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Non si era ingan<strong>nat</strong>o: era il bengalese che si lasciava scivolare e che ben presto lo raggiunse<br />
dinanzi alla statua.<br />
- Hai udito nessun rumore? - chiese l'indiano.<br />
- Nessuno, - rispose Sandokan. - Si direbbe che i Thugs siano fuggiti.<br />
Tremal-Naik si senti bagnare la fronte d'un sudore gelido.<br />
- No, - disse. - È impossibile che siamo stati traditi.<br />
- Eppure è quasi mezzanotte e credo che...<br />
Un rombo assordante, che pareva provenisse di sotto terra, lo interruppe bruscamente.<br />
- Che cos'è questo? - chiese.<br />
- L'hauk, il grande tamburo delle cerimonie religiose, - rispose Tremal-Naik. - I Thugs non sono<br />
fuggiti e stanno raccogliendosi. Presto amici! Scendete!<br />
Yanez era già sulla testa della divinità e gli altri udendo quel rimbombo si erano lasciati<br />
scivolare l'un dietro l'altro, col pericolo di spezzare la fune.<br />
Risuonava un secondo colpo dell'hauk quando gli otto uomini si trovarono riuniti.<br />
- Là vi deve essere una nicchia, - disse Tremal-Naik, spingendo i compagni. - Nascondiamoci là<br />
dentro.<br />
Dei fragori strani si udivano echeggiare sotto terra. Erano grida lontane, rulli di tamburi, squilli<br />
di tromba, rintocchi di campane.<br />
Pareva che la rivoluzione fosse scoppiata fra gli abitanti di quegli immensi sotterranei. Tremal-<br />
Naik, Sandokan ed i loro compagni si erano appena rannicchiati nella nicchia, quando una porta<br />
s'aprí con fracasso e una banda di uomini, quasi interamente nudi e spalmati d'olio di cocco, irruppe<br />
nella pagoda con un urlío furioso.<br />
Erano quaranta o cinquanta, muniti di torce, di lacci e di fazzoletti di seta colla palla di piombo,<br />
di pugnali e di tarwar.<br />
Un vecchio, magro come un fakiro, con una lunga barba bianca, si era aperto violentemente il<br />
passo fra quella turba, gridando:<br />
- Eccoli là i profa<strong>nat</strong>ori della pagoda! Distruggeteli.<br />
Tremal-Naik e Sandokan avevano mandate due grida di stupore e anche di rabbia.<br />
- Il manti!...<br />
CAPITOLO XXV<br />
NEL RIFUGIO DEI THUGS<br />
Come mai quel terribile vecchio, fuggito quasi inerme fra le isole pantanose delle Sunderbunds,<br />
era riuscito a sfuggire al veleno dei serpenti cobra, alle spire dei formidabili pitoni, ai denti dei<br />
gaviali e agli artigli delle pantere e delle tigri, attraversare le lagune e giungere ancora nel covo dei<br />
settari di Kalí?<br />
E come mai invece di veder comparire Suyodhana colla piccola Darma per compiere l'offerta<br />
del sangue, si trovavano invece dinanzi a quella turba di fa<strong>nat</strong>ici? Erano stati traditi da Sirdar od<br />
erano stati veduti a scalare la pagoda?<br />
Né Sandokan né gli altri ebbero il tempo di trovare la soluzione a quelle domande.<br />
I Thugs piombavano addosso a loro da tutte le parti coi lacci, coi fazzoletti di seta, coi tarwar e<br />
coi pugnali, urlando spaventosamente.<br />
- A morte i profa<strong>nat</strong>ori della pagoda! Kalí... Kalí.<br />
Sandokan, pel primo, si era slanciato fuori dalla nicchia, puntando la carabina verso il manti che<br />
precedeva gli strangolatori, tenendo nella destra il kampilang che aveva preso ad una delle due<br />
sentinelle del praho e nella sinistra una fiaccola.<br />
- A te la prima palla, vecchio! - tuonò il formidabile pirata.<br />
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