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54<br />
Giornale Italiano di Cardiologia Pratica<br />
It J Practice Cardiol<br />
Dicembre 2003<br />
tromboembolici che assumono, <strong>in</strong> questa<br />
forma cl<strong>in</strong>ica, una particolare r<strong>il</strong>evanza,<br />
configurando la s<strong>in</strong>drome braditachi<br />
come patologia ad alto rischio<br />
embolico (41).<br />
S<strong>in</strong>tomatologia<br />
Può essere dist<strong>in</strong>ta <strong>in</strong> una serie di disturbi<br />
più specificamente aritmici, specifica,<br />
come cardiopalmo o vertig<strong>in</strong>i f<strong>in</strong>o alla<br />
s<strong>in</strong>cope, legati alle due fasi dell’aritmia<br />
oppure al passaggio dalla fase rapida ad<br />
una più lenta,con ritardato <strong>in</strong>tervento di<br />
segnapassi sussidiari o alla completa soppressione<br />
del NS (asistolia).<br />
Ma esiste una altra serie di disturbi aspecifici,<br />
di diffic<strong>il</strong>e riconoscimento, <strong>in</strong> quanto<br />
comuni a numerose altre patologie sistemiche<br />
o neurologiche, e che, talvolta,<br />
sono molto subdoli. Questi sono legati,<br />
<strong>in</strong> maniera più o meno accentuata,a due<br />
meccanismi fondamentali: 1) l’ipoperfusione<br />
<strong>in</strong>termittente d’organo e 2) <strong>il</strong> micro<br />
e macroembolismo. La s<strong>in</strong>tomatologia<br />
cl<strong>in</strong>ica può essere molto sfumata<br />
ed accentuarsi progressivamente, come<br />
nel caso delle funzioni cerebrali che<br />
possono deteriorarsi con disturbi della<br />
memoria o della personalità, oppure presentarsi<br />
improvvisamente con la obliterazione<br />
arteriosa periferica, mono o polidistrettuale,<br />
o centrale con <strong>il</strong> quadro dello<br />
stroke paretico o term<strong>in</strong>ale.<br />
Storia naturale<br />
Sebbene la documentazione dell’aritmia<br />
rappresenti un passo cruciale nel<br />
determ<strong>in</strong>are l’appropriatezza dell’<strong>in</strong>tervento<br />
terapeutico nella DNS, la conoscenza<br />
della storia naturale della malattia<br />
è fondamentale per la strategia terapeutica<br />
da adottare che dovrà, comunque,<br />
mirare a ridurre gli episodi tachi e<br />
bradiaritmici, ut<strong>il</strong>izzando la modalità di<br />
pac<strong>in</strong>g più opportuna; è fondamentale<br />
stab<strong>il</strong>izzare <strong>il</strong> ritmo atriale ed attuare<br />
una adeguata prof<strong>il</strong>assi anticoagulante.<br />
La presenza, ad esempio, di concomitanti<br />
disturbi della conduzione AV suggerirà<br />
un uso limitato dei farmaci che<br />
possano alterarne le sue proprietà fisiologiche,<br />
rallentandone la conduzione, e<br />
<strong>in</strong>dirizzerà verso una scelta terapeutica<br />
sicuramente elettrica e, <strong>in</strong> particolare,<br />
con pac<strong>in</strong>g bicamerale. L’evoluzione verso<br />
una concomitante patologia del no-<br />
do AV, ritenuta frequentemente collegata<br />
alla DNS, sembrerebbe, <strong>in</strong>vece,<br />
più legata all’uso dei farmaci che non al<br />
progredire stesso della DNS (42).<br />
Per le tachiaritmie atriali Sutton e Kenny<br />
(43), analizzando una serie di studi<br />
comprensivi di 1.1 m<strong>il</strong>ione di pazienti,<br />
hanno r<strong>il</strong>evato che la media di nuove<br />
FA, <strong>in</strong> un follow-up di 38 mesi, era del<br />
15,8%, mentre, se si consideravano solo<br />
i pazienti trattati con pac<strong>in</strong>g atriale<br />
(AAI) o pac<strong>in</strong>g bicamerale (DDD), queste<br />
risultavano presenti solo nel 3,9%;<br />
se i pazienti, viceversa, erano stati trattati<br />
con pac<strong>in</strong>g ventricolare (VVI) la percentuale<br />
risaliva f<strong>in</strong>o al 22,3%. Questo<br />
dato fu considerato molto importante<br />
e, confermato da numerose altre osservazioni<br />
(44), ha sottol<strong>in</strong>eato l’importanza<br />
preventiva del pac<strong>in</strong>g atriale, sia <strong>in</strong><br />
generale che confrontata al pac<strong>in</strong>g ventricolare,<br />
soprattutto nei pazienti ad alto<br />
rischio di sv<strong>il</strong>uppare una FA.<br />
Il problema del tromboembolismo è<br />
stato particolarmente studiato, specie<br />
nella s<strong>in</strong>drome bradi-tachi, anche per la<br />
frequente concomitante presenza di<br />
FA. Sutton (43), Fairfax (40) e, più recentemente,<br />
Andersen (45) hanno r<strong>il</strong>evato<br />
una significativa riduzione dei fenomeni<br />
tromboembolici stimolando l’atrio<br />
o ambedue le camere piuttosto che<br />
<strong>il</strong> solo ventricolo: questi erano presenti<br />
<strong>in</strong> circa <strong>il</strong> 15,2% dei pazienti non trattati<br />
con PM e nel 13% di quelli trattati<br />
con pac<strong>in</strong>g ventricolare; viceversa l’<strong>in</strong>cidenza<br />
scendeva ad appena l’1,6%<br />
quando la stimolazione era effettuata<br />
nella camera atriale. La presenza di s<strong>in</strong>drome<br />
bradi-tachi e di FA, nel contesto<br />
di una DNS, ne aumentava <strong>il</strong> rischio<br />
tromboembolico, <strong>in</strong> ambedue le modalità<br />
di pac<strong>in</strong>g; viceversa le dimensioni<br />
atriali s<strong>in</strong>istre non sembravano rappresentare<br />
un fattore di rischio aggiuntivo<br />
(45).<br />
Gli eventi tromboembolici sono, altresì,<br />
ridotti dal trattamento con terapia anticoagulante,<br />
specie dai dicumarolici, ma<br />
anche dall’aspir<strong>in</strong>a, nei soggetti più giovani,<br />
e soprattutto <strong>in</strong> presenza di FA<br />
(46,47).<br />
Per la mortalità non si osservano significative<br />
variazioni tra pazienti affetti da<br />
DNS e popolazione generale (43),<br />
mentre un ruolo determ<strong>in</strong>ante hanno la