Italiano L'ipnosi: una introduzione psicofisiologica - Cavallaro Evaldo
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<strong>Cavallaro</strong> E. L’ipnosi:<br />
<strong>una</strong> <strong>introduzione</strong> <strong>psicofisiologica</strong><br />
portamento, anche nuovo e mai precedentemente esperito, che la sua «cultura»<br />
le permette di concepire. Oppure, all’inverso, essa diventa incapace di<br />
mettere in atto schemi di comportamento, pur usuali e ben collaudati.<br />
In sostanza, durante gli stati emozionali, sia la mente che il corpo subiscono<br />
<strong>una</strong> brusca disorganizzazione e ristrutturazione che, a livello comportamentale,<br />
si traduce nella tendenza a realizzare (senza rifletterci su e, quindi,<br />
senza reale possibilità di scelta), qualunque idea passi per la mente.<br />
E’ constatazione quotidiana che, durante stati di intenso coinvolgimento<br />
emozionale, l’individuo faccia cose fino a qualche minuto prima assolutamente<br />
impensabili; e, qualche minuto dopo, incredibili !<br />
Basta pensare agli stati di ira, in cui si può arrivare ad uccidere; o al panico,<br />
in cui ci si può gettare dal quinto piano per sfuggire alle fiamme; o alla<br />
disperazione, in cui si può trovare il coraggio di fare cose mai prima osate; o<br />
alla passione, che può generare comportamenti di estrema inusuale generosità<br />
o di estrema crudeltà ecc. In tutti gli stati emozionali, dunque, esattamente<br />
come nei sogni, non c’è differenza fra pensiero ed azione, in quanto il<br />
pensiero viene contestualmente agito senza che le funzioni corticali superiori,<br />
essenzialmente preposte alla valutazione dei comportamenti ed alla strutturazione<br />
temporale degli stessi, possano intervenire.<br />
In sostanza, nel contenuto onirico non «esiste il filtro ritardante del pensiero<br />
razionale e l’azione, anche se solo immaginata, è l’unico comportamento<br />
dell’individuo.<br />
Negli stati emozionali, in analogia con i sogni, il filtro ritardante del pensiero<br />
razionale seppure «esiste», non sembra in grado di intervenire; e l’azione,<br />
appena pensata, o immaginata o suggerita, si traduce in un reale comportamento<br />
motorio.<br />
Nell’ipnosi, invece, il filtro ritardante e valutativo del pensiero razionale<br />
non sembra necessariamente escluso; ma non sembra neppure «costretto»,<br />
per così dire, ad intervenire. In realtà, caratteristica del funzionamento della<br />
mente durante gli stati ipnotici, così come durante le emozioni ed i sogni,<br />
non è tanto il fatto della «irrazionalità», quanto il fatto di non doversi necessariamente<br />
limitare alla razionalità: né a livello di pensiero né a livello di<br />
comportamento realmente agito.<br />
Possiamo infatti dire che, mentre per la mente logico razionale, che funziona<br />
in stato di veglia e di normale vigilanza, «2+2= 4» (e, aggiungiamo noi,<br />
solo quattro; non potrebbe cioè dare nessun altro risultato); a livello inconscio,<br />
cioè per la mente analogica o «totale» secondo l’espressione di<br />
Erickson, 2+2 «può» fare anche 4. Cioè il quattro è solo uno dei possibili modi<br />
di aggregare 2+2: che potrebbero fare tranquillamente «sei», o «ventotto»,<br />
o «niente»; o, al limite fare, anche nello stesso contesto onirico, emozionale o<br />
ipnotico — <strong>una</strong> volta «quattro», un’altra « sei » ecc.).<br />
Caratteristica della mente «totale», che emerge come modalità di funzionamento<br />
durante i sogni, gli stati emozionali e l’ipnosi è, dunque, di non es-<br />
84 Caleidoscopio