Italiano L'ipnosi: una introduzione psicofisiologica - Cavallaro Evaldo
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<strong>Cavallaro</strong> E. L’ipnosi:<br />
<strong>una</strong> <strong>introduzione</strong> <strong>psicofisiologica</strong><br />
stessa: proprio come se l’ipnosi fosse l’anello di congiunzione psicosomatico<br />
che tutta la tradizione filosofica e scientifica va da millenni cercando.<br />
Cionostante, dato che i suoi reali meccanismi d’azione a livello neurofisiologico<br />
rimangono tuttora non completamente chiariti, c’è chi ancora dubita<br />
che un qualcosa definibile come «Ipnosi» esista effettivamente (Barber, 1972).<br />
Un primo sguardo sul fenomeno ipnosi<br />
Il termine «ipnosi», coniato da Braid (1843) è nato dall’equivoco che lo stato<br />
ipnotico sia <strong>una</strong> specie di sonno artificiale (dal greco ipnòs=sonno).<br />
Ma questo stato di sonno è solo <strong>una</strong> delle possibili manifestazioni dell’ipnosi.<br />
In realtà il soggetto, sebbene sia fisicamente più rilassato e, normalmente,<br />
con gli occhi chiusi, durante la trance ipnotica è molto piú vigile che<br />
nello stato di veglia: la sua attenzione è però concentrata sul rapporto (al limite<br />
anche non verbale) con l’ipnotizzatore.<br />
In sostanza si produce lo stesso fenomeno che avviene quando siamo totalmente<br />
presi dallo studio, o dalla lettura, o dalla visione di un film appassionante:<br />
non perdiamo affatto la coscienza di ciò che avviene intorno a noi;<br />
diminuisce, però, la nostra «disponibilità» (attenzione, non la nostra «capacità»)<br />
a percepirlo.<br />
E questo avviene perché la nostra mente, per motivi che sono ancora ignoti,<br />
ma che sono certamente basati anche su dinamiche emozionali (Granone,<br />
1979), preferisce concentrare la sua attenzione sul rapporto con l’ipnotizzatore<br />
piuttosto che lasciarsi coinvolgere o distrarre da altri stimoli. Quindi, l’ipnotizzato<br />
continuerà a rimanere in sintonia con l’ipnologo fintantoché questi<br />
lo desideri, o non cerchi di indurre il soggetto ad un comportamento inaccettabile.<br />
È infatti falso e scientificamente non provato che, attraverso l’ipnosi, si<br />
possa plagiare qualcuno o indurlo a commettere atti contrari alla sua morale<br />
o alla sua volontà: se l’ipnologo ci provasse, il soggetto molto semplicemente<br />
non eseguirebbe l’ordine impartito; o potrebbe addirittura decidere di «svegliarsi»;<br />
rifiutando in tal modo, implicitamente, di proseguire nel rapporto<br />
ipnotico (Erickson, 1939).<br />
Nello stato di ipnosi, infatti, non viene assolutamente annullata la volontà<br />
del soggetto: ciò che avviene è solo la messa a disposizione (più o meno totale<br />
a seconda della profondità della t r a n c e) dell’attenzione dell’ipnotizzato<br />
verso quanto suggerito dall’ipnologo. In sostanza cioè, è come se il soggetto<br />
concedesse all’ipnologo un’udienza privilegiata, prestando la massima attenzione<br />
a quanto propostogli, ma conservando totalmente la sua libertà di<br />
fare o non fare quanto richiesto: esattamente come tutti noi faremmo, anche<br />
da svegli, con <strong>una</strong> persona che non ci possiamo rifiutare di ascoltare, e che ci<br />
faccia <strong>una</strong> proposta qualsiasi.<br />
8 Caleidoscopio