Italiano L'ipnosi: una introduzione psicofisiologica - Cavallaro Evaldo
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<strong>Cavallaro</strong> E. L’ipnosi:<br />
<strong>una</strong> <strong>introduzione</strong> <strong>psicofisiologica</strong><br />
Infatti per le sue stesse caratteristiche fenomenologiche, l’ipnosi è in grado<br />
di produrre tutte le manifestazioni tipiche della veglia, ma anche del sonno e<br />
del sogno, senza esclusione per le manifestazioni più tipicamente viscerali<br />
ed emozionali.<br />
Sul piano fenomenologico Pinelli (1958) ritiene che le modificazioni dello<br />
stato di veglia più facilmente riconoscibili durante l’ipnosi siano le seguenti:<br />
a) «esaltamento dell’attenzione», specialmente con determinate tecniche<br />
induttive, con un corrispettivo elettroencefalografico rappresentato da reperti<br />
di desincronizzazione;<br />
b) «rilassamento psichico» specialmente con determinate tecniche induttive,<br />
che favorisce evidenze elettroencefalografiche di maggiore costanza e<br />
regolarità del ritmo alfa;<br />
c) «sonnolenza», durante la trance, «e caratteristici stiramenti spontanei<br />
degli arti» al «risveglio» dalla stessa, come talvolta risulta anche da reperti<br />
EEG analoghi a quelli dell’addormentamento normale, con depressione dell’alfa<br />
analogo a quello della fase B del sonno fisiologico;<br />
d) analogie con disturbi psicologici e comportamentali a sfondo isterico,<br />
anche se facilmente reversibili.<br />
Sul piano interpretativo la fenomenologia fisiologica dell’ipnosi si presenta<br />
secondo due modalità apparentemente opposte: da un lato essa sembra<br />
il risultato di un processo essenzialmente depressivo dell’attività cerebrale;<br />
dall’altro essa permette manifestazioni contraddittorie di ipereccitabilità<br />
e di ipoeccitabilità emozionale, anche contigue, con caratteristiche amnesie<br />
o, al contrario, ipermnesie.<br />
Come è noto la prima ipotesi presuppone <strong>una</strong> inibizione corticale progressiva,<br />
con locali «punti sentinella» di eccitabilità che permetterebbero sia il<br />
rapporto con l’ipnotizzatore, sia il successivo risveglio; ad essa sono legati i<br />
nomi di Pavlov, Kretschmer (1950), Schilder (1956), Kubie e Margolin (1944)<br />
e Salter (1950).<br />
L’ipotesi delle modificazioni bipolari dell’eccitamento cerebrale, che accanto<br />
al fenomeno della «depressione» del campo di consapevolezza, evidenzia<br />
anche quello dell’esaltazione dell’attenzione, chiama invece in causa<br />
un’eventuale attivazione corticale localizzata svolta dal sistema talamico reticolare,<br />
e trova in Jasper (1949) e King (1954) i sostenitori sulla base di adeguati<br />
reperti elettroencefalografici.<br />
Secondo Conn (1949) alla base della trance ipnotica ci sarebbe un non meglio<br />
identificato stato di ipereccitabilità cerebrale; la quale però, attraverso<br />
adeguati mezzi, in alcuni casi può essere abbassata tanto da trasferirsi in <strong>una</strong><br />
depressione che assomiglia al sonno, pur non potendosi affatto identificare<br />
con esso.<br />
Gli studi eegrafici tecnicamente meglio condotti sull’ipnosi sono, secondo<br />
Pinelli (1959), quelli di Dynes (1947) e di Heimann e Spoerri (1953): tuttavia<br />
essi sono stati condotti con un criterio puramente negativo e precisamente<br />
quello di dimostrare che il «sonno ipnotico non è un sonno».<br />
30 Caleidoscopio