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- E mettere fuori di combattimento anche quel bestione, cosí non potranno piú inseguirci, -<br />
aggiunse Yanez.<br />
- Avanti, - comandò la Tigre della Malesia.<br />
Si slanciarono in mezzo ai cespugli che in quel luogo erano assai folti e raggiunsero le grandi<br />
macchie, senza che gl'indiani del terzo elefante si facessero vedere.<br />
- Dove si saranno fermati? - si chiese Sandokan, un po' insospettito.<br />
- Che ci tendano un agguato? - chiese Yanez.<br />
- Ne ho quasi la certezza.<br />
- Conduttore, - disse Tremal-Naik, - siamo vicini al luogo ove hai lasciato Djuba?<br />
- Sí, signore.<br />
- Lasciate che vada un po' a vedere io, - disse Bedar. - Aspettatemi qui.<br />
- Se li vedi retrocedi subito, - gli disse Sandokan.<br />
Il cipai si assicurò se la carabina era carica, poi si gettò al suolo e s'allontanò strisciando come<br />
un serpente.<br />
- Preparatevi a far fuoco, - disse Sandokan ai suoi uomini. Sento per istinto che quei bricconi ci<br />
sono piú vicini di quello che supponiamo.<br />
Non era trascorso mezzo minuto quando un colpo di fucile rimbombò a brevissima distanza.<br />
Un urlo di angoscia vi aveva tenuto dietro.<br />
- Canaglie! - gridò Sandokan, balzando innanzi. - Han colpito Bedar. Avanti, tigri di<br />
Mompracem! Vendichiamolo!<br />
In quel momento si udirono i rami della macchia a scricchiolare come se qualcuno cercasse<br />
d'aprirsi il passo, poi comparve il cipai cogli occhi strabuzzati, pallidissimo. Aveva abbando<strong>nat</strong>a la<br />
carabina e si comprimeva il petto con ambe le mani.<br />
- Bedar! - esclamò Sandokan, correndogli incontro.<br />
L'indiano gli si abbandonò fra le braccia, dicendo con voce semi-spenta:<br />
- Sono... morto... là... imboscati... sull'elefante... sul...<br />
Uno sbocco di sangue gli troncò la frase. Girò gli occhi verso Tremal-Naik, come per mandargli<br />
l'ultimo saluto e scivolò fra le braccia di Sandokan cadendo fra le erbe.<br />
- Uccidiamo quei bricconi! - urlò la Tigre della Malesia. - Alla carica!<br />
I sei pirati, Tremal-Naik ed il cornac si rovesciarono attraverso la macchia come un uragano,<br />
senza prendere piú alcuna precauzione, poi fecero una scarica. Si erano trovati improvvisamente<br />
dinanzi al terzo elefante che si teneva immobile sotto un colossale tamarindo, la cui folta ombra lo<br />
rendeva quasi invisibile.<br />
Sandokan e Yanez avevano fatto fuoco contro l'animale, gli altri invece avevano diretti i loro<br />
colpi sulla cassa che era montata da otto uomini, fra i quali si trovavano i due Thugs dall'enorme<br />
turbante.<br />
Sorpresi a loro volta e con tre uomini fuori di combattimento, gl'insorti avevano perduto il loro<br />
coraggio, tanto piú che l'elefante, gravemente ferito, aveva cominciato ad infuriare, minacciando di<br />
rovesciarli tutti.<br />
Spararono a casaccio le loro armi, poi balzarono a terra a rischio di fiaccarsi il collo, fuggendo<br />
come lepri attraverso la macchia.<br />
Sandokan aveva caricata rapidamente la carabina.<br />
- No, briccone, - gridò. - Non mi sfuggi!<br />
Uno dei due Thugs era rimasto entro la cassa, fulmi<strong>nat</strong>o da una palla; ma l'altro si era slanciato<br />
dietro agl'insorti, urlando perché si arrestassero e facessero fronte al pericolo.<br />
Sandokan che lo aveva già scorto, lo prese di mira, prima che s'internasse nella macchia e gli<br />
fracassò la spina dorsale, facendolo cadere al suolo, stecchito.<br />
Intanto i suoi uomini, vedendo che l'elefante stava per caricarli, reso furibondo dalle ferite<br />
riportate, lo avevano accolto con un fuoco nutrito, crivellandolo di palle in siffatto modo da farlo<br />
stramazzare di colpo.<br />
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