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LE DUE TIGRI.pdf - nat russo

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Fu dopo il mezzodí dell'indomani che poterono giungere a quella piccola stazione.<br />

- Il nostro viaggio in ferrovia è finito, - disse il luogotenente scendendo dal treno.<br />

- La linea piú oltre è tagliata, ma qui i cavalli non mancano ed in dieci ore potrete giungere a<br />

Delhi.<br />

- È qui che ci lasciate, signor de Lussac? - chiese Sandokan.<br />

- Vi è qui una compagnia del mio reggimento, però vi accompagnerò fino presso la città per<br />

facilitarvi l'entrata.<br />

- È vero che è già assediata?<br />

- Si può considerarla come tale, quantunque i ribelli escano sovente a dare battaglia. Vado a<br />

procurarvi i cavalli ed a mostrare la lettera del gover<strong>nat</strong>ore ed il salva-condotto al comandante delle<br />

truppe.<br />

Non erano ancora scorse due ore che Sandokan, Yanez, Tremal-Naik, il francese e la loro<br />

piccola scorta, lasciavano la stazione galoppando verso Delhi.<br />

CAPITOLO XXIX<br />

L'INSURREZIONE INDIANA<br />

L'insurrezione indiana del 1857, se ebbe una durata brevissima fu nondimeno sanguinosissima e<br />

fece battere il cuore dei conquistatori, tanto piú che nessun inglese l'aveva nemmeno lontanamente<br />

prevista.<br />

La ribellione di Barrampore, scoppiata alcuni mesi innanzi e repressa in fretta e anche troppo<br />

ferocemente dalle autorità militari, non era stata che la prima favilla del grande incendio che doveva<br />

devastare gran parte dell'India settentrionale. Già da tempo un profondo malumore, abilmente<br />

dissimulato però, regnava fra i reggimenti indiani accanto<strong>nat</strong>i a Merut, a Cawnpore ed a Lucknow,<br />

feriti nel loro orgoglio di casta dalla nomina di qualche subadhar e jemmadar(6) di rango inferiore e<br />

anche dalle voci sparse ad arte da emissari di Nana-Sahib, il bastardo di Bitor, che gli inglesi<br />

davano ai soldati indú cartucce spalmate con grasso di vacca ed a quelli di fede mussulmana con<br />

grasso di porco, un'atroce profanazione sia pei primi che pei secondi.<br />

L'11 maggio, improvvisamente, quando meno gl'inglesi se lo aspettavano, il 3° Reggimento di<br />

cavalleria indiana, accanto<strong>nat</strong>o a Merut, città prossima a Delhi, pel primo dà il segnale della rivolta,<br />

fucilando tutti i suoi ufficiali inglesi.<br />

Le autorità militari, spaventate, tentarono subito di reprimerla, incarcerando i ribelli, ma la sera<br />

del 10 due reggimenti di cipayes, l'11° ed il 12°, prendono le armi e obbligano i loro capi a<br />

scarcerare i detenuti e altri 1200 rivoltosi.<br />

Quell'atto di debolezza fu fatale perché la notte istessa i cipayes ed i cavalleggeri si gettarono<br />

furiosamente sui quartieri europei incendiandoli e massacrando senza compassione le mogli ed i<br />

figli dei funzionari inglesi e degli ufficiali.<br />

Simultaneamente si ribellavano le guarnigioni di Lucknow e di Cawnpore, fucilando i loro<br />

superiori e trucidando quanti europei si trovavano in quelle due città, mentre la Rani di Jhansie, una<br />

bellissima e coraggiosa principessa, inalberava lo stendardo della rivolta massacrando la<br />

guarnigione inglese.<br />

Le autorità militari, sorprese da quello scoppio tremendo, si erano trovate lí per lí impotenti a far<br />

fronte all'uragano, non disponendo d'altronde di forze sufficienti. Si limitarono a tendere un cordone<br />

militare fra Gwalior, Bartpur e Pattiallah, sperando d'opporsi ai ribelli, che si erano concentrati,<br />

sotto gli ordini di Tantia Topi, uno dei piú abili ed audaci condottieri indiani, che doveva piú tardi<br />

far stupire anche gl'inglesi colla sua ritirata attraverso il Bundelkund.<br />

Non riuscirono che in parte al loro scopo, poiché gli insorti, dopo d'aver uccisi tutti gli europei,<br />

già alla mattina dell'11, in duecentocinquanta si gettavano su Delhi, trascinando nella rivolta il 34°<br />

reggimento dei cipayes che aveva già fucilati i suoi ufficiali.<br />

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