LE DUE TIGRI.pdf - nat russo

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- L'hai veduta? - Sí: si nasconde laggiú fra i kalam. Non vedi le erbe muoversi? La bâg striscia con precauzione e cerca di sottrarsi alle ricerche del tuo cane. - Cornac! - gridò il bengalese. - Spingi innanzi l'elefante: noi siamo pronti ad aprire il fuoco. Ad un fischio del conduttore il coomareah allungò il passo dirigendosi verso le alte erbe in mezzo a cui echeggiavano ad intervalli i latrati di Punthy. Il merghee che portava i sei malesi l'aveva seguito. L'odore di selvatico lasciato dalla belva non si sentiva piú. Tuttavia il coomareah, non nuovo a quelle pericolose cacce, pareva che avesse fiutata la vicinanza della terribile nemica. Il colosso cominciava a dare segni di viva inquietudine: soffiava rumorosamente, scuoteva l'enorme testa e di quando in quando veniva assalito da un forte brivido che si trasmetteva perfino all'haudah. Non ostante la loro forza immensa e l'eccezionale vigore della loro tromba, che sradica d'un sol colpo anche un grosso albero, è un fatto ormai constatato che quei colossi hanno una vera paura delle tigri, tale anzi che certe volte si rifiutano perfino di avanzare e che rimangono sordi alle carezze dei loro affezionati cornac. Il coomareah che portava i tre capi era un animale coraggioso che da molti anni aveva fatto le sue prime armi, come aveva assicurato il suo conduttore, e che molte tigri aveva schiacciate sotto i propri piedi o scagliate a sfracellarsi contro gli alberi, pure in quel momento, come abbiamo detto, provava delle esitazioni. Anche il suo compagno che lo seguiva a breve distanza, di tratto in tratto titubava ed era necessario talvolta per deciderlo un buon colpo d'arpione. Ad un tratto si udí il molango che era passato dinanzi all'haudah e che s'appoggiava al cornac, a gridare. - Attenzione! Poi due forme giallastre, striate di nero, eransi slanciate al sopra delle alte erbe, a meno di cinquanta passi, per ricadere subito. Erano due enormi tigri che prima d'impegnare la lotta o di battere in ritirata, avevano spiccato un salto in aria per accertarsi delle forze dei loro nemici. - Sono due! - aveva esclamato Tremal-Naik. - La mangiatrice di uomini ha trovata una compagna. Sangue freddo, amici miei, e non fate fuoco che a colpo sicuro. Pare che siano decise a darci battaglia. - Cosí la caccia riuscirà piú interessante, - rispose Sandokan. Yanez guardò Surama: la giovane bajadera era diventata pallidissima, tuttavia conservava ancora una calma ammirabile. - Hai paura? - le chiese. - Accanto al sahib bianco, no, - rispose la fanciulla. - Non temere, siamo uomini vecchi alle grandi cacce e conosciamo le tigri. Le due belve erano tornate a imboscarsi fra le canne e i kalam e pareva che avessero preso, almeno pel momento, il partito di allontanarsi, perché si udivano i latrati di Punthy echeggiare piú fiochi. - Spingi l'elefante, - gridò Tremal-Naik, al cornac. Il coomareah pareva che avesse ripreso coraggio, perché raddoppiò subito il passo. Non si sentiva però interamente sicuro, a giudicarlo dal tremito e dai formidabili barriti che lanciava di quando in quando. Tremal-Naik ed i suoi compagni, curvi sui bordi della cassa, coi fucili montati, osservavano attentamente le alte erbe cercando di scoprire le due belve che si ostinavano a non mostrarsi. Ad un tratto si udirono i latrati di Punthy a echeggiare a pochi passi dall'elefante un po' a destra. Il molango aveva mandato un grido. - Attenti, sahib! Le bâg stanno per venire. Hanno girato intorno a noi! 62

Nel medesimo istante il coomareah s'arrestò rotolando rapidamente la proboscide che mise in salvo fra le lunghe zanne. Si piantò solidamente sulle robuste zampaccie, inclinando un po' il capo indietro e mandò una nota formidabile che sembrava un avvertimento per i cacciatori. Passarono alcuni secondi, poi si videro i kalam aprirsi violentemente come sotto una spinta irresistibile ed una tigre enorme, con un salto immenso si scagliò contro l'elefante piombandogli sulla fronte e tentando, con un poderoso colpo d'artiglio, di sventrare il cornac che si era gettato prontamente indietro. Sandokan che era il piú vicino, pronto come il lampo le scaricò la carabina, fracassandole una zampa. Malgrado quella ferita, la terribile belva non cadde. Con un volteggio sfuggí al fuoco di Yanez e di Tremal-Naik, si raccolse un momento su se stessa, poi con un balzo enorme passò sopra la testa dei cacciatori senza toccarli e cadde dietro l'elefante mandando un prolungato hoo-hug! I malesi che montavano il merghee, vedendola piombare fra le erbe, avevano scaricate le loro carabine, col pericolo di ferire le zampe deretane del coomareah, ma la bâg ormai era scomparsa fra i bambú. Per alcuni istanti si videro le alte cime delle canne ad agitarsi, poi piú nulla. - È fuggita! - gridò Sandokan, ricaricando precipitosamente il fucile. - Io dico invece che si prepara ad un nuovo assalto, - disse Tremal-Naik. - Sono certo che si avvicina strisciando. - Che slancio ha quella bestia! - esclamò Yanez. - Credevo che piombasse sulle nostre teste e mi pareva sentirmi già gli artigli penetrare nel cervello. - Cerchiamo di non fallirla, - disse Tremal-Naik. - Non si tira troppo bene sul dorso d'un elefante, - rispose Sandokan. - Non so come sia riuscito a colpirla colle scosse che subiva l'haudah. - Il coomareah aveva la tremarella, - disse Yanez. - D'altronde nemmeno io ero perfettamente calmo. Si può essere coraggiosi ed avere anche una buona dose di sangue freddo, eppure la calma se ne va dinanzi a quelle belve. - Sfido io! Si tratta di non lasciare la pelle fra quelle unghie, - rispose Sandokan. - Badate, sahib! - gridò il molango. - Il coomareah la sente. Infatti l'elefante cominciava a dare nuovi segni d'inquietudine. Sbuffava e tornava a tremare. Ad un tratto girò rapidamente su se stesso e tornò a piantarsi solidamente, colla testa bassa e la tromba strettamente arrotolata fra i denti. Non erano trascorsi dieci secondi che Sandokan ed i suoi compagni distinsero la tigre. Scivolava, strisciando quasi sul ventre, fra le canne, cercando di accostarsi all'elefante di sorpresa, colla speranza forse di piombare d'improvviso sui cacciatori. - La vedi? - chiese Tremal-Naik a Sandokan. - Sí. - Anche tu, Yanez? - Sto prendendola di mira, - rispose il portoghese. In quell'istante parecchi colpi di carabina rimbombarono sull'haudah del secondo elefante. I malesi facevano fuoco, ma in altra direzione. - È l'altra tigre che assale il merghee! - gridò Tremal-Naik. Non perdete di vista la nostra; lasciate a loro la cura di sbrigarsela. Eccola! La tigre che li minacciava era comparsa su un piccolo spazio quasi sgombro di canne. Si fermò un momento sferzandosi colla coda, poi con uno slancio fulmineo ripiombò fra le canne per ricomparire poco dopo a pochi passi dal coomareah. Il cornac aveva mandato un grido: - Va', figlio mio! L'elefante si slanciò innanzi colla testa abbassata, le zanne tese, pronto a piantarle nel corpo della belva, ma questa con un altro volteggio si sottrasse al pericolo e ritentò l'assalto di prima che per poco non era riuscito fatale al cornac. 63

Nel medesimo istante il coomareah s'arrestò rotolando rapidamente la proboscide che mise in<br />

salvo fra le lunghe zanne. Si piantò solidamente sulle robuste zampaccie, inclinando un po' il capo<br />

indietro e mandò una nota formidabile che sembrava un avvertimento per i cacciatori.<br />

Passarono alcuni secondi, poi si videro i kalam aprirsi violentemente come sotto una spinta<br />

irresistibile ed una tigre enorme, con un salto immenso si scagliò contro l'elefante piombandogli<br />

sulla fronte e tentando, con un poderoso colpo d'artiglio, di sventrare il cornac che si era gettato<br />

prontamente indietro.<br />

Sandokan che era il piú vicino, pronto come il lampo le scaricò la carabina, fracassandole una<br />

zampa.<br />

Malgrado quella ferita, la terribile belva non cadde. Con un volteggio sfuggí al fuoco di Yanez e<br />

di Tremal-Naik, si raccolse un momento su se stessa, poi con un balzo enorme passò sopra la testa<br />

dei cacciatori senza toccarli e cadde dietro l'elefante mandando un prolungato hoo-hug! I malesi che<br />

montavano il merghee, vedendola piombare fra le erbe, avevano scaricate le loro carabine, col<br />

pericolo di ferire le zampe deretane del coomareah, ma la bâg ormai era scomparsa fra i bambú.<br />

Per alcuni istanti si videro le alte cime delle canne ad agitarsi, poi piú nulla.<br />

- È fuggita! - gridò Sandokan, ricaricando precipitosamente il fucile.<br />

- Io dico invece che si prepara ad un nuovo assalto, - disse Tremal-Naik. - Sono certo che si<br />

avvicina strisciando.<br />

- Che slancio ha quella bestia! - esclamò Yanez. - Credevo che piombasse sulle nostre teste e mi<br />

pareva sentirmi già gli artigli penetrare nel cervello.<br />

- Cerchiamo di non fallirla, - disse Tremal-Naik.<br />

- Non si tira troppo bene sul dorso d'un elefante, - rispose Sandokan. - Non so come sia riuscito<br />

a colpirla colle scosse che subiva l'haudah.<br />

- Il coomareah aveva la tremarella, - disse Yanez. - D'altronde nemmeno io ero perfettamente<br />

calmo.<br />

Si può essere coraggiosi ed avere anche una buona dose di sangue freddo, eppure la calma se ne<br />

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- Sfido io! Si tratta di non lasciare la pelle fra quelle unghie, - rispose Sandokan.<br />

- Badate, sahib! - gridò il molango. - Il coomareah la sente.<br />

Infatti l'elefante cominciava a dare nuovi segni d'inquietudine. Sbuffava e tornava a tremare.<br />

Ad un tratto girò rapidamente su se stesso e tornò a piantarsi solidamente, colla testa bassa e la<br />

tromba strettamente arrotolata fra i denti.<br />

Non erano trascorsi dieci secondi che Sandokan ed i suoi compagni distinsero la tigre.<br />

Scivolava, strisciando quasi sul ventre, fra le canne, cercando di accostarsi all'elefante di sorpresa,<br />

colla speranza forse di piombare d'improvviso sui cacciatori.<br />

- La vedi? - chiese Tremal-Naik a Sandokan.<br />

- Sí.<br />

- Anche tu, Yanez?<br />

- Sto prendendola di mira, - rispose il portoghese.<br />

In quell'istante parecchi colpi di carabina rimbombarono sull'haudah del secondo elefante.<br />

I malesi facevano fuoco, ma in altra direzione.<br />

- È l'altra tigre che assale il merghee! - gridò Tremal-Naik. Non perdete di vista la nostra;<br />

lasciate a loro la cura di sbrigarsela. Eccola!<br />

La tigre che li minacciava era comparsa su un piccolo spazio quasi sgombro di canne. Si fermò<br />

un momento sferzandosi colla coda, poi con uno slancio fulmineo ripiombò fra le canne per<br />

ricomparire poco dopo a pochi passi dal coomareah.<br />

Il cornac aveva mandato un grido:<br />

- Va', figlio mio!<br />

L'elefante si slanciò innanzi colla testa abbassata, le zanne tese, pronto a piantarle nel corpo<br />

della belva, ma questa con un altro volteggio si sottrasse al pericolo e ritentò l'assalto di prima che<br />

per poco non era riuscito fatale al cornac.<br />

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