22.05.2013 Views

Italiano L'ipnosi: una introduzione psicofisiologica - Cavallaro Evaldo

Italiano L'ipnosi: una introduzione psicofisiologica - Cavallaro Evaldo

Italiano L'ipnosi: una introduzione psicofisiologica - Cavallaro Evaldo

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

<strong>Cavallaro</strong> E. L’ipnosi:<br />

<strong>una</strong> <strong>introduzione</strong> <strong>psicofisiologica</strong><br />

«alterato» sia non solo non necessario per comprendere l’ipnosi, ma potenzialmente<br />

fuorviante.<br />

Noi riteniamo infatti che l’ipnosi sia uno stato di coscienza assolutamente<br />

«naturale» in cui il corpo è sì in grado di andare al di fuori dei suoi limiti<br />

normali (sia nel più che nel meno), ma sempre all’interno delle sue capacità<br />

«strutturali» geneticamente e culturalmente determinate. In sostanza, a livello<br />

fisico (somatico), nello stato ipnotico si potrà ottenere il massimo o il minimo<br />

che la «macchina» corporea è in grado di fornire come prestazione: ma<br />

non si potranno mai ottenere cose «soprannaturali» cioè non già iscritte nella<br />

«natura» del corpo (come è noto la parola «natura» ha la stessa radice di<br />

«nascere»). Al tempo stesso a livello psichico (e quindi, in conseguenza dei<br />

meccanismi ideomotori, a livello comportamentale), nello stato ipnotico la<br />

mente è in grado di accettare o di rifiutare qualunque idea o messaggio che<br />

sia (o sia stata) capace culturalmente di concepire.<br />

In sostanza, a livello psicologico, nello stato ipnotico il soggetto vive la<br />

realtà in maniera diversa che nello stato di veglia: ciò che prima sembrava<br />

assurdo o impossibile ora può (attenzione «può», non automaticamente<br />

«deve») risultare normale o possibile; e ciò che prima sembrava logico o possibile,<br />

nello stato ipnotico «può» ora risultare assurdo o impossibile. Questa<br />

peculiarità dell’ipnosi, di rendere cioè il comportamento prima impossibile<br />

facilmente realizzabile, ci rende ragione delle numerose possibilità applicative<br />

dell’ipnosi.<br />

Per il fumatore incallito, o per il fobico o per il paziente in preda ai dolori<br />

la normalità è, rispettivamente, il fumare, la fobia e il dolore; e smettere di<br />

fumare, liberarsi dalla fobia o del dolore sembrano mete utopistiche o comunque<br />

irraggiungibili al diretto interessato. Ma durante l’ipnosi (proprio<br />

come in sogno), uno può scoprire di essere capace «di non essere più capace»<br />

di fumare, o di avere la reazione fobica, o di sentire il dolore: e, di conseguenza,<br />

lo stato ipnotico permette di porre la prima pietra per la costruzione<br />

della nuova capacità (in aggiunta alla vecchia capacità che, ovviamente,<br />

rimarrà sempre) di non fumare, di non avere la fobia o di non sentire dolore.<br />

Perché, e qui ci sembra doveroso dire «Grazie a Dio», contrariamente a<br />

un’opinione popolare diffusa, l’ipnosi (come d’altra parte qualunque altra<br />

forma di psicoterapia) non è in grado di estinguere «definitivamente» alcun<br />

comportamento; semmai rende possibile (in linea di massima più facilmente<br />

e rapidamente che con ogni altro mezzo puramente psicologico), l’acquisizione<br />

di qualsiasi nuovo schema di comportamento. In sostanza è come se,<br />

mediante l’ipnosi, ognuno di noi avesse accesso alla totalità delle proprie risorse<br />

fisiche e mentali; quindi, in definitiva, comportamentali. Sulla base di<br />

queste considerazioni l’ipnosi ci sembra <strong>una</strong> condizione di reattività <strong>psicofisiologica</strong><br />

allargata (e, soprattutto, allargabile, a comando): quindi, fortemente<br />

adattiva.<br />

Dal punto di vista delle sue caratteristiche operative ci sembra invece che i<br />

Caleidoscopio<br />

45

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!