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Italiano L'ipnosi: una introduzione psicofisiologica - Cavallaro Evaldo

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<strong>Cavallaro</strong> E. L’ipnosi:<br />

<strong>una</strong> <strong>introduzione</strong> <strong>psicofisiologica</strong><br />

tata: all’interno delle quali è probabilmente possibile trovare <strong>una</strong> soluzione<br />

ai suoi problemi più adattativa o efficiente rispetto a quelle che la mente «razionale»<br />

potrebbe trovare.<br />

In sostanza, durante i sogni, proprio perché prevale il processo di pensiero<br />

primario, tutto sembra possibile, anche le cose più assurde. O, meglio, le sequenze<br />

di accadimenti non sembrano doversi piegare ai limiti della logica<br />

razionale; i quali, è bene ricordare, sono sempre culturali e, quindi, relativi.<br />

Possiamo pertanto rilevare <strong>una</strong> significativa correlazione fra ciò che accade<br />

durante il sogno, durante gli stati emozionali e durante l’ipnosi.<br />

Mentre a livello fisico, cioè di modificazioni somatiche, il quadro fisiologico<br />

si presenta completamente diverso nelle tre situazioni — basti pensare al<br />

blocco della muscolatura volontaria tipico della fase REM, all’attivazione<br />

simpatica tipica degli stati emozionali, ed alla prevalenza del sistema vegetativo<br />

parasimpatico tipica invece dello stato di ipnosi (specie se prodotto mediante<br />

tecniche induttive rilassanti e/o monotone) — a livello mentale sembrano<br />

invece implicati processi se non proprio identici almeno significativamente<br />

analoghi.<br />

In tutti e tre questi stati di coscienza, infatti, ogni cosa sembra possibile,<br />

non vale il principio di non contraddizione né ha senso la negazione; ed il<br />

corpo, in termini di movimento, risulta particolarmente docile nel mettere in<br />

atto quanto in quel momento pensato.<br />

Se analizziamo i sogni (a prescindere dal loro eventualmente possibile, anche<br />

se indimostrabile, contenuto simbolico), notiamo che il soggetto mentre<br />

vive la sua esperienza onirica, normalmente non «pensa», ma semplicemente<br />

«agisce» i suoi contenuti esperienziali. In sostanza, mentre vive la scena del<br />

sogno, credendola in quel momento vera, il soggetto non si sofferma su varie<br />

alternative né sceglie cosa fare: semplicemente «fa», a prescindere dalla logicità<br />

della sua azione.<br />

Per fort<strong>una</strong>, il blocco motorio del corpo reale dell’individuo che sogna, tipico<br />

della fase REM, impedisce che le azioni sognate vengano effettivamente<br />

«agite». Quando questo accade siamo infatti nell’ambito della patologia del<br />

sonno o della psicopatologia: sonnambulismo, incubi, parlare nel sonno, ecc.<br />

Caratteristica del pensiero durante i sogni è dunque che non c’è in realtà<br />

pensiero: non c’è, in sostanza, possibilità di differenziare il pensiero dall’azione,<br />

in quanto lo scorrere degli eventi onirici, cioè del contenuto immaginativo<br />

dei sogni, corrisponde evidentemente al loro pensarli.<br />

Durante gli stati di attivazione emozionale, specie se negativi, come è noto<br />

il corpo modifica, istintivamente ed istantaneamente, i suoi parametri fisiologici,<br />

per adattarli alla situazione stressante e migliorare così le sue possibilità<br />

di sopravvivenza: è come se, sotto stress, saltassero le «sicure» che mantengono<br />

le funzioni fisiologiche entro limiti ben precisi di normalità.<br />

D’altra parte, in stato emozionale, anche la mente si libera dei suoi usuali<br />

schemi di fattibilità razionale, e diventa capace di concepire qualunque com-<br />

Caleidoscopio<br />

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