Italiano L'ipnosi: una introduzione psicofisiologica - Cavallaro Evaldo
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Cavallaro E. L’ipnosi: una introduzione psicofisiologica 3. L’ipnosi come «stato simil-emozionale» avente finalità adattative A prescindere da ogni altra considerazione, i tre stati di coscienza della veglia, dell’ipnosi e del sonno (con o senza sogni),sono caratterizzati da livelli diversi di «attenzione» nei riguardi dell’ambiente esterno; l’ipnosi, addirittura, può essere utilmente definita come uno stato d’attenzione selettiva nei riguardi di un qualche specifico stimolo. D’altra parte, se analizziamo l’essenza del funzionamento del nostro cervello, non possiamo non rimanere colpiti dal fatto che, a differenza di quello di ogni altro animale, anche di quelli «superiori», il cervello umano possiede, oltre alle funzioni di mantenimento dell’omeostasi attraverso delicati meccanismi di autoregolamentazione da retroalimentazione (feed-back), anche una funzione essenzialmente creativa. Il cervello umano cioè, oltre ad essere uno strumento adattativo, è peculiarmente uno strumento generativo di nuove soluzioni. Ruolo della corteccia cerebrale Come è noto nell’uomo la corteccia cerebrale si è evoluta al più alto livello di integrazione neurale, permettendo così un’elevata capacità di pensiero discriminativo ed una correlata capacità d’immagazzinare informazioni dalle esperienze passate: in tal modo noi possiamo non solo affrontare il presente ma, soprattutto, anticipare in maniera ottimale il futuro. La corteccia cerebrale rappresenta pertanto un’enorme rete di sistemi intersecantisi ed intrecciantisi nella quale funzioni di immagazzinamento, comparazione e codificazione degli impulsi forniscono la base per la percezione, la memoria e l’apprendimento. Veglia, sonno, ipnosi ed una varietà di complessi stati affettivi ed emozionali dipendono quindi dalle variazioni di «attivazione», cioè dalla particolare eccitabilità della parte mediana del cervello, a livello diencefalico, che si estrinseca nel funzionamento del Sistema di attivazione reticolare ascendente (SARA), specificamente implicato negli aggiustamenti somatoviscerali. La percezione discriminativa di un qualunque stimolo implicante la corteccia cerebrale sembra operare, sia nell’uomo che nei mammiferi superiori, nel senso di elicitare un’attivazione (arousal) dallo stato di sonno. Nella narcolessia, infatti, caratterizzata elettroencefalograficamente da tipiche onde lente, un rumore intenso ed improvviso ha il potere di accelerare momen- Caleidoscopio 37
Cavallaro E. L’ipnosi: una introduzione psicofisiologica taneamente il tracciato EEG, pur senza risvegliare il soggetto. Tuttavia, pronunciando a bassa voce il nome del soggetto, si ottiene un rapido risveglio con concomitanti cambiamenti dell’EEG secondo modalità tipiche della veglia e dello stato di allerta. Sembra pertanto che la formazione reticolare sia in grado di agire a livello centrale come un amplificatore regolabile, a due vie, in grado di modulare segnali sia a livello ipnotico che non ipnotico (Kroger, 1977). La scoperta della cosiddetta specializzazione emisferica e, soprattutto, gli studi di Sperry, Gazzaniga e Bogen (1969), hanno inoltre permesso di ipotizzare una specifica localizzazione anatomica ai vecchi concetti di «conscio» ed «inconscio»; e sembra addirittura che la dominanza emisferica sia positivamente correlata con l’ipnotizzabilità (Gur e Gur, 1974). Per quanto riguarda, invece, il ruolo della cosiddetta corteccia «interpretativa», Penfield (1959) ha evidenziato anomale reazioni emozionali di paura, solitudine, panico e addirittura una falsa sensazione di «dèjà vu», attraverso la stimolazione elettrica di specifiche aree dei lobi temporali di soggetti epilettici. Cessando la stimolazione cessavano anche le reazioni dei soggetti. Tali meccanismi di scansione evocativa di memorie emozionali, probabilmente in collegamento con altre aree cerebrali, sono sicuramente implicati nelle tipiche fenomenologie ipnotiche della regressione d’età, della rivivificazione, dell’amnesia o dell’ipermnesia, delle allucinazioni sensoriali positive e negative ecc. Ruolo del sistema limbico, ipotalamico e reticolare La mediazione neurofisiologica delle emozioni sembra d’altra parte ormai attribuibile (Papez, 1937) ad una serie di strutture corticali più antiche, facenti parte del sistema limbico (Malmo, 1978). L’evidenza sperimentale ha poi dimostrato che il rinencefalo (il primitivo cervello olfattivo) può funzionare come attivatore aspecifico per la corteccia cerebrale, facilitando o inibendo l’apprendimento, la memoria, il comportamento osservabile ed i sentimenti interni, pur rimanendo sempre gerarchicamente sotto il controllo neocorticale (Heath, 1955). Il sistema limbico sembra pertanto stare in rapporto agli stati emozionali come il sistema reticolare sta in rapporto con gli aggiustamenti somatoviscerali. La supposta supremazia del ruolo del sistema limbico nei comportamenti emozionali sostiene inoltre l’ipotesi che siano localizzati a questo livello sia gli importanti meccanismi neuronali delle pulsioni emozionali, sia quelli, non meno importanti, della volontà concettuale o volontà cosciente (Mac Lean, 1954). In questa prospettiva il ruolo del sistema limbico nell’ambito della gerarchia funzionale del nostro cervello ci aiuta a capire me- 38 Caleidoscopio
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<strong>Cavallaro</strong> E. L’ipnosi:<br />
<strong>una</strong> <strong>introduzione</strong> <strong>psicofisiologica</strong><br />
3. L’ipnosi come «stato simil-emozionale»<br />
avente finalità adattative<br />
A prescindere da ogni altra considerazione, i tre stati di coscienza della veglia,<br />
dell’ipnosi e del sonno (con o senza sogni),sono caratterizzati da livelli<br />
diversi di «attenzione» nei riguardi dell’ambiente esterno; l’ipnosi, addirittura,<br />
può essere utilmente definita come uno stato d’attenzione selettiva nei riguardi<br />
di un qualche specifico stimolo.<br />
D’altra parte, se analizziamo l’essenza del funzionamento del nostro cervello,<br />
non possiamo non rimanere colpiti dal fatto che, a differenza di quello<br />
di ogni altro animale, anche di quelli «superiori», il cervello umano possiede,<br />
oltre alle funzioni di mantenimento dell’omeostasi attraverso delicati<br />
meccanismi di autoregolamentazione da retroalimentazione (feed-back),<br />
anche <strong>una</strong> funzione essenzialmente creativa.<br />
Il cervello umano cioè, oltre ad essere uno strumento adattativo, è peculiarmente<br />
uno strumento generativo di nuove soluzioni.<br />
Ruolo della corteccia cerebrale<br />
Come è noto nell’uomo la corteccia cerebrale si è evoluta al più alto livello<br />
di integrazione neurale, permettendo così un’elevata capacità di pensiero<br />
discriminativo ed <strong>una</strong> correlata capacità d’immagazzinare informazioni dalle<br />
esperienze passate: in tal modo noi possiamo non solo affrontare il presente<br />
ma, soprattutto, anticipare in maniera ottimale il futuro.<br />
La corteccia cerebrale rappresenta pertanto un’enorme rete di sistemi<br />
intersecantisi ed intrecciantisi nella quale funzioni di immagazzinamento,<br />
comparazione e codificazione degli impulsi forniscono la base per la percezione,<br />
la memoria e l’apprendimento.<br />
Veglia, sonno, ipnosi ed <strong>una</strong> varietà di complessi stati affettivi ed emozionali<br />
dipendono quindi dalle variazioni di «attivazione», cioè dalla particolare<br />
eccitabilità della parte mediana del cervello, a livello diencefalico, che si<br />
estrinseca nel funzionamento del Sistema di attivazione reticolare ascendente<br />
(SARA), specificamente implicato negli aggiustamenti somatoviscerali.<br />
La percezione discriminativa di un qualunque stimolo implicante la<br />
corteccia cerebrale sembra operare, sia nell’uomo che nei mammiferi superiori,<br />
nel senso di elicitare un’attivazione (arousal) dallo stato di sonno. Nella<br />
narcolessia, infatti, caratterizzata elettroencefalograficamente da tipiche onde<br />
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