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Italiano L'ipnosi: una introduzione psicofisiologica - Cavallaro Evaldo

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<strong>Cavallaro</strong> E. L’ipnosi:<br />

<strong>una</strong> <strong>introduzione</strong> <strong>psicofisiologica</strong><br />

no il passaggio dal sonno fisiologico allo stato di veglia. La funzione attivatrice<br />

del Sistema Reticolare e del talamo sembra abbiano specifiche capacità<br />

eccitatrici sulla corteccia.<br />

Tutto ciò sembra avere implicazioni anche per quanto riguarda la fenomenologia<br />

ipnotica, caratterizzata da un evidente comportamento «di veglia»<br />

pur in presenza di <strong>una</strong> più o meno massiccia inibizione di determinate aree<br />

corticali. Benché non sia stata finora evidenziata alc<strong>una</strong> caratteristica significativa<br />

alterazione del tracciato EEG in ipnosi, sembra ormai acquisito che, a<br />

seconda del livello corticale di eccitazione o di inibizione, il Sistema Attivatore<br />

Reticolare Ascendente (SARA) possa costituire un utile indicatore per il<br />

continuum neurofisiologico che va dalla veglia al sonno passando per l’ipnosi<br />

(Marmer, 1959).<br />

Meccanismi neurofisiologici mediatori delle emozioni e dell’ipnosi<br />

È un dato di fatto che tentare la spiegazione anche del più semplice accadimento<br />

neurale risulta estremamente complesso; e la cosa si complica ancora<br />

di più se pensiamo che, a tutt’oggi, non è stato possibile individuare uno<br />

specifico setting di correlati neurofisiologici del comportamento ipnotico: né<br />

a livello di interazione fra i diversi sistemi, né a livello dell’attività di singole<br />

strutture cerebrali.<br />

La ragione di ciò è a nostro avviso da ricercarsi nel fatto che l’ipnosi rappresenta<br />

uno stato di coscienza naturale che è parte integrante delle dinamiche<br />

comportamentali della nostra vita quotidiana: l’ipnosi è cioè da intendersi<br />

come un vero e proprio meccanismo istintivo di difesa e, quindi, <strong>una</strong> reazione<br />

adattativa già determinata filogeneticamente.<br />

La base che ci permette di condividere appieno questa asserzione di<br />

Kroger (1956) è nel fatto che l’attività di <strong>una</strong> predeterminata rete di sinapsi<br />

neuronali capaci di regolare le commutazioni fra i vari stati di coscienza può<br />

venire modificata attraverso l’esperienza e, in particolare, dall’apprendimento.<br />

È infatti fuori discussione che ingredienti ereditari entrano in gioco in<br />

ogni processo di apprendimento; e che, all’inverso, <strong>una</strong> estensiva modificazione<br />

di questi stessi ingredienti può risultare da successivi processi di apprendimento<br />

e di condizionamento, tanto da far pensare che fattori ereditari<br />

ed acquisiti siano parte di un più vasto continuum (Kubie, 1961; Le Ny, 1977).<br />

La capacità di entrare in ipnosi si trova infatti già inscritta nell’orgamismo<br />

e può essere elicitata dalla semplice alterazione dei processi sensoriali o delle<br />

interpretazioni che il soggetto dà di sè stesso e di ciò che accade intorno a lui<br />

(Barber, 1958).<br />

È fuori discussione che i meccanismi neurali attraverso i quali lo stato<br />

ipnotico influenza il comportamento del soggetto modifichino innanzitutto il<br />

suo modo di pensare: e, d’altra parte, è proprio il sistema nervoso (come ela-<br />

42 Caleidoscopio

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