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LE DUE TIGRI.pdf - nat russo

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- I Thugs non possono tradire i segreti della loro setta.<br />

- Conosci la youma? - gli chiese bruscamente Tremal-Naik.<br />

Il thug sussultò ed un lampo di terrore gli passò negli occhi.<br />

- Io conosco il segreto per comporre quella bevanda che scioglie le lingue e che fa parlare anche<br />

il piú osti<strong>nat</strong>o muto. Foglie di youma, un po' di succo di limone ed un granello d'oppio: come vedi<br />

io ho la ricetta ed ho anche indosso quanto è necessario per preparare quella bevanda.<br />

È quindi inutile che tu ti ostini a non tradire i segreti dei Thugs. Se taci te la faremo bere.<br />

Yanez e Sandokan guardavano con sorpresa Tremal-Naik, ignorando di quale misteriosa<br />

bevanda intendesse parlare. Il signor de Lussac invece aveva approvate le parole del bengalese con<br />

un sorriso molto significante.<br />

- Decidi, - disse Tremal-Naik. - Non abbiamo tempo da perdere.<br />

L'indiano, invece di rispondere, fissò per alcuni istanti il bengalese, poi chiese:<br />

- Tu sei il padre della bambina è vero? Tu sei quel terribile cacciatore di serpenti e di tigri della<br />

jungla nera che un tempo ha rapito la "Vergine della pagoda d'Oriente."<br />

- Chi te lo ha detto? - chiese Tremal-Naik.<br />

- Il pilota della pinassa.<br />

- Da chi lo aveva saputo?<br />

Il giovane non rispose. Aveva abbassati gli occhi e sul suo viso si scorgeva in quel momento<br />

un'alterazione strana, che non doveva però essere prodotta dalla paura. Pareva che nel suo animo e<br />

nel suo cervello si combattesse una terribile battaglia.<br />

- Che cosa ti ha detto quel miserabile traditore? - chiese Tremal-Naik. - Siete tutte canaglie vero,<br />

adunque?<br />

- Canaglie! - esclamò improvvisamente il giovane, mentre con uno scatto improvviso, ad onta<br />

delle corde che lo stringevano, si alzava sulle ginocchia. - Sí, canaglie è il loro nome! Sono dei vili!<br />

Sono degli assassini ed io ho orrore di essere iscritto nella loro terribile setta.<br />

Poi, digrignando i denti, aggiunse con voce strangolata:<br />

- Che sia maledetto il mio destino che ha fatto di me, figlio d'un bramino, un complice dei loro<br />

delitti.<br />

Kalí o Durga, sotto l'uno o l'altro nome, dea del sangue e delle stragi, io ti impreco. Sei una<br />

divinità falsa!<br />

Tremal-Naik, Sandokan ed i due europei, stupiti da quel linguaggio e dall'ira terribile che<br />

avvampava negli sguardi del giovane, erano rimasti muti.<br />

Capivano però che un cambiamento improvviso era avvenuto in quell'uomo che fino allora<br />

avevano creduto uno dei piú fa<strong>nat</strong>ici e dei piú risoluti seguaci della mostruosa divinità.<br />

- Tu dunque non sei un thug? - chiese finalmente Tremal-Naik.<br />

- Porto sul mio petto l'infame stigmate di quei vili settari, - disse il giovane con voce amara, -<br />

ma l'anima è rimasta bramina.<br />

- Giuochi qualche commedia? - chiese il signor de Lussac.<br />

- Che io perda il sattia loka e che il mio corpo, dopo la mia morte si tramuti nell'insetto piú<br />

ributtante, se io mentisco, - disse il giovane.<br />

- Come ti trovi allora fra quei malandrini senza aver rinunciato a Brahma tuo dio per Kalí? -<br />

chiese Tremal-Naik.<br />

Il giovane rimase per qualche istante silenzioso, poi disse, abbassando nuovamente gli sguardi.<br />

- Figlio d'un uomo appartenente alle alte caste, d'un bramino ricco e potente, discendente d'una<br />

stirpe di rajah, avrei potuto essere degno della posizione che occupava mio padre. Il vizio mi traviò,<br />

il giuoco divorò le ricchezze mie, di gradino in gradino precipitai nel fango e divenni piú miserabile<br />

d'un paria. Un giorno un uomo, un vecchio che si spacciava per un manti...<br />

- Un manti hai detto? - chiese Tremal-Naik.<br />

- Lascialo finire, - disse Sandokan.<br />

- Mi incontrò in una compagnia di giocolieri, - proseguí il giovane, - alla quale mi ero unito per<br />

non morire di fame.<br />

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