Italiano L'ipnosi: una introduzione psicofisiologica - Cavallaro Evaldo
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<strong>Cavallaro</strong> E. L’ipnosi:<br />
<strong>una</strong> <strong>introduzione</strong> <strong>psicofisiologica</strong><br />
4. L’ipnosi fra stress, distensione ed<br />
inibizione dell’azione<br />
Ai fini di un migliore inquadramento dell’ipnosi come stato «naturale» di<br />
coscienza, programmato geneticamente ed avente, fra l’altro, finalità di riequilibrio<br />
fisiologico in conseguenza di eventuali fattori stressanti, le implicazioni<br />
psicobiologiche dello stress verranno da noi analizzate oltre che alla luce<br />
dell’originaria impostazione di Selye anche nell’ottica della «Inibizione—<br />
Eccitazione» di Laborit.<br />
Le implicazioni psicobiologiche dello stress<br />
Com’è noto, se Pavlov fu il primo a fornire uno strumento per l’induzione<br />
sperimentale di stress e per la misurazione delle emozioni come correlati<br />
dello stress fisico, è a Cannon (1929) che dobbiamo la dimostrazione scientifica<br />
delle connessioni esistenti tra le emozioni e certi cambiamenti fisiologici.<br />
Selye (1950), più tardi, dimostrò l’esistenza anche di uno specifico sistema<br />
endocrino, il sistema pituitario adrenocorticale, il quale svolgerebbe un ruolo<br />
estremamente importante nella risposta fisica ed emozionale concretizzantesi<br />
nella cosiddetta Sindrome Generale di Adattamento (SGA).<br />
Tale teoria è importantissima in quanto sposta l’attenzione sulle riposte<br />
dell’organismo anziché sugli agenti patogeni: ed è secondo noi paragonabile<br />
alla scoperta che l’ipnosi è un fenomeno esclusivamente del soggetto anziché<br />
l’effetto di un qualche «fluido» o agente esterno.<br />
Successivamente divenne sempre più chiaro che il controllo delle emozioni<br />
viene esercitato da parti diverse dell’encefalo, piuttosto che da un singolo<br />
centro (Broadbent, 1981).<br />
La corteccia, il sistema limbico ed il sistema reticolare partecipano, infatti,<br />
alla valutazione delle informazioni nervose in termini di anticipazioni spiacevoli<br />
e piacevoli; il sistema limbico controlla la dimensione di avvicinamento<br />
e allontanamento; mentre il sistema reticolare controlla il livello di attivazione.<br />
Il sistema limbico, inoltre, attraverso il sistema nervoso autonomo e l’ipofisi,<br />
influisce direttamente sulle reazioni viscerali.<br />
Pribram (1980) ha poi messo l’accento sul fatto che i processi cognitivi possono<br />
avere <strong>una</strong> funzione preventiva; ovvero, se un individuo valuta giustamente<br />
<strong>una</strong> situazione, può diminuire l’eccesso della reazione di stress.<br />
Dello stesso parere è Lazarus (1966), che ha formulato per primo il concetto<br />
di stress psicologico: la reazione dipenderebbe cioè dal fattore «personalità».<br />
Se l’individuo ritiene uno stimolo rilevante, sia a livello conscio che in-<br />
Caleidoscopio<br />
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