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durre ben accertati fattori di rischio, quali <strong>il</strong> fumo, l’ipercolesterolemia, l’ipertensione,<br />

<strong>il</strong> diabete, l’obesità. L’efficacia di questi <strong>in</strong>terventi è stata dimostrata <strong>in</strong> molti<br />

studi controllati.<br />

Partendo dalla constatazione che farmaci somm<strong>in</strong>istrati per uno specifico fattore di<br />

rischio (ad esempio, una stat<strong>in</strong>a per l’ipercolesterolemia) riducono <strong>in</strong> modo sim<strong>il</strong>e<br />

gli eventi <strong>in</strong> molti gruppi di soggetti, <strong>in</strong>clusi quelli con altri fattori di rischio, Wald e<br />

Law <strong>in</strong> questo articolo propongono l’uso di una “multip<strong>il</strong>lola”, contenente più farmaci<br />

<strong>in</strong> grado di contrastare tutti i potenziali meccanismi che aumentano <strong>il</strong> rischio<br />

di malattie e mortalità cardiovascolari, con <strong>il</strong> risultato di abbattere dell’80% l’<strong>in</strong>cidenza<br />

di eventi.<br />

Gli autori fanno questo calcolo basandosi sui risultati di vari studi, <strong>in</strong> particolare di metanalisi,<br />

sulle famiglie di farmaci proposti, sostenendo anche che l’uso della “multip<strong>il</strong>lola”<br />

dovrebbe essere associata ad un’<strong>in</strong>cidenza di effetti collaterali importanti non superiore<br />

al 10%. I farmaci che gli autori propongono di <strong>in</strong>cludere nella “multip<strong>il</strong>lola”<br />

comprendono una stat<strong>in</strong>a, l’aspir<strong>in</strong>a, l’acido folico e tre anti-ipertensivi a dosi ridotte<br />

(un ß-bloccante, un ACE <strong>in</strong>ibitore ed un diuretico tiazidico). Essi propongono l’uso di<br />

questa formulazione farmacologia <strong>in</strong> tutti i soggetti di età superiore a 55 anni, <strong>in</strong>dipendentemente<br />

dalle altre caratteristiche cl<strong>in</strong>iche. Infatti, l’aggiunta di altri fattori di rischio<br />

all’età ha un effetto complessivamente trascurab<strong>il</strong>e sul rischio cardiovascolare.<br />

Sebbene molto <strong>in</strong>teressante ed attraente, la proposta di Wald e Law presenta, di<br />

fatto, diversi aspetti op<strong>in</strong>ab<strong>il</strong>i.<br />

1. La scelta di <strong>in</strong>cludere, tra i sei farmaci, l’acido folico suscita quanto meno perplessità.<br />

Infatti, non vi è una chiara dimostrazione che l’uso di questa vitam<strong>in</strong>a (tesa a ridurre<br />

l’iperomociste<strong>in</strong>emia) si associ ad una riduzione significativa del rischio di eventi cardiovascolari.<br />

Sebbene una metanalisi (fatta dagli autori) tenda a dimostrare l’efficacia<br />

dell’acido folico, bisogna riconoscere che gli studi metanalitici presentano <strong>il</strong> grosso<br />

bias di amplificare un risultato tendenzialmente favorevole, ma non significativo, r<strong>il</strong>evato<br />

<strong>in</strong> s<strong>in</strong>goli studi pubblicati. Poiché è sempre possib<strong>il</strong>e che studi con tendenze<br />

negative non vengano pubblicati, la mancanza di trial correttamente dimostrativi dell’efficacia<br />

di un farmaco deve far essere cauti sul raccomandarne l’ut<strong>il</strong>izzazione.<br />

2. Mentre alcuni dati fanno prospettare un beneficio dall’uso di stat<strong>in</strong>e ed ASA anche<br />

<strong>in</strong> soggetti a basso rischio, non è chiaro perché l’uso comb<strong>in</strong>ato di dosi ridotte<br />

di tre anti-ipertensivi debba ridurre <strong>il</strong> rischio <strong>in</strong> soggetti normotesi di età<br />

>55 anni. Infatti, a parte la possib<strong>il</strong>e ut<strong>il</strong>ità dell’ACE-<strong>in</strong>ibitore (testato, comunque,<br />

<strong>in</strong> soggetti ad alto rischio), non esistono dati di un beneficio dall’uso di ß-bloccanti<br />

o diuretici <strong>in</strong> soggetti non ipertesi e non coronaropatici.<br />

3. Gli autori <strong>in</strong>dicano che l’uso della “multip<strong>il</strong>lola” dovrebbe comportare un’<strong>in</strong>cidenza<br />

di effetti collaterali maggiori <strong>in</strong>feriore al 10% e ritengono ciò un dato più<br />

che soddisfacente per raccomandarne la commercializzazione. Tuttavia, contrariamente<br />

a quanto fatto per la stima della riduzione del rischio di eventi, <strong>il</strong> rischio<br />

di eventi avversi è stato calcolato <strong>in</strong> modo approssimativo. Inoltre, gli autori sottostimano<br />

l’importanza della relativamente frequente necessità, nella pratica cl<strong>in</strong>ica,<br />

di dover modificare o sostituire un farmaco (cosa che diventerebbe problematica<br />

con la “multip<strong>il</strong>lola”) per l’occorrenza di effetti collaterali m<strong>in</strong>ori, che,<br />

sebbene non m<strong>in</strong>acciosi per la vita, sono comunque fastidiosi per <strong>il</strong> paziente.<br />

4. Il calcolo matematico di riduzione del rischio, per quanto teoricamente corretto,<br />

può, <strong>in</strong> effetti, non corrispondere a quello reale. È vero, <strong>in</strong>fatti, che l’effetto di<br />

molti farmaci ut<strong>il</strong>izzati per ridurre un fattore di rischio è sim<strong>il</strong>e nei trial <strong>in</strong> sottogruppi<br />

di soggetti con o senza determ<strong>in</strong>ati fattori di rischio; tuttavia, è altrettanto<br />

vero che i criteri di <strong>in</strong>clusione ed esclusione possono <strong>in</strong> diversi casi portare<br />

all’arruolamento di soggetti non sufficientemente rappresentativi delle popolazioni<br />

con altri fattori di rischio. Di fatto, solo l’attuazione di studi controllati potrebbe<br />

rivelare se una terapia comb<strong>in</strong>ata <strong>in</strong> una popolazione con diversi fattori<br />

di rischio riduca <strong>il</strong> rischio di eventi <strong>in</strong> modo additivo o moltiplicativo.<br />

5. A questi aspetti si aggiungono altre considerazione meno prettamente cl<strong>in</strong>iche.<br />

La riduzione di eventi <strong>in</strong> una popolazione sana, senza significativi fattori di ri-

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