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LE DUE TIGRI.pdf - nat russo

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- Volete scherzare, sahib? - chiese poscia. - Cento rupie sono una bella somma e non si<br />

guadagnano da noi in una settimana di pesca.<br />

- Noi non chiediamo altro che di mettere la tua pinassa a nostra disposizione per ventiquattro ore<br />

e le rupie passeranno nelle tue tasche.<br />

- Voi siete generoso come un nababbo, sahib, - disse il vecchio.<br />

- Accetti?<br />

- Nessuno, nel mio caso, rifiuterebbe una simile offerta.<br />

- Hai detto che tu vieni da Diamond-Harbour, - disse TremaiNaik.<br />

- Sí, sahib.<br />

- Sei entrato nelle lagune pel canale di Raimatla?<br />

- No, per quello di Jamera.<br />

- Allora tu non hai veduto una piccola nave incrociare su queste acque.<br />

- Ma... mi parve ieri d'aver scorta una scialuppa lunga e sottile costeggiare la punta<br />

settentrionale di Raimatla, - rispose il vecchio.<br />

- Era di certo la nostra baleniera che esplorava, - disse Sandokan. - Prima di questa sera noi<br />

avremo trovato il praho e avremo compiuta la nostra unione. Imbarchiamoci amici, e domani<br />

manderemo qui la nostra scialuppa a raccogliere la nostra scorta.<br />

Versò nelle mani del pilota metà del prezzo fissato, poi tutti salirono a bordo, cortesemente<br />

salutati dagli indiani che formavano l'equipaggio.<br />

Sandokan e Tremal-Naik si sedettero a poppa sotto la tenda che i pescatori avevano innalzata<br />

per ripararli dal sole; Yanez, il francese ed il cornac invece passarono sotto coperta per prendere un<br />

po' di riposo nella cabina messa a loro disposizione dal pilota.<br />

La pinassa, che pareva fosse una buona veliera, si staccò dalla riva e prese il largo dirigendosi<br />

verso alcune isole che s'intravvedevano attraverso la nebbiola che s'alzava sulla laguna.<br />

Una puzza orrenda saliva dalle acque dove finivano di sciogliersi un gran numero di cadaveri,<br />

trasci<strong>nat</strong>i colà dai canali delle Sunderbunds o spinti dal flusso.<br />

Si vedevano teste semi-spolpate, dorsi lacerati, gambe e braccia, ballonzolare fra la scia prodotta<br />

dalla pinassa e urtarsi. Su molti di quei cadaveri si tenevano ritti, sulle loro lunghe zampe, marabú e<br />

bozzagri, i quali di quando in quando davano un colpo di becco, strappando lembi di carne già<br />

putrida e che inghiottivano avidamente.<br />

- Ecco uno dei cimiteri galleggianti, - disse Tremal-Naik.<br />

- Ben poco allegro, - rispose Sandokan.<br />

- Il governo del Bengala farebbe meglio a far seppellire tutta questa gente con tre metri di terra<br />

sopra. Eviterebbe il cholera che visita quasi ogni anno la sua capitale.<br />

- Gli indiani se desiderano andare in paradiso devono giungervi per mezzo del Gange.<br />

- Forse che sbocca lassú? - chiese Sandokan, ridendo.<br />

- Questo lo ignoro, - rispose Tremal-Naik, - tuttavia non mi pare. Io lo vedo finire nel golfo del<br />

Bengala e confondere le sue acque col mare.<br />

- E ci andranno poi tutti nel vostro paradiso?<br />

- Oh no! Le acque del Gange, per quanto reputate sacre, non purgheranno l'anima d'un uomo<br />

che ha ucciso per esempio una mucca.<br />

- Pena grave presso di voi?<br />

- Che condurrà diritto all'inferno, dove il colpevole sarà senza posa divorato dai serpenti, dalla<br />

fame e dalla sete, per passare dopo migliaia e migliaia d'anni nel corpo d'una giovenca.<br />

- Un luogo spaventevole il vostro inferno, - disse Sandokan.<br />

- I nostri libri sacri dicono che regna laggiú una notte eterna, e che non vi si odono che gemiti e<br />

grida spaventevoli; i dolori piú acuti che possono essere prodotti dal ferro e dal fuoco vi si provano<br />

senza posa. Vi sono supplizi per qualunque specie di peccato, per ogni senso e per ogni membro del<br />

corpo.<br />

Fuoco, ferro, serpenti, insetti velenosi, animali feroci, uccelli da preda, fiele, veleno, punture,<br />

tutto s'impiega per martirizzare i dan<strong>nat</strong>i. Alcuni, secondo i nostri Veda, sono condan<strong>nat</strong>i ad avere<br />

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