Italiano L'ipnosi: una introduzione psicofisiologica - Cavallaro Evaldo
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<strong>Cavallaro</strong> E. L’ipnosi:<br />
<strong>una</strong> <strong>introduzione</strong> <strong>psicofisiologica</strong><br />
connessa a dinamìe la cui focalità è propriamente emisferica destra, cioè dell’emisfero<br />
«muto» e non vocale (Gherardi, 1982; Hilgard, 1977; Galin, 1974).<br />
Grazie al principio della riproduttività della vita, constatabile da ognuno<br />
di noi quotidianamente, un qualunque elemento di <strong>una</strong> situazione può riaccendere<br />
l’intera situazione originaria: un vecchio motivo musicale, <strong>una</strong> vecchia<br />
fotografia, un’antica casa dove siamo stati da bambini, possono riaccendere,<br />
in parte o in tutto, <strong>una</strong> situazione psicologica, uno stato d’animo. E<br />
questa era <strong>una</strong> delle tecniche ipnotiche induttive più favorite da Erickson<br />
(1983), come riportano anche Bandler e Grinder (1984).<br />
D’altra parte, tutta la reflessologia condizionata rientra in questo concerto<br />
di cose di cui, sul piano neuroanatomico, ci testimoniano le cosiddette «sinapsi<br />
modificabili», importanti sia per l’apprendimento che per la memoria<br />
(Valverde,1968; Eccles,1970); e che ci permettono di comprendere l’importanza<br />
fondamentale che, nella terapia mediante ipnosi, ha la ripetizione monotona<br />
e continua di suggestioni le quali «costringono», per così dire, il soggetto<br />
ipnotizzato a ripercorrere strutture neuronali già vissute (rendendole<br />
così nuovamente disponibili); o gli permettono di tracciare (dietro suggerimento<br />
dell’ipnotizzatore), nuovi percorsi neuronali che amplieranno, in tal<br />
modo, le scelte comportamentali del soggetto stesso (Bandler e Grinder, 1983).<br />
Questo processo, dunque, di continua specularità biemisferica tra «Io-indistinto»<br />
ed «Io-distinto» è, allo stato di veglia, per un uomo adulto normale,<br />
un processo all’infinito. Nel sonno, invece, il processo cambia: perché tutto si<br />
ritirerebbe nelle strutture encefaliche più profonde del tronco (Bertini e<br />
Violani, 1982).<br />
Nel sogno, da queste profondità encefaliche e corporee, il tutto prenderebbe<br />
a svolgersi nell’emisfero destro (non vocale e sede del cosiddetto «Io indistinto»).<br />
Nell’ipnosi, infine, le cose avverrebbero come nel sonno, ma con<br />
<strong>una</strong> continua co-presenza dell’«Io distinto» (emisfero vocale) pronto ad intervenire<br />
attivamente: come infatti accade nell’ipnosi, più o meno «profonda»<br />
o «leggera», fino alla deipnotizzazione spontanea (Gherardi, 1982; Hull, 1933).<br />
In sintesi, secondo Levy-Agresti e Sperry (1968) le funzioni specifiche dell’emisfero<br />
dominante sarebbero le seguenti: collegamento con la coscienza,<br />
verbalità, descrizione linguistica, ideatività, ricerca delle somiglianze concettuali,<br />
analisi temporale, analisi dei dettagli, aritmeticità ed analogia con un<br />
calcolatore numerico.<br />
Per contro, le funzioni specifiche dell’emisfero minore sarebbero: nessun<br />
collegamento con la coscienza, quasi non-verbalità, musicalità, senso figurativo<br />
e configurazionale, somiglianza visiva, sintesi temporale, visione olistica,<br />
immaginazione, geometricità e spazialità.<br />
Caleidoscopio<br />
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