ilpodologo 156:ilpodologo 156 - AIP
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Raffaele d’Ari<br />
congresso <strong>AIP</strong><br />
La relatrice spagnola, invece, non solo ha decritto il percorso<br />
di crescita fatto negli ultimi quarant’anni dalla professione<br />
e dalla formazione podologica iberica, ma ha indicato<br />
anche i traguardi che a breve l’una e l’altra raggiungeranno.<br />
Infatti dal prossimo anno la Spagna trasformerà il diploma<br />
universitario triennale, previsto per esercitare la professione<br />
in quel paese, in un percorso più articolato, della<br />
durata di quattro anni, che consentirà ai podologi spagnoli<br />
di conseguire la laurea e di proseguire gli studi con il raggiungimento<br />
del Master (un anno) e del Dottorato (due anni).<br />
E con questi titoli il podologo spagnolo potrà insegnare<br />
presso gli atenei e fare ricerca scientifica. Inoltre sarà trasformato<br />
il profilo professionale, in ragione dell’innalzamento<br />
della qualità dell’offerta, ampliando la sua autonomia<br />
sul terreno della diagnosi e del trattamento terapeutico,<br />
in piena autonomia, del piede malato.<br />
Una riforma, dunque, che valorizza una podologia cresciuta<br />
grazie ad una formazione di alto profilo e che su questa<br />
pone la base per un grande salto verso la podoiatria. E non<br />
poteva essere più netta ed evidente la differenza tra l’Italia<br />
e la Spagna, in questa fase storica. In Spagna si investe su<br />
una professione sempre più conosciuta ed apprezzata dai<br />
<strong>156</strong>marapr09<br />
Mario Falconi<br />
Saverio Proia<br />
cittadini, mentre in Italia, pur avendo già formato professionisti<br />
con adeguate competenze, non solo non se ne sfruttano<br />
le potenzialità, ma si progetta una riorganizzazione dei<br />
corsi universitari che potrà pure far risparmiare qualche<br />
manciata di euro, ma che è sicuramente di basso profilo e<br />
penalizzante per tutti. Un motivo in più per ammirare un<br />
paese che ormai sta diventando per noi, un modello.<br />
La podologia integrata nel Sistema sanitario nazionale<br />
per qualificare la spesa pubblica<br />
La prima giornata ha affrontato anche la questione delle<br />
prestazioni podologiche che possono essere inserite nei<br />
servizi sanitari pubblici in un’ottica capace di offrire un’assistenza<br />
in linea con le esigenze della popolazione e, allo<br />
stesso tempo, di partecipare ad un risparmio delle risorse<br />
economiche grazie all’azione di prevenzione che può svolgere<br />
nei confronti di malattie fortemente invalidanti<br />
Il primo ad accennare al tema è stato Luciano Fattori, presidente<br />
dell’Ordine dei medici della provincia di Pesaro, il<br />
quale ha fatto gli “onori di casa” salutando con un breve discorso<br />
i podologi presenti. “Ero già convinto - ha spiegato<br />
alla platea Fattori - che il podologo fosse una figura prezio-<br />
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