Italiano L'ipnosi: una introduzione psicofisiologica - Cavallaro Evaldo
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<strong>Cavallaro</strong> E. L’ipnosi:<br />
<strong>una</strong> <strong>introduzione</strong> <strong>psicofisiologica</strong><br />
Le conclusioni di Barolin (1968) possono essere così sintetizzate:<br />
1) Lo studio (eseguito con Dongier) nei bambini epilettici (sottoposti a<br />
«training autogeno» a scopo terapeutico) ha chiaramente dimostrato un’aumento<br />
della tendenza alla sincronizzazione durante l’ipnosi.<br />
Lo stesso avviene, quantunque più raramente e in minor grado, nei<br />
soggetti sani. Analogamente, si è notato un aumento o <strong>una</strong> ricomparsa dei<br />
rythmes en arceaux di Gastaut.<br />
2) Una chiara differenza rispetto al sonno è rappresentata dalla persistenza,<br />
durante l’ipnosi dell’attività alfa.<br />
Quando il tracciato sincronizzato, tipico dell’ipnosi, si modifica in un tracciato<br />
di sonno (con la scomparsa dell’attività alfa), bisogna ammettere che il<br />
soggetto si è addormentato sotto ipnosi, il che succede abbastanza spesso.<br />
In effetti, l’ipnosi e l’auto-ipnosi sono usate proprio a scopo terapeutico<br />
nel campo dei disturbi del sonno.<br />
L’EEG ipnoide, in sé, deve essere comunque distinto da quello della<br />
sonnolenza e del sonno (in contrasto con il concetto di Pavlov, della ipnosi<br />
come sonno parziale).<br />
3) Se viene eseguita qualche attività durante lo stato ipnoide, o per suggestione<br />
esterna o per decisione spontanea del soggetto, all’EEG appare un<br />
quadro di arousal. In questo caso l’EEG dell’ipnosi si comporta come quello<br />
della veglia.<br />
4) D’altra parte, a differenza dello stato di veglia, durante l’ipnosi il blocco<br />
dell’attività alfa può essere diminuito o abolito da vari stimoli. Una particolare<br />
problematicità dei risultati è evidente in questo effetto, che sembra correlato<br />
alla profondità dell’ipnosi o, reciprocamente, al livello della vigilanza.<br />
5) All’apertura degli occhi durante l’ipnosi può mancare l’ammiccamento<br />
e possono essere diminuiti i movimenti rapidi degli occhi.<br />
Lo studio del potenziale evocato durante l’ipnosi è per Barolin (1968) di<br />
interesse speciale. La domanda che si è posta è questa: come si comporterebbe<br />
la risposta corticale se al soggetto si suggerisse (in via ipnotica) che<br />
stimoli identici sono percepiti ora più intensamente, ora più debolmente?<br />
In uno studio sperimentale, con <strong>una</strong> successione di lampi luminosi, non<br />
sono state trovate variazioni dei potenziali evocati, quantunque il soggetto,<br />
rispondendo ad <strong>una</strong> suggestione ipnotica, percepisse i lampi di luce alternativamente<br />
più brillanti e più scuri.<br />
Il dato più saliente, comunque, è che sotto ipnosi si è osservata <strong>una</strong><br />
maggiore costanza dei potenziali evocati.<br />
Con il potenziale evocato acustico è stato dimostrato che, indipendentemente<br />
dagli effetti della suggestione e per il solo fatto di entrare in uno stato<br />
di ipnosi, il potenziale evocato generalmente aumenta in ampiezza.<br />
Comunque, si è osservato un effetto in un certo senso paradossale: la suggestione<br />
di suoni più intensi evoca potenziali più piccoli, e viceversa: l’ampiezza<br />
dei potenziali aumenta, se sono suggeriti suoni di minore intensità.<br />
Caleidoscopio<br />
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