Italiano L'ipnosi: una introduzione psicofisiologica - Cavallaro Evaldo
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<strong>Cavallaro</strong> E. L’ipnosi:<br />
<strong>una</strong> <strong>introduzione</strong> <strong>psicofisiologica</strong><br />
taneamente il tracciato EEG, pur senza risvegliare il soggetto. Tuttavia, pronunciando<br />
a bassa voce il nome del soggetto, si ottiene un rapido risveglio<br />
con concomitanti cambiamenti dell’EEG secondo modalità tipiche della veglia<br />
e dello stato di allerta.<br />
Sembra pertanto che la formazione reticolare sia in grado di agire a livello<br />
centrale come un amplificatore regolabile, a due vie, in grado di modulare<br />
segnali sia a livello ipnotico che non ipnotico (Kroger, 1977).<br />
La scoperta della cosiddetta specializzazione emisferica e, soprattutto, gli<br />
studi di Sperry, Gazzaniga e Bogen (1969), hanno inoltre permesso di ipotizzare<br />
<strong>una</strong> specifica localizzazione anatomica ai vecchi concetti di «conscio» ed<br />
«inconscio»; e sembra addirittura che la dominanza emisferica sia positivamente<br />
correlata con l’ipnotizzabilità (Gur e Gur, 1974).<br />
Per quanto riguarda, invece, il ruolo della cosiddetta corteccia «interpretativa»,<br />
Penfield (1959) ha evidenziato anomale reazioni emozionali di paura,<br />
solitudine, panico e addirittura <strong>una</strong> falsa sensazione di «dèjà vu», attraverso<br />
la stimolazione elettrica di specifiche aree dei lobi temporali di soggetti epilettici.<br />
Cessando la stimolazione cessavano anche le reazioni dei soggetti.<br />
Tali meccanismi di scansione evocativa di memorie emozionali, probabilmente<br />
in collegamento con altre aree cerebrali, sono sicuramente implicati<br />
nelle tipiche fenomenologie ipnotiche della regressione d’età, della rivivificazione,<br />
dell’amnesia o dell’ipermnesia, delle allucinazioni sensoriali positive e<br />
negative ecc.<br />
Ruolo del sistema limbico, ipotalamico e reticolare<br />
La mediazione neurofisiologica delle emozioni sembra d’altra parte ormai<br />
attribuibile (Papez, 1937) ad <strong>una</strong> serie di strutture corticali più antiche,<br />
facenti parte del sistema limbico (Malmo, 1978).<br />
L’evidenza sperimentale ha poi dimostrato che il rinencefalo (il primitivo<br />
cervello olfattivo) può funzionare come attivatore aspecifico per la corteccia<br />
cerebrale, facilitando o inibendo l’apprendimento, la memoria, il<br />
comportamento osservabile ed i sentimenti interni, pur rimanendo sempre<br />
gerarchicamente sotto il controllo neocorticale (Heath, 1955).<br />
Il sistema limbico sembra pertanto stare in rapporto agli stati emozionali<br />
come il sistema reticolare sta in rapporto con gli aggiustamenti somatoviscerali.<br />
La supposta supremazia del ruolo del sistema limbico nei comportamenti<br />
emozionali sostiene inoltre l’ipotesi che siano localizzati a questo livello<br />
sia gli importanti meccanismi neuronali delle pulsioni emozionali, sia<br />
quelli, non meno importanti, della volontà concettuale o volontà cosciente<br />
(Mac Lean, 1954). In questa prospettiva il ruolo del sistema limbico nell’ambito<br />
della gerarchia funzionale del nostro cervello ci aiuta a capire me-<br />
38 Caleidoscopio