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O. Visioli<br />

Cattedra di Cardiologia - Università degli Studi di Brescia<br />

Correspond<strong>in</strong>g author: Odoardo Visioli<br />

Viale Europa, 11 - 25123 Brescia<br />

Tel. 030 3717255-274, E-ma<strong>il</strong> visioli@med.unibs.it<br />

Leggendo l'articolo proposto al mio commento, e soprattutto l'autorevole editoriale<br />

che l'accompagna, mi sono chiesto se si trattasse di cosa seria, o <strong>in</strong>vece di una<br />

manifestazione del ben noto, sofisticato e metafisico humor <strong>in</strong>glese.<br />

Confesso di non avere ancora risolto <strong>il</strong> dubbio, ma di aver comunque proceduto<br />

all'analisi, ponendomi l'ipotesi di lavoro che non si trattasse di pure facezie. Ciò perché<br />

i due articoli sono comunque fonte di riflessioni e d'<strong>in</strong>segnamento.<br />

Wald e Law portano all'estremo limite <strong>il</strong> concetto di prevenzione farmacologica,<br />

prevista <strong>in</strong>discrim<strong>in</strong>atamente per la totalità della popolazione, a partire dall'età convenzionale<br />

di 55 anni.<br />

La loro proposta contiene un criterio sequenziale di standardizzazione: dosi standard<br />

di farmaci, assemblati <strong>in</strong> modo standard, somm<strong>in</strong>istrati ad una popolazione<br />

standardizzata per omogeneizzazione totale, ossia <strong>in</strong>dipendentemente dai precedenti<br />

cardiovascolari e irrispettiva della stessa misurazione dei fattori di rischio.<br />

La scienza epidemiologica raggiunge così <strong>il</strong> suo apogeo. Vi è da chiedersi se essa<br />

<strong>in</strong>vece non parta per la tangente, immettendosi <strong>in</strong> un'orbita assolutamente estranea<br />

al s<strong>in</strong>golo <strong>in</strong>dividuo, titolare di quelle peculiarità che stanno alla base della medic<strong>in</strong>a<br />

cl<strong>in</strong>ica.<br />

Anche la metodica "trialistica" pare raggiungere <strong>il</strong> suo apice. Vi è da chiedersi<br />

se sublimandosi essa non svapori, ridotta a pura espressione matematica. Le argomentazioni<br />

dei nostri autori si basano, <strong>in</strong>fatti, sul presupposto che gli effetti<br />

dei sei farmaci assemblati si realizz<strong>in</strong>o come prodotto degli effetti statistici dei<br />

s<strong>in</strong>goli componenti. Se fosse vero, ciò rappresenterebbe la sarcastica riv<strong>in</strong>cita<br />

dei fumatori sedentari, ai quali basterebbe aggiungere alla "Polyp<strong>il</strong>l" la r<strong>in</strong>uncia<br />

al fumo, <strong>il</strong> calo di peso ed un sano esercizio fisico per superare agevolmente <strong>il</strong><br />

100% di sopravvivenza, coltivando così la speranza di raggiungere l'immortalità<br />

terrena. Certo ciò avvalorerebbe la magnificazione dell'articolo, come <strong>il</strong> più<br />

grande contributo degli ultimi 50 anni, apparso non solo nel BMJ, ma nell'<strong>in</strong>tera<br />

letteratura medica.<br />

Purtroppo però l'uomo è un "animale <strong>in</strong>guarib<strong>il</strong>e" e la vita è un'avventura <strong>in</strong>esorab<strong>il</strong>mente<br />

mortale! È perciò altamente improbab<strong>il</strong>e che gli effetti benefici dell'associazione<br />

farmacologica si verifich<strong>in</strong>o come pronosticato (ma non provato), mentre<br />

è sicuramente prevedib<strong>il</strong>e l'aumento percentuale dell'<strong>in</strong>tolleranza alla terapia, per<br />

comparsa dell'uno o dell'altro degli effetti collaterali propri dei s<strong>in</strong>goli componenti.<br />

In ogni caso, l'articolo e la discussione che ha suscitato, paiono richiamare, anche<br />

per contrasto, alcuni sani pr<strong>in</strong>cipi, <strong>in</strong> parte obsoleti, vale a dire stimolano:<br />

- a conservare la validità delle metodiche di <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e proprie dei grandi trial,<br />

smussandone però l'enfasi acritica, diffidando dei contorcimenti statistici e adattando<br />

i risultati medi alle esigenze dei s<strong>in</strong>goli pazienti;<br />

- a rivalorizzare le politerapie, con <strong>il</strong> presupposto che piccole dosi di più farmaci<br />

(scelti e modulati caso per caso) limit<strong>in</strong>o gli effetti collaterali e si potenz<strong>in</strong>o<br />

<strong>in</strong> senso terapeutico. Ciò <strong>in</strong> contrasto con l'uso di una dose r<strong>il</strong>evante<br />

di un s<strong>in</strong>golo farmaco, così come ci è solitamente suggerito dagli specialisti<br />

delle varie discipl<strong>in</strong>e e, per diapedesi culturale, dai succitati grandi trial<br />

monotematici;<br />

- ad <strong>in</strong>trodurre nel concetto di cl<strong>in</strong>ica anche la prevenzione, estesa all'uomo sano.<br />

Ciò, nonostante che "l'evento prevenuto" non abbia lo stesso peso politico (con<br />

riferimento a chi dirige le istituzioni sanitarie) e lo stesso ritorno di immag<strong>in</strong>e<br />

(con riferimento ai medici curanti), rispetto "all'evento risolto";<br />

- <strong>in</strong> s<strong>in</strong>tesi a rivalutare <strong>il</strong> ruolo del medico e della cl<strong>in</strong>ica terapeutica, e la priorità<br />

di ogni s<strong>in</strong>golo soggetto nei riguardi dell'<strong>in</strong>tera specie.<br />

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