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Indipendentemente dalla sua validità, l'articolo suscita poi una riflessione, non solo sulla<br />
Polyp<strong>il</strong>l, quanto sulle molte p<strong>il</strong>lole assunte ormai dalla maggior parte dei nostri pazienti.<br />
Ciò si traduce non solo <strong>in</strong> un calo della compliance, ma anche <strong>in</strong> <strong>in</strong>terferenze<br />
farmacologiche.<br />
Un'ultima osservazione riguarda <strong>il</strong> problema dei costi/benefici propri alla terapia<br />
preventiva proposta da Wald e Law. L'argomento non rientra nei miei limitati e datati<br />
orizzonti culturali. Faccio solo presente che, seguendo la logica suddetta e dando<br />
per acquisito un prolungamento di vita quale quello supposto dai due AA, si<br />
metterebbe <strong>in</strong> discussione l'eventuale vantaggio economico, rispetto alla Polyp<strong>il</strong>l, di<br />
un preventivo <strong>in</strong>tervento di triplice bypass con dotti arteriosi su tutti i soggetti sopra<br />
i 55 anni, sani e quasi sani <strong>in</strong>clusi.<br />
Inut<strong>il</strong>e dire che <strong>il</strong> verificarsi di quest'ultima ipotesi certamente aumenterebbe la<br />
gioia di vivere dei nostri cug<strong>in</strong>i di primo grado, i valorosi cardiochirurghi, ma purtroppo<br />
deprimerebbe nel contempo (come effetto collaterale) l'umore dei nostri d<strong>il</strong>etti<br />
figli, gli espansivi angioplasticatori.<br />
M. Volpe<br />
Università di Roma La Sapienza - Ospedale S. Andrea, Roma<br />
Correspond<strong>in</strong>g author: Massimo Volpe<br />
Tel. 06 49970723, E-ma<strong>il</strong> volpema@uniroma.it<br />
Wald e Law, due famosi “metanalisti” <strong>in</strong>glesi, hanno presentato sul British Medical<br />
Journal, nello scorso Giugno, un’<strong>in</strong>teressante proposta, che ha aperto un ampio dibattito<br />
nel mondo scientifico occidentale. Gli autori hanno analizzato i più recenti<br />
trials cl<strong>in</strong>ici randomizzati pubblicati, riguardanti la terapia di uso comune per i fattori<br />
di rischio cardiovascolare, come elevati livelli di LDL colesterolo, ipertensione arteriosa,<br />
iperaggregab<strong>il</strong>ità piastr<strong>in</strong>ica e iperomociste<strong>in</strong>emia. Hanno valutato l’efficacia<br />
di farmaci di uso comune a basso dosaggio, e i loro effetti collaterali. In conclusione<br />
del loro lavoro, propongono <strong>in</strong> tutti gli <strong>in</strong>dividui con precedente <strong>in</strong>cidente<br />
cardiovascolare o comunque <strong>in</strong> tutte le persone, anche as<strong>in</strong>tomatiche, ma di età superiore<br />
ai 55 anni, l’ut<strong>il</strong>izzo, per la prevenzione primaria e secondaria di eventi cardio<br />
e cerebrovascolari, di una sola p<strong>il</strong>lola che contenga sei diversi pr<strong>in</strong>cipi attivi (una<br />
stat<strong>in</strong>a, l’aspir<strong>in</strong>a, tre farmaci antipertensivi a metà dosaggio - ACE <strong>in</strong>ibitori, diuretico<br />
tiazidico, beta-bloccante - acido folico). In tal modo si otterrebbe una riduzione<br />
del rischio di <strong>in</strong>farto del miocardio dell’88% e di ictus cerebrale dell’80%. Senza<br />
dubbio, questa s<strong>in</strong>golare proposta merita un’attenta analisi dei pro e dei contro di<br />
una tale comb<strong>in</strong>azione farmaceutica anche alla luce degli impressionanti risultati<br />
presentati. Un grande vantaggio dell’uso di un’unica p<strong>il</strong>lola si renderebbe evidente<br />
per quanto riguarda la compliance di un paziente che, per la concomitante presenza<br />
di fattori di rischio, si trova oggi costretto ad assumere una molteplice quantità<br />
di diverse p<strong>il</strong>lole quotidianamente. Inoltre, <strong>il</strong> costo di una tale composizione legata<br />
per lo più all’impiego di farmaci generici sarebbe sicuramente m<strong>in</strong>ore di quanto<br />
attualmente costa <strong>il</strong> raggiungimento di un buon livello di prevenzione cardiovascolare.<br />
Tuttavia, la “fissità” della scelta delle dosi e della tipologia dei farmaci impedisce<br />
al medico di formulare una terapia a seconda della severità dello stato patologico<br />
dell’<strong>in</strong>dividuale paziente.<br />
Altri problemi da considerare sono sicuramente una differente farmacoc<strong>in</strong>etica degli<br />
<strong>in</strong>gredienti della “Polyp<strong>il</strong>l”, un effetto di sommazione dei seppur m<strong>in</strong>imi ma<br />
sempre presenti effetti collaterali. Bisogna poi considerare come l’uso <strong>in</strong>discrim<strong>in</strong>ato<br />
di una formulazione di questo tipo sposterebbe l’attenzione da quello che è l’obiettivo<br />
primario della prevenzione cardiovascolare, ossia l’educazione alla modificazione<br />
dello st<strong>il</strong>e di vita e qu<strong>in</strong>di la correzione di fattori di rischio che non possono<br />
essere corretti con i farmaci (fumo, obesità, stress, etc.). <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, problemi legati<br />
alla fissità dei dosaggi, alla scarsa flessib<strong>il</strong>ità del range terapeutico, a difficoltà nella