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28<br />

Indipendentemente dalla sua validità, l'articolo suscita poi una riflessione, non solo sulla<br />

Polyp<strong>il</strong>l, quanto sulle molte p<strong>il</strong>lole assunte ormai dalla maggior parte dei nostri pazienti.<br />

Ciò si traduce non solo <strong>in</strong> un calo della compliance, ma anche <strong>in</strong> <strong>in</strong>terferenze<br />

farmacologiche.<br />

Un'ultima osservazione riguarda <strong>il</strong> problema dei costi/benefici propri alla terapia<br />

preventiva proposta da Wald e Law. L'argomento non rientra nei miei limitati e datati<br />

orizzonti culturali. Faccio solo presente che, seguendo la logica suddetta e dando<br />

per acquisito un prolungamento di vita quale quello supposto dai due AA, si<br />

metterebbe <strong>in</strong> discussione l'eventuale vantaggio economico, rispetto alla Polyp<strong>il</strong>l, di<br />

un preventivo <strong>in</strong>tervento di triplice bypass con dotti arteriosi su tutti i soggetti sopra<br />

i 55 anni, sani e quasi sani <strong>in</strong>clusi.<br />

Inut<strong>il</strong>e dire che <strong>il</strong> verificarsi di quest'ultima ipotesi certamente aumenterebbe la<br />

gioia di vivere dei nostri cug<strong>in</strong>i di primo grado, i valorosi cardiochirurghi, ma purtroppo<br />

deprimerebbe nel contempo (come effetto collaterale) l'umore dei nostri d<strong>il</strong>etti<br />

figli, gli espansivi angioplasticatori.<br />

M. Volpe<br />

Università di Roma La Sapienza - Ospedale S. Andrea, Roma<br />

Correspond<strong>in</strong>g author: Massimo Volpe<br />

Tel. 06 49970723, E-ma<strong>il</strong> volpema@uniroma.it<br />

Wald e Law, due famosi “metanalisti” <strong>in</strong>glesi, hanno presentato sul British Medical<br />

Journal, nello scorso Giugno, un’<strong>in</strong>teressante proposta, che ha aperto un ampio dibattito<br />

nel mondo scientifico occidentale. Gli autori hanno analizzato i più recenti<br />

trials cl<strong>in</strong>ici randomizzati pubblicati, riguardanti la terapia di uso comune per i fattori<br />

di rischio cardiovascolare, come elevati livelli di LDL colesterolo, ipertensione arteriosa,<br />

iperaggregab<strong>il</strong>ità piastr<strong>in</strong>ica e iperomociste<strong>in</strong>emia. Hanno valutato l’efficacia<br />

di farmaci di uso comune a basso dosaggio, e i loro effetti collaterali. In conclusione<br />

del loro lavoro, propongono <strong>in</strong> tutti gli <strong>in</strong>dividui con precedente <strong>in</strong>cidente<br />

cardiovascolare o comunque <strong>in</strong> tutte le persone, anche as<strong>in</strong>tomatiche, ma di età superiore<br />

ai 55 anni, l’ut<strong>il</strong>izzo, per la prevenzione primaria e secondaria di eventi cardio<br />

e cerebrovascolari, di una sola p<strong>il</strong>lola che contenga sei diversi pr<strong>in</strong>cipi attivi (una<br />

stat<strong>in</strong>a, l’aspir<strong>in</strong>a, tre farmaci antipertensivi a metà dosaggio - ACE <strong>in</strong>ibitori, diuretico<br />

tiazidico, beta-bloccante - acido folico). In tal modo si otterrebbe una riduzione<br />

del rischio di <strong>in</strong>farto del miocardio dell’88% e di ictus cerebrale dell’80%. Senza<br />

dubbio, questa s<strong>in</strong>golare proposta merita un’attenta analisi dei pro e dei contro di<br />

una tale comb<strong>in</strong>azione farmaceutica anche alla luce degli impressionanti risultati<br />

presentati. Un grande vantaggio dell’uso di un’unica p<strong>il</strong>lola si renderebbe evidente<br />

per quanto riguarda la compliance di un paziente che, per la concomitante presenza<br />

di fattori di rischio, si trova oggi costretto ad assumere una molteplice quantità<br />

di diverse p<strong>il</strong>lole quotidianamente. Inoltre, <strong>il</strong> costo di una tale composizione legata<br />

per lo più all’impiego di farmaci generici sarebbe sicuramente m<strong>in</strong>ore di quanto<br />

attualmente costa <strong>il</strong> raggiungimento di un buon livello di prevenzione cardiovascolare.<br />

Tuttavia, la “fissità” della scelta delle dosi e della tipologia dei farmaci impedisce<br />

al medico di formulare una terapia a seconda della severità dello stato patologico<br />

dell’<strong>in</strong>dividuale paziente.<br />

Altri problemi da considerare sono sicuramente una differente farmacoc<strong>in</strong>etica degli<br />

<strong>in</strong>gredienti della “Polyp<strong>il</strong>l”, un effetto di sommazione dei seppur m<strong>in</strong>imi ma<br />

sempre presenti effetti collaterali. Bisogna poi considerare come l’uso <strong>in</strong>discrim<strong>in</strong>ato<br />

di una formulazione di questo tipo sposterebbe l’attenzione da quello che è l’obiettivo<br />

primario della prevenzione cardiovascolare, ossia l’educazione alla modificazione<br />

dello st<strong>il</strong>e di vita e qu<strong>in</strong>di la correzione di fattori di rischio che non possono<br />

essere corretti con i farmaci (fumo, obesità, stress, etc.). <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, problemi legati<br />

alla fissità dei dosaggi, alla scarsa flessib<strong>il</strong>ità del range terapeutico, a difficoltà nella

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