strong>di</strong>ci del mattino si era già formato un<br />

corteo <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni che protestavano<br />

davanti al municipio, a mezzogiorno i<br />

sindacati annunciarono uno sciopero <strong>di</strong><br />

tre giorni e tutti gli studenti scesero in<br />

56<br />

Spazio giovani<br />

OSTACOLI E CRISI:<br />

opportunità per crescere<br />

<strong>di</strong> Bruno Ferrero<br />

piazza per <strong>di</strong>mostrare. Alle quattro del<br />

pomeriggio gli in<strong>di</strong>gnati occuparono la<br />

piazza principale e Striscialanotizia<br />

mandò i suoi inviati a casa<br />

dell’assessore. Nacque imme<strong>di</strong>atamente<br />

il movimento “No Sass”<br />

Alle <strong>di</strong>ciotto, passò sulla strada un<br />

ven<strong>di</strong>tore ambulante <strong>di</strong> verdura con il suo<br />

camioncino sgangherato. Si fermò al lato<br />

della strada con i lampeggianti accesi e<br />

collocò <strong>di</strong>ligentemente il triangolo rosso a<br />

<strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> sicurezza per avvertire gli


automobilisti. Poi cominciò a tentare <strong>di</strong><br />

rimuovere il masso. Dopo molta fatica e<br />

sudore riuscì finalmente a muovere la<br />

pietra spostandola al margine della strada.<br />

Mentre tornava verso il suo camioncino,<br />

notò che c’era una grossa busta attaccata<br />

alla pietra, sul lato che prima poggiava<br />

sull’asfalto. La busta conteneva un ricco<br />

assegno e una lettera con l’intestazione<br />

della più importante industria del Paese,<br />

la quale <strong>di</strong>ceva che l’assegno era per la<br />

persona che avesse rimosso la pietra dalla<br />

strada, con annessa l’offerta per l’incarico<br />

<strong>di</strong> vicepresidente esecutivo della<br />

Compagnia.<br />

Questo mondo è pieno <strong>di</strong> gente che<br />

aspetta. Aspetta e se la prende con il resto<br />

del mondo perché le cose non cambiano.<br />

Il ven<strong>di</strong>tore ambulante imparò quello che<br />

molti oggi neanche comprendono: “Tutti<br />

gli ostacoli e le crisi sono<br />

un’opportunità per migliorare la nostra<br />

con<strong>di</strong>zione”.<br />

Il filosofo Arthur Schopenhauer <strong>di</strong>ceva:<br />

“La gente comune si preoccupa<br />

unicamente <strong>di</strong> passare il tempo, chi ha un<br />

qualche talento pensa invece a<br />

utilizzarlo”. Dunque, è ora <strong>di</strong> mettersi<br />

all’opera:<br />

Ora è il tempo dei creativi, che non sono<br />

i buffi inventori <strong>di</strong> cose strampalate, ma<br />

le persone serie che hanno un progetto e<br />

creano lavoro per sé e per gli altri,<br />

nonostante tutte le <strong>di</strong>fficoltà.<br />

Nella sala d’ingresso <strong>di</strong> un’industria<br />

vinicola famosa in tutto il mondo sono<br />

esposte alcune rocce. “Cosa sono?” ho<br />

domandato. “Sono pezzi del calcare che<br />

costituisce il terreno della zona”, mi<br />

hanno risposto con orgoglio. “Per poter<br />

sopravvivere in un terreno ghiaioso, le<br />

ra<strong>di</strong>ci delle viti devono faticare molto per<br />

raggiungere l’acqua; <strong>di</strong> conseguenza i<br />

grappoli hanno un sapore più intenso e,<br />

come ogni produttore sa bene, un buon<br />

vino inizia da una buona uva.”<br />

I giovani sono pieni <strong>di</strong> talenti che chiedono<br />

solo <strong>di</strong> essere scoperti e utilizzati. Lo stress non è piacevole, ma sono<br />

convinto che la forza che agisce sulle<br />

viti possa scatenare la medesima<br />

alchimia anche su un’intera<br />

generazione <strong>di</strong> giovani professionisti.<br />

57


58<br />

Notizie claveriane<br />

TRE VITE PERSE?<br />

Sr. Edna, sr. Maria Elena e sr. Danisia nel giorno della Prima Professione Foto: sspc<br />

Mi chiamo Maria Elena e sono la terza <strong>di</strong><br />

cinque figli. Vengo da Nichelino, una<br />

piccola città appena fuori Torino. Sono<br />

cresciuta come tante altre ragazze: mi piaceva<br />

uscire con gli amici ma non amavo molto<br />

stu<strong>di</strong>are. Fino ai 20 anni “fare la suora” non<br />

rientrava nei miei progetti <strong>di</strong> vita.<br />

Poi, grazie al Cammino Neocatecumenale,<br />

scoprii la bellezza della Vita Consacrata. Feci<br />

varie esperienze, prima in un monastero<br />

cistercense, poi come missionaria laica ed<br />

infine nella Congregazione delle <strong>Suore</strong><br />

<strong>Missionarie</strong> <strong>di</strong> San <strong>Pietro</strong> <strong>Claver</strong>.<br />

Una piccola rappresentanza <strong>di</strong> questa<br />

Congregazione si era stabilita a Nichelino già<br />

da sette anni ma io, nonostante abitassi a<br />

cinque minuti dal Convento, non la notai.<br />

Dopo tre anni <strong>di</strong> formazione a livello<br />

personale, culturale e teologico, il 6 gennaio<br />

<strong>di</strong> quest’anno ho emesso i miei Primi Voti a<br />

Roma con altre due mie coetanee “compagne<br />

<strong>di</strong> noviziato”. Pochi giorni dopo sono tornata


a casa per due settimane. La maggior p<strong>art</strong>e<br />

delle domande rivolte dalla famiglia, dagli<br />

amici e dai conoscenti iniziava con<br />

“perché…?”. Perché questa vita? Perché<br />

questa congregazione? Perché il velo? Perché<br />

missionaria…? Erano domande che nascevano<br />

un po’ dalla curiosità, un po’ da vero interesse<br />

e un po’ per provocazione.<br />

Alcuni ritengono la mia vita una “vacanza”<br />

oppure “tempo sprecato”. Nelle mie risposte<br />

cercavo <strong>di</strong> trasmettere il senso e il valore della<br />

mia scelta, anzi “Chi ho scelto”. Approfon<strong>di</strong>vo<br />

chiarendo che era stato,<br />

prima <strong>di</strong> tutto, Dio a<br />

scegliere me. Qualcuno,<br />

nonostante le mie parole,<br />

mi guardava stralunato e<br />

continuava a chiedermi<br />

“Allora sei proprio una<br />

suora? Una suora vera?”.<br />

Non sapevo se ridere o<br />

prendere seriamente le loro osservazioni.<br />

Eppure queste domande hanno chiarito quale<br />

grande dono Dio mi abbia fatto e, se per<br />

molti la mia vita è tempo perso, è comunque<br />

guadagnato per Dio. Ora tutto ha un senso e<br />

prego Cristo affinché illumini le menti <strong>di</strong> chi<br />

non riesce a vedere in tutto questo una<br />

Grazia speciale.<br />

Come accennavo sopra non ero sola…<br />

Sì, è vero. Mi chiamo Danisia, ho 25 anni e<br />

vengo da Capo Verde, un accogliente<br />

arcipelago a Nord – Ovest dell’Africa. Sono<br />

qu<strong>art</strong>a <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci figli. Ho iniziato a desiderare <strong>di</strong><br />

essere qualcuno per Dio all’età <strong>di</strong> 6 anni circa,<br />

vedendo da lontano una suora. Crescendo<br />

sembrava che questo piccolo germoglio fosse<br />

destinato ad essere soffocato dalle spine.<br />

Quelle più dolorose furono l’opposizione dei<br />

miei familiari e amici. Ma il Signore è fedele e<br />

nella prova non mi ha abbandonata. Sono<br />

entrata in convento all’età <strong>di</strong> 21 anni. Ho<br />

trascorso due anni nella nostra comunità a<br />

Mindelo ed altri due a Roma.<br />

In Italia ho continuato la formazione per la<br />

preparazione ai voti. Oggi, a pochi giorni<br />

dalla mia Consacrazione Religiosa, posso <strong>di</strong>re<br />

che il Signore ha voluto che il germoglio<br />

crescesse e si fortificasse nella buona terra.<br />

Prego e spero <strong>di</strong> essere perseverante e fedele<br />

nella continua e totale donazione <strong>di</strong> me<br />

stessa in risposta al Suo immenso amore.<br />

Un’altra capover<strong>di</strong>ana, Edna, prima <strong>di</strong> cinque<br />

figli, già a nove anni sentì la<br />

chiamata <strong>di</strong> Dio. Non volle<br />

ascoltarla al punto che, a 16<br />

anni, fischiettava per non<br />

pensarci e per non piangere.<br />

Al termine <strong>di</strong> questo lungo<br />

combattimento interiore si<br />

decise e ne parlò ai genitori, i<br />

quali nutrivano la speranza<br />

che, perlomeno, entrasse in uno dei conventi<br />

presenti nella loro isola, Santiago.<br />

Edna, invece, aveva conosciuto le <strong>Suore</strong> <strong>di</strong> S.<br />

<strong>Pietro</strong> <strong>Claver</strong> tramite la rivista “Eco<br />

dell’Africa”, lettura in lingua portoghese<br />

molto gra<strong>di</strong>ta alla mamma. Così, finiti gli<br />

stu<strong>di</strong>, si <strong>di</strong>resse in nave verso l’isola S.<br />

Vincente, dove risiedeva la Congregazione.<br />

Impiegò 17 lunghissime ore per arrivarci!<br />

Più <strong>di</strong> due anni fa Edna giunse a Roma dove<br />

iniziò e concluse il noviziato con Danisia e la<br />

sottoscritta. Adesso vive la sua donazione totale<br />

a Dio a Trento, io continuo il mio cammino in<br />

Austria nella nostra Casa Madre mentre Danisia<br />

è in attesa <strong>di</strong> p<strong>art</strong>ire. Ci rincontreremo a Roma<br />

per gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Teologia tra uno o due anni,<br />

sicure che le nostre non sono vite sprecate ma<br />

donate a Colui che è l’unico che sappia dare<br />

senso e valore ad ogni cosa!<br />

Sr. Maria Elena SSPC<br />

59


60<br />

Bacheca<br />

Per l’intercessione della beata Maria Teresa<br />

Ledóchowska mia nipote ha ricevuto un posto <strong>di</strong><br />

lavoro come appren<strong>di</strong>sta. Grazie <strong>di</strong> cuore. E. P.<br />

Le mie preghiere, per intercessione della<br />

Santissima Madre <strong>di</strong> Dio e della beata Maria<br />

Teresa Ledóchowska, sono state esau<strong>di</strong>te. Le<br />

ricerche me<strong>di</strong>che per la <strong>di</strong>agnosi della malattia<br />

hanno dato un buon giu<strong>di</strong>zio e una<br />

valutazione benigna. Anche la mia preghiera<br />

per un cambiamento <strong>di</strong> lavoro per mio figlio<br />

ha trovato ascolto. I.S.<br />

Bianca Zabban - Roma (RM)<br />

Germana Agostini - Colle San Luca (BL)<br />

Lucia Punzo - Napoli (NA)<br />

Costantino Cugusi - Tottubella (SS)<br />

Don Elio Gosti - Repubblica <strong>di</strong> San Marino (RSM)<br />

Graziana Suzzi Valli - Repubblica <strong>di</strong> San Marino (RSM)<br />

Don Aurelio Biasca - San Nazzaro (TI) Svizzera<br />

Anna Eccel Puecher Levico - Terme (TN)<br />

L’eterno riposo dona loro, o Signore,<br />

risplenda a essi la luce perpetua,<br />

riposino in pace. Amen<br />

GZIE<br />

alla Beata Maria Teresa Ledóchowska<br />

Maria Teresa mi ha aiutato palesemente. A<br />

causa <strong>di</strong> un elevato pagamento della casa ho<br />

avuto un accertamento, che mi ha procurato<br />

una grande paura. Ho messo sul tavolino<br />

un’immaginetta della beata Maria Teresa<br />

Ledóchowska. Alla fine del controllo tutto è<br />

andato bene. Anzi ho ricevuto, <strong>di</strong> ritorno, una<br />

p<strong>art</strong>e del denaro. Con grande riconoscenza alla<br />

beata Maria Teresa io e la mia famiglia<br />

man<strong>di</strong>amo un’offerta per le missioni. H.B.<br />

Beata Maria Teresa, prega per noi<br />

Il 28 <strong>di</strong> ogni mese fino al 6 del mese seguente preghiamo la novena in tutte le nostre comunità,<br />

chiedendo l'intercessione della nostra Beata Madre Fondatrice per tutte le intenzioni che ci vengono inviate.<br />

Le intenzioni si possono mandare compilando il formulario nel nostro sito: www.missionarieclaveriane.org<br />

oppure telefonando o scrivendo a uno dei nostri in<strong>di</strong>rizzi.<br />

RICORDIAMO i nostri defunti


Aiutare le missioni…<br />

Le opere che facciamo in vita rimangono<br />

marcate, per sempre, nel “cuore” della nostra<br />

esistenza e, se incanalate verso Dio, lasciano<br />

tracce inconfon<strong>di</strong>bili <strong>di</strong> gioia, <strong>di</strong> pace, <strong>di</strong><br />

conforto e speranza.<br />

Mentre sei ancora in vita, cerca <strong>di</strong> aiutare i<br />

missionari, facendo testamento a favore delle<br />

<strong>Suore</strong> <strong>Missionarie</strong> <strong>di</strong> San <strong>Pietro</strong> <strong>Claver</strong>! La tua<br />

carità continuerà in questo mondo, quale<br />

profumo soave, a sostenere i fratelli bisognosi<br />

Ad aprile celebriamo:<br />

1 27ª Giornata della gioventù (nelle <strong>di</strong>ocesi)<br />

5 Giovedì Santo<br />

8 Pasqua<br />

26 Memoria della Madonna, Madre del Buon<br />

Consiglio – festa patronale delle <strong>Suore</strong><br />

<strong>Missionarie</strong> <strong>di</strong> S. <strong>Pietro</strong> <strong>Claver</strong><br />

29 49ª Giornata <strong>di</strong> preghiera per le<br />

vocazioni<br />

29 Anniversario della fondazione delle <strong>Suore</strong><br />

<strong>Missionarie</strong> <strong>di</strong> S. <strong>Pietro</strong> <strong>Claver</strong><br />

Anno CXVII<br />

n. 4 Aprile 2012<br />

Direttore responsabile<br />

mons. Ernesto Menghini<br />

Redazione<br />

sr. Silvia Simas - sr. Renata Szawara<br />

Collaboratori: P. Michele Simone SJ<br />

sr. Maria Paola Wojak - sr. Jolanta Plominska<br />

sr.Maria Elena Cari<strong>di</strong> - Vincenza Zangara<br />

Maria Teresa Rinal<strong>di</strong> - Patrizia Raffi<br />

SUORE MISSIONARIE DI SAN PIETRO CLAVER<br />

www.missionarieclaveriane.org<br />

REDAZIONE<br />

00184 ROMA - Via dell’Olmata 16<br />

Tel. 06 4880450 - fax: 06 4871953<br />

E-mail redazione: ecoafrica.redazione@gmail.com<br />

AMMINISTRAZIONE<br />

38121 TRENTO - Via della Collina 18<br />

Tel. 0461 263645 - fax: 0461 268435<br />

E-mail: claver.trento@gmail.com<br />

CCP n. 35483452<br />

C/C n. 11723769<br />

Banca <strong>di</strong> Trento e Bolzano<br />

B.I.C. BATBIT2T<br />

IBAN: IT95 G032 4001 8010 0001 1723 769<br />

10042 NICHELINO - Via San Matteo 1<br />

Tel. 011 6279513<br />

SVIZZERA - 1700 FRIBOURG<br />

Route du Grand-Pré 3<br />

Tel. 026 4254595<br />

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E-mail: pierre.claver@bluewin.ch<br />

Poste Italiane s.p.a.<br />

Spe<strong>di</strong>zione in abbonamento postale<br />

D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46)<br />

<strong>art</strong>. 1, comma 2, DCB Trento.<br />

Autorizzazione del Tribunale <strong>di</strong> Roma<br />

n. 148 del 25 marzo 1986.<br />

Informiamo i Lettori che i loro dati personali<br />

sono utilizzati solo per le finalità della rivista.<br />

Il responsabile del loro trattamento<br />

è l’amministratore, cui gli interessati<br />

possono rivolgersi per chiederne la verifica<br />

o la cancellazione (D.LGS. 196/2003).<br />

La pubblicazione non è in libero commercio.<br />

Stampa:<br />

Nuove Arti Grafiche<br />

Via dell’òra del Garda 25 - 38121 TRENTO


“È Maria, Madre del Buon Consiglio, Colei che suscita nei cuori<br />

dei caolici l’idea missionaria e che la mantiene; è Lei che a molti<br />

suggerisce <strong>di</strong> p<strong>art</strong>ecipare in qualche modo all’opera<br />

dell’evangelizzazione. Ella ci chiama non solo a operare, bensì Ella<br />

ci guida nell’auazione <strong>di</strong> questo sublime compito.”<br />

Per informazioni:<br />

www.missionarieclaveriane.org<br />

<strong>Suore</strong> <strong>Missionarie</strong> <strong>di</strong> S. <strong>Pietro</strong> <strong>Claver</strong><br />

Via della Collina 18<br />

38121 TRENTO<br />

Tel. 0461 263645<br />

E-mail: claver.trento@gmail.com<br />

Maria Teresa Ledóchowska<br />

Soeurs Missionnaires de St-Pierre <strong>Claver</strong><br />

Route du Grand-Pré 3<br />

1700 FRIBOURG<br />

Tel. 0264254595<br />

E-mail: pierre.claver@bluewin.ch

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