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schio, a basso rischio di eventi cardiovascolari maggiori, renderebbe necessario<br />
trattare per molti anni una vasta massa di persone per avere una riduzione assoluta<br />
del rischio comunque limitata, con notevole impegno economico, possib<strong>il</strong>mente<br />
aggravato da spese da patologie iatrogene dovute ai farmaci usati.<br />
Nei pazienti con specifici fattori di rischio, non è detto che la dose usata nella<br />
“multip<strong>il</strong>lola” sia sufficiente a garantirne l’efficacia, con relativa necessità di cambiare<br />
i dosaggi. La creazione di più tipi di “multip<strong>il</strong>lole”, <strong>in</strong> questo senso, sarebbe<br />
peraltro problematica.<br />
Inf<strong>in</strong>e l’efficacia di un tale approccio rimane da verificare nei pazienti che, pur<br />
prendendo la “multip<strong>il</strong>lola” cont<strong>in</strong>uano ad avere uno st<strong>il</strong>e di vita che li espone a<br />
significativi fattori di rischio.<br />
In conclusione, molto è stato fatto e molto ancora potrà essere fatto per ridurre <strong>il</strong> più<br />
possib<strong>il</strong>e <strong>il</strong> rischio cardiovascolare, già peraltro significativamente <strong>in</strong> dim<strong>in</strong>uzione nei paesi<br />
occidentali, e ciò grazie ad un approccio mirato alla correzione dei vari fattori di rischio.<br />
Sebbene la proposta di Wald e Law presenti aspetti attraenti, riteniamo che essa, oltre<br />
che necessitare, eventualmente, di una conferma <strong>in</strong> uno studio prospettico controllato,<br />
presenti anche molti difetti e che a tutt’oggi l’approccio cl<strong>in</strong>ico più razionale alla prevenzione<br />
delle malattie cardiovascolari rimanga quello “<strong>in</strong>dividualizzato” ad ogni paziente <strong>in</strong><br />
un’armonica comb<strong>in</strong>azione di dimostrate misure comportamentali, nutrizionali e farmacologiche,<br />
f<strong>in</strong>alizzate a controllare i fattori di rischio significativi del paziente stesso.<br />
M. Manc<strong>in</strong>i<br />
Ord<strong>in</strong>ario di Cl<strong>in</strong>ica Medica dell'Università di Napoli “Federico II”<br />
Correspond<strong>in</strong>g author: Mario Manc<strong>in</strong>i<br />
Via Belsito, 13 - 80123 Napoli<br />
Tel. 081 5754512, Fax 081 2403768<br />
L'articolo di Wald e Law sul B.M.J. del giugno scorso è certamente molto <strong>in</strong>teressante,<br />
perché punta sulle reali ottime possib<strong>il</strong>ità di prevenire oggi le malattie cardiovascolari.<br />
È scritto da due em<strong>in</strong>enti epidemiologi <strong>in</strong>glesi che basano le loro argomentazioni<br />
sui numerosissimi studi cl<strong>in</strong>ici controllati di prevenzione primaria e secondaria eseguiti<br />
negli ultimi vent'anni su circa 400.000 volontari. La proposta degli autori è di<br />
concentrare <strong>in</strong> una unica p<strong>il</strong>lola ben sei diversi pr<strong>in</strong>cipi attivi (stat<strong>in</strong>a, clorotiazide,<br />
betabloccante, sartanico, aspir<strong>in</strong>a, ac. folico) ognuno dei quali ha dimostrato di essere<br />
molto efficace nel correggere un determ<strong>in</strong>ato fattore di rischio e di ridurre la<br />
morb<strong>il</strong>ità e mortalità cardiovascolare.<br />
Questa "Polyp<strong>il</strong>l", già brevettata, andrebbe data (per prevenzione secondaria) a<br />
quanti abbiano avuto almeno una manifestazione cl<strong>in</strong>ica di aterosclerosi (coronarica,<br />
cerebrovascolare o periferica degli arti) e (per prevenzione primaria) ad ogni<br />
persona dai 55 anni <strong>in</strong> su anche se cl<strong>in</strong>icamente sana.<br />
Una medicalizzazione di massa che, a conti fatti, ridurrebbe, secondo gli autori del citato<br />
articolo, di oltre l'80% l'<strong>in</strong>cidenza di eventi cardiovascolari fatali e non fatali. Ma è giusto<br />
ragionare <strong>in</strong> tal modo nella prescrizione dei farmaci? Il buon medico sa che ogni farmaco<br />
va scelto e prescritto nella dose più opportuna a un malato o a un potenziale malato,<br />
dopo un'attenta valutazione cl<strong>in</strong>ica. La variab<strong>il</strong>ità <strong>in</strong>ter<strong>in</strong>dividuale (reattività, sesso, età,<br />
massa corporea, comorbidità, etc.) impone scelte precise e controllo cl<strong>in</strong>ico, ematochimico<br />
e strumentale periodico per ottimizzare <strong>il</strong> risultato ed evitare effetti <strong>in</strong>desiderati.<br />
Molti dei potenziali fruitori della "Polyp<strong>il</strong>l" potrebbero più giovarsi di uno o due dei<br />
sei farmaci proposti e non aver bisogno di altri componenti del bolo giornaliero<br />
proposto da Wald e Law. Una parte della "Polyp<strong>il</strong>l" potrebbe risultare superflua se<br />
non addirittura dannosa.<br />
Ma soprattutto, nell'articolo dei due autori <strong>in</strong>glesi manca ogni riferimento alle attuali<br />
ottime possib<strong>il</strong>ità preventive della terapia non farmacologica.<br />
In un mondo <strong>in</strong> cui si osserva cont<strong>in</strong>uamente un <strong>in</strong>sidioso aumento del peso corpo-<br />
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