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Italiano L'ipnosi: una introduzione psicofisiologica - Cavallaro Evaldo

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<strong>Cavallaro</strong> E. L’ipnosi:<br />

<strong>una</strong> <strong>introduzione</strong> <strong>psicofisiologica</strong><br />

l’instaurarsi di <strong>una</strong> gerarchia che, negli animali è basata sulla forza; mentre,<br />

negli uomini, è per lo piú fondata sull’informazione.<br />

L’instaurarsi di un rapporto gerarchico costringerebbe il soggetto dominato<br />

ad <strong>una</strong> prevalenza del Sistema Inibitore dell’Azione (SIA); ma il SIA è<br />

continuamente in funzione perché, nelle società umane almeno, la complessità<br />

dei rapporti e la molteplicità dei ruoli sociali fa sì che, nello stesso individuo,<br />

convivano rapporti di dominanza e rapporti di sottomissione, anche se<br />

in contesti diversi.<br />

Anche se Laborit non ne parla specificamente, ci sembra che l’intuizione<br />

relativa al Sistema Inibitore dell’Azione sia particolarmente felice ed applicabile<br />

al fenomeno ipnosi nel suo complesso.<br />

E’ infatti universalmente riconosciuto al particolare rapporto interpersonale<br />

che si instaura fra l’ipnotizzatore ed il soggetto ipnotizzato la qualità di un<br />

vero e proprio sistema gerarchico, con l’ipnotizzatore come dominante: e, a<br />

conferma delle conclusioni di Laborit, circa la prevalenza del SIA nei soggetti<br />

dominati, è cosa arcinota per gli specialisti di ipnosi che è molto più facile<br />

ottenere dal soggetto <strong>una</strong> inibizione comportamentale, un «non fare» piuttosto<br />

che <strong>una</strong> azione vera e propria, un «fare» (Erickson e Rossi, 1982). Senza<br />

entrare ora nel merito della questione della profondità della trance, infatti, è<br />

risaputo che, per ottenere il blocco, la sospensione od il rallentamento di sequenze<br />

motorie è sufficiente anche <strong>una</strong> trance leggera; mentre, per ottenere<br />

comportamenti attivi, o sequenze motorie complesse, è necessaria <strong>una</strong> trance<br />

profonda e prolungata, la cosiddetta trance sonnambolica».<br />

Inoltre, mentre per ottenere allucinazioni negative (non vedere, non sentire<br />

ecc.) è sufficiente un soggetto normale ed <strong>una</strong> trance leggera o media, qualunque<br />

sia la modalità sensoriale interessata; per ottenere allucinazioni positive<br />

(vedere, sentire qualcosa che in realtà non c’è) occorrono buoni soggetti<br />

ipnotici ed <strong>una</strong> t r a n c e profonda. Dal punto di vista operativo, anche se la<br />

prassi è senz’altro molto piú diffusa di quanto non risulta ufficialmente dalla<br />

letteratura, è soprattutto Erickson che ha sfruttato la logica della inibizione<br />

dell’azione, preferendo le suggestioni indirette ed il «non fare» e «non sapere»,<br />

alle richieste e suggestioni dirette.<br />

E’ infatti presumibile che il SAA implichi in qualche modo l’uso della modalità<br />

logico razionale e, quindi, dell’emisfero sinistro del cervello; mentre il<br />

SIA (non avendo bisogno di elaborazioni razionali, ma solo di rappresentazioni<br />

pure e semplici di inefficienza dell’azione), è probabilmente implicato<br />

non solo negli stati ipnotici, ma forse anche nel «sonno REM»: nel quale, come<br />

è noto, i muscoli più grandi del corpo restano temporaneamente come<br />

paralizzati (Dement, 1982).<br />

64 Caleidoscopio

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