Italiano L'ipnosi: una introduzione psicofisiologica - Cavallaro Evaldo
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<strong>Cavallaro</strong> E. L’ipnosi:<br />
<strong>una</strong> <strong>introduzione</strong> <strong>psicofisiologica</strong><br />
ghiandole mammarie e ad un accumulo di grasso nella parte addominale, simulante<br />
la gravidanza. Ora non v’è dubbio che tutto questo prende avvio<br />
dalla testa, dai pensieri, dalle parole, dagli emisferi cerebrali, per influire su<br />
un processo sicuramente e realmente vegetativo come l’accrescimento del<br />
tessuto adiposo.<br />
Tornando ai due fondamentali concetti di eccitazione ed inibizione ,<br />
Pavlov osserva che, generalmente, appena facciamo agire uno stimolo inibitore<br />
(separando in tal modo lo stato attivo da quello inattivo), si verifica nell’animale<br />
uno stato ipnotico, di sonnolenza o di sonno vero e proprio (Venturini,<br />
1973).<br />
D’altro canto bisogna ammettere che l’eccitazione e l’inibizione sono processi<br />
dinamici che, se da un lato si irradiano e si propagano, dall’altro si concentrano<br />
e vengono ricondotti a confini ristretti e ben determinati.<br />
Quando l’inibizione si è irradiata e diffusa si verifica quel fenomeno che si<br />
manifesta con la sonnolenza o il sonno.<br />
Bisogna quindi dire che, quando si assiste al prodursi della sonnolenza,<br />
nelle sue prime manifestazioni, si sarebbe facilmente condotti a concludere<br />
che, fisiologicamente, l’ipnosi ed il sonno siano due fenomeni fondamentalmente<br />
identici.<br />
Nella sua essenza l’ipnosi, secondo Pavlov non differirebbe sostanzialmente<br />
dal sonno che per alcune particolarità, come ad esempio il fatto di essere<br />
un tipo di sonno che si sviluppa molto lentamente; cioè un sonno che in<br />
seguito, propagandosi sempre di più, giunge a diffondersi dagli emisferi cerebrali<br />
alle regioni subcorticali, risparmiando soltanto i centri respiratori e<br />
cardiaci, che comunque vengono rallentati nella loro attività.<br />
Mentre l’inibizione semplice è un fenomeno concentrato, l’ipnosi ed il<br />
sonno sono il risultato di un processo inibitorio che si è propagato a regioni<br />
cerebrali più o meno vaste.<br />
Infatti quando gli emisferi cerebrali vengono privati contemporaneamente<br />
di tutte le possibili stimolazioni sensoriali, l’animale entra rapidamente in un<br />
profondo stato di sonno.<br />
D’altra parte, quando ci si vuole addormentare, normalmente si spegne la<br />
luce, ci si isola dai rumori, ci si sdraia o comunque ci si rilassa: ci si mette in<br />
definitiva in <strong>una</strong> condizione di più o meno accentuato isolamento percettivo<br />
o sensoriale in modo da facilitare il processo di addormentamento.<br />
Ma, in fondo, queste sono anche le manovre che permettono all’ipnotizzatore<br />
di portare il soggetto in stato di trance. Per cui, con Pavlov (1961) si sarebbe<br />
portati a supporre l’esistenza di due tipi di sonno: un sonno passivo,<br />
prodotto dall’abolizione di un gran numero di eccitamenti, ricevuti solitamente<br />
dagli emisferi cerebrali; ed un sonno attivo, il processo di inibizione,<br />
che opport<strong>una</strong>mente pilotato produrrebbe l’ipnosi.<br />
Ogni cellula che si trovi sotto l’influenza di eccitazioni monotone continue<br />
entra infatti, inevitabilmente, in uno stato di inibizione: è un’evidenza in-<br />
28 Caleidoscopio