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- Le vedi? - chiese Sandokan a Yanez, indicandogli le due grab che avevano gettato le ancore a<br />
pochi passi dal praho, una a babordo e l'altra a tribordo.<br />
Il portoghese le guardò di sfuggita. Erano due solidi velieri, un po' meno grossi della Marianna,<br />
colla prora a punta, tre alberi altissimi, la poppa assai elevata e che portavano grandi vele latine, che<br />
non erano state ancora calate sul ponte.<br />
I marinai, tutti indiani, che in quel momento erano occupati ad allontanare le catene per meglio<br />
assicurare l'ancoraggio, erano infatti troppo numerosi per velieri cosí piccoli e cosí maneggiabili.<br />
- Può darsi che abbiano qualche cosa di sospetto quelle navi, - disse Yanez. - Ma per ora non<br />
occupiamoci di loro, né preoccupiamoci.<br />
Scesero nella scialuppa maggiore e presero rapidamente il largo, seguiti dall'altra che era<br />
guidata da Tremal-Naik e da Sambigliong.<br />
Passarono rapidi come frecce attraverso ai navigli, poi dinanzi alla città bianca, quindi alla nera<br />
e continuarono la loro corsa verso il settentrione, seguendo i serpeggiamenti del sacro fiume.<br />
Due ore dopo, Surama additava a Yanez ed a Sandokan una specie di piramide tronca che<br />
s'alzava sulla riva destra, in mezzo a un boschetto di cocchi il quale confinava con una jungla<br />
formata di bambú giganteschi.<br />
Si trovavano in un luogo assolutamente deserto, non essendovi sulle due rive né capanne e<br />
nemmeno barche ancorate.<br />
Solamente alcune dozzine di marabú passeggiavano gravemente fra i paletuvieri, borbottando e<br />
aprendo di quando in quando i loro becchi mostruosi in forma d'imbuto.<br />
Dopo essersi ben assicurati che non vi fosse nessuno, i ventiquattro pirati ed i loro capi presero<br />
terra, levando le carabine che fino ad allora avevano tenute celate.<br />
- Nascondete le scialuppe sotto i paletuvieri, - disse Sandokan, - e che quattro uomini<br />
rimangano qui di guardia. Avanti gli altri.<br />
- Surama, - disse Yanez, - vuoi che ti faccia portare dai nostri uomini?<br />
- Non ne ho bisogno, sahib bianco, - rispose la giovane.<br />
- Quando deve aver luogo l'oni-gomon?<br />
- Verso la mezzanotte.<br />
- Abbiamo un'ora di vantaggio e ci basterà per tendere l'agguato al manti.<br />
Si misero in cammino inoltrandosi sotto il boschetto di cocchi e venti minuti dopo giungevano<br />
su una spia<strong>nat</strong>a su cui sorgeva la vecchia pagoda, già quasi tutta caduta in rovina, ad eccezione della<br />
piramide centrale.<br />
- Nascondiamoci lí dentro, - disse Sandokan, scorgendo una porta.<br />
Stavano per varcarla, quando scorsero verso la jungla dei punti luminosi che pareva si<br />
dirigessero precisamente verso la pagoda.<br />
- I Thugs! - esclamò Surama.<br />
- Dentro, - comandò Sandokan, precipitandosi nell'interno della pagoda. - Un quarto d'ora di<br />
ritardo e giungevamo forse a cose finite.<br />
Preparate le armi e tenetevi pronti a piombare sul manti.<br />
CAPITOLO VIII<br />
L'ONI-GOMON<br />
Il barbaro costume di abbruciare sui cadaveri dei mariti le vedove indiane, se è interamente<br />
abolito dagl'indiani che hanno abbracciata la fede mussulmana, sussiste sempre nelle caste dei<br />
bramini, dei Thugs ed in quelle militari, non ostante gli sforzi prodigiosi tentati dagl'inglesi in<br />
quest'ultimo secolo per sradicarlo.<br />
L'impero è cosí vasto, che la polizia anglo-indiana non riesce sempre a intervenire a tempo e<br />
non sempre viene a saperlo, giacché i parenti del defunto prendono le piú grandi precauzioni per<br />
ingannare le autorità.<br />
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