LE DUE TIGRI.pdf - nat russo

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- A me sembra che non possa essere né l'uno, né l'altra, - disse Sandokan, dopo d'aver osservato attentamente quel punto luminoso che spiccava nettamente sulla nera superficie delle acque. Entra mai nessun veliero in questa laguna, Tremal-Naik? - Qualche barca di pescatori, - rispose il bengalese. - Potrebbero anche essere dei naufraghi. Il ciclone che si è rovesciato sulla jungla avrà sconvolto anche il golfo del Bengala. - Sarei lieto se quella scialuppa approdasse qui. Non avremmo piú bisogno di costruirci una zattera per raggiungere il nostro praho. Deve avere delle vele quella imbarcazione. Non vedi Yanez che bordeggia? - E vedo anche che si dirige a questa volta, - rispose il portoghese. - Se passerà dinanzi alla torre chiameremo l'attenzione del suo equipaggio con qualche colpo di fucile. - Ciò che faremo anzi subito, - disse Sandokan. - Udendo degli spari, verranno qui. Alzò la carabina e fece fuoco. La detonazione si propagò con un rombo prolungato al disopra delle tenebrose acque, perdendosi in lontananza. Non era trascorso un mezzo minuto che si vide il punto luminoso cambiare direzione e muovere direttamente verso la torre. - Quando il sole spunterà quella imbarcazione sarà qui, - disse Sandokan. - Ecco laggiú che l'alba dirada le tenebre. Prepariamoci a lasciare la torre ed imbarcarci. - E se quegli uomini si rifiutassero di prenderci a bordo? - chiese il francese. - O piombo od oro, - rispose Sandokan, freddamente. - Vedremo se esiteranno. Cornac, abbassa la scala: vengono in fretta. CAPITOLO XXI IL TRADIMENTO DEI THUGS Spuntava il primo raggio di sole, quando l'imbarcazione approdava dinanzi alla torre. Sandokan non si era ingannato: non era né una scialuppa, né un bastimento. Si trattava d'una pinassa, ossia d'una grossa barca, dai bordi alti, armata di due alberetti sostenenti due grandi vele quadre e fornita di ponte. Questi velieri ordinariamente vengono usati in India nei viaggi su pei grossi fiumi della penisola indostana, tuttavia possono affrontare il mare al pari delle grab essendo forniti di chiglia e bene alberati. Quello che era approdato presso la torre poteva stazzare una sessantina di tonnellate ed era montato da otto indiani, tutti giovani e robusti, vestiti di bianco come i cipayes, e comandati da un vecchio pilota dalla lunga barba bianca, che in quel momento teneva il timone. Vedendo quei cinque uomini, fra cui due bianchi, il vecchio si era levato cortesemente il turbante, poi era sceso a terra, dicendo in buon inglese: - Buon giorno, sahib! Avete bisogno di noi? Abbiamo udito un colpo di fucile e siamo accorsi credendo che qualcuno fosse in pericolo. - Come ti trovi qui, vecchio? - chiese Tremal-Naik. - Questi non sono luoghi per trafficare, né per cercare carichi. - Noi siamo pescatori, - rispose il pilota. - Il pesce abbonda in queste lagune e ogni settimana veniamo qui. - Da dove venite? - Da Diamond-Harbour. - Vuoi guadagnare cento rupie? - chiese Sandokan. L'indiano alzò gli occhi sulla Tigre della Malesia, guardando attentamente, con una certa curiosità, per parecchi istanti. 96

- Volete scherzare, sahib? - chiese poscia. - Cento rupie sono una bella somma e non si guadagnano da noi in una settimana di pesca. - Noi non chiediamo altro che di mettere la tua pinassa a nostra disposizione per ventiquattro ore e le rupie passeranno nelle tue tasche. - Voi siete generoso come un nababbo, sahib, - disse il vecchio. - Accetti? - Nessuno, nel mio caso, rifiuterebbe una simile offerta. - Hai detto che tu vieni da Diamond-Harbour, - disse TremaiNaik. - Sí, sahib. - Sei entrato nelle lagune pel canale di Raimatla? - No, per quello di Jamera. - Allora tu non hai veduto una piccola nave incrociare su queste acque. - Ma... mi parve ieri d'aver scorta una scialuppa lunga e sottile costeggiare la punta settentrionale di Raimatla, - rispose il vecchio. - Era di certo la nostra baleniera che esplorava, - disse Sandokan. - Prima di questa sera noi avremo trovato il praho e avremo compiuta la nostra unione. Imbarchiamoci amici, e domani manderemo qui la nostra scialuppa a raccogliere la nostra scorta. Versò nelle mani del pilota metà del prezzo fissato, poi tutti salirono a bordo, cortesemente salutati dagli indiani che formavano l'equipaggio. Sandokan e Tremal-Naik si sedettero a poppa sotto la tenda che i pescatori avevano innalzata per ripararli dal sole; Yanez, il francese ed il cornac invece passarono sotto coperta per prendere un po' di riposo nella cabina messa a loro disposizione dal pilota. La pinassa, che pareva fosse una buona veliera, si staccò dalla riva e prese il largo dirigendosi verso alcune isole che s'intravvedevano attraverso la nebbiola che s'alzava sulla laguna. Una puzza orrenda saliva dalle acque dove finivano di sciogliersi un gran numero di cadaveri, trascinati colà dai canali delle Sunderbunds o spinti dal flusso. Si vedevano teste semi-spolpate, dorsi lacerati, gambe e braccia, ballonzolare fra la scia prodotta dalla pinassa e urtarsi. Su molti di quei cadaveri si tenevano ritti, sulle loro lunghe zampe, marabú e bozzagri, i quali di quando in quando davano un colpo di becco, strappando lembi di carne già putrida e che inghiottivano avidamente. - Ecco uno dei cimiteri galleggianti, - disse Tremal-Naik. - Ben poco allegro, - rispose Sandokan. - Il governo del Bengala farebbe meglio a far seppellire tutta questa gente con tre metri di terra sopra. Eviterebbe il cholera che visita quasi ogni anno la sua capitale. - Gli indiani se desiderano andare in paradiso devono giungervi per mezzo del Gange. - Forse che sbocca lassú? - chiese Sandokan, ridendo. - Questo lo ignoro, - rispose Tremal-Naik, - tuttavia non mi pare. Io lo vedo finire nel golfo del Bengala e confondere le sue acque col mare. - E ci andranno poi tutti nel vostro paradiso? - Oh no! Le acque del Gange, per quanto reputate sacre, non purgheranno l'anima d'un uomo che ha ucciso per esempio una mucca. - Pena grave presso di voi? - Che condurrà diritto all'inferno, dove il colpevole sarà senza posa divorato dai serpenti, dalla fame e dalla sete, per passare dopo migliaia e migliaia d'anni nel corpo d'una giovenca. - Un luogo spaventevole il vostro inferno, - disse Sandokan. - I nostri libri sacri dicono che regna laggiú una notte eterna, e che non vi si odono che gemiti e grida spaventevoli; i dolori piú acuti che possono essere prodotti dal ferro e dal fuoco vi si provano senza posa. Vi sono supplizi per qualunque specie di peccato, per ogni senso e per ogni membro del corpo. Fuoco, ferro, serpenti, insetti velenosi, animali feroci, uccelli da preda, fiele, veleno, punture, tutto s'impiega per martirizzare i dannati. Alcuni, secondo i nostri Veda, sono condannati ad avere 97

- A me sembra che non possa essere né l'uno, né l'altra, - disse Sandokan, dopo d'aver osservato<br />

attentamente quel punto luminoso che spiccava nettamente sulla nera superficie delle acque.<br />

Entra mai nessun veliero in questa laguna, Tremal-Naik?<br />

- Qualche barca di pescatori, - rispose il bengalese. - Potrebbero anche essere dei naufraghi.<br />

Il ciclone che si è rovesciato sulla jungla avrà sconvolto anche il golfo del Bengala.<br />

- Sarei lieto se quella scialuppa approdasse qui. Non avremmo piú bisogno di costruirci una<br />

zattera per raggiungere il nostro praho.<br />

Deve avere delle vele quella imbarcazione. Non vedi Yanez che bordeggia?<br />

- E vedo anche che si dirige a questa volta, - rispose il portoghese. - Se passerà dinanzi alla torre<br />

chiameremo l'attenzione del suo equipaggio con qualche colpo di fucile.<br />

- Ciò che faremo anzi subito, - disse Sandokan. - Udendo degli spari, verranno qui.<br />

Alzò la carabina e fece fuoco.<br />

La detonazione si propagò con un rombo prolungato al disopra delle tenebrose acque,<br />

perdendosi in lontananza.<br />

Non era trascorso un mezzo minuto che si vide il punto luminoso cambiare direzione e muovere<br />

direttamente verso la torre.<br />

- Quando il sole spunterà quella imbarcazione sarà qui, - disse Sandokan. - Ecco laggiú che<br />

l'alba dirada le tenebre. Prepariamoci a lasciare la torre ed imbarcarci.<br />

- E se quegli uomini si rifiutassero di prenderci a bordo? - chiese il francese.<br />

- O piombo od oro, - rispose Sandokan, freddamente. - Vedremo se esiteranno.<br />

Cornac, abbassa la scala: vengono in fretta.<br />

CAPITOLO XXI<br />

IL TRADIMENTO DEI THUGS<br />

Spuntava il primo raggio di sole, quando l'imbarcazione approdava dinanzi alla torre.<br />

Sandokan non si era ingan<strong>nat</strong>o: non era né una scialuppa, né un bastimento. Si trattava d'una<br />

pinassa, ossia d'una grossa barca, dai bordi alti, armata di due alberetti sostenenti due grandi vele<br />

quadre e fornita di ponte.<br />

Questi velieri ordinariamente vengono usati in India nei viaggi su pei grossi fiumi della penisola<br />

indostana, tuttavia possono affrontare il mare al pari delle grab essendo forniti di chiglia e bene<br />

alberati.<br />

Quello che era approdato presso la torre poteva stazzare una sessantina di tonnellate ed era<br />

montato da otto indiani, tutti giovani e robusti, vestiti di bianco come i cipayes, e comandati da un<br />

vecchio pilota dalla lunga barba bianca, che in quel momento teneva il timone.<br />

Vedendo quei cinque uomini, fra cui due bianchi, il vecchio si era levato cortesemente il<br />

turbante, poi era sceso a terra, dicendo in buon inglese:<br />

- Buon giorno, sahib! Avete bisogno di noi? Abbiamo udito un colpo di fucile e siamo accorsi<br />

credendo che qualcuno fosse in pericolo.<br />

- Come ti trovi qui, vecchio? - chiese Tremal-Naik. - Questi non sono luoghi per trafficare, né<br />

per cercare carichi.<br />

- Noi siamo pescatori, - rispose il pilota. - Il pesce abbonda in queste lagune e ogni settimana<br />

veniamo qui.<br />

- Da dove venite?<br />

- Da Diamond-Harbour.<br />

- Vuoi guadagnare cento rupie? - chiese Sandokan.<br />

L'indiano alzò gli occhi sulla Tigre della Malesia, guardando attentamente, con una certa<br />

curiosità, per parecchi istanti.<br />

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