LE DUE TIGRI.pdf - nat russo

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- Anche a me è venuto il medesimo sospetto. Fortunatamente siamo in buon numero e nel canale di Raimatla troveremo la Marianna. - A quest'ora ci sarà già, - disse Sandokan. In quell'istante udí l'ufficiale a mandare un grido. - Che cosa avete signor de Lussac? - chiese Yanez, raggiungendolo. - Nel mio accampamento non ardono piú i fuochi che avevo raccomandato ai miei due cipayes di mantenere accesi. Ciò indica una sciagura, signore. - Dov'è il vostro accampamento? - chiese Sandokan. - Laggiú, sotto quel nim colossale, che s'innalza isolato presso la riva del canale. - Brutto segno se i fuochi non ardono piú, - mormorò Sandokan, aggrottando la fronte. Stette un momento immobile, tenendo gli occhi fissi sull'albero, poi disse con voce risoluta: - Avanti: in testa, Darma! La tigre, ad un cenno di Tremal-Naik, si spinse innanzi, ma percorsi cinquanta passi si fermò guardando il bengalese. - Ha fiutato qualche cosa, - disse Tremal-Naik. - Stiamo in guardia. Continuarono ad avanzarsi cautamente colle dita sul grilletto dei fucili, finché giunsero a cento passi dall'albero, sotto cui si vedevano confusamente alzarsi due piccole tende da campo. Il signor de Lussac si mise a gridare: - Rankar! Nessuno rispose dapprima a quella chiamata, poi fra le tenebre s'alzarono improvvisamente delle urla, e delle ombre balzarono attraverso le erbe fuggendo a tutte gambe. - Sciacalli che fuggono! - esclamò Tremal-Naik. - Signor de Lussac, i vostri uomini sono morti e fors'anche a quest'ora sono stati già spolpati. - Sí, - disse il francese con voce profondamente commossa. - I settari della sanguinosa dea me li hanno assassinati. Si spinsero innanzi rapidamente e giunsero ben presto presso le tende. Un orribile spettacolo s'offerse tosto ai loro sguardi. Due uomini, già quasi interamente divorati, giacevano l'uno presso l'altro, a breve distanza da alcuni tizzoni che fumavano ancora. La testa di uno era scomparsa e quella dell'altro era stata rosicchiata in modo tale da non poter essere piú riconoscibile. - Poveri uomini! - esclamò il francese, con un singhiozzo. - E non poterli vendicare! - Che cosa ne sapete voi? - gli chiese Sandokan, appoggiandogli una mano sulle spalle. - Voi ignorate ancora chi siamo noi e per quale motivo ci troviamo qui. Il francese si era voltato vivamente, guardando con stupore la Tigre della Malesia. - Parleremo di ciò piú tardi, - disse Sandokan, prevenendo la domanda dell'ufficiale. - Seppelliamo per ora gli avanzi di questi disgraziati. - Ma... signor... - A piú tardi, signor de Lussac, - disse Yanez. - Vi piacerebbe vendicare la morte dei vostri uomini? - E me lo chiedete? - Ve ne daremo il mezzo. Avete nulla da portare con voi? - I Thugs hanno vuotato le tende, - disse Tremal-Naik, che le aveva già visitate. - Assassini prima, poi ladri: ecco gli adoratori di Kalí! Scavarono una fossa, adoperando le loro scimitarre e seppellirono quei miseri avanzi, onde sottrarli ai denti degli sciacalli, accumulandovi sopra dei massi. Terminata quella funebre operazione, Sandokan si volse verso il luogotenente che appariva assai triste. 74

- Signor de Lussac, - disse, - che cosa intendete di fare ora? Tornarvene a Calcutta o vendicare i vostri uomini? Noi siamo venuti qui non già per dare la caccia alle tigri ed ai rinoceronti, bensí per compiere una grande vendetta e riavere ciò che ci hanno preso: il nostro nemico è il thug. Il francese era rimasto silenzioso, guardando con un profondo stupore quei tre uomini. - Decidetevi, - disse Sandokan. - Se preferite lasciare la jungla, metterò a vostra disposizione uno dei nostri elefanti onde vi conduca a Diamond-Harbour od a Khari. - Ma che cosa siete venuti a fare qui, voi, signori? - chiese il francese. - Io ed il mio amico Yanez de Gomera, un nobile portoghese, abbiamo lasciata la nostra isola che sta laggiú, in mezzo al mare della Malesia, per compiere una missione terribile che libererà questo disgraziato paese da una setta infame, e che ridarà una famiglia a questo indiano, uno dei piú forti e dei piú fieri uomini che vanti il Bengala e che è parente stretto d'uno dei piú coraggiosi ufficiali dell'esercito anglo-indiano, il capitano Corishant. - Corishant! Lo sterminatore dei Thugs! - esclamò il francese. - Sí, signor de Lussac, - disse Tremal-Naik, facendosi innanzi. - Io ho sposato sua figlia. - Corishant! - ripeté il francese. - Quello che anni or sono fu assassinato nelle Sunderbunds dai settari di Kalí? - L'avete conosciuto? - Era il mio capitano. - E noi lo vendicheremo. - Signori, ignoro ancora chi voi siate, ma potete contare, fino da questo momento, su di me. Ho una licenza straordinaria di tre mesi e i sessanta giorni che ancora mi rimangono li dedico a voi. Disponete. - Signor de Lussac, - disse Yanez, - volete venire nel nostro accampamento?... Là i Thugs non vi strangoleranno piú, ve l'assicuro. - Sono ai vostri ordini, signor Yanez de Gomera. - Partiamo, - disse Sandokan. - I nostri uomini possono inquietarsi di questa lunga assenza. - Darma, in testa! - comandò Tremal-Naik. I quattro uomini si strinsero in gruppo dietro la tigre e si misero in cammino, seguendo nuovamente il margine della foresta. Due ore dopo giungevano all'accampamento. I malesi ed i cornac, seduti intorno ai fuochi, vegliavano ancora fumando e chiacchierando. - Nulla di nuovo? - chiese Sandokan. - Nulla capitano, - rispose uno dei tigrotti. - Avete notato niente di straordinario? Degli uomini non sono venuti a ronzare attorno all'accampamento? - Il cane se ne sarebbe accorto. - Signor de Lussac, - disse Sandokan, volgendosi verso il francese, che guardava con ammirazione i due colossali elefanti che russavano beatamente a poca distanza dai fuochi. - Se non vi spiace, dividerete con Yanez la tenda. È un europeo al pari di voi. - Grazie della vostra ospitalità, capitano. - È già tardi: andiamo a dormire. A domani, signor de Lussac. Fece a Yanez un cenno ed entrò nella sua tenda assieme a Tremal-Naik, mentre i malesi riattivavano i fuochi e sceglievano gli uomini di guardia. - Signor de Lussac, - disse Yanez, con un sorriso. - La mia tenda vi aspetta. Se il sonno non vi tenta discorreremo un po'. - Preferisco qualche spiegazione al dormire, - rispose il luogotenente. - Vi credo, - disse Yanez, offrendogli una sigaretta. Si sedettero dinanzi alla tenda, di fronte ad uno dei fuochi che illuminavano l'accampamento. Yanez fumava senza parlare, ma dalla contrazione della fronte si poteva comprendere che stava cercando degli antichi ricordi. Ad un tratto gettò via la sigaretta, dicendo: 75

- Signor de Lussac, - disse, - che cosa intendete di fare ora? Tornarvene a Calcutta o vendicare i<br />

vostri uomini? Noi siamo venuti qui non già per dare la caccia alle tigri ed ai rinoceronti, bensí per<br />

compiere una grande vendetta e riavere ciò che ci hanno preso: il nostro nemico è il thug.<br />

Il francese era rimasto silenzioso, guardando con un profondo stupore quei tre uomini.<br />

- Decidetevi, - disse Sandokan. - Se preferite lasciare la jungla, metterò a vostra disposizione<br />

uno dei nostri elefanti onde vi conduca a Diamond-Harbour od a Khari.<br />

- Ma che cosa siete venuti a fare qui, voi, signori? - chiese il francese.<br />

- Io ed il mio amico Yanez de Gomera, un nobile portoghese, abbiamo lasciata la nostra isola<br />

che sta laggiú, in mezzo al mare della Malesia, per compiere una missione terribile che libererà<br />

questo disgraziato paese da una setta infame, e che ridarà una famiglia a questo indiano, uno dei piú<br />

forti e dei piú fieri uomini che vanti il Bengala e che è parente stretto d'uno dei piú coraggiosi<br />

ufficiali dell'esercito anglo-indiano, il capitano Corishant.<br />

- Corishant! Lo stermi<strong>nat</strong>ore dei Thugs! - esclamò il francese.<br />

- Sí, signor de Lussac, - disse Tremal-Naik, facendosi innanzi. - Io ho sposato sua figlia.<br />

- Corishant! - ripeté il francese. - Quello che anni or sono fu assassi<strong>nat</strong>o nelle Sunderbunds dai<br />

settari di Kalí?<br />

- L'avete conosciuto?<br />

- Era il mio capitano.<br />

- E noi lo vendicheremo.<br />

- Signori, ignoro ancora chi voi siate, ma potete contare, fino da questo momento, su di me. Ho<br />

una licenza straordinaria di tre mesi e i sessanta giorni che ancora mi rimangono li dedico a voi.<br />

Disponete.<br />

- Signor de Lussac, - disse Yanez, - volete venire nel nostro accampamento?...<br />

Là i Thugs non vi strangoleranno piú, ve l'assicuro.<br />

- Sono ai vostri ordini, signor Yanez de Gomera.<br />

- Partiamo, - disse Sandokan. - I nostri uomini possono inquietarsi di questa lunga assenza.<br />

- Darma, in testa! - comandò Tremal-Naik.<br />

I quattro uomini si strinsero in gruppo dietro la tigre e si misero in cammino, seguendo<br />

nuovamente il margine della foresta.<br />

Due ore dopo giungevano all'accampamento.<br />

I malesi ed i cornac, seduti intorno ai fuochi, vegliavano ancora fumando e chiacchierando.<br />

- Nulla di nuovo? - chiese Sandokan.<br />

- Nulla capitano, - rispose uno dei tigrotti.<br />

- Avete notato niente di straordinario? Degli uomini non sono venuti a ronzare attorno<br />

all'accampamento?<br />

- Il cane se ne sarebbe accorto.<br />

- Signor de Lussac, - disse Sandokan, volgendosi verso il francese, che guardava con<br />

ammirazione i due colossali elefanti che russavano beatamente a poca distanza dai fuochi. - Se non<br />

vi spiace, dividerete con Yanez la tenda. È un europeo al pari di voi.<br />

- Grazie della vostra ospitalità, capitano.<br />

- È già tardi: andiamo a dormire. A domani, signor de Lussac.<br />

Fece a Yanez un cenno ed entrò nella sua tenda assieme a Tremal-Naik, mentre i malesi<br />

riattivavano i fuochi e sceglievano gli uomini di guardia.<br />

- Signor de Lussac, - disse Yanez, con un sorriso. - La mia tenda vi aspetta. Se il sonno non vi<br />

tenta discorreremo un po'.<br />

- Preferisco qualche spiegazione al dormire, - rispose il luogotenente.<br />

- Vi credo, - disse Yanez, offrendogli una sigaretta.<br />

Si sedettero dinanzi alla tenda, di fronte ad uno dei fuochi che illuminavano l'accampamento.<br />

Yanez fumava senza parlare, ma dalla contrazione della fronte si poteva comprendere che stava<br />

cercando degli antichi ricordi.<br />

Ad un tratto gettò via la sigaretta, dicendo:<br />

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