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Italiano L'ipnosi: una introduzione psicofisiologica - Cavallaro Evaldo

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<strong>Cavallaro</strong> E. L’ipnosi:<br />

<strong>una</strong> <strong>introduzione</strong> <strong>psicofisiologica</strong><br />

L’ipnosi: <strong>una</strong> definizione di partenza<br />

L’ipnosi può essere definita come <strong>una</strong> condizione di coscienza assolutamente<br />

naturale (anche se particolare) reversibile, per alcuni aspetti simile al<br />

sonno ma per altri assai vicina allo stato di veglia e con possibilità di ridotto<br />

influenzamento da agenti esterni (che non siano pilotati dall’ipnotizzatore);<br />

essa può essere provocata, favorita o mantenuta mediante processi di suggestione<br />

associati a determinate pratiche percettive e/o motorie.<br />

Si tratta di un livello di attività mentale particolare, di un vero e proprio<br />

stato di coscienza, nel quale la persona ipnotizzata è coinvolta in un rapporto<br />

interpersonale molto stretto e coerente con il suo ipnotizzatore. In tale<br />

condizione diventa infatti più facile accettare, in modo acritico, le rappresentazioni<br />

mentali proposte dall’operatore, mantenendo centrata su di esse la<br />

propria attenzione, conscia ed inconscia; arrivando addirittura a manifestare<br />

<strong>una</strong> forma di «dissociazione» psichica (Bonaiuto, 1971).<br />

A livello psicoterapeutico nell’ipnosi si combinano un buon numero di<br />

elementi utili: sfogo, abreazione, persuasione, i n s i g h t e, soprattutto, un aumento<br />

della suggestionabilità, che rende il paziente capace di rompere il<br />

blocco emozionale di certe funzioni.<br />

La scoperta della specializzazione della lateralità emisferica cerebrale ha<br />

di recente dato un nuovo impulso allo studio dell’ipnosi, anche per interpretarla<br />

o sfruttarla in chiave cibernetica (Petrie, Stone, 1981).<br />

Secondo questa linea di ricerca l’induzione dell’ipnosi e l’ipnosi stessa sarebbero<br />

in rapporto con l’attivazione dell’emisfero cerebrale non dominante,<br />

il destro nella maggioranza dei casi. Questo stesso emisfero costituirebbe<br />

inoltre, e questo sembra oramai dimostrato, la «sede» della spazialità, della<br />

musica, della creatività e della fantasia nonché della cosiddetta «mente inconscia»,<br />

per usare l’espressione tipica di Milton Erickson o della «mente<br />

situactionale» per usare l’espressione di Gherardi (1982).<br />

A livello neurodinamico l’unicità dell’Io nei vari stati di veglia, sonno, sogni<br />

o ipnosi, si manifesterebbe con <strong>una</strong> sorta di specializzazione temporale<br />

per cui, durante il giorno avremmo il prevalere dell’Io «logico» (chiamato da<br />

Gherardi Self Conscious Mind) con <strong>una</strong> «dinamìa» che si estenderebbe, dal<br />

sistema Rinencefalo-diencefalo-mesencefalo verso l’emisfero sinistro (Popper<br />

ed Eccles, 1977). Si avrebbe così l’Io cosciente o, per usare un termine cibernetico,<br />

l’Io logico, «numerico».<br />

Durante la notte o, meglio, durante il sonno REM o durante la ipnosi, dalle<br />

strutture del sistema Rinencefalo-diencefalo mesencefalo emergerebbe invece,<br />

verso l’emisfero destro, lo stesso «Io»; che però, a questo punto, oltre<br />

ad essere carico di «memorie emozionali», da agire in un dreamy state (sogno<br />

vero e proprio o ipnosi), possederebbe peculiari qualità gestaltiche, apposizionali,<br />

geometriche, visuo-spaziali: o, per continuare ad usare la terminologia<br />

cibernetica, emergerebbe l’Io «analogico».<br />

14 Caleidoscopio

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