LE DUE TIGRI.pdf - nat russo

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- Quattro settimane or sono. - Tu dunque hai veduto mia figlia! - gridò Tremal-Naik con un'emozione impossibile a descriversi. - Sí l'ho veduta una sera nella pagoda, mentre le insegnavano a versare nel bacino dove nuota il mango sacro il sangue d'un povero molango strangolato poche ore prima. - Miserabili! - urlò Tremal-Naik. - Anche a sua madre facevano versare del sangue umano dinanzi a Kalí, quand'era la "Vergine della pagoda d'Oriente". Vili! Vili! - Un singhiozzo aveva lacerato il petto del povero padre. - Calmati, - disse Sandokan con voce affettuosa. - Noi gliela strapperemo. Perché noi siamo venuti qui dalla lontana Mompracem? L'una o l'altra delle due tigri qui morrà, ma sarà quella dell'India che cadrà nella lotta. Prese la navaja di Yanez e tagliò le corde del prigioniero, dicendogli: - Noi ti risparmiamo la vita e ti diamo la libertà, purché tu ci conduca a Rajmangal e ci guidi in quei misteriosi sotterranei. - L'odio mio verso quegli assassini è pari al vostro e Sirdar manterrà la promessa. Che Iama, il dio della morte e degli inferni mi danni per tutta l'eternità se io tradirò la parola data. Rinnego e maledico Kalí per tornare bramino. - Al timone, Yanez, - gridò Sandokan. - Il vento s'alza e la Marianna non sarà lontana. Stringete le scotte, signor de Lussac! Fileremo come uno steamer. Una fresca brezza coininciava a soffiare con una certa regolarità, gonfiando le vele del piccolo naviglio e disperdendo la nebbia causata dalle abbondanti evaporazioni delle acque. Sandokan si era affrettato a mettere la prora verso il sud, dove si apriva un vasto canale che Tremal-Naik gli aveva detto essere quello di Raimatla, formato da due isole assai basse, ingombre di canne giganti e che pareva dovessero avere una estensione considerevole. Altre isole ed isolotti si stendevano verso l'est, anche quelli coperti da una folta vegetazione, composta per la maggior parte di bambú spinosi e da qualche gruppetto di cocchi. Miriadi di uccelli acquatici volteggiavano sopra quelle terre fangose e di mangiatori di carogne, marabú, bozzagri e arghilah, i quali dovevano trovare abbondante pasto a giudicarlo dall'odore nauseante di carne corrotta che giungeva da quelle parti. Le rive dovevano essere coperte da cadaveri d'indiani spinti colà dalla marea e dalle onde. La pinassa, che pareva fosse una buona veliera, come lo sono generalmente quella specie di barche, filava benissimo e obbediva alla menoma pressione del timone. In meno di un'ora raggiunse la punta settentrionale dell'isola che si estendeva verso oriente e si mise a seguire la riva, tenendosi però a rispettosa distanza per non subire un improvviso assalto da parte delle tigri. L'audacia di quelle fiere è tale, che sovente, con un salto, si slanciano sul ponte delle scialuppe e dei piccoli velieri che con mettono l'imprudenza di tenersi troppo vicini a terra, per rapire qualche marinaio sotto gli occhi dell'equipaggio atterrito ed impotente a respingere quell'inatteso attacco. - Aprite gli occhi, - disse Sandokan che aveva surrogato Yanez al posto del timone. - Se Sambigliong e Kammamuri si sono a tenuti alle mie istruzioni, avranno celato il praho entro qualche canalone e smontata l'alberatura. Può quindi sfuggire ai nostri sguardi. - Segnaleremo la nostra presenza con qualche colpo di fucile, - disse Tremal-Naik. - Ho trovato una delle nostre carabine. - Quella che il thug aveva scaricata contro di noi a tradimento? - Deve essere quella, Sandokan. - Sí, - disse Sirdar, che si trovava seduto sulla murata poppiera - E le altre? - chiese Sandokan. - Il pilota le aveva fatte gettare nella laguna onde impedire voi di servirvene. - Vecchio stupido, - disse Yanez. - Poteva usarle contro di noi - Non ve n'era che una carica, sahib, e noi non avevamo né polvere, né palle a bordo, - rispose il giovane. 104

- È vero! - disse Sandokan. - Le altre le avevamo scaricate alla torre per attirare l'attenzione della pinassa. È stata una vera fortuna, altrimenti ci avrebbero fucilati a bruciapelo. - E tale era l'intenzione del pilota - rispose Sirdar. - Le armi vi erano state sottratte a quello scopo. - Capitano Sandokan, - disse in quel momento il signor de Lussac, il quale era salito sull'antenna della vela di prora per abbracciare maggior orizzonte, - vedo un punto nero solcare il canale. La Tigre della Malesia lasciò il timone a Sirdar e si diresse verso prora, seguito da Yanez. - Al sud, signor de Lussac? - chiese. - Sí, capitano e pare che si diriga verso Raimatla. Sandokan, che aveva una potenza visiva straordinaria, guardò nella direzione indicata e scorse infatti non già un punto, bensí una sottile lineetta nera che stava attraversando il canale ad una distanza di sette od otto miglia. - È una scialuppa, - disse. - Non può essere che la baleniera della Mananna, - soggiunse Tremal-Naik. - Nessuno osa spingersi fra i canali delle Sunderbunds, a menoché non vi siano trascinati da qualche tempesta e non mi pare che il golfo del Bengala sia in collera in questo momento. - Si dirige verso l'isola, - disse Yanez, che aveva gli occhi non meno acuti della Tigre. - Mi pare anzi di scorgere laggiú una piccola insenatura. Forse il praho si è rifugiato colà. - Orza alla banda! - gridò Sandokan al thug. - Stringi verso la costa. La pinassa che camminava velocemente, mantenendosi la brezza sempre fresca, poggiò verso Raimatla, mentre la scialuppa scompariva entro l'insenatura segnalata dal portoghese. Tre quarti d'ora dopo il piccolo veliero giungeva dinanzi ad una specie di canale che pareva s'inoltrasse entro l'isola per parecchie centinaia di metri, ingombro qua e là di minuscoli isolotti coperti di bambú altissimi e circondato da paletuvieri. Sandokan che aveva ripreso il timone, cacciò arditamente la pinassa in quel braccio di mare, mentre Tremal-Naik e Sirdar scandagliavano il fondo onde evitare un arenamento. - Spara un colpo di carabina, - disse la Tigre a Yanez. Il portoghese stava per obbedire, quando una scialuppa montata da dodici uomini armati di carabine e di parangs uscí da un canaletto laterale, muovendo rapidamente verso la pinassa. - La baleniera del praho! - gridò Yanez. - Ohè! amici, abbassate le carabine! Quel comando giungeva a tempo, poiché l'equipaggio della scialuppa aveva abbandonati i remi per impugnare le armi da fuoco e stava per mandare una grandine di palle sul piccolo veliero. Un grido aveva risposto, un grido di gioia: - Il signor Yanez! L'aveva mandato Kammamuri, il fedele servo di Tremal-Naik, il quale pareva che avesse assunto il comando della spedizione. - Accosta! - gridò il portoghese, mentre i malesi ed i dayachi salutavano i loro capitani con selvaggi clamori. La baleniera in pochi colpi di remo abbordò la pinassa a babordo, nel momento che de Lussac e Sirdar davano fondo all'ancorotto di prora. Kammamuri con un solo salto scavalcò la murata e cadde sulla tolda. - Finalmente! - esclamò. - Cominciavamo a temere che vi fosse toccata qualche disgrazia. Ah! la bella pinassa! - Quali nuove, mio bravo Kammamuri? - chiese Tremal-Naik. - Poco liete, padrone, - rispose il maharatto. - Che cos'è accaduto dunque durante la nostra assenza? - chiese Sandokan aggrottando la fronte. - Il manti è fuggito. - Il manti! - esclamarono ad una voce, Sandokan e Tremal-Naik, con dolorosa sorpresa. - Sí padrone: è scomparso tre giorni or sono. 105

- Quattro settimane or sono.<br />

- Tu dunque hai veduto mia figlia! - gridò Tremal-Naik con un'emozione impossibile a<br />

descriversi.<br />

- Sí l'ho veduta una sera nella pagoda, mentre le insegnavano a versare nel bacino dove nuota il<br />

mango sacro il sangue d'un povero molango strangolato poche ore prima.<br />

- Miserabili! - urlò Tremal-Naik. - Anche a sua madre facevano versare del sangue umano<br />

dinanzi a Kalí, quand'era la "Vergine della pagoda d'Oriente". Vili! Vili! - Un singhiozzo aveva<br />

lacerato il petto del povero padre.<br />

- Calmati, - disse Sandokan con voce affettuosa. - Noi gliela strapperemo. Perché noi siamo<br />

venuti qui dalla lontana Mompracem? L'una o l'altra delle due tigri qui morrà, ma sarà quella<br />

dell'India che cadrà nella lotta.<br />

Prese la navaja di Yanez e tagliò le corde del prigioniero, dicendogli:<br />

- Noi ti risparmiamo la vita e ti diamo la libertà, purché tu ci conduca a Rajmangal e ci guidi in<br />

quei misteriosi sotterranei.<br />

- L'odio mio verso quegli assassini è pari al vostro e Sirdar manterrà la promessa. Che Iama, il<br />

dio della morte e degli inferni mi danni per tutta l'eternità se io tradirò la parola data.<br />

Rinnego e maledico Kalí per tornare bramino.<br />

- Al timone, Yanez, - gridò Sandokan. - Il vento s'alza e la Marianna non sarà lontana. Stringete<br />

le scotte, signor de Lussac! Fileremo come uno steamer.<br />

Una fresca brezza coininciava a soffiare con una certa regolarità, gonfiando le vele del piccolo<br />

naviglio e disperdendo la nebbia causata dalle abbondanti evaporazioni delle acque.<br />

Sandokan si era affrettato a mettere la prora verso il sud, dove si apriva un vasto canale che<br />

Tremal-Naik gli aveva detto essere quello di Raimatla, formato da due isole assai basse, ingombre<br />

di canne giganti e che pareva dovessero avere una estensione considerevole.<br />

Altre isole ed isolotti si stendevano verso l'est, anche quelli coperti da una folta vegetazione,<br />

composta per la maggior parte di bambú spinosi e da qualche gruppetto di cocchi.<br />

Miriadi di uccelli acquatici volteggiavano sopra quelle terre fangose e di mangiatori di carogne,<br />

marabú, bozzagri e arghilah, i quali dovevano trovare abbondante pasto a giudicarlo dall'odore<br />

nauseante di carne corrotta che giungeva da quelle parti. Le rive dovevano essere coperte da<br />

cadaveri d'indiani spinti colà dalla marea e dalle onde.<br />

La pinassa, che pareva fosse una buona veliera, come lo sono generalmente quella specie di<br />

barche, filava benissimo e obbediva alla menoma pressione del timone.<br />

In meno di un'ora raggiunse la punta settentrionale dell'isola che si estendeva verso oriente e si<br />

mise a seguire la riva, tenendosi però a rispettosa distanza per non subire un improvviso assalto da<br />

parte delle tigri.<br />

L'audacia di quelle fiere è tale, che sovente, con un salto, si slanciano sul ponte delle scialuppe e<br />

dei piccoli velieri che con mettono l'imprudenza di tenersi troppo vicini a terra, per rapire qualche<br />

marinaio sotto gli occhi dell'equipaggio atterrito ed impotente a respingere quell'i<strong>nat</strong>teso attacco.<br />

- Aprite gli occhi, - disse Sandokan che aveva surrogato Yanez al posto del timone. - Se<br />

Sambigliong e Kammamuri si sono a tenuti alle mie istruzioni, avranno celato il praho entro<br />

qualche canalone e smontata l'alberatura. Può quindi sfuggire ai nostri sguardi.<br />

- Segnaleremo la nostra presenza con qualche colpo di fucile, - disse Tremal-Naik.<br />

- Ho trovato una delle nostre carabine.<br />

- Quella che il thug aveva scaricata contro di noi a tradimento?<br />

- Deve essere quella, Sandokan.<br />

- Sí, - disse Sirdar, che si trovava seduto sulla murata poppiera<br />

- E le altre? - chiese Sandokan.<br />

- Il pilota le aveva fatte gettare nella laguna onde impedire voi di servirvene.<br />

- Vecchio stupido, - disse Yanez. - Poteva usarle contro di noi<br />

- Non ve n'era che una carica, sahib, e noi non avevamo né polvere, né palle a bordo, - rispose il<br />

giovane.<br />

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