Rivalutare il terziario: - Unione Commercianti di Piacenza

GIUSEPPE ACCORDINO
Avvocato
Legale Unione Commercianti
di Piacenza
L ’ A V V O CR AU TB O R IRC IAS P O N D E
Illegittima interruzione di
linea telefonica professionale
e risarcimento del danno
Il caso deciso dal Tribunale
di Brindisi con la sentenza
in data 30.12.2011 è il seguente:
un ristoratore stipula
con una Compagnia telefonica
un contratto per la fornitura
di servizi di telefonica mobile
attraverso sette utenze, il cui
corrispettivo è da pagarsi mediante
disposizione bancaria
mensile (R.I.D.).
In conseguenza di un incolpevole
disguido, rimangono
insolute tre mensilità e, pertanto,
la Compagnia telefonica
senza dare alcun preavviso
interrompe il flusso delle chiamate
in entrata ed uscita per
sei delle sette linee telefoniche.
L’utente immediatamente
contatta il call center della
Compagnia, prendendo così
atto che solo dopo il pagamento
delle fatture insolute avrebbe
conseguito il ripristino del
servizio. Pur essendo stato effettuato
il relativo bonifico, la
Compagnia non solo non riattiva
il servizio ma, addirittura,
addebita al ristoratore anche
un importo a titolo di penale
per recesso anticipato.
L’utente ha, pertanto, citato
in giudizio la Compagnia telefonica
avanti il Tribunale di
Brindisi, sezione di Ostuni,
domandando l’immediata
riattivazione delle linee telefoniche,
nonchè di accertare
e dichiarare l’illegittimità
dell’interruzione del servizio e
del prelievo della somma comminata
a titolo di penale per
l’asserito recesso anticipato, e
di condannare la Compagnia
convenuta al risarcimento dei
danni patrimoniali e non patrimoniali.
Il Tribunale ha accolto le domande
dell’utente, con la citata
sentenza, dichiarando l’il-
legittinità dell’interruzione del
servizio e, conseguentemente,
del prelievo della somma comminata
a titolo di penale per
l’asserito recesso anticipato e
ordinando lo storno parziale
della relativa fattura e la restituzione
della relativa somma
e condannando la Compagnia
telefonica al risarcimento dei
danni patrimoniali.
Il Giudice, rilevata l’inesistenza
di un contratto regolarmente
sottoscritto dalle parti
(il ristoratore aveva disconosciuto
la firma apposta ad
un formulario prodotto dalla
Compagnia e del quale non è
stata chiesta la verificazione),
ha osservato che era applicabile
nel caso di specie la carta
dei servizi pubblicata dal gestore,
in base alla quale in caso
di mancata riscossione sono
previste procedure automatiche
che dovrebbero informare
il cliente dell’avvenuto decorso
dei termini e delle azioni
che la Compagnia intende
intraprendere per recuperare
il credito. La sospensione e la
successivia disattivazione dovrebbero
essere sempre tempestivamente
comunicate,
secondo tale Carta dei servizi.
Invece, nel caso di specie tali
previsioni non sono state rispettate.
In ogni caso, ha rilevato il Giudice,
l’illegittimità del comportamento
della Compagnia
emerge anche alla luce della
disciplina codicistica. Infatti,
il rapporto intercorso tra le
parti va ricondotto allo schema
contrattuale del contratto
di somministrazione, secondo
cui il somministrante non può
sospendere l’esecuzione senza
dare un congruo preavviso,
condizione non rispettata nel
caso in esame.
Per quanto riguarda il risarcimento
dei danni richiesto
dall’utente, il Giudice, in ragione
dell’uso professionale e
sistematico delle linee telefoniche,
ha affermato che deve
ritenersi, in applicazione di
una regola di esperienza di
difficile smentita, che l’interruzione
improvvisa della linea
telefonica nel pieno dell’estate,
periodo di maggiore affluenza
di clienti, sia stata idonea
ad arrecare disagi e danni
all’attore.
Il danno emergente è stato
identificato dal Giudice nelle
spese relative alla divulgazione
del nuovo recapito telefonico,
mentre il lucro cessante
nella perdita di clientela per
l’impossibilità di ricevere le
prenotazioni mediante l’uso
del mezzo telefonico. In considerazione
dell’impossibilità
di quantificazione del danno,
il Giudice ha provveduto, a
norma dell’art. 1226 c.c., alla
liquidazione del medesimo
con valutazione equitativa.
Quanto al profilo del danno
non patrimoniale, il Giudice
ha sottolineato che non è stato
provato alcun pregiudizio
esistenziale, idoneo a superare
quella soglia di sufficiente
gravità e compromissione dei
diritti lesi, individuata, in sede
interpretativa, dalle Sezioni
Unite della Suprema Corte,
quale limite imprescindibile
al risarcimento del danno non
patrimoniale.
aprile 2012 7