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22.05.2013 Views

compagnato da 200 ml. di latte intero, e 100 gr. di cioccolato al latte. Dopo un'ora dall'assunzione del cioccolato a tutti i partecipanti allo studio è stata testata la capacità antiossidante attraverso esami specifici del plasma. Dalla comparazione dei dati è risultato che i livelli di sostanze antiossidanti nel plasma aumentano notevolmente subito dopo l'introduzione del cioccolato fondente, per tornare poi ai livelli di base nel giro di 4 ore, mentre questo non avviene quando si assume il cioccolato al latte e nemmeno quando il cioccolato fondente è accompagnato da un bicchiere di latte. In altre parole è stato dimostrato che il latte interferisce con l'assorbimento degli antiossidanti, annullando i benefici che si ottengono introducendo piccole quantità di cioccolato fondente nella dieta: questo dato ci potrà essere estremamente utile in tutti i casi in cui riterremo opportuno introdurre i flavonoidi nella dieta dei nostri pazienti per sfruttarne le qualità antiossidanti. I cardiologi devono discutere di sessualità con i loro pazienti coronaropatici. Bedell S, Duperval M, Goldberg R. Am. Heart J 2002; 144:2 La sessualità è un fattore molto importante nell'influenzare la qualità della vita e può risultare alterata nei pazienti coronaropatici; e poco si sa su quanto i nostri pazienti desiderino ricevere dal loro cardiologo consigli in materia di sessualità. Questo studio si è appunto proposto in primo luogo di valutare in che misura questi pazienti desiderino discutere con il loro cardiologo su argomenti riguardanti la sessualità, ed inoltre di determinare quanto queste preferenze dei pazienti trovino riscontro nella realtà della pratica clinica. Dall'esame dei risultati di un questionario compilato da 48 donne e 188 uomini coronaropatici in un ambulatorio cardiologico extraospedaliero è risultato che la stragrande maggioranza dei pazienti riteneva che il loro cardiologo dovesse parlare con loro della funzione sessuale, ma che però solo una minoranza (il 3% degli uomini e il 18% delle donne) credeva di essere stato in effetti adeguatamente informato su questa funzione. È risultato anche che la maggior parte dei colloqui si svolgevano con i pazienti maschi, e che di disfunzioni sessuali si parlava più con i maschi (43%) che con le femmine (13%). Gli autori concludono che lo studio suggerisce che i pazienti accolgono positivamente l'opportunità di parlare della loro funzione sessuale con il proprio cardiologo, e che è quindi opportuno che si dedichi una maggiore attenzione a questo aspetto della qualità della vita, specie nelle donne coronaropatiche. Da parte nostra, oltre all'apprezzamento per aver toccato un problema il cui interesse è decisamente molto superiore alla frequenza con la quale se ne parla, desideriamo evidenziare come anche una ricerca semplice e di piccole dimensioni eseguibile con estrema facilità a livello ambulatoriale possa essere ritenuta degna di ospitalità e di attenzione su pubblicazioni di eccellenza come il giornale dell'American Heart Association. 67

68 Confronto fra Angioplastica Primaria e Trombolisi Preospedaliera nell'Infarto Miocardico Acuto: studio randomizzato. Bonnefoy E, Lapostolle F, Leizoroviez A Steg G, et al. ricercatori del gruppo di studio CAPTIM (Comparison of Angioplasty and Pre-hospital Thrombolysis in acute Myocardial Infarction) Lancet 2002; 360: 825-829 Sebbene sia la fibrinolisi preospedaliera che l'angioplastica primaria abbiano effetti benefici sulla fibrinolisi intraospedaliera nell'infarto miocardico acuto esse sinora non erano mai state messe a confronto diretto. Scopo di questo studio è appunto quello di indagare se l'angioplastica primaria sia preferibile alla trombolisi preospedaliera. Il trial multicentrico randomizzato CAPTIM ha coinvolto 840 pazienti (dei 1200 inizialmente previsti) che avevano presentato da meno di 6 ore un infarto miocardico acuto con soprallivellamento del tratto ST e che avevano ricevuto i primi soccorsi da unità di emergenza mobili. A 419 di questi pazienti è stata praticata la fibrinolisi preospedaliera con alteplase accelerato e agli altri 421 l'angioplastica primaria. Tutti sono poi stati trasferiti ad un centro con accesso all'angioplastica di emergenza. L'end-point primario è stato rappresentato da un insieme di mortalità, reinfarto non fatale e stroke debilitante non fatale a 30 giorni. Il ritardo medio fra l'insorgenza dei sintomi ed il trattamento è risultato di 130 minuti nel gruppo della fibrinolisi preospedaliera e di 190 minuti (calcolati alla prima insufflazione del palloncino) nel gruppo dell'angioplastica primaria. Una successiva angioplastica è stata eseguita in ospedale nel 26% dei pazienti del gruppo fibrinolisi. Il tasso dell'end-point primario è risultato dell' 82% (34 pazienti) nel gruppo della fibrinolisi preospedaliera e del 62% (26 pazienti) nel gruppo dell'angioplastica primaria. Sono deceduti 16 (pari al 3,8%) dei pazienti assegnati al gruppo fibrinolisi preospedaliera e 20 (pari al 4,8%) dei pazienti assegnati all'angioplastica primaria. Gli autori concludono che una strategia di angioplastica primaria non è risultata migliore di una strategia di trombolisi preospedaliera (con successivo trasferimento ad un centro ove è possibile eseguire una trombolisi intraospedaliera) nei pazienti con infarto miocardico acuto. Possiamo aggiungere che i risultati di questo interessante studio francese confermano le ultradecennali intuizioni dell'ANCE a favore della trombolisi preospedaliera e confortano la conclusione che allo stato attuale il modo più appropriato di trattare un paziente con infarto miocardico acuto in evoluzione è il seguente: somministrare terapie antiaggreganti (aspirina una tienopiridina e possibilmente abciximab), iniziare il trattamento trombolitico e trasferire il paziente alla PTCA primaria, indipendentemente dal fatto che la più prossima unità di caterizzazione disti 3 piani o 3 ore. Fare di meno oggi non può essere considerato un trattamento corretto. Il consumo di pesce riduce la frequenza cardiaca. Fish Consumption Is Associated With Lower Heart Rates. Dallongeville J Yarnell J, Ducimetière P, et Al Circulation 2003; 108: 820-825 Negli ultimi anni è stato ripetutamente sottolineato il ruolo protettivo svolto dal consumo di pesce sull'apparato cardiovascolare, attraverso una diminuzione del rischio di coronaropatia, della mortalità e della morte improvvisa, e tale ruolo ha ricevuto ampie conferma da una serie di studi condotti con la semplice dieta come il DART (Diet And Reinfarction Trial) e con acidi grassi polinsaturi come il GISSI 2.

compagnato da 200 ml. di latte <strong>in</strong>tero, e 100 gr. di cioccolato al latte. Dopo un'ora dall'assunzione<br />

del cioccolato a tutti i partecipanti allo studio è stata testata la capacità antiossidante<br />

attraverso esami specifici del plasma. Dalla comparazione dei dati è risultato<br />

che i livelli di sostanze antiossidanti nel plasma aumentano notevolmente subito dopo l'<strong>in</strong>troduzione<br />

del cioccolato fondente, per tornare poi ai livelli di base nel giro di 4 ore,<br />

mentre questo non avviene quando si assume <strong>il</strong> cioccolato al latte e nemmeno quando <strong>il</strong><br />

cioccolato fondente è accompagnato da un bicchiere di latte.<br />

In altre parole è stato dimostrato che <strong>il</strong> latte <strong>in</strong>terferisce con l'assorbimento degli antiossidanti,<br />

annullando i benefici che si ottengono <strong>in</strong>troducendo piccole quantità di cioccolato<br />

fondente nella dieta: questo dato ci potrà essere estremamente ut<strong>il</strong>e <strong>in</strong> tutti i casi <strong>in</strong> cui<br />

riterremo opportuno <strong>in</strong>trodurre i flavonoidi nella dieta dei nostri pazienti per sfruttarne<br />

le qualità antiossidanti.<br />

I cardiologi devono discutere di sessualità con i loro pazienti<br />

coronaropatici.<br />

Bedell S, Duperval M, Goldberg R.<br />

Am. Heart J 2002; 144:2<br />

La sessualità è un fattore molto importante nell'<strong>in</strong>fluenzare la qualità della vita e può risultare<br />

alterata nei pazienti coronaropatici; e poco si sa su quanto i nostri pazienti desider<strong>in</strong>o<br />

ricevere dal loro cardiologo consigli <strong>in</strong> materia di sessualità.<br />

Questo studio si è appunto proposto <strong>in</strong> primo luogo di valutare <strong>in</strong> che misura questi<br />

pazienti desider<strong>in</strong>o discutere con <strong>il</strong> loro cardiologo su argomenti riguardanti la sessualità,<br />

ed <strong>in</strong>oltre di determ<strong>in</strong>are quanto queste preferenze dei pazienti trov<strong>in</strong>o riscontro<br />

nella realtà della pratica cl<strong>in</strong>ica.<br />

Dall'esame dei risultati di un questionario comp<strong>il</strong>ato da 48 donne e 188 uom<strong>in</strong>i coronaropatici<br />

<strong>in</strong> un ambulatorio cardiologico extraospedaliero è risultato che la stragrande<br />

maggioranza dei pazienti riteneva che <strong>il</strong> loro cardiologo dovesse parlare con loro della<br />

funzione sessuale, ma che però solo una m<strong>in</strong>oranza (<strong>il</strong> 3% degli uom<strong>in</strong>i e <strong>il</strong> 18% delle<br />

donne) credeva di essere stato <strong>in</strong> effetti adeguatamente <strong>in</strong><strong>formato</strong> su questa funzione.<br />

È risultato anche che la maggior parte dei colloqui si svolgevano con i pazienti maschi,<br />

e che di disfunzioni sessuali si parlava più con i maschi (43%) che con le femm<strong>in</strong>e (13%).<br />

Gli autori concludono che lo studio suggerisce che i pazienti accolgono positivamente<br />

l'opportunità di parlare della loro funzione sessuale con <strong>il</strong> proprio cardiologo, e che è<br />

qu<strong>in</strong>di opportuno che si dedichi una maggiore attenzione a questo aspetto della qualità<br />

della vita, specie nelle donne coronaropatiche.<br />

Da parte nostra, oltre all'apprezzamento per aver toccato un problema <strong>il</strong> cui <strong>in</strong>teresse<br />

è decisamente molto superiore alla frequenza con la quale se ne parla, desideriamo evidenziare<br />

come anche una ricerca semplice e di piccole dimensioni eseguib<strong>il</strong>e con estrema<br />

fac<strong>il</strong>ità a livello ambulatoriale possa essere ritenuta degna di ospitalità e di attenzione<br />

su pubblicazioni di eccellenza come <strong>il</strong> giornale dell'American Heart Association.<br />

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