Italiano L'ipnosi: una introduzione psicofisiologica - Cavallaro Evaldo

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22.05.2013 Views

Cavallaro E. L’ipnosi: una introduzione psicofisiologica Stato di veglia Stato di ipnosi Figura 7. ECG in stato di veglia e in ipnosi dopo suggestione di paura. La frequenza di 90/min del primo tracciato aumenta nel secondo a 120/min. Abbiamo già visto come il concetto di sonno possa essere inteso in senso molto lato fino a comprendere i fenomeni dell’addormentamento e della inibizione interna di Pavlov (1968, 1975, 1978); orbene queste modificazioni sono molto più modeste di quelle del sonno vero e proprio. Qualche passo più avanti per una ricerca più fine venne però fatto da Heimann e Spoerri (1953), quantunque anch’essi partissero da un criterio negativo. In ricerche molto precise e diligenti essi riconoscono nel soggetto ipnotizzato modificazioni del ritmo alfa, come riduzione dell’ampiezza ed anche qualche rallentamento: ma mettono questi reperti nel conto di fenomeni di stanchezza cerebrale nel senso di Kornmuller (1943). Come abbiamo visto, la differenziazione tra questi fenomeni e quelli dell’addormentamento non è agevole; e del resto fenomeni di stanchezza possono essere invocati alla base stessa dell’addormentamento. In ogni caso non è giustificato porli senz’altro sul piano di concomitanze del tutto fortuite che nulla abbiano a che fare coll’ipnosi. Altrettanto si potrebbe dire per il sonno vero e proprio che, in qualche caso, può succedere all’ipnosi: esso in realtà non può essere identificato con l’ipnosi; tuttavia non si può neppure staccarlo completamente da essa, non potendosi escludere che dalla ipnosi esso possa essere in qualche modo facilitato, come in realtà tendono a sostenere Berker e Burgwin (1948). Secondo Barolin (1968), infine, i dati della letteratura sull’EEG nell’ipnosi sono molto divergenti: sia perché nei lavori dedicati all’argomento non si fa Caleidoscopio 33

Cavallaro E. L’ipnosi: una introduzione psicofisiologica distinzione tra lo stato ipnotico di base e le attività che possono occorrere durante questo stato; sia perché il grado della trance ipnotica non è obiettivamente misurabile. Né l’effetto terapeutico, né le risposte ai vari test (come un test di catalessia), possono infatti essere correlati con certezza ad una determinata profondità dell’ipnosi. Gli stati ipnoidi, come è noto, sono caratterizzati da una transizione del sistema vegetativo verso la vagotonia e possono essere indotti sia in modo etero che auto-ipnotico. Per quanto riguarda le funzioni somatiche misurabili quantitativamente, non esistono, secondo Barolin, differenze tra l’ipnosi, il «training autogeno» e i vari stati di «trance» degli esercizi Yoga e Zen. Di conseguenza, si deve presumere che si tratti di un identico stato funzionale dell’organismo; lo stato ipnoide, cioè, potrebbe essere considerato come un terzo stato dell’esistenza umana, accanto alla veglia e al sonno. I comportamenti tipici della temperatura cutanea, della secrezione sudoripara, della respirazione, della motilità intestinale, della frequenza cardiaca e respiratoria, ecc., sono stati spesso descritti; ma l’esperienza personale di Barolin si fonda soprattutto su 130 esami EEG, eseguiti nel corso di vari stati di ipnosi, e che risulta essere la più consistente serie di esami EEG della letteratura. Funzioni considerate Sonno normale Ipnosi Attenzione verso l’esterno ridottissime, quasi nulle selettive, verso l’operatore (afferenze sensoriali) Ritmo alfa assente significativo Tono muscolare ridotto ridotto Temperatura corporea in diminuzione in aumento Tono vasale in diminuzione in diminuzione Pressione arteriosa in diminuzione in diminuzione Battito cardiaco in diminuzione in diminuzione Ritmo respiratorio in diminuzione in diminuzione Erezione rara occasionale Movimenti oculari lenti occasionali REM occasionali Postura rilassata rilassata Coscienza perdita di coscienza attenzione fluttuante/ senza sogni disponibilità Finalità adattative antistress antistress Tabella 2. Principali raffronti fisiologici fra sonno normale ed ipnosi “non pilotata” (rispetto allo stato di veglia preso come base). 34 Caleidoscopio

<strong>Cavallaro</strong> E. L’ipnosi:<br />

<strong>una</strong> <strong>introduzione</strong> <strong>psicofisiologica</strong><br />

Stato di veglia Stato di ipnosi<br />

Figura 7. ECG in stato di veglia e in ipnosi dopo suggestione di paura. La<br />

frequenza di 90/min del primo tracciato aumenta nel secondo a 120/min.<br />

Abbiamo già visto come il concetto di sonno possa essere inteso in senso<br />

molto lato fino a comprendere i fenomeni dell’addormentamento e della<br />

inibizione interna di Pavlov (1968, 1975, 1978); orbene queste modificazioni<br />

sono molto più modeste di quelle del sonno vero e proprio.<br />

Qualche passo più avanti per <strong>una</strong> ricerca più fine venne però fatto da<br />

Heimann e Spoerri (1953), quantunque anch’essi partissero da un criterio negativo.<br />

In ricerche molto precise e diligenti essi riconoscono nel soggetto ipnotizzato<br />

modificazioni del ritmo alfa, come riduzione dell’ampiezza ed anche<br />

qualche rallentamento: ma mettono questi reperti nel conto di fenomeni<br />

di stanchezza cerebrale nel senso di Kornmuller (1943).<br />

Come abbiamo visto, la differenziazione tra questi fenomeni e quelli dell’addormentamento<br />

non è agevole; e del resto fenomeni di stanchezza possono<br />

essere invocati alla base stessa dell’addormentamento. In ogni caso non è<br />

giustificato porli senz’altro sul piano di concomitanze del tutto fortuite che<br />

nulla abbiano a che fare coll’ipnosi.<br />

Altrettanto si potrebbe dire per il sonno vero e proprio che, in qualche<br />

caso, può succedere all’ipnosi: esso in realtà non può essere identificato con<br />

l’ipnosi; tuttavia non si può neppure staccarlo completamente da essa, non<br />

potendosi escludere che dalla ipnosi esso possa essere in qualche modo facilitato,<br />

come in realtà tendono a sostenere Berker e Burgwin (1948).<br />

Secondo Barolin (1968), infine, i dati della letteratura sull’EEG nell’ipnosi<br />

sono molto divergenti: sia perché nei lavori dedicati all’argomento non si fa<br />

Caleidoscopio<br />

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