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50<br />

Giornale Italiano di Cardiologia Pratica<br />

It J Practice Cardiol<br />

Dicembre 2003<br />

e tachicardia negli atri malati (2,3).<br />

Oggi per disfunzione del nodo del seno<br />

(DNS) si <strong>in</strong>tende un ampio range di alterazioni<br />

elettrofisiologiche (EF) che comprendono<br />

sia i disturbi della funzione del<br />

nodo del seno (NS), <strong>in</strong>teressando sia la<br />

formazione che l’emergenza dell’impulso,<br />

sia la propagazione di esso verso gli<br />

atri ed <strong>il</strong> sistema di conduzione,sia la funzione<br />

dei pace-maker (PM) sussidiari e,<br />

più <strong>in</strong> generale, del tessuto atriale che<br />

presenta una <strong>in</strong>crementata suscettib<strong>il</strong>ità<br />

alle tachiaritmie (TA) atriali (4,5).<br />

Fisiopatologia<br />

I disord<strong>in</strong>i possono essere causati da processi<br />

che alterano l’<strong>in</strong>tegrità anatomica o<br />

funzionale del nodo del seno e/o degli<br />

atri o di entrambi. Essi possono <strong>in</strong>fluenzare<br />

direttamente le strutture: “disfunzioni<br />

<strong>in</strong>tr<strong>in</strong>seche” e possono essere causati<br />

dalla cardiopatia coronarica, dai processi<br />

tromboembolici o flogistici dell’arteriola<br />

del NS, dalle cardiomiopatie congenite o<br />

ad etiologia sconosciuta, dalla chirurgia<br />

cardiaca. Le “disfunzioni estr<strong>in</strong>seche”<br />

<strong>in</strong>teressano <strong>in</strong>direttamente le strutture<br />

cardiache e sono più frequentemente<br />

causate da farmaci, <strong>in</strong>fluenze autonomiche,<br />

alterazioni elettrolitiche o metaboliche,<br />

distiroidismo, anoressia (6-12).<br />

Il processo anatomopatologico più r<strong>il</strong>evante<br />

è rappresentato dalla sostituzione<br />

delle normali cellule senoatriali con tessuto<br />

fibroso: la conseguente alterazione<br />

dell’architettura regionale si traduce <strong>in</strong><br />

una perdita della funzione (13,14). Nei<br />

soggetti giovani la DNS è stata attribuita<br />

ad un presunto danno diretto sulla<br />

struttura correlato a pregressa chirurgia<br />

cardiaca (15,16) atriale o settale, ma è<br />

stata altresì osservata <strong>in</strong> pazienti con<br />

malattie cardiache congenite non trattate<br />

chirurgicamente ed, <strong>in</strong> alcuni casi,<br />

si è riscontrato un disturbo fam<strong>il</strong>iare<br />

della funzione senoatriale (7-24); talvolta<br />

<strong>in</strong> alcuni casi l’orig<strong>in</strong>e rimane sconosciuta:<br />

DNS idiopatica (25).<br />

Epidemiologia<br />

Vi è una stretta relazione tra grado di fibrosi<br />

del NS ed età (26), così come tra<br />

presenza di DNS ed età dei pazienti: <strong>il</strong><br />

settimo decennio di vita sembra <strong>il</strong> più<br />

rappresentato (27), e così per <strong>il</strong> sesso<br />

masch<strong>il</strong>e (28).<br />

Segni cl<strong>in</strong>ici ed<br />

elettrocardiografici<br />

Dal punto di vista elettrocardiografico e<br />

cl<strong>in</strong>ico, la disfunzione del nodo del seno<br />

si manifesta con diverse patologie:<br />

1) bradicardia s<strong>in</strong>usale severa;<br />

2) pause ed arresti s<strong>in</strong>usali;<br />

3) blocchi senoatriali;<br />

4) tachiaritmie atriali croniche (specialmente<br />

FA a bassa risposta ventricolare<br />

media);<br />

5) alternanza di bradi e tachiaritmie<br />

(s<strong>in</strong>drome bradi-tachi);<br />

6) <strong>in</strong>competenza cronotropa con risposta<br />

<strong>in</strong>appropriata durante esercizio<br />

fisico o stress emozionale.<br />

Molti soggetti con DNS sono completamente<br />

as<strong>in</strong>tomatici, altri possono mostrare<br />

una ampia gamma di disturbi legati alle<br />

condizioni di perfusione <strong>in</strong>termittente<br />

ad organi critici per l’<strong>in</strong>appropriata bradicardia<br />

o tachicardia e/o i concomitanti fenomeni<br />

tromboembolici: contemporaneamente<br />

disturbi generici o neurologici<br />

o, più specificamente, cardiaci come vertig<strong>in</strong>i<br />

o cardiopalmo. In questi casi i s<strong>in</strong>tomi<br />

da soli sono <strong>in</strong>sufficienti a stab<strong>il</strong>ire la diagnosi,<br />

anche per la loro fugacità: la correlazione<br />

con la documentazione elettrocardiografica<br />

si r<strong>il</strong>eva essenziale (2,3,37-41).<br />

Valutazione diagnostica<br />

Le <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i proposte per la diagnosi di<br />

DNS sono molte (Tab. 1) ma, certamente,<br />

<strong>il</strong> primo step, che rimane <strong>il</strong> più accessib<strong>il</strong>e<br />

e, spesso, risolutivo, è l’ECG ottenuto <strong>in</strong><br />

corso di s<strong>in</strong>tomatologia sospetta o di aritmia<br />

oppure la documentazione dell’evento<br />

registrato con metodica Holter (29,30).<br />

Comunque l’approccio diagnostico rimane<br />

<strong>in</strong>dividuale e può variare da paziente<br />

a paziente, sulla guida della s<strong>in</strong>tomatologia<br />

cl<strong>in</strong>ica; solo <strong>in</strong> rari casi, si rende necessario<br />

l’uso di metodiche <strong>in</strong>vasive, quali<br />

lo studio elettrofisiologico transesofageo<br />

(SETE) o endocavitario (SEF) (31-33)<br />

Mediante la valutazione dei tempi di recupero<br />

del nodo del seno massimo<br />

(TRNSmax) e corretto per la frequenza<br />

cardiaca basale (TRNS), essi offrono reali<br />

conoscenze sullo stato funzionale del<br />

NS (Tab. 2); <strong>in</strong>oltre, con lo SEF è possib<strong>il</strong>e<br />

analizzare, allo stesso tempo, la funzione<br />

del nodo atrio-ventricolare (NAV),<br />

spesso contemporaneamente compromessa,<br />

e qu<strong>in</strong>di <strong>in</strong>dirizzare, <strong>in</strong> maniera

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