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LE DUE TIGRI.pdf - nat russo

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Truppe di splendidi pavoni, volatili ritenuti sacri dagli indiani perché rappresentavano, secondo<br />

le credenze, la dea Sarasvati, di quando in quando s'alzavano e se ne fuggivano via, lanciando note<br />

aspre e sgradevoli, facendo scintillare al sole le loro superbe piume sulle quali la porpora e l'oro si<br />

fondevano alle tinte scintillanti degli smeraldi.<br />

Altre volte invece erano bisonti, o meglio jungli-kudgia come vengono chiamati dagli indiani,<br />

che balzavano improvvisamente dinanzi agli elefanti e che, dopo un po' di esitazione, scappavano<br />

con velocità fulminea non senza mandare dei muggiti minacciosi.<br />

Rassomigliavano molto ai colossali bisonti delle praterie del Far West americano, essendo del<br />

pari forniti d'una gobba robustissima e di taglia non inferiore e, talvolta, superando anche la<br />

lunghezza di tre metri.<br />

La corsa degli elefanti continuò cosí fino alle undici, poi essendo giunti in uno spazio scoperto<br />

dove si vedevano degli avanzi di capanne, Sandokan diede il comando della fermata.<br />

- Qui nessuno ardirà sorprenderci. Se qualcuno si avvicina lo scopriremo subito e poi abbiamo<br />

Darma e Punthy.<br />

- Che non potranno raggiungerci prima di qualche ora, - disse Tremal-Naik.<br />

Devono essere rimasti assai indietro, ma il cane non lascerà la tigre e la guiderà al nostro<br />

campo.<br />

- Ero un po' inquieto per loro, - disse Yanez.<br />

- Non temere, verranno.<br />

Gli elefanti, appena liberati delle haudah si erano sdraiati al suolo. I poveri animali ansavano<br />

fortemente e apparivano stanchissimi e sudavano prodigiosamente.<br />

I due cornac però eransi subito occupati di loro, facendoli sdraiare all'ombra d'un bâr della cui<br />

corteccia sono avidissimi e spalmando immediatamente le loro teste, gli orecchi ed i piedi con<br />

grasso onde la pelle non si screpolasse.<br />

I malesi si erano invece occupati delle tende, essendo il calore diventato cosí intenso da non<br />

poter resistere all'aperto. Pareva che una vera pioggia di fuoco si riversasse sulla jungla e che l'aria<br />

diventasse rapidamente irrespirabile.<br />

- Si direbbe che sta per scatenarsi qualche uragano, - disse Yanez, che si era affrettato a<br />

rifugiarsi sotto una delle tende. - C'è pericolo, rimanendo fuori, di prendersi un colpo di sole. Tu<br />

Tremal-Naik, che sei cresciuto fra queste canne, ne saprai qualche cosa.<br />

- Sta per soffiare l'hot-winds e faremo bene a prendere le nostre precauzioni. Si corre il pericolo<br />

di morire asfissiati.<br />

- Hot-winds? Che cos'è?<br />

- Il simun indiano.<br />

- Un vento caldo insomma.<br />

- Piú terribile talvolta di quello che soffia nel Sahara, - disse il signor de Lussac, che entrava in<br />

quel momento nella tenda. - L'ho provato due volte, quand'ero di guarnigione a Lucknow, e ne so<br />

qualche cosa della violenza di quei venti. È vero che colà sono ben piú terribili, e anche piú ardenti,<br />

perché giungendo da ponente si riscaldano prima passando sulle sabbie infuocate del Marusthan,<br />

della Persia e del Belucistan.<br />

Una volta ho avuto quattordici cipayes asfissiati pel motivo che erano stati sorpresi in aperta<br />

campagna, senza alcun riparo.<br />

- A me però sembra che si prepari piú un ciclone che del vento caldo, - disse Yanez, additando<br />

delle nubi di color giallastro, che si alzavano dal nord-ovest, avanzandosi verso la jungla con<br />

rapidità incredibile.<br />

- Succede sempre cosí, - rispose il luogotenente. - Prima l'uragano poi il vento ardente.<br />

- Assicuriamo le tende, - disse Tremal-Naik, - e portiamole dietro agli elefanti i quali, coi loro<br />

corpacci, ci serviranno di barriera.<br />

I malesi, sotto la direzione dei due cornac e di Tremal-Naik, si misero all'opera, piantando<br />

attorno alle tende un gran numero di piuoli e tendendo parecchie corde al disopra delle tele.<br />

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