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Italiano L'ipnosi: una introduzione psicofisiologica - Cavallaro Evaldo

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<strong>Cavallaro</strong> E. L’ipnosi:<br />

<strong>una</strong> <strong>introduzione</strong> <strong>psicofisiologica</strong><br />

boratore di modelli sia di pensiero che di comportamento) ad essere il principale<br />

artefice della commutazione ipnotica; senza un sistema nervoso sufficientemente<br />

sviluppato, inoltre, nessun pilotaggio» della trance ipnotica<br />

sarebbe possibile.<br />

Secondo Arnold (1959) quando gli impulsi sensoriali non essenziali all’azione<br />

vengono esclusi, il soggetto sviluppa uno «stato di aspettativa» e di accettazione<br />

di ciò che l’ipnotista suggerisce: con il risultato che il flusso di impressioni<br />

sensoriali si riduce ulteriormente. A livello neurofisiologico ciò che<br />

accade è probabilmente <strong>una</strong> inibizione corticale nella quale l’apparato immaginativo<br />

viene mediato dal sistema limbico e, più specificamente, dal circuito<br />

d’azione ippocampale connesso col sistema di proiezione talamica diffusa.<br />

Quest’ultimo, a sua volta, medierebbe la riduzione o la intensificazione della<br />

conduzione neuronale alla corteccia limbica ed all’ippocampo, e funzionerebbe<br />

come strumento regolatore nell’escludere determinate impressioni<br />

sensoriali. La distorsione e esclusione di informazioni sensoriali che in tal<br />

modo ne deriverebbe, può aiutarci a comprendere il formarsi delle allucinazioni<br />

ipnotiche positive e negative.<br />

Le suggestioni miranti, per esempio, al completo rilassamento neuromuscolare<br />

(la cosiddetta cataplessia), ancorché caratterizzate da <strong>una</strong> completa<br />

consapevolezza, sono probabilmente mediate dal sistema limbico in collegamento<br />

con la corteccia motoria e premotoria, e rappresenterebbero l’immaginazione<br />

motoria (l’ideomotricità) trasformata in azione.<br />

Le sensazioni suggerite (l’ideosensorietà) sarebbero invece mediate dal<br />

sistema limbico in collegamento con le aree associative frontali e le aree di ricezione<br />

sensoriale primaria.<br />

Queste ultime rappresenterebbero immagini memorizzate che però, in<br />

qualche modo, verrebbero «futurizzate»; e tali immagini verrebbero accettate<br />

come reali in quanto le funzioni valutative sarebbero state escluse attraverso<br />

un qualche meccanismo, non ancora identificato, ma probabilmente simile<br />

a quello dei sogni. Le suggestioni postipnotiche scaturirebbero pertanto,<br />

in maniera naturale, dalle situazioni suggestive create durante lo stato ipnotico,<br />

venendo anch’esse mediate dal sistema limbico esattamente come<br />

qualunque altra azione compiuta al di fuori dello stato di coscienza ipnotico<br />

(Akstein, 1965).<br />

Roberts (1960) mette in discussione il ruolo della formazione reticolare talamica<br />

di proiezione diffusa nella produzione dei fenomeni ipnotici in<br />

quanto, secondo lui, non può essere dimostrato con sicurezza che questa<br />

area possa servire come veicolo percettivo.<br />

D’altra parte, l’evidente e spontanea riduzione di attività sensomotoria<br />

che si ha durante l’ipnosi sembra accordarsi con le teorie secondo le quali la<br />

percezione si serve anche di altri canali cognitivi, secondo un vero e proprio<br />

processo di «costruzione della realtà» (Olivetti Belardinelli, 1983) in cui l’originario<br />

input sensoriale serve solo ad innescare un vasto processo «proietti-<br />

Caleidoscopio<br />

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