Italiano L'ipnosi: una introduzione psicofisiologica - Cavallaro Evaldo
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<strong>Cavallaro</strong> E. L’ipnosi:<br />
<strong>una</strong> <strong>introduzione</strong> <strong>psicofisiologica</strong><br />
A nostro avviso, però, l’analogia fra ipnosi e sogno non deve far trascurare<br />
significative differenze: l’ipnosi è infatti apprendibile, a differenza del sogno; e<br />
permette inoltre di acquisire più facilmente qualunque ulteriore apprendimento.<br />
L’ipnosi è, inoltre, sempre disponibile ed esattamente focalizzabile su un<br />
tema, un problema, un sintomo, <strong>una</strong> soluzione; mentre il sogno arriva quando<br />
arriva ed i suoi contenuti sono normalmente imprevedibili, non sempre<br />
esattamente ricordati e non sempre facilmente decifrabili.<br />
Continuando nel raffronto operativo fra ipnosi e sogno, nel sonno REM si<br />
ha <strong>una</strong> forte attivazione centrale della corteccia, contemporaneamente al<br />
blocco dell’input sensoriale e dell’output motorio (Dement, 1982).<br />
Nell’ipnosi si ha, analogamente, <strong>una</strong> attivazione centrale (tanto che 1’EEG<br />
di <strong>una</strong> persona ipnotizzata ed «attiva» non è assolutamente distinguibile da<br />
quello di <strong>una</strong> persona sveglia); mentre l’input sensoriale, pur sembrando limitato<br />
solo a quanto proveniente dall’ipnotizzatore, risulta invece perfettamente<br />
mantenuto a 360 gradi.<br />
Quanto all’output motorio esso, normalmente, non avviene spontaneamente,<br />
ma solo dietro ripetute sollecitazioni dell’ipnotizzatore; e, comunque,<br />
esso viene attuato in maniera lenta e stereotipata, quasi recitata maldestramente.<br />
Come abbiamo già detto in altri punti, durante l’ipnosi risulta infatti<br />
molto più facile produrre <strong>una</strong> inibizione che <strong>una</strong> attivazione dell’azione.<br />
Durante il sonno REM l’animale esibisce facilmente dei comportamenti<br />
fortemente istintuali qualora venga sperimentalmente abolito il blocco della<br />
mobilità volontaria (Jouvet e Delorme, 1965).<br />
Durante l’ipnosi l’uomo «agisce» invece, <strong>una</strong> volta indotto all’azione, qualunque<br />
suggestione gli venga proposta, manifestando <strong>una</strong> sostanziale inattività<br />
dei cosiddetti freni inibitori comportamentali: l’uomo ipnotizzato regredisce<br />
cioè (certo con maggiore o minore facilità a seconda dei soggetti), a comportamenti<br />
preculturali di forte aggressività o di altrettanto forte attaccamento.<br />
Continuando sempre a citare Bertini per quanto riguarda il sogno, anche<br />
nell’ipnosi umana si possono facilmente verificare esperienze psichiche bizzarre<br />
in cui, tra l’altro, eventi recenti si mescolano con eventi più remoti; e,<br />
soprattutto nell’ipnosi terapeutica, il futuro può essere «presentizzato» ed i<br />
nuovi comportamenti adattivi possono essere sperimentati ed «appresi» anticipatamente<br />
(Bandler e Grinder, 1983).<br />
Come Bertini cita a proposito del sogno, anche per l’ipnosi poi vale <strong>una</strong> rilettura<br />
funzionale di tale stato di coscienza in termini di riformulazione di<br />
piani e strutture del comportamento (Miller, Galanter e Pribram, 1960).<br />
La «disinibizione della funzione concettuale» ipotizzata da Klein (1970) a<br />
proposito del sogno, si potrebbe a nostro avviso applicare anche all’ipnosi:<br />
immaginando che, in ambedue le situazioni, si abbia un allentamento delle<br />
connessioni logiche, coordinate per circuiti cerebrali, in modo da lasciare<br />
spazio ad associazioni nuove e riorientate secondo <strong>una</strong> nuova riorganizzazione<br />
dei sistemi di memoria.<br />
Caleidoscopio<br />
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