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Italiano L'ipnosi: una introduzione psicofisiologica - Cavallaro Evaldo

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<strong>Cavallaro</strong> E. L’ipnosi:<br />

<strong>una</strong> <strong>introduzione</strong> <strong>psicofisiologica</strong><br />

possibile stabilire quanto tempo è necessario per la prima induzione), è immediatamente<br />

possibile utilizzarla per programmare sia sé stessa, sia qualunque<br />

altro stato di coscienza, naturale o alterato.<br />

È esperienza comune infatti che, ottenuta la prima trance, la si possa facilmente<br />

riottenere ad un segnale convenuto, sia mediante etero-induzione che<br />

mediante autoinduzione.<br />

Mentre, come è noto, non basta l’adozione di un rituale sia pure lungamente<br />

consolidato, per garantire un addormentamento immediato; né è possibile<br />

essere certi che ci risveglieremo alle 7 del mattino solo perché, per un<br />

mese, abbiamo programmato la sveglia a quell’ora; né tanto meno possiamo<br />

programmare quando, quanto e cosa sogneremo.<br />

Una volta ottenuta l’ipnosi però, anche se talvolta occorrono ripetuti tentativi<br />

prima di riuscirvi, è possibile programmare, con ridottissimi margini di<br />

errore, l’addormentamento, il risveglio, i contenuti dei sogni, nonché eventuali<br />

condizioni di estasi o di illuminazione interiore.<br />

Ed è addirittura possibile attivare stati di ebbrezza allucinatoria, o, all’inverso,<br />

comportamenti obbligati, ad esempio repulsivi, durante stati realmente<br />

alterati prodotti da alcool, droghe o farmaci.<br />

In sostanza, in ipnosi, l’apprendimento del controllo di funzioni vegetative<br />

è non solo possibile, ma senz’altro estremamente rapido; così come rapidi<br />

sono i cambiamenti fisiologici innescati da emozioni puramente allucinatorie<br />

perché suggerite sperimentalmente dall’ipnotizzatore.<br />

In ipnosi, dunque, è possibile vivere «fisiologicamente» emozioni puramente<br />

allucinate; in ipnosi è possibile apprendere più rapidamente, come<br />

durante gli stati emozionali; in ipnosi tutto sembra e diventa più facilmente<br />

possibile, come durante gli stati emozionali: a noi sembra, pertanto, che fra<br />

ipnosi e stati emozionali esistano molteplici punti di contatto.<br />

Più correttamente, ci sembra che le due vie fondamentali attraverso le<br />

quali è possibile produrre l’ipnosi, la «via del rilassamento» e la «via delle<br />

tensioni» sfruttino due processi formalmente diversi; ma, forse, sostanzialmente<br />

simili dal punto di vista neurofisiologico.<br />

L’ipnosi indotta con tecniche di tipo verbale o strumentali (le cosiddette<br />

tecniche classiche o rilassanti) innescherebbe un processo oniro-simile; l’ipnosi<br />

indotta con tecniche di tipo non verbale (le cosiddette tecniche tensiogene<br />

o «dinamiche» secondo la terminologia di Benemeglio) innescherebbe invece<br />

un processo simil-emozionale.<br />

A livello neurologico possiamo pertanto ipotizzare che le tecniche ipnotiche<br />

rilassanti, proprio perché deprimono l’attività cosciente di veglia, e,<br />

quindi, riducono l’attivazione reticolare, mettono in moto i meccanismi tronco-encefalici<br />

che presiedono ai sogni, senza peraltro bloccare l’attività muscolare:<br />

questo spiegherebbe non solamente l’acriticità con cui il soggetto ipnotizzato<br />

segue le suggestioni dell’ipnotizzatore (anche nei sogni la facoltà<br />

logico-critiche non emergono necessariamente); ma anche il rallentamento tipico<br />

e la tipica stereotipia motoria del soggetto in ipnosi.<br />

Caleidoscopio<br />

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