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Italiano L'ipnosi: una introduzione psicofisiologica - Cavallaro Evaldo

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<strong>Cavallaro</strong> E. L’ipnosi:<br />

<strong>una</strong> <strong>introduzione</strong> <strong>psicofisiologica</strong><br />

(1979), anche il sonno ipnotico; il quale, perciò, sarebbe uguale a sonno parziale,<br />

artificialmente indotto, e caratterizzato dal rapporto con l’ipnotista.<br />

Un’interpretazione similare fu anche prospettata da Bernheim (1884) e<br />

ripresa da Hadfield (1951).<br />

Più dettagliatamente si può precisare che, nel sonnambulismo, l’inibizione<br />

si estende solo ad alcune sfere corticali, mentre in altre si osserva un fenomeno<br />

di dinamogenia e di eccitamento funzionale, per cui si possono avere<br />

acutezza sensoria, precisione di reazioni motrici, eccitamento dell’immaginazione<br />

e della memoria.<br />

Nell’ipnosi profonda stuporosa, per <strong>una</strong> più vasta inibizione corticale, si<br />

può riscontrare, a volte, <strong>una</strong> ipereccitabilità neuromuscolare, con accentuazione<br />

dei riflessi midollari. Comprimendo il nervo facciale, ad esempio, si<br />

potrebbe avere la contrazione associata dei muscoli grande zigomatico, elevatore<br />

dell’ala del naso e orbicolare della bocca.<br />

Nella catalessi, infine, si eleva il tono sottocorticospinale, sicché è possibile<br />

quella forma particolare di contrazione che permette ai muscoli di tenere,<br />

per un tempo più o meno lungo, la posizione data loro.<br />

In conclusione, secondo Granone (1979),l’errore che oggi molti continuano<br />

a compiere è quello di volersi ostinare a fare rientrare nei quadri già conosciuti<br />

della fisiologia (sonno) o della patologia (nevrosi, isterismo) l’ipnosi;<br />

mentre è necessario convincersi che questa è <strong>una</strong> sindrome clinica a sé<br />

stante, cha ha dei punti di contatto e altri di divergenza con le sindromi cliniche<br />

classiche, già conosciute.<br />

La concezione pavloviana dell’ipnosi come sonno «parziale e<br />

condizionato»<br />

Come è noto Pavlov (1961) propone <strong>una</strong> impostazione del rapporto fra i<br />

due fondamentali stati di coscienza «sonno-veglia» come rapporto fra i due<br />

fondamentali processi nervosi «inibizione-eccitazione » .<br />

L’inibizione interna durante la veglia sarebbe pertanto un sonno frammentario<br />

di determinati gruppi di cellule; il sonno vero e proprio sarebbe invece<br />

<strong>una</strong> inibizione interna irradiata, estesa a tutta la massa degli emisferi e<br />

ai segmenti sottostanti dell’encefalo.<br />

La veglia ed il sonno sono pertanto collocati in <strong>una</strong> linea dimensionale, e<br />

non categoriale, secondo un continuum di fenomeni in cui il nostro stato di<br />

coscienza risulta modulato da evento interni all’organismo (Venturini, 1973).<br />

Fra eccitazione (E) ed inibizione (I) vi è quindi un rapporto inverso, che<br />

porta agli opposti estremi del sonno e della veglia. Quando (E) tende a zero,<br />

(I) tende all’infinito e si ha il sonno totale; quando viceversa (I) tende a zero,<br />

(E) tende all’infinito e si ha la veglia.<br />

In termini schematici Pavlov, pur non avendo elaborato un quadro gra-<br />

26 Caleidoscopio

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