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puntura alla base del piccolo cono di pus che sormontava uno dei foruncoli, posto sulla nuca. Il liquido della puntura venne subito seminato al contatto dell’aria pura. L’indomani il liquido di coltura ha perso la limpidezza e dà asilo a un unico organismo formato di piccoli punti sferici, riuniti a coppie di due granellini. Il 14 giugno altro foruncolo sul collo della stessa persona. Stesso esame, stesso risultato”. È la verifica sperimentale dell’ipotesi. Qui sta lo scienziato. “Riassumendo, sembra certo che ogni foruncolo contenga un parassita microscopico aerobio, e che proprio a esso siano dovute l’infiammazione locale e la formazione del pus che ne è la conseguenza”. È la deduzione. “I liquidi di coltura del piccolo organismo, inoculati sotto la pelle a conigli e cavie, fanno nascere degli ascessi, in genere poco voluminosi e che guariscono subito”. È l’ipotesi successiva col suo controllo. In conclusione: 1. il clinico è primo attore sul palcoscenico della medicina e deve tenere saldamente in mano le redini del ragionamento clinico, della costruzione diagnostico-terapeutica; 2. si serve (senza esserne schiavo) dei dati tecnologici e di laboratorio, selezionando quelli necessari per le ipotesi formulate e interpretandoli nel contesto di “quella persona” per i quali li ha richiesti; 3. stando a fianco del singolo paziente, adopera una metodologia pienamente scientifica, operando “esperimenti” che non sono affatto di secondo piano rispetto agli esperimenti provenienti dai laboratori. RELAZIONE MEDICO-PAZIENTE ACQUISIZIONE DEI DATI INIZIALI FORMULAZIONE DI UNA IPOTESI DIAGNOSTICA VERIFICA DELL’IPOTESI Se l’ipotesi è vera dovrebbero essere presenti altri dati (a, b...) con essa compatibili e dovrebbero essere assenti i dati (x, y...) con essa incompatibili IPOTESI CONFERMATA IPOTESI NON CONFERMATA DECISIONE TERAPEUTICA NECESSITA’ DI FORMULARE E VERIFICARE ALTRE IPOTESI OSSERVAZIONE DEI RISULTATI DELLA TERAPIA BIBLIOGRAFIA 1. Feinstein A. Clinical Judgment. RE Krieger Publishing Company, Malabar, Florida, 1967. 2. Adorno T. Minima moralia. Einaudi, Torino, 1957. 3. Crombie DL. Diagnostic process. J Coll Gen Practit, 1963; 579:6-14 4. Sandler G. The importance of the history in the medical clinic and the cost of unnecessary tests. Am Heart J, 1980; 928:100-4. 5. Kirch W e Schaft. C Misdiagnosis at a University in 4 medical eras. Report on 400 cases. Medicine 1996;75:29-40. 6. Sackett DL, Haynes RB, Tugwell P. Epidemiologia clinica. Scienza di base per la medicina. Centro scientifico torinese, 1988. 7. Federspil G. I fondamenti del metodo in medicina clinica e sperimentale. Piccin editore, Padova, 1980. Tab. 1 Il processo della decisione clinica 65

66 Bibliografia Ragionata Annoted Bibliography G. Spagnolo ANCE Firenze © 2003 ANCE Ricevuto il 2 settembre 2003; accettato il 31 settembre 2003. Corresponding author: Giorgio Spagnolo Antella - Firenze Tel.055 621238, E-mail giorgio.spagnolo@inwind.it (It J Practice Cardiol 2003;1:66-70) Effetti antiossidanti del cioccolato. Plasma antioxidants from chocolate. Serafini M Bugianesi R Maiani G et al. Nature 2003; 424 (6492): 1013 Alla luce del fatto incontrovertibile che la sempre più ridotta compliance dei nostri pazienti ai tanti (forse troppi!) farmaci suggeriti o imposti dalle varie linee-guida in tema di prevenzione delle malattie cardiovascolari dimostra, ogni giorno di più di essere il principale ostacolo al successo delle nostre misure preventive, è divenuta per noi fondamentale una sempre più puntuale attenzione alle misure preventive che possiamo e dobbiamo cercare di ottenere con semplici modificazioni dello stile di vita, prime fra queste l'eliminazione del fumo ed una corretta alimentazione. Di qui il particolare interesse per questo recentissimo lavoro, che si aggiunge ad una lunga serie di studi epidemiologici che hanno dimostrato come il consumo di cibi e bevande ad elevato contenuto di polifenoli, in particolare flavonoidi, come frutta e verdura, cioccolato, the e vino rosso (ed a proposito di quest'ultimo è doveroso qui ricordare i ripetuti contributi specifici del Direttore della nostra Rivista), sia associato ad una significativa diminuzione del rischio di mortalità per malattie cardiovascolari. E, in particolare, sono numerosi gli studi che hanno messo in evidenza le proprietà del cioccolato ponendo in particolare l'attenzione sui polifenoli, sostanze che hanno una notevole concentrazione nei semi di cacao. È stato inoltre dimostrato che, tra queste, i flavonoidi sono caratterizzatati da un forte potere antiossidante capace dì contrìbuire al buono stato di salute dell'apparato cardiovascolare: con la loro azione antiossidante essi, infatti, difendono l'organismo dalle lesioni provocate nelle cellule dai radicali liberi e possiedono inoltre una azione antitiaggregante piastrinica, utile alla prevenzione dei trombi. Un utile aggiornamento sugli effetti positivi dei flavonoidi contenuti nel cioccolato ci giunge da questo studio italiano recentissimamente pubblicato su "Nature", con il quale un gruppo di ricercatori dell'lstituto Nazionale per gli Alimenti e la Nutrizione di Roma ha dimostrato che il latte interferisce con l'assorbimento delle sostanze antiossidanti normalmente presenti nel cacao annullandone gli effetti benefici per l'organismo. Lo studio è stato condotto su un gruppo di volontari che a giorni alterni hanno consumato 100 gr. di cioccolato fondente, 100 gr. dello stesso cioccolato fondente ma ac-

puntura alla base del piccolo cono di pus che sormontava uno dei foruncoli, posto sulla nuca.<br />

Il liquido della puntura venne subito sem<strong>in</strong>ato al contatto dell’aria pura. L’<strong>in</strong>domani <strong>il</strong> liquido di<br />

coltura ha perso la limpidezza e dà as<strong>il</strong>o a un unico organismo <strong>formato</strong> di piccoli punti sferici,<br />

riuniti a coppie di due granell<strong>in</strong>i. Il 14 giugno altro foruncolo sul collo della stessa persona. Stesso<br />

esame, stesso risultato”. È la verifica sperimentale dell’ipotesi. Qui sta lo scienziato.<br />

“Riassumendo, sembra certo che ogni foruncolo contenga un parassita microscopico aerobio,<br />

e che proprio a esso siano dovute l’<strong>in</strong>fiammazione locale e la formazione del pus<br />

che ne è la conseguenza”. È la deduzione.<br />

“I liquidi di coltura del piccolo organismo, <strong>in</strong>oculati sotto la pelle a conigli e cavie, fanno<br />

nascere degli ascessi, <strong>in</strong> genere poco volum<strong>in</strong>osi e che guariscono subito”. È l’ipotesi successiva<br />

col suo controllo.<br />

In conclusione:<br />

1. <strong>il</strong> cl<strong>in</strong>ico è primo attore sul palcoscenico della medic<strong>in</strong>a e deve tenere saldamente <strong>in</strong><br />

mano le red<strong>in</strong>i del ragionamento cl<strong>in</strong>ico, della costruzione diagnostico-terapeutica;<br />

2. si serve (senza esserne schiavo) dei dati tecnologici e di laboratorio, selezionando<br />

quelli necessari per le ipotesi formulate e <strong>in</strong>terpretandoli nel contesto di “quella persona”<br />

per i quali li ha richiesti;<br />

3. stando a fianco del s<strong>in</strong>golo paziente, adopera una metodologia pienamente scientifica,<br />

operando “esperimenti” che non sono affatto di secondo piano rispetto agli<br />

esperimenti provenienti dai laboratori.<br />

RELAZIONE MEDICO-PAZIENTE<br />

ACQUISIZIONE DEI DATI INIZIALI<br />

FORMULAZIONE DI UNA IPOTESI DIAGNOSTICA<br />

VERIFICA DELL’IPOTESI<br />

Se l’ipotesi è vera dovrebbero essere presenti altri dati (a, b...)<br />

con essa compatib<strong>il</strong>i e dovrebbero essere assenti i dati (x, y...)<br />

con essa <strong>in</strong>compatib<strong>il</strong>i<br />

IPOTESI CONFERMATA IPOTESI NON CONFERMATA<br />

DECISIONE TERAPEUTICA NECESSITA’ DI FORMULARE E<br />

VERIFICARE ALTRE IPOTESI<br />

OSSERVAZIONE DEI RISULTATI<br />

DELLA TERAPIA<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

1. Fe<strong>in</strong>ste<strong>in</strong> A. Cl<strong>in</strong>ical Judgment. RE Krieger Publish<strong>in</strong>g Company, Malabar, Florida, 1967.<br />

2. Adorno T. M<strong>in</strong>ima moralia. E<strong>in</strong>audi, Tor<strong>in</strong>o, 1957.<br />

3. Crombie DL. Diagnostic process. J Coll Gen Practit, 1963; 579:6-14<br />

4. Sandler G. The importance of the history <strong>in</strong> the medical cl<strong>in</strong>ic and the cost of unnecessary tests.<br />

Am Heart J, 1980; 928:100-4.<br />

5. Kirch W e Schaft. C Misdiagnosis at a University <strong>in</strong> 4 medical eras. Report on 400 cases. Medic<strong>in</strong>e<br />

1996;75:29-40.<br />

6. Sackett DL, Haynes RB, Tugwell P. Epidemiologia cl<strong>in</strong>ica. Scienza di base per la medic<strong>in</strong>a. Centro<br />

scientifico tor<strong>in</strong>ese, 1988.<br />

7. Federsp<strong>il</strong> G. I fondamenti del metodo <strong>in</strong> medic<strong>in</strong>a cl<strong>in</strong>ica e sperimentale. Picc<strong>in</strong> editore, Padova, 1980.<br />

Tab. 1<br />

Il processo della decisione<br />

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