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Italiano L'ipnosi: una introduzione psicofisiologica - Cavallaro Evaldo

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<strong>Cavallaro</strong> E. L’ipnosi:<br />

<strong>una</strong> <strong>introduzione</strong> <strong>psicofisiologica</strong><br />

un nuovo modello di esistenza e di reazione a stimoli sgradevoli, o dolorosi,<br />

o inefficienti.<br />

L’ipnosi rappresenta, infatti, la dimostrazione reale dell’influenza o,<br />

meglio, dell’interdipendenza, del somatico dallo psichico.<br />

Tecniche induttive puramente corporee modificano infatti il funzionamento<br />

della mente, innescando la cosiddetta «logica della trance»; e manovre puramente<br />

verbali, quindi psichiche, possono innescare <strong>una</strong> reattività fisiologica<br />

esasperata, pur mancando completamente <strong>una</strong> causa esterna materiale.<br />

D’altra parte, riprendendo la correlazione fra ipnosi e stati emozionali, è<br />

un dato di fatto che ogni emozione presenta, indipendentemente dalla sua specificità,<br />

caratteristiche psicosomatiche comuni, anche se di varia complessità.<br />

La sua specifica intensità, poi, fa sì che ogni emozione venga vissuta con<br />

<strong>una</strong> carica di affettività peculiare: in pratica la persona emozionata si sente<br />

come preda e come sopraffatta da uno stato di coscienza intensissimo (livello<br />

di arousal massimo), eppure povero di contenuti percettivi ed ideativi autonomi:<br />

al punto da risultare assurdamente influenzabile.<br />

È esattamente ciò che accade anche nell’ipnosi. Come in <strong>una</strong> condizione<br />

intensamente emozionale, quale potrebbe essere il panico per un incendio, la<br />

persona tende ad «agire» acriticamente il primo messaggio che riceve (ad<br />

esempio «Buttiamoci dalle finestre!») indipendentemente dalla verifica<br />

logica e da un esame di realtà delle possibili conseguenze di tale comportamento;<br />

così, nell’ipnosi, il soggetto «tende ad agire», o per lo meno diventa<br />

più disponibile, qualunque messaggio gli arrivi dall’operatore.<br />

E’ come se, per dirla alla Musatti, si fossero verificate delle brecce nella<br />

compattezza, coerenza, continuità, connessione della struttura d’insieme delle<br />

percezioni dei rapporti a doppio senso fra l’Io del soggetto e la realtà da<br />

questi costruita su sollecitazioni dell’ipnotizzatore. L’ipnotizzatore è, infatti,<br />

l’artefice ed il pilota o della depressione dell’arousal (tecniche verbali e strumentali),<br />

o dell’intensificazione dell’arousal (tecniche dinamiche non verbali).<br />

Ipnosi ed inibizione dell’ azione<br />

Riagganciandosi a Mac Lean (1970), secondo il quale il cervello umano sarebbe<br />

il risultato delle stratificazioni successive di tre diversi cervelli, corrispondenti<br />

ed altrettante tappe evolutive, Laborit (1979) ha sviluppato la sua<br />

«teoria dell’inibizione dell’azione» che presenta, a nostro avviso, interessanti<br />

implicazioni per la comprensione anche del fenomeno ipnosi.<br />

Secondo Mac Lean il cervello primitivo, già presente nei rettili (tronco ed<br />

ipotalamo) sarebbe responsabile dei comportamenti puramente istintivi, innati<br />

e rigidi.<br />

La sua successiva evoluzione avrebbe poi portato allo sviluppo del sistema<br />

limbico, comparso con i primi mammiferi, il quale permette invece non<br />

60 Caleidoscopio

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