ilpodologo 156:ilpodologo 156 - AIP
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Al XXIV Congresso tracciata<br />
la strada per la crescita<br />
della podologia italiana<br />
editoriale<br />
La scelta dell’immagine per la copertina di questo numero non è stata casuale. In quella bambina, ritratta in una<br />
foto durante una pausa delle giornate di Pesaro, vediamo la podologia italiana. Una giovane professione - rispetto<br />
ad altre che operano nella sanità con una tradizione più lunga e radicata - che vuole crescere, diventare<br />
adulta.<br />
Il XXIV Congresso nazionale è stato una tappa importante di questa maturazione. Certo, l’evento ha avuto un<br />
grande successo, una straordinaria soddisfazione per l’Aip che lo ha organizzato, ma è stato qualcosa di più.<br />
Un podologo di lunga esperienza, Antonio D’Amico, ha espresso bene, nelle pagine di questa rivista, ciò che in molti hanno<br />
pensato quando si sono conclusi i lavori dell’assise. Questo congresso è stato un momento rigenerativo per la podologia<br />
italiana e non solo un’occasione per comunicare contenuti scientifici e professionali. Ci siamo confrontati in maniera serrata<br />
ma pacata, un grande segno di maturità che non può passare inosservato. Ma l’appuntamento di Pesaro è stato come<br />
una “fonte” da cui tutti i partecipanti si sono ristorati per ricaricarsi di entusiasmo, per uscire dalla quotidianità del lavoro<br />
che, a volte, rischia di esaurirsi nel proprio orizzonte. Insomma, sono stati i giorni della comunità e della condivisione per la<br />
podologia italiana.<br />
Di questa crescita ne sono testimoni anche gli esperti e i rappresentanti delle istituzioni presenti al Congresso nazionale.<br />
Per Alberto Spanò, componente del Consiglio Superiore di Sanità “la podologia presenta delle peculiarità che rendono le sue<br />
prestazioni particolarmente importanti per l’impatto che hanno sul piano sociale e sanitario. Basta solo guardare all’attività<br />
che svolge nei trattamenti di patologie che rendono difficile la deambulazione delle persone anziane o, ancor di più, nelle<br />
cure del piede diabetico. Se consideriamo che il diabete è una malattia in forte crescita nella popolazione italiana, tutte le<br />
figure sanitarie che operano per prevenire le complicanze di questa patologia, come il podologo, sono da valorizzare e rafforzare<br />
all’interno del sistema”.<br />
Una sintesi efficace di ciò che l’Associazione italiana podologi sostiene da tempo: utilizzare le competenze della professione<br />
nella misura in cui il suo apporto migliora la qualità della vita dei cittadini e qualifica i servizi sanitari offerti dallo Stato.<br />
Anche le parole “a distanza” (non erano presenti a Pesaro, ma non hanno fatto mancare il loro apporto alla discussione) di<br />
Maria Pia Garavaglia e Cesare Cursi, senatori della Repubblica ed esperti in materia sanitaria, rafforzano l’idea che la podologia<br />
è ormai matura per avere un ruolo nel Sistema sanitario nazionale. Per entrambi non è più possibile tornare indietro<br />
rispetto ad un disegno che vede le nuove professioni sanitarie inserite a pieno titolo in un’organizzazione complessiva<br />
dove è indispensabile collaborare con medici e specialisti per offrire prestazioni in grado di soddisfare adeguatamente una<br />
domanda di salute oggi molto articolata.<br />
Mario Falconi, Presidente dell’Ordine dei medici di Roma, ha ribadito che nel quadro attuale serve una struttura di sanità simile<br />
ad un’orchestra: tanti strumenti con caratteristiche e finalità diverse, ma coordinati per il bene della salute della popolazione.<br />
Ma proprio per questo occorre rinforzare la formazione universitaria, magari sulla linea di quella spagnola così bene<br />
illustrata dalla presidente dei Collegi di podologia iberici, Virginia Novel Martì.<br />
Al congresso, poi, non sono mancate anche le buone notizie. Infatti, Stefano Zappalà, eurodeputato e padre della Direttiva<br />
europea sulle professioni non regolamentate, ha annunciato che entro l’autunno approderà in Parlamento una proposta di<br />
legge che dovrebbe dare concretezza alla riforma degli Ordini professionali, prevista dalla Legge n.43 del 2006, e bloccata<br />
l’anno scorso dal Governo Prodi. Sulla questione, fondamentale per il futuro della professione, l’Aip vigilerà e informerà,<br />
come sempre, i soci.<br />
Un ringraziamento va al moderatore della prima giornata, Raffaele d’Ari, che con accurato stile e rigore, ha condotto i vari<br />
incontri previsti in programma.<br />
Infine non potevamo fare una considerazione circa l’attenzione che la stampa ha dedicato all’evento di Pesaro. I tanti articoli<br />
pubblicati, insieme ai servizi dei telegiornali, come quello della Rai, sono una conferma, se ce ne fosse bisogno, che il<br />
Congresso dell’Aip è di gran lunga il momento formativo più importante della podologia italiana. Senza falsa modestia, possiamo<br />
a buon diritto vantarci di aver organizzato e avviato “in casa”, e con successo, una macchina complessa che altri,<br />
tutti gli altri, affidano a società esterne.<br />
Questa “bambina”, dunque, sta proprio crescendo… ■<br />
ilPodologoinmedicina<br />
<strong>156</strong>marapr09<br />
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