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Marco Croce<br />
Legale Aip<br />
Giuseppe Raffa<br />
Coordinatore<br />
editoriale<br />
16<br />
i personaggi<br />
Invitato dal Presidente<br />
Mauro Montesi, l’on.<br />
Ste fano Zappalà, deputato<br />
europeo e presidente<br />
della delegazione<br />
di Forza Italia al Parla -<br />
mento di Strasburgo, ha<br />
incontrato i podologi presenti<br />
a Pesaro. Il protagonista<br />
del processo di integrazione<br />
normativa ed operativa tra i professionisti dei<br />
ventisette paesi dell’Unione Europea, soprattutto attraverso<br />
l’introduzione della Direttiva 2005/36/CE, nota, appunto,<br />
come “Direttiva Zappalà”, ha risposto alle nostre domande in<br />
merito alle novità che possono essere introdotte, sia a livello<br />
nazionale che europeo, sul fronte del riconoscimento delle<br />
professioni non regolate da Ordini e Albi.<br />
Onorevole, crede ancora oggi nel futuro delle professioni<br />
sanitarie, nonostante tutti gli ostacoli che vengono<br />
posti quotidianamente sulla strada di un loro pieno<br />
sviluppo?<br />
Ci credo e anche più di prima. Gli ultimi avvenimenti, tutto<br />
sommato, stanno prendendo una direzione che fa ben sperare.<br />
Tra qualche giorno (ndr il 27 aprile 2009) incontrerò<br />
per la prima volta, insieme, il Consiglio nazionale dei medici<br />
ed odontoiatri e la rappresentanza delle ventidue nuove<br />
professioni sanitarie per discutere un testo legislativo condiviso<br />
da portare, nella sua forma definitiva, in Parlamento<br />
non oltre il prossimo autunno. È un impegno che ho preso<br />
con il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi: predisporre<br />
una norma, concordata con tutti i protagonisti della sanità,<br />
che non incontri ostacoli lungo il suo cammino dando<br />
piena attuazione alla Legge n.43 del 2006.<br />
È un passo importante perché indica quale potrà essere<br />
l’organizzazione della riforma degli Ordini e dei Collegi, anche<br />
ai fini dell’armonizzazione con la Direttiva europea n.<br />
36 del 2005, che porta il mio nome.<br />
<strong>156</strong>marapr09<br />
Il Deputato europeo e Presidente della delegazione di Forza Italia<br />
al Parlamento europeo è intervenuto al XXIV Congresso, sul tema<br />
del riconoscimento nell’area UE delle qualifiche professionali<br />
e della libera circolazione dei professionisti sanitari.<br />
Stefano Zappalà: “Presto<br />
in Parlamento una norma<br />
per dare piena attuazione<br />
alla legge sugli Ordini”<br />
Quali sono gli ostacoli più difficili da superare per realizzare<br />
questa riforma?<br />
Una riforma degli Ordini e dei Collegi è attesa da questo<br />
Paese da oltre cinquant’anni. Ormai è indispensabile per<br />
riallineare il sistema con le varie direttive europee, emanate<br />
negli ultimi tempi.<br />
Poi c’è una seconda questione che riguarda le nuove professioni,<br />
tra le quali quelle sanitarie, nate con i diplomi universitari,<br />
successivamente trasformati in lauree triennali.<br />
Una revisione del sistema, sia degli Ordini che delle professioni<br />
non regolamentate, deve partire dalle competenze<br />
specifiche. Occorre, cioè, definire nel dettaglio “chi può fare<br />
cosa” per ogni professione, così come è stato già fatto<br />
in Europa.<br />
Insomma, la strada l’ha già indicata l’Unione europea…<br />
La direttiva europea n. 36 del 2005, per la prima volta, ha<br />
individuato sia le libere professioni che le professioni regolamentate.<br />
Quest’ultime, poi, non possono essere liberalizzate<br />
alla luce delle loro specificità e per l’impatto che hanno<br />
sui cittadini. La stessa direttiva, poi, ha definito una serie<br />
di paletti imprescindibili per individuare le varie professioni<br />
regolamentate.<br />
Il primo è rappresentato dai titoli culturali iniziali, ossia la<br />
qualifica di partenza, mentre il secondo elemento essenziale<br />
rimanda alla formazione professionale e, poi, alla formazione<br />
continua necessaria per svolgere al meglio il proprio<br />
lavoro, soprattutto a tutela dei cittadini, e che permette<br />
l’accesso alla professione.<br />
Infine lo schema è completato dall’individuazione dei soggetti<br />
che devono autorizzare e controllare che quanto previsto<br />
dalla disciplina sia osservato da tutti i professionisti.<br />
Alla luce di tutto questo, io ho una mia idea sulle ventidue<br />
professioni sanitarie esistenti in Italia. Sicuramente occorre<br />
che la riforma le armonizzi con l’attività espletata dai<br />
medici, evitando che vi siano reciproche invasioni di campo.<br />
Però è anche indispensabile che la formazione universitaria<br />
si adegui a quanto è già successo sul fronte degli<br />
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