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Italiano L'ipnosi: una introduzione psicofisiologica - Cavallaro Evaldo

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<strong>Cavallaro</strong> E. L’ipnosi:<br />

<strong>una</strong> <strong>introduzione</strong> <strong>psicofisiologica</strong><br />

Come afferma De Benedittis (1980) però, le precedenti acquisizioni in tema<br />

di asimmetria strutturale e funzionale degli emisferi cerebrali pongono euristicamente<br />

le basi per un nuovo paradigma neuropsicologico dell’ipnosi.<br />

Tra i mammiferi, infatti, l’uomo è contraddistinto da <strong>una</strong> caratteristica che<br />

potrebbe forse risultare unica: l’asimmetria strutturale degli emisferi cerebrali<br />

nella regione posteriore della superficie superiore del lobo temporale (il<br />

cosiddetto planum temporale) che è parte dell’area di Wernicke.<br />

Nel 65% dei casi tale zona è più sviluppata a sinistra (Geschwind e<br />

Levitsky, 1968; Teszner, 1972; Wada, 1975).<br />

Come è noto, con il termine di «dominanza cerebrale» si intende il ruolo<br />

predominante di un emisfero sull’altro in rapporto ad <strong>una</strong> determinata funzione.<br />

Tale concetto tende però ad essere sempre più sostituito da quello, più<br />

adeguato, di «specializzazione complementare» (Teuber, 1974); anche se<br />

Popper ed Eccles (1977), nel loro modello epistemologico, riconoscono all’emisfero<br />

sinistro il collegamento con la mente conscia a differenza dell’emisfero<br />

destro.<br />

Le sperimentazioni a livello percettivo e comportamentale effettuate su<br />

pazienti commissurotomizzati (la cosiddetta «sindrome da deconnessione<br />

emisferica», effettuate da Sperry e Gazzaniga (1969); ed i risultati della tecnica<br />

dell’«ascolto dicotico» descritta da Broadbent (1954) e da Kimura (1967,<br />

1973), hanno ormai dimostrato che ogni emisfero ha <strong>una</strong> determinata specializzazione,<br />

ma che nessuno dei due è competente, da solo, a risolvere l’intero<br />

problema.<br />

A livello operativo si rende cioè necessaria un’integrazione fra i due emisferi<br />

(Ornstein, 1981).<br />

Sembra comunque accertato, al di là di ogni dubbio, il coinvolgimento della<br />

corteccia emisferica destra nella sfera della emozionalità, tradizionalmente<br />

associata alla funzione del sistema limbico; mentre le conseguenze della<br />

commissurotomia dimostrano che noi possediamo letteralmente due cervelli,<br />

che possono funzionare indipendentemente l’uno dall’altro.<br />

Avere due organi indipendenti, ma ambedue capaci di risolvere problemi,<br />

comporta il vantaggio operativo di aumentare considerevolmente la risolvibilità<br />

di un nuovo problema.<br />

L’esistenza di un «doppio cervello» sembrerebbe suggerire che noi siamo<br />

biologicamente dotati di due distinte e complementari modalità di elaborazione<br />

dell’informazione. Ma è importante sottolineare che ciò che caratterizza<br />

la funzione (competenza) emisferica non è tanto il fatto di utilizzare «oggetti»<br />

differenti (l’emisfero sinistro le parole, l’emisfero destro le forme spaziali);<br />

bensì, come dice Galin (1976), il «diverso stile cognitivo».<br />

L’emisfero sinistro è specializzato nel tradurre la percezione, l’immagine<br />

del mondo, in un codice logico-analitico attraverso un’intenzionale selezione<br />

di distinte unità di informazione (bits), che vengono strutturate secondo un<br />

ordine particolare (sintattico) e finalizzate alla comunicazione (Sperry, 1974;<br />

Bradshaw, Gates, Patterson, 1976).<br />

86 Caleidoscopio

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