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Tovazzi epistolario 3 (ms 58) - Provincia Tridentina

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P. Giangrisostomo <strong>Tovazzi</strong><br />

EPISTOLARIO<br />

o sia<br />

LETTERE FAMILIARI<br />

italiane, e latine<br />

SCRITTE A DIVERSI<br />

da Frate<br />

Giangrisostomo di Volano<br />

servo di Gesù, e Maria<br />

e professore dell'Ordine Serafico<br />

de' Minori Riformati<br />

di San Francesco della <strong>Provincia</strong> Trentina<br />

di San Vigilio.<br />

Volume Terzo<br />

Dal 1790 sino al 1796<br />

IN TRENTO, MDCCLXXXX.<br />

____________________________________________________________<br />

Appresso Santo Bernardino


<strong>58</strong>7. 1790<br />

Al sig. Carlo Pompeati arciprete di Civezzano. Trento 1 .<br />

Il sermoncino fatto da San Carlo Borromeo nella chiesa parrocchiale di s.<br />

Bartolommeo di Milano li nove gennaio dell'anno 1<strong>58</strong>4. dopo d'aver battezzato Valerio<br />

figliuolo di Bonifacio Antelmi ambasciatore veneto 2 , il quale trovasi pubblicato da<br />

Baldassare Oltrocchi nelle Note alla vita del predetto Santo scritta da Giampietro<br />

Giussano, e stampata in Milano nel 1751, col. 727 e 728, ed incomincia colle parole:<br />

Abrenuntiavit universus hic populus, leggesi riprodotto ad literam tutto intero nel libro<br />

di Giambattista Castiglione intitolato: Sentimenti di s. Carlo Borromeo intorno agli<br />

spettacoli, e stampato in Bergamo l'anno 1759, pag. 155 e 156. Né l'uno, né l'altro dice<br />

donde l'abbia tratto: né in qual lingua sia stato recitato. Né pur un minimo cenno fassi<br />

del predetto sermoncino nella vita di s. Carlo scritta da monsignor Carlo Bascapè 3 , e<br />

stampata in Brescia l'anno 1602, e nell'altra scritta dal cardinale Agostino Valerio<br />

ristampata in Verona nello steso anno 1602. L'Oltrocchi ha reso latino ogni detto, ed<br />

ogni scritto: Egli ha fatto uso della vita di s. Carlo scritta in italiano da Giambattista<br />

Possevino mantovano, e stampata in Roma l'anno 1591. Forse in tal vita ritroverassi<br />

l'accennato sermoncino in lingua italiana.<br />

Così ho scritto pro memoria li 15 febbraio 1790 e l'ho spedito.<br />

<strong>58</strong>8. 1790<br />

Al sig. don Cristiano Rigoni. Asiago.<br />

Molto illustre, e molto rev. sig. sig. padrone colendissimo.<br />

Assicuro V:S: molto illustre e molto rev., che la mia lettera de' 13 marzo 1789 fu<br />

allora subito portata, e raccomandata al noto sig. Giovanni Zanotti oste alle Due Spade 4 .<br />

Non esigeva risposta veruna; ma pure io l'aspettava dalla sperimentata di Lei gentilezza:<br />

od almeno da qualche agnato in caso, ch'Ella fosse andata in Paradiso. Quindi bramava<br />

qualche altra occasione di scriverle per replicarla. Ma forse il Signor Iddio col<br />

permettere, che stesse nascosta tanto tempo (cioè sino agli ultimi di gennaio 1790) ha<br />

voluto mortificare quel gusto, e piacere, che provai nello spedirla.<br />

Circa il quesito risguardante queste monache di Santa Chiara le rispondo, ch'esse<br />

tengono soltanto quella reliquia della beata Giovanna Maria (Bonomia) di cui furono da<br />

Lei favorite.<br />

All'altro quesito circa le Lezioni della medesima Beata, che diransi dai trentini,<br />

rispondo col mandarle qui complicato quel libriccino, che ho stampato nello scorso<br />

luglio.<br />

Al terzo, se sia valido quel decreto padovano de' 4 marzo 1789 (cioè di mons.<br />

Niccolao Antonio Giustiniani Benedettino, vescovo di Padova) 5 che per tutte le chiese<br />

de' Sette Comuni trasferisce in perpetuo la festa con l'officio, e la Messa della predetta<br />

Beata dal giorno primo di marzo, cui sino dall'anno 1784 era stata fissata, alla prima<br />

1<br />

Comperò il titolo di Conte nel 1790 per sé, per suo padre, suo fratello, ed eredi discendenti dal Vicario<br />

imperiale Duca di Baviera Elettore del S.R.I ma non lo fece pubblicare in Trento. Lo ha fatto pubblicare dopo lo<br />

scritto da me.<br />

2<br />

Ora in Venezia l'unica famiglia patrizia Antelmi abita a s. Geminiano. Nel I giorno di febr. 1700 è nato Gio.<br />

Pietro figlio di Bonifacio Antelmi.<br />

3<br />

Bascapé, latinamente a Basilica Petri.<br />

4<br />

Questo oste è morto li 18 agosto 1790 in Trento.<br />

5<br />

Questo decreto fu stampato subito in una pagella, ed anche allegato in un'altra da aggiugnersi al calendario<br />

diocesano per l'anno 1790, in cui la festa della Beata era posta per tutta la diocesi nel primo di marzo.<br />

2


domenica di settembre, rispondo con del ribrezzo, perché venero il carattere di chi ha<br />

formato il detto decreto, e perché non ho tanto da poter parlare con franchezza. La Santa<br />

Sede per altro ha riservato a sé così fatte mutazioni: ed ha conceduto agli Ordinari<br />

solamente di trasferire, e fissare nel giorno primo non impedito, il quale non sia<br />

domenica fissa, gli offici impediti da altri offici, come apparisce dai decreti nella qui<br />

annessa cartuccia riferiti, e da altri simili. Nel Breve pontificio della Beatificazione di<br />

Giovanna Maria si concede bensì, che de ea quotannis die ab Ordianriis, Ordinumque<br />

Regualrium praesulibus, ad quos spectat, designanda, recitetur officium, et Missa; ma<br />

io non son sicuro, che quel designanda si possa intendere di più volte, e che si estenda<br />

eziandio alla domenica. Quindi resto dubbioso anch'io, e confesso la mia insufficienza.<br />

Con che baciandole riverentemente le sacre mani, mi professo. Trento, s. Bernardino 24<br />

febbraio 1790.<br />

Di V.S. molto illustre e molto rev.<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo nel Signore<br />

Frate Giangrisostomo di Volano Minore Riformato<br />

Nella mentovata cartuccia ho trascritto 10 decreti. Il primo de' 2 agosto 1783, in<br />

<strong>Tridentina</strong>, che riguarda s. Simonino. Il secondo de' 15 sett. 1742 in Veronen. circa s.<br />

Zenone, tratto dal Cavalieri To. 2, decr. 115, e Fer. n. 1<strong>58</strong>1. Il terzo de' 26 nov. 1735 in<br />

Hispalen. rapporto al patrocinio di s. Gioseppe, tratto dal Merato num. 279, e dal Cav.<br />

To. 2, decr. 205. Il quarto de' 16 ottob. 1604 in Arimin. del Merato num. 16, e del Caval.<br />

To. 1 decr. 2. Il quinto de' 3 giugno 1662 del Mer. num. 82, e Caval. To. 5, decreto 25.<br />

Il sesto de' 14 nov. 1620 del Mer. num. 164, e del Caval. To. 2, num. 344. Il settimo de'<br />

22 aprile 1741 in Vilnen. del Caval. To. 4, pag. 209. L'ottavo de' 22 agosto 1744 in<br />

Frisingen. del Caval. ibidem, p. 210. Il nono de' 19 sett. 1750 in Posnanien. del P.<br />

Lucio Ferrari num. 1<strong>58</strong>8. Il decimo de' 10 dic. 1757 in Taurinen. del medesimo Fer.<br />

num. 1610 6 .<br />

<strong>58</strong>9. 1790<br />

Al sig. Francescantonio Santoni esaminatore prosinodale, ed arciprete d'Arco 7 .<br />

Molto illustre, e R.mo sig. sig. padrone colendissimo S.L.G.C.<br />

Quantunque sino dall'anno 1766 abbia compilato per mio uso un catalogo<br />

degl'imperatori romani, e sia stato sollecito di attaccar loro le mogli, non posso servire<br />

V.S. R.ma colle notizie, che brama, perché de' Berengari, come non riconosciuti da'<br />

nostri tedeschi, appena ho fatto cenno, e quindi niente ho notato delle loro mogli. A di<br />

Lei riguardo in questi giorni ho cercato, e ricercato appresso parecchi storici, chi sia<br />

stata l'imperatrice Anna moglie di Berengario primo, e quando sia morta; ma rimase<br />

vana ogni mia premura, e diligenza. Ella fu moglie di Berengario non solamente nel<br />

920,ma eziandio nel 923, e visse come vedova nel 937. Non fu però unica, né la prima<br />

moglie del predetto Berengario, mentre avanti di essa occupò un tal posto un'altra<br />

nominata Bertilla in tre diplomi berengariani dell'898, 903, e 904 appresso l'Ughello<br />

Italiae sacrae To. 2, col. m. 254; To.4 col. 969, ed ancora To. 2, col. 259. Il medesimo<br />

autore To.5, col. 147 dopo d'aver portato un diploma dell'impeartore Berengario dato in<br />

Verona l'anno 923 a favore d'Almone vescovo di Belluno, dice: Diploma... valde mihi<br />

6 Dies dominica non est apta nata statui pro anniversario consecrationis, et per festum in ea non occurrens<br />

impediri, censerique debet ex diebus exceptis, et non comprehensis in facultate absolute et simpliciter data diem<br />

alteram statuendi. Cavalerius To. 1, decr. 1, num. 29. –Episcopus nonpotest statuere diem dominicam ad celebarndum<br />

festum alicuius Sancti martyris, de quo asservatur reliquia insignis in aliqua ecclesia. S.R.C. 23 iunii 1662 apud<br />

Meratum num. 82, et Caval. To. 1, decr. 52.<br />

7 È morto di stranguria li 15 aprile 1795 d'anni 72 in Arco.<br />

3


supsectum videtur, cum in ipso Anna Regina eius uxor ibidem memoretur, cuius<br />

precibus Almono concessum est, cum satis constet, Bruchillam Berengarii fuisse<br />

uxorem... nisi forte divinare velimus, demortua Bruchilla, ad secundas transiisse<br />

nuptias cum Anna memorata. Un siffatto scrupolo a me parrebbe soverchio quando<br />

anche non avessi veduto i documenti muartoriani del 920, e 937 atteso che non mi<br />

consta, che Bruchilla, o sia Bertilla, sia stata in vita dopo il 904, e molto meno dopo il<br />

922 8 . Il sig. Andrea Felice Oefele bibliotecario ducale di Baviera nel 1765 lavorò<br />

intorno ad una storia de Mulieribus Ausgustis, in cui forse avrà parlato della mentovata<br />

imperadrice Anna; ma non so se l'abbia resa pubblica con le stampe.<br />

Circa poi la storia di Paolo Diacono, che abbiamo in questa nostra biblioteca, le<br />

rispondo, ch'ella trovasi nel To. 1 Scriptorum Rerum Italicarum del Muratori, stampato<br />

in Milano nel 1723.<br />

Con questa occasione fo sapere a V.S. R.ma, che il Padre Gaetano Girolamo<br />

Macati 9 di Sarcedo Minor Osservante, già notole 10 , sino dallo scaduto agosto mi ha<br />

scritto da Vicenza, che molto volentieri piglierebbe i di lei libri delle chiese, qualora in<br />

contraccambio di essi gli assegnasse delle Messe da celebrare. Io eseguisco la<br />

commissione, ma senza verun impegno. E baciandole riverentemente le sacre mani mi<br />

protesto. Trento, s. Bernardino 6 marzo 1790.<br />

Di V.S. molto illustre e R.ma<br />

Umi.mo, div.mo, ossequ.mo servo nel Signore<br />

Frate Giangrisostomo da Volano Minore Riformato.<br />

590. 1790<br />

Al sig. don Benedetto <strong>Tovazzi</strong> seniore. Volano.<br />

Rev. sig. e Fratello carissimo 11 sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro clementissimo.<br />

Mercoledì sera, sulla strada inviato ad un mortorio, ricevetti la vostra colla nuova<br />

improvvisa ed infausta della morte di donna Orsola (Bongiovanni) 12 nostra buona<br />

cognata. Quindi subito nella mattina seguente ho celebrato per Lei la mia Messa de<br />

Requiem colla prosa Dies irae: oggidì pure ho celebrato per essa, e senza fallo<br />

continuerò anche nell'avvenire il suffragarla, e raccomandarla di cuore al Signor Iddio,<br />

affinché si degni di concederle presto l'ingresso nella patria beata, qualora per effetto<br />

dell'umana fralezza non vi fosse ancora pervenuta. Ieridì ho innoltrata la suddetta nuova<br />

al nostro fratello Massimo (Vicario di Borgo) perché faccia egli pure lo stesso. Io son<br />

persuasissimo, che una tal perdita vi prema, ed abbia ferito i vostri cuori, perché so, che<br />

la donna co' suoi buoni costumi s'è resa degna del vostro amore, e di vita più lunga. Ma<br />

conviene rassegnarsi alle sempre adorabili disposizioni del Signor Iddio, e contentarsi di<br />

quanto di quanto si degna donarci. Suppongo certo, che più di tutti sarà rimasto afflitto,<br />

e sconsolato il nostro carissimo fratello Cristoforo, giacché privato d'una così buona<br />

compagna, e consorte. Perciò ve lo raccomando. Assicurate poi la nostra sorella<br />

(Domenica, moglie di Bartolommeo Tovazio) 13 che sebbene lontano, mi ricordo anche di<br />

essa, e che in effetto nella festa di santo Mattia (24 febbr.) ho celebrato la mia Messa<br />

8<br />

Un capitano Giovanni Santoni, fu castellano e comandante delle Torri lungo la Spiaggia di Pietra Santa in<br />

Toscana nel 1773.<br />

9<br />

*Macca Gaetano Girolamo<br />

10<br />

Vedi sotto num. 962.<br />

11<br />

Nato 29 luglio 1734.<br />

12<br />

Figlia di Girolamo d'Avio.<br />

13<br />

Bartolommeo quondam Mattia.<br />

4


per Lei, e pel di lei figliuolo Mattia. Godo, udendo, che siete sani, e bramandovene con<br />

tutto l'affetto del cuore la continuazione mi dico. Trento, s. Bernardino 7 marzo 1790 14 .<br />

Vostro aff.mo Fratello<br />

Frate Giangrisostomo.<br />

P.S. Avendo parlato in ordine al vostro quesito con un teologo intimo (P.<br />

Francesco Saverio da Fondo Riformato nostro) di questa R.ma Curia vescovile 15 , vi<br />

rispondo, che ora si può ricorrere alla medesima per ottenere, che a maggior gloria di<br />

Dio, e vantaggio delle anime, recedant nova, et redeant vetera. Io crederei cosa ben<br />

fatta, il ricorrer presto, ed il chieder molto. Altri sono già ricorsi, ed hanno conseguito il<br />

loro intento. Deo gratias.<br />

NB. Ma poco, poco, stentatamente, e con rimprovero degli enipontani alla Curia<br />

vescovile.<br />

591. 1790<br />

Alla sig. Maria Rosa Ciani 16 . Trento.<br />

Molto illustre signora sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro.<br />

Prevalendomi della sua cortesissima esibizione le spedisco il libro manoscritto; ma<br />

con protesta, che non intendo di metterla nell'impegno di farlo trascrivere. Temo, che<br />

ciò possa riuscire di troppo incomodo. Le aggiungo poi, che per ora basterà copiare<br />

soltanto il primo trattato, il quale finisce con quattro versi italiani alla pag. 56. Mi<br />

spiace, che ha molte breviature, e che manca molto nell'ortografia moderna sebbene ciò<br />

non pregiudica alla sostanza 17 . Mi pare bello, e buono; ma non vorrei, che il riprodurlo<br />

qui mi arrecasse qualche disturbo. Quindi mi raccomando alla di lei prudenza; e<br />

riverendola divotamente mi professo.<br />

Trento s. Bernardino 9 marzo 1790.<br />

Di V.S. molto illustre<br />

Umil.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Gtangrisostomo<br />

Pro memoria. Il libro è intitolato: Cosa è lo stato? Risposta d'un giurisconsulto, e<br />

pubblicista nell'impero germanico, nell'anno 1783. Traduzione dal tedesco, in 4°, pp.<br />

56. Comincia:Da qualche tempo. Segue un altro trattato con questo titolo: Pensieri<br />

ragionati sopra il quesito, se la Chiesa sia nello Stato, oppure lo Stato nella Chiesa?<br />

Seconda edizione accresciuta, ed emendata, 1782. Traduzione dal tedesco, in 4°, pp....<br />

Comincia: Quanto semplici. Furono tradotti dal nostro P. Antonio Inama di Fondo.<br />

592. 1790<br />

Al sig. don Cristiano Rigoni. Asiago.<br />

Molto illustre, e molto rev. sig. sig. e padrone colendissimo. S.L.G.C.<br />

Egli è stato un mero effetto della bontà di V.S. molto illustre e molto rev. inverso di<br />

me, che abbia tanto aggradito la mia debolissima risposta al suo spinoso quesito 18 . Ciò<br />

non ostante io ance al giorno d'oggi sono del sentimento in quella esposto. Molto<br />

14<br />

Scripsi etiam die 3 maii 1790.<br />

15<br />

Questa mia lettera si smarrì, quantunque da me stesso sia stata consegnata ad un carratore roveretano<br />

nell'osteria Cappelletta.<br />

16<br />

Figlia D. Mich. Angeli Ciani nata die 3 ianuarii 1747. In Pannoniam ad fratrem non reversura abiit die 8 aug.<br />

1798, ibique obiit die 15 dec. anni eiusdem 1798.<br />

17<br />

Copiato dal sig. Antonio Pisoni ampie pagg. 146 in 4° con poco margine. Lo ebbi li 19 marzo.<br />

18 Recato sopra num. <strong>58</strong>8, al terzo.<br />

5


volentieri servo il gentilissimo signor maestro abate Agostino del Pozzo 19 (cui mi<br />

professo assai obbligato) non solamente col nome, e cognome di quel notaio trentino,<br />

che ha scritto l'accennato rotolo dell'anno 1610 20 , ma eziandio col qui compiegato<br />

frammento del medesimo rotolo: di cui ne conservo una copia intera, e fedele, per<br />

mandarglielo, occorrendo, al minimo cenno.<br />

Ringrazio in fine V.S. molto illustre, e molto rev. degli onori, che si compiace di<br />

farmi: ed esibendole la mia meschinissima servitù, col bacio delle sacre mani le fo<br />

umilissima riverenza, e mi professo. Trento, s. Bernardino 7 aprile 1790.<br />

Di V.S. molto illustre, e molto rev.<br />

Umil.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano.<br />

593. 1790<br />

A monsignor Vicario Generale. Trento.<br />

Ill.mo, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo.<br />

Fra N.N. 21 dimorante nel convento di N. attesi gl'impegni già contratti, ed altri, che<br />

teme di dover contrarre, supplica umilmente V.S. ill.ma, e R.ma, che voglia degnarsi di<br />

concedergli per un anno intero la facoltà di ascoltare de' casi riservati nella diocesi. Che<br />

della grazia ecc.<br />

594. 1790<br />

Al P. Crescenzio di Borgo 22 . Arco.<br />

Tengo appresso di me il richiesto Cristiano istruito del P. Paolo Segneri, stampato<br />

in Venezia dal Baglioni nel 1782, in 4° grande. Glielo spedirò colla prima opportuna<br />

occasione. Frattanto l'avviso, che il sig. Giambattista Monauni, il quale per averlo<br />

promesso a me, lo ha negato ad un abate nobile (D. Alberto Sardagna Tessari di Trento)<br />

aspetta per pagamento troni sei, e mezzo 23 . Ed io vivendo sicuro della di lei promessa, le<br />

fo una divota riverenza, e resto. Trento 12 aprile 1790.<br />

Di S.P.R.<br />

Div.mo, obbl.mo servo nel Signore<br />

Frate Giangrisostomo.<br />

Nota. Il detto libro ricercasi dalla nob. sig. Orsola Tabarelli di Trento, moglie del<br />

nob. sig. Carlo Prati Chiappera di Chiarano archese. La quale morì vedova nel 1802.<br />

***<br />

Nota. In tre cose si conosce l'uomo savio, ovvero matto, cioè nel raffrenare l'ira, nel<br />

governare la sua casa, e nello scriver una lettera. Così il Beato Antonio di Guevara<br />

vescovo francescano in una sua lettera del 1531.<br />

595. 1790<br />

Al Frate Vincenzio d'Asfruzzo 24 Riformato. Cles.<br />

Sia lodato Gesù Cristo Signor nostro clementissimo.<br />

Per vostra regola, e per atto di mia gratitudine, vi reco avviso, e rendo certo, che<br />

quella pasta di pomi marci bollita, la quale fu da voi applicata alla mia gola, è stata<br />

19 Questi ora sta in Bassano in casa de' Conti Roberti.<br />

20 Invent. Cazzuffiano pag. 336.<br />

21 Ferdinando da Sant'Orsola in Pergine.<br />

22 Questo Padre è morto in Trento li 7 luglio 1802. Fu poeta italiano. Visse anni 87.<br />

23 Il Monauni fu soddisfatto prontamente.<br />

24 *Da Sfruz.<br />

6


l'unico rimedio, che abbiami giovato, poiché nella mattina seguente ho potuto lodare il<br />

Signor Iddio nel coro cantando con voce sonora: e così continuo anche al presente 25 .<br />

L'ho replicato due notti, quantunque non fossevi manifesto bisogno, per rassodare<br />

maggiormente la riacquistata voce.<br />

Io dunque dopo d'averne ringraziato sua divina maestà, ringrazio anche la carità<br />

vostra, e mi professo assai obbligato alla medesima. Con che salutandovi cordialmente<br />

mi dico. Trento17 aprile 1790.<br />

Vostro div.mo confratello<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

NB. Il lodato rimedio gli fu suggerito dal medico Giuseppe Lago di Cleso.<br />

596. 1790<br />

Al Padre Pietro Paolo Montibeller da Roncegno. Borgo.<br />

Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo Signor nostro clementissimo.<br />

Io non so dove S.P.R. ritrovi tanto tempo da comporre libri di così grande impegno!<br />

e ciò nella corrente stagione in cui essendo noi tanto pochi, e tanto in altre cose<br />

occupati, appena per dir così possiamo respirare! Il Signor Iddio, che le ha donato un<br />

talento, ed ingegno cotanto buono, e raro, le doni altresì di ridurre all'ideato fine la<br />

nuova sua opera contra gli ebrei, massimamente indirizzata essendo anche<br />

all'edificazione de' cristiani. Finora io non ho potuto cercare con diligenza in questa<br />

nostra biblioteca li controversisti, che se la hanno presa in particolar modo contra i detti<br />

ebrei. Quindi le rispondo soltanto, che qui abbiamo un grosso volume del nostro Padre<br />

Galatino, stampato in Basilea l'anno 1550, ed intitolato Opus de arcanis catholicae<br />

veritatis... contra obstinatam iudaeorum perfidiam absolutissimus commentarius, del<br />

quale Giovanni Sianda monaco cisterciense nel suo Lessico polemico To. 1, pag. 401<br />

verbo Iudaei, parla con molta stima, dicendo: Reprobantur efficacissimis argumentis<br />

iudaei a Petro Galatino Ordinis Minorum in suo erudisissimo opere inscripto: De<br />

arcanis catholicae veritats. Abbiamo pure la Biblioteca santa di Sisto sanese prima<br />

ebreo,e poi Domenicano, scritta nel 1566. In essa parla de' Libri talmudici, e dà un<br />

indice di molti errori contenuti ne' medesimi contra Dio, contra Cristo, ed i Santi<br />

dell'Antico Testamento, contra la legge mosaica, la carità, umanità ecc. Abbiamo<br />

finalmente Petri Danielis Huetii epsicopi Abricensis demonstrationem evangelicam, in<br />

cui sovente parlasi contar gli ebrei. Questo si è quanto per ora posso insinuarle rapporto<br />

alla detta sua opera. Intorno poi alla decisione del già propostoni dubbio matrimoniale<br />

rispondo, che penso bene di non replicare altro alla R.ma Curia, mentre mi ha detto la<br />

prima volta, come le ho scritto, che non sentesi di fare una tal decisione. Con prima<br />

opportunità le manderò la sua patente della Confessione. La tengo sino dai dodici del<br />

corrente segnata ad quinquennium. Il Leggendario de' Santi del Filippino veneto<br />

ristamapto dal signor Monauni è un'opera molto buona. Per una copia sciolta del<br />

medesimo egli vuole quindici troni 26 . Mi raccomando in precibus, e riverendola resto.<br />

Trento 20 aprile 1790.<br />

Suo div.mo servo ed amico<br />

Frate Grisostomo.<br />

25 Ho perduta la voce nel lunedì Santo ai 29 marzo e così sono stato sino dopo la domenica Bianca. Ho perso in<br />

vano più rimedi. L'ho usato con pro anche li 27 marzo 1792 e potei cantare li 28. - Così pure il 1 nov. 1792 e potei<br />

cantare li 2 la Messa, e tutto il resto.- Così ancora li 7 ottob. 1793 e potei cantare gli 8.- Così li 7 febbr. 1802 e potei<br />

cantare gli 8.<br />

26 In Venezia nel 1793 legata in rustico fu pagata troni 14 cui qui furono aggiunti 14 soldi di aggio.<br />

7


P.S. Il nostro P. Lettore. Amedeo di Roveredo nel 1776 teneva un quaderno<br />

manoscritto "Estratto delle cose principali contenute in alcune lettere scritte da Ignazio<br />

Todesco alli suoi parenti padre, madre, fratelli, e sorelle ebrei, per desiderio di<br />

convertirli ancor essi alla santa fede cattolica, e per disporli a ricever il santo<br />

Battesimo". Empiva pagine 28 in 4°. Ignazio è morto in Roveredo intorno al 1735.<br />

597. 1790<br />

Al P. Emmanuele Pasini da Riva Riformato. Arco.<br />

R.P.S.L.G.C. 27<br />

Lo compiaccio per questa volta colla qui compiegata brevissima decisione del caso<br />

riservato, che mi ha ricercato per un suo amico. Ma nello stesso tempo l'avviso di non<br />

più assumere impegni somiglianti, cioè di casi mesali 28 , perché io non ho tempo da<br />

dedicarli maestrevolmente. Così ho risposto anche ad altri ne' tempi addietro. Con<br />

questo lo riverisco, e resto. Trento 23 aprile 1790.<br />

Suo div.mo servo<br />

F. Grisostomo.<br />

Casus pro mense augusto.<br />

Velianus officium duplex a festo titularis ecclesiae suae impeditum transtulit in<br />

sequentam dominicam a Directorio notatam de ea. Quaeritur an beve fecerit?<br />

Respondeo negative. Nam rubricae generales Breviarii romani tit. 10, et plura<br />

S.R.C. decreta edicunt, festum quodlibet, sive officium in propria die impeditum, in<br />

primam diem officio alio duplici, vel semiduplici, seu novem lectionuum non<br />

impeditam, esse transferendum. Quod autem sub nomine festi novem lectionum veniat<br />

etiam dominica declaratum fuit a laudata S.R.C. die 12 martii anno 1618 in Conchen.<br />

testibus Merato in Und. decret. Brev. num. 41, Cavalerio To. 2, decr. 119 et aliis. Ergo.<br />

etc.<br />

598. 1790<br />

Al sig. arciprete Carlo Pompeati. Trento.<br />

Pro memoria.<br />

La famiglia Costede, ora estinta, fu cittadina di Trento nel secolo XV.<br />

Un Giovanni Costede fu canonico scolastico di Trento, parroco di Tisens, dottore di<br />

medicina, e cessò di vivere nell'anno 1471.<br />

Il dottore Angelo Costede nel 1599 fu adoperato contra i luterani nella diocesi di<br />

Salisburgo 29 .<br />

Un altro Angelo Costede procurator fiscale di Trento morì d'anni 52 nel 1542.<br />

Tiberio Costede fu capitano nel 1604 30 .<br />

Alfonso Costede fu parimente capitano nel 1633, ed ebbe per moglie Tomea<br />

Galassa di castel Campo; nel 1614 uxor dicti Alphonsi, et f. q. nob. domini Andreae<br />

Galassi civis Tridenti.<br />

I capitani Costedi sono riferiti fra gli uomini illustri di Trento dal Mariani nel<br />

Trento pag. 344.<br />

27<br />

=Reverendo Padre Sia Lodato Gesù Cristo.<br />

28<br />

* mensili.<br />

29<br />

Fu consigliere in Insprugg nel 1615.<br />

30<br />

Veggansi le Memorie di Civezzano pubblicate dal sig. arciprete Pompeati nel settembre 1790, in 4°, pag. 9 e<br />

segg. dove si riproducono queste mie.<br />

8


I Costei furono scritti nella matricola de' nobili provinciali tirolesi nel 1608.<br />

L'ultimo Costede appresso di me si è il suddetto capitano Alfonso, il quale morì nel<br />

1647.<br />

Suppongo, che la eredità Costede sia passata nella Casa Geremia, poiché trovo nel<br />

1688 il cavaliere Mattia Giuseppe de' Geremii di Montfort erede Costedi: e nel 1706<br />

Antonio Geremia Costede.<br />

La famiglia di Roccabruna ebbe per suo ceppo quell'Ortari de Fornace, che<br />

intervenne ad un solennissimo Placito tenuto nella Corte ducale di Trento l'anno 845.<br />

Girolamo di Roccabruna fu canonico di Trento, e Bressanone, arcidiacono,e sommo<br />

scolastico, e consigliere di Trento, dove finì di vivere nel 1599.<br />

Un altro Girolamo di Roccabruna fu pur canonico, arcidiacono, e decano di Trento,<br />

e morì nel 1630.<br />

Un Claudio di Roccabruna dell'Ordine de' Frati Alemani fu commendatore della<br />

Commenda di s. Maria Elisabetta di Trento negli anni 1579, e 1603.<br />

La famiglia Roccabruna fu imparentata colle Case di Caldes, di madruzzo, e di<br />

Thunn, e restò estinta nell'anno 1735. Eredi della medesima per via di matrimonio, ne<br />

sono divenuti li nobili signori Gaudenti dalla Torre, i quali ora chiamansi baroni<br />

Gaudenti dalla Torre, e Roccabruna, e signori di castel Fornas.<br />

Un altro Girolamo di Roccabruna fu illustre capitano d'infanteria germanica nella<br />

guerra contro il Turco, dalla cui schiavitù liberatosi con gloria, si segnalò poscia<br />

notabilmente nelle guerre di Fiandra. Il di lui deposito è in Riva nostra, come avvisa il<br />

Mariani, pag. 512, edit. 1673.<br />

La famiglia Guarienti fu scritta nella matricola de' nobili provinciali tirolesi l'anno<br />

1563.<br />

Cristoforo Ignazio Guarienti di Rallo fu ambasciadore straordinario per Leopoldo<br />

primo imperadore austriaco a Pietro il Grande imperadore delle Russie l'anno 1698, e<br />

poi al Gran Signore de' Turchi. Il medesimo essendo consigliere bellico in Vienna fu<br />

creato Ungaro dalla Dieta di Presburgo dell'anno 1715, insieme con suo fratello Ottone<br />

Giuseppe consigliere della Reggenza dell'Austria Inferiore. Il detto Cristoforo a sue<br />

spese ha messo una statua grande tutta d'argento di s. Giovanni Nepomuceno nella<br />

chiesa di s. Nicolò di Vienna, allora di monache Clarisse, in perpetua memoria della sua<br />

gratitudine al detto Santo martire per avergli ottenuto la sanità richiesta 31 .<br />

Girolamo Guarienti fu guerriero celebre per attestato del Mariani pag. 476, e visse<br />

capitano nel 1591 e 1614. Fu capitano del castello e della giurisdizione di Pergine l'anno<br />

1<strong>58</strong>5.<br />

Il mentovato Mariani pag. 344 tra gli uomini illustri di Trento accenna i capitani<br />

Pietra Piana, Costedi, Guarienti, Vasti ecc.<br />

Nel 1706 visse l'ill.mo signor baron Giuseppe Guarienti 32 .<br />

La famiglia Alessandrini fu aggiunta alla matricola delle nobili provinciali tirolesi<br />

nell'anno 1<strong>58</strong>7.<br />

31 Nel 1740 li 4 giugno è morto in Vienna perillustris dominus Ignatius Nepomucenus Guarientus.<br />

32 Nel 1716 da Carlo sesto fu fatto Conte Carlo Giuseppe Guarienti di castel Malosco. Nel 1768 fu pur creato<br />

Conte dall'imp. Maria Teresa Girolamo Guarienti di castel Seregnano trentino, che vive in quest'anno 1790, ma non è<br />

approvato dalla Corte di Trento.<br />

9


Giulio Alessandrini fu protomedico degl'imperatori austriaci Ferdinando primo,<br />

Massimiliano secondo, e Rodolfo secondo: diede alle stampe alcuni suoi libri, e cessò di<br />

vivere in Trento li 25 agosto del 1590, di sua età 80.<br />

Giuseppe Alessandrini fu protomedico degli Arciduchi d'Austria, e morì ai 19 di<br />

giugno del 1617 di sua età 38.<br />

Giovanni Francesco Alessandrini fu Conte palatino cesareo, canonico, Vicario<br />

generale, e consigliere di Trento, e morì nell'anno 1573.<br />

Giovanni Alessandrini fu consiglier cesareo, Preposito d'Eisgram, canonico di<br />

Trento, e Bressanone, consiglier e Vicario generale di Trento, e finì di vivere ai 15<br />

aprile del 1591.<br />

Pietro Alessandrini fu cancelliere aulico di Trento nel 1610. Morì in Trento li 20<br />

marzo 1623 33 .<br />

L'elogio tessuto al P. Bonelli, e pubblicato nella Gazzetta trentina foglio 45<br />

dell'anno 1783 e del girono undecimo di novembre, si è questo: Trento 11 Novembre. Il<br />

dì 29 dello scaduto cessò di vivere il celebre Padre Benedetto Bonelli da cavalese<br />

dell'Ordine de' Riformati della <strong>Provincia</strong> di s. Vigilio, soggetto,che coprì le prime<br />

cariche della Religione, benemerito della letteraria repubblica, e che per al sua dottrina,<br />

profonda erudizione, e dotte opere date alle stampe meritò la stima de' sommi Pontefici<br />

Benedetto XIV, Clemente XIV, e del regnante Pio VI, come pure de' più cospicui<br />

letterati, che secolui si pregiavano di corteggiare.<br />

Rapporto alla Confraternita del Rosario 34 io non posso dire quando abbia avuto il<br />

suo principio, e chi sia stato quel Pontefice 35 , da cui fu approvata la prima volta, perché<br />

tali punti sono tanto controversi, che i Padri Bollandisti To. 1, augusti dopo d'averli<br />

discussi secondo il loro solito assai eruditamente, e diffusamente, finiscono il loro<br />

trattato pag. 437 dicendo: His in utramque partem disputatis, ac observatis, de ipsa<br />

controversia liberum iudicium eruditis lectoribus relinquimus.<br />

Un Pietro da Urbino fu Vicario della pieve di s. Maria di Civezzano li 24 maggio<br />

1379.<br />

Niccolò q. Giovanni de Mixina piovano di Civezzano nel 1426 non fu da Messina,<br />

latinamente detta Messana, città della Sicilia, ma da Misna città della Sassonia.<br />

Pietro Rocio figlio di altro don Pietro Rocio piovano di Civezzano, fu cittadino di<br />

Trento nel 1503.<br />

Consegnato in proprie mani qui nel convento di s. Bernardino li 29 aprile 1790.<br />

599. 1790<br />

Al sig. don Giuseppe Bonazzi cappellano della Compagnia di s. Croce sul monte<br />

Berico appresso Vicenza 36 .<br />

33 Pompeati 2, pag. 107.<br />

34 Videsis Pompeati pag. 9.<br />

35 Benedictus XIII Constit. Pretiosus data Setiae septimo kal. iunii an. 1727 Pontif. 3, § 7 confirmat magistro<br />

Ordinis, aut Vicario generali Fratrum Paredicatorum privativam facultatem erigendi et fundandi Societates Rosarii<br />

eisque Indulgentias communicandi.<br />

36 Cappellano confessore della Compagnia etc. Nato in Fumane di Valpolicella veronese, poi domiciliato a San<br />

Fiorano della stessa valle. – Storia della Madre di Dio Maria Vergine Santissima del Monte Berico, del suo santo<br />

tempio, e d'altro di Vicenza, con alcune nuove notizie composta dal sig. Conte Vittorio Sangiovanni nobile vicentino<br />

dottor di legge. In Vicenza 1762, in 12°. Comparve Maria Santissima li sette marzo 1426 a donna Vicenza di<br />

Sovizzo.<br />

10


Molto rev. sig. sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro clementissimo.<br />

Mi spiace assai, che V.S.M.R. abbia abbandonata la santa Congregazione Filippina,<br />

e che tuttavia si ritrovi priva di quiete. Non c'è oro, che paghi la pace: ma pur conviene<br />

dar il tutto per acquistarla. Io non dispero, ch'Ella possa farne un tale acquisto. Il<br />

desiderarla, ed il cercarla può giovar molto: ma il far vita solitaria per Lei non lo credo<br />

espediente. Il più vantaggioso sarebbe l'aver appresso un buon direttore, e Padre<br />

spirituale, che la conoscesse a fondo. Il mio P. Guardiano acconsente, che ritorni a<br />

Trento. Io pure acconsento, perché negandoglielo temo di oppormi alle ordinazioni<br />

divine: ma di mala voglia, primieramente perché non mi suppongo atto a ben servirla:<br />

poi perché son troppo occupato in altre cose: e finalmente perché credo, che farebbe<br />

meglio ritirandosi appresso alcun altro, dal quale potesse ricever aiuto anche dopo gli<br />

esercizi spirituali. Malgrado queste mie difficoltà, s'ella persiste nella già fatta<br />

risoluzione di venire, l'assicuro,che sarà ben veduta, e trattata alla meglio, che si potrà.<br />

L'avverto però di non venire avanti del settembre, perché tengo degli affari troppo<br />

pressanti innanzi tal tempo 37 . Cominci subito a prepararsi, e non perda un momento di<br />

tempo. Frattanto io raccomanderò il negozio al Signor Iddio, e riverendola divotamente<br />

mi dico. Trento 1 maggio 1790.<br />

Di V.S.M.R.<br />

Umil.mo, div.mo, osse.mo servo<br />

F. Gio. Crisostomo di Volano.<br />

600. 1790<br />

Al sig. Carlo Pompeati arciprete di Civezzano. Trento.<br />

Pro memoria.<br />

La nob. famiglia Gentilotti è una delle cittadine antiche di Trento.<br />

Ella intorno alla metà del secolo sedicesimo ebbe l'onor di albergare il molto<br />

celebre prelato monsignor Cornelio Musso Minorita conventuale, e vescovo di Bitonto,<br />

allorché dal 1545 intervenne al nostro sagrosanto Concilio.<br />

In grata memoria di tale albergo tuttavia conserva la effigie del lodato vescovo: e<br />

può credersi, che a riguardo del medesimo sia stato nominato Cornelio quel Cornelio<br />

Gentilotti dottore, il quale dopo d'essere stato console di Trento negli anni 1574, 1<strong>58</strong>7 e<br />

1591 cessò di vivere nell'anno 1595.<br />

Nello stesso secolo sedicesimo si distinse tanto nel militare un Giovanni Gentilotti,<br />

che dopo d'aver guerreggiato moltissimi anni da valoroso capitano anche nella Polonia,<br />

meritò d'essere raccomandato caldamente a Sigismondo terzo re di Polonia da Rodolfo<br />

secondo imperatore de' Romani con una lettera data da Praga l'ultimo giorno di maggio<br />

dell'anno 1592 e già pubblicata colle stampe.<br />

Giovanni Cornelio Gentilotti capitano nel reggimento del principe Eugenio di<br />

Savoia, guerreggiando contra i turchi sotto Belgrado restò estinto li 16 agosto 1717.<br />

Giovanni Francesco Gentilotti fu Preposto mitrato in Wolchenmarch,ed arcidiacono<br />

della Carintia l'anno 1622, canonico di Trento dal 1631, consigliero e visitatore generale<br />

dell'arcivescovo di Salisburgo, e soggetto di probità singolare. Morì d'anni 66 nel primo<br />

giorno di marzo l'anno 1640.<br />

Giovanni Battista Gentilotti, fratello del lodato Preposito, fu medico dell'Arciduca<br />

Leopoldo Conte del Tirolo, che finì di vivere nell'anno 1632.<br />

37 È venuto li 17 settembre e partì li 21.<br />

11


Giovanni Benedetto Gentilotti fu consigliero, e cancelliere aulico di Salisburgo dal<br />

1703. Prefetto della biblioteca imperiale di Vienna dal 1704. Segretario del Conte<br />

Giorgio Adamo Martinez viceré di Napoli nel 1707. Canonico di Trento dal 1722.<br />

Uditore della Sacra Rota Romana per al nazione tedesca dal 1724, e finalmente nel 1725<br />

venne eletto vescovo e principe di Trento. Morì però innanzi di pigliarne il possesso in<br />

Roma li 20 settembre dello stesso anno 1725, di sua età 54. Egli per altro fu così alieno<br />

dall'ecclesiastiche dignità, che soltanto per ubbidire al Papa Benedetto XIII ed<br />

all'imperatore Carlo sesto accetto il vescovado, e dicesi morto per il dispiacere di averlo<br />

accettato. Colli suoi scritti s'ha reso celebre anche nella repubblica letteraria.<br />

Giovanni Francesco Gentilotti, fratello del lodato monsignore Gio. Benedetto,<br />

essendo cancelliere aulico di Salisburgo, venne fatto consigliere intimo, e vice<br />

cancelliere dell'Austria Superiore in Insprugg dall'imperatore Carlo Sesto, e poi barone<br />

del Sacro Romano Impero.<br />

Giovanni Bernardino Gentilotti, zio di monsig. Gio. Benedetto, fu canonico di<br />

Trento dall'anno 1712 e decano di Lintz.<br />

Giovanni Giuseppe Gentilotti, fratello del predetto monsig. Giambenedetto, fu<br />

canonico di Trento dall'anno 1730 sino al 1739, in cui cessò di vivere.<br />

Giovanni Benedetto barone Gentilotti, nipote del più volte lodato monsig.<br />

Giambenedetto, e presentemente canonico di Trento sino dall'anno 1756.<br />

Giovanni Battista cavaliere Gentilotti è cancelliere aulico di Trento sino dall'anno<br />

1764. Cessò volontariamente nel dicembre del 1792.<br />

Nel volume secondo delle Notizie bonelliane pag. 601-603 si portano tre documenti<br />

degli anni 1271-1273 risguardanti la fondazione del convento di s. Marco de' Frati<br />

Eremiti di s. Agostino in Trento: ma non ricavasi da loro, che i detti Frati avessero<br />

prima convento in Barbaniga, od in altro luogo della nostra diocesi di Trento. Bensì<br />

l'editore soggiugne in una nota pag. 603, che lo tenevano in Barbaniga sopra Civezzano,<br />

secondoché accertasi da una Bolla di Gregorio nono data l'anno 1234 ai due di maggio<br />

ecc. ecc.<br />

Così ho scritto li 7 maggio 1790 in Trento.<br />

601. 1790<br />

Al P. Gioachino da Pressano Ministro <strong>Provincia</strong>le. Roveredo.<br />

Ierlaltro sono stati da me gl'ill.mi signori Capolini, e Formenti 38 sindici della città di<br />

Riva, e mi hanno importunato, che vada là a far il registro del loro archivio civico. A<br />

tale richiesta onninamente improvvisa restai sorpreso, risposi di non potere, e allegai<br />

parecchie scuse: ma finalmente dovetti loro promettere di servirli dopo il Santo Natale,<br />

quando S.P.M.R. me ne dia il permesso. Mi han detto, che verranno da Lei, e perciò la<br />

prevengo. E riservando il di più al suo ritorno, la prego della sua paterna benedizione, e<br />

mi dico. Trento 8 maggio 1790.<br />

Di S.P.M.R.<br />

Umil.mo, ubbid.mo servo e suddito<br />

F, Grisostomo.<br />

Così ho scritto nella sopraccoperta di alcune lettere dirette al medesimo. Fu<br />

replicata la istanza dal Consiglio di Riva con lettera del sindico sig. Filippo Capolini li<br />

23 febbr. 1791. Ricevuta in Trento li 4marzo 1792 dal P. <strong>Provincia</strong>le.<br />

38 Il Formenti è divenuto Conte nel corrente190,ma non è ancora riconosciuto da Trento.<br />

12


602. 1790<br />

Io infrascritto attesto,che questo convento di san Bernardino appresso Trento, dal<br />

primo di maggio dello scaduto anno 1789 sino all'ultimo di aprile dell'anno corrente<br />

1790 ha consegnato all'officio cesareo- regio della posta di Trento, dugento ecc. lettere<br />

da spedire: e ne ha ricevuto dal medesimo dugento ecc. Furono dunque le spedite 200 e<br />

le ricevute 200. Tanto ricavo dal giornale delle lettere del predetto convento. Questo dì<br />

8 maggio 1790.<br />

L.+S.<br />

F. Giangrisotomo da Volano<br />

letterario de' Francescani Riformati<br />

NB. Il numero 200 non è il preciso: ma è posto per esempio. Questo nuovo<br />

aggravio ci è stato dato da Giuseppe secondo 39 .<br />

603. 179<br />

Al P. Dionigi di castel San Giovanni Riformato. Piacenza. Borgonovo. S.<br />

Bernardino.<br />

Sino da quando il P. Udalrico di Traspo mi accennò la brama, che aveva S.P.R. di<br />

tenere in tre tomi del Supplimento bonaventuriano qui stampati, gli ho messi all'ordine,<br />

e tengoli preparati. Rapporto al farli legare in pergamena non sarebbevi alcuna<br />

difficoltà: bensì c'è rapporto alla soddisfazione, perché qui scarseggiano di Messe, e non<br />

ci è lecito il mandarne fuori della diocesi. Conviene dunque, che S.P.R. se vuole i detti<br />

tomi, ritrovi un'altra via per soddisfarli. Forse più facilmente potrà far acquisto de'<br />

medesimi ricorrendo al Padre letterario di san Bonaventura di Venezia, che ne tiene 40 .<br />

Mi spiace di non poterla servire con prontezza, e senza replica: con che in attenzione de'<br />

suoi comandi ulteriori, la riverisco divotamente, e resto. Trento, s. Bernardino 12<br />

maggio 1790.<br />

Di S.P.R.<br />

Umil.mo, div.mo, osseq.mo servo nel Signore<br />

Frate Giangrisostomo di Volano Minore Riformato.<br />

604. 1790<br />

Al sig. Carlo de' Pompeati arciprete di Civezzano.<br />

Ill.mo, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo.<br />

Rimando a V.S. ill.ma, e R.ma la tabella, che mi ha trasmesso questa mattina, colla<br />

copia, che ho fatto della medesima currenti calamo 41 . Ed esibendo la mia povera servitù<br />

ad ulteriori suoi pregiatissimi comandi, con un riverente bacio delle sacre mani mi<br />

protesto. Trento, s. Bernardino 20 maggio 1790.<br />

Di V.S. ill.ma, e R.ma Um.mo, div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

605. 1790<br />

39 Ora 1793 ogni tre mesi dobbiamo attestare d'avere dato alla posta, e ricevuto da essa tante lettere, che<br />

importano tanti fiorini, e carantani, senza sapere quanto sieno state, e quanto valutata ogni una. Viene presentata la<br />

lista tedesca, e noi dobbiamo soscriverla. Così anche nel 1794, 1800.1801, 1805.<br />

40 Il letterario ha risposto a Piacenza, che non ne tiene più.<br />

41 Sta To. 2, n. 312 Cod. diplom. Fu poi data alle stampe.<br />

13


Alla sig. Teresa Webera vedova Palaura 42 . Cognola.<br />

Sia lodato Gesù Cristo Signor nostro clementissimo.<br />

Una dama trentina mi commette d'insinuare a V.S. che desidera di parlarle quanto<br />

prima 43 . Ciò sarà con di lei vantaggio. Quindi venga subito da me, che gliela nominerò,<br />

perché possa ritrovarla. Le dirò di più a voce; ed ora riverendola resto. In san<br />

Bernardino li 22 maggio 1790 44 .<br />

Suo div.mo servo nel Signore<br />

F. Giangrisostomo.<br />

606. 1790<br />

Al P. Anton-Maria Basilisco di Rovigno Riformato. Ceneda. S. Francesco.<br />

Rev. Padre padrone colendissimo S.L.G.C.S.N.<br />

Ho sentito con molto piacere, che la P.S.R sia stata destinata predicatore di questa<br />

nostra cattedrale nella prossima Quaresima, perché tengomi sicuro, che sosterrà il sacro<br />

suo impegno con lode almeno eguale a quella, che nell'anno 1771 si ha meritato il suo<br />

concittadino, e confratello P. Gio. Clemente di Rovigno, della cui religiosità, e bravura<br />

conserviamo tuttavia la gradevole rimembranza. In ordine poi alla su ricerca le<br />

rispondo, che ora il predicatore della mentovata cattedrale non ha obbligo di verun<br />

panegirico singolare, cessato essendo l'impegno del panegirico di san Simone Innocente<br />

martire, e protettore secondario di Trento sua patria colla cessazione della terza festa di<br />

Pasqua. Sogliono però farsi li panegirici di s. Giuseppe, e della Madonna Dolorata, per<br />

la quale nodriscono una più che ordinaria venerazione questi cittadini. Il zelantissimo<br />

Padre Eusebio da Verona 45 , per mero effetto della sua divozione, fece il panegirico di s.<br />

Margherita da Cortona nel giovedì, che dimezza la Quaresima, giorno per altro di<br />

vacanza, e riposo. Prego Iddio Signor nostro clementissimo, che conservi S.P.R. in<br />

prospera salute; ed offerendomi ad ulteriori suoi comandi, le fo divotissima riverenza, e<br />

passo a protestarmi. Trento, s. Bernardino 5 giugno 1790.<br />

Di S.P.R. Umil.mo, div.mo, osserv.mo servidore<br />

F. Giangrisostomo da Volano Minore Riformato.<br />

Nota. Il suddetto P. Antonio Maria di cognome Basilisco, è nato in Rovigno terra<br />

grossa dell'Istria, e della diocesi di Parenzo, ai 10 di marzo dell'anno 1734, e vestì l'abito<br />

nostro Riformato nella <strong>Provincia</strong> veneta li 7 giugno 1751, siccome ricavai l'anno 1767<br />

ai 21 di marzo in Trevigi dal catalogo de' Frati di detta <strong>Provincia</strong>. Capitò in Trento nel<br />

dì 26 febbraio 1791.Partì li 6 maggio 1791 46 .<br />

607. 1790<br />

Al P. Bonaventura di Lazise presidente Riformato. Verona. S. Antonio.<br />

Rev. Padre padrone colendissimo S.L.G.C.S.N.<br />

Il Padre Patrizio da Vigolbaselga, ora Guardiano di Campo nelle Giudicarie 47 , ha<br />

ultimamente rimandato a me la lettera, che con data de' 18 maggio gli fu scritta da<br />

V.P.R. incombenzandomi nello stesso tempo di eseguire quanto in essa si contiene. Io<br />

42 Nata nell'anno 1730, vedova dai 26 giugno 1766. Morì nel 1805.<br />

43 Costanza Tabarella, nata contessa Trissina vicentina: poi nello stesso anno 1790 anche contessa Tabarella.<br />

44 La suddetta Webera è morta li nove dic. 1805 e fu seppellita li 10 in Romagnano, dove sino dal 1798 stette<br />

con quel curato Domenico Malpaga suo nipote, figlio d'una sua sorella. Fu mia penitente, e con prudenza non accettò<br />

di esse serva di Costanza.<br />

45 Eusebio Salvi nel 1769.<br />

46 Nel 1767 un di lui fratello fu novizio laico in Bassano detto Fra Santi.<br />

47 Cessò d'esser Guardiano nel 1794.<br />

14


dunque senza verun ritardo ho commesso al mercante notato nel qui rinchiuso viglietto,<br />

lo spedirle quella quantità di corone, che brama. L'avviso poi rapporto al prezzo, che lo<br />

stesso mercante le accennerà in quali mani potrà farlo passare: e che sarà bene il farsene<br />

dare la ricevuta. Con questa occasione l'avviso altresì, che questo Padre Guardiano<br />

oggidì per il carrozzone ha spedito un grosso involto di corone al M.R.P. Lodovico di<br />

Vicenza Guardiano di Vicenza, raccomandato al R.P. Guardiano di Verona. Ed<br />

esibendole la mia servitù, la riverisco divotamente, e resto. Trento, s. Bernardino 7<br />

giugno 1790.<br />

Di V.P.R.<br />

Div.mo, osseq.mo servidore in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano Minore Riformato.<br />

Nota. Il mercante si scrive Francesco Simone Auchentholler volgarmente dicesi<br />

Soller. Le corone sono doz. 28 Brigittine grosse per troni 21,14, e doz. 35 piccole per<br />

troni 10,10. In tutto doz. 63, troni 21,14. Anche il fratello del detto mercante Giuseppe<br />

Maria si scrive Auchenthaller, parimente mercante.<br />

608. 1790<br />

Al P. Ministro <strong>Provincia</strong>le de' Riformati. Cavalese.<br />

Postilla.<br />

M.R.P. – Fra Grisostomo scrivendo per altro ad P. Massimo gli ha mandato anche il<br />

paragrafo, che risguarda il convento di Borgo, acciocché più presto possa venir eseguito<br />

l'ordine, che gli manderà S.P.M.R. cui bacia le sacre mani, chiedendole la paterna<br />

benedizione. Trento 16 giugno 1790.<br />

P.S. Lo stesso rispettivamente ha fatto scrivendo a Roveredo, e Arco.<br />

609. 1790<br />

Al P. Dionigi di castel San Giovanni Riformato. Piacenza. Borgonovo. S.<br />

Bernardino.<br />

Rev. Padre padrone colendissimo S.L.G.C.S.N.C.<br />

Mi piace la via ritrovata da S.P.R. per la soddisfazione de' ricercati libri. E quindi<br />

domani calando in città, commetterò ad un libraio 48 il legarli conformemente al<br />

prescritto: e poi colla prima occasione sicura de' nostri Terziari, o altri, gli spedirò a<br />

Venezia. Non so quando mi si porgerà una tal occasione. Per trovarla ho già scritto a<br />

Borgo di Valsugana 49 , ultimo nostro convento verso Venezia; ma temo di non ritrovarla<br />

così presto. Allorché metterò in viaggio i detti libri ne darò parte alla P.S.R. e nello<br />

stesso tempo avviserò il Padre letterario di Venezia rapporto all'uso del prezzo<br />

promesso. Frattanto desiderando sinceramente di render ben e presto servita la P.S.R. le<br />

fo un ossequioso inchino, e mi dico. Trento, s. Bernardino 15 giugno 1790.<br />

Di S.P.R.<br />

Um.mo, div.mo, osser.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano Minore Riformato.<br />

610. 1790<br />

Al sig. don Domenico Filippi, detto Cescati 50 . Albiano.<br />

48 Francesco Mugler di Contrada Oriola.<br />

49 Al P. Vicario Massimo (<strong>Tovazzi</strong>).<br />

50 D'anni 29. Poi nel 1793 primessario in Aviso.<br />

15


Molto illustre, e molto rev. sig. sig. padrone colendissimo S.L.G.C.S.N.<br />

Finalmente sono arrivati li tanto aspettati libri delle decisioni morali, e canoniche 51 .<br />

Pertanto V.S. molto illustre, e molto rev. più presto, che può, soddisfaccia la cambiale al<br />

sig. Antonio d'Antoni di Trento, dandogli fiorini cinque, e carantani otto; e poi mandi<br />

qualcheduno da me, che tosto gli farò la consegna de' sudetti libri. Tanto le scrivo per<br />

essere succeduto al Padre Patrizio di Vigolbaselga; e tenendomi sicuro, che farà quanto<br />

ha promesso, la riverisco divotamente, e resto 52 . Trento, s. Bernardino 26 giugno 1790.<br />

Di V.S. molto illustre, e molto rev.<br />

Div.mo, ossequ.mo servo nel Signore<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

611. 1790<br />

Al sig. Francesco Santoni arciprete d'Arco. Trento. Nel seminario al suo arrivo.<br />

R.mo sig. sig. padrone colendissimo.<br />

Dalla prontezza, con cui le rispondo, e dalle giunte, che ho fatto a ciò, che mi ha<br />

richiesto, potrà comprendere V.S. R.ma, che mi fo pregio di servirla, malgrado le altre<br />

mie occupazioni, e premure. Bramo, che il mio picciolo servizio le riesca vantaggioso:<br />

ed augurando a Lei non meno, che al R.mo signor arciprete (Bartolommeo) Malanotti,<br />

un buon effetto de' bagni fiemmaschi, col bacio delle sacre mani mi professo. Trento 29<br />

giugno 1790.<br />

Suo umil.mo, div.mo servo<br />

F. Grisostomo da Volano.<br />

NB. In un mezzo foglio ho trascritto de' testi cavati dall'Ughelli, dal maffei, dal<br />

Muratori, e dal marchese Dionisi, rapporto a Riva.<br />

612. 1790<br />

Al P. Agostino Rigotti da Vigo Riformato. Pellizzano. In casa Coltellini 53 .<br />

M.R.P.S.L.G.C.S.N.C. 54<br />

Nella soprascritta non ho potuto far Cortellini, quantunque così mi sia stato dettato,<br />

così dica il nostro volgo, e così abbia eziandio il Giornale trentino del 1787, pag. 67,<br />

riferendo Giacomo Antonio Cortellini di Pellizzano notaio, ed il Clerologio trentino del<br />

1789, pag. 109, dove sta Michael Cortellini Pellizani, perché niun dizionario uniformasi<br />

al detto volgo, tutti tutti avendo coltello, coltellaccio, coltellata, coltelliera, coltellaio,<br />

coltellino: e perché in tre tomi della storia letteraria d'Italia 55 trovo lodato alcune volte<br />

come scrittore del 1750 un toscano cortonese nominato dottor Lodovico Coltellini, ed in<br />

un catalogo remondiniano 56 abate Lodovico Coltellini. lascio però ad ogn'altro che<br />

scriva come gli piace. Addio. Trento 13 luglio 1790.<br />

Pro memoria. Per la ragione medesima, tratta da' dizionari, credo, che vada scritto<br />

Coltelletti piuttosto che Corteletti il cognome dell'odierno curato di Sopramonte, nel<br />

citato clerologio trentino pag. 26, nominato Vincentius Corteletti Tridenti, benché<br />

sappia, che nel 1495 vissero Petrus, et Ioannes Dominicus fratres quondam Iacobi<br />

51<br />

Cioè i casi bolognesi decisi da Padre Domenicano Osservante veneto, che dicesi fra Faustino Scarpazza di<br />

Crema.<br />

52<br />

Il cambista era stanco di aspettare. – Essendo ancora primissario avisano fu eletto curato di gardolo li 15<br />

maggio 1798.<br />

53<br />

del sig. Antonio Cortellini (sic).<br />

54<br />

*Cioé: Molto Reverendo Padre Sia Lodato Gesù Cristo Signor Nostro Clementissimo.<br />

55<br />

To. 3,7,10.<br />

56<br />

del 1762.<br />

16


Corteletti de Negrano plebis Pahi: nel 1560 Ioannes Dominicus qm Bertholomaei<br />

Corteleti de Negrano: nel 1557 Ioannes Dominicus filius qm Bertholomaei Corteleti de<br />

Negrano Pahii: nel 1560 Iacobus qm Bertholomaei Corteleti de Negrano Pahi aetatis<br />

an. circ. 23; nel 1560, Ioannes Dominicus, et Iacobus fratres de Corteletis de Negrano<br />

Pahi. Presso il Muratori To. 22 Rerum Ital. v'ha Manzinus de Cortellinis parmensis<br />

all'anno 1477, e nel To 17, col. 59 in Nobil Huomo Messer Tibaldo de' Cortelini<br />

dottore, nel 1360 mandato a Venezia ambasciatore di Francesco da Carrara signor di<br />

Padova 57 .<br />

613. 1790<br />

Al Governo regio d'Insprugg.<br />

Excellentissimi Domini Domini.<br />

Frater Ioachimus a Pressano Minister <strong>Provincia</strong>lis Franciscanorum <strong>Provincia</strong>e<br />

Sancti Vigilii, reverenter exhibet EE.VV. Directorium his anexum, ac suppliciter petit<br />

eius approbationem. Pro qua etc.<br />

Datum Tridenti apud s. Bernardinum die 19 iulii an. 1790.<br />

Rxtra. Excellentissimo, ac Regio Gubernio<br />

Austriae Superioris.<br />

Oenipontum.<br />

NB. Spedito per la posta li 20 luglio. Ritornato li 4 settembre. Approvato in<br />

Insprugg li 31 luglio.<br />

614. 1790<br />

Al sig. don Giuseppe Bonazzi. Vicenza. Sul Monte Berico.<br />

Molto rev. sig. e padrone colendissimo sia lodato Gesù Cristo Signor nostro <strong>58</strong> .<br />

Presentemente non posso consigliarle rapporto all'invito fattole da questi Padri<br />

Filippini, perché non so per quai motivi abbia disertato da quelli di Vicenza, e se essi<br />

tuttavia sussistano. Tutta la difficoltà deriverà dalla parte di V.S.M.R. Questi Padri sono<br />

buoni Religiosi, lavorano nella vigna del Signore, si tengono con pulizia, stanno bene di<br />

tavola, e di abitazione, avendo acquistato uno spazioso monastero di monache Clarisse<br />

trasferite altrove. Dubito però se vorranno riceverla senza verun provvedimento. Io<br />

avrei molto piacere, che l'accettassero, e così Ella si fermasse, e diventasse un gran<br />

servo di Dio in questi nostri paesi. Per ora non le dico altro, e mi riservo a voce;<br />

avvisandola nuovamente di non venire prima del settembre, perché dopo l'Assunta sarò<br />

troppo occupato nel servire di confessore straordinario un monastero di monache. Ella si<br />

prepari ben bene, preghi il Signor Iddio anche per me, che riverendola divotamente mi<br />

dico. Trento, s. Bernardino 31 luglio 1790.<br />

Di V.S.M.R.<br />

Um.mo, div.mo, osser.mo servo<br />

F. Giangrisostomo di Volano.<br />

Extra. Al Molto illustre, e molto rev. sig. sig. padrone colendissimo<br />

Il sig. don Giuseppe Bonazzi cappellano della Compagnia di s. Croce sul<br />

Monte Berico. Verona. Vicenza. Monte Berico.<br />

57 Nel 1412 visse Zanotus a Cultelinis de Tridento. Nel 1435 Franciscus qm magistri Zaneti a Cultelinis de<br />

Tridento. Nel 1764 predicò in Venezia il M.R.P.M. Pellegrino Cortellini Lippi Servita teologo dell'università di<br />

Bologna. Visse anche nel 1777 così detto.<br />

<strong>58</strong> Idem est Dominus, et Signore. Hinc ridendum videtur quod alicubi Sacerdotes Domini titulo in se<br />

subscribendo utuntur. Muratorius To. 2, Diss. 23 in fine.<br />

17


615. 1790<br />

Al sig. Carlo Francesco de' Pompeati arciprete di Civezzano.<br />

Ill.mo, e R.mo sig. sig. padrone colendissimo.<br />

Il convento, di cui nel 1235 agli 8 di agosto prese possesso il Beato Giordano di<br />

Sassonia, fu quello di san Lorenzo appresso Trento, che ora è casa di Correzione.<br />

Intorno a ciò non può dubitarsi, parlando assai chiaramente le carte autentiche<br />

pubblicate dal nostro P. Bonelli To. 2, pag. 571, e segg.<br />

Per rispondere al secondo quesito, che risguarda la famiglia Stellimaura, sarebbemi<br />

necessario più tempo. Dirò dunque soltanto, ch'ella non ritrovasi nella matricola de'<br />

cittadini di Trento riformata nell'anno 1572, dove né pur v'ha la famiglia Brezia,<br />

cognome primo degli Stellimauro, segno manifesto, che nel detto anno più non<br />

sussisteva 59 . Per altro egli è certo, che un Antonius Notarius de Brezio fu console di<br />

Trento negli anni 1448, 1449, 1452, 1456. Che nel 1495 fu arciconsole di Trento<br />

Spectabilis artium, et medicinae doctor dominus Hieronymus Bretius. Che Hieronymus<br />

Bretius artium, et medicinae doctor fu console secondo nel 1500, et arciconsole nel<br />

1516 e 1522. Che un Ioannes de Brezio fu console di Trento nel 1500, 1505, 1519, in<br />

carta del 1522 nominato Misser Zovan da Brezo Nodar, et Zitadin in Trento. Nel 1516<br />

Bernardo Clesio vescovo di Trento ha dato una investitura a Girolamo Brezio medico<br />

fisico. Nel 1535 Giulio Stellimauro di Brezzo cittadino di Trento ha eretto un Beneficio<br />

col titolo di Gio. Battista in Seregnano, e coll'obbligo di ergere in Seregnano una<br />

cappella di s. Gio. Battista. Ma nel 1609 li 27 luglio il cardinale Carlo Madruzzo<br />

vescovo di Trento ha decretato, che piuttosto venga riedificata la chiesa vecchia di san<br />

Sabino in Seregnano, ed eretto in essa un altare di s. Gio. Battista. Nel Duomo di Trento<br />

presso il campanile v'ha un altare, nella cui palla li 19 febbraio 1762 ho letto questa<br />

iscrizione: D. Mariae Virgini, Anto. Benedictoque Conservatoribus corporis Antonii<br />

Bretii Stellimauri filii cariss. Hieronymus Bretius Stellimaurus Nobilis, ac Philosophus<br />

Doc. pius Pater sacrum voto dedicavit. Nella manoscritta Historia Hieronymi Bretii<br />

Stellimauri Nobilis Tridentini, artium Liberalium, ac Phisices Doctoris, de Bello<br />

Rustico adversus Civitatem Trid. exorto, composta dopo il 1525 ed innanzi al 1530,<br />

dicesi fedele alla città Nobilis Antonius Bretius Stellimaurus, cum Iulio fratre, Libro 2,<br />

cap. 6. Sembrami notabile l'iscrizione, con cui fu dedicata la detta Istoria, poiché così è<br />

concepita: Reverendissimo in Christo Patri Domino D. Bernardo Clesio episcopo, et<br />

Tridentinorum Duci, Iudicariarum, sive Sarcorum Marchioni, ac de Lagare, sive Vallis<br />

Lagarinae Comiti Illustrissimo, Hieronymus Bretius Stellimaurus. Il medesimo<br />

Hieronymus de Bretio de Stellimauris Artium et Medicinae Doctor, ac civis Tridenti,<br />

nell'anno 1522 ai 27 settembre in Trento da Bernardo Clesio vescovo di Trento conseguì<br />

la conferma del privilegio di nobiltà, che nobilis quondam Antonius eius pater a<br />

clarissimae memoriae imperatore Federico impetravit 60 . Nel 1571 il sig. Aldrighetto<br />

Gaudento di Trento nel suo testamento ha scritto, che al suo figliuolo Riccardo Legatum<br />

fecit quondam domina Christina Bretia. In un registro di persone sottoposte ad<br />

un'ispezione di colta l'anno 1526 in Trento tra' Dottori di Medicina si trova Messer<br />

Hieronymo da Brez: e tra gli abitanti al Ponte, li Heredi di Messer Zoan da Brezo 61 .<br />

59 Nella guerra degli austro-sardi contra i francesi l'anno 1795 si ha distinto il bravo capitano de Brez, perciò<br />

lodato nella gazzetta trentina foglio 54 de' 10 luglio in data de' 27 giugno.<br />

60 Federicus III ab anno 1440. Obiit anno 1493.<br />

61 Anno 1529 die 9 iunii occurrunt haeredes qm domini Hieronimi de Brecio cives et habitatores Trdienti.<br />

Antonii Bretii Stellimauri uxor fuit nob. domina Lucia de Rochabruna anno 1500. Vide Variarum inscrip. 1532.<br />

18


Nell'anno 1521 fu rammentato come confinante al Cernidor presso Trento Eximius<br />

Artium, et Medicinae Doctor Dominus Hieronymus Brecius. Nel 1525 lo stesso fu<br />

chiamato Spectabilis Artium, et Medicinae Doctor dominus Hieronymus de Bretio. Nel<br />

1464 visse Odorico quondam Guglielmo da Brezio notaro: ed in altro anno Misser<br />

Dorigo da Brez Nodar. Nel 1492 fu nominato olim ser Antonius de Brezio possessore a<br />

Man. Nel 1533 Misser Dorigo da Brezo Zitadin in Trento.<br />

Queste sono le memorie, che sparse ne' miei zibaldoni conservo de' Brezzi<br />

Stellimauri. Gliele spedisco subito subito tali quali mi sono venute alle mani, e con tutto<br />

il rispetto mi professo. Trento, s. Bernardino 2 agosto 1790.<br />

Di V.S. ill.ma, e R.ma,cui suppongo già noto, che Brezzo è una villa dell'Anaunia,<br />

residenza dell'arciprete d'Arsio.<br />

Um.mo, div.mo, ossequ.mo servidore<br />

F Giangrisostomo da Volano.<br />

P.S. Nel 1435 Antonius imperiali auctoritate notarius quondam ser Bertoldi de<br />

Brezio. Scrisse in cavareno della Val di Non.<br />

Nel 1435 Antonius notarius qm ser Gotmanni de Bretio Vallis Annaniae.<br />

Nel 1450 Antonius de Bretio civis, et habitator Tridenti publicus imperiali<br />

auctoritate notarius.<br />

Nel 1457 Antonius qm ser Bertoldi de Brezio plebis Sancti Floriani de Arso Vallis<br />

Annaniae tridentinae dioecesis nunc habitator villae Fundi, publicus imperiali<br />

auctoritate notarius.<br />

Nel 1482 Odoricus qm Guilelmi de Brezio civis et habitator Tridenti publicus<br />

imperiali auctoritate notarius.<br />

616. 1790<br />

Al sig. don Giuseppe Torelli iuniore 62 . Roveredo.<br />

Su d'una di lui lettera diretta al sig. Carpentari rettore del seminario vescovile,<br />

perché la comunichi a me 63 .<br />

Il rubricista risponde ai proposti dubbi nel modo seguente.<br />

Il primo, che l'Appendice fu posta nel Direttorio diocesano per tutte le chiese<br />

austriache consecrate, quantunque le gazzette roveretana e trentina de' 13, e 17 gennaio<br />

1786 abbiano fatto menzione soltanto delle chiese parrocchiali, poiché l'ordine sovrano<br />

spedito da Insprugg li 24 ottobre 1786 e notato Ecclesiast. num. 15514, non distingue,<br />

dicendo generalmente le feste della consacrazione delle chiese. Così fu inteso anche<br />

nell'Ungheria, giacché il Direttorio di Vaccia del 1789 nella dom. terza di ottobre, dopo<br />

d'aver messo l'officio corrente della chiesa universale, soggiugne: In Dit. Austr.<br />

Anniversarium Dedicat. Ecc. omnium 64 . Così parimente lo spiegò il fu signor arciprete<br />

Aste li 7 maggio 1787.<br />

62<br />

P. Ioseph Tur. conf. annorum 34. P. Ioseph Tur. senior annorum 73.<br />

63<br />

Lettera di Giuseppe Torelli sopra Dante Alighieri contro Voltaire. In Verona 1781, in 8° per Lire. 1 venete in<br />

Venezia.<br />

64<br />

Anche il calendario, che si stampa in Roveredo,mette le sole parrocchiali, a detta del Torello. La gazzetta<br />

trentina de' 28 nov. 1786 ha, che per ordine sovrano in tutta la Boemia dovransi celebrare gli anniversari della<br />

consacrazione di tutte le chiese parrocchiali nella dom. terza di ottobre. L'ordine venuto da Insprugg nel novembre<br />

del 1788 a questa Curia trentina, ed a me comunicato, è che s'inserisca nel Direttorio austriaco Dedicatio ecclesiarum<br />

alla dom. terza d'ottobre.<br />

19


Al secondo, che la nuova legge austriaca non impone ai sacerdoti un nuovo obbligo<br />

di recitare l'officio della dedicazione della chiesa propria; ma solamente assegna un<br />

nuovo giorno da recitarlo a quelli, che l'avevano innanzi la pubblicazione di tal legge.<br />

Al terzo, ed ultimo, che possono dire la Messa della consecrazione anche nelle<br />

chiese non consecrate, e negli oratori privati, tutti quelli, che recitano l'officio predetto.<br />

Queste, ed altre difficoltà furono prevedute, ed anche predette dal rubricista; ma<br />

non giudicò bene di ulteriormente diffondersi nel suo Direttorio, il quale senza dubbio è<br />

più ampio del Vacciense sopra mentovato, che alla detta domenica mette le sole già<br />

descritte parole Anniversarium dedicationis Ecl. omn. senza nota di rito, di ottava, di<br />

colore, senza vespri, Messa ecc.<br />

Così li 10 agosto 1790.<br />

617. 1790<br />

Al P. Giuseppe da Zoldo 65 letterario de' Riformati. Venezia.<br />

R.P.P.C.S.L.G.C 66 .<br />

Dal Padre lettore Dionigi di Castel San Giovanni della Riformata <strong>Provincia</strong> di<br />

Bologna sono stato incombenzato di addirizzare a S.P.R. un involto di libri, e di<br />

pregarla, che voglia farlo passare sino a Bologna. La prevengo adunque avvisandola,<br />

che colla prima occasione glielo spedirò 67 . Quando poi ella riceverà dal predetto Padre il<br />

prezzo degli accennati libri, favorirà di avvisarmi, perché possa disporre del medesimo.<br />

E pregandola di scusare l'incomodo, la riverisco, e resto. Trento, s. Bernardino 16<br />

agosto 1790.<br />

Dì S.P.R.<br />

Div.mo, obbl.mo servo nel Signore<br />

F. Giangrisostomo di Volano Minore Riformato.<br />

618. 1790<br />

Al sig. Bartolommeo Terlago Tabarelli de Fatis. Castel Vigolo.<br />

Ill.mo sig. sig. padrone colendissimo 68 .<br />

Fo parte del mio dovere augurando felicissima la festa prossima del glorioso<br />

Appostolo san Bartolommeo a V. S. ill.ma, giacché porta degnamente il nome del<br />

medesimo. L'assicuro, ch'eziandio al sacro altare le implorerò dal Cielo ogni<br />

benedizione, e felicità spirituale, e temporale. E pregandola di accettare questo mio atto<br />

per un tenuissimo contrassegno della doverosa mia servitù, me le inchino<br />

profondamente, e resto. Trento, s. Bernardino 20 agosto 1790.<br />

Di V. S. ill.ma<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo nel Signore<br />

F. Giangrisostomo di Volano.<br />

Foris. All'Ill.mo Sig. Sig. e Padrone colendissimo,<br />

Il sig. Bartolommeo Terlago Tabarelli de Fatis, Conte Palatino, e Signore di Castel<br />

Vigolo.<br />

619. 1790<br />

65<br />

Zoldo, terra del Bellunese detta Zaudum. È montuosa, con miniere di ferro, e piombo. Ex Franc. Salomonio.<br />

– Plebs s. Floriani de Zaudo cum capellis suis, et comitatus cum iurisdictione, et districtu in pertinentiis ipsius Zaudi.<br />

Papa Lucius III anno 1185 in Bellunen. apud Ughellum To. 5, col. 154.<br />

66<br />

* =Reverendo Padre Padrone Colendissimo Sia Lodato Gesù Cristo.<br />

67<br />

Spedito da Trento li 26 agosto 1790.<br />

68<br />

Poi Conte del S.R.I. creato in quest'anno 1790.<br />

20


Alla sig. Costanza Terlago Tabarelli de Fatis, nata Contessa Trissina. In Castel<br />

Vigolo 69 .<br />

Ill.ma Sig. Sig. e padrona colendissima.<br />

Con molto mio contento, e piacere ho inteso 70 , che V.S. ill.ma eseguisce gli avvisi<br />

spirituali, che il Signor Iddio mi ha eccitato di darle per il tempo della villeggiatura. La<br />

ringrazio dunque di tal gusto, che mi dona: la esorto a continuare le sue buone pratiche;<br />

e l'accerto, che con esse darà gloria, ed onore a Dio Ottimo Massimo, farà guadagni non<br />

piccioli per l'anima sua: ed a me aggiugnerà un nuovo stimolo, e coraggio per<br />

continuarle la cura spirituale. Io eccettuate due sole feste, ho celebrato fedelmente le<br />

sante Messe che mi ha ordinato. Prego S.D.M. 71 che la conservi sana, e felice; e con un<br />

riverentissimo inchino mi professo. Trento, s. Bernardino 20 agosto 1790.<br />

Di V.S. ill.ma<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo nel Signore<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

Inchiusa al marito.<br />

620. 1790<br />

Al P. Gaetano de' Gottardi da Roveredo. Roveredo.<br />

Rev. padre sia lodato Gesù Cristo S.N. clementissimo.<br />

Per rispondere con fondamento ai quesiti proposti dal degnissimo signor abate<br />

Gasparo Bonfioli, ed a me comunicati da S.P.R., ho fatto le dovute ricerche. Rispondo<br />

adunque, che sanctus Stanislaus Kostka Gesuita polacco, fu canonizzato da Papa<br />

Benedetto XIII e trovasi nel Martirologio romano di Benedetto XIV ai quindici di<br />

Agosto 72 . Li tre martiri giapponesi parimente Gesuiti Iacobus Kisai, Ioannes Goto, e<br />

Paulus Miki, sono stati martirizzati insieme coi nostri ventitre Francescani Pietro<br />

Battista, e compagni, li quali tutti riferisconsi nel citato Martirologio ai cinque di<br />

febbraio, senza però verun nome, dicendosi soltanto: Passio vigintisex martyrum, qui<br />

etc. Dei tre soprammentovati Giacomo, Giovanni, e Paolo v'ha la Messa per li Gesuiti al<br />

fine del Messale romano nuovo. Di tutti ventisei parlano diffusamente i Padri<br />

Bollandisti, ed altri scrittori. Gli altri dieci martiri Primitius, Honestus, Laureatus, Leno,<br />

Innocentia, Angelica, Pinosa, Deodata, Florida, ed Austera, da me si credono Santi<br />

battezzati, giacché non mi è riuscito di ritrovarli registrati nel menzionato Martirologio<br />

romano, né appresso i già lodati eruditissimi Padri Bollandisti. Per carità m'impetri da<br />

Sua Divina Maestà la grazia di diventar santo, per maggior gloria, ed onore del<br />

medesimo Dio, e proccuri di conservarsi lungamente. Trento, s. Bernardino 19 agosto<br />

1790. Di S.P.R. Div.mo, obbl.mo servo nel Signore<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

621. 1790<br />

Ad una Religiosa F.T.A. Trento. S. Chiara 73 .<br />

Rev. madre sia lodato Gesù Cristo Signor nostro clementissimo.<br />

Per compiacerla e per secondare il di Lei desiderio, le suggerisco di nuovo, e le<br />

lascio in iscritto quei tre avvisi, che Iddio Signor nostro mi stimolò di darle in voce. Le<br />

69 Moglie del precedente.<br />

70 Da una di lei lettera. Cessavit anno 1795.<br />

71 * = Sua Divina Maestà.<br />

72 Don Gasparo Bonfioli di Roveredo d'anni 62 celebra ogni giorno per le sue indisposizioni nella sua cappella<br />

domestica, dove sono le reliquie de' predetti Santi. Ed anche de' giunchi che intesseva san Paolo Apostolo.<br />

73 Nata li 17 giugno 1748. Vestita il primo di ottobre 1771 in s. Trinità.<br />

21


accomando adunque in primo luogo di ricevere con umiltà, pace, e gratitudine le<br />

correzioni, ed ammonizioni, che forse ancora nell'avvenire le saranno fatte, non<br />

solamente dalle Madri superiore, ma eziandio dalle inferiori, non rispondendo loro<br />

aspramente, né scusandosi; anzi ringraziandole, e pregandole di continuarle la stessa<br />

carità, e di raccomandarla al Signor Iddio,affinché le doni la forza, e grazia di<br />

emendarsi. Secondariamente abbia molto riguardo nel etc. specialmente fuori... anzi<br />

avverta, e si sforzi di non mai... In terzo, ed ultimo luogo stia bene attenta di non mai...<br />

anzi faccia suo costume di ... Se osserverà diligentemente questi tre avvisi, cui aggiungo<br />

l'altro di accettare qualunque obbedienza senza replica, e senza contraddizione, darà<br />

certamente gloria, ed onore al Signor Iddio, gusto a Maria Santissima,al P. S. Francesco,<br />

alla Madre s. Chiara, ed a tutti li Santi del paradiso, contento alle Religiose sue<br />

consorelle: e potrà sperare di conseguire quella pace, che tanto desidera in questa vita, e<br />

che le gioverà non poco per fare acquisto dell'eterna. Così sia.<br />

Dal confessionale questo dì 24 agosto 1790.<br />

622. 1790<br />

Al P. Dionigi di Castel san Giovanni. Piacenza.<br />

Rev. Padre padrone colendissimo S.L.G. Cristo.<br />

Finalmente questa mattina ho spedito per Venezia l'involto de' libri ricercati da<br />

S.P.R. colla direzione, che mi ha mandato: avendo prima ricevuto risposta da quel padre<br />

letterario, che li farà passare sino a Bologna, e che riceverà il prezzo loro. Questo dovrà<br />

essere di Lire venete sessanta, cioè quindici per al legatura, e le altre per la stampa. Del<br />

che mi tengo sicuro; e bramando, che la P.S.R. resti appieno soddisfatta, con un<br />

riverente inchino mi dico. Trento, s. Bernardino 26 agosto 1790.<br />

Di S.P.R.<br />

Div.mo, osseq.mo servo nel Signore<br />

F. Giangrisostomo di Volano.<br />

623. 1790<br />

Al sig. don Simone Carlo Bertinalli direttore camerale. Trento.<br />

R.mo signore sig. padrone colendissimo 74 .<br />

I capi principali della vita del nostro gloriosissimo protettore san Vigilio, che per<br />

ubbidire a V.S. R.ma ho tratto dalle leggende più pregevoli del medesimo, sono i<br />

seguenti:<br />

1. Li santi fratelli Vigilio, Claudiano, e Magoriano nobili romani, con santa<br />

Massenza loro madre, chiedono la benedizione da san Damaso primo papa, essendo per<br />

partire da Roma verso Trento.<br />

2. Tutti e quattro i predetti Santi finalmente giungono a Trento nell'anno del<br />

Signore 383.<br />

3. San Vigilio in età d'anni venti è consacrato vescovo decimottavo di Trento fuori<br />

dalle mura della città, circa l'anno 388 da san Valeriano vescovo di Aquileia.<br />

4. San Vigilio erge una chiesa nella città di Trento ad onore de' santi Gervasio e<br />

Protasio fratelli martiri.<br />

5. San Vigilio dopo d'aver predicato ai suoi trentini va a predicare ai bresciani, e<br />

veronesi, e fonda in quelle due diocesi più di trenta chiese.<br />

74 Consegnata in proprie mani nel primo di settembre 1790.<br />

22


6. San Vigilio ordina diacono san Sisinnio, lettore san Martirio, ed ostiario<br />

sant'Alessandro, tutti e tre venuti dalla Cappadocia, e diretti a Trento da sant'Ambrogio<br />

vescovo di Milano.<br />

7. San Vigilio manda i predetti tre santi chierici nell'Anaunia, o sia Valle di Non,<br />

per convertirla alla santa fede di Gesù Cristo.<br />

8. San Vigilio vede le anime de' medesimi Santi martirizzati li XXIX maggio del<br />

397 tra le mani degli Angeli andar liete in Paradiso.<br />

9. San Vigilio scrive a san Simpliciano vescovo di Milano, a san Giovanni<br />

Crisostomo vescovo di Costantinopoli, e ad altri, la storia del martirio de' predetti tre<br />

Santi.<br />

10. San Vigilio dà la sua benedizione ai tre santi pellegrini Romedio, Abramo, e<br />

David, instradati verso la santa città di Roma.<br />

11. San Vigilio andato nell'Anaunia seppellisce il corpo di san Romedio eremita.<br />

12. San Vigilio colle sue orazioni dà la vista ai ciechi, l'udito ai sordi, la loquela ai<br />

muti, raddrizza gli storpi, e libera gli ossessi dai demoni col segno della santa Croce.<br />

13. San Vigilio parte da Trento fuori dalla Porta Bresciana, con Claudiano, e<br />

Magoriano suoi fratelli chierici, e con Giuliano prete, e vassene a predicare in Randena.<br />

Per qualche tratto di strada è accompagnato dai principali della città.<br />

14. San Vigilio nel viaggio di Randena distribuisce colle proprie mani la sagrosanta<br />

Eucaristia ai cristiani da sé già prima convertiti.<br />

15. San Vigilio arrivato in Randena fa in pezzi l'idolo di Saturno, e predicando sul<br />

piedistallo di lui viene lapidato insieme coi suoi compagni li XXVI giugno dell'anno<br />

400.<br />

16. Il corpo di san Vigilio è posto su d'un cavallo per trasportalo a Trento:<br />

succedendo dei miracoli ovunque si ferma, e riposa.<br />

17. Pervenuto il santo corpo al ponte della Sarca, molti bresciani armati tentano di<br />

toglierlo ai trentini, li quali si liberano dagli assalitori con dar loro un vaso di argento.<br />

18. In vicinanza di Trento il corpo santo è incontrato da una gran moltitudine di<br />

sacerdoti, e di cristiani della città, e de' luoghi circonvicini: come pure dai mercanti di<br />

Salò negozianti in Trento; uno de'quali nella strada di vela inzuppa un fazzoletto bianco,<br />

e mondo nel sangue fluido di san Vigilio.<br />

19. Il sacro copro di san Vigilio nel terzo giorno dopo la preziosa di lui morte, viene<br />

seppellito nel Duomo di Trento, eretto dal medesimo.<br />

20. Onorio imperatore de' Romani, vendo fatto porre sopra un'alabarda la leggenda<br />

di san Vigilio, datagli a tal fine da sant'Innocenzio primo Papa, sbaraglia l'esercito de'<br />

barbari invasori dell'Italia innanzi di venire alle mani, nel 405.<br />

Io crederei, che il metter sotto alle figure espressive degli accennati capi le parole<br />

descritte, o altre simili, potesse riuscire di aggradimento universale, poiché servirebbero<br />

di un divoto trattenimento e sollievo a quelli, che talvolta sono costretti di aspettare<br />

lungamente udienza nella sala 75 : ed insieme instruirebbero in un capo principale della<br />

storia nostra trentina tanto, che di essa ne vanno digiuni, o molto poco informati. Io per<br />

altro e rapporto a questo, ed al resto mi rimetto: e recandomi ad onore, che V.S. R.ma<br />

siasi degnata di comandarmi, l'assicuro, che quanto prima le darò eziandio le notizie 76 ,<br />

che brama, concernenti li cataloghi de' Papi, vescovi nostri, ed imperatori de' Romani: e<br />

tutto pieno di rispetto, e venerazione, col bacio delle sacre mani mi professo. Di San<br />

Bernardino 26 agosto 1790.<br />

75 Nel 1793 furono dipinti li due nicchi, che stanno alla porta del vicariato del castello.<br />

76 Queste empiscono un libretto in 4° piccolo, pp. 13 consegnato nel 1791 li 28 agosto.<br />

23


Di V.S.R.ma<br />

Um.mo, div.mo, ossequ.mo servo nel Signore<br />

F. Gio. Crisostomo da Volano.<br />

Noterelle. Frate Giacomo Filippo Foresti da Bergamo eremita Agostiniano in Vita<br />

s. Maxentiae tridentinorum patronae stampata in Opere de claris selectisque mulieribus<br />

dello stesso Foresti in Ferrara l'anno 1497, scrive, che Massenza coi suoi tre figliuoli<br />

partì a Roma verso Trento a beatissimo Damaso Papa prius licentia, e benedictione<br />

obtenta.<br />

2. Nell'officio proprio di s. Vigilio, che si recita da noi trentini ogni anno la lezione<br />

quarta comincia così: Vigilius Romae claro genere ortus, anno tercentesimo<br />

octuagesimo tertio, una cum Claudiano, et Magoriano fratribus, et matre Maxentia<br />

Tridentum venit.<br />

3. Nella citata lezione si dice, che fu eletto vescovo san Vigilio annos natus viginti.<br />

Anche il lodato Foresto nella vita di s. Massenza scrive che Vigilio primogenito di<br />

Massenza fu eletto vescovo annum aetatis vicesimum agens. Negli atti antichi di s.<br />

Vigilio, che cominciano Sacratissimae, descritti da un codice trentino,e da due codici<br />

veronesi, e da un trevirese, dicesi eletto cum esset annorum circiter viginti.<br />

4. Il predetto codice trentino ha, che rogatus episcopus urbis aquilegensis beatum<br />

Vigilium foras civitatem tridentinam episcopum consecravit. Lo setsso dicono i codici<br />

veronesi.<br />

5. Il vescovo d' si crede san Valeriano, perché si sa dalla storia di quella chiesa, che<br />

visse nel detto anno. Il dirlo patriarca sarebbe un grosso errore.<br />

6. Decimottavo vescovo di Trento dicesi s. Vigilio dal dittico Udalriciano, dal<br />

dittico Adelpretatano, e dai cataloghi posteriori. Su di che può vedersi il mio Bonelli, ed<br />

il mio Episcoparium quadruplex.<br />

7. Dicesi eletto circa an. 388 dal citato P. Bonelli To. 4, pag. 5, col. 1. La lettera<br />

scritta da s. Ambrogio a s. Vigilio vescovo novello nell'edizione Maurina notasi script.<br />

circa ann. 385.<br />

8. Negli atti antichi trentini, veronesi, e treviresi v'ha: Ecclesiam intra civitatem<br />

Domino collocavit, ibique Domini perfecit asylum.<br />

9. Non fo altre note, perché non ho tempo. Dico solamente, che non mi son sognato<br />

ciò, che ho scritto: e che l'ho cavato dalle Leggende di san Vigilio, di s. Massenza, di<br />

san Sisinnio, e di san Romedio: come pure dalle notizie bonelliane.<br />

624. 1790<br />

Al P. Antonio da Fondo. Melombardo 77 .<br />

Fu sempre mio desiderio, siccome lo è anche al presente, che gli offici nuovi<br />

venissero fissati in giorni vacui, senza smuovere gli offici antichi. Quindi allorché<br />

ricevei l'officio nuovo del Beato Vincenzo Aquilano, e lo vidi fissato ai sette di agosto<br />

coll'esclusione di s. Gaetano, tostamente borbottai, e resi noto agli astanti l'accennato<br />

mio desiderio. Ma questo non ha effetto, e lo debbo fare quanto viene prescritto, e<br />

praticato da altri. Così ho fatto anche con s. Gualberto, con s. Paolo primo eremita, con<br />

santa Catterina da Siena, e con altri Santi trasferiti nella <strong>Provincia</strong> nostra, riponendoli<br />

dopo i fissati nel calendario generale dell'Ordine, anche di rito semidoppio, perché così<br />

ha praticato la Santa memoria del nostro P. Ippolito Grasser folgaritano, e così credo<br />

doversi praticare per iscansare una continua confusione. Il lodato P. Ippolito quando san<br />

77 Questo Religioso è morto in Trento li 24 settemb. 1793 d'anni 76, in mia presenza.<br />

24


Vincenzo de' Paoli fu fissato ai 30 di luglio, tosto rimosse da tal giorno s. Gualberto, e<br />

lo portò ai 13 di agosto. Io popi ho rimosso il medesimo san Gualberto dai sei di<br />

settembre, perché in tal giorno il Breviario nostro nuovo darà san Gaetano. L'incomodo<br />

di variare il Martirologio tocca a pochi, e per una volta sola. Per lo contrario poi<br />

toccherebbe a molti, ed ogni ano il cercare li Santi in più luoghi, se v.g. nel Direttorio<br />

per s. Gaetano in vece di dire alias 7 aug. si dovesse notare alias 5 septemb., vel 7 aug.<br />

Rapporto alle Lezioni del terzo notturno dell'ottava de' ss. Angeli ho fatto quanto<br />

insegnano il Gavanto, ed il Cavalieri, e pratica il Breviario coll'ottava di san Giovanni<br />

Battista. Su di che la P.S.M.R. potrà rivedere il cerimoniale nostro pag. 183, num. 512.<br />

Le Lezioni Post inventum del secondo giorno fra l'ottava furono tralasciate nel Breviario<br />

di questo nostro coro sul falso supposto, che mai non possano recitarsi. Io le tralascio<br />

anche a motivo, che occorrono un'altra volta nello stesso settembre, cioè nella festa di<br />

san Michele: e perché recitandosi sempre in domenica, dovrei sempre notare quel per<br />

altro abborrito ex 8 et 9 lect. fit una. Se il Breviario loro non ha le lezioni da me notate,<br />

si prevalgano degl'insegnamenti de' lodati rubricisti, e leggano quello, che ritrovano. Mi<br />

lusingo d'aver soddisfatto con questo ai quesiti di S.P.M.R. e tutto pieno di rispetto, e<br />

stima le bacio la sacra destra, e mi professo. Trento 12 settembre 1790.<br />

Di S.P.M.R.<br />

Um.mo, div.mo. obbl.mo servo in Cristo<br />

Frate Giangrisostomo.<br />

625. 1790<br />

Al sig. barone Gaudenz'Antonio Gaudenti. Trento.<br />

Ill.mo sig. sig. e padrone graziosissimo 78 .<br />

Con rendimento di grazie rimando, e ristituisco a V.S. ill.ma l'affidatomi diploma,<br />

assicurandola, che l'ho descritto tutto tutto ne' miei zibaldoni 79 , colla nota di chi me lo ha<br />

favorito. Ora sto descrivendo anche l'altro non meno pregevole, di cui pure farò in breve<br />

la dovuta restituzione. Per servirla unirò quelle poche notizie, che tengo disparte, de'<br />

signori Trent Turcati. Oggidì le dico soltanto, che nel 1501 visse in Trento ser Antonius<br />

dictus Trent civis, et habitator Tridenti detto anche ser Antonius Trento civis Tridenti.<br />

Finisco per mancanza di tempo, protestando, che non mai finirò d'essere quel desso, che<br />

ho l'onore di soscrivermi 80 . Di s. Bernardino 17 settembre 1790.<br />

Di V.S. ill.ma<br />

Um.mo, obbl.mo, oss.mo servidore<br />

F. Giangrisostomo.<br />

626. 1790<br />

Al medesimo sig. Barone Gaudenti. Trento.<br />

Illmo sig. sig. e padrone graziosissimo.<br />

Non potendo venire in persona da V.S. ill.ma, come sarebbe mio dovere, le<br />

spedisco qui racchiuse quelle poche memorie de' signori Trent Turcati, che fatto mi<br />

venne di ritrovare e raccorre 81 . Confido, che userà meco della solita sua bontà,<br />

riguardandole come sincere: e che se non gioveranno pel di Lei intento, almeno<br />

78<br />

Questo cavaliere fu scritto nell'Accademia degli Agiati col nome di Numicio li 25 gennaio 1776.<br />

79<br />

To. 2 Compendium Diplomat., num. 320.<br />

80<br />

Il servitore stava aspettando.<br />

81<br />

Empiscono un foglio intero.<br />

25


potranno servirle d'un tenue attestato della premura, e che nodrisco di ubbidirla. E tutto<br />

pieno di stima, e rispetto le go una profonda riverenza. Di s. Bernardino 20 settembre<br />

1790.<br />

Di V.S. ill.ma<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servidore in Cristo<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

82 Per un galeotto.<br />

A chiunque 82 .<br />

627. 1790<br />

26


Io sotto scritto confesso sinceramente, che ho fallato parlando in disonore di<br />

Giambattista Balter d'Isera, e tacciandolo di ladro. Mi pento di ciò, e ne dimando scusa,<br />

e perdono, promettendo di non più offenderlo né con parole, né con fatti, mediante il<br />

divino aiuto, che umilmente imploro 83 . Dato in Trento, dalla Casa di Correzione li 26<br />

settembre 1790.<br />

Tommaso Dorigotti d'Isera, che non sapendo scrivere ho fatto questo segno di<br />

Croce +.<br />

NB. Così ho scritto io per carità, essendo confessore della detta Casa.<br />

628. 1790<br />

Al P. Tommaso da Tiarno ledrino. Arco.<br />

Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo Signor nostro clementissimo.<br />

Ieridì solamente ho ricevuto la cartuccia de' RR. sacerdoti della Valle di Ledro 84 ,<br />

che V.P. mi ha spedito per mezzo del P. Davide suo degnissimo fratello. Quindi le<br />

rispondo subito, che non c'è più tempo da far giunte, o variazioni all'ordinario diocesano<br />

del prossimo anno, essendo già stampato quasi tutto: e che se anche ci fosse, non farei le<br />

bramate aggiunte, atteso che ora debbo tralasciare il segno di festa per disposizione di<br />

questa R.ma Curia ecclesiastica, la quale ha così ordinato in grazia di san Vigilio<br />

protettor nostro, e per sostenerlo al possibile nell'antico suo possesso. Per altri riguardi<br />

poi credo bene di non più citare la Sacra Congregazione de' Riti, e di allegare<br />

occorrendo i di lei decreti senza il solito S.R.C. Con tale cautela stampo il decreto del<br />

1659 nel giovedì Santo. Gli altri due non già del 1704 ma del 1703 non appartengono ai<br />

Riti ecclesiastici, ma bensì ai diritti parrocchiali 85 ; rapporto a' quali io non ho veruna<br />

incombenza. Se tralasciassi come affatto superflua nell'ordinario Sacrosanctae, oltre<br />

che condannerei la pratica costante de' miei antecessori,ed anche de' calendaristi di<br />

Roma, Bologna, Pavia, Brescia, Verona, Padova, Trevigi, Sirmio ecc., darei motivo ai<br />

tiersisti 86 di credermi del loro ingannato partito, e di ritrattare con ciò quanto scrissi<br />

contra di loro nell'anno 1788. Dunque la P. V. mi abbia per iscusato, se questa volta non<br />

la compiaccio: mi raccomandi al Signor Iddio, ed alla di lui SS. Madre, e procuri di<br />

conservarsi. Trento, s. Bernardino gli 8 di ottobre 1790.<br />

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Gio. Crisostomo da Volano.<br />

629. 1790<br />

Alla sig. Giovanna Francesca Bettini ex Clarissa 87 . Roveredo.<br />

M.R.M. sia lodato Gesù Cristo Signor nostro clementissimo.<br />

Oggidì alle undici di mattina in punto fummi recata la sua degli otto; e quindi<br />

subito andai ad avvisare del contenuto di essa le due povere soppresse Anna Maria<br />

Bozza 88 , e Michelina Tommasi, le quali parimente senza verun indugio scrissero le loro<br />

quietanze. Non possono però spedirle subito, perché non hanno ritrovato in città quelli,<br />

che per altro le soscrivono, ed autenticano. Dunque l'avvisano, che sicuramente le<br />

spediranno tosto che troveranno li detti soscrittori. Frattanto ambedue la riveriscono<br />

83<br />

Per altro egli protesta di aver detto il vero: ma di aver fallato nel dirlo, perché da ciò gliene derivò tanto<br />

danno.<br />

84<br />

Di alcuni RR. preti di Ledro.<br />

85<br />

Ex Merato in Ind. decr. Mis. n. 336, 566, 567.<br />

86<br />

*Seguaci di Thiers: cfr. To. 2, epist. 533.<br />

87<br />

Morì ai cinque di marzo 1793.<br />

88 Bochia.<br />

27


divotamente, insieme colle sue buone compagne sorelle; e facendo altrettanto io pure<br />

passo a protestarmi. Trento 10 ottobre 1790.<br />

Di S.R.<br />

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

Frate Gio. Crisostomo di Volano.<br />

Fuori. Alla Molto illustre sig. sig. padrona colendissima La sig. Giovanna<br />

Francesca Bettini già Clarissa. Roveredo, nella Contrada di s. Rocco.<br />

630. 1790<br />

Alla medesima sig. Bettina. Roveredo.<br />

M.R.M. sia lodato Gesù Cristo S.N.C.<br />

Spero, che V.R. avrà già ricevuto un'altra mia dei dieci. In ordine a quella oggidì fo<br />

la spedizione delle due quietanze qui compiegate, e ricevute soltanto iersera. D'accordo<br />

colle due povere soppresse bramo, che le medesime quietanze sortiscano un buon<br />

effetto, e che in verità ritrovino il promesso scanso di spese 89 . Raccomando il negozio<br />

alla carità di V.R. ed inchinandomele riverentemente resto. Trento 15 ottobre 1790.<br />

Do V.R. Div.mo, oss.mo servo F. Crisostomo.<br />

631. 1790<br />

Al signor Conte Giambattista Benedetto Sizzo de Noris. Villazzano, Castelliero 90 .<br />

Ill.mo sig. sig. e padrone colendissimo S.L.G.C.S.N.<br />

L'istanza pervenutami per mezzo di V.S. ill.ma in questa sera è somigliantissima a<br />

quella, che per mezzo di un altro ricevetti nella sera dei sette del corrente. Siccome<br />

subito, e senza verun indugio risposi alla prima; così ora potrei rispondere alla seconda<br />

col solo rimettermi alla già data risposta. Ma pure dico, che non c'è più tempo da far<br />

giunte non necessarie all'Ordinario dell'imminente anno 1791, perché la stampa di esso<br />

è già interamente finita. Replico, che il decreto primo del 1659, riferito dal P. Merati in<br />

Ind. decr. Mis. num. 336 e dal Cavalieri To. 4, decr. 2, già trovasi ristampato anche<br />

nell'Ordinario del predetto anno 1791, pag. 22, coll'agiunta dell'epiteto solemnis<br />

suggerita saviamente dal citato Cavalieri e dal Tetamo To. 2, pag. 136. Gli altri due<br />

decreti descritti dal Merati num. 566 e 567 certamente non sono del 1704, mal del 1703,<br />

appunto come stanno appresso il detto Merati stampato in Roma l'anno 1737, in 4°, pag.<br />

1412. L'ultimo al non est de iuribus mere parochialibus nella menzionata stampa<br />

romana del Merati aggiugne: sed spectat ad parochos, per la ragione, che ne dà il<br />

Cavalieri citato To. 4, decr. 1, num. 10. Io temo assai l'oltrepassare i limiti de' Riti<br />

Ecclesiastici, ed il toccare i Diritti parrocchiali. Onde anche per questo chiedo scusa se<br />

non produco gli accennati due decreti già vecchi, ed avviso chi tiene qualche<br />

controversia, che piuttosto faccia uso del Merati. Ed inchinandomi reverentemente a V.<br />

S. ill.ma, passo a protestarmi. Trento,s. Bernardino 15 ottobre 1790.<br />

Di V.S. ill.ma Um.mo, div.mo, oss.mo servo nel Signore Frate Giangrisostomo da<br />

Volano.<br />

632. 1790<br />

Alla Madre Maria Gioseffa Aloisia Winklerin. Trento.<br />

89 Anna Maria Bozza da Maleto, e Michelina Tommasi da Cognola.<br />

90 Questo nostro Terziario è morto a Castelliere il primo d'agosto 1792 e fu seppellito in Trento appresso san<br />

Vigilio, fuori dalla porta bileonia, nella sepoltura de' confratelli del Santissimo.<br />

28


Alla Religiosissima Madre Maria Gioseffa Aloisia della Sacra Infanzia.<br />

F. Giangrisostomo da Volano Servo di Gesù Cristo.<br />

Fo parte anche a V. R. della consolazione, che in mezzo a tante calamità e miserie,<br />

mi ha donato ultimamente Iddio Signor nostro clementissimo, mercé la lettura della<br />

bella vita del nuovo nostro Beato Giangiuseppe dalla Croce, mandandole il rozzo saggio<br />

della medesima, che ho compilato per supplire alla mancanza di copie stampate. Egli è<br />

assai breve, perché breve si è pure la vita, donde l'ho ricavato; ma contuttociò basta per<br />

darci 'l carattere del soggetto lodato, e per renderci persuasi sempre più, ch'eziandio i<br />

Santi de' nostri giorni, qual fu anche il detto Beato, sono camminati coi passi de' Santi<br />

antichi: e che noi pure nel corrente nostro pessimo secolo possiamo vivere come i Santi<br />

antichi. Prego V.R. d'impetrarmi dal Signor Iddio, che siccome mi ha dato di volentieri<br />

scrivere le azioni de' suoi Santi; così mi doni la forza, e lena d'imitarli, e di calcare<br />

divotamente le loro pedate, per così giugnere un dì a lodarlo, benedirlo, ed amarlo<br />

perfettamente con loro nel santo Paradiso: e senza più la riverisco. Da san Bernardino li<br />

18 ottobre 1790.<br />

P.S. La prego di rimandarmi poi il detto saggio per mezzo di F. Placido, oppure del<br />

P. Confessore.<br />

633. 1790<br />

Al sig. don Cristiano Rigoni. Asiago.<br />

Molto illustre, e molto Rev. sig. sig. padrone colendissimo. S.L.G.C.S.N.<br />

Muovo affatto mi riesce, che un Sigismondo Pesavento, oriondo vicentino, sia stato<br />

vescovo, e principe di Trento, e che s ne giaccia seppellito appresso li Padri Riformati, o<br />

Cappuccini di questa città. Quindi non temo di rispondere ed asserire<br />

rotondamente,ch'egli non fu mai vescovo, e principe di Trento, perché se lo fosse stato<br />

l'avrei ritrovato, avendo studiato trent'anni la storia de' vescovi trentini: scritto il loro<br />

catalogo: fatta una copiosa raccolta di cataloghi alieni, e finalmente veduto tutte le carte<br />

dell'archivio vescovile, e moltissime di altri archivi trentini. Aggiungo a questo, che in<br />

vano l'ho cercato anche ne' cataloghi de' vescovi della Germania, e dell'Italia: e che il<br />

cognome Pesavento fu da me incontrato solamente in un legista di Borgo Ausugano<br />

vissuto nel 1753. Aggiungo di più, che nè pure nel mio catalogo de' vescovi suffraganei<br />

di Trento ha luogo il detto Sigismondo qualora non sia quel lodatissimo Sisgismondo di<br />

Sinnersperg da Gratz stiriaco, che fu vescovo di Nicopoli in partibus infidelium,<br />

canonico, e suffraganeo di Trento, dove morì li 18 ottobre 1721 d'anni 72, e venne<br />

seppellito nella chiesa di s. Croce de' Padri Cappuccini. Non sarebbe una cosa nuova,<br />

ed incredibile, che un vicentino passato nella Stiria lasciato avesse il suo cognome<br />

italiano, e ne avesse assunto un tedesco. Qui abbiamo le nobili famiglie de' Gerardi,<br />

Vigili, e Vescovi, che ora chiamansi comunemente dal loro predicato di Pietra Piana, di<br />

Creützenberg, di Ulsbach.<br />

I protocolli notariali degli ora estinti signori Siciliani di Trento si conservano in<br />

Casa dell'ill.ma signora Catterina baronessa vedova Gentilotti d'Engelsbrunn, figli ed<br />

erede unica dell'ultimo nobile Siciliano. La carta però scritta li 20 settembre 1610 da<br />

Sebastiano Siciliano quondam Giacomo, di cui altra volta gliene ho mandato il ricercato<br />

frammento, ritrovasi ancora preso di me, insieme con altre del medesimo notaio 91 . In<br />

caso, che bramasse d'averne una copia autenticata da un notaio pubblico, e dal Pretore,<br />

mi avvisi liberamente, che in ciò, ed in ogni altra sua occorrenza godrò di servirla. E<br />

91 Tra le carte cazzuffiane le quali sono presso di me anche nel 1793. Le ho ristituite al Cazzuffo nel 1794 tutte.<br />

29


aciandole riverentemente le sacre mani mi protesto. Trento, s. Bernardino 23 ottobre<br />

1790.<br />

Di V.S. molto illustre, e molto rev.<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano Minore Riformato.<br />

634. 1790<br />

Al P. Giangiuseppe Rosa da Canzolino Guardiano in Pergine.<br />

Rev. Padre S.L.G.C.S.N.<br />

Non posso più scansare le premure, che vengonmi fatte da s. Michele 92 di questa<br />

città per un Diurno francescano nuove delle ore canoniche, in ottavo, o sia della<br />

lunghezza della cartuccia qui rinchiusa. In caso dunque, che senza pericolo di<br />

contraffare alle nuove leggi, e che il suo Terziario si ritrovi ancor a tempo di provederlo<br />

in Venezia, lo prego di dargli tal incombenza; ed assicurandolo, che sarà soddisfatto, gli<br />

chiedo scusa dell'incomodo, e riverendolo divotamente resto. Trento 6 novembre 1790.<br />

Di S.P.R. cui aggiungo, che il P. Bonaventura di Caldese non è ancora ritornato da<br />

Roveredo.<br />

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Grisostomo 93 .<br />

635. 1790<br />

Al sig. Giuseppe di Aste. Roveredo<br />

Ill.mo sig. e cugino riveritissimo.<br />

Per servirla sonomi portato senza verun indugio da questa R.M. abbadessa di s.<br />

Chiara, ed avendole dato il promemoria, che mi ha innoltrato V.S. ill.ma, ebbi per<br />

risposta, che il conteso instrumento fu ricercato un'altra volta nell'archivio di quel<br />

monastero, e non vi fu ritrovato, siccome attestasi nel compendio della vita della B.<br />

Giovanna Maria Bonomi stampato in Bassano nel 1783, pag. 157 94 . Quindi pensai bene<br />

di non impegnare la detta Madre a far nuove ricerche, e resto col dispiacere di non aver<br />

potuto soddisfare alle premure di V. S. Ill.ma, cui esibendomi tutto per ogni altro suo<br />

affare, che non ecceda le mie deboli forze, le fo un riverente inchino, e sono. Trento 6<br />

novembre 1790.<br />

Di V. S. ill.ma<br />

Div., obbl.mo servo e cugino<br />

Fra NN.M.C. (P. Francesco Viganoni Minor Conventuale di Roveredo.<br />

Guardiano.<br />

636. 1790<br />

Al P. Tommaso de Gara da Tiarno. Arco.<br />

Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo Signor nostro clementissimo.<br />

Assicuri li RR. Sacerdoti de' suoi contorni, che io nell'Ordinario del divin officio<br />

non fo alcuna prescrizione di mio arbitrio. Anche a me riesce di non lieve incomodo il<br />

notare certe minutezze: e pure debbo sostenerlo. Ho mutato la Messa de' sette fondatori,<br />

perché così mi ha ordinato S.A.R. L'Evangelio di s. Valentino, perché così ha<br />

l'Ordinario trentino del 1617, ed altrettanto s'insegna dal Gavanto Sect. 8, c. 2, n. 4,<br />

92 Da s. Michele, cioè dalle monache di s. Michele di Trento.<br />

93 Diurnum accepi Tridenti hac die 18 febr. 1791 a P. Guardiano Burgi missum pro L. 6, sol. 16 cum dimidio.<br />

94 Vedi sotto num. 787, e sopra num. 245.<br />

30


atteso che il Breviario non ha veruna omelia sopra l'Evangelio Nolite arbitrari, che<br />

leggesi nella Messa di detto Santo assegnata, e distesa nel messale. Su questi<br />

fondamenti si appoggiano eziandio le note, che fo rapporto a s. Vito, s. Cristoforo, e s.<br />

Donato. Quelle poi, che riguardano s. Leone Magno si fanno per quelli, che non<br />

tengono la Messa nuova prescritta dalla Santa Sede, ed usano ancora i messali antichi.<br />

Gli offici, che contra mia voglia ho inserito per al prima volta nell'Ordinario del 1784<br />

sono tratti dal Proprium Sanctorum di Trento stampato nel 1627, ma per non aggravare<br />

di nuove spese il venerabile clero non adattai le Lezioni, che trovansi nel detto<br />

Proprium, e le assegnai de Communi coll'autorità già menzionata.<br />

L'ultimo decreto romano circa il comunicare si è questo: "In Missis defunctorum,<br />

quae in paramentis nigris celebrantur, non ministretur Eucharistia per modum<br />

Sacrametni, scilicet cum particulis praeconsecratis, extrahendo pyxidem a custodia;<br />

potest tamen ministrari per modum sacrificii, prout est, quando fidelibus praebetur<br />

comunio cum particulis intra eamdem Missam consecratis. S.R.C. 2 septemb. 1741".<br />

Questo decreto così portasi dal Cavalieri To. 4, decr. 59. Si accenna, e se ne prescrive<br />

l'osservanza dal medesimo nell'Ordinario metropolitano di Torino del 1769, nel<br />

vescovile di Vaccia del 1789, ed in un altro vescovile di Brescia, del quale ora non mi<br />

ricordo l'anno, cioè del 1785. Coerentemente allo steso ha risposto con data di Roma 4<br />

nov. 1789 il sig. Carlo degli Antoni architetto, ed incisore camerale, pregato da un mio<br />

amico, e dopo d'aver parlato con monsignor Giuseppe Dini primo maestro delle<br />

cerimonie pontificie, dicendo: "Non può assolutamente qualunque sacerdote celebrando<br />

Messa da morto aprire la custodia, e comunicare con la pisside ecc. bensì dove<br />

consecrate contemporaneamente al sacrificio le particole, e comunicare con le<br />

medesime". Finisco per mancanza di tempo, e bramando, che si finiscano le contese sul<br />

detto punto, la riverisco, e resto. Trento 8 novembre 1790.<br />

Suo div.mo servo ed amico<br />

F. Grisostomo.<br />

637. 1790<br />

Al sig. Gio. Francesco Pedri de' Mandelli. Roma, all'Anima 95 .<br />

R.mo sig. sig. e padrone colendissimo.<br />

Rispondo tardi alla sua pregiatissima de' 29 settembre, perché soltanto li 27 ottobre<br />

pervenne alle mie mani, e poi dovetti aspettare, che monsignor Vicario Generale<br />

Zambaiti ritornasse alla città per potergli parlare in ordine ad essa. Ora dunque io mi<br />

congratulo con V.S. R.ma de' vantaggi,che gode in Roma, e gliene auguro il buon pro.<br />

L'assicuro, che non solamente a questi miei correligiosi, ma eziandio al lodato<br />

monsignore ho letto il suo bellissimo manifesto, e la stimabilissima qualificazione del<br />

signor abate Pierantonio Serassi 96 già notomi da più volumi della storia letteraria d'Italia:<br />

come pure, che i nomi del medesimo Serassi, e del Padre Mamachi 97 maestro del Sacro<br />

Palazzo, rammentati al predetto monsignore, lo hanno commosso. Ma il signor Conte<br />

Sigismondo Melchiori 98 , cui V.S. R.ma ha spedita la sua opera, è morto in Povo li 22<br />

dello scaduto ottobre, e S.A.R. giace inferma di risipola in castel Thunn, donde forse<br />

non farà ritorno a Trento così presto. Io temo, che la Curia vescovile sia per provare<br />

95<br />

Questi è morto in Roma nell'anno 1794 li 24 marzo rovinato da una carrozza, che gli andò addosso, perché<br />

camminava astrattamente.<br />

96<br />

Questi nel 1792 era già morto.<br />

97<br />

Tommaso Maria Mamachi.<br />

98<br />

Padrino del Pedri.<br />

31


della difficoltà nel dichiarare vere le reliquie lodate da Lei, senza vederle. Credo facile il<br />

fissare la festa de' ss. martiri Felice, e Fortunato ai 14 di agosto, giacché in tal giorno<br />

celebrasi anche dai vicentini. Per fissare poi l'anniversario della dedicazione in una<br />

domenica, tengo ancora, che sia d'uopo il ricorrere alla S.C. de' Riti. L'ottenere il terzo<br />

posto nei Sinodi dei parrochi 99 , e nella funzione degli Oli Santi del Giovedì Santo, sarà<br />

impossibile: ed io in confidenza la esorto di non fare una tal dimanda, dicendole col<br />

poeta Ovidio L. 1, de Ponto Ep. 8.<br />

Ah nimium est, quod amice petis! moderatius opta,<br />

Et voti, quaeso, contrahe vela tui.<br />

Garduno, quantunque appresso di me dicasi parrocchia nell'anno 1225, non fu mai<br />

stimato una parrocchia insigne, né da preferirsi a Mori, Villa, Brentonico, Avio, Lizzana<br />

etc. Esso non è rammentato nella tavola degli Oli scritta dal sig. don Pietro Carlo Ducati<br />

sagrestano del Duomo di Trento in questo secolo, benché nomini 44 parrocchie, delle<br />

quali la prima dicesi Volanum, e l'ultima Condinum. Ma su di questo punto basta.<br />

Io ho scritto Garduno, benché ora scrivasi Gardumo, perché mi piace la lezione<br />

delle carte più antiche, cioè degli anni 1161, 1204, 1215, 1217, 1220, 1225, 1235, 1280,<br />

1289, 1303, 1309, 1314, 1339, 1340, 1364, 1442, 1470, 1472 etc., le quali hanno<br />

Gardunum. Altre del 1340, 1394, 1404 etc. dicono Gardumum, ma ciò forse deriva dai<br />

copisti, uno de' quali da me conosciuto molto bene copiando una patente scritta nel 1631<br />

trascrisse Carlo Gardumo, quantunque la patente in verità, e con chiarezza da me<br />

veduta dicesse Carlo Garduno 100 . Sa V.S. R.ma, che noi diciamo Volam, Calliam,<br />

Castellam, pam, vim, nessum ecc. in vece di Volano, Calliano, Castellano, pane, vino,<br />

nessuno. Dissi, che mi piace la detta lezione, perché parmi verificarsi l'etimologia,<br />

dicendo il sig. Carlo du Cange nel suo Glossario, che Dunum vetere gallorum lingua<br />

montem, vel collem significat. Unde factum, ut omnia pene oppidorum, quae collibus,<br />

aut montibus inaedificata sunt, nomina in Dunum terminentur, v. gr. Lugdunum etc. 101<br />

Non ostante però tutto questo nell'avvenire io avrò del riguardo nell'usare la predetta<br />

lezione antica nelle scritture destinate al pubblico.<br />

I Santi titolari della chiesa parrocchiale di Garduno sono nominati nella Tassa delle<br />

chiese trentine fatta l'anno 1309 così: Ecclesiae ss. Felciis, et Fortunati de Garduno. In<br />

carta del 1442 v'ha Rector ecclesiae,ac plebis ss. Felciis, et Fortunati de Garduno. Nel<br />

testamento d'un gardunese scritto l'anno 1460 si accenna Coemeterium sancti Felicis in<br />

Valle. In un'altra carta del 1489 si dà Rector parochialis ecclesiae ss. Felcis et Fortunati<br />

Garduni. Nella Tavola delle chiese parrocchiali data da monsignor Francesco Felice<br />

Conte Alberti vescovo di Trento nella sua Relazione ad Limina Apostolorum segnata<br />

Tridenti 20 dec. 1760 al num. 53 sta: SS. Felcis, et Fortunati Gardumi. Questa chiesa fu<br />

rifabbricata intorno al 1<strong>58</strong>1 nel qual anno per non esser ancora finita, si tenne il<br />

Santissimo Sacramento nella sagrestia. Nel medesimo anno quel parroco non aveva<br />

canonica. Ne' giorni festivi, e della dedicazione riceveva tres carentanos aut prandium:<br />

negli altri giorni cinque carentani per una Messa semplice,ed otto per una cantata.<br />

Andando poi alle cappelle delle ville ne? giorni de' titolari, e delle Dedicazioni riceveva<br />

parimente cinque carentani per una Messa letta, e otto per una cantata.<br />

99 Al parroco di Garduno.<br />

100 Variarum Inscript. 654.<br />

101 Braunodunum, Brillendunum, Caesarodunum, Carrodunum, Dorodunum, Dunum, Ebrodunum,<br />

Fermeliodunum, Issodunum, audunum, Macedunum, Magdunum, Melodunum, Modunum, Novidunum, Rigodunum,<br />

Sedunum, Segodunum, Sorviodunum, Tauredunum, Verodunum, Mindunum, Dumum, Lettromum.<br />

32


Sa, che il mio P. Bonelli ha provato essere stato Aldrighetto (di Castelbarco)<br />

l'uccisore di sant'Adelpreto (vescovo di Trento): e che incorse l'indignazione de' signori<br />

Conti Castelbarchi etc., ma non intendo la dimanda di V.S. R.ma intorno al medesimo,<br />

sebbene dica, che le preme all'ultimo segno. Le Notizie bonelliane già si ritrovano in<br />

Roma, e potrà rivederle appresso il R.mo Padre Mamachi 102 . Non posso servirla colle<br />

iscrizioni gardunesi, perché non le ho, e non so a chi ricorrere. Ella potrà farsele<br />

mandare più facilmente dal suo Vicario parrocchiale (Don Domenico Rigotti di Nago<br />

d'anni 27).<br />

Finisco augurandole una vita lunga colla continuazione della sua prospera salute,<br />

acciocché possa ridurre al bramato termine le lodevoli sue imprese, a maggior gloria<br />

d'Iddio Signor nostro clementissimo, e de' di lui Santi: e baciandole riverentemente la<br />

sacra destra mi professo. Trento, s. Bernardino 11 novembre 1790.<br />

Di V.S.R.ma<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Gio Crisostomo di Volano Minore Riformato.<br />

Fuori: Al Molto illustre e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo<br />

Il signor arciprete Gio. Francesco Pedri de' Mandelli etc. Cappellano cesareo<br />

Roma<br />

S. Maria dell'Anima.<br />

Nota. L'opera soprammentovata s'intitola "Notizie apologetiche intorno a' ss. Felice,<br />

e Fortunato martiri titolari della chiesa parrocchiale di Garduno diocesi di Trento,<br />

raccolte dall'arciprete Gianfrancesco Pedri de' Mandelli".<br />

È approvata da Pierantonio Serassi con data di Roma dalla segreteria della Sacra<br />

Congregazione di Propaganda li 14 agosto 1790. Egli è scrittore bergamasco vecchio. Il<br />

manifesto soprarammentato è diretto agli amatori delle belle lettere. Le notizie in esso<br />

diconsi raccolte nel 1787. La chiesa si nomina di Garduno, volgarmente detto<br />

Gardumo. Ma veggasi qui sotto la lettera 674.<br />

638. 1790<br />

Al P. Filippo Panizza da Meztodesco. Mezlombardo.<br />

R.P.S.L.G.C.S.N.C.<br />

Risponda pure al riveritissimo signor don Giovanni canonico exdecano di s.<br />

Michele 103 , che il Direttorio per l'anno 1791 già stampato, non contiene alcun officio<br />

nuovo, e mette la dedicazione delle chiese nella domenica terza d'ottobre. Anch'io sperai<br />

di poterlo comporre diversamente dagli anni precedenti, e a tal fine aspettai<br />

l'incominciarlo 104 ; ma restai deluso nelle mie speranze. Ora temo, che non sarà picciol<br />

vantaggio per noi, se le cose nostre no peggioreranno. Iddio Signor nostro<br />

clementissimo ci abbia pietà, e misericordia. La prego di raccomandarmi caldamente al<br />

medesimo, di rassegnare i miei ossequiosi complimenti al lodato signor canonico 105 , e<br />

riverendola mi professo. Trento 17 novembre 1790.<br />

Di V.S. Div.mo, obbl.mo servo<br />

Frate Crisostomo.<br />

102<br />

Tommaso Maria maestro del sacro Palazzo, che nel 1768 se le fece mandare da Trento, essendo annalista del<br />

suo Ordine Domenicano.<br />

103<br />

Gio. Nepomuceno Styglmayr di Bolgiano nato circa 1737.<br />

104<br />

Per esser morto Giuseppe novatore.<br />

105<br />

Omisso § de fratre ger.<br />

33


639. 1790<br />

Al sig. don Giuseppe Bonazzi. Vicenza. In Casa Storati alla porta del castello.<br />

Molto rev. sig. e padrone colendissimo sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro.<br />

Essendo andato a s. Trinità per parlare con que' Padri 106 in ordine a quanto mi scrive<br />

V.S.M.R., ho incontrato primo di ogni altro il P. Domenico Paoli, il quale mi prevenne<br />

col richiedermi di Lei. Con esso dunque ho trattato, quantunque il mio pensiero fosse di<br />

parlare con altri, ed ho rilevato, che i detti Padri sono disposti ad accettarla in caso, che<br />

dimandi tal grazia: ma essendo stati ragguagliati, ch'è instabile nelle sue risoluzioni,<br />

vorrebbero, che prima si giustificasse, ed astergesse una taccia così fatta. Ella potrà da<br />

sé comprendere di qual merito siano le informazioni avute dal Buffi 107 . Io le replico, che<br />

se vorrà, potrà vivere anche qui da perfetto Filippino, e non ne sarà punto impedito; anzi<br />

verrà gradito: e credo, che il Signor Iddio si contenterà, ch'ella viva da tale, senza<br />

inquietare gli altri. S'Ella non è interamente risoluta di consacrarsi a Dio nel detto luogo,<br />

io non ardisco di nuovamente stimolarla, perché non vorrei, che facesse poi una Buffata,<br />

con iscandalo del mondo, e pregiudizio del sacro Collegio. Il negozio è di somma<br />

importanza. Quindi veda di maturarlo ben bene, di rassodare la sua fiacchezza, e<br />

d'implorare dal cielo il necessario soccorso. In qualunque luogo ella sia per ritrovarsi,<br />

dovrà amar Dio, lodar Dio, e servir a Dio. Lo preghi anche per me, che sentendo con<br />

piacere quanto mi notifica rapporto alle altre cose sue, gliene sospiro la continuazione, e<br />

riverendola mi dico. Trento 18 novembre 1790.<br />

Di V.S.M.R.<br />

Um.mo, div.mo, oss.mo servo in Cristo<br />

Frate Giangrisostomo di Volano Minore Riformato.<br />

640. 1790<br />

Al P. Massimo di Volano Vicario in Borgo.<br />

Siccome spero, che voi sarete l'erede universale 108 de' miei rozzi, e miserabili<br />

manoscritti: così penso ben fatto l'avvisarvi, che l'ill.mo signor Carlo Rosmini di<br />

Roveredo, nipote del fu monsignor Vicario Generale Angelo Antonio Rosmini, ed<br />

autore della vita di Ovidio Nasone stampata in Ferrara l'anno scorso 1789, ho trascritto<br />

da cinque di essi quanto ha voluto, ed ha giudicato opportuno per la storia, che vuol<br />

stampare, degli scrittori trentini. Egli quantunque fossemi affatto ignoto, né pur<br />

cotandomi, che si ritrovasse al mondo, mi ha insinuato il suo pensiero, certamente<br />

lodevole, e mi ha fatto ricerca di notizie, prima per mezzo di monsignor Giangiacomo<br />

barone Piccini, poi del signor barone Giangiacomo Cresseri, e finalmente del signor<br />

abate Giuseppe cavaliere Carpentari suo zio, e rettore di questo seminario vescovile.<br />

Avendo io risposto a tutti e tre, che volentieri gli somministrerei quanto tengo se avessi<br />

tempo da trascriverlo, è venuto egli apposta da Roveredo a trovarmi 109 , ed a vedere li<br />

miei zibaldoni. Preso un quaderno ritornò a Roveredo, donde alcuni giorni dopo venne<br />

qua di nuovo, e vi si trattenne sei giorni con un aiutante, lavorando indefessamente, e<br />

trascrivendo. Mangiò e bevve sempre in città, dove anche gli diedi da lavorare qualche<br />

notte: venendo egli per alto al convento sempre col detto aiutante prete, e con un<br />

servidore. Ha promesso di esser grato: ma io forse morrò innanzi di vedere qual uso farà<br />

delle mie rozze fatiche. In caso tale spero, che lo vedrete voi: e se il Signor Iddio<br />

106 Padri Filippini.<br />

107 Lorenzo savonese bleggiano excurato. Questi è morto exfilippino in Riva nel 1791 in agosto o luglio.<br />

108 Erede fu destinato dal Diffinitorio F. Vincenzo Maria da Cles chierico nel 1805.<br />

109 Venne li 28 settembre 1790.<br />

34


disporrà per effetto della sua infinita clemenza, che lo faccia buono, ringrazierete il<br />

medesimo Dio da parte mia, che mi abbia donato di non consumar affatto inutilmente<br />

tanta carta, tanto olio, e tanto tempo. Vi raccomando di aver cura della vostra salute, e<br />

con fraterno affetto vi abbraccio. Trento 18 novembre 1790.<br />

Il Rosmini non ha stampata l'opera ideata né pure nel 1802.<br />

641. 1790<br />

Al P. Pietro Crisologo Zorrer di Roveredo. Roma. S. Francesco a Ripa 110 .<br />

Molto Rev. Padre padrone colendissimo.<br />

Soltanto nella sera tarda de' 21 ricevetti la lettera seconda di S.P.M.R. data li 9 del<br />

corrente. La prima scritta sul finire del settembre non è ancora pervenuta alle mie mani:<br />

ma credo, che verrà, come venne ai 27 ottobre un'altra scritta da Roma stessa li 29<br />

settembre. Non so donde provenga una così straordinaria tardanza.<br />

Io non posso significarle né pure ad un dipresso la spesa necessaria per al<br />

imballatura, dogana, e spedizione de' libri bonaventuriani sino a Venezia. Bensì le dico,<br />

che credo essere circa 320 li volumi, e che nell'aprile dell'anno scorso 1789 questo<br />

doganiere 111 mi ha risposto che il carrettiere vuole otto troni per ogni centinaio di libbre<br />

viennesi, le quali sono di circa venti oncie trentine.<br />

Bramo, come ho sempre bramato, che questo negozio abbai fine, e che gli accennati<br />

libri escano da questi calamitosi paesi finché sono sani. Quando nell'ottobre del 1784 il<br />

P. Carlo Giovanni da Busto m'incombenzò la prima volta di spedirli a Venezia, non li<br />

mandai, perché il P. Paolo Maria dalla Rosà letterario di Venezia mi scrisse, che non li<br />

mandassi, e credetti, ch'egli si fosse giustificato appresso il P. Busto. Nell'aprile dell'89<br />

il medesimo P. Busto mi rinnovò l'instanza; ma avendogli io risposto, che non poteva<br />

effettuarla senza aver in pronto uno, che soddisfacesse la spesa, quantunque gli abbia<br />

soggiunto, che restava in attenzione d'ulteriori suoi comandi, non mi scrisse altro, od<br />

almeno io non ricevetti altri ordini.<br />

Da questo e dalle miserie, in cui ci troviamo, nacque la indolenza, che tanto<br />

dispiace a S.P.M.R.<br />

Subito che cesserà la pioggia, e che io sarò libero da un raffreddore, che mi<br />

molesta, calerò in città, ritornerò dallo stampatore, e dal doganiere, e chiederò al sig.<br />

Andrea dalle Armi se si sente di soddisfare la detta spesa, ricevuta che abbia una<br />

cambiale da Roma. Poi senza veruna dilazione scriverò a S.P.M.R. Frattanto le notifico,<br />

che nell'agosto ho spedito a Piacenza una copia de' mentovati libri, senza saper ancora<br />

se siano giunti al loro destino: e baciandole riverentemente le sacre mani mi dico.<br />

Trento 23 novembre 1790 112 .<br />

Di S.P.M.R.<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Gio. Crisostomo di Volano.<br />

642. 1790<br />

Al P. Damaso Zamboni da Vigol-Vattaro Vicario in Arco.<br />

R.P.P.C.S.L.G.C.S.N.C. 113<br />

110<br />

Questo Padre per altro sta in Castelgandolfo nella diocesi di Albano. Egli è partito da Roveredo essendo<br />

Guardiano per Terragnolo, e Roma li 19 febbraio 1783, temendo Giuseppe secondo, avendo incorsa la di lui<br />

indignazione per una risposta data alle monache.<br />

111<br />

Antonio Schwaitzer che bonis cessit nell'anno 1794. Aveva una bottega, e tirava seta.<br />

112<br />

Spedita li 24.<br />

113<br />

*=Reverendo Padre Padrone Colendissimo Sia Lodato Gesù Cristo Signor Nostro Clementissimo.<br />

35


L'assicuro, che farò l'ambasciata commessami appresso il signor Conte<br />

Bartolommeo Terlago Tabarelli più presto, che potrò. Sono parecchi giorni, che non<br />

posso uscire di convento, atteso il tempo tristo, ed un reuma, che m'incomoda, per<br />

motivo del quale oggidì non ho potuto andar cogli altri ad un mortorio, e non so quando<br />

potrò calare in città, quantunque tenga più premure, una delle quali si è di visitare il<br />

lodato signor Conte, ritrovandosi afflitto per esser infermo gravemente di vaiuolo il di<br />

lui unico facnciullo 114 . Spero però di visitarlo in breve: e riverendola mi dico. Trento 26<br />

novembre 1790.<br />

Di S.P.R.<br />

Div. obbl.mo servo<br />

F. Grisostomo.<br />

643. 1790<br />

Al medesimo P. Damaso.<br />

Iersera mi favorì di sua visita il signor Conte Bartolommeo Terlago Tabarelli, ed<br />

avendogli io data da leggere la lettera scrittami da S.P.R. m'incombenzò di significarle,<br />

che non le rispose per mancanza di tempo; e che non può pigliare l'Antedonna115 per<br />

donzella della sua dama, perché già ne tiene una buona, e di suo aggradimento. Io ho<br />

eseguito quanto le ho promesso; e senza più la riverisco, e resto. Trento 28 novembre<br />

1790.<br />

Di D.P.R. Div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Grisostomo.<br />

644. 1790<br />

Al P. Pietro Crisologo da Roveredo. Roma.<br />

M.R.P.P.C. 116<br />

Ieridì ad onta dell'ostinato mio reuma son calato in città, ed ho fatto quanto nella<br />

scorsa settimana ho promesso a S.P.M.R. Quindi le spedisco qui compiegata la<br />

direzione datami dal sig. dalle Armi per la cambiale 117 . Tosto che saprò esser giunta al<br />

medesimo sig. dalle Armi, commetterò al doganiere la spedizione sino a Venezia.<br />

L'imballamento si pagherà qui; la condotta poi, nella quale forse entrerà eziandio il<br />

dazio, dovrà pagarsi in Venezia. Bramo, che il negozio si termini presto, perché io fino<br />

dai sei di maggio, contra mia voglia, ho l'impegno di portarmi a Riva dopo le feste del<br />

santo Natale, e di starvi non so quanto, a scuotere la polvere dalle carte dell'archivio<br />

pubblico di quella città. Resto dunque in attenzione di accelerato riscontro, e col bacio<br />

delle sacre mani mi professo. Trento 30 novembre 1790 118 .<br />

Di S.P.M.R. cui aggiungo, che la sua lettera prima non mi è ancora pervenuta.<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Gio. Crisostomo da Volano.<br />

645. 1790<br />

Al P. Giuseppe da Zoldo 119 Riformato letterario in Venezia.<br />

R.P.P.C. 120<br />

114<br />

Ottavio, che morì gli undici dicembre 1790 circa il mezzogiorno.<br />

115<br />

Archese.<br />

116<br />

*=Molto Reverendo Padre Padrone Colendissimo.<br />

117<br />

Al sig. Cristof. Martini di Venezia per Gio. dall'Armi di Trento. Ma non fu adoperata.<br />

118<br />

Spedita il primo dicembre. Ricevei risposta li 5 gennaio 1791.<br />

119<br />

Zoldo è una villa del Cenedario alpino. In latino dicesi Zaudum.<br />

36


Tengo incombenza di spedire a V.P.R. tutti li volumi del supplimento<br />

bonaventuriano, che qui ancora si ritrovano, colla promessa, ch'Ella farà soddisfare un<br />

tale trasporto 121 . Suppongo, che sarà stata avvisata: ma ciò non ostante l'avviso anch'io,<br />

perché mi ricordo quello, che in simile contingenza mi rispose il di Lei antecessore<br />

nell'anno 1784.<br />

In data de' 28 settembre il P. L. Dionigi di Castel San Giovanni Piacentino mi ha<br />

scritto, che non sa dove siassene andato l'involto speditogli per via di Venezia: e mi ha<br />

promesso di riscrivermi; ma finora non ho veduto altro 122 . Quindi nuovamente glielo<br />

raccomando, e riverendola resto. Trento, s. Bernardino 30 novembre 1790.<br />

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giovanni Crisostomo di Volano Minore Riformato.<br />

646. 1790<br />

Al sig. Giovanni Maria Sebastiani dall'Avis 123 . Insprugg.<br />

Ill.mo sig. sig. e padrone colendissimo S.L.G.C.<br />

Io credo di meritare scusa, se attesa la mia condizione di ex monaca, e la lunghezza<br />

de' trattati a mio favore assunti, ultimamente mi sono dimostrata incredula. Non ho però<br />

mai dubitato punto della, carità, e molta premura di V.S. ill.ma, di cui un nuovo<br />

attestato mi porge la sua gratissima de' 25 novembre: alla quale rispondendo senza<br />

verun indugio, le prometto, e l'assicuro con tutta l'ingenuità, che se otterrammi<br />

annualmente li già toltimi cinquanta fiorini, li lascerò addietro a quartali nel primo anno,<br />

acciocché con essi possano pagarsi le disposizioni, e spese inevitabili,delle quali mi fa<br />

cenno 124 . E pregandola un'altra volta, che per amore di Dio Signor nostro clementissimo,<br />

voglia ridurre al bramato fine la sua caritatevole impresa, della quale dal medesimo<br />

Iddio gliene implorerò co' più vivi affetti del mio cuore il meritato copioso guiderdone,<br />

le aggiungo, che ora vivo con molta speranza di conseguire l'intento, e sussidio<br />

necessario, le fo un riverente inchino, e mi professo. Trento, ai Molini li 2 dicembre<br />

1790.<br />

Di V.S. ill.ma<br />

Um.ma, div.ma, obbl.ma serva<br />

Michelina Tomasi di proprio pugno 125 .<br />

P.S. L'avviso, che debbo mandare a Roveredo la quietanza del prossimo quartale<br />

per li 10 gennaio.<br />

647. 1790<br />

Ai signori consoli,e proveditori della città di Trento.<br />

Ill.mi sig. sig. e padroni graziosissimi.<br />

Domenico Pisetta 126 espone riverentemente alle Signorie Loro ill.me, come per<br />

ubbidirle ha demolito in circa tre passi d'un suo muro situato nelle vicinanze di Ponte<br />

Cornicchio, e lo ha ritirato in circa due piedi per dar luogo al nuovo vaso dell'acqua, che<br />

120<br />

*Reverendo Padre Padrone Colendissimo.<br />

121<br />

Replicato li 29 dic. 1790; li 20 gen. 1791; li 30marzo 1791; li 12 aprile 1791; li 14 aprile 1791.<br />

122<br />

È già pervenuto a Piacenza.<br />

123<br />

Figlio del fu mercante trentino di ferramenta. Egli si scrive Agente in Innsbruck. Ho scritto di nuovo li 16<br />

dicembre 1790. Lo stesso in Foedere Mariano-Iosephino Trid. 1773 dicesi D. Ioann. Matth. Sebastiani Tridenti.<br />

124<br />

Esso vuole li 50 fiorini ne' due primi quartali. Ma non ha ottenuto l'intento.<br />

125<br />

Così l'ho fatta soscriversi perché il Sebastiani lo ha ricercato.<br />

126<br />

Abitante nel masetto presso s. Bernardino verso Cognola.<br />

37


serve alla fontana della città; impiegando nel far ciò sei opere 127 , e restando danneggiato<br />

di troni dieci per il detto ritiro. Prega quindi umilmente le Signorie Loro ill.me, che<br />

vogliano degnarsi i ordinarne il risarcimento. Che della grazia ecc.<br />

Fuori. Agl'Ill.mi Signori Consoli, e Proveditori della Città di Trento<br />

Umilissima Supplica di Domenico Pisetta.<br />

Ita scripsi rogatus die 3 decembris 1790.<br />

648. 1790<br />

Al P. Pietro Antonio Ferrari da Sacco. Roveredo.<br />

In della sua tratterrò appresso di me l'involto speditomi, e raccomandatomi dal P.<br />

Amedeo di Roveredo, per l'exclarissa Elena Cunegonda Floriani di Castelnuovo 128 , e<br />

colla prima occasione opportuna lo rimanderò al detto Padre Amedeo, supponendo che<br />

tale sia l'intenzione anche di lui. Per non moltiplicar poi lettere prego S.P. di avvisare<br />

Frate Masseo Cozzaldi 129 da Enno, che ho fatto la consegna raccomandatami della di lui<br />

scatola. E riverendola divotamente resto. Trento 4 dic. 1790.<br />

Di S.P.R. cui un'altra volta raccomando l'avvisare Fra Masseo.<br />

Div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Grisostomo.<br />

649. 1790<br />

Al P. Bonaventura da Lazzise Riformato. Verona. S. Antonio.<br />

R.P.P.C.S.L.G.C.<br />

Sono a pregare la P.S.R. di un officio caritatevole, cioè che voglia portarsi alla<br />

Santa Casa di Pietà, e ricercare se in essa trovasi ancora viva la fanciulla nominata<br />

Maria Anna Elisabetta, battezzata in Pergine (da Giuseppe dalla Rosa Cappellano) li 10<br />

aprile 1788 130 e consegnata alla medesima Casa li 14 aprile da Giacomo Muradel.<br />

Intendendo poi, che sia viva, e non prima, farsi dare il modo sicuro, con cui da qui si<br />

possano spedire alla detta fanciulla dugento fiorini tedeschi per di lei dote. Confido, che<br />

compatirà l'incomodo, che sforzato le arreco, e che mi favorirà di risposta 131 . Onde senza<br />

più le fo riverenza, e mi dico. Trento, s. Bernardino 6 dicembre 1790.<br />

Di S.P. R.<br />

Div.mo, ossequ.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano Minore Riformato.<br />

18.<br />

650. 1790<br />

Al sig. don Domenico Antonio Rigotti di Nago Vicario parrocchiale di Gardumo.<br />

Molto illustre, e molto rev. sig. sig. e padrone colendissimo 132 .<br />

127<br />

Un'opera si paga due troni.<br />

128<br />

Questa è passata da Borgo a Roveredo li 2 nov. 1790.<br />

129<br />

*=Gozzaldi.<br />

130<br />

Fu padrino solo il medico Giacomantonio Montel di Pergine.<br />

131<br />

Risposto li 30 dic. 1790, che la fanciulla vive, è a balia, e finora la Casa per essa ha sborsato Lire 244 e soldi<br />

132 Ha 27 anni di età.<br />

38


Due volte mi ha scritto da Roma 133 il suo R.mo signor arciprete (Gianfrancesco<br />

Pedri) che ricorra da V. S. molto illustre, e molto rev. per una notizia, che gli preme<br />

assai. Egli brama di sapere con certezza in qual parte della sua chiesa parrocchiale sieno<br />

esperissi li nomi de' Santi Felice, e Fortunato titolari della medesima, cioè se sieno sotto<br />

alla tribuna, o sopra la porta maggiore, od in altro luogo: e che gli vengano comunicate<br />

interamente le iscrizioni, da cui sono nominati. Prego dunque V.S. molto illustre, e<br />

molto rev. che voglia farmi tenere la richiesta notizia, perché possa soddisfare alle<br />

istanze fattemi; e confidando, che mi compatirà, e favorirà, me le inchino<br />

profondamente, e resto. Trento, s. Bernardino 7 dic. 1790.<br />

Di V.S. molto illustre e molto rev.<br />

Um.mo, div.mo, ossequ.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano de' Minori Riformati di s. Francesco.<br />

NB. Il Rigotti divenne curato di Ravina nel settembre del 1794. Poi parroco di<br />

Pedecastello, e finalmente nel 1800 di Smarano.<br />

651. 1790<br />

Al sig. Gianfrancesco Pedri de' Mandelli arciprete gardunese. Roma.<br />

R.mo sig. sig. e padrone colendissimo.<br />

Il signor Conte canonico Emmanuelle di Thunn (venuto da Roma) 134 ed anche<br />

monsignor vescovo nostro (venuto da Castelton) si ritrovano in Trento. Io non ho<br />

ancora parlato col signor Conte Giuseppe Melchiori, perché non posso uscire di<br />

convento, a motivo del tempo tristo, e d'un mio reuma. Suppongo, che il canonico gli<br />

darà l'involto, ed egli farà da sé le veci del defunto suo signor Conte genitore 135 . Ho<br />

scritto in Gardumo al signor Vicario parrocchiale rapporto alle inscrizioni bramate; ma<br />

temo, che mi risponderà non esservene alcuna. Parmi cosa incredibile, che l'asserzione<br />

dell'arciprete Vettori, con cui dà il terzo luogo alla parrocchia di Gardumo, possa venire<br />

ammessa dagli altri parrochi antichi: e quindi né pur ardirei di produrla. Certamente<br />

nella cronologia delle parrocchie trentine, che ho tessuto io a norma de' documenti da<br />

me ritrovati, quella di Gardumo tiene il posto cinquantesimo. Nella Tassa delle chiese<br />

fatta in Trento l'anno 1309, quella di Gardumo fu tassata sei marche, le altre di Volano<br />

8, di Lizzana 15, di Mori 18, di Villa 18, Riva 26, Arco 42, Fiemme 32, Mays 40,<br />

Willanders 25 etc. Se vedrò documenti nuovi, riformerò volentieri la mia cronologia,<br />

quando possa crederli buoni, e degni di fede. L'opera, nella quale il signor abate<br />

Tartarotti parla con impegno di s. Felice vescovo, martire e taumaturgo di Gardumo, fu<br />

stampata in Venezia presso il Piotto, ed ha questo titolo: Apologia delle memorie<br />

antiche di Rovereto di Girolamo Tartarotti Serbati. S'aggiunge un'Appendice di<br />

documenti non più stampati con annotazioni del medesimo. In Lucca 17<strong>58</strong>, senza nome<br />

di stampatore, in 4°, pp. 346 et ultra. Cominciasi a trattare del predetto Santo alla pag.<br />

168. In niun modo io posso mandargliela. Onde se la vuole, la cerchi in Roma, dove,<br />

credo, che troverassi. Qualora non l'abbiano, o non sappiano indicargliela il R.mo P. M.<br />

Mamachi, e monsignor Serassi, vada alla biblioteca di s. Maria Traspontina de' PP.<br />

Carmelitani, dove fu molto tempo bibliotecario il P. Mariano Ruele roveretano, amico<br />

133 Anche il Padre Pierantonio Testa del Borghetto, Accademico Trasformato, e nostro Riformato milanese,<br />

nelle sue Lettere familiari stampate in Milano nell'anno 1770 ne ha parecchie dirette al signor don Francesco<br />

Carcano di Milano; al sig. don Girolamo Sottocasa di Bergamo; al sig. don Maffeo Maria Rocchi di Bergamo; al sig.<br />

don Carlo Muzio di Casale Monferrato; al sig. don Giampietro Testa fratello dell'autore. Alla signora Dorina ecc.<br />

134 Ora vescovo di Jasso, ed eletto di Trento 1805.<br />

135 Giovanni Vigilio.<br />

39


del Tartarotti, benché poi sia morto in Roveredo l'anno 1774, e speri di ritrovarla 136 .<br />

Frattanto io le trascriverò qui alcuni pezzetti di tal opera.<br />

Pag. 161. In queste nostre parti è celebre il nome di s. Felice vescovo e martire, che<br />

qual taumaturgo a' 14 d'agosto è venerato nella chiesa parrocchiale di Valle in<br />

Gardumo... In un canto del sinistro fianco di essa chiesa stava già un'arca di pietra<br />

confitta nel basso del muro, con qualche rozzo esterno ornamento pur di pietra, e con<br />

quest'iscrizione: M. Cristofol di Gobi, et Francesco Girardel, Masari an fatto far questa<br />

fabricha adì 7 Dxb. 1<strong>58</strong>7.<br />

Pag. 162. Mi vien supposto, che lungo il muro, sotto cui stava racchiusa l'arca,<br />

fosse già una statua di legno ecc. 137 Nella presente pala dell'altar maggiore in mezzo a<br />

due Santi, che non so se rappresentino Felice, e Fortunato, si vede la figura d'un<br />

vescovo, che vien creduto s. Barnaba ecc. L'anno 1710 coll'occasione d'una visita<br />

episcopale gran romore s'alzò del ritrovamento d'un corpo santo nella chiesa di Valle...<br />

Pag. 163. Fu giudicato opportuno erigere quivi un altare etc. L'anno 1719 la nuova<br />

magnifica cappella fu terminata.<br />

Pag. 164. Non è vero, che la chiesa di s. Felice sia mai stata dedicata ad alcun s.<br />

Felice vescovo, e martire; ma bensì a' Santi Felice, e Fortunato martiri notissimi, e<br />

dall'universal Chiesa per tali celebrati. Così tutti i documenti antichi, e moderni.<br />

Pag. 165. Non ha di presente, e non ebbe mai cotal culto questo s. Felice né nella<br />

parrocchia di Valle, né in alcuna delle chiese filiali; ma lo hanno bensì li mentovati<br />

Felice, e Fortunato martiri... la festa de' quali ai 14 d'agosto si celebra, perché nel giorno<br />

degli 11 di giugno... corre quivi quella della consacrazione della chiesa etc.<br />

Pag. 166. Ma ritornando a s. Felice, e di chi dunque dovrem noi credere, che sieno<br />

le tanto decantate reliquie? A' santi Felice, e Fortunato essendo, come si è detto, la<br />

chiesa di Valle dedicata, potrebbe sospettarsi, che qualche particella del corpo di s.<br />

Felice martire fosse stata da quella ne' tempi andati ottenuta: ma a questa conghiettura<br />

s'oppone il fatto, mentre dalla viva voce di chi fece la traslazione vengo assicurato,<br />

come nella nostra urna si conteneva un intero scheletro coperto d'ermisino rosso, e<br />

l'urna stessa, che pur conservasi dietro l'altare, ben lo dimostra, essendo un recipiente<br />

capace d'un intero corpo umano di non grande statura. Lo stesso confermano gli<br />

accennati Bollandisti, asserendo come Sequentia sacra inventa sunt lipsana. Primo<br />

integrum sacrum caput, una cum dentibus omnibus, et utraque mandibula, quam... pene<br />

visibili adhuc carne, et cute obductam: praeterea brachia, pedes, et crura: costae,<br />

omniaque reliqua, quae integrum corpus constituunt, ossa, exceptis cruris alterius<br />

particula.<br />

Pag 167. Potrebb'egli mai dirsi, che qualche antico signore della giurisdizione di<br />

Gardumo per motivi di beneficenza presso quella rozza gente in credito di Santo fosse<br />

salito? Sarebb'egli gran maraviglia, che un sepolcro distinto, e non solito vedersi in<br />

piccioli villaggi ecc.... Io non darò per vero questo fatto. Dico bensì, che dal vero non è<br />

molto lontano.<br />

Alle cose fin qui dette dal Tartarotti aggiungo, che il nostro vescovo Giovanni<br />

Hinderbach di proprio pugno ha aggiunto ad un calendario tuttavia conservato in<br />

Trento, ai 14 d'agosto: Felicis, et Fortunati Martyrum Aquilegensium. Egli fiorì, e morì<br />

nel secolo XV. Parimente in un calendario francescano-trentino del XV secolo, esistente<br />

ancora in Trento, ai 14 d'agosto v'ha: SS. Martyrum Felicis, et Fortunati. Tutti e due<br />

136<br />

Forse si ritroverà presso i PP. Scolopi, dove morì il P. Eduardo Corsini Generale, corrispondente del<br />

Tartarotti su tal punto.<br />

137<br />

Dove qui fo etc. nella lettera spedita ho scritto di più.<br />

40


furono trascritti da me, e possono vedersi stampati nel vol. 3 bonelliano. Qui finisco<br />

insieme colla carta, riverendola, e dicendomi. Trento 10 dicembre 1790.<br />

Di V.S. R.ma<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Gio. Crisostomo da Volano.<br />

P.S. Incontrato essendomi per avventura nel signor abate Antonio Conte Melchiori,<br />

gli ho notificato l'incombenza, che io teneva da V.S. R.ma, e l'ho pregato di fare le mie<br />

veci col signor Conte Giuseppe suo fratello. Da altri ho inteso, che il signor don<br />

Domenico Gentili (di Gardumo) non istà più qui a Trento. Giacché poi ho cominciato<br />

ad imbrattare anche questa pagina, mi piace di aggiugnerle, che la sua parrocchia potrà<br />

continuare a chiamarsi di Gardumo, o sia San Felice, come chiamasi non solamente dal<br />

volgo, ma eziandio nella tavola de' predicatori quaresimali, che dassi fuori a stampa<br />

ogn'anno, e nel clerologio trentino del 1789, pag. 51 anche dopo, che alla sua sede sarà<br />

riverentemente rimandato San Felice vescovo Ignatopolitano 138 , o sia d'ignota città,<br />

perché io pure credo, che il San Felice, sia sempre stato il primo bel nome titolare di<br />

quella chiesa parrocchiale, e fratello di San Fortunato. Parecchie altre chiese si trovano<br />

nella nostra diocesi, le quali sebbene abbiano più titolari, ed a voce, ed in iscritto sono<br />

denominate più spesso da un solo. Così succede colle dedicate a' SS. Apostoli Pietro, e<br />

Paolo: a' SS. Pietro e Andrea: a' SS. Udalrico, e Wolfgango: a' SS. Quirico e Giulitta: a'<br />

SS. Rustico ed Eleuterio: a' SS. Sisinio, Martirio, ed Alessandro: a' SS. Vito, Modesto, e<br />

Crescenzia: a' SS: Fabiano e Sebastinao: a' SS. Filippo e Giacomo ecc. Che avanti<br />

l'anno 1710, in cui fu ritrovato San Felice Vescovo, la chiesa parrocchiale di Gardumo si<br />

chiamasse di San Felice, ne fa testimonianza il testamento gardumese del 1460,<br />

rammentato nell'altra mia. Col chiamarla di San Felice si schiva in parte la confusione,<br />

che reca la curata di Ronzo dicendosi Curata di Gardumo: la qual confusione si<br />

schiverebbe affatto, se si dicesse Curata di Ronzo in Gardumo. Il stesso sentendo<br />

nominare il Parroco di Gardumo, ed il curato di Gardumo, non capiva una così fatta<br />

diversità di titoli. La prego di scusare le tante mie ciancie<br />

Fuori. Al R.mo sig. sig. ecc.<br />

652. 1790<br />

Al P. Massimo da Volano Vicario Riformato. Borgo. S. Francesco.<br />

Sia lodato Gesù Cristo Signor nostro clementissimo.<br />

Per servire il riveritissimo signor don Carlo degli Ambrosi 139 ho cercato, e ricercato;<br />

ma non ho punto ritrovato alcuna rubrica rapporto allo sta in piedi, od in ginocchio<br />

mentre si canta l'inno Te Deum innanzi al Santissimo Sagramento esposto. Le Litanie, il<br />

Miserere, ed altre simili preci di supplica si cantano, e debbono cantarsi in ginocchio: il<br />

Te Deum però, essendo cantico di letizia, secondo il mio debole sentimento, sarà bene<br />

cantarlo in piedi. Il nostro cerimoniale, pag. 168, num. 342 prescrive, che cantandosi il<br />

Mattutino, l'officiatore sotto il Benedictus dopo d'aver incensato il SS. Esposto, e<br />

l'altare, si fermi avanti al medesimo altare nel piano in piedi: e che li cantori dopo d'aver<br />

cantato nel presbiterio il Benedicamus Domino, si fermino ivi coll'officiatore in<br />

ginocchio. Dal che arguisco, che al Benedictus, e Benedicamus si dee stare in piedi: e<br />

138 anzi supposto per isbaglio.<br />

139 Ho nelle mani un libretto intitolato Il Finto Principe Comedia non meno ridicola, che honesta di don Carlo<br />

Ambrosi. In Venezia 1705. Per Domenico Lovisa a Rialto. Con lic. de' sup. in 12°, pagg. 75. È in lingua rozza,<br />

veneziana. Opera primaticcia dell'autore, che avrebbe fatto meglio se non l'avesse fatta. Fu sacerdote. – NB. Il sig.<br />

don Carlo li 25 giugno 1798 mi ha detto, ch'è originario di Bassano, e che non sa di qual patria sia stato il prete<br />

Comediante. Io aggiungo, che so sussistere in Bassano una famiglia di Ambrosi.<br />

41


conseguentemente anche al Te Deum simile ai detti Benedictus, e Benedicamus 140 .<br />

Godo, che il vostro reumatismo sia cessato, e che predichiate a Castelnuovo. Qui dai<br />

nostri si predica in Aldeno, Ravina, Villazzano, Povo, Cognola, Civezzano, e Meano.<br />

Buone feste,e buon capo d'anno, Fratello Carissimo. Trento 14 dic. 1790<br />

P.S. Oggi c'è concorso per la parrocchia di s. Sisinio.<br />

653. 1790<br />

Al P. Gaetano de' Gottardi di Roveredo. Roveredo.<br />

Rev. Padre S.L.G.C.S.N.C.<br />

Un accidente occorsomi ne' giorni passati, mi ha rinfrescata la memoria del debito,<br />

che tengo da molto tempo, di rispondere a S.P.R. intorno al propostomi dubbio, se in<br />

paramentis nigris possasi amministrare a' fedeli la sagrosanta Eucaristia. Onde senza far<br />

un trattato, e senza più indugiare, le dico, che l'ultimo decreto romano a me noto su tal<br />

punto si è questo: "In Missis defunctorum etc., come sopra num. 636, sino al ricordo<br />

l'anno" 141 .<br />

Coerentemente allo stesso ha risposto con data di Roma 4 novembre 1789 dopo<br />

d'aver parlato con monsignor Giuseppe Dini primo maestro delle cerimonie pontificie, il<br />

signor Carlo degli Antonini architetto, ed incisore camerale, pregato a mia istanza dal<br />

R.P. Gio. Battista Ghezzi piovano di s. Maria Maddalena in questa nostra città, dicendo<br />

"Non può assolutamente etc. come sopra num. 636.<br />

Io non aggiungo altro a questo, confidando, che sarà giudicato bastevole a<br />

sciogliere il dubbio proposto: e quindi chiedendole scusa della troppo grande tardanza,<br />

mi raccomando in precibus, e la riverisco divotamente, e resto. Trento 14 dicembre<br />

1790.<br />

Di S.P.R.<br />

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Gio. Grisostomo da Volano.<br />

654. 14 dicembre 1790<br />

Al sig. don Domenico Benigni di Trento. Civezzano.<br />

Nobili et adm. reverendo domino Dominico de Benignis<br />

cooperatori parochiali civizanensi 142<br />

Fr. Ioan. Chrysostomus de Avolano S.<br />

Appendiculam ad ordinem divini officii ad te mitto, vir optime, ampliorem sane<br />

illa, quam hesterno vespere a me poposcisti: nedum enim anno isto, sed etiam reliquis<br />

omnibus subsequentibus tibi prodesse, ac inservire poterit. Adieci notulam de sancto<br />

Sabino, ne quemquam ex civizanensibus omnino lateat, quis qualisve fuerit, et<br />

quandonam ad caelestia regna gloriosus migraverit. Porro, ut dum his uteris me quoque<br />

sancto eidem commendare velis oro, teque diu valere iubeo. Dabam in comventu s.<br />

Bernardini apud Tridentum 19 kalendas ianuarias anno Domini 1790.<br />

140<br />

Nell'ultimo giorno dell'anno 1791 noi qui l'abbiamo cantato in piedi, avanti il Sacramento esposto nella<br />

pisside. Così pure in piedi lo cantammo coram Sanctissimo exposito solemniter, dopo la s. Messa gli XI agosto 1799<br />

per la resa di Mantova.<br />

141<br />

Cioè sino dai cinque d'agosto del 1789 perché nelle chiese di Roveredo si comunicava continuamente nelle<br />

Messe da morto con Particole preconsacrate, appunto come nelle Messe da vivo: e ciò massimamente dopo che per<br />

ordine di Gioseppe tutte le Messe debbono dirsi all'altar maggiore.<br />

142<br />

Ritornò a sua casa in Trento nell'anno 1799 mutato parocho. Nel 1800 diventò piovano di Pedecastello. Fu<br />

cappellano in Civezzano 22 anni.<br />

42


DIE XXX DECEMBRIS<br />

In festo s. Sabini spoletani episcopi, et martyris, ac titularis ecclesiae seregnanensis.<br />

Missa Sacerdotes Dei, ut in communi unius martyris pontificis, in qua Rub. Glor.<br />

secunda oratio de dominica, tertia de octava Nativitatis Donmini tantum, Credo,<br />

praefatio et Communicantes de Nativitate ac ult. Evang. dom.<br />

In secundis vesperis duplex de Nativitate Antiphonae Tecum principium, a capit. de<br />

s. Sabino, com. s. Silvestri, dom. ut ibi, et oct. Nativitatis Domini tantum. Rub.<br />

Quando autem die 30 decemb. occurrit feria secunda, vel sabbatum, in Missa<br />

omittitur Oratio, et Evang. dominicae. In dicta feria secunda omittitur etiam<br />

commemoratio sancti Thomae Episc. marturys, quae tunc facienda est in dominica<br />

praecedenti.<br />

Porro sanctus Sabinus, dictus etiam Savinus, patria ut putatur firmanus, fuit quintus<br />

episcopus spoletanorum in Umbria, ubi glorioso martyrio coronatus est die septimo<br />

mensis decembris anno Iesu Christi Domini nostri trecentesimo primo. Spoleti quoque<br />

festum eius celebratur die trigesimo praedicti mensis decembris. Laudatur apud<br />

Ughellum Tomo quinto Italiae sacrae in episcopis spoletanis. De eo dicitur, quod fuit<br />

vir doctissimus, et eloquentissimus: quod miro animi fideique ardore nedum spoletanis,<br />

sed etiam assisiensibus, faventinis, et aliis populis praedicavit: quod egregie Christi<br />

fidem locupletavit, et Umbriae populos mirifice suo exemplo ad Deum incendit; ac<br />

tandem, quod cuidam caeco, nomine Tertulliano, lumen oculorum suo tactu restituit:<br />

precibus eius annuente Domino nostro Iesu Christo, qui cum Patrem ac Spiritu Sancto<br />

vivit, et regnat Deus in saecula saeculorum. Amen.<br />

655. 1790<br />

Al sig. don Gio. Battista Lipp da Graun di Val Venosta, dell'Ordine Teutonico,<br />

parroco di Lana nell'Atesia.<br />

Illme.ac R.me Domine Domine Colendissime.<br />

Absoluta sacrorum celebratione, quam nobis committere dignata est sua Ill.ma, et<br />

R.ma dominatio, expetitas ad eam dirigo literas, quibus, id asseritur, et indubium<br />

cuilibet redditur. Dum autem grates debitas eidem rependo, fausta omnia in proximis<br />

festis natalitiis Domini nostri Iesu Christi, cum pari exordio subsequuturi anni, sincero<br />

cordis adfectu exopto et adprecor. Dabam in conventu sancti Bernardini apud Tridentum<br />

die 17 dec. 1790.<br />

Suae ill.mae, ac R.mae Dominationis 143<br />

Humillimus, et obstrictissimus servus<br />

F. N.N.<br />

Guardianus FF. Minorum Reformatorum Sancti Francisci.<br />

L'attestato poi è questo.<br />

Ego infrascriptus fidem facio, ac testor, celebratas a nobis fuisse quinquaginta<br />

Missas pro defuncta Elisabetha Addelmayrin, ex commissione Ill.mi, ac R.mi domini<br />

Ioannis Baptistae Lipp parochi Lanensis. In quorum etc. Datum in conventu s.<br />

Bernardini apud Tridentum die 17 dec. 1790.<br />

L+S. Fra N.N.<br />

Guardianus FF. Minorum Reformatorum<br />

sancti Francisci<br />

143 Intendo per altro che il titolo d'Ill.mo non gli compete.<br />

43


Fuori. Ill.mo, ac R.mo domino domino colendissimo domino Ioanni Baptistae Lipp<br />

Ordinis Teutonici dignissimo parocho Lanae.<br />

656. 1790. Sopra num. 649.<br />

Al P. Bonaventura da Lazise Riformato. Verona. S. Antonio.<br />

R.P.P.C.S.L.G.C.<br />

Rispondo subito, e ragguaglio S.P.R. che li dugento fiorini sono destinati non già<br />

per mantenimento della povera fanciulla; ma per dote della medesima da consegnarsele<br />

soltanto al tempo della sua collocazione. Al che aggiungo, che la persona da cui sono<br />

promessi li mentovati fiorini, vorrebbe darli presto, perché non sa cosa possa succederle<br />

coll'andare degli anni, ed acciocché co' frutti annui de' predetti fiorini venisse a crescere<br />

la dote. Per carità scusi la molestia, che le apporto; mentre augurandole felicissime le<br />

imminenti sante feste, con un somigliante capo dell'anno nuovo, passo a protestarmi.<br />

Trento, s. Bernardino 20 dicemb. 1790 144 .<br />

Di S.P.R. Div.mo, obblmo servo nel Signore<br />

F. Gio. Grisostomo di Volano.<br />

657. 1790<br />

Al sig. Tommaso Bruti di Randena arciprete eletto di s. Zeno, e curato di Vezzano.<br />

Molto illustre, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo.<br />

Eseguendo senza verun indugio la mia promessa, trascrivo, e spedisco a V.S. molto<br />

illustre, e R.ma il bramato documento, tal quale si legge per la prima volta stampato<br />

appresso il mio P. Benedetto Bonelli vol. 4 Monument. Eccl Trid., pag. 148, dove sta<br />

così 145 :<br />

Anno Domini 1472 die mercurii 26 mensis augusti reverendissimus dominus etc.<br />

etc. Wilhelmus Rottaler notarius.<br />

Concordano nell'anno 1472 anche il manoscritto Epitaphium Inventionis Sanctorum<br />

corporum Sisinii, Martyrii, et Alexandri, composto in rozzi versi dal contemporaneo<br />

prete Antonio di Revò: l'inscrizione lapidaria, che tutt'ora sta nella chiesa di s. Zeno, e<br />

l'istorico Pincio: ma non nel giorno; perché il prete dice, che seguì nella festa di s.<br />

Urbano, la quale corre ai 25 di maggio: Mille quadringentos, ac septuaginta per annos<br />

atque duos Domini quando haec inventio facta Urbani festo.<br />

L'inscrizione poi attesta, che Anno Domini 1472 die 25 mensis madii sub altari<br />

vetusto hoc in loco Martyrii, et Alexandri, et a Ioanne episcopo tridentino hac in archa<br />

nova reconditae 146 . Il Pincio finalmente Lib. 4 de Vitis Pontificum Trid., fol. 23, scrive:<br />

"Anno christiano 1472 octavo calendas iunii repertae sunt in Valle Naunum Sisinii,<br />

Martyrii, Alexandrique martyrum reliquiae, ac cineres sub altari ecclesiae ipsorum<br />

martyrum nominibus dicatae veteri monumento conditi: qui quidem eodem etiam anno<br />

decimosexto calendas decembris, multis sacerdotibus solemni pompa comitantibus, in<br />

novum sepulchrum translati sunt: quo etiam die chorus (sic vocant eminentiorem templi<br />

partem sedilibus circu<strong>ms</strong>eptam) eiusdem ecclesiae consecratus est, qui post reliquias<br />

sanctorum martyrum repertas, fuerat ad elegantiorem formam reparartus".<br />

A questo aggiungo, che il detto vescovo Giovanni Hinderbachio scrisse di proprio<br />

pugno in un calendario ai 29 maggio: Sysinii, Martyrii, et Alexandri martryrum de Valle<br />

144 Risp. 30 dic. 1790, che la Santa casa riceverà in deposito li 200 fiorini sino al tempo del matrimonio: ma non<br />

si obbliga di darle i frutti, dovendo essi servire per il di lei mantenimento.<br />

145 L'originale sta presso di me al fine del To, 1 della Biblioteca Tirolese col seguente epitafio.<br />

146 Si ha presso il Tartarotti.<br />

44


Anagniae, quorum cineres, et reliquiae nostris temporibus ibidem sub altari repertae<br />

sunt XXV die mensis maii sub anno Diomini nostri Iesu Chriosti MCCCCLXXLII. Io<br />

non capisco perché il Rottaler segretario vescovile abbia scritto die merdcurii 26 mensis<br />

augusti: ed il vescovo, che postillò il di lui documento, non lo abbia corretto, o spiegato.<br />

Sebbene questo poco importa, bastando a noi di esser certi, che le sacre reliquie furono<br />

ritrovate nell'anno 1472. Di esse, e di altre cose spettanti ai detti Santi tratte<br />

eruditamente secondo il suo solito il celebre signor abate Girolamo Tartarotti nelle<br />

Memorie istoriche intorno alla vita, e morte de' ss. Sisinnio, Martirio, ed Alessandro,<br />

stampate in Verona l'anno 1745, in 8° grande, ad istanza del signor Giuseppe Antonio<br />

Maffei arciprete di s. Zeno.<br />

Questo luogo comunemente chiamasi S. Zeno dal nome corrotto di S. Sisinnio, il<br />

quale dagli antichi anauniesi fu nominato anche Sisenus, e Sasenus. La carta più antica<br />

da me veduta, in cui tal luogo vien detto San Zen si è del 1539. Così lo chiama eziandio<br />

il Pincio stampato nel 1546. Avanti, che venisse fregiato col nome di s. Sisinnio, fu<br />

detto Metho , Methol, Meclo. Da quelli di Dambel, Corerdo, e Smarano per antonomasia<br />

è nominato la Pieve, senza dubbio perché innanzi di avere i propri parrochi saranno stati<br />

soggetti al parroco di S. Zeno.<br />

Questi può recarsi a singolar onore, che in S. Zeno fu eretta una chiesa da san<br />

Vigilio: che la chiesa moderna si è la più ampia di tutta la Valle di Non; e che nel suo<br />

distretto ha il divotsisimo Santuario di San Romedio. Qui finisco di attediare V.S. molto<br />

illustre, e R.ma, co' miei tanto rozzi caratteri; e ringraziandola del complimento, che s'è<br />

degnata di mostrarmi nelle scorse feste, le aggiungo a parte le tre desiderate tabelle<br />

orarie, le bacio riverentemente le sacre mani, e pieno di stima, e rispetto mi professo.<br />

Trento, s. Bernardino 27 dic. 1790.<br />

Di V.S. molto illustre, e R.ma<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Gio. Grisostomo da Volano,.<br />

NB. Le tre tabelle danno Initium aurorae tridentinae, initium diei apud tridentinos,<br />

ed initium noctis apud tridentinos, come nel mio Perarium.<br />

6<strong>58</strong>. 1790<br />

Al sig. don Giuseppe Bonazzi. Vicenza in casa Storati.<br />

Molto illustre, e molto rev. sig. sig. padrone colendissimo. S.L.G.C.S.N.C.<br />

Ieridì, non avendo potuto prima per essere stato lontano dalla città, fui a ritrovare il<br />

noto P. Paoli, ed avendogli manifestato i sentimenti di V.S. molto illustre, e molto rev.,<br />

mi venne commesso di risponderle primieramente, che le cose non sono tutte come<br />

furonle supposte: e poi, che non occorre altro, ed Ella potrà servirsi della sua libertà per<br />

godere altrove quella pace, che teme di non poter trovare in Trento. Iddio Signor nostro<br />

clementissimo gliela conceda, e conservi stabile, e tale, che le giovi per fare acquisto di<br />

quella, che certamente non verrà mai meno, mercé che situata nel santo paradiso. Io<br />

spero, che là ci troveremo, ed insieme loderemo il medesimo Dio. Frattanto un'altra<br />

volta le raccomando ciò, che già le ho insinuato a voce, la riverisco, e col dovuto<br />

rispetto mi protesto. Trento, s. Bernardino 30 dic. 1790.<br />

Di V.S. molto illustre, e molto rev. cui aggiungo, che al sua, benché data li 13 dic.<br />

pervenne a Trento soltanto li 22.<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Gio. Grisostomo di Volano.<br />

45


659. 1791<br />

Ad un amico domestico. Pro memoria.<br />

Allorché mi addimandaste in qual tempo sia stata istituita la Confraternita del ss.<br />

Sacramento, io vi lessi tostamente la nota, che il signor arciprete di Civezzano ha fatto<br />

nelle sue Memorie ristampate nell'anno scorso 1790, pag. 8, la quale si è del tenore<br />

seguente: "Quando, e come ebbe il suo principio la Confraternita del ss. Sagramento?<br />

Dirò introdotta la solenne processione nella gran festa, e dentro l'ottava del Corpo di<br />

Cristo, crebbe il fervor de' fedeli, e s'introdusse la pia costumanza nelle metropolitane,<br />

nelle cattedrali, e nelle parrocchie di fare una volta il mese la processione del<br />

venerabile: ma perché fosse portato colla debita riverenza, ragunatisi alcuni uomini<br />

dabbene nella chiesa de' PP. Domenicani di Roma, detta S. Maria sopra Minerva,<br />

stabilirono fra loro de' capitoli, e s'impegnarono al servizio delle sopraddette sacre<br />

funzioni. Paolo III sommo Pontefice confermò que' capitoli, ed erettasi in tale occasione<br />

la Confraternita del Corpo di Cristo, ne l'arricchì con vari privilegi ed Indulgenze,<br />

mostrando un vivo desiderio, che simili Confraternite s'erigessero nelle altre città". Fin<br />

qui l'arciprete lodato, cui ora io aggiungo, che la Bolla di Paolo terzo, colla quale<br />

approvò la detta Confraternita, leggesi nel To. 1 del Bollario romano di Laerzio<br />

Cherubino, pag. 643 et seqq. della ediz. seconda Romana 1617. Comincia Dominus<br />

noster Iesus Christus transiturus, ed è data Romae apud S. Petrum anno Incarnationis<br />

dominicae 1539 pridie calendas decembris Pontificatus nostri anno sexto. Nel § 1 dice:<br />

Pro parte dilectorum filiorum universorum confratrum Cofraternitatis sub invocatione<br />

Sacratissimi Corporis Christi in ecclesia domus beatae Mariae supra Minervam de Urbe,<br />

Ordinis Fratrum Praedicatorum institutae, nobis nuper exhibita petitio continebat, quod<br />

nuper nonnulli cives romani, et curiales Christi fideles, pie considerantes,<br />

Sacratissimum Eucharistiae Sacramentum praedictum, in parochialibus ecclesiis dictae<br />

Urbis mins honorifice, et in locis abiectis sine ulla veneratione conservari, et cum per<br />

ipsam Urbem pro commuione infirmorum deferendum erat, ab uno tantum capellano,<br />

sine ullis decore, et reverentia solitum deferri, et singulari devotione ducti cupientes<br />

praemissis, et ut eidem Sacramento honor, cultus, et veneratio debitae exhiberentur,<br />

quantum in eis erat providere, unam Societatem seu Confraternitatem utriusque sexus<br />

sub invocatione eiusdem Sacratissimi Corporis Christi in dicta ecclesia de Minerva<br />

ordinarunt, et instutuerunt". Nel § 5 v'ha lo statuto, che ogni terza domenica del mese di<br />

tutto l'anno li confratelli facciano cantare una Messa nella chiesa della Minerva. Nel § 6<br />

che nel primo venerdì dopo la festa del Corpus Domini di ogni anno facciano una<br />

solenne processione col SS. intorno alla detta chiesa. Nel § 19 il Papa concede i<br />

privilegi da lui conceduti alla detta Confraternita della Minerva eziandio a tutte le altre<br />

Confraternite istituite, e da istituirsi sotto lo steso titolo del SS. Sacramento in<br />

qualunque altro luogo. Non v'ha Statuto alcuno, né cenno della processione di ogni<br />

mese nella Bolla paolina. Rapporto poi alla processione annuale v'ha una Bolla di<br />

Gregorio XIII, nel citato Bollario To. 2, pag. 371, et seqq. Comincia Cum interdum, e<br />

finisce con, Datum Romae apud s. Petrum sub annulo Piscatoris die 11 martii 1573. Da<br />

questa si ha che, i PP. Domenicani avevano costume di farla nella domenica fra l'ottava<br />

del Corpus Domini confermato da s. Pio quinto, privative quoad alios: e che Gregorio<br />

XIII ha conceduto, che possano farla tutti gli ecclesiastici tanto secolari, che Regolari<br />

nella detta domenica, e negli altri giorni di tutta l'ottava mentovata. Si confrontino<br />

queste notizie Bollari colle civezzanesi, e risulterà, che la Confraternita non ebbe<br />

l'origine dalla processione solenne: né dal fervore de' fedeli eccitato da tal processione:<br />

46


ma bensì dall'indevozione del popolo romano: e molto tempo avanti, che la processione<br />

diventasse universale. Addio. Li 3 gennaio 1791, in San Bernardino fuori di Trento.<br />

P.S. Dagli Atti della visita canonica fatta in una parte della diocesi di Trento,<br />

d'ordine del vescovo cardinale Lodovico Madruzzo, negli anni 1579, 1<strong>58</strong>0, 1<strong>58</strong>1 consta,<br />

che la Confraternita del SS. Sacramento ritrovavasi allora già eretta nel Duomo di<br />

Trento, in Volano, Roveredo, Sacco, Lizzana, Ala, Riva, Arco, Tegnale. Che li visitatori<br />

suggerirono l'erezione della medesima a quelli di Folgaria, Tenno, Ledro, e Locca. Che<br />

stimolarono i confratelli delle già erette a pigliare gli Statuti della romana, o della<br />

trentina. Che ordinariamente ogni domenica seconda del mese facessero la processione<br />

solenne del SS. Sacramento col baldachino ecc.<br />

660. 1791<br />

Al P. Dionigi di Castel San Giovanni. Piacenza. Castelnuovo.<br />

R.P.P.C.S.L.G.C.<br />

Con piacere ho inteso dalla sua gratissima, che finalmente dopo tanto tempo sia<br />

giunto costà l'involto de' libri richiesti: e dal Padre letterario di Venezia in data de' 30<br />

dicembre, che il P. letterario di Bologna ne riscuote il loro prezzo. Quindi anch'io<br />

dichiaro ultimato il negozio. In breve spedirò a Venezia tutte quelle copie de' mentovati<br />

libri, che ancora tengo: e però là dovranno ricorrere quelli, che ne vorranno. Ma se in<br />

altro potrò servire alla P.S.R. mi comandi pure liberamente, che sempre mi troverà quel<br />

desso, che riverendola mi soscrivo. Trento, s. Bernardino 7 gennaio 1791.<br />

Di S.P.R.<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Gio. Grisostomo di Volano.<br />

661. 1791<br />

Al P. Pietro Crisologo da Roveredo. Roma. S. Francesco a Ripa.<br />

M.R.P.P.C. 147<br />

Siane grazie a Dio Signor nostro clementissimo, che finalmente ci ha donato<br />

l'intenderci. Così spero,che cesseranno le lagnanze contra di me. Ho ricevuto tre lettere<br />

di S.P.M.R. La prima de' 9 novembre ai 21 del medesimo. La seconda de' 2 dicembre ai<br />

22 parimente di dicembre. La terza dei 10 dicembre ai cinque de' corrente gennaio. La<br />

scrittami nel settembre non è ancora giunta nelle mie mani. Io poi le ho risposto con due<br />

date li 23 e 30 novembre. Nella prima dissi, che io non poteva significarle né pure ad un<br />

dipresso la spesa necessaria per l'imballatura 148 , dogana, e spedizione: che io credo esser<br />

circa 320 li volumi, e che nell'anno 1789 questo doganiere mi disse richiedersi dal<br />

carrettiere otto troni per ogni centinaio di libbre viennesi. Ora le aggiungo, che nello<br />

scorso novembre mi ha detto volersi dieci troni. Io non so, e non posso contrattare.<br />

Penso dunque di rimettermi al detto doganiere, che mi sembra un uomo onesto. Basterà,<br />

che il signor dalle Armi tenga ordine di somministrare l'occorrente. Non sarà molto. Il<br />

doganiere suppone,che potrà montare a circa venti fiorini. Sei stanno già deposti in<br />

Trento, e saranno i primi consumati. Il predetto signor dalle Armi non ha peranche<br />

ricevuto alcun riscontro dal sig. Martini di Venezia. Subito, che capiterà io eseguirò la<br />

datami commissione. Frattanto l'avviso, che i libri bonaventuriani da me spediti a<br />

Piacenza, come già le scrissi nella prima mia, sono giunti al loro destino, ed il prezzo de'<br />

medesimi consistente in sessanta Lire venete, sarà spedito a Venezia. E Baciandole con<br />

147 * =Molto Reveredo Padre Padrone Colendissimo-<br />

148 L'imballatore vuole otto troni per balla.<br />

47


tutto il rispetto la sacra destra, la predo di umiliare al P. R.mo tutto quel poco, che posso<br />

tributargli in questi paesi, e tempi, e mi professo. Trento 7 gennaio 1791 149 .<br />

Di S.P.M.R.<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Gio. Grisostomo da Volano.<br />

662. 1791<br />

Al P. Anton-Maria da Rovigno Riformato. Venezia. Ceneda 150 .<br />

R.P.P.C.S.L.G.C.S.N.C.<br />

I capi commestibili, e potabili, di cui si vuol provvedere V.P.R. prendonsi anche da<br />

noi per minore spesa in Venezia, quantunque dal tempo di Giuseppe in qua ci convenga<br />

presentargli al dazio austriaco di Grigno in Valsugana, e pagare non so quanto al<br />

medesimo. L'assicuro,che il nostro Padre <strong>Provincia</strong>le mercoledì ha ricevuto il di Lei<br />

foglio colle inchiuse 151 , arrivato insieme col diretto a me. L'avviso pure, che sino ad ora<br />

non possiamo lagnarci dell'inverno: e riverendola eziandio da parte del predetto Padre<br />

<strong>Provincia</strong>le, di tutto cuore le sospiro la stabilità nella sua prospera salute, e pieno di<br />

stima mi dichiaro. Trento, s. Bernardino 14 gennaio 1791.<br />

Di V.P.R.<br />

Um.mo, div.mo, osseq.mo servidore<br />

F. Giangrisostomo di Volano<br />

P.S. In confidenza la esorto di scrivere due righe anche a questo nostro P.<br />

Guardiano prima di venire, qualora non gli avesse già scritto. Tanto le dico di mio moto.<br />

Si chiama P. Francesco Borgia da Riva. Lettore di teologia e predicatore.<br />

663. 1791<br />

Al sig. arciprete Gianfrancesco Pedri. Roma.<br />

R.mo sig. sig. e padrone colendissimo.<br />

Ieridì solamente ho ricevuto risposta dal suo Vicario gardunese, perché la mia<br />

lettera scrittagli sino dai sette di dicembre gli pervenne troppo tardi. Qui dunque le<br />

spedisco inchiuso il foglio mandatomi dal lodato signor Vicario colle due iscrizioni, che<br />

ha ritrovato. La seconda certamente fu fatta nel nostro secolo, e rende testimonianza<br />

dell'opinione, che allora correva intorno a San Felice. Spero, che V.S. R.ma avrà<br />

ricevuto una mia lunga dei 10 dicembre. In caso, che ancora non abbia ritrovata<br />

l'Apologia del sig. Tartarotti, la cerchi appresso i Padri delle Scuole Pie, giacché il<br />

celebre P. Eduardo Corsini loro Generale fu corrispondente del Tartarotti, e lodasi nella<br />

stessa Apologia 152 . Le notifico, che qui abbiamo un inverno buono, e baciandole<br />

riverentemente le sacre mani passo a protestarmi. Trento 14 gennaio 1791.<br />

Di V. S. R.ma, cui aggiungo, che ultimamente fu eletto arciprete di S. Zeno il sig.<br />

don Tommaso Bruti di Randena curato di Vezzano: e che l'arciprete di Taio Cristoforo<br />

Franceschini, confessore delle Servite d'Arco, dicesi infermo d'apoplessia 153 .<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Giangrisostomo.<br />

149 Spedita gli 8.<br />

150 Nel 1797 ha predicato in Bassano presenti li francesi.<br />

151 Le inchiuse per il vescovo, il decano, ed il capoconsole.<br />

152 La ritrovò in Venezia.<br />

153 Questo arciprete ritornò a Taio nel 1791.<br />

48


664. 1791<br />

Al P. Bonaventura da Lazise Riformato. Verona 154 .<br />

R.P.P.C.S.L.G.C.S.N.<br />

Avendo mostrato a chi occorreva 155 , la lettera di S.P.R. con gl'inseriti documenti,<br />

sono stato incaricato di significarle, che verranno mandati li promessi dugento fiorini<br />

tedeschi, ma con patto, che cento restino subito a vantaggio, e libera disposizione della<br />

Santa casa 156 , e gli altri cento siano da essa riservati per dote della fanciulla perginese. In<br />

caso poi, che la medesima fanciulla morisse innanzi di uscire dalla Santa Casa, questa<br />

ne diventi erede, ed acquisti anche i detto cento fiorini. Un tal ripiego fu preso a vista<br />

della Costituzione apostolica di Paolo terzo, e per iscansare la da lui fulminata<br />

scomunica.<br />

Per altro io sono stato accertato da persona pratica 157 delle cose di Pergine, che li<br />

perginesi hanno finora mandato i loro figliuoli alla detta S. Casa di Verona senza<br />

difficoltà e contradizione alcuna, dandole soltanto un fiorino per ciaschedun figliuolo.<br />

Tengo pure copia d'una lettera scritta da un cancelliere vescovile di Trento li 21 giugno<br />

1735 in cui dicesi "essere seguita convenzione tra cotesta Curia vescovile di Trento, e li<br />

signori proveditori del Luogo Pio alla Pietà di Verona, che ogniqualvolta il padre della<br />

creatura, che viene là mandato, habet in bonis, questi debba contribuire a detto Pio<br />

Luogo pro una vice tantum fiorini venticinque, dico fiorini 25 da troni cinque l'uno, e<br />

ciò sub paena excommuicationis. Quando poi il padre della creatura non habet in bonis,<br />

non incorre alcuna scomunica. Avverta però, che si deve giustificare quello, che porta là<br />

in Verona la creatura con la fede in istampa, che gli viene spedita dal cancelliere di<br />

detto Pio Luogo, come io ne tengo alcune, anche di recente" 1<strong>58</strong> .<br />

Egli è bensì vero, che avendo io prodotta intera l'accennata lettera in una mia data li<br />

16 novembre 1785 159 ad un cavaliere qualificato, questi fece ricorso alla cancellerai<br />

vescovile di Trento per ritrovare un documento autentico, ed ebbe per risposta, che non<br />

ritrovasi: ma io suppongo, che vi sarà, e se ne starà nascosto ai moderni cancellieri, sul<br />

riflesso, che quello del 1735 parlò francamente, e senza esitazione 160 .<br />

Già erami noto, che Iacopo dal Cercolo cittadino veronese con suo testamento 24<br />

agosto 1498 lasciò a quel pio LUogo molte possessioni, fra le quali nel distretto d'Ala<br />

di Trento la montagna detta Mamola, la cui rendita ascende annualmente a cento e più<br />

ducati, come riferisce il sempre lodevole sig. Giambattista Biancolini nelle sue Notizie<br />

storiche delle chiese di Verona Lib. 3, pag. 254; e da più d'uno aveva inteso, essere stato<br />

fatto il lascito di detta Montagna in pro de' Trentini. Ora dall'informazione mandatami<br />

vengo ragguagliato, ed illuminato, che il dir ciò si è un errore. Ma l'unica ragione<br />

addotta, che la Montagna sia pervenuta alla S. Casa per eredità fatta da uno della nob.<br />

famiglia Cercolo di Verona, ora estinta, non finisce di persuadermi, perché non sono<br />

sicuro, che al lascito non sia stato aggiunto, come poteva, l'aggravio supposto: e che il<br />

Cercolo veronese non abbia avuto qualche relazione coi Cercoli trentini; certa cosa<br />

154<br />

Vedi sopra num. 649, 656, e sotto num. 3114.<br />

155<br />

P. Serafico da Melombardo.<br />

156<br />

Vedi Tomo 2 Compend. diplomaticum num. 328 e qui sotto num. 697.<br />

157<br />

P. Ilario Casagrande.<br />

1<strong>58</strong><br />

Il P. Francesco Staidelio di Trento Minore Conventuale nel suo Enchiridion edit. secunda Trident. 1753,<br />

pag. q97 scrive "Tridenti iudex ecclesiasticus huiscemodi fornicarios quamquam epulentos ad solvendos viginti<br />

quinque florenos adigit. Quidam ex finitimis populis nil omnino solvere solent, eo quod montem ab iis hospitali<br />

domui traditum ferunt".<br />

159<br />

To. 2, epist. 412.<br />

160<br />

Nel 1570 la Fradaglia di s. Maria della Misericordia di Trento ha mandato a Verona un organo detto<br />

Venturino con Lire 4.<br />

49


essendo, che nel 1510 fu cittadino di Roveredo trentino un Tomio Cercoli: nel 1485<br />

detto ser Thomaeus de Circulis quondam ser Ioannis habitator Rovereti; nel 1541 visse<br />

Egregius Petrus de Circulis civis Roboreti, e feudatario della Chiesa di Trento: nel 1566<br />

nobilis dominus Bertholamaeus Circulus de Roboreto; e che al giorno d'oggi sonovi dei<br />

Cercoli in Roveredo 161 .<br />

Ma che ne sia di così fatta questione, nella quale contra mia voglia sono entrato, io<br />

ringrazio vivamente la P.S.R. degl'incomodi, che a mia istanza s'è compiaciuta di<br />

sostenere; ed esibendomele in tutto ciò, che posso, le fo una divotissima riverenza, e mi<br />

professo. Trento 18 gennaio 1791 162 .<br />

Di V.S.R.<br />

Div.mo, obbl.mo servo nel Signore<br />

F. Giangrisostomo di Volano.<br />

665. 1791<br />

Al P. Giuseppe da Zoldo letterario generale. Venezia, S. Bonaventura.<br />

R.P.P.C.S.L.G.C.<br />

Venendo da Bologna a S.P.R. l'importo de' libri spediti al Padre Dionigi di Castel<br />

San Giovanni, lo trattenga, e mettalo a conto di San Bonaventura 163 . Io intorno a ciò non<br />

penserò altro, specialmente avendo scritto al detto Padre, che il negozio è finito. Farò<br />

sapere ai nostri Terziari li di Lei sentimenti, e inculcherò loro di non darle motivo di<br />

alcun disgusto 164 . Se altro non succede, spedirò le balle de' libri bonaventuriani per<br />

mezzo di secolari, e per la dogana; ma prima vorrei sapere, se mandandole così,<br />

dovranno fermarsi a Mestre, oppure se potranno andare diritte a Venezia. arò la detta<br />

spedizione subito, che verrammi data una risposta da Roma, la quale tarda tanto le sue<br />

lettere, che sembra essersi di molto allontanata dal sito in cui era una volta. Le<br />

raccomando la qui rinchiusa lettera, supponendo, ch'Ella meglio di me sarà in grado di<br />

farla giungere al suo destino. Intendo, che il Padre missionario non è ancora pervenuto a<br />

Tripoli di Barbaria 165 . Le chiedo scusa degl'incomodi, e riverendola resto. Trento, s.<br />

Bernardino 20 gennaio 1791.<br />

Di V.S.R. Div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Gio. Crisostomo di Volano.<br />

666. 1791<br />

Al P. Amedeo di Roveredo Guardiano in Roveredo. S. Rocco.<br />

R.P.P.C. sia lodato Gesù Cristo S.N.<br />

Rimando intatto il protocollo resminiano colla mia copia del notato documento 166 .<br />

Questa potrà facilmente collazionarsi, e legalizzarsi da qualunque notaio collegiato, ed<br />

io confido, che sarà trovata sincera in ogni sua parte. Godo di aver con ciò servito a<br />

S.P.R. e pregandola di raccomandarmi al Signor Iddio per atto di carità, e di sostenere il<br />

suo convento in piedi a tutto costo, le fo una distinta, e rispettosa riverenza, e mi<br />

professo. Trento 2 febbraio 1791.<br />

Di S.P.R. Div.mo, obbl.mo servo nel Signore<br />

161<br />

To. 2, epist. 526.<br />

162<br />

Arrivò a Verona li 25 gennaio. Vedi sotto num. 697.<br />

163<br />

Iam venit 1791 ian.<br />

164<br />

Circa il deporre le robe in Mestre.<br />

165<br />

Gaudenzio Baiti di Trento, che pervenne a Malta li 27 ottobre, e fuvvi anche li 2 dicembre. Poi arrivò a<br />

Tripoli.<br />

166<br />

Consegnato al trivisano gli 8 febbraio. Fu legalizzata, ed autenticata in Roveredo.<br />

50


Frate Gio. Crisostomo di Volano<br />

NB. La copia è da me intitolata: Concessio aquae norillianae facta castro, et<br />

oppido Roboreti anno M.D.LXXXI, pagg.8 in 4° maiore di questa stessa carta. Veggasi<br />

To. 2, Compend. diplom., num 329.<br />

667. 1791<br />

Al P. Pietro Grisologo da Roveredo. Roma. S. Francesco a Ripa.<br />

M.R.P.P.C.<br />

Stando in aspettazione di risposta ad una mia, che le ho scritto ai sette dello scaduto<br />

gennaio, ieridì per altro motivo son andato in Casa Trentina, ed ho inteso dalla sig.<br />

baronessa (Anna Schröcka) esserle stato detto da un certo Lorenzoni, e commesso di<br />

avvisare il sig. barone (Sigismondo) suo consorte, che sborsi quanto mi occorrerà.<br />

Sopravvenne il medesimo signor barone, e dissemi, che farà il richiesto sborso; ma con<br />

questo patto, che non partano da Trento le balle de' libri avanti che gli sia provenuto<br />

riscontro, che lo speso da lui sia stato consegnato al suo figlio barone Giambattista<br />

dimorante nel Collegio germanico di Roma. Questo a me non piace, né basta: e quindi<br />

se altro non mi scrive la P.S.M.R. io non contraggo alcun impegno col doganiere, il<br />

quale ne' giorni scorsi ha mandato da me un imballatore per vedere come vada il<br />

negozio, e quando verrà terminato. Il medesimo imballatore vuole otto troni per balla, e<br />

dice, che domanda poco. Vorrebbe spedirla per acqua. Io temo di far trista figura per la<br />

seconda volta, e bramo di finirla. Tanto le scrivo per suo regolamento: e baciandole<br />

riverentemente le sacre mani resto. Trento 10 febbraio 1791.<br />

Di S.P.M.R. cui aggiungo, che il P. Letterario di Venezia ha ricevuto da Piacenza il<br />

permesso ecc.<br />

Um.mo. div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Gio. Grisostomo da Volano.<br />

668. 1791<br />

Alla M. Maria Bernardina Mattioli Vicaria in s. Chiara. Trento 167 .<br />

Molto rev. Madre sia lode a Gesù, e Maria signori nostri clementissimi.<br />

Finalmente ho il vantaggio, e piacere di render appagate le brame di V.R. col<br />

mandarle il nuovo Diurno del divin officio 168 ; cui ho aggiunto in fine colla mia rozza<br />

mano le quattro Orazioni, che in esso mancano, perché concedute dopo la di lui<br />

stampa 169 . Ella dunque avrà ora unite tutte le Orazioni, che occorrono in tutto l'anno,<br />

eccettuate soltanto quelle, che sono proprie della nostra diocesi di Trento. Le chiedo<br />

scusa della tardanza; ed avvisandola, che siccome vienmi scritto, il detto Diurno costa<br />

troni sei, soldi sedici e mezzo 170 , la prego di raccomandarmi al Signor Iddio, le riverisco<br />

distintamente, e resto. S. Bernardino 18 febbraio 1791.<br />

Di V.R., che prego de'miei rispetti alla M.R.M. abbadessa e de' miei complimenti<br />

per l'anniversario della vestizione, che sarà domani, alle Madri Perenstich e Poli.<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

Frate Grisostomo di Volano.<br />

167 Fatta badessa nel 1793.<br />

168 In 16° o sia della forma non minima.<br />

169 Poi le ho dato 14 Orazioni in un libriccino intitolato: Orationes novissimae Breviario seraphico et<br />

apostolicae sedis indulto addendae. Tridenti 1798. Apud sanctum Bernardinum, in 8°, pagg. 8.<br />

170 Li soldi 6 e mezzo sono per l'aggio. In Venezia costò troni 6, soldi 10.<br />

51


669. 1791<br />

Al P. Bonaventura Lorengo da Caldese maestro [scuola] normale. Borgo.<br />

R.P.S.L.G.C.S.N.C.<br />

Quando già disperava di ottenere l'intento, il signor Iddio mi ha fatto ritrovare nella<br />

ella il bramato Diurno per opera, e mezzo di V.P. La ringrazio adunque, e qui rinchiuso<br />

le mando il valore, supponendo, che sarà quel desso, ch'Ella nella sua mia ha espresso,<br />

giacché io non lo conosco. L'assicuro poi, che avrò tutta l'attenzione perché giungano<br />

presto, e sicure al loro destino (a Campo) le raccomandatemi castagne: pregandola di un<br />

sospiro per me avanti a S.D.M. e di un saluto a mio fratello (P. Massimo) la riverisco, e<br />

mi professo. Trento 19 gennaio 1791.<br />

Suo div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Grisostomo.<br />

670. 1791<br />

Al Padre Innominando (W.D.P. 171 ). Cavalese.<br />

S.L.G.C.S.N.C.<br />

Spiacemi, che la P.V. sia stata tanto tempo dubbiosa, e cruciata dallo scrupolo, che<br />

il Signor Iddio le ha permesso intorno alla sua ordinazione sacerdotale seguita l'anno<br />

1784, ai 27 di marzo in Trento: e che non abbia potuto arrendersi alle risposte, che le<br />

furono date dai suoi Padri confessori. Come questi potrei risponderle anch'Io: ma perché<br />

la mia risposta sia più efficace, le rispondo col Pontificale romano avanti gli occhi, e le<br />

dico, che la seconda imposizione delle mani si fa subito dopo la prima, colle mani destre<br />

distese sopra gli ordinandi, non però poggiate sopra il capo di ciascheduno,dicendo<br />

frattanto il vescovo: Oremus, fratres charissimi, Deum Patrem, Omnipotentem, ut super<br />

hos famulos suos, quos ad prebyterii munus elegit, coelestia dona multiplicet; et quod<br />

eius dignatione suscipiunt, ipsius consequantur auxilio. Per Christum Dominum<br />

nostrum. Perché questa seconda imposizione delle mani si chiami dai moralisti<br />

Consecratio presbyterii, e la più essenziale del Sacramento, siccome scrivemi V.P. io<br />

non lo capisco, né ho tempo da studiarlo. Bensì rifletto, che sembra soltanto un<br />

preliminare della consecrazione: e che V.P. facilmente poté non osservarla, come<br />

appunto confessa di non ricordarsi d'averle abbadato, se fu fatta come sopra. Ella<br />

dunque deponga ogni dubbio, si acquieti, non pensi altro su di questo 172 : continui ad<br />

esercitare degnamente l'alto suo grado: ringrazi S.D.M. che siasi degnata di sollevarla<br />

ad esso, e la preghi anche per me peccatore, che riverendola resto: Trento 19 febbraio<br />

1791.<br />

Suo div.mo servo in Cristo<br />

Frate Grisostomo.<br />

671. 1791<br />

Al P. Giuseppe Pastorini da Primiero Riformato. Borgo di Valsugana.<br />

R.P.P.C.S.L.G.C.S.N.C.<br />

Oggidì sono stato ad eseguire l'incombenza datami da S.P.R. e la ho eseguita<br />

interamente, cosicché niuno ha potuto comprendere, ed anche sospettare da chi siami<br />

stata data, e da qual luogo siami venuta, né da quanto tempo. Ho fatto cenno della<br />

dubbiezza del debito, ed ho conseguito anche il rilasso del di più, ch'esservi potesse da<br />

restituire. Qui compiegata le spedisco la richiesta ricevuta scritta di proprio pugno dallo<br />

171 P. Venceslao, Matteo Boninsegna da Predazzo?<br />

172 Egli ha in fatti deposto ogni dubbio.<br />

52


stesso vecchione sig. Antonio de Antoni: 173 ed esibendole la mia servitù per ogn'altra sua<br />

religiosa occorrenza, io pure la prego di raccomandarmi a S.D.M. e col dovuto rispetto<br />

mi dichiaro. Trento, s. Bernardino 23 febbraio 1791.<br />

Di S.P.R. Um.mo, div.mo, ossq.mo servo in Cristo<br />

Frate Giangrisostomo di Volano.<br />

672. 1791<br />

Al P. Dionigi di Castel San Giovanni Riformato. Piacenza. Borgonovo.<br />

R.P.P.C.S.L.G.C.S.N.C.<br />

Esposto avendo al mio Padre <strong>Provincia</strong>le il desiderio, che ha V.P.R. di tenere un<br />

paio delle nostre pezze di lana per l'inverno, tostamente ne ho riscosso l'assenso, e ciò<br />

per tante Messe. Ma sonovi delle difficoltà rapporto al mandarle, perché subito non c'è<br />

occasione opportuna, la quale suol trovarsi nell'autunno, ed allora il detto Padre<br />

<strong>Provincia</strong>le avrà terminato il suo sessennio 174 . L'altra difficoltà maggiore si è, che<br />

secondo i replicati, anzi moltiplicati riscontri, che abbiamo, le cose della Religione qui<br />

passano tanto malamente, che temiamo di venire in breve annientati. Oh Dio! Oh Dio!<br />

Basta, io proccurerò di ricordarmi, e se potrò. Ella certamente sarà compiaciuta.<br />

Frattanto preghi con calore Sua Divina Maestà in pro, e vantaggio nostro, mentre io<br />

distintamente riverendola resto. Trento, s. Bernardino 23 febbraio 1791.<br />

Di V.P.R.<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

Frate Giangrisostomo di Volano.<br />

673. 1791<br />

Al sig. Luigi Marchesani stampatore Imperial regio. Roveredo.<br />

Molto illustre sig. sig. e padrone colendissimo S.L.G.C.<br />

Ricordevole delle mie promesse l'avviso, che ho posta la festa della Corona di<br />

Spine di Nostro Signore Gesù Cristo nel calendario diocesano del 1792 nel venerdì che<br />

occorrerà li sedici di marzo. Rapporto alle altre feste mobili Ella non ha bisogno<br />

d'ulteriori miei avvisi; e però finisco riverendola, e protestandomi. Trento, s. Bernardino<br />

24 febbraio 1791.<br />

Di V.S. molto illustre<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

Frate Giangrisostomo da Volano.<br />

674. 1791<br />

Al P. Andrea Balducci da Prezzo Vicario in Campo.<br />

Carissimo amico.<br />

Ho letto, e fatto leggere da tre teologi, li cinque nuovi atti di fede, speranza, carità<br />

universale, carità speciale, e contrizione, che mi avete mandato, e che cominciano tutti<br />

con queste due parole d'invocazione Mio Dio; e quindi approvando il vostro giudicio vi<br />

rispondo senza molte parole, che non piacciono punto, né giudicansi degni d'essere<br />

divolgati. Sono malamente distesi, oscuri, confusi, mancanti, e specialmente l'ultimo<br />

non corrispondente al suo titolo, non contenendo parola, che indichi Contrizione. Il dire<br />

173 Egli è di anni 86. Così si ha soscritto. È nato li 9 febbraio 1705 e vive ancora vegeto li 17 febbraio 1794,<br />

1795, 1796, 1800, 1801. – A stampa v'ha Fabbrica di Antonio d'Antoni di Trento. Egli è morto li 26 dicembre 1801,<br />

compos sui.- Nel dice. del 1805 una di lui nezza si ha tossicata per accidente, ed è morta subito.<br />

174 Gioachino Besenella.<br />

53


nel primo, che l'anima viverà per sempre danata nel inferno (conservo la miserabile<br />

ortografia della copia mandatami) se trasgredirà uno, o tutti li precetti delle legge di<br />

Dio, pare, che non dia luogo nel Paradiso ai peccatori penitenti: Il fare due atti di carità<br />

è una cosa nuova, e frivola. In essi non si esprime l'amore del prossimo. Non suona bene<br />

nel primo il dir Mio Dio... voi siete, e poi alla divina legge... della legge di Dio...<br />

rivelate da Dio: e nel secondo Mio Dio... siete fedelissimo... da Voi mio Dio, e poi per<br />

gloria di Dio, e per fare il suo divino volere, quasi che più non si parlasse con Dio. Non<br />

è vero, che la volontà di Dio stia nascosta sotto tutti, e ciascheduno de' di lui<br />

Comandamenti, come dicesi nel terzo, e quinto atto, essendo anzi manifestata da'<br />

medesimi Comandamenti 175 . Qui finisco, perché non voglio perder altro tempo, e perché<br />

finisce la carta. Voi lasciate da parte li detti Atti senza farne alcun conto, e state cogli<br />

approvati da' superiori, e dall'uso inveterato, che non fallerete. Pregate il Signor Iddio<br />

anche per me, che salutandovi cordialmente mi dico. Trento 26 febbraio 1791.<br />

P. S. Vi avverto di non mettermi in alcun impegno.<br />

Vostro sincero amico<br />

F. Grisostomo.<br />

Nota. L'exgesuita Francesco Saverio Quadrio valtelinese nella sua Lettera intorno<br />

a' titoli d'onore pag. 1571, dice d'esse cosa ridicola il replicare nelle soprascritte delle<br />

lettere la stessa voce in tre diverse maniere, cioè Signore, Padrone, e Don, giacché il<br />

Don corrisponde al Dominus, e questi al Signore, o Padrone.<br />

675. 1791<br />

Al sig. Gio. Francesco Pedri de' Mandelli arciprete. Roma.<br />

R.mo sig. sig. e padrone colendissimo 176 .<br />

Il primo originale delle sue Notizie apologetiche intorno a' Santi Felice, e<br />

Fortunato, che mi ha spedito per la via di Chiozza, non è ancora pervenuto alle mie<br />

mani: bensì con mia grande sorpresa ho ritrovato in cella il secondo, aperto, e con una<br />

lettera aperta, data in Roma li 29 dicembre 1790. E perché mai voler Ella, che io<br />

esamini una tal opera, e che la corregga, dopo che alcuni soggetti per dottrina sommi,<br />

per autorità rispettabili, e molto ancora istruiti d'assai della materia, della quale in<br />

essa si tratta, l'hanno animata in leggendola di renderla di comune diritto, e le hanno<br />

quasi posto a carico di coscienza il tenerla più lungo tempo chiusa, ed inedita?<br />

Massimamente dopo, che il chiarissimo signor abate Pierantonio Serassi con data di<br />

Roma dalla segretaria della Sacra Congregazione di Propaganda li 14 agosto 1790, ha<br />

tanto commendato le accennate Notizie, ed ha scritto, che meritano assolutamente<br />

d'uscire alla pubblica luce, così per l'erudizione ecclesiastica, ch'Elle contengono,<br />

come per la moderatezza particolare, con cui sono scritte? Io sarei un arcitemerario se<br />

mi supponessi superiore, ed anche soltanto eguale ai lodati soggetti: e l'assicuro, che<br />

avrei rimandato subito subito il manoscritto, se mi si fosse presentata un'occasione<br />

opportuna, come feci un'altra volta li 10 marzo 1788, al che sarei stato stimolato<br />

eziandio dall'aver altre occupazioni più proprie del mio stato, e più premurose.<br />

Tuttavia per ubbidire a V.S.R.ma ho intermesso buona parte delle mentovate mie<br />

occupazioni, ed ho scorsa la lodata sua opera; leggermente però, perché vedesi scritta<br />

175 Furono composti dall'ercolanista Ubaldo Bertolino vermigliano, cervello stravolto. Cui poscia nello steso<br />

1791 fu interdetto l'ascoltare confessioni sagramentali: e poi anche dire Messa ed ogni Sacramento.<br />

176 Questa lettera non è giunta alle mani del Pedri, perché non gliela ho spedita, temendo di offenderlo. Egli è<br />

morto senza avere stampato le sue Notizie nel 1794, li 24 marzo in Roma.<br />

54


molto in fretta, e con carattere non poco difficile da leggersi: non che piena di aggiunte,<br />

e cancellature a segno tale, che non sembra una Copia, ma il primo abbozzo. Il peggio<br />

poi si è, che dal principio sino al fine sonomi occorse tante cose da notare, che notando<br />

solamente le più ovvie, ho scritto 45 pagine in 4°, di osservazioni semplicissime, dalle<br />

quali mi trovo costretto a credere, che l'opera non sia stata letta in Roma, e di asserire,<br />

che non merita la pubblica luce. Qui le chiedo centomila scuse di questo mio parlare<br />

così franco, ed aperto, e la prego di restare persuasa, che le dico il mio sentimento da<br />

vero verissimo amico. Il dialetto stanca troppo: i testi altrui non si accordano sempre<br />

cogli originali: sonovi de' supposti falsi, e de' sogni: li Bollandisti vengono malmenati a<br />

torto: le prove non convincono. Questo le basti per credere ben appoggiato il mio detto,<br />

e per risolversi di non tentare la stampa di tal opera. Io non ho tempo per iscriverle più<br />

lungamente. Quindi mi restringo a notificarle, che monsignor Vicario Generale 177 , il<br />

signor Provicario Generale 178 , ed il sig. cancelliere Cloch nulla sanno del memoriale da<br />

V.S. R.ma indirizzato a S.A.R.ma, ed essi pure credono, che il richiesto decreto<br />

vescovile non potrebbe farsi senza mandar prima una commissione, che visitasse, ed<br />

esaminasse le Reliquie, appunto come già le ho scritto io 179 . Così essi hanmi asserito,<br />

senza sapere il mio sentimento intorno tal decreto, ed all'opera suddetta. Il lodato signor<br />

cancelliere mi ha aggiunto, che non sa come rimandarle il manoscritto. Il signor<br />

Provicario non lo vuole. Sicché porti pazienza. Io lo conserverò per il suo ritorno.<br />

Un'altra volta le dimando scusa della libertà, con cui le ho detto il mio parere, le fo noto,<br />

che contra mia voglia debbo portarmi a Riva per ordinare quell'archivio civico, e con un<br />

riverentissimo bacio delle sacre mani mi protesto. Trento27 febbraio 1791.<br />

Di V.S.R.ma<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano.<br />

676. 1791. Sotto 686, 689, 712.<br />

Al P. Sisinnio Maria Ziller da S. Sisinnio. Arco.<br />

Rev. Padre.<br />

Quantunque non sia mio cibo il leggere antiche iscrizioni, che che sia stato<br />

supposto agl'ill.mi signori Formenti, e Capolini 180 , posto all'impegno dirò anch'io il mio<br />

debolissimo parere intorno all'iscrizione mandatami da V.P. come scoperta ultimamente<br />

nella campagna di Riva sopra una sepoltura tanto lunga, che poteva contenere un uomo<br />

di competente statura. Essendo ella formata nel modo seguente 181 :<br />

177 Zambaiti.<br />

178 Menghini.<br />

179 Lettera 637.<br />

180 Girolamo Formenti, Filippo Capolini. David Formenti è morto nella Quaresima del 1805.<br />

181 Riporto la foto della cartella originale mandata al <strong>Tovazzi</strong>.<br />

55


NB. Io suppongo, che la pietra nel fine del verso secondo non avrà quella lineetta<br />

copulativa dopo l'AN.<br />

Con ardire forse temerario, e presuntuoso dico, che credo potersi leggere in questa<br />

foggia 182 :<br />

Hic in pace requiescit<br />

Ianuarius, qui vixit an-<br />

nos quinquaginta sex. Raptus octavo Kalendas<br />

Ianuarias, indictione tertia, post Consulatum<br />

Iohannis Viri Clarissimi Consulis<br />

Positus super<br />

Gabriolo<br />

Il verso primo coll'hic in pace requiascit la manifesta certamente cristiana,<br />

secondoché insegna l'eruditissimo signore canonico Giandomenico Bertoli nelle sue<br />

Antichità d'Aquileia, pag. 332, nelle quali sta eziandio il qui vixit annos, ed il qui vixit<br />

annis esteso, e sincopato con queste tre lettere Q.V.A.<br />

La cifra del verso terzo posta innanzi al numero VI da me credesi appartenente<br />

all'an che precede nel verso secondo, piuttosto che al detto numero VI seguente, poiché<br />

la detta lettera L, che renderebbe LVI vedesi formata con altro aspetto nello steso verso,<br />

ed anche nell'ultimo 183 . Acciocché poi non paia incredibile, che sia stato fatto un<br />

sepolcro con epitafio per un fanciullo di sei anni soli, avviso, che nelle citate Antichità<br />

d'Aquileia s'incontrano parecchi epitafi per altri fanciulli di undici, dieci, otto, sette, sei,<br />

cinque, quattro, tre, ed anche due soli anni: e che il lodato signor canonico pag. 198 così<br />

scrive: "Gli antichi alzavano tumuli, e notavano epitafi e titoli anche a quelli, che<br />

morivano in età assai puerile, come succedette a questa Giulia Gaudentia, che morì in<br />

182 Questa pietra fu attentamente letta, e trascritta eziandio da me li 15 maggio 1791. Sta in una casa rustica<br />

presso s. Cassiano tra Riva, e l'Albola. Le lettere sono romane, ma disuguali, e rozze. La pietra pure si è rozza.<br />

183 Vedi sotto n. 712.<br />

56


età di quattro anni, dieci mesi, e dodeci giorni, ed a quelli ancora, che morivano in età<br />

più tenera di quella in cui morì questa fanciulla, come osservò Giacopo Guterio de iure<br />

Manium Lib. I, cap. XXIX ove lasciò scritto: Crevit luctus insania, nam si<br />

quadragesimum infans excepisset diem, tumulus cum titulo parabatur". Veggasi sotto la<br />

P.S. (Post Scriptio).<br />

Della voce Raptus non ho potuto ritrovar esempio in verun epitafio. Per altro nel<br />

libro della Sapienza cap. 4, V, II si dice del giusto, che raptus est, ne malitia mutaret<br />

intellectum eius: ed io credo, che quella sigla R del terzo verso contenga queste tre<br />

lettere RAP 184 . In un altro epitafio eretto ad un fanciullo presso il Bertoli pag. 334 v'ha<br />

Depositus die XIII Kal. Aug.<br />

In più altre iscrizioni bertoliniane osservai la nota delle Calende; ma in niuna<br />

l'indizione. Parimente non mi è riuscito di ritrovar alcun esempio del PC appresso il<br />

mentovato Bertoli 185 ; bensì rapporto al Console, mentre pag. 333 si produce una lapida<br />

aquileiese dell'anno 453, la quale comincia coll'Hic in pace requiescit Columba Virgo, e<br />

finisce coll'VIII Idus Augustas Opilione VC Cons. Per altro trattano della formola Post<br />

Consulatum Onofrio Panvinio 186 , e Francesco Pagi al fine de' Fasti consolari, Pascasio<br />

Quesnel To. 2 Operum s. Leonis Magni, pag. 415-418 187 , e Lodovico Antonio Muratori<br />

nella sua tavola cronologica de' consoli ordinari data sul principio dell'indice universale<br />

de' suoi Annali d'Italia 188 .<br />

Le lettere del lodato s. Leone sono tutte datate colla nota di uno, o de' due consoli,<br />

v. gr. Data Idibus Aprilis, Adelphio Viro Clarissimo Consule. Data quinto Idus Octob.<br />

Constantino et Rufo Viris Clarissimis Consulibus: e la 109 al 95 finisce col Data post<br />

Consulatum Opilionis, quinto Kalendas Augustas. Il citato Pagi nel suo Breviario<br />

istorico To. 1, pag. m. 161 accenna una lettera scritta da s. Ilario Papa nell'anno 464<br />

colla Data sexto kalendas Martii P.C. Basilii Viri Clarissimi Consulis: e pag. 215 in<br />

Atto del 536 colla data XVII Kal. Aprilium P. C. idest post Consulatum Belisarii V.C.<br />

Tralascio gli altri esempi, che tengo, essendo ciò abbastanza chiaro, e certo.<br />

Ho scritto Iohannis nel verso quinto, quantunque la copia mandatami della lapida<br />

dica Iohannes, supponendo che o non sia stata bel rilevata, o che abbia fallato lo<br />

scalpellino 189 . Dell'uno, e dell'altro difetto s'incontrano esempi anche in altre iscrizioni.<br />

Questo è certo, che dal Post Consulatum si esclude il Iohannes, e si esige il Iohannis.<br />

Che le sigle VCC dicano Viri Clarissimi Consulis deducesi dagli esempi poc'anzi<br />

riportati, fra' quali v'ha eziandio la replica del Consulis non necessaria, essendo stato<br />

premesso il Post Consulatum. Col Pos. ho fatto Positus, perché avanti ho scritto<br />

Iohannis in vece di Iohannes.<br />

Rapporto al Super Cabriolo avverto, che nel Glossario Cangiano mediae et infimae<br />

latinitatis accresciuto dai PP. Maurini, v'ha Capriolus, vox Architectorum, Vitruvio nota,<br />

de qua agunt Philander, Barbarus, Bernaldinus, Baldus, aliique Vitruvii interpretes.<br />

V'ha pure Cauriola pro Capriola, seu Capriolus, tectorum tigna superne coeuntia in<br />

figuram hanc V. Così il Glossario; ma deesi fare in figuram hanc Λ, come hanno i PP.<br />

184<br />

Nel 1796 ho trovato, che ha raptus in requiem III Id. Febr. una iscrizione sepolcrale antica ritrovata in Troia<br />

dell'Aquila, e riferita dal Ruinart in Hist. persec. Vand. pag. 259 e da altri. È di s. Secondino vescovo.<br />

185<br />

Vedi sotto num. 712.<br />

186<br />

Panv. Comment. in Fastos consul. Lib. 1.<br />

187<br />

To. 2, edit. Lugdun. 1700.<br />

188<br />

Il ven. cardin. Baronio in Martyrologio 29 iunii porta l'epitaffio di s. Cassiano vescovo di Narni dell'anno<br />

5<strong>58</strong> che finisce: RR IN PACE PRID. KAL. IUL. P.C. BASILII V. C. ANN. XVII.<br />

189<br />

Fu riveduta la pietra anche per mia istanza, ed io pure la ho letta con attenzione.<br />

57


Bollandisti da' quali fu tratto il testo 190 . Nel medesimo Glossario si legge anche<br />

Cabrarius pro Caprarius, e Cabreta, gallice Cabriole 191 .<br />

Ad altri lascio il conciliare l'indizione terza col Post Consulatum Iohannis, e dico<br />

soltanto, che ne' Fasti consolari non trovo consoli di nome Giovanni, fuorché nel 456<br />

indizione 9, nel 467 indizione 5, nel 498 indizione 6, nel 499 indizione 7, e nel 538<br />

indizione 1. Soggiungo, che gli atti pubblici, siccome avvisa il venerabile cardinale<br />

Baronio in Martyrologio Romano 25 decemb. nota 6, furono sempre marcati co' consoli<br />

ordinari eletti al principio dell'anno, e non mai co' nomi Consulum suffectorum, vel<br />

electorum: come pure, che a detta di monsignor Lorenzo del Torre nel Libro d'Anzio<br />

pag. 360 Coloniis, et Municipiis consularem dignitatem aegre permittunt viri docti 192 .<br />

Finalmente protestando, che io stesso non mi contento del fin qui schiccherato, e<br />

che temo assai di rendermi ridicolo, mi raccomando a V. P., la riverisco e resto.<br />

Trento 15 marzo 1791.<br />

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

Nota Pro Memoria. La riferita iscrizione da non so chi fu letta malamente così: Hic<br />

in pace requiescit Ianuarius, qui vixit anno quinquagesimo sexto reparatae salutis<br />

octavo Kalendas ianuarii in Ditione tertia post Christum natum. Iohannes Vincentius<br />

posuit super Cabriolo. Il Muratori nella sua tavola all'anno 351 mette Dopo il consolato<br />

di Sergio, e Negrimano, i quali furono consoli nell'an. 350. Così all'an. 375 Dopo il<br />

consolato de' due precedenti nel 374 193 . All'anno 477 senza consoli, e però l'anno fu<br />

notato Post Consulatum Basilii II et Armati del 476. Nell'anno 536 e 537 senza Consoli.<br />

Il Pagi poi ne' detti anni dice sempre Nulli in imperio romano consule creati: oppure<br />

Nulli Consules creati sunt. Nullus Consul fuit.<br />

P.S. Agli esempi aquileiesi, che ho recato di sopra nel § La cifra, voglio qui<br />

aggiugnere quattro nostri trentini, benché non tanto antichi. Eglino son questi. Nel<br />

convento di s. Marco de' Padri Agostiniani di questa città di Trento vi è una pietra, posta<br />

in un muro del celebre Tiberino protomedico dell'Hinderbachio vescovo di Trento circa<br />

l'anno 1475 con questa iscrizione:<br />

D. I.<br />

Raphaeli Germanico filio formoso<br />

et iocundissimo, qui vixit annum I,<br />

menses II, dies XI. Ioannes Mathias<br />

Tiberinus Pater Philosophus, et<br />

Medicus H.L.M.P.<br />

Nel presbiterio della chiesa del nostro P.S. Francesco de' PP. Minori Conventuali<br />

fuori le mura della medesima città, il signor Francesco Felice degli ora Conti Alberti di<br />

Enno nel 1682 ha messo una sepoltura con una lunga iscrizione per due suoi figliuoli<br />

defunti entro lo spazio di ventiquatt'ore in età uno di dieci, e l'altro di otto anni.<br />

190<br />

Il Calepino avvisa, che la preposizione Super serve accusativo, secundum significationis diversitatem.<br />

Virgilio ha fronde super viridi.<br />

191<br />

Appresso il P. Ughelli To. 4 Italiae sacrae, col. m. 217 v'ha tra' testimoni d'un atto pubblico Cabriolus de<br />

Puteobonello civis Mediolanensis l'anno 1341.<br />

192<br />

Il ven. Baronio nelle Note al Martirologio romano 29 Iul. porta una lapida romana, che dice: Martyres<br />

Simplicius, et Faustinus, qui passi sunt in flumen Tibere et positi sunt in cemiterium Generoses super Filippi.<br />

193<br />

Nel secolo nono cominciarono gl'imperatori a metter gli anni di Gesù Cristo ne' loro diplomi. Dionisio<br />

Esiguo abate romano, che fiorì nel 540, primus omnium ab Incarnatione D.N.I.C. maluit tempora numerare. S. Beda<br />

apud Baronium, 1 ianuarii.<br />

<strong>58</strong>


Nella chiesa parrocchiale di Povo appresso Trento l'anno 1760 vidi un'iscrizione<br />

fatta sul muro da mano pittoresca del tenore seguente: Hic iacet Antonius a Putheo, qui<br />

obiit die 26 Ausgusti 1647, aetatis suae annorum 4. Ora più non sussiste.<br />

Nel convento nostro della Madonna delle Grazie fra Riva, ed Arco v'ha un sepolcro<br />

con questo epitafio: Franciscae puellae benemerenti Aliusius miniscalcus Patritius<br />

Veronensis pater pientissimus posuit. Vixit annos novem, menses sex, dies septem. Obiit<br />

tertio Calendas Aprilis M.D.XII, a Partu Virgineo.<br />

677. 1791<br />

Al P. Sisinnio Maria da Sansinnio. Arco. Le Grazie.<br />

R.P.S.L.G.C.<br />

Qui complicata finalmente gli spedisco la mia qualunque siasi esposizione<br />

dell'epitafio rivano, fatta in angustia temporis 194 , perché occupato molto in altro. Lo<br />

prego un'altra volta di avvertire, che non venga per cagione di essa posto in canzone: di<br />

suggerire, che la pietra sia conservata, ed esposta in Riva: di avvisarmi se altri la<br />

spiegano meglio; e se giudica bene, di umiliare li miei rispetti, ed ossequi agl'ill.mi<br />

signori Formenti, e Capolini, ch'esso mi ha nominato. Per carità mi raccomandi al<br />

Signor Iddio, e proccuri di conservarsi. Trento 18 marzo 1791.<br />

678. 1791<br />

Al P. Gianfrancesco di Venezia Riformato. Treviso. Al Gesù.<br />

R.P.P.C.S.L.G.C.S.N.<br />

Rispondo subito alla P.V.R. e la certifico, che io quantunque da un anno intero sia<br />

qui letterario, non ho mai ricevuto alcun involto da spedire al P. Ignazio Zmyenski nella<br />

Prussia 195 . Per servirla poi scriverò al mio antecessore, che presentemente si trova<br />

Guardiano nelle Giudicarie, e gli chiederò se mai lo avesse spedito egli; e se darammi<br />

risposta affermativa, tostamente la parteciperò anche a V.P.R 196 . Frattanto con mio gran<br />

contento la ragguaglio, che il R.P. Antonio Maria da Rovigno predicatore di questa<br />

nostra cattedrale si diporta eccellentemente, ha sempre un uditorio molto grande, e piace<br />

a tutti. Spero, che il Signor Iddio gli donerà di così continuare, e finire; e col dovuto<br />

rispetto riverendola resto. Trento, s. Bernardino 21 marzo 1791.<br />

Di V.P.R.<br />

Div.mo, obbl.mo servo nel Signore<br />

F. Giangrisostomo di Volano.<br />

Nota. L'involto spedito da Venezia conteneva le opere del P. Gaetano Maria Merati,<br />

ed era indirizzato al P. Ignazio Zmyenski Francescano ex custode, e diffinitore attuale<br />

della <strong>Provincia</strong> della Prussia Mariana in Danzica. Fu spedito da Venezia già un anno<br />

circa.<br />

679. 1791<br />

Al sig. Pietro Carlo Ducati di Trento segretario aulico. Trento.<br />

Molto illustre sig. sig. e padrone colendissimo.<br />

Il documento, di cui mi ha parlato V.S. molto illustre, e che cercasi da monsignor<br />

Vicario Generale, sta intero nelle Notizie istorico-critiche della Chiesa di Trento Vol. 3,<br />

194 Vedi sotto num. 686.<br />

195 Involto contenente le opere del P. Merati.<br />

196 Ho scritto subito.<br />

59


parte 1, pag. 208 e segg., come tratto dall'originale conservato nell'archivio della<br />

Prepositura di Gries 197 . Da esso s'impara, e vienci reso certo,che frat'Enrico de Metis<br />

vescovo di Trento nell'anno 1328 ha incorporato alla detta Prepositura la chiesa<br />

parrocchiale di Sangenesio, coll'espressa condizione, che dalla medesima Prepositura<br />

annis singulis in festo dedicationis ecclesiae cathedralis pro eadem ecclesia s. Genesii,<br />

in signum subiectionis,et ob auxilium fabricae, librae quindecim denariorum usualis<br />

monetae in Bozano, super altare beati Vigilii offerantur. La prego di aggardire<br />

l'attenzione, che ho doverosamente per servirla; e con un riverente inchino mi professo.<br />

Di s. Bernardino 28 marzo 1791.<br />

Di V. S. molto illustre<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Gio. Grisostomo da Volano.<br />

680. 1791<br />

Al P. Massimo da Volano Vicario in Borgo.<br />

S.L.G.C.S.N.C.<br />

Li signori sindeci di Riva ultimamente hanno replicata la loro istanza in iscritto al<br />

Padre <strong>Provincia</strong>le, perché io vada ad ordinare il loro archivio. Avendo risposto loro, che<br />

andrò subito dopo l'ottava di Pasqua, sono restati contenti. Acciocché pi io abbia del<br />

sollievo, ed aiuto gradevole, il detto Padre <strong>Provincia</strong>le pensa di assegnarmi Voi per<br />

compagno. e mi ha ingiunto di prevenirvi con questa insinuazione. Io andrò per altro di<br />

mala voglia: ma vi andrò per ubbidire. Non posso sapere quanto tempo dovrà durare la<br />

fatica. Temo, che non potrà essere tanto breve. Certamente io proccurerò di spicciarmi<br />

più presto, che sarà possibile. Dicono, che que' signori sono molto buoni, e che daranno<br />

un albergo da Religiosi 198 . Bisogna ubbidire, e tanto basta. Per questo io non prendo<br />

impegni con penitenti, se non li posso sbrigare avanti Pasqua. Voi proccurerete, di<br />

conservarvi sano, e disponete le cose vostre in modo, che non abbia poi da aspettarvi.<br />

Sebbene vi scriverò di nuovo su di questo. Presentemente sto componendo in tutta fretta<br />

li Direttori del 1792. Temo, che sarò obbligato a fare delle novità sul gusto moderno nel<br />

diocesano. Addio fratello carissimo. Trento 29 marzo 1791.<br />

681. 1791<br />

Al medesimo Padre Massimo.<br />

P.S. Appunto stando per sigillare la presente sono comparsi due commissari del<br />

Duomo (Don Francesco Poli mansionario e Don Alfonso Pilati Beneficiato) con ordine<br />

di S.A.R. che componga un calendario nuovo, il quale bandisca tutte le ferie non<br />

privilegiate. Già era giunto ai 15 di maggio col vecchio, e debbo ritornare da capo.<br />

Pazienza.<br />

682. 1791<br />

Al P. Giuseppe da Zoldo letterario generale. Venezia. S. Bonaventura.<br />

R:P.P.C. 199<br />

Non ho effettuata la spedizione de' libri bonaventuriani prima d'ora, benché sino<br />

dallo scorso novembre abbia promesso a S.P.R. di farla presto, perché sonomi occorsi<br />

197 Questo documento fu subito spedito a Insprugg.<br />

198 L'albergo fu nel convento dell'Inviolata de' PP. Girolamini. Ma siamo stati a lavorare nell'archivio, con<br />

grande incomodo, disturbo, e pericolo di ammalarci per essere di malta fresca.<br />

199 *=Reverendo Padre Padrone Colendissimo.<br />

60


degl'intoppi. Finalmente oggidì questi sonosi sciolti 200 ; e però le replico, che se altro non<br />

accaderà in contrario, eseguirò senza ulteriore indugio gli ordini ricevuti. Un'altra volta<br />

le dico, che a Lei toccherà il far soddisfare costì tutta la spesa del trasporto, secondo<br />

l'accordo, che verrà fatto qui, e che previamente le sarà indicato. Ma prima vorrei<br />

sapere, se venendo i libri per dogana debbano esserle consegnati in Venezia, oppure in<br />

Mestre. La prego dunque di accelerata risposta, e riverendola resto. Trento, s.<br />

Bernardino 30 marzo 1791.<br />

Di S.P.R. Div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Giangrisostomo di Volano Minore Riformato.<br />

683. 1791<br />

Al P. Amando di Covalo Riformato predicatore in Guidizzolo Mantovano 201 .<br />

R.P.S.L.G.C.S.N.C.<br />

Nello stesso giorno, in cui ho ricevuto la sua gratissima, sono stato a chiedere la<br />

reliquia del nostro glorioso protettore San Simonino, bramata dal suo R.mo signor<br />

parroco. Andai prima da S.E. Conte di Spaur archidiacono, e soprastante alla chiesa di<br />

San Pietro: poi da monsignor decano Conte Manci, e finalmente dal sig. Luigi barone di<br />

Prato, ministro della Confraternita del predetto Santo. Tutti hanno avuto la benignità di<br />

ricevermi cortesemente, e mi hanno promesso che proccureranno di favorirmi. Ho pure<br />

raccomandato l'affare medesimo ance alla signora baronessa di Prato 202 , giacché la ho<br />

ritrovata ben disposta. In fine son andato in San Pietro, e prostrato avanti l'arca del<br />

Santo, l'ho pregato, che si degni di esaudire i nostri voti, li quali oggidì saranno stati<br />

proposti nel capitolo de' signori canonici. Mercoledì prossimo andrò per sentirne la<br />

risposta de' medesimi: ed in caso, che non fosse favorevole 203 , mi risolerò di mandare al<br />

lodato suo signor parroco una pezzetta, che abbia attaccato le macchie lasciate dal<br />

sangue del Santo martire nel bacile, che veneriamo in questa nostra chiesa di s.<br />

Bernardino: cosa, che di proprio moto fummi suggerita eziandio dal suddetto monsignor<br />

decano 204 . Il Padre <strong>Provincia</strong>le sta qui, ed aspetta da Insprugg la chiesta licenza di<br />

celebrare Capitolo. Temiamo assai assai rapporto alla sussistenza de' tre conventi di<br />

Arco, Borgo, e Roveredo. Il Padre predicatore del Duomo si diporta molto bene. L'ho<br />

sentito lodare, e non mai biasimare. Parla con tanta chiarezza, che ogn'uno può<br />

intenderlo. Quindi ha sempre buona udienza. Oggidì S.A.R. mi ha ordinato di comporre<br />

il Direttorio diocesano in modo, che non sia in esso alcuna feria non privilegiata. Lo fo<br />

puramente per ubbidire, e per iscansare maggiori mali. Spero, che il Signor Iddio mi<br />

userà misericordia. Godo, che V.P. ed il P. Cirillo stieno bene. Proccurino di<br />

conservarsi, e di ritornare sani, e presto. Dopo Pasqua io dovrò andare a Riva. Il nostro<br />

Fra Claudiano da Celentino è morto. Finisco in un colla carta, riverendola, e dicendomi.<br />

Trento 1 aprile 1791<br />

Suo div.mo amico<br />

F. Grisostomo.<br />

684. 1791<br />

Al P. Fortunato da Trento Guardiano in Melombardo.<br />

200<br />

Die 29 venit baro Trentinus.<br />

201<br />

Ghidizzolo.<br />

202<br />

Giovanna nata contessa di Colico trentina; moglie del barone Luigi.<br />

203<br />

Fu favorevole.<br />

204<br />

Veggasi sotto num. 7<strong>58</strong>.<br />

61


R.P.P.C. 205<br />

Per maggior gloria di Dio Signor nostro clementissimo, a consolazione nostra, qui<br />

quattordici del corrente per la prima volta faremo l'officio doppio minore del nuovo<br />

Beato Giangiuseppe Alcantarino, conceduto dalla Santa Sede, giacché tal giorno<br />

ritrovasi vacuo con off. de feria 5. Ne do parte anche a S.P.R. supponendo, che le<br />

riuscirà egualmente grato, perché se vuole lo faccia fare anche dai suoi Religiosi; e<br />

raccomandandomi in precibus la riverisco, e resto. Trento 2 aprile 1791 206 .<br />

Di S.P.R. Div., obbl.mo servo<br />

F. Giangrisostomo.<br />

685. 1791<br />

Al P. Gianfrancesco di Venezia Riformato. Treviso.<br />

R.P.P.C.S.L.G.C. 207<br />

La risposta, che ho ricevuto dalle Giudicarie, mi assicura che il noto involto di libri<br />

destinato per la Prussia, fu consegnato, e raccomandato caldamente a questa posta dal<br />

letterario mio antecessore. Convien dunque ricercarlo nelle altre poste situate fra Trento,<br />

e Danzica; ma io temo, che sia per esser troppo difficile il ritrovarlo dopo tanto tempo,<br />

ed in tanta distanza. Ho per altro il contento di aver servito alla P.S.R. nel modo, che ho<br />

potuto; e facendole una divota riverenza mi dico. Trento 3 aprile 1791.<br />

Di S. P. R.<br />

Div.mo, osseq.mo servo nel Signore<br />

F. Giangrisostomo di Volano.<br />

686. 1791<br />

Pro memoria.<br />

L'epitafio riferito di sopra numero 676, inanzi, che venisse mandato a me fu spedito<br />

ad altri, li quali lo lessero nelle forme seguenti.<br />

Il signor marchese Giangiacomo de' Dionisi canonico di Verona, ed autore di<br />

parecchi libri stampati,lo ha letto così: Hic in pace requiescit Ianuarius, qui vixit annos<br />

56 recessit octavo calendas ianuarias indictione tertia ponendum curavit Iohannes<br />

successor super Cabriolo.<br />

Il signor cavaliere Clementino Vannetti di Roveredo scrittore celebre: Hic in pace<br />

Christi, ovvero requiescit Iacobus, qui vixit annos LVI reconditus est, ovvero<br />

resurrectionem expectat VIII Kalendas Ianuarias indictione tertia ponendum curavit<br />

Iohannes forse Urbani Castri Custos, posteris superventuris. Il Cabriolo oscurissimo.<br />

Il signor dottor Frangione di Riva208 : Hic in pace Iannerius Praetor Ultimus, vel<br />

quintus, annorum 56 requiescit octavo calendas ianuarii indictione tertia Proconsul<br />

Iohannes successor posuit super Cabriolo209 .<br />

Il Padre Ippolito Bevilacqua Filippino veronese: Hic in pace Carolus Ianaris, qui<br />

vixit annos 56 requiescit octavo calendas ianuarias indictione tertia pecunia comuni<br />

Iohannes Vice Comes posuit super Cabriolo.<br />

205 *=Reverendo Padre Padrone Colendissimo.<br />

206 Così anche al P. Guardiano di Roveredo ed agli altri tutti.<br />

207 *=Reverendo Padre padrone Colendissimo Sia Lodato Gesù Cristo.<br />

208 Giovanni Francesco, Gio. Antonio.<br />

209 L'Ughelli To. 5 col. 697 porta l'epitafio di s. Valente vescovo di Verona del 531, che comincia: Hic<br />

requiescit in pace.e finisce P. C. Lampedi, et Orestis VV.CC. Ind. etc. e lo spiega Post Consulatum Lampedii etc.<br />

62


Un altro rivano: Hic in pace requiescit Ianuarius, qui vixit anno quinquagesimo<br />

sexto reparatae salutis octavo Kalendas Ianuarii indictione tertia post Christum natum.<br />

Iohannes Vincentius posuit super Cabriolo.<br />

Uno degli accennati interpreti suppone, che il Cabriolo sia uno seppellito a canto<br />

del deposito rivano, ovvero il nome del luogo.<br />

Il Dionisi, il Bevilacqua, ed il Frangione non hanno data veruna ragione del loro<br />

integramento.<br />

Il Vannetti lo suppone posteriore all'anno 1000 e mette in dubbio se contenga<br />

cognomi.<br />

Li signori rivani sonosi degnati di preferire a tutte queste interpretazioni la recata<br />

sopra num. 676.<br />

Nel giugno ne ha data un'altra il sig. Clemente Baroni di Sacco.<br />

687. 1791<br />

Al P. Amando da Covalo predicatore in Guidizzolo di Mantova.<br />

Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo S.N.<br />

Ecco qui complicata la richiesta reliquia del nostro glorioso protettore San<br />

Simonino, colla sua necessaria autentica. Mi ha costato molti passi, avendo dovuto<br />

ritornare più volte, e da diversi; ma gli ho fatti volentieri per maggior gloria del<br />

medesimo Santo, per servire a S.P. e per secondare la lodevole pietà e divozione del<br />

R.mo suo parroco. Per abbondare popi le ho aggiunto due inni, benché nuovi, e quindi<br />

non approvati 210 . Bramo, che il tutto le arrivi a tempo, e sicuro 211 ; a pregandola d'un<br />

Avemmaria, la riverisco, e mi dico. Trento, s. Bernardino 8 aprile 1791.<br />

Di V.P.R. che suppongo aver già ricevuto un'altra mia del primo giorno di questo<br />

mese.<br />

Div.mo, obbl.mo servo ed amico<br />

F. Giangrisostomo di Volano.<br />

688. 1791<br />

Al P. Pietro Grisologo da Roveredo. Roma. S. Francesco a Ripa.<br />

M.R.P.P.C. 212<br />

Le fo sapere, che ho ricevuto la sua de' 23 febbraio, la quale si è l'ultima, che ho<br />

ricevuto da Roma. Li 29 dello scorso marzo il signor barone Trentini avendo ricevuto<br />

riscontro dal suo figlio barone Giambattista collegiale in Roma, che ha trattato con<br />

S.P.M.R. e col signor don Antonio Longis, mi ha promesso,che soddisfarà le spese<br />

dell'imballatura ecc., senza le indicate condizioni. Quindi subito son ritornato dal<br />

doganiere, e siamo restati d'accordo, che venga fatta la spedizione tosto che mi verrà<br />

risposta dal P. Letterario di Venezia, cui ho scritto. Mi spiace, che questa ritarda, anche<br />

perché finita l'ottava di Pasqua debbo passare a Riva, e starvi non so quanto. Il<br />

doganiere mi ha scritto, che per ogni balla vorranvi troni 15 di fattura, comprese le<br />

soghe, gli spaghi, le tele ecc. Per la condotta poi troni 10 ogni peso di libbre 150 piccole<br />

nostre. L'ho fatto veder, e considerare dal sig. Giambattista Monauni, e lo ha approvato.<br />

Non vedo l'ora, che abbia fine questo negozio, e non vorrei, che sorgessero altri intoppi.<br />

Quando i libri saranno in viaggio, le scriverò, e gliene darò avviso. Frattanto le bacio<br />

riverentemente la sacra destra, e resto. Trento 8 aprile 1791.<br />

210 Ave Simon. Beate Simon.<br />

211 Arrivò tutto subito.<br />

212 *=Molto Reverendo Padre Padrone Colendissimo.<br />

63


Di S.P.M.R. Um.mo, div.mo, obbl.mo servo<br />

F Giangrisostomo di Volano.<br />

Questo Padre Grisologo ai 9 di giugno 1795 cessò di essere presidente della<br />

Penitenzieria lateranese. Cominciò li 19 febbraio 1792. Ora per nuovo decreto tal officio<br />

deve essere triennale soltanto, non perpetuo.<br />

Questo Padre morì li 5 aprile 1797 a 21 ora, munito di tutti li soliti Sacramenti<br />

inColonna, picciola terra della diocesi di Frascati, lontana sette miglia da Frascati, dove<br />

stava predicando. Egli da più di un anno pativa in una gamba. Poi in Colonna cominciò<br />

a patire nel petto. Predicò l'ultima volta li 30 marzo, giovedì. Disse la sua ultima Messa<br />

nel giorno 31. Confessò tre persone. Alle ore 19 gli venne la febbre con dolore acuto da<br />

un lato. Fu salassato cinque volte. Ai 3 aprile ricevette il Viatico. Ai cinque l'Olio Santo.<br />

Stette in sentimento e parlò sino alle 20 e tre quarti. Si fece leggere il Passio di s.<br />

Giovanni. Rispose alla raccomandazione dell'anima, spirò col Cristo alle labbra. Fu<br />

assistito dal P. Guardiano di Frascati, e da un altro Frate amico.<br />

689. 1791<br />

Al P. Sisinnio Maria da Sansisinnio 213 . Arco.<br />

R.P.S.L.G.C.<br />

Nell'atto, che ringrazio S.P. della notizia, che mi ha dato dell'accoglimento benigno<br />

fatto alla mia interpretazione del noto epitafio dai signori rivani, coll'aggiunta delle<br />

quattro altre interpretazioni, l'avverto, che nel § Rapporto ho trascritto un errore di<br />

stampa, il quale trovasi nel Glossario cangiano. Quivi sta superne coeuntia in figuram<br />

hanc V, ma dee farsi superne coeuntia in figuram hanc Λ, mentre i PP. Bollandisti<br />

citati dal Glossario, commentando questo testo: infirmata fuit in brachio dextero, ita<br />

quod intumuerat, et grossum ut una domus cavriola parebat decoloratum, pendulum, et<br />

nigrum, dicono To. 3 april., pag. 394, Cavriola diminutivum, latine caprea, sumitur<br />

etiam in masculino, et significat tectorum tigna superne coeuntia Λ hoc modo 214 .<br />

Quindi la prego di fare, che il mio scritto dica "in figuram hanc V. Così ha il Glossario;<br />

ma deesi fare in figuram hanc Λ, come hanno i PP. Bollandisti, da' quali fu tratto il<br />

testo". Se il sepolcro del fanciullo Gennaro le sembra troppo grande per lui, veda, e<br />

consideri anche il sepolcro della fanciulla Miniscalca, posto nel suo convento appresso<br />

l'uscio del campanile, che porta nel chiostro, e troverà, ch'esso pure si è di grandezza<br />

ordinaria. Vedrò anch'io volentieri la pietra rivana quando verrò col P. Massimo mio<br />

fratello. Frattanto la prego de' miei più distinti ossequi all'ill.mo sig. Girolamo Formenti,<br />

e riverendola resto. Trento 9 aprile 1791.<br />

Suo div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Grisostomo.<br />

690. 1791<br />

Al P. Giuseppe da Zoldo letterario generale. Venezia.<br />

R.P.P.C. 215<br />

Non vedendo alcuna risposta ad una mia, che ho scritto a V.P.R. li 30 dello scorso<br />

marzo, quantunque l'abbia pregata di rispondermi subito, le replico, che tengo pressante<br />

ordine di spedirle i libri, che qui sono, del Supplimento bonaventuriano, colla promessa,<br />

213 Fatto Guardiano di Campo nel 1794.<br />

214 *Le capriate.<br />

215 * =Reverendo Padre Padrone Colendissimo.<br />

64


che V.P.R. farà costì soddisfare le spese del trasporto. Prima però di effettuarlo bramo<br />

di essere assicurato, ch'Ella sia consenziente: e d'intendere, se il doganiere abbia da<br />

spedire le balle direttamente a s. Bonaventura di Venezia, oppure soltanto sino a Mestre.<br />

Questa si è la terza volta,che le scrivo su di un tal negozio, e non vedendo risposta<br />

prendo motivo di fare qualche sospetto. Mi preme di finirla presto, anche perché dopo<br />

l'ottava di Pasqua debbo allontanarmi per non so quanto da questa città. Non posso dirle<br />

sino a quanto monterà la spesa della condotta, bensì che questo doganiere ha chiesto<br />

dieci troni ogni peso di 150 libbre picciole, cui probabilmente si aggiugnerà la spesa del<br />

dazio ecc. La prego per tanto riverentemente di qualche risposta, ed insieme di<br />

compatirmi; e con tutto il rispetto riverendola mi professo. Trento, s. Bernardino 12<br />

aprile 1791.<br />

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Gio. Grisostomo di Volano Minore Riformato.<br />

691.1791<br />

Al P. Massimo da Volano. Borgo.<br />

S.L.G.C.S.N.C.<br />

Ho ricevuto con singolar piacere il vostro assenso di venire con me a Riva. Quindi<br />

d'ordine espresso del M.R.P. <strong>Provincia</strong>le vi avviso, che senz'altro venghiate qua subito<br />

dopo l'ottava dell'imminente Pasqua per poterci avviare a quella volta fatto che sarà qui<br />

il nuovo Guardiano. Spero, che a quest'ora sarete guarito, e che così vi conserverete. Io<br />

ho terminato li due Direttori; ma debbo ancora esaminarli. Ho lavorato più che se fossi<br />

stato un facchino: e con tutto ciò il Signor Iddio mi conserva sano. Addio fratello<br />

carissimo. Trento 12 aprile 1791.<br />

P.S. A quelli, che vi mostreranno dispiacere della vostra assenza, potrete dire, che<br />

non anderete nella Rocca di Riva, e che potrete ritornare occorrendo anche prima di<br />

finire il negozio.<br />

692. 1791<br />

Al P. Giangiacomo da Tiarno 216 . Arco.<br />

R.P.S.L.G.C.S.N.C.<br />

Giacché mi si presenta un'occasione opportuna le rispondo subito, che monsignor<br />

Vicario le concede l'autorità necessaria per consolare le tre persone, che hanno fatta<br />

confidenza sagramentale con Lei. Le aggiungo, che i R.mi signori arcipreti di s. Marco<br />

in Roveredo, ei s. Maria in Roveredo, di Lizzana, e di Volano, hanno disteso un<br />

bellissimo memoriale in favor nostro diretto a S.A. R.ma, perché ci ottenga dal sovrano<br />

la bramata sussistenza 217 . Siane grazie all'Altissimo, di cui per grazia siamo servi. Egli<br />

solo ci può aiutare. Speriamo. Finché c'è vita, c'è speranza, dice il comune proverbio. La<br />

riverisco, e resto. Trento 13 aprile 1791.<br />

Suo div.mo servo<br />

F. Grisostomo.<br />

693. 1791<br />

Al P. Massimo da Volano. Borgo.<br />

Carissimo Fratello S.L.G.C.S.N. Clementissimo.<br />

216 Fratello de' PP. Tomaso, e Davide. Nel 1797 fu Vicario parrocchiale di Volano.<br />

217 Li memoriali furono affatto inefficaci, e vani, perché Sua Altezza è gioseffinista.<br />

65


Vi assicuro, che io non ho mai detto, non esservi Bolla rapporto al padrocinio di s.<br />

Giuseppe negli Stati astraici; ma soltanto, che non ho mai potuto vederla. Per altro ho<br />

notato ne' miei manoscritti e risposto ad altri, che il P. Giambattista Halden Gesuita nel<br />

suo Effemerologio stampato in Bressanone l'anno 1717, ad 19 martii scrive. sine Credo,<br />

nisi ubi s. Ioseph est patronus loci (uti aiunt esse <strong>Provincia</strong>rum, seu ditionum<br />

austriacarum, saltem alicubi, aliquarum) vel propriae ecclesiae. Che nel nostro<br />

Leggendario Francescano ristampato in Venezia l'anno 1722 To. 8, pag. 409, dicesi<br />

eletto Protettor dei suoi regni dall'imperatore Leopoldo primo. Che nel nostro Direttorio<br />

napolitano del 1726 s'intitola Patronus Regnorum Ausgistiss. Domus Austriae. Ne'<br />

Direttori austriaci del 1727, e 1733 Patronus Dit. Aust. In altri austriaci del 1741, 1742,<br />

1776, 1777 Patronus Austriae. In un altro austriaco del 1731 per Terras Caesar.<br />

Patronus. In un tirolese del 1767 Patronus Dit. Austr. In un altro tirolese del 1753<br />

Patronus Prov. Austr. La differenza, che vedesi ne' miei Direttori, cioè tra 'l diocesano<br />

e monastico, deriva dall'essere stati così notati a Insprugg la prima volta, che là gli ho<br />

mandati nel 1782. Riverite da parte mia il M.R. signor don Carlo degli Ambrosi, e<br />

ditegli, che faccia senza scrupolo come trova notato, e che si guardi dalle contese, le<br />

quali non piacciono ai Santi. Procurate di rimettervi presto in sanità, e ricordatevi di<br />

quanto vi ho scritto ai dodici. Addio Fratello carissimo. Trento 14 aprile 1791, festa di s.<br />

Massimo vostro avvocato, che vi auguro felicissimo.<br />

P.S. Dite al P. Giacomantonio,che gli rimanderò la patente con prima occasione,<br />

essendo già stata scritta con proroga ad triennium da monsignor Vicario gli 8 del<br />

corrente.<br />

694. 1791<br />

Al P. Amedeo di Roveredo Guardiano. Roveredo. S. Rocco 218 .<br />

R.P.P.C.S.L.G.C.S.N.C.<br />

Ringrazio sinceramente la P.S.R. dell'opportuna carità, che s'è compiaciuta di farmi,<br />

e l'assicuro, che la guarderò sempre con animo grato 219 . Di nuovo mi esibisco in tutto<br />

quel poco,che potessi mai servirla; e sperando di poterla un'altra volta ringraziare anche<br />

a voce, allorché dopo l'ottava di pasqua, insieme col Fratello Massimo dovrò trasferirmi<br />

a Riva, le fo un divotissimo inchino, e con inalterabile sentimento mi professo. Trento<br />

14 aprile 1791.<br />

Di V.P.R.<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Giangrisostomo.<br />

695. 1791<br />

Al P. Giuseppe da Zoldo Riformato. Letterario. Venezia.<br />

R.P.P.C.<br />

Do alla P.S.R. la stessa risposta, che li tre del corrente ho dato al P. Gianfrancesco<br />

di Venezia, cioè che l'involto de' libri del P. Mercati già un anno, e più diretto al P.<br />

Ignazio Zmyenski per Cracovia, e Danzica, fu consegnato, e raccomandato caldamente<br />

ad un molto onorevole ministro di questa posta 220 dal padre letterario mio antecessore.<br />

Le aggiungo poi, che ora ricercato da me il detto ministro mi ha risposto d'averlo<br />

spedito fedelmente. Può essere, che gli accennati libri abbiano incorsa qualche disgrazia<br />

218<br />

Nel 1796 fu molto gravemente infermo.<br />

219<br />

Unfaz.<br />

220<br />

Felice Boninsegna da Borgo accasato in Trento.<br />

66


perché sono buoni e sono stati stampati nell'Italia. Riuscirà ora difficile il ritrovarli per<br />

essere passato troppo tempo, e per esservi troppa distanza da Trento a Danzica. Può<br />

essere però, che il lodato ministro per effetto del molto buon cuore, che ha per li poveri<br />

Religiosi, faccia qualche diligenza, e ricerca utile 221 . La prego di favorirmi con qualche<br />

risposta alla mia de' 12 del corrente 222 ; e riverendola eziandio da parte del P. Agostino,<br />

mi dico. Trento 14 aprile 1791.<br />

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Giangrisostomo di Volano.<br />

696. 1791<br />

Al P. Cirillo de' Rossi da Revò predicatore in Capriana di Mantova 223 .<br />

R.P.P.C.S.L.G.C.<br />

Anch'io da molto tempo stava in aspettazione di qualche notizia rapporto alla<br />

P.V.R. e così pure Casa Ciani 224 , nella quale più volte venne fatta onorevole menzione di<br />

Lei. Perciò appena ricevetti la sua gratissima, quantunque avessi oltrepassata la detta<br />

Casa con intenzione di non vederla, ritornai addietro, e feci l'ambasciata, che mi ha<br />

commesso, la quale fu molto gradevolmente ricevuta. Godo, ch'Ella stia bene, e bramo,<br />

che così pure si conservi, e che quindi possa ritornare presto a noi, che ancora la Dio<br />

mercé siamo in vita, eccettuato il solo Fra Claudiano, il quale andò in Paradiso li 22 di<br />

marzo. Si teme de' tre conventi austriaci, a' quali non è ancora venuta la pensione: ma si<br />

preparano de' memoriali a favore de' medesimi. Il P. <strong>Provincia</strong>le mi assicura, ch'è molto<br />

bello il disteso da' R.mi signori arcipreti 225 di Roveredo s. Marco, e s. Maria, di Lizzana,<br />

e di Volano, indirizzato a S.A.R.ma, e che altri di secolari verranno spediti direttamente<br />

al sovrano 226 . Questo Padre predicatore del Duomo incontra tanto bene, che ieridì<br />

monsignor Vicario Generale mi disse, d'esser d'uopo di destinare un annualista di simil<br />

tempra. Eziandio a Gardolo le cose passano bene, e così dappertutto li predicatori sono<br />

quieti. Ho riferito al Padre Serafico quanto mi ha ingiunto. Il P. Gio. Evangelista è<br />

guarito. Fu qualche tempo infermo il P. Agostino. Avendo i signori rivani replicate le<br />

loro istanze io andrò col P. Massimo mio fratello a servirli dopo l'ottava di Pasqua.<br />

Spero, che il P. Amando a quest'ora avrà ricevuta la reliquia di san Simonino, che gli ho<br />

spedito. Ella è riverita da' signori Ciani, dal P. <strong>Provincia</strong>le, P. Guardiano, ed altri, a'<br />

quali mi unisco anch'o, e pregandola d'un Avemmaria popolare, col dovuto rispetto mi<br />

soscrivo. Trento 14 aprile 1791.<br />

Suo div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Grisostomo.<br />

697. 1791<br />

Al signor Conte Passeri di Verona.<br />

Il nob. signor Conte Passeri Priore della santa Casa di Pietà di Verona, dall'esibitore<br />

della presente (Antonio Pedrotti droghiere mercatante di Trento 227 ) riceverà li dugento<br />

fiorini tedeschi, che con lettera di Trento 18 gennaio 1791, sotto certe condizioni furono<br />

221 Non furono trovati 1790.<br />

222 Ebbi risposta data li 15 aprile.<br />

223 È morto in Clesio XI ottobre 1794 di anni 51.<br />

224 Del signor Michele Angelo.<br />

225 Poi l'ho letto anch'io.<br />

226 Ma tutto in vano.<br />

227 Pedrotti nativo di Arco, oriondo da Cognola.<br />

67


promessi, rapporto alla fanciulla nominata Maria Anna Elisabetta, battezzata in Pergine,<br />

e consegnata alla detta Casa li 14 aprile 1788 228 .<br />

Data in Trento li 20 aprile 1791<br />

P.S. Favorirà poi di dare la ricevuta ecc.<br />

==============================================================<br />

NB. Dall'Inviolata di Riva li 17 giugno 1791 ho risposto ad un quesito del R.mo<br />

sig. Giacomo Telchi arciprete di Enno rapporto alla festa de' santi Gervasio e Protasio<br />

cadente nella domenica della ss. Trinità. Le scrissi in somma fretta dopo d'avere cantata<br />

la Messa del Santo fondatore Pietro Pisano, e dovendo andare al refettorio.<br />

==============================================================<br />

698. 1791<br />

Al Padre Guardiano de' Minori Riformati. Bassano. S. Bonaventura.<br />

R.P.P.C.<br />

Dal Padre letterario generale di Venezia mi fu insinuato d'indirizzare a V.P.R. que'<br />

libri bonaventuriani, che ancora si trovano in questa città per conto del R.mo Padre<br />

Pasquale da Varese 229 .Gli spedirò dunque in breve col mezzo della dogana, cui qui verrà<br />

soddisfatto interamente. Il detto Padre letterario mi ha scritto, che se la intenderà con<br />

Lei. Tuttavolta penso bene di prevenirla io pure, affinché non nasca qualche disturbo.<br />

Debbo fare ciò, che non vorrei. Se la P.V.R. avrà la bontà di assicurarmi, che questa mia<br />

le sia pervenuta alle mani, mi farà favore, il quale sarà tanto più gradito, quanto più<br />

accelerato. Confido nella di Lei bontà, ed accertandola, che il R.P. predicatore Anton-<br />

Maria da Rovigno sta sano, e s'ha fatto molto onore, la riverisco e resto. Trento, s.<br />

Bernardino 22 aprile 1791.<br />

Di V.P.R. Um.mo, div.mo servo nel Signore<br />

F. Giangrisostomo di Volano Minore Riformato.<br />

699. 1791<br />

Al sig. Luigi Marchesani stampatore imperial regio. Roveredo.<br />

Molto illustre sig. e padrone colendissimo S.L.G.C.<br />

Per servirla, ed ubbidirla ho scorso il suo Calendario dell'anno 1792, ed ho fatto le<br />

note, che troverà nel foglietto qui complicato, tra le quali sono più interessanti quelle,<br />

che riguardano gli ultimi giorni di febbraio, e la festa di s. Simonino di Trento. Mi<br />

spiace, che non posso dirle quali ora siano le ferie della Curia ecclesiastica, perché non<br />

le so: non posso andare in città a chiederle: e se anche incontrassi qualche curiale,<br />

temerei di eccitare qualche gelosia dimandandole fuori di proposito e di lancio. La<br />

prego dunque d'avermi per iscusato: e restando disposto per ogn'altro suo comando, la<br />

riverisco distintamente, e mi professo. Trento 28 aprile 1791.<br />

Di V.S. molto illustre Div.mo, obbl.mo servo nel Signore<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

Cui aggiungo, che ne' calendari monauniani stampati nel 1790 per il corrente 1791,<br />

le ferie tanto civili, quanto ecclesiastiche, veggonsi notate come furono notate avanti<br />

l'edizione del codice barbacoviano.<br />

228<br />

La detta Casa di Pietà è situata vicino al Duomo ed ora 1802 appartiene alla Repubblica italiana.<br />

229<br />

Ministro Generale. Non ho ardimento di nominarlo Generale perché li politici moderni non vogliono che<br />

tale sia riconosciuto da noi.<br />

68


700. 1791<br />

Ai signori daziali di Pergine, Grigno ecc.<br />

Io sottoscritto attesto, che le ballette dirizzate al rev. Padre Guardiano de' Minori<br />

Riformati di Bassano, e condotte dall'esibitore della presente, non contengono altro, che<br />

libri del Serafico dottore san Bonaventura stampati in Trento ed appartenenti alla nostra<br />

Religione francescana. Quindi supplico umilmente tutti li nobili signori daziali, che per<br />

amore del Signor Iddio, e del nostro Padre san Francesco, vogliano usare la bontà di<br />

permetter loro il passaggio franco, e libero ecc. Che della carità. e grazia ecc. Dato in<br />

Trento dal convento di san Bernardino li sette di maggio 1791.<br />

L+S. F. Giangrisostomo da Volano<br />

letterario de' Minori Riformati.<br />

701. 1791<br />

Al P. Giuseppe da Zoldo letterario. Venezia.<br />

R.P.P.C.<br />

In vigore della sua de' 15 aprile ho commesso a questa dogana il fare le ballette de'<br />

libri già noti, ed il trasportarle sino a Bassano colla direzione a quel rev. Padre<br />

Guardiano, il quale non avrà verun altro impegno, che di accettarle, e custodirle,<br />

giacché qui a Trento verrà soddisfatta ogni spesa. Spero dunque, che così finirò d'esser<br />

vessato da un negozio contrarissimo al mio genio, ed anche di vessare per il medesimo<br />

S.P.R. Ed assicurandola, che non mi è pervenuta alcuna risposta alle mie de' 30<br />

novembre, e de' 29 dicembre 1790, de' 20 gennaio, e de' 30 marzo 1791, benché sia<br />

stato sempre aspettandola, con tutto il rispetto la riverisco, e mi professo. Trento 5<br />

maggio 1791.<br />

Di S.P.R. Div.mo, obbl.mo servo nel Signore<br />

F. Giangrisostomo di Volano.<br />

702. 1791<br />

Al P. Pietro Grisologo da Roveredo. Roma. S. Francesco a Ripa 230 .<br />

M.R.P.P.C.<br />

Finalmente dopo d'avere scritto quattro volte ho ricevuto risposta da Venezia, in<br />

vigore della quale ho subito commesso a questa dogana di spedire i libri al P. Guardiano<br />

di Bassano: ho cavato il passaporto del magistrato alla Sanità, ed ho scritto un viglietto<br />

da mostrarsi a' dazi. Tutte le spese verranno soddisfatte qui dal signor barone<br />

Sigismondo Trentini. Io sono in procinto di partire per Riva, non potendo più<br />

lungamente trattenermi. Ho raccomandato la cosa al sig. Monauni, al doganiere, al detto<br />

sig. barone, ed al M.R.P. Epifanio. Quindi spero, che anche malgrado l'assenza mia<br />

giungerà in breve al suo fine. Se non riesce questa volta non saprei cosa fare di più. La<br />

prego de' miei ossequi al P. R.mo 231 , e baciandole riverentemente le sacre mani mi<br />

protesto. Trento 5 maggio 1791.<br />

Di S.P.M.R. Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

703. 1791<br />

230 Questo Padre morì nella canonica della Colonna di Frascati, emigrato per paura di Giuseppe secondo.<br />

231 Questo Padre Ministro Generale Pasquale Frasconi da Varese Riformato milanese morì in Roma li 5 giugno<br />

1791 d'anni 85. Gli ho baciato la mano in Mantova l'anno 1762.<br />

69


Al sig. Luigi Marchesani. Roveredo 232 .<br />

Molto illustre sig. e padrone colendissimo.<br />

Non ricordandomi ora bene cosa scritto abbia io nella mia lista delle correzioni,<br />

perché la ho fatta in fretta, le rispondo, che s. Eleucadio può stare ai 14 di febbraio, e<br />

che la Beata Giovanna Maria Bonomi va posta nel primo di marzo. Rapporto poi al<br />

giorno 24 di febbraio nell'anno bisestile aggiungole, che potrà metter in esso un Santo<br />

del giorno23 oppure 24 dell'anno comune, v. g. s. Romana vergine, o s. Modesto<br />

vescovo. Ma cadendo in domenica basterà il dire Domenica di Quinquagesima,<br />

Domenica I di Quaresima, o altra simile occorrente. In breve transitarò per Roveredo,<br />

ma non so se potrò avere il vantaggio di personalmente rinnovarle la mia servitù.<br />

Frattanto la riverisco, e resto. Trento 5 maggio 1791.<br />

Di V.S. molto illustre<br />

Div.mo, obb.mo servo<br />

F. Grisostomo da Volano.<br />

704. 1791<br />

Al sig. Carlo Pompeati arciprete di Civezzano.<br />

Ill.mo, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo.<br />

Essendo in procinto di partire per Riva, benché poi dovetti fermarmi a cagione della<br />

pioggia, mi fu insinuato il desiderio che V.S. ill.ma, e R.ma ha d'intendere come abbia<br />

da contenersi nello strano accidente, che le occorre in quest'anno rapporto alla festa<br />

della dedicazione della sua chiesa parrocchiale. Quindi con tutta fretta ho scritto la<br />

pagina che qui complicata ho l'onore di spedire. E baciandole la sacra destra mi<br />

professo. Trento s. Bernardino 7 maggio 1791<br />

Di V.S. ill.ma, e R.ma<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Giangrisostomo da Volano 233 .<br />

Nota. La festa della dedicazione cade per accidens nella festa di s. Vigilio nostro<br />

protettore principale ai 26 di giugno. Ho risposto dunque conformemente alla mia<br />

lettera 124 del tomo I, cui ho aggiunto l'autorità del Merato. Ho disteso in latino tutta<br />

l'ottava, comprendendo anche il residuo della vigiliana dal giorno 28.<br />

705. 1791<br />

Al P. Pietro Grisologo di Roveredo. Roma. S. Francesco a Ripa 234 .<br />

M.R.P.P.C.<br />

In Riva li 4 giugno ho ricevuto la sua data da Castel Gandolfo ai 14 di maggio.<br />

Confido, che da una mia de' 5 maggio avrà inteso ciò, che ho fatto innanzi di scostarmi<br />

da Trento, e che sarà restata persuasa la P.S.M.R. della mia sollecitudine. Ora l'assicuro,<br />

che finalmente i noti libri sono stati trasportati a Bassano tutti, e che tutta la spesa fu<br />

pontualmente soddisfatta dall'ill.mo signor barone Sigismondo Trentini. Ella si è di Lire<br />

232<br />

Francescantonio Marchesani stampatore in Roveredo fu veronese. Quindi avviso, che nel 1396 visse<br />

Bertamonus quondam ser Francisci de Marchexanis de Roveredo fluminis novi districtus Veronae massarius eiusdem<br />

terrae Roveredi, come consta da una carta autentica dell'archivio di s. Michele di Trento di monache Clarisse, allora<br />

possidenti in detta terra.<br />

233<br />

Questo si è carattere del P. Massimo mio fratello. *Il corpo infatti della lettera (da Essendo fino da Volano)è<br />

stato scritto dal P. Massimo fratello del P. Giangrisostomo.<br />

234<br />

Questo Padre fu adoperato nella diocesi di Frascati dal cardinale Enrico Stuardo Duca di York vescovo di<br />

Frascati anche in quest'anno 1797.<br />

70


venete 224, soldi 17 e mezza, dalle quali debbonsi detrarre Lire 30 dategli a conto dal<br />

sostituto Giambattista Gressler 235 . Dunque la P.S.M.R. farà passare nelle mani del signor<br />

barone Giambattista Trentini 236 dimorante nel Collegio Germanico Lire venete 194,<br />

soldi 17 e mezzo, che fanno scudi romani 18 e baiocchi 18. La lista data dal doganiere si<br />

è questa:<br />

Per fattura d'imballaggio di balle 21, Lire 40,00<br />

Per ruffo braccia. 66 a car. 7 il braccio. Lire 38,10<br />

Per tela ordinaria braccia 7½ Lire 4, 7 ½<br />

Per cartoni Lire 18,00<br />

Per carezza Lire 1,10<br />

Per soga, e spago Lire 15,10<br />

Pel trasporto delle balle Lire 2,00<br />

Per la condotta da Trento a Bassano delle suddette balle 21<br />

di libbre 1470 viennesi Lire 105,00<br />

Totale Lire 224,17½<br />

Tengomi sicuro, che la P.S.M.R. senza dilazione adempirà le sue promesse, e che<br />

di ciò per mia quiete me ne darà riscontro, e riverendola rispettosamente resto. Trento 8<br />

luglio 1791 237 .<br />

Suo div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Gio. Grisostomo.<br />

706. 1791<br />

Al sig. barone Gaudentantonio de' Gaudenti. Trento.<br />

Ill.mo sig. sig. e padrone graziosissimo.<br />

Lazzaro Fenucci da Sassuolo Modenese fu podestà di Trento dall'anno 1<strong>58</strong>0 sino al<br />

1<strong>58</strong>3 e può credersi morto nel 1<strong>58</strong>8. Egli ha dato alle stampe Tractatum de momento<br />

temporis, Venetiis ex officina Ioannis Baptistae Somaschi 1<strong>58</strong>6, in 4° e dei<br />

Ragionamenti sopra alcune osservazioni della lingua volgare, in Bologna per Anselmo<br />

Giaccarello 1551, in 8°. Lo trovai allegato da monsig. Agostino Barbosa in Libro De<br />

off. et Pot. episcopi edit. 1628, da Dionigi Sancassano Scanz. Cinel. 20, pag. 83;<br />

Mariano Ruele Scanz. Cinel. 21, pag. 112; Giovanni Clericato in lib. de Extrema<br />

Unctione Decis. 80, num. 33 e da Giacopo Tartarotti nel Saggio della Bibl. Tirol. pag.<br />

69. Questo si è tutto quello, che io tengo di lui, e che ho l'onore di comunicare a V.S.<br />

ill.ma, cui fo un profondo inchino, e mi professo. S. Bernardino 10 luglio 1791.<br />

Di V.S. ill.ma Um.mo, div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Grisostomo.<br />

707. 1791<br />

Al P. Massimo da Volano Vicario in Borgo.<br />

S.L.G.C.S.N.C.<br />

In questa sera ho ricevuto una lettera da Riva, in cui trovasi un'onorata menzione di<br />

Voi. Perciò credo mio dovere di mandarvene una copia intera, dovendo l'originale<br />

235<br />

Il P. Giambattista è andato a star col parroco di caldaro li 21 nove. 1795, ma nel 1796 è ritornato a Trento.<br />

Fu fatto canonico di Trento li 8 gennaio 1802.<br />

236<br />

Questo barone Giambattista fu ordinato sacerdote in Roma li 23 febbraio 1793, sabato 4 Tempora<br />

Quadrages. essendo presenti li suoi fratelli Cristoforo ed Ignazio: coì quali ritornò a Trento nella primavera.<br />

237<br />

La lettera scritta a Roma in questo giorno dal barone Trentini vi è giunta li 22 luglio. Questa mia non è<br />

arrivata al suo destino né pure li 26 agosto.<br />

71


iporsi nell'archivio provinciale ad perpetuam rei memoriam. Ella si è concepita ne'<br />

seguenti termini.<br />

"Molto Rev. Padre sig. sig. padrone colendissimo.<br />

Per uniformarmi a desideri di V.P.M.R. come m'aveva preso impegno avanti, che<br />

Ella partisse di qui, non ho mancato con tutto il calore in due susseguenti Consigli<br />

Generali 238 di proporre, che venga permessa la questua in questo distretto civico a suoi<br />

Religiosi di Campo. Finalmente m'è riuscito ieridì di far sortire la presente<br />

deliberazione, che io le trascrivo dal Giornale medesimo, affine le servi di regola, e<br />

possano i suoi Religiosi venir liberamente a far la desiderata questua a norma di quanto<br />

sta scritto:<br />

«Per gratificare le fatiche, ed incomodi avuti dal M. R. P. Gian Grisostomo<br />

unitamente al suo fratello da Volano Riformati, per sistemare l'Archivio pubblico della<br />

città di Riva, si ha deliberato d'annuire ad una di lui ricerca, qual è di ammettere i<br />

Reverendi Padri Riformati di Campo alla questua menstruale del pane, ed annuale del<br />

vino in Riva, e suo distretto civico, concedendo agli stessi questa facoltà per il corso<br />

d'anni dodici, e continuando ulteriormente, s'intenderà sempre a titolo precario: con<br />

questo però, che non venghino a questuare né il pane, né il vino i Reverendi Padri<br />

Riformati delle Grazie»".<br />

Se in altro vaglio in servirla Ella si deve prevalere di me con piana libertà. E con<br />

piena stima riverendola col degnissimo Padre Fratello, a nome anche di tutto il<br />

Consiglio Generale, che me ne diede preciso ordine di ringraziarli per gl'incomodi, che<br />

s'hanno presi ambidue, passo a protestarmi.<br />

Di V.P.M.R. 239<br />

Riva 19 luglio 1791.<br />

Devotis.mo, Obblig.mo servidore<br />

Conte Filippo de Capolini sindaco."<br />

Questo decreto per noi è più prezioso di qualunque regalo pecuniario. Io ne ho<br />

ringraziato Sua Divina Maestà, e ringrazierò li signori di Riva. Ho legato il tomo rivano<br />

e gli ho aggiunto un indice assai copioso. In seguito gli farò delle addizioni non<br />

inutili 240 . Per al Dio grazia son ancora sano. Bramo, che altrettanto sia di voi pure, e vi<br />

abbraccio con fraterno affetto. Trento 23 luglio 1791.<br />

P.S. Ho ringraziato i signori rivani anche da parte vostra.<br />

708. 1791<br />

Al sig. Conte Filippo de' Capolini sindaco di Riva.<br />

Ill.mo sig. sig. e padrone graziosissimo.<br />

Grato al maggior segno, e caro mi è riuscito l'avviso umanissimamente recatomi da<br />

V.S. ill.ma, che mercé la sua calda, e vigorosa interposizione, ai dicidotto dell'andante<br />

sia sortito da cotesto illustre Consiglio Generale l'indulto da me umilmente richiesto in<br />

pro, e favore del nostro povero convento di Campo. Ringrazio dunque col più intimo del<br />

mio cuore in primo luogo V.S. ill.ma, e poi tutto il lodato rispettabilissimo Consiglio,<br />

anche a nome dell'assente mio fratello, e gli assicuro, che di così segnalata munificenza,<br />

238<br />

Il Consiglio Generale di Riva non è mai legittimo, se non è composto ogni volta almeno di dodici vocali,<br />

oltre il Pretore. Costit. municipale nova art. 42.<br />

239<br />

La lettera dice Di V.S.Ill.ma.<br />

240<br />

È il manoscritto n: 17 della BSB dal titolo: Opus XXX dierum Ripensium 1791. Inventarium archivi ripensis<br />

civici, Ripae M.D.CC.X.CI, pp. XXIV, 479.<br />

72


e grazia ne viverò mai sempre ricordevole, ed in ogni tempo mi terrò, e confesserò loro<br />

debitore. E facendo a tutti un riverentissimo inchino, mi reco a singolar onore il poter<br />

con inalterabile sentimento dichiararmi, e soscrivermi. Trento, s. Bernardino 24 luglio<br />

1791.<br />

Di V. S. ill.ma Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano Riformato di s. Francesco 241 .<br />

Fuori.<br />

All'ill.mo sig. sig. e padrone graziosissimo<br />

Il sig. Filippo del S.R.I. Conte de' Capolini<br />

di Varonbach, e Brionberg, degnissimo<br />

sindaco della città di Riva.<br />

709. 1791<br />

Al P. Sisinnio Maria da Sanzeno. Arco. Le Grazie.<br />

R.P.S.L.G.C.S.N.C.<br />

Nell'atto, che rimando quella moneta, che ad onta della mia forte ripugnanza volle<br />

farmi prender meco l'ill.mo signor abate Pietro Abbondi 242 , confesso nuovamente, che io<br />

non mi ritrovo capace d'illustrarla con veruna spiegazione. Dico soltanto, che un orefice<br />

di questa città (Giuseppe Pruggmayr a s. Pietro) 243 , mi assicura non esser originale, e<br />

che non è di argento, ma di composizione. Aggiungo a questo, che tuttavia sembrami di<br />

legger impresso in essa il nome di Mamertino, e che verificandosi così fatta lezione<br />

dovrebbe dirsi consolare, cioè di quell'unico Mamertino, il quale siccome consta dai<br />

Fasti consolari fu console di Roma nel secolo quarto l'anno 362, dopo la nascita di Gesù<br />

Cristo Signor nostro. Prego dunque la P.S. di ristituirla presto al lodato signor abate<br />

coll'aggiunta de' miei ossequiosissimi complimenti, e riverendola divotamente resto.<br />

Trento, s. Bernardino 31 luglio 1791 244 .<br />

Di S.P. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Grisostomo da Volano.<br />

710. 1791<br />

Al sig. barone Gaudentantonio de' Gaudenti. Trento.<br />

I.S.S. e P. G. 245<br />

Le notizie, che io tengo rapporto a quel capitano di Trento, che oggidì mi ha<br />

rammentato V.S. ill.ma sono queste: Odoricus de Regogna, detto anche de Ragonia, e<br />

de Ragonea, fu Nobilis Miles, et Capitaneus Tridenti negli anni 1304 e 1309. Egli<br />

nominossi eziandio Capitaneus Tridenti, et Episcopatus, Capitaneus Tridenti,<br />

Iudicariarum, et Supramontis, Capitaneus in Vallibus Annaniae, et Solis. Dopo di lui<br />

nel 1339 fu commissario tirolese sul Trentino un Bertoldus de Ragonia. Questa famiglia<br />

così detta da un castello già potentissimo del Friuli, nominato dal volgo moderno<br />

Ruigne, et politiore sermone Ragogna, siccome avvisa il chiarissimo Padre Bernardo<br />

Maria de Rubeis in Monument. Eccl. Aquileien. col. 319, fu potente in quelle parti,<br />

secondoché apparisce dall'Appendice ai citati monumenti pag. 14, dove all'anno 1361 in<br />

241 Avvertentemente ho tralasciato di esibir loro la mia servitù<br />

242 Questi è morto li 16 giugno 1798 l Varone di Riva sessagenario.<br />

243 Giuseppe Pruchmaier padre, e Simone figlio, orefici, o sia argentieri.<br />

244 Spedita li 3 agosto 1791. Vedi sotto num. 908.<br />

245 *= Ill.mo sig. sig. e padrone graziosissimo.<br />

73


una fazione si ricordano Domini de Ragonea 246 . Fu pure feudataria del patriarca<br />

d'Aquileia con un privilegio singolare notato dall'abate Giuseppe Binio udinese in una<br />

sua risposta al celebratissimo Muratori pubblicata To. 1, Antiquit. Italic. medii aevi, col.<br />

652, 653, dove parlando de' feudatari aquileiesi dice: "Maxime spectanda erat<br />

praerogativa nobilium de Ragonea. In charta anni 1297 maior natu illorum de Ragonea<br />

ius habet accipiendi quodcumque ex ferculis, quae ponuntur in convivio domini<br />

patriarchae". Qui finisco perché non so altro di tal famiglia; ma non mai finirò d'esser<br />

quel desso, che con un riverentissimo inchino mi professo. Da s. Bernardino 3 agosto<br />

1791.<br />

Di V.S.ill.ma Um.mo, div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Grisostomo.<br />

711. 1791<br />

Al P. Dionigi di Castel San Giovanni. Piacenza. Borgonovo.<br />

R.P.P.C.<br />

Le due pezze di lana per l'inverno, certamente delle migliori, che si fabbricano da<br />

noi, già stanno nelle mie mani, allestite, e preparate per il viaggio. Dunque colla prima<br />

occasione di qualche nostro Terziario le spedirò a Venezia. La P.S.R. farà bene<br />

scrivendo, e raccomandando l'affare al P. letterario di Venezia, perché io non gli scrivo;<br />

ma netto soltanto un cartello sopra l'involto colla diserzione a Lei 247 . Quando usciranno<br />

dalle mie mani gliene darò avviso: e frattanto le dico, che state tassate dieci Messe, tutte<br />

da vivo, le quali già sono applicate. Io starò attento perché le giungano più presto, che<br />

sia possibile; e bramando, che le riescano eziandio comode, e gradite, le fo una<br />

divotissima riverenza. Trento, s. Bernardino 5 agosto 1791.<br />

Di S.P.R. Div.mo, osseq.mo servidore in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano de' Minori Riformati 248 .<br />

712. 1791<br />

Pro memoria.<br />

Nel giorno quindicesimo di maggio di quest'anno 1791 sono stato a vedere co'<br />

propri occhi, e leggere attentamente la pietra sepolcrale rivana, di cui sopra num. 676.<br />

Stassene ora ritta in un portico rustico fra Riva, e l'Albola, non molto lungi dalla<br />

rovinata chiesa di san Cassiano. Ella è rozza: rozze pure sono le lettere in essa scolpite,<br />

ed anche disuguali, benché siano romane. Io le ho trascritte nel modo seguente.<br />

246<br />

Ragnonea, castrum foroiuliense olim populosissimum. Rub.in Append. pag. 20. Reunia, Ruigne, Ragogna,<br />

castrum. Rub. in Ind. rerum pag. 70. Revuniam vocat Venan. Fortunatus L. 2 de s. Mart.<br />

247<br />

Sono state spedite per Borgo li 22 agosto; sono giunte a Borgonovo avanti li 24 ottobre 1791.<br />

248<br />

Le dieci Messe sono state celebrate dai Padri di Borgonovo, siccome mi attesta quel P. Guardiano Flaviano<br />

di s. Imanto con data de' 24 ottobre 1791.<br />

74


Questa mia copia è alquanto differente da quella, che mi fu mandata, poiché quella<br />

nel fine del primo verso aveva R senza il resto del traverso che avanza nella parte<br />

superiore. Quella cominciava il verso terzo così: (vedi sopra) quantunque nella pietra<br />

quella figura posta innanzi al VI cominci più alto dello stesso VI. Quella dopo il R c<br />

aveva un J benché nella pietra siavi un picciolo S. Tralascio la puntatura. Quella figura<br />

posta innanzi al detto VI mi tiene ancora dubbioso, e perplesso. Suppongo, che abbia<br />

sbagliato nel farla lo scalpellino, e che forse l'abbia cominciata con intenzione di<br />

formare un X, per dire, che Gennaro visse annos sexdecim.la qual età ben si confarrebbe<br />

col seguente verbo raptus. Quel C dopo il R non mi proibisce il legger Raptus, siccome<br />

non mi vieta di leggere Registrata la voce posta nel fondo di una patente scritta in Pavia<br />

l'anno 1394 e conservata nell'archivio civico di Riva Caps. 3, num. 48 in questa forma<br />

Regist c ta. E così altrove le lettere xpc, spc, tpc, Christus, Spiritus, Tempus. Dissi num.<br />

676, che in niuna iscrizione Bertoliniana mi è riuscito di trovare la nota dell'indizione.<br />

Qui aggiungo, che la veggo in una iscrizione della chiesa di san Zacheria di Ravenna,<br />

pubblicata dal sig. Muratori come inedita To. 1 Antiquit. Ital. medii aevi Dissert. 16, col.<br />

883, e come postavi nell'anno di Cristo <strong>58</strong>1. Ella si è questa:<br />

HIC REQUIESCIT IN PACE<br />

GEORGIUS V.C. ARGENTARIUS<br />

FILIUS PETRI V.C. ARGENTARII<br />

IUN. QUI VIXIT ANN. PLV. M.XVII.<br />

DEP. SUB D. PRID. NONAR. AUG.<br />

IND. XIIII. IMP. DN. N.<br />

TIBERIO CONSTANTINO PP. AUG. ANNO VII.<br />

75


ET PC. EIUDEM ANNO III.<br />

==============================================================<br />

Hic requiescit in pace<br />

Sanctus Valens Episcopus<br />

qui vixit annos plus minus<br />

LXXXV, et sedit episco-<br />

patum anno VIII.<br />

Portasi dal Biancolino L. 1 delle Chiese di Verona, p. 103. Dicesi dell'anno 531.<br />

==============================================================<br />

Anche il Muratori spiega Vir Clarissimus quelle sigle V.C. Non ispiega le altre PC.<br />

dell'ultimo verso; ma che vogliono dire Post Consulatum non occorre dubitarne, certo<br />

essendo che nel 567 Giustino secondo imperatore, immediato antecessore di Tiberio<br />

Costantino, Consul processit, et Consulatum ordinarium a privatis ad imperatores<br />

transtulit, eumque perpetuum esse voluit, come avvisa il P. Francesco Pagi To. 1<br />

Breviarii gestorum Rom. Pont. edit. Ven. 1730 al fine de' Fasti consolari pag. 489. Se<br />

alcuno poi pensasse che il Cabriolo fosse un altro defunto, io gli aggiugnerei, che<br />

secondo un documento recato dall'Ughelli To. 4 Italiae Sacrae, col. m. 217 nel 1341 fu<br />

testimonio di un atto pubblico in Milano Cabriolus de Puteobonello civis mediolanensis<br />

per provare, che tal nome un dì fu in uso. Anche nel codice di Giustiniano più volte si<br />

trova la data Post Consulatum Lampadii, et Orestis VV. CC. anno secundo 532. Post<br />

Consulatum Lampadii, et Orestis VV. CC: 530. Post Consulatum Lampadii, et Orestis<br />

VV. CC. 531. Post Consulatum Felicis, et Tauri VV. CC. etc.<br />

Ora 14 giugno 1795 credo, che la pietra dica annos LVI, cioè quinquaginta sex,<br />

perché un L. simile per dire anno LXXXV trovasi anche in una pietra veronese del 531<br />

quantunque altri L siano in essa ben formati, e differenti dal numerale. Si vegga il<br />

Biancolini L. 1 delle Chiese veronesi pag. 103. In essa v'ha Kal. Aug. P.C. Lampadi, et<br />

spiegasi post Consulatum Lampadii 249 .<br />

713. 1791<br />

A monsignor Spleni vescovo di Vaccia in Ungheria.<br />

Eccellenza R.ma.<br />

Spinta dal bisogno, ed incoraggiata dalla notizia, che tengo della singolare umanità<br />

di Vostra Eccellenza R.ma, prendo l'ardimento di presentarmele innanzi per supplicarla<br />

di una grazia. Essendo più di due mesi, che non ho ricevuto alcuna lettera dal suo<br />

canonico a latere Leonardo Ciani mio fratello carissimo, quantunque per altro sia stato<br />

solito di scrivermi almeno ogni mese, ed io gli abbia scritto due lettere, ch'esigevano<br />

pronta risposta, sospetto fortemente, ch'egli sia impedito da qualche grave infermità, od<br />

altro simile sinistro. Quindi non avendo altri, a cui ricorrere, supplico umilissimamente<br />

V.E. R.ma, che voglia degnarsi di commettere a qualche suo cortigiano il darmi un<br />

sincero, e distinto ragguaglio dello stato del predetto mio fratello. E sperando di venire<br />

favorita, e graziata, le chiedo mille scuse del forse troppo avanzato mio ardimento, e col<br />

più profondo rispetto le bacio il sacro lembo. Trento 16 agosto 1791.<br />

Di V. E. R.ma<br />

Um.ma, div.ma, osseq.ma serva<br />

249 Il P. Dan. Papebrochio Bollandista To. V iunii pag. 260 porta dal libro intitolato Caemeterium Nolanum,<br />

questa inscrizione: Dep. Sanc. Felicis Episc. V. Id. Febrs pos. Cons. Faus. Fl. V.C., e segue dicendo id est Depositio<br />

S. Felicis Episcopi V Idus Februarias, post Consulatum Fausti Flavii viri clarissimi, id est anno 484.<br />

76


Maria Rosa Ciani.<br />

Fuori.<br />

A Sua Eccellenza R.ma<br />

Monsignor Francesco Saverio barone Spleny<br />

degnissimo vescovo di Vaccia250 .<br />

Vienna<br />

Buda<br />

Vaccia.<br />

NB. Questa lettera non fu spedita, perché ai dieci venne lettera del sig. canonico<br />

sano e salvo da Vaccia.<br />

714. 1791<br />

Al P. Pietro Grisologo da Roveredo. Roma. S. Francesco a Ripa.<br />

M.R.P.P.C.<br />

Non vedendo il chiesto riscontro all'ultima, che ho scritto a S.P.M.R. con data degli<br />

8 luglio, le replico, che i già noti libri sono stati trasportati tutti a Bassano colla spesa di<br />

Lire venete 224, soldi 17 e mezzo: e che secondo l'accordato faccia passare nelle mani<br />

del signor barone Giambattista Trentini collegiale in Roma Lire venete 194, soldi 17 e<br />

mezzo, che fanno scudi romani 18, baiocchi 18. Questo si è il debito contratto<br />

coll'ill.mo signor barone Sigismondo padre del lodato signor barone Giambattista. La<br />

prego dunque un'altra volta di farlo soddisfare presto, come ha promesso, e di avvisarmi<br />

di tal soddisfazione, non veggendo l'ora di cavarmi da un così fatto impiccio. E<br />

baciandole divotamente le sacre mani mi dico. Trento 16 agosto 1791 251 .<br />

Di S.P.M.R. Um.mo, div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

715. 1791<br />

Al sig. Sigismondo Saverio barone Trentini. Povo.<br />

Ill.mo sig. sig. e padrone graziosissimo.<br />

Rimandando la lettera romana 252 rendo sicura V.S. ill.ma, che ho replicato al P.<br />

Pietro Grisologo le mie premure, perché soddisfaccia il noto debito con prontezza, e che<br />

diami avviso della seguita soddisfazione. Può essere, ch'egli sia lontano da<br />

Castelgandolfo, e che la mia prima lettera stiassene aspettando là il di lui ritorno.<br />

Vorrei, che il signor don Antonio Longis s'interessasse anche ora dopo, che il debito è<br />

fatto, se non altro con iscrivere al detto Padre: ma per questa volta non penso bene di<br />

scrivergli, perché spero, che in breve sarò inteso dal mentovato Padre. Prego umilmente<br />

V.S.Ill.ma di compatire il disturbo, e con tutto l'ossequio riverendola resto. S.<br />

Bernardino 15 (sic) agosto 1791.<br />

Di V.S. ill.ma, cui aggiungo, che non capisco come la sua lettera de' 9 sia giunta in<br />

Roma soltanto li 22 luglio. Così sarà succeduto anche alla mia dello stesso giorno<br />

destinata più lontanamente 253 . Um.mo, div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Gio. Grisostomo da Volano.<br />

250 Consigliero cesareo exgesuita. Anche nel 1795. Egli è morto in Vaccia li 22 dicembre 1795, senza<br />

testamento. Diventò vescovo di Vaccia nel 1787, essendo canonico di Tirnavia. Quella è vacante ancora nell'ottobre<br />

del 1801.<br />

251 Spedita 17. Fu ricevuta dal P. Grisologo in Castel Gandolfo che rispose li 26 agosto.<br />

252 Del barone Giambattista Trentini figlio nel Collegio Germanico.<br />

253 La mia diretta Roma. C. Gandolfo, non è giunta né pure ai 7 agosto. Né ai 12 settembre.<br />

77


716. 1791<br />

Al P. Crescenzio di Borgo. Arco. Le Grazie.<br />

R.P.P.C.S.L.G.C.<br />

Cedendo alle molte gagliarde istanze di V.P.R. ho disteso, dirò meglio abbozzato,<br />

in tre alquanto differenti forme l'epitafio del poc'anzi defunto nostro benemeritsisimo<br />

signor arciprete di Nago (Giuseppe Zanfranceschi di Nago). Qui dunque complicato<br />

glielo spedisco tal quale sortì dalla mia rozza penna, senza sapere, se vogliasi esporre in<br />

chiesa, o nel cimitero, o sopra la sepoltura: ed essendo privo di quelle notizie particolari,<br />

che avrebbero potuto servirmi, rapporto al soggetto da lodarsi 254 . La prego d'insinuare ai<br />

signori Zanfranceschi, che si compiacciano di aggradire la mia buona volontà, e di<br />

ringraziarli delle finezze, che mi han fatto nel mio passaggio; e bramando, che a<br />

quest'ora la P.V.R. sia libera dal sovraggiuntole malore 255 , mi raccomando in precibus,<br />

la riverisco, e resto. Trento 16 agosto 1791.<br />

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

717. 1791<br />

Al sig. arciprete Gio. Franc. Pedtri. Roma. All'Anima.<br />

R.mo sig. sig. e padrone colendissimo.<br />

Alla sua lunghissima de' 27 luglio debbo risponder brevemente, perché non mi<br />

ritrovo in istato di renderla soddisfatta. Non ho tempo, e sono privo di quegli aiutanti,<br />

che V.S.R.ma suppone a mia disposizione. Non si quai documenti Ella voglia per la sua<br />

opera, troppo ampia essendo la sua dimanda, e la facoltà compartitami. Egli è un gran<br />

che certamente, che a V.S.R.ma non riesca di trovare in Roma qualunque libro! Se ora è<br />

assente il sig. cardinale Garampi 256 , non mancherà il di lui bibliotecario. I libri ricercati<br />

non sono tanto piccioli, che facilmente possano confondersi con altri, tanto più, che<br />

sono ben legati 257 . Io non ho mai veduta la Storia ecclesiastica vicentina del Padre<br />

Francesco Barbarano Cappuccino: né so dove si ritrovi. Per altro ella è divisa in due<br />

tomi in 4° stampati in Vicenza negli anni 1649 e 1752. Ambrogio Franco di Arco<br />

nacque nel 1559 e morì nel 1611. Egli ha scritto il Martirio del Beato Simone trentino:<br />

Historiam Familiae Arcensis: Comitum Arci prosapiam, Codice diplomatico: Lettere,<br />

Orazioni, Rime, Versi ecc. Ho letto, che la cattedrale di Trento portò primieramente il<br />

titolo del Salvatore: poi da san Vigilio fu ampliata, e dedicata ai ss. Gervasio, e Protasio<br />

martiri, le reliquie de' quali furono scoperte in Milano da s. Ambrogio nel 386 2<strong>58</strong> e che<br />

finalmente fu intitolata a san Vigilio da Eugippio immediato di lui successore. De'<br />

predetti due santi martiri noi trentini facciamo l'officio doppio, mercé che olim ecclesiae<br />

cathedralis Trid. titularium, come fu sempre notato, e notasi al giorno d'oggi<br />

nell'Ordinario del divin officio. Essi sono stati martirizzati nel secolo secondo.<br />

L'invenzione de' loro corpi accadde, come dissi, nel secolo quarto, ed in questo da san<br />

Vigilio fu loro dedicata la chiesa di Trento.<br />

La tradizione costante de' trentini è d'essere stati convertiti alla santa fede di Gesù<br />

Cristo Signor nostro per mezzo de' santi Ermagora e Fortunato nel primo secolo<br />

254<br />

Può leggersi To. 2 Variarum Inscript. 1366, 1367, 1368. Vuolsi porre sopra la pietra sepolcrale nel cimitero.<br />

255<br />

delle convulsioni.<br />

256<br />

Morì li 4 maggio 1792 in Roma.<br />

257<br />

I libri bonelliani delle Notizie trentine.<br />

2<strong>58</strong><br />

"S. Ambrogio fece drizzare fuora della città di Milano quattro orrevoli tempii, e gli dotò de' beni della setta<br />

ariana. Il primo fu in onore di san Gervasio e Protasio". Così Bernardino Corio nelle Istorie di Milano parte 1, al 387,<br />

pag. 13, edit. venetae 1554, in 4°.<br />

78


cristiano. Quindi li medesimi Santi nell'Ordinario dell'officio divino diconsi Fundatores<br />

Eccl. Trid. La ringrazio dell'esibizioni, e delle notizie comunicatemi. Ho manifestato a<br />

due Mezzolombardi quella, che riguarda il signor don Francesco dal Monaco bravo<br />

ebraico 259 . Godo sentendo, ch'Ella viene aggredita da cotesti signori accademici. Io non<br />

ho da notificarle altro di notabile, se non che il signor arciprete di Nago suo vicino è<br />

morto. Dai di lui parenti sono stato incombenzato di tessergli un epitafio. Eccolo:<br />

D.O.M.<br />

Iosepho Zanfrancisco<br />

Iuniori etc. etc., come To. 2 Variar. 1367.<br />

Ho ancora scritto molto, e più di quello, che aveva ideato, senza però evacuare le<br />

sue ricerche. La prego di compatirmi; e con tutto il rispetto, ed ossequio riverendola<br />

resto. Trento 22 agosto 1791.<br />

Di V.S. R.ma<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Grisostomo di Volano.<br />

NB. Ho aggiunto le iscrizioni di Gennaro, di Scanzio, e di Massimeno.<br />

718. 1791<br />

Al P. Pietro Crisologo di Roveredo. Roma. Castelgandolfo. S. Francesco 260 .<br />

M.R.P.P.C.<br />

Questa si è la terza volta, che notifico a S.P.M.R. la spedizione già fatta de'libri<br />

bonaventuriani sino a Bassano, avendogliela scritta gli 8 luglio, e li 16 del corrente.<br />

Dalla sua de' 7 di questo comprendo, che la mia degli 8 non erale ancora giunta. Mi<br />

spiace così fatta tardanza, e non vorrei, che si smarrisse, anche perché in essa le ho dato<br />

la lista minuta delle spese. In caso, che non le pervenisse, e desiderasse la detta lista, mi<br />

avvisi. Frattanto le dico, che l'ill.mo signor barone Sigismondo Trentini per la detta<br />

spedizione va creditore di Lire venete 194, soldi 17 e mezzo, che fanno Scudi romani<br />

dicidotto, e baiocchi dicidotto. Io scriverò al lodato signor barone dimorante ora in<br />

Povo, che la tardanza della soddisfazione deriva unicamente dal non esserle giunta la<br />

mia lettera: e forse gli manderò una cartuccia da spedire al sig. barone Giambattista,<br />

perché la mostri al sig. don Antonio de Longis.<br />

La detta spedizione fu fatta ne' primi di giugno. Le ballette furono 21 tutte dirizzate<br />

al nostro P. Guardiano di Bassano, secondo la diserzione datami dal P. Letterario di<br />

Venezia, il quale mi parve contrario al riceverle. Io non so dove ora si trovino. Né pur<br />

so di certo quanti sieno i tomi. Credo però, che sieno circa 320, e che sieno del secondo<br />

e del terzo. Non ho trattenuto né meno un foglio. Ho loro aggiunto anche molte copie<br />

dell'immagine del Santo da premettersi al primo, senza riserbarne una.<br />

Supponeva, che il predetto P. letterario carteggiasse con Roma su di tal negozio. Io<br />

non iscrivo altro al medesimo. Bensì bramo di esser presto accertato, che il debito sia<br />

soddisfatto, e che così resti finito il lungo affare. Mi consola il sentire, ch'eziandio a<br />

259 Franciscus dal Monego de Medio s. Petri presb. et cooperator parochi petrimediensis anno 1789 aetatis 26.<br />

Idem ano 1794 fuit carceri mancipatus Romae a Sancta Inquisitione in arce s. Angeli ceu tamburinista, et riccista.<br />

Anno 1795 damnatus ad semestre exercitiorum spiritualium. Anno isto...<br />

260 Questo Padre predicando nella Quaresima del 1797 nella terra di Colonna della diocesi di Frascati, dopo una<br />

malattia infiammatoria di sei giorni cessò di vivere ai cinque di aprile 1797, in età d'anni 69, nella detta terra, assistito<br />

da quel parroco, e da tre nostri Padri Riformati. Pervenne a Trento la notizia di ciò li 22 aprile 1797 scritta dal P.<br />

<strong>Provincia</strong>le con data di Roma, nominato F. Orazio di Vignanello.<br />

79


S.P.M.R. preme lo stesso, e sperando, che ciò si effettui presto, con tutta la stima, e<br />

venerazione la riverisco, e mi professo. Trento 27 agosto 1791 261 .<br />

Di S.P.M.R., cui aggiungo, che forse le mie lettere saranno arenate in s. Francesco a<br />

Ripa: e che ho spedito al sig. barone l'accennata cartuccia.<br />

Um.mo, duv.mo, obbl.mo servo<br />

F. Gio. Grisostomo di Volano.<br />

719. 1791<br />

Al sig. barone Sigismondo Trentini. Povo.<br />

Ill.mo sig. sig. e padrone colendissimo.<br />

Il P. Pietro Crisologo con data de' 7 del corrente mi scrive da Castelgandolfo, che<br />

ha inteso dal signor don Longis esser già stata fatta la spedizione de' libri: ma che da me<br />

non ne ha ricevuto alcun riscontro; e quindi mi fa istanza, che glielo dia presto, perché<br />

anch'egli possa fare con pontualità il dovuto rimborso. Dunque il ritardo di questo<br />

deriva dal non essergli ancora giunta la mia lettera de' 9 luglio. Gli ho replicato ai 16<br />

dell'andante, e gli scriverò la terza volta mercoledì prossimo. Ma per accelerare il<br />

negozio, che forse viene ritardato dall'esser dirette le mie lettere ad un Frate, ed a quel<br />

Frate, mando a V.S. ill.ma qui complicata una cartuccia, che potrebbe inserirla in una<br />

sua all'ill.mo sig. abate barone Giambattista suo figlio 262 , il quale poi potrebbe darla al<br />

suddetto signor don Longis. E facendole umilissima riverenza resto. Di s. Bernardino 28<br />

agosto 1791.<br />

Di V.S.ill.ma<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Gio Grisostomo da Volano.<br />

La cartuccia è questa.<br />

Io sottoscritto attesto, e confesso, che l'ill.mo signor barone Sigismondo Trentini di<br />

Wolgersfeld per al spedizione de' libri bonaventuriani fatta da Trento a Bassano deve<br />

essere rimborsato di Lire venete 194, soldi 17 e mezzo, dico centonovantaquattro, soldi<br />

diciassette, e mezzo, che fanno Scudi romani dicidotto, e baiocchi dicidotto. Dato in<br />

Trento li 27 agosto 1791<br />

F. Giangrisostomo di Volano<br />

Vicario de' Minori Riformati.<br />

720. 1791<br />

Al P. Dionigi di Castel San Giovanni. Piacenza. Borgonovo.<br />

R.P.P.C.S.L.G.C.<br />

Sino dai 22 dell'andante l'involto delle due pezze, che brama S.P.R. sta presso il<br />

Vicario del convento di Borgo, mio fratello, il quale avrà tutta la sollecitudine per farlo<br />

giugner a Venezia per mezzo del primo Terziario, che porterassi a quella volta. Ho<br />

attaccato al medesimo un cartello di cartapecora coll'iscrizione: Venezia s. Bonaventura.<br />

Bologna all'Osservanza. Piacenza. Borgonovo. Bramo di sentire, che sia giunto presto,<br />

261<br />

Spedita 31. Arrivò al suo destino avanti li 12 settembre. Ebbi risposta li 28 sett. data li 12 e li 27 ottobre data<br />

li 10 ottobre.<br />

262<br />

Dimorante nel Collegio Germanico di Roma.<br />

80


e salvo, e che riesca di aggradimento intero 263 . Frattanto la riverisco, e resto. Trento, s.<br />

Bernardino 28 agosto 1791.<br />

Di S.P.R, cui aggiungo, che stiamo aspettando qui per nostro podestà il sig. Gio.<br />

Domenico Romagnosi di Piacenza 264 , il quale sarà il terzo podestà nostro piacentino,<br />

essendo stato il primo Giambattista Moragio nel 1565 ed il secondo Giambattista<br />

Ponginibio nel 1579.<br />

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano.<br />

721. 1791<br />

Al P. Cirillo de' Rossi da Revò Guardiano. Pergine.<br />

R.P.P.C.S.L.G.C.<br />

Annessa a questa ritroverà la copia della pergamena, che mi ha mandato per mano<br />

del P. Giangiacomo da Tiarno, e la stessa pergamena. La ho fatta bensì con attenzione;<br />

ma temo di non aver sempre rilevato il vero 265 . La prima riga è troppo oscura, e<br />

smarrita 266 . Il Thenae, lo Sbaldotus, il Posser, il Melchioris dell'Antonioli, ed il Bret,<br />

forse da altri si rileveranno meglio altramente 267 . Sebbene queste coselle non<br />

appartengono all'essenziale, rapporto al quale credo di esse sicuro, e che ognuno possa<br />

credersi sicuro. Aspetto qualche occasione opportuna per rimandarla, non avendo in<br />

pronto alcuno da mandare apposta 268 . Se mi suppone atto per servirla ulteriormente, mi<br />

comandi, poiché sempre mi troverà quel desso, che riverendola divotamente mi<br />

professo. Trento 2 settembre 1791.<br />

Di S.P.R. Div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Grisostomo.<br />

722. 1791<br />

Al sig. arciprete Gio. Francesco Pedri de' Mandelli. Roma.<br />

R.mo sig. sig. e padrone colendissimo.<br />

Il signor Giacomo Salvadori 269 è venuto apposta per mostrarmi la lettera di<br />

V.S.R.ma. Ho letto quel paragrafo, che risguarda me. Onde le rispondo, che quantunque<br />

abbia impiegato del tempo per ritrovare quanto Ella mi dimanda,non mi è riuscito di<br />

trovarlo. Io non ho mai veduto rubricisti del rito ambrosiano. Il Gavanto, ed il Merato<br />

dove trattano de' colori usati dalla Chiesa romana, niente dicono dell'ambrosiana. In<br />

Roma senza dubbio potrà su di ciò venire istruita da più di un milanese ambrosiano.<br />

Parimente in vano ho cercato il Martirologio Ambrosiano. Rapporto però ai Santi Magi,<br />

ed alla traslazione de' loro corpi da Milano a Colonia 270 , le dico, che veda i PP.<br />

Bollandisti, e l'opera del P. Ermanno Crombach Gesuita, intitolata Primitiae gentium,<br />

seu historia ss. Trium Regum Magorum Euangelicorum. Coloniae Agrip. apud Ioan.<br />

Kinchium 1654, To. 3 in fol. Le aggiungo, che nel 1737 il nostro stampatore<br />

Giambattista Parone dedicando un libro 271 al signor Conte Enrico Bissari nobile<br />

263<br />

È giunto, ed è riuscito di tutto l'aggradimento, siccome imparo da lettera data li 24 ottobre 1791 da<br />

Borgonovo dallo stesso P. Dionisio.<br />

264<br />

Venne lo stessissimo giorno 28 circa le undici di mattina.<br />

265<br />

Videsis To. 2 Compend. diplom. n. 427.<br />

266<br />

*Stinta.<br />

267<br />

La carta si è del sig. Vinciguerra perginasco.<br />

268<br />

La mandai nella sera dello stesso giorno.<br />

269<br />

Salvadori di Pergine dimorante in Trento.<br />

270<br />

Furono trasferiti da Milano a Colonia nel 1162, ex Crombach Videsis To. 1 Variar. Inscript. 1257.<br />

271<br />

La Istoria Passiana di s. Gio. Nepomuceno.<br />

81


vicentino, lodò la di lui critica, ed erudizione mostrata in due dissertazioni, che sebbene<br />

degnissime della pubblica luce, andavano manuscritte per le mani de' savi, e disse, che<br />

nella prima composta ad istanza di monsignor Daniello Delfino patriarca d'Aquileia,<br />

con la scorta de' migliori critici, storici, e de' martirologi compilatori ha ritrovato la vera<br />

patria, l'anno del martirio, la traslazione, ed il luogo dove riposano le sacre reliquie de'<br />

suoi santissimi concittadini Fortunato e Felice. Io suppongo, che non sarà impossibile il<br />

ritrovare una copia della lodata dissertazione, quand'anche fosse tuttavia inedita. E<br />

riverendola resto. Trento, s. Bernardino 5 settembre 1791 272 .<br />

Di V.S.R.ma<br />

P.S. La prego de' miei ossequi al signor abate Antonio de Longis, e di notificargli,<br />

che aspetto risposta dal P. Pietro Grisologo di Roveredo, cui ho scritto tre volte dagli 8<br />

di luglio in qua rapporto alla già fatta spedizione de' libri bonaventuriani: e che al signor<br />

barone Trentini ho dato un attestato di tale spedizione da far passare a Roma.<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Gio. Crisostomo di Volano.<br />

723. 1791<br />

Al sig. don Francesco Guglielmi. Pergine.<br />

Molto illustre, e molto rev. sig. sig. padrone colendissimo.<br />

Ai tre quesiti propostimi da V.S. molto illustre, e molto rev. rispondo senza<br />

cerimonie in questo modo.<br />

Al primo. La Messa votiva solenne per motivo grave, o per causa pubblica della<br />

Chiesa, si dice sempre con una sola orazione, eccettuata soltanto la Messa di<br />

ringraziamento, nella quale sotto una chiusa sola si aggiugne l'orazione Deus, cuius<br />

misericordiae. Si dice pur sempre, anche in domenica, l'ultimo Evangelio di s. Giovanni<br />

In principio. Il prefazio proprio, se lo ha tale, altrimenti, quello,che dicesi nelle altre<br />

Messe di quel giorno. Così pure il Communicantes, ed Hanc igitur, che occorrono in tal<br />

giorno, quantunque non fosse stato detto il prefazio corrispondente. Il Gloria in excelsis<br />

si tralascia solamente quando la Messa si canta col colore pavonazzo. Il Credo si dice in<br />

tutte le domeniche, e quando non si adopera il colore pavonazzo. In fine si dice l'Ite<br />

Missa est soltanto quando sia stato detto il Gloria in excelsis: e ciò senza l'Alleluia<br />

anche nel tempo pasquale. Nell'orazione si tralascia, essendovi, l'hodie, oppur hodierna<br />

die: e si muta il natalitia, o solemnia in commemorationem etc. se l'introito comincia<br />

Gaudeamus etc., si muta, pigliando dal comune. Il colore si è quello, che corrisponde<br />

alla qualità della Messa, e ciò tanto rapporto al celebrante, ed ai sacri ministri, quanto<br />

all'altare. L'accennata Messa però non è sempre lecita; poiché la Sacra C. de' Riti con un<br />

suo decreto segnato li 27 marzo 1779 ha eccettuato li doppi di prima classe: le<br />

domeniche privilegiate: le ferie delle Ceneri, e della Settimana Santa: le veglie della<br />

Pentecoste, e del Santo Natale.<br />

Al secondo. Il color d'oro può servire per bianco, rosso, e verde; ma non per<br />

violaceo, e nero.<br />

Al terzo. Il camice, cui si aggiungono le maniche nuove, dee nuovamente benedirsi.<br />

Così strettamente debbo rispondere, perché non mi è dato tempo: e quindi senza più<br />

riverendola resto. Trento, s. Bernardino 6 settembre 1791.<br />

Di V.S. molto illustre e molto rev.<br />

Um.mo, div.mo, servo in Cristo<br />

272 Spedita li 7 mercoledì.<br />

82


F. Giangrisostomo di Volano.<br />

L'accennato prete, che ha <strong>58</strong> anni di età, e dimora per altro in Desenzano, luogo<br />

notabile della diocesi di Verona, e del distretto bresciano, su la riva del lago di Garda,<br />

mi scrive, che li mentovati quesiti sono stati fatti a Desenzano. Ho dovuto rispondergli<br />

subito subito per mezzo del suo messo.<br />

724. 1791<br />

Al P. Giuseppe da Zoldo. Venezia. s. Bonaventura 273 .<br />

R.P.P.C.<br />

Ho inteso da Fra Vito di Panone, come S.P.R. supponeva di tenere a mia<br />

disposizione quelle sessanta Lire, che nello scorso gennaio ha ricevuto da Bologna: e<br />

che ultimamente le ha fatte passare, e servire a pro di questo convento. Ciò mi spiace,<br />

perché mi apporta un nuovo impiccio. Io con data de' 20 del predetto gennaio le ho<br />

scritto, che venendo da Bologna le accennate lire le trattenesse, e le mettesse a conto di<br />

san Bonaventura. O che quel mio foglio s'è smarrito, o che S.P.R. oppressa da tante altre<br />

faccende, non si ha ricordata di lui. Pazienza. Ho già pregato il mio Padre Guardiano<br />

affinché supplisca, e son sicuro, che lo farà colla prima occasione.<br />

Da questo doganiere sono stato accertato, che i noti libri bonaventuriani furono<br />

trasferiti a Bassano. Ho scritto più volte a Roma, che la traslazione già è stata fatta; ma<br />

non posso aver alcuna risposta: bensì vengo ricercato se sia stata fatta: segno manifesto,<br />

che le mie lettere non sono giunte al loro destino: e che né pure S.P.R. ha ragguagliata<br />

Roma su di tal negozio. Atteso ciò, che mi fu scritto da Roma, io supposi, ch'Ella<br />

carteggiasse colla medesima città eziandio rapporto al predetto negozio, del quale io me<br />

ne laverò le mani subito, che intenderò, che in Roma sia stata soddisfatta la spesa qui<br />

fatta della spedizione 274 : e nello stesso tempo finirò d'esser molesto per al medesima a<br />

S.P.R., cui m'inchino protestandomi. Trento, s. Bernardino 10 settembre 1791.<br />

Di S.P.R. Div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Gio. Crisostomo di Volano.<br />

725. 1791<br />

A. S. E. Conte canonico Girolamo di Lodrone arciprete di Villa.<br />

Stimolato replicatamente rispondo, che la già divolgata novità del calendario<br />

trentino per l'imminente anno 1792 consisterà in questo, che non sarà notato in esso<br />

alcun officio de feria, o vigilia non privilegiata, né de simplici. Li vacui poi saranno<br />

riempiti da altrettanti Santi occorrenti nel martirologio romano, con officio semiduplici<br />

ad libitum, e tutto tratto dal rispettivo comune.<br />

Rapporto alle domeniche, ai giorni infra octavam, ed agli offici votivi de SS.<br />

Sacramento, e de Conceptione B.M.V. si osserverà il praticato negli anni scorsi.<br />

Finalmente circa l'autorità rispondo, esser quella stessa, che ordinò l'inserimento di<br />

diciassette offici doppi minori nel calendario dell'anno 1784, cioè di s. Biagio, s.<br />

Valentino, s. Gio. Limosiniero, s. Gottardo etc. = Così ho scritto li 13 settembre 1791<br />

stimolato dall'ill.mo sig. abate Giuseppe Manci di Trento e dall'eccell.mo sig. medico<br />

Benvenuti di Nomi, incombenzati dal detto sig. arciprete, e venuti apposta in convento.<br />

273 Questo Padre non più letterario nel settembre del 1792. Ora è P. Giuseppe Maria di Arcignano.<br />

274 Fu soddisfatta, come li 21 settembre ho inteso da una lettera del P. Grisologo data da Castel Gandolfo 26<br />

agosto 1791, e li 24 settembre mi ha detto il sig. barone Sigismondo Trentini.<br />

83


L'ho mandato al detto sig. Mancio senza il mio nome, e senza quello dell'arciprete, a<br />

Ponte Cornicchio.<br />

726. 1791<br />

Al P. Gio. Antonio da Piano Vicario. Cavalese.<br />

R.P. sia lodato Gesù Cristo Signor nostro.<br />

Ho il contento di poter notificare a S.P.R. che ai quindici del corrente in questa<br />

nostra chiesa ho dato il nostro sacro abito in qualità di Terziario commensale, al suo<br />

penitente Bartolommeo Tommasini, col nome di Fra Pacifico da Valfloriana 275 . Egli<br />

trovasi tuttavia sano, e contento, e si diporta in modo, che piace a tutti, e tutti sperano,<br />

che così continuando sia per fare un profitto non ordinario. Per carità lo raccomandi a<br />

Sua Divina Maestà acciocché gli doni la perseveranza nell'intrapresa carriera: e nello<br />

stesso tempo raccomandi anche me, che debbo aver cura di lui: e se giudica bene<br />

consoli colla riferita notizia li di lui parenti 276 . La riverisco, e resto. Trento 28 settembre<br />

1791.<br />

Suo div.mo servo, e amico<br />

F. Grisostomo.<br />

727. 1791<br />

Al P. Pietro Crisologo di Roveredo. Castel Gandolfo. S. Francesco 277 .<br />

M.R.P.P.C.<br />

Dal signor barone Sigismondo Trentini, e dalla lettera di S.P.M.R. segnata li 26<br />

agosto, sono stato accertato finalmente, che il debito contratto col predetto signor<br />

barone fu soddisfatto. Così anch'io resto soddisfatto. Rapporto alle notizie, che mi<br />

ricerca risguardanti la spedizione, il numero, e la qualità de' libri, le ho già risposto con<br />

un'altra mia data li 27 agosto, e dirizzata a Castel Gandolfo, cui aggiungo, che tra' detti<br />

libri sonovi anche delle copie del tomo primo: e che né pur ora so dove sieno i libri da<br />

me spediti a Bassano, quantunque su di ciò abbia scritto al P. letterario di Venezia li 10<br />

del corrente, e gli abbia significato, che Roma desidera di sapere dove siano. Io non gli<br />

scriverò più su di tal negozio, e lascerò, che gli scrivano i romani. Egli tiene tutto ciò,<br />

che si trovava in Trento spettante alle opere di san Bonaventura. Godo, che tale<br />

translazione sia stata fatta, anche perché l'aria di questi paesi al giorno d'oggi è troppo<br />

corrotta. Mi spiace la moderna tardanza, ed anche infedeltà delle poste; e baciandole<br />

riverentemente le sacre mani mi professo. Trento27 settembre 1791 278 .<br />

Di S.P.M.R. Um.mo, div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Gio. Grisostomo da Volano.<br />

P.S. Il nostro P. Arcangelo dopo, che fu rieletto <strong>Provincia</strong>le s'è ammalato, e<br />

continua indisposto tanto, che non può girare ecc.<br />

728. 1791<br />

Al P. Filippo Panizza da Metz Tedesco Vicario in Metz Lombardo.<br />

Riv.mo Padre Vicario S.L. Gesù Cristo S.N.<br />

275 Poi professo collo stesso nome.<br />

276 Madre, e fratello, e cognata.<br />

277 Questo Padre fu creato presidente della Penitenzieria lateranese in Roma nel 1792 sul principio di gennaio.<br />

Prese il possesso nella domenica di Quinquagesima li 19 febbraio, anniversario della sua partenza da Roveredo.<br />

Cessò li 9 giugno 1795 perché fu decretato, che tale officio in avvenire non duri più di tre anni.<br />

278 Con data di Castel Gandolfo 10 ottobre mi ha rispsto di aver ricevuta questa lettera.<br />

84


Appena, che intesi dal Padre <strong>Provincia</strong>le l'infausta nuova della morte della signora<br />

madre 279 ecc. In caso, che i signori canonici michelitani 280 la incombenzassero anche in<br />

quest'anno di scrivermi, e di ricercarmi, se nell'Ordinario del 1792 sienvi delle cose<br />

nuove, dica loro, che non vi sarà uffizio alcuno de feria non privilegiata, oppure de<br />

simplici: che in luogo di loro vi saranno uffizi di Santi tutti semidoppi ad libitum, e<br />

niente altro. Così ho dovuto comporlo per ubbidire, come ho dovuto ubbidire quando<br />

composi l'Ordinario del 1784 cui aggiunsi diciassette uffizi doppi. Preghi S.D.M. che mi<br />

perdoni, e veda di conservarsi. Trento 14 ottobre 1791.<br />

Suo div.mo servo F. Crisostomo.<br />

729. 1791<br />

Alla sig. Elissabetta Marzani detta Benetti. Roveredo.<br />

Sia lodato Gesù Cristo Signor nostro clementissimo.<br />

Edificato della carità, e premura mostrata dalla R.M. Teresa, rimando pontualmente<br />

la di Lei moneta, perché anche senza di essa già da molto tempo fu conchiusa la pace<br />

per parte della Michelina, la quale ringrazia vivamente la detta Madre, la prega di<br />

aiutarla colle sue fervorose orazioni, e di restare persuasa, che le cose non sono tutte<br />

tali, quali furono a Lei esposte. Io poi penso bene di non aggiugner altro a questo, se<br />

non se che vorrei non aver mai da trattare con simil sorta di gente: e riverendole<br />

ambedue mi dico. Trento 31 ottobre 1791<br />

Suo div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Gio. Grisostomo da Volano.<br />

730. 1791<br />

A Sua Altezza R.ma Monsig. Vescovo, e Principe di Trento.<br />

Altezza R.ma<br />

Giovanni Battista Fontanari fedelissimo suddito di V.A.R.ma, ed abitante fuori<br />

dalla Porta di Santa Croce 281 sull'orto del signor dottore (Bernardino) Busetti, spinto da<br />

vera necessità la supplica umilissimamente, che per amore di Dio signor nostro, e per<br />

effetto della sua paterna benignità, e clemenza, voglia farlo scrivere nel numero di que'<br />

poveri, cui a titolo di mera limosina d'ordine di V.A.R.ma ogni sabato vien data certa<br />

quantità di pane. Egli ha il peso di mantenere la sua madre poco meno, che ottuagenaria,<br />

la sua moglie incinta, e due suoi fanciulletti. A questo si aggiugne, ch'esso è di così poca<br />

buona, e tanto cagionevole salute, che non può ritrovare alcun rimedio ai suoi malori.<br />

Supplica dunque un'altra volta per l'accennata limosina: della quale Iddio ecc.<br />

Così ho scritto pregato gli 8 novembre 1791. Al di fuori ho fatto: A Sua Altezza<br />

R.ma Monsignor Vescovo, e Principe di Trento ecc.<br />

Ottenne la grazia di due bine di pane per ogni sabato ad trimestre. Una bina ha<br />

cinque pani.<br />

731. 1791<br />

Alla sig. Giovanna Francesca Bettina ex badessa. Roveredo.<br />

Molto rev. madre sia lodato Gesù Cristo Signor nostro.<br />

279<br />

Nata Scaria.<br />

280<br />

nominatamente il sig. canonico don Giovanni Nepomuceno Styglmayr di Bolzano conf. di anni 54 seniore<br />

del Collegio.<br />

281<br />

nello stradone di s. Bernardino vecchio.<br />

85


Rendo certa e sicura la R.V. che ho ricevuto, e consegnato fedelmente il<br />

trasmessomi quartale a S. Michelina, la quale perciò la ringrazia, e la prega di<br />

continuarle la sua materna carità. Ella avrà più volte sentito parlare della medesima, e<br />

specialmente nell'ultima scorsa fatta da chi si lamenta di essa: quindi l'avviso, che<br />

sospenda il suo giudicio, e creda, che per farlo retto conviene sentire ambedue le parti.<br />

Tutti si lusingano di aver ragione da vendere: ed io credo, che sia impossibile il<br />

conciliare tal sorta di gente. Se potessi, molto volentieri me ne disfarei di essa, e così<br />

risparmiare molto tempo, avrei meno dispiaceri, e cesserei di essere il bersaglio delle<br />

loro lingue. Per altro io fo quello, che mi par bene, sopporto, ed offerisco al Signor<br />

Iddio. Per carità mi raccomandi al medesimo, procuri di conservarsi, e mi creda quel<br />

desso, che riverendola colle sue, a nome anche di suor Michelina, mi dico. Trento 9<br />

novembre 1791.<br />

Di V.R.<br />

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Grisostomo 282 .<br />

732. 1791<br />

Alla sig. Anna Teresa Auchentaller ex clarissa. Bolgiano, Schenna.<br />

Sia lode a Gesù, e Maria Signori nostri clementissimi.<br />

Eccola servita col Direttorio per l'imminente anno 1792, che le sospiro ricolmo di<br />

ogni desiderabile felicità. Dal primo di gennaio del corrente 1791 sino al giorno d'oggi<br />

sono morti tre soli de' nostri Religiosi, cioè il P. Valeriano da Tierno, il P. Bernardino<br />

da Roveredo, e Fra Claudiano da Celentino: ma non fu vestito alcuno. Si ha però<br />

qualche speranza (fu vana questa speranza) di poter vestir nell'avvenire. Iddio Signor<br />

nostro per effetto della sua infinita clemenza ce lo conceda. In s. Chiara sono entrate<br />

due giovani, voglio dire una Bertolina di Trento, ed una Bellotta di Borgo. La sig.<br />

Carlina degli Alberti 283 presentemente si trova inferma. Il P. <strong>Provincia</strong>le (Arcangelo da<br />

Cles) è guarito, ma non affatto. Godo udendo, che S.R. sta bene, e bramandogliene la<br />

continuazione la riverisco, e resto. Trento, s. Bernardino 13 novembre 1791.<br />

Di S.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

733. 1791<br />

Al sig. don Michele Tommasi da Trento, curato di Breguzzo 284 .<br />

Molto illustre, e molto rev. sig. sig. padrone colendissimo.<br />

Rispondo tardi alla sua, perché tardi essa pure mi pervenne, qualora non siavi<br />

sbaglio nella data. Rapporto dunque al primo suo quesito le dico, che V.S. molto<br />

illustre, e molto rev. deve celebrare la festa del titolare della sua chiesa curaziale<br />

coll'ottava. Rapporto poi al secondo quesito le rispondo col mandarle qui complicata<br />

un'appendice dell'Ordinario già stampato per l'anno 1\792, la quale dà il modo di<br />

celebrare la detta ottava nell'imminente anno 1792, e mutatis mutandis anche negli altri,<br />

282 Ho scritto a questa Madre anche li 10 febbraio 1792 e nel febbraio del 1793. Questa le giunse quando stava<br />

in agonia nel marzo. Fu l'ultima Badessa di s. Carlo. Da secolare cadde nella roza e restò illesa per intercessione della<br />

V.M. Giovanna Maria dalla Croce invocata. Perciò volle monacarsi in s. Carlo ad ogni patto, piuttosto, che in s.<br />

Anna. 283 Ex Clarissa borgana.<br />

284 Nato appresso s. Bernardino circa il 1754 da Stefano Tommasi e Margarita molinari di professione. Egli è<br />

morto in Breguzzo nel 1794 li 26 di maggio da febbre inflammatoria. Da ragazzo servì a questa nostra sagrestia. Poi<br />

studiò stimolato dal nostro P. Bonelli.<br />

86


che seguiranno. Ed augurandoglieli tutti felicissimi passo a protestarmi. Trento, s.<br />

Bernardino 21 dicembre 1791.<br />

Di V.S. molto illustre, e molto rev.<br />

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

Frate Giangrisostomo di Volano de' Minori Riformati.<br />

734. 1791<br />

Al P. Patrizio da Vigolbaselga Guardiano di Campo.<br />

Attendendo alla promessa, che le ho fatto mandandole i Direttori monastici, le<br />

mando anche questo diocesano, pregandola nello stesso tempo, che voglia scusarmi<br />

appresso quelli, che forse disapproveranno la nuova fabbrica, con dir loro, che così la ho<br />

fatta con rinitenza, e meramente per ubbidire a quella potestà, che mi fece aggiugnere<br />

diciassette altri offici tutti doppi nel Direttorio del 1784, e de' seguenti. Ed augurandole<br />

felicissime le imminenti sante feste, con un somigliante capo d'anno, mi raccomando in<br />

precibus, e resto. Trento 21 dicembre 1791.<br />

Suo div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Giangrisostomo.<br />

Il simile ai PP. Guardiani di Pergine, Metz, Cles, Cavalese, Borgo, Roveredo, ed<br />

Arco: a' quali aggiunsi, che il cardinale Giuseppe Garampi sta male in Roma, e forse a<br />

quest'ora sarà morto. È guarito. Morì li 4 maggio 1792 in Roma d'anni 67.<br />

735. 1792<br />

Alla Madre Gioseffa Maria Tomazzoli di Trento. S. Michele 285 .<br />

Rev. Madre lodiamo Gesù, e Maria Signori nostri clementissimi.<br />

La Madre infermiera Maria Gioseffa Luigia fedelmente mi ha insinuato già tempo il<br />

desiderio che aveva S.R. di due mie righe per suo conforto spirituale. Ciò, che per più<br />

motivi non ho fatto allora, vorrei farlo in oggi atteso il di Lei viglietto lamentevole; ma<br />

spiacemi, che non tengo alcuna cosa nuova, e che non gliela abbia detta molte altre<br />

volte in santa Trinità. Dunque le dirò ancora, che prenda i suoi malori, e patimenti dalla<br />

paterne amorosissime mani del Signor Iddio: e che preghi il medesimo affinché la<br />

fortifichi, ed assista per sopportarli almeno con pazienza. Consideri quanto ha patito il<br />

suo celeste sposo, e ch'Ella porta il titolo della Croce. Si ricordi della pazienza, con cui<br />

hanno tollerato tante e lunghe malattie altri santi. Che si ha consacrata a Dio tutta tutta,<br />

cioè corpo, ed anima. Che le ha donato di vivere tanti anni, dopo che altre anche più<br />

giovani sono già morte. Si persuada, che sta molto bene costì nel sacro chiostro tanto<br />

rapporto al copro, quanto rapporto all'anima; e che quivi non le manca veruna cosa. Ella<br />

pensi a Dio, ed all'anima sua, e lasci la cura del corpo alla carità serafica delle sue Madri<br />

sorelle, e vedrà, che le cose passeranno meglio. Si munisca spesso col segno della Santa<br />

croce: invochi sovente i dolcissimi nomi di Gesù, e Maria: replichi di tanto in tanto quel<br />

fiat voluntas tua: e non mai si dimentichi d'essere sposa del Crocifisso. Stia sicura, che<br />

io avrò memoria di Lei ne' miei sacrifici, e mancandomi la carta la benedico in nomine<br />

Patris, et Filii, et Spiritus Sancti. Amen.<br />

Scritto gli undici gennaio 1792. Replicato li 10 febbraio.<br />

736. 1792<br />

Al sig. abate Michele Gabrielli medico, e cappellano di S.A.R. Trento 286 .<br />

285 Morì nel 1795.<br />

286 Egli è nativo di Trento, ed ha 46 anni di età, nipote del Gabrielli già piovano di Povo.<br />

87


Nob. ed eccell.mo sig. sig. padrone colendissimo.<br />

Acciocché la S.V. nob. ed ecc.ma non sospetti, che io siami dimenticato della sua<br />

ricerca, o che non istiami aspettando più lungamente l'effetto di essa, le spedisco qui<br />

complicate le tre richieste tavolette orarie 287 , tali quali tempo fa le ho composte per mio<br />

uso. E pregandola di aggardirle, la riverisco distintamente, e mi dichiaro.<br />

Di s. Bernardino 12 gennaio 1792.<br />

Di V.S. nob. ed ecc.ma<br />

Um.mo, div.mo, oss.mo servo nel Signore<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

737. 1792<br />

Al P. Wenceslao Boninsegna da Predazzo. Cavalese 288 .<br />

R.P. sia lodato Gesù Cristo Signor nostro clementissimo.<br />

La facoltà nostra d'assolvere dai Casi riservati le donne quando ci troviamo distanti<br />

dal convento per lo spazio di due miglia, è certa ed indubitata. Così ricercato mi attestò<br />

anche il Padre Guardiano Gioachino da Pressano immediato ex <strong>Provincia</strong>le. Circa poi<br />

l'altro dubbio, se tali miglia vadano misurate coi passi, o col tempo, rispondo, che<br />

debbono misurarsi coi passi. E raccomandandomi più del solito, lo riverisco, e resto.<br />

Trento 13 gennaio 1792.<br />

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Grisostomo.<br />

738. 1792<br />

Alla M.R.M. Maria Rosa Riccabona abbadessa in s. Chiara Trento.<br />

Molto rev. Madre padrona colendissima S.L.G.C.<br />

Oggidì è venuta da me una giovine, mandata dal suo confessore e mi ha pregato con<br />

calore, che le trovi un posto dentro qualche monastero. Io dunque secondoché ho<br />

promesso alla medesima, la offerisco a V.R. riserbandomi di notificarle il nome,<br />

cognome, la patria, l'età, e condizione della candidata, in caso, che sia disposta di<br />

accettarla. Ella è contadina di questo territorio, e quindi da accettarsi in qualità di<br />

servente. Brama tanto di consacrarsi a Sua Divina Maestà in tale stato, che pensa di<br />

battere ad ogni porta finché vengale aperto da qualcheduno. Io crederei, che anche<br />

riuscendo la decima sorella in s. Chiara non sarebbe di aggravio, né superflua, e ciò<br />

specialmente in questo tempo di tanta carestia di candidate. Con questo confido di aver<br />

soddisfatto al mio impegno: e stando in attenzione di un gradevole riscontro, con un<br />

riverente inchino mi professo. S. Bernardino 11 febbraio 1792.<br />

Di V.R.<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

Pro memoria. La giovine si chiama Maria Bernardini d'anni 25 in circa. Ha la sua<br />

madre vedova, e due fratelli, ed è di Villa Montagna sopra Cognola. Picciola di statura;<br />

ma sana, e forte. Sono parecchi anni che pensa di monacarsi. Di lei confessore si è il<br />

R.do sig. curato di Villa Montagna Francesco Brugnara da Verla 289 . La M. Badessa mi<br />

ha risposto, che non può accettarla, perché non ha luogo, avendo già nove converse<br />

287<br />

Le tavolette sono per l'aurora. giorno, e notte, ut in Perario ascetico. Nel 1800 il medico si fece mio<br />

penitente.<br />

288<br />

Gli ho scritto anche nel giugno 1796.<br />

289<br />

*Precisamente da Mosana di Giovo.<br />

88


serventi. Questo servirà per memoria, che malgrado le correnti estreme calamità del<br />

monachismo, e l'iniquità del secolo, c'è ancora chi pensa, e brama di monacarsi, e<br />

consacrarsi a Dio nello stato claustrale. Anche li 23 novembre 1794 ho insinuato a<br />

questo monastero una candidata Piva di Castagnedo: ma ricevetti la stessa risposta.<br />

739. 1792<br />

Al sig. don Francesco Brugnara curato di Villa Montana.<br />

Molto illustre, e molto rev. sig. sig. padrone colendissimo.<br />

Per secondare le sante premure fattemi dalla buona giovine Maria Bernardini<br />

penitente di V.S. molto illustre e molto rev. ho scritto senza verun indugio, e con calore,<br />

alla Madre abbadessa di Santa Chiara; ma ricevetti per risposta, che in quel monastero<br />

essendovi al giorno d'oggi nove converse, non vi è luogo per una decima. Io non posso<br />

fare di più in favore della lodata giovine. Di tanto ne rendo avvisata V.S. molto illustre,<br />

e molto rev. in esecuzione dell'accordato; e con un riverente inchino mi professo.<br />

Trento, s. Bernardino 16 febbraio 1792.<br />

Di V. S. molto illustre e molto rev.<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano.<br />

740. 1792<br />

Alla sig. Giovanna Francesca Betttina. Roveredo. Nel borgo di s. Rocco.<br />

M.R.M. sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro Clementissimo-<br />

Assicuro V.R. di aver consegnato a suor Michelina il dirizzatomi quartale, e che la<br />

ringrazia. La prego poi di avermi per iscusato se non le rispondo distintamente rapporto<br />

ai diportamenti della medesima, e della signora Bozza. Con questa io non m'intrico<br />

niente nientissimo, prendendomi la sola cura di raccomandare all'altra, che non parli,<br />

che stia cheta, e che sopporti per amore d'Iddio Signor nostro quanto vien pensato,<br />

detto, e fatto contra di essa. Non posso fare di più, ed ormai dispero di poter conseguire<br />

alcun vantaggio da industrie ulteriori. Patisco anch'io, e non poco, specialmente<br />

sentendo il dispregio, che vien recato alla Religione. Già V.R. ha conosciuto i soggetti,<br />

e saprà argomentare quanto abbiano potuto guadagnare in dieci anni di vita secolaresca,<br />

e gironica. Ma basta. Ella colle sue buone compagne raccomandi caldamente il negozio<br />

al Signor Iddio, il qual solo può ridurlo a buon segno; mentre io a nome pure della<br />

predetta suor Michelina le riverisco, e mi dico. Trento, s. Bernardino 18 febbraio<br />

1792 290 .<br />

Di V.R. cui aggiungo, che suppongo essere levato l'obbligo di scrivere le quietanze<br />

in carta bollata: e che quindi quella dell'aprile potrassi scrivere in carta ordinaria. In<br />

caso contrario la prego avvisarmi. NB. La ho poi scritta in carta bollata di mio moto.<br />

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Gio. Grisostomo da Volano.<br />

741. 1792<br />

Al sig. Adamo Giuseppe Maria di Altspaur. Mezzo Tedesco.<br />

Ill.mo sig. sig. padrone colendissimo.<br />

Ho ricevuto la scatoletta mandatami da V.S. ill.ma, ed avendo subito data una<br />

scorsa alle due inchiuse pergamene, ho rilevato, che contengono due investiture di<br />

290 Spedita gli undici marzo.<br />

89


decime date da due vescovi di Trento, Alberto di Ortenburg nel 1364 e Giorgio di<br />

Liechtenstein nel 1406. Spero di poterle trascrivere interamente dove non sono infrante:<br />

ed assicurando V.S.ill.ma, che comincerò ancora oggidì, e che proccurerò di finire<br />

avanti lunedì, come pure di essere segreto, le fo umilissima riverenza, e mi reco ad<br />

onore il potermi protestar, soscrivere. Trento, s. Bernardino 22 febbraio 1792.<br />

Di V.S. ill.ma<br />

Um.mo, div.mo, oss.mo servo in Cristo<br />

F. Gio. Grisostomo da Volano.<br />

742. 1792<br />

Al sig. Chilovi di Taio. Trento in Castello 291 .<br />

Ill.mo sig. sig. e padrone colendissimo.<br />

Rimando prontamente a V.S. ill.ma l'addirizzatami pergamena del testamento<br />

tanviniano 292 colla mia rozza sì, ma come mi lusingo sincera, e fedele copia: ed<br />

esibendole la mia povera servitù, la riverisco divotamente insieme col gentilissimo<br />

signor cappellano, e cerimoniere (Antonio seniore) Cimonati, e passo a protestarmi. Di<br />

s. Bernardino 25 febbraio 1792 293 .<br />

Di V.S.ill.ma<br />

Um.mo, div.mo, oss.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano.<br />

743. 1792<br />

Al sig. Adamo di Altspaur in Freyenhoffen cavaliere. Metz Tedesco.<br />

Ill.mo sig. sig. e padrone colendissimo.<br />

All'esibitore 294 della presente consegno sigillata la scatoletta di V.S. ill.ma, con<br />

entro le due antiche membrane, e la mia copia delle medesime. Parmi di poter asserire<br />

d'averle fatte con attenzione scrupolosa 295 : e confido di non avere scritto il falso dove ho<br />

supplito alle mancanze cagionate dalle fratture. Al quadringenetsimo della seconda<br />

parimente rotta ho attaccato il sexto, perché così vogliono le note dell'indizione, e del<br />

lunedì, che seguono. Il cappellano Giovanni per altro fu chiamato Iohannes de<br />

Stemesdorff, e portò tale titolo di cappellano vescovile, insieme con quello di canonico<br />

trentino, almeno dall'anno1299, sino al 1407 senza mai farsi alcun cenno del di lui<br />

padre. Nel vacuo lasciato per motivo di rottura dopo il nome del notaio Matteo, dove<br />

senza dubbio stava notata la di lui patria, non saprei cosa mettere, atteso che tal notaio<br />

non comparisce nella mia certamente copiosa raccolta di notari. Prego V. S. ill.ma, che<br />

si degni di aggradire il mio rispetto ai suoi stimatissimi cenni; e con profondo riverente<br />

inchino mi raffermo. Trento, s. Bernardino 27 febbraio 1792 296 .<br />

Di V.S. ill.ma<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giovanni Crisostomo di Volano Minore Riformato.<br />

744. 1792<br />

Al sig. Giuseppe Francesco Castelli. Trento.<br />

291 Dottor Giulio figlio del quondam dottore Romedio.<br />

292 To. 3 Compend. Diplom. 489.<br />

293 Il sig. Valentino Chilovi, marito d'un'Aquila trentina, è morto in Taio li 4 ottobre 1792.<br />

294 Un uomo di Spor, masadore del sig. venuto oggi da Spor.<br />

295 Videsis To. 3 Compend. diplom. n. 487, 488, 490.<br />

296 Spedita subito subito.<br />

90


Riv.mo sig. sig. padrone colendissimo.<br />

Ritornato alla cella ho subito dato di mano ai miei zibaldoni 297 , ed ho raccolto le qui<br />

descritte notizie de' signori Welspergheri ecclesiastici. Gliele spedisco parimente subito,<br />

perché possa farne uso, e vegga, che ho piacere di servirla; e riverendola resto. S.<br />

Bernardino 13 marzo 1792 298 .<br />

Suo div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Grisostomo.<br />

745. 1792<br />

Al sig. Adamo di Altspaur. Mezzo Tedesco.<br />

Ill.mo sig. sig. e padrone colendissimo.<br />

Ho differito alquanto il rispondere a V.S. ill.ma, primieramente per mancanza di<br />

tempo, e poi perché troppo difficili mi sono riuscite le propostemi questioni. Io non<br />

posso dire in qual anno, e per qual motivo i nostri vescovi di Trento abbiano cominciato<br />

ad usare la lingua tedesca nelle loro investiture feudali. Non ho mai posto mente a ciò,<br />

ed ora non sono in istatto di esaminarlo, perché non tengo raccolte le dette investiture.<br />

Bensì dico, che ne ho veduto molte latine antiche, e recenti: e che delle tedesche non mi<br />

sono curato, perché non posseggo quella lingua. Per altro suppongo, che avanti del<br />

vescovo Alberto di Ortenburg niuno de' di lui predecessori l'abbia usata nelle<br />

investiture.<br />

Rapporto alle investiture date a Gualtero di Spor nel 1405, ed a Leonardo di Tono<br />

nel 1406 non posso dir altro, se non che il de quarta parte decimae della gualteriana sia<br />

stato tolto dall'investitura data a Marco padre di Gualtero, senza riflettere, che nella<br />

marciana seguiva quel cuius quartae partis medietas era di Bertoldo da Spor.<br />

Somiglianti disattenzioni sono state vedute da me anche in altre investiture. Aggiungo,<br />

che Gualtero non poteva pretendere più di quanto fu dato a Marco suo padre, il quale fu<br />

investito della sola ottava parte, o sia della sola metà della quarta parte. Sembra<br />

notabile, che a Leonardo di Tono fu data due volte l'investitura stessa, cioè nel<br />

settembre del 1495 e li 19 aprile del 1406, perché non poté ritrovarsi la scrittura fatta nel<br />

1405, tre mesi avanti la data dell'investitura gualteriana. Tutte e due hanno i caratteri<br />

della sincerità, e quindi convien crederle genuine. Dal sapersi poi, che ora la detta<br />

decima si possiede non dalla Casa di Tono, ma da quella di Sporo, si può dedurre, che<br />

con investiture posteriori sia stata ristituita alla sporense. Su di questo io non so, né<br />

posso dir altro.<br />

Avviso dunque V. S. ill.ma, che può mandar a ripigliare la sua scatoletta: e<br />

ringraziandola della carità, e limosina generosa 299 , che s'è degnata di farmi tenere, le fo<br />

un riverentissimo inchino, e mi professo inalterabilmente. Trento, s. Bernardino 20<br />

marzo 1792 300 .<br />

Di V.S. ill.ma<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Gio. Grisostomo di Volano.<br />

746. 1792<br />

Al sig. Gio. Francesco Pedri de' Mandelli. Roma.<br />

297 Mitrologia tridentina.<br />

298 Spedita subito.<br />

299 Potabile subito dato al convento. Rosolio.<br />

300 Spedita per la posta li 21 marzo.<br />

91


Al R.mo signor arciprete Pedri risponde F. Gio. Grisostomo di Volano S.D.S. 301 ,<br />

che il libro dedicato nel 1737 al signor Conte Enrico Bissari da Gio. Battista Parone<br />

stampatore di Trento, porta questo titolo: "La istoria della vita, del martirio, e de'<br />

miracoli di san Giovanni Nepomuceno... scritta da Bartolomeo Antonio Passi etc. In<br />

Trento 1737, in 12° grande". Ita scripsi die 22 martii 1792 rogatus a barone Sigis.<br />

Trentino.<br />

747. 1792<br />

Al P. Paolo Prop o . Rosstti de' Minori Osservanti. Macerata. Morrovalle.<br />

M.R.P.P.C.<br />

Cedendo alle premurose istanze del sig. Francesco Antonio Ketmayr benefattore di<br />

questo nostro convento, accompagno colla presente il sig. Antonio di lui figlio, che per<br />

affari suoi si porta costà; e prego V.P.M.R. che voglia riguardarlo come raccomandatole<br />

finché costì tratterassi. E confidando nella religiosa di Lei bontà, la riverisco, e mi dico.<br />

Trento, s. Bernardino 25 marzo 1792.<br />

Di V.P.M.R.<br />

Div.mo, oss.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano Vicario de' Minori Osservanti Riformati.<br />

NB. Va a prendere del denaro lasciatogli da un suo zio ex Gesuita laico morto<br />

ultimamente.<br />

748. 1792<br />

Al sig. Luigi Marchesani stampatore regio. Roveredo<br />

Molto illustre sig. e padrone colendissimo.<br />

Nel calendario ecclesiastico del prossimo anno 1793 non ho posto la festa mobile<br />

della Corona di Spine di Nostro S. Gesù Cristo, perché tutti li venerdì quaresimali sono<br />

impediti da offici occorrenti, ed ella fu conceduta per uno di tali venerdì non impedito.<br />

Tanto le notifico per suo regolamento; ed augurandole un felice Alleluia, la riverisco, e<br />

resto. Trento 4 aprile 1792 302 .<br />

Di V.S. molto illustre<br />

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Gio. Grisostomo da Volano.<br />

749. 1792.<br />

Al sig. Adamo Giuseppe Maria di Altspaur. Mezzo Tedesco.<br />

Ill.mo sig. sig. e padrone colendissimo.<br />

Chiuse nella sua scatoletta ritroverà V.S. ill.ma tutte le sue pergamene colle mie<br />

copie delle latine. Ultimamente ho loro aggiunto anche la richiesta copia doppia<br />

dell'investitura del 1364 col mio sigillo, e nome 303 , i quali saranno di quel valore che<br />

potranno. Per altro io suppongo, che Ella potrebbe facilmente farle autenticare, e<br />

legalizzare tutte da qualunque pubblico notaio, siccome so, ch'è stato fatto con altre mie<br />

copie. Rapporto al tempo, in cui li nostri vescovi trentini hanno cominciato a dare le<br />

investiture feudali nella lingua tedesca, ho ricercato il signor consigliere Francesco<br />

Vigilio Barbacovi, ed ebbi per risposta, che così hanno praticato ab initio. Con prima<br />

301 Suo devotissimo Servo.<br />

302 Spedita 15 aprile.<br />

303 Perché così egli ha chiesto.<br />

92


occasione ricercherò anche li signori segretari Bernardino Manci, e Pietro Carlo<br />

Ducati, il signor cancelliere Marcello, Giorgio Marchetti, ed il signor barone<br />

Gaudenz'Antonio Gaudenti archivista della città. Più di tutti su di questo potrà dire il<br />

sig. Ducati segretario tedesco, ed archivista vescovile, tenendo nell'archivio, cui<br />

presiede, dieci volumi in foglio, ne' quali sono registrate le investiture date dai vescovi<br />

Bartolommeo Quirino, Alberto di Ortenburg, Giorgio di Liechtenstein, Alessandro di<br />

Mazzovia, Giorgio Hack, Giovanni Hinderbach, Udalrico di Frundsperg, Udalrico di<br />

Liechtenstein, Giorgio Neydegg, e Bernardo Clesio, oltre i due codici diplomatici di<br />

Federigo da Wanga, e Nicolao da Brunna. La mia raccolta notariale incomincia<br />

dall'anno 845, ma quali sieno stati singolarmente impiegati dalla Curia feudale di Trento<br />

non lo dice. Né pure avvisa, dove oggidì si conservino i protocolli de' secoli anteriori al<br />

sedicesimo. E però io suppongo, che da così fatta serie di soli nomi V.S. ill.ma non<br />

possa ricavare que' lumi, che desidera: bensì dai lodati signori segretari Manci, e Ducati:<br />

e ciò più facilmente s'Ella stessa scriverà loro, ed esporrà chiaramente ai medesimi le<br />

sue brame. Spiacemi grandemente, che io non sono atto a servirla meglio: e quindi<br />

chiedendole benigno complimento, le auguro un felicissimo Alleluia; e tutto pieno di<br />

stima, rispetto, e gratitudine mi protesto. Trento, s. Bernardino 6 aprile 1792 304 .<br />

Di V. S. ill.ma<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Gio. Grisostomo di Volano.<br />

P.S. Subito dopo d'avere scritto questo ho potuto parlare col sig. cancelliere<br />

Marchetti. Egli ancora si è all'oscuro rapporto alle notizie ricercate, ed approva il mio<br />

suggerimento di ricorrere al sig. segretario archivista Ducati.<br />

750. 1792<br />

Al P. Gaetano Gottardi da Roveredo. Roveredo.<br />

R.P.S.L.G.C.S.N.<br />

Da buona mano sono stato ragguagliato, che il P. Pietro Grisologo ha preso il<br />

possesso della conferitagli presidenza lateranese nella domenica di Quinquagesima, nel<br />

giorno 19 di febbraio, anniversario della sua partenza da s. Rocco 305 . Può essere, che la<br />

lettera di S.P.R. siasi smarrita 306 , come sonosi smarrite altre scritte dal detto Padre a me,<br />

e da me a lui. Io suppongo, che sarà meglio scrivere Roma. S. Francesco a Ripa.<br />

Incontrandosi colla Madre Bettini favorisca di assicurarla, che ai 10 essendo io assente,<br />

le fu spedita la quietanza di suor Michelina in carta bollata. Attese le replicate istanze<br />

fattemi da una buona giovine di questi contorni, debbo pregare S.P.R. che voglia<br />

portarsi al monastero delle Madri Salesiane, e chiedere, se l'accetterebbero per loro<br />

conversa. Ella è contadina, ha madre vedova con due fratelli, e qualche dote. Conta<br />

circa 25 anni di età, è picciola di statura, ma sana, e fervorosa. In caso, che la risposta<br />

sia favorevole si presenterà in persona. La prego dunque di questa carità, e riverendola<br />

resto. Trento 11 aprile 1792 307 .<br />

Di S.P.R. Div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Grisostomo.<br />

304 Spedita 27 aprile rinchiusa.<br />

305 Così ha scritto, e riscritto egli stesso.<br />

306 Non si è smarrita, ma pervenne al suo destino.<br />

307 Spedita 15 aprile.<br />

751. 1792<br />

93


Alla M. Maria Rosa Riccabona abbadessa. Trento. S. Chiara.<br />

Pro Memoria.<br />

Il signor Conte Giambattista Baldovini brama, che io gli faccia tenere una copia<br />

della carta pergamena dell'anno 1407, la quale con altre 46 ritrovasi nel cassettino 7<br />

sotto alla lettera G del loro copioso archivio, non già per causa di alcuna lite, o cosa<br />

simile; ma solamente perché contiene il suo antenato più antico, da cui ha il cognome la<br />

sua famiglia. So, ch'è unica del detto anno 1407, ma non mi ricordo qual numero tenga<br />

su la schiena. Suppongo però, che sarà delle prime, sapendo, che quella del 1411 ha il<br />

num. 8, quella del 1413 il num. 17, e quella del 1431 il num. 19. Probabilmente anche al<br />

di fuori mostrerà l'anno 1407 308 . Qualora dunque riesca loro di ritrovarla facilmente, e si<br />

degnino di favorirmi, potranno consegnarla all'esibitore della presente Fra Placido da<br />

Melombardo: e potranno altresì viver sicure, che sarà presto, e fedelmente ristituita. Chi<br />

scrive si è il loro antico inutile servidore Fra Giangrisostomo da Volano, che di tutto<br />

cuore si congratula secoloro e per al solennità, che ultimamente hanno potuto fare colla<br />

vestizione delle novizze (Bertolina di Trento, e Bellotta di Borgo) e molto più per la<br />

salute ridonata dalla bontà del Signor Iddio alle loro Madri inferme. Deo gratias. S.<br />

Bernardino 18 aprile 1792.<br />

752. 1792<br />

Al sig. don Francesco Brugnara curato di Villa Montana.<br />

Molto illustre, e molto rev. sig. sig. padrone colendissimo.<br />

Ho mandato un nostro Religioso ad insinuare alle Madri Salesiane di Roveredo la<br />

sua penitente Maria de' Bernardini; ma con mio dispiacere sono stato ragguagliato, che<br />

né pur là trovasi luogo per alcuna monaca conversa, o sia servente. Dunque V.S. molto<br />

illustre e molto rev. favorisca di notificare alla detta giovane, che io ho eseguito in di lei<br />

pro quanto ho potuto, e le ho promesso: e che le converrà pazientare, e sperare, che il<br />

Signor Iddio sia per contentarsi del di lei desiderio, giacché non può mandarlo ad effetto<br />

per la moderna scarsezza di monasteri. Se si ricorderà sempre di tal suo desiderio,<br />

sperimenterà senza dubbio non poco vigore per mantenersi buona eziandio nel mondo.<br />

Gliela raccomando, e divotamente riverendola mi protesto. Trento 18 aprile 1792 309 .<br />

Di V. S. molto illustre e molto rev.da<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Giangrisostomo ecc.<br />

753. 1792<br />

Al P. Gio. Antonio da Piano Vicario in Cavalese.<br />

R.P. sia lodato Gesù Cristo S.N. clementissimo.<br />

Ho fatto a puntino quanto S.P. mi ha ingiunto: e quindi le rispondo, ch'eziandio il<br />

buon Padre Ermenegildo da Volano si serve del privilegio di dispensare ad petendum<br />

debitum etc., mercé la licenza, e deputazione speciale ottenuta dal Padre <strong>Provincia</strong>le 310 .<br />

La tengo anch'io avendomela conceduta il P. <strong>Provincia</strong>le Epifanio da Roncone; e niente<br />

meno del detto Padre Ermenegildo penso di poterla usare. Mi piace il riflesso del Padre<br />

Anacleto Reiffenstuel riportato dal Padre Lucio Ferrari verbo debitum art. 2, num. 22<br />

che non agitur de valore Sacramenti, sed tantum de honestate actus. Con questo, unito<br />

308<br />

Fu ritrovata sotto il num. 7. La ho trascritta To. 3 Compend. diplom. num. 495.<br />

309<br />

Spedita li 22.<br />

310<br />

Mons. Zambaiti ha risposto il contrario me praesente li 27 giugno 1792.<br />

94


all'autorità conceduta da tanti scrittori, e da superiori, mi acquieto, ed esorto ad<br />

acquietarsi anche S.P. e raccomandandomi in precibus, a nome pure del lodato P.<br />

Ermenegildo, la riverisco, e resto. Trento 20 aprile 1792.<br />

Suo div.mo, obbl.mo servo ed amico<br />

F. Giangrisostomo.<br />

P.S. Fra Pacifico sta bene, e continua a diportarsi assai lodevolmente.<br />

754. 1792<br />

Al P. Saverio da Fondo esaminatore prosinodale, e prof. pubblico. Trento. Nel<br />

seminario<br />

R.P.<br />

Nel momento stesso, in cui questa sera tarda ritornato dalla città ritrovai la sua<br />

nella cella, scritta ieri, ho disteso l'appendice all'Ordinario dell'anno corrente richiesta<br />

dal R.mo signor arciprete di Mori (Giacomo Tabarelli de Fatis di Roveredo). Qui<br />

dunque rinchiusa gliela spedisco insieme co' miei più ossequiosi rispetti al lodato R.mo<br />

signore, e riverendola resto. S. Bernardino 25 aprile 1792.<br />

Di V.P.R.<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Grisostomo.<br />

755. 1792<br />

Al sig. Adamo di Altspaur. Mezzo Tedesco.<br />

Ill.mo sig. sig. padrone colendissimo.<br />

Dalla qui rinchiusa V. S. ill.ma potrà rilevare come da più settimane io sto<br />

aspettando, che venga il di lei commesso a pigliare la scatoletta colle carte originali,e le<br />

loro copie, tra le quali v'ha eziandio la doppia 311 . Non so donde derivi così fatta tardanza.<br />

Per questo le spedisco la presente coll'opportunità, che mi occorre 312 ; e trattenendo la<br />

scatoletta, perché non fido di lasciarla andare in altre mani senza ordine, le fo una<br />

profonda riverenza, e resto 313 . Trento 27 aprile 1792<br />

Di V.S. ill.ma<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Grisostomo.<br />

756. 1792<br />

Alla sig. Bianca Candelperghera. Roveredo.<br />

Pro memoria.<br />

Colla maggiore diligenza, e premura ho cercato una Santa di nome Bianca,<br />

primieramente nel Martirologio romano 314 , e poi nella grand'opera de' Padri Bollandisti.<br />

negli atti de' Santi Benedettino del padre Mabillon, ed in diversi calendari antichi, e<br />

moderni; ma senza conseguirne l'intento. Nel nostro Martirologio francescano vi sono<br />

tre Beate Bianche; ma queste non hanno culto approvato dalla Santa Sede apostolica.<br />

Nel Breviario romano ai 25 di agosto rammentasi una delle medesime Beate Bianche,<br />

311<br />

Sopra num. 749.<br />

312<br />

Fra Leonardo teserino.<br />

313<br />

Ho consegnata la scatoletta gli 16 maggio 1792 a Giovanni Moresco di Spor Maggiore commesso mandato<br />

dal sig. Altspaur.<br />

314<br />

Veggansi le mie Sigolarità Diariche.<br />

95


come madre di san Lodovico re di Francia; ma senza titolo di Santa, o di Beata 315 .<br />

Siccome però parlando latinamente una cosa bianca si dice alba; così potrà nominarsi<br />

Santa Bianca quella Sancta Alba martyr africana, che su la rispettabile testimonianza<br />

dell'antichissimo Martirologio detto Geronimiano, si riferisce insieme con altri Santi dai<br />

lodati Padri Bollandisti ai diciassette di gennaio pag. 80, nel modo seguente: De ss.<br />

martyribus africanis Mucio, Victore, Mistriano, Salvio, Miseliano, Victorico, Teussa,<br />

Fortunato, Veneria, Sarta, Saturnino, Hortifiano, Leucio, Misuriano, Vincentia, Alba,<br />

Timothei, Ingenula, Victoria, et aliis. Scritto li 3 maggio 1792.<br />

P.S. Nel Libro d'Oro di Venezia per l'anno 1778 ritrovo molte dame venete col<br />

nome di Bianca, ed altre sei col nome di Alba. Niuna Bianca, e niuna Alba fu da me<br />

ritrovata ne' molti calendari, che citò nelle Singolarità Diariche 316 .<br />

757. 1792<br />

Al sig. Luigi Marchesani. Roveredo.<br />

Molto illustre sig. e padrone colendissimo.<br />

La festa del ss. Nome di Gesù nel calendario dell'anno 1793 dovrà porsi ai venti di<br />

gennaio, nel qual giorno correrà la domenica seconda dopo l'Epifania, cui è annessa.<br />

Tutte le altre feste mobili sono state ben notate, e collocate anche da V.S. molto illustre;<br />

cui rispondo pure, che dicendo nella mia tavola delle feste mobili, doversi porre la festa<br />

del ss. Nome di Gesù nella prima domenica dopo i tredici di gennaio, ho inteso, ed<br />

intendo anche oggi, di escludere il detto giorno tredicesimo, talmente che l'accennata<br />

festa vada posta nella domenica, che occorrerà ai quattordici, o in altro giorno seguente.<br />

Il simile avverto rapporto alle altre feste notate col dopo in tal giorno. E sperando<br />

d'essermi piegato abbastanza, con un riverente inchino mi professo. Trento 4 maggio<br />

1792.<br />

Di V.S. molto illustre<br />

Div.mo, obbl.mo servidore<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

7<strong>58</strong>. 1791 (sic)<br />

A chiunque.<br />

Ego infrascriptus fidem facio, ac testor universis, et singulis, hic alligatam, et<br />

sigillo munitam particulam chordae sericeae rubrae tetigisse indelebiles maculas<br />

sanguinis sancti Simonis Innocentis, et martyris Tridentini, ab Iudaeis in odium Iesu<br />

Christi Domini nostri anno 1475 saevissime trucidati, quas ehibet aurichalcea pelvis, in<br />

altari sancti Antonii de Padua huius nostrae ecclesie sancti Bernardini apud Tridentum<br />

publicae venerationi exposita, et in solemnibus supplicationibus, seu processionibus<br />

circumferri solita. In quorum fidem etc. Datum in conventu sancti Bernardini apud<br />

Tridentum die 7 aprilis 1791.<br />

L.+S.<br />

Guardianalis<br />

Frater N.N.<br />

Guardianus Ordinis Minorum Reformatorum<br />

315<br />

Nella diocesi di Ferrara vi è n luogo rettorale d'anime 976 detto Santabianca nel Diario ferrarese per l'anno<br />

1777, pag. 116. Altri luoghi quivi sono nominati S. Egidio. s. Niccolò., s. Martino. s. Biagio delle Vezzane. S. Pietro<br />

in Valle.<br />

316<br />

Il P. Cornelio a Lapide in Tobiam cap. 1, v. 10, dice: Sic s. Blanca filio suo s. Ludovico Franciae regi<br />

inculcabat. Così l'edizione d'Anversa 1645.<br />

96


Ho composto questa formola in ordine a quanto scrissi sopra nella lettera 683.<br />

Sebbene forse sarebbe meglio il dire, singulis, quod hic alligata, et sigillo munita<br />

particula chordae sericeae rubrae tetigit indelebiles etc.<br />

759. 1792<br />

Al P. Lorenzo Zini di Cavareno Vicario in Cles.<br />

Rev. Padre Vicario.<br />

Ecco qui l'attestato risguardante la buona memoria del nostro Padre Niccolao<br />

Widmanno da Coredo. L'ho disteso nel modo migliore, che ho potuto, e che ho<br />

giudicato più opportuno 317 . Bramo, che riesca d'aggradimento a V. P. ed al riveritissimo<br />

signor cancelliere Alfonso Widmanno, cui siccome penso io, fu supposto falsamente,<br />

che il lodato Padre Niccolao sia stato Vicario di monsignor Maturi. E riverendola resto.<br />

Trento 9 maggio 1792.<br />

Suo div.mo servo<br />

F. Giangrisostomo.<br />

760. 1792<br />

A monsignor vescovo, e principe di Trento.<br />

Giovanni Battista Fontanari fedelissimo suddito di V.A.R.ma, incoraggiato dalla<br />

grazia ottenuta nello scorso novembre ad trimestre rapporto alla limosina sabatina del<br />

pane; e sussistendo tuttavia il bisogno allora esposto, supplica umilissimamente<br />

l'A.V.R.ma per la proroga dell'accennata grazia, che il Signor Iddio ecc.<br />

Così ho scritto li 12 maggio 1792 relativamente allo scritto sopra num. 730. Fu<br />

presentato nello stesso maggio; ma non venne segnato, perché non corredato<br />

dall'attestato del parroco.<br />

761. 1792<br />

A monsignor Niccola Maria Ciani eletto di Como. Mantova. Pisa.<br />

Ill.mo, e R.mo sig. sig. padrone colendissimo.<br />

Incombenzato dalla signora Rosa degnissima sorella di V.S. ill.ma e r.ma,<br />

senz'altro esordio le reco l'infausta nuova, che in questa stessa sera alle sette, cioè<br />

all'Avemmaria, è spirata, sebbene in osculo Domini, la buon'anima del di Lei<br />

amantissimo signor padre. Egli ci aveva data speranza di prolungare ancora per qualche<br />

tempo la sua preziosa vita; ma nella notte precedente alla scorsa domenica 13 maggio si<br />

aggravò il di lui male, e quindi dopo il vespro della stessa domenica fu munito<br />

dell'Estrema Unzione. La religiosità di V.S. ill.ma, e r.ma non ha bisogno che io mi<br />

adoperi punto per confortarla, e per mitigarle il dolore naturale, che a così fatto<br />

annunzio proverà. Non pertanto le dico, che ha motivo di consolarsi, e di ringraziare<br />

Iddio, perché il suo signor padre ha fatto una morte veramente invidiabile. Io sono stato<br />

spettatore, ed ho ammirato in lui una rassegnazione sempre costante alle adorabili<br />

disposizioni del Signor Iddio: una pazienza inalterabile ne' dolori, ed affanni della<br />

malattia: una così continua presenza di spirito, che ha potuto esercitare, ed ha esercitato<br />

atti singolari di pietà cristiana sino all'ultimo suo espiro. Le aggiungo, che fino dalla<br />

festa di san Marco, in cui ricevette con devozione il Sacro Viatico, ha ceduto di proprio<br />

moto le sue chiavi alla signora Rosa, e giornalmente ha dato segni manifesti di paterno<br />

317<br />

Est in nostro Compend. diplom. To. 3, num. 498. Fu molto aggradito: e mandato in Germania. Vedi sotto<br />

To. 6, n. 2166.<br />

97


sviscerato amore. Moltissime volte ha pur implorato, e fatto implorare anche da me,<br />

benché peccatore, tutte le benedizioni del Cielo ai suoi amatissimi figliuoli. Colle quali<br />

cose tutte, e con tante altre somiglianti, che per brevità sorpasso, ha edificato tutti, e<br />

lasciato di sé un ottimo concetto. Finalmente assicuro, e certifico V.S.Ill.ma, e R.ma,<br />

che la signora Rosa, malgrado l'essere stata sempre a canto dell'infermo suo signor<br />

padre, e l'averlo giorno e notte amorosissimamente assistito, per la Dio grazia, gode una<br />

prospera, ed intera salute, e spero, che la godrà eziandio in seguito lungamente. Con<br />

molta soddisfazione ha ricevuto la di lei lettera, in cui le dà ragguaglio del suo viaggio<br />

livornese; e riservasi a scriverle di proprio pugno quando sarà disoccupata dagl'impegni,<br />

e pensieri funerali. Io poi facendole un profondissimo inchino, mi reco ad onor<br />

singolare il potermi protestare. Trento 15 maggio 1792 318 .<br />

Di V.S.Ill.ma, e R.ma<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servidore in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano.<br />

L'afflittissima vostra sorella, cui non reggono le mani, ha fatto scrivere dal P.<br />

Giangrisostomo: "Così essa di propria mano" 319 .<br />

Fuori. All'Ill.mo, e R.mo sig. sig. padrone colendissimo<br />

Monsignor F. Niccola Maria Ciani<br />

Agostiniano, Eletto di Como, e professore<br />

primario attuale di s. teologia nell'insigne<br />

Università di Pisa 320 .<br />

762. 1792<br />

Al sig. Leonardo de' Ciani canonico di Vaccia.<br />

Ill.mo, e R.mo sig. sig. padrone colendissimo.<br />

Per commissione della signora Rosa degnissima sorella di V.S. Ill.ma, e R.ma,<br />

senza verun esordio le reco l'infausta nuova, che martedì, li quindici del corrente, alle<br />

sette di sera, è spirata, sebbene in osculo Domini, la buon'anima del di Lei amantissimo<br />

signor padre. La virtù di V.S. ill.ma, e R.ma mi dispensa dall'adoperarmi qui, e<br />

trattenermi per confortarla, e per mitigarle il dolore naturale, che a così fatto annunzio<br />

proverà senza dubbio. Le dico non pertanto, che ha motivo di consolarsi, e di ringraziare<br />

Iddio, poiché il lodato suo signor padre ha fatto una morte certamente invidiabile. Io<br />

sono stato spettatore, ed ho ammirato in lui una sempre intera, e costante rassegnazione<br />

agli adorabili decreti del signor Iddio: una pazienza inalterabile ne' dolori, ed affanni<br />

della malattia: una tanto continua presenza di spirito, che ha potuto esercitare, ed ha<br />

esercitato effettivamente atti singolari di pietà cristiana sino all'ultimo suo respiro. Le<br />

aggiungo, che fino dalla festa di san Marco, in cui sedendo ricevette con devozione il<br />

Sacro Viatico, ha ceduto di proprio moto le sue chiavi alla signora Rosa, e giornalmente<br />

le ha dato segni manifesti, e non equivochi, di paterno sviscerato amore. Ha pur molte<br />

volte implorato, e fatto implorare anche da me, benché peccatore, tutte le benedizioni<br />

del Cielo ai suoi amatissimi figiuoli. Colle quali cose tutte, e con tante altre simili, che<br />

per brevità sorpasso, e taccio, ha edificato tutti, e lasciato di sé un ottimo concetto.<br />

Finalmente assicuro, e rendo certa V.S. Ill.ma, e R.ma, che la signora Rosa, malgrado<br />

l'essere stata sempre a canto dell'infermo suo signor genitore, e l'averlo giorno, e notte<br />

318<br />

Spedita li 16.<br />

319<br />

Giunse a Pisa li 23 maggio.<br />

320<br />

Ha scritto da Arezzo nel settembre del 1792 che non sarà vescovo di Como. Lo replicò da Pisa nel dic.<br />

Infatti fu eletto un altro. Vedi sotto. num. 807.<br />

98


amorosissimamente assistito, per la Dio grazia, gode una prospera, ed intera salute, e<br />

spero, che la godrà eziandio in seguito lungamente. Ieridì per non isvenire ai suoni, e<br />

canti funerali, ha fatto un giro sino a Roveredo, e Sacco, insieme col suo signor zio<br />

(Gio. Claudio Ciani) e colle signore Travaglie Capitania, e figlia. Ella, che martedì ha<br />

ricevuto da Pisa una lettera gradevole di monsignor fratello, riservasi lo scriverle di<br />

propria mano nell'ordinario prossimo: ed io con un profondissimo inchino mi reco a<br />

vantaggio, ed onor singolare il potermi protestar, e soscrivere. Trento 18 maggio<br />

1792 321 .<br />

Di V.S.Ill.ma, e R.ma<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servidore in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano.<br />

Vi risponderò ecc. "Così la sorella".<br />

Fuori. All'Ill.mo, e R.mo sig. sig. padrone colendissimo<br />

Il sig. Leonardo de' Ciani degnissimo canonico<br />

della chiesa cattedrale di Vaccia in Ungheria.<br />

Vienna.<br />

Buda.<br />

Vaccia.<br />

763. 1792<br />

Al P. Davide tiarnitano. Pergine.<br />

R.P.P.C.<br />

Per atto di gratitudine ai benefici, che ho ricevuto finora da Casa Ciani, nota<br />

eziandio a V.P. ed al di Lei R.P. Guardiano (Cirillo da Revò) credo mio dovere di<br />

ragguagliarla, che il sig. Michel Angelo nella sera de' quindici scorsi ha cessato di<br />

penare, e di vivere, con ottimi sentimenti, e segni di vero cristiano, in età di anni 67322 .<br />

Fu seppellito nella sera de' diciassette, festa dell'Ascensione di Gesù Cristo Signor<br />

nostro, nella chiesa di san Marco de' PP. Agostiniani, appresso la sua prima consorte<br />

Anna Francesca Mosera. Pertanto prego entrambi, che vogliano suffragare la di lui<br />

anima. La signora Rosa si trova sana, malgrado i patimenti sofferti nell'assistere<br />

continuamente all'amato suo genitore; e sta in aspettazione di quanto disporrà il signor<br />

canonico Leonardo suo fratello, e coerede eguale. Raccomando anche me stesso in<br />

precibus, e riverendola resto. Trento 18 maggio 1792.<br />

Suo div.mo, obbl.mo servidore in Cristo<br />

F. Giangrisostomo.<br />

Il simile al P. Massimo a Borgo.<br />

764. 1792<br />

Alla sig. Giovanna Francesca Bettina. Roveredo 323 .<br />

M.R.M. sia lodato Gesù Cristo S.N.C.<br />

Suor Michelina ha ricevuto il quartale, che le ha mandato S.R. e però la ringrazia.<br />

Sono alcuni giorni, che sta poco bene, così che né pur può venire alla chiesa per<br />

ascoltare la Santa Messa. Ciò le succede di tanto in tanto. Io credo, che così le avvenga<br />

eziandio per cagione di malgoverno. Ma non c'è rimedio. Per carità la tenga<br />

raccomandata al Signor Iddio: e pregandola, che voglia fare lo stesso anche per me, la<br />

321 Spedita li 18 di mattina.<br />

322 Nel dì 15 l'infermo vu visitato dal P. David.<br />

323 Ho scritto alla medesima anche altre volte non registrate. Anche li 21 febbraio 1793.<br />

99


iverisco insieme colle sue buone compagne, a nome pure della suddetta suor Michelina,<br />

e resto. Trento 19 maggio 1792.<br />

Di V.R. cui aggiungo, che nell'avvenire farò le quietanze in carta ordinaria, e non<br />

più bollata.<br />

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

765. 1792<br />

Ai Padri Filippini di Trento. S. Trinità.<br />

Molto reverendi Padri.<br />

Teresa cappelletti di Trento, divotissima serva delle RR. LL. 324 è intenzionata<br />

d'inserire nel suo ultimo testamento 325 un Legato di dugento fiorini tedeschi al loro<br />

venerabile Oratorio, coll'obbligo perpetuo di venti Messe basse all'anno, da celebrarsi in<br />

altrettanti giorni non continui secondo la sua pia intenzione, potendo essere anche da<br />

morto 326 . Prima però di ciò fare, brama di essere assicurata del loro assenso. Quindi le<br />

supplica riverentemente del medesimo; e sperando di ottenerlo, protesta, che sarà tenuto<br />

per una grazia ecc.<br />

Così ho scritto pregato nel d' 21 maggio 1792. La Cappelletta è filia quondam<br />

Dominici, mia penitente sino dall'anno 1776, nata li 7 settembre del 1735. Non ha<br />

padre, né madre, né fratelli, né sorelle. Il Legato è ancora in dubbio 1793. Non si farà. I<br />

Filippini non hanno accettato il Legato: e li fiorini dati ad un amico Giovanni, ch'è<br />

morto nel 1794, sono spariti. Poi vennero 100.<br />

Fuori. Alli Molto Reverendi Padri Preposito, e preti dell'Oratorio Filippino di<br />

Trento.<br />

766. 1792<br />

Al P. Davide da Tiarno. Pergine.<br />

R.P.S.L.G.C.S.N.C.<br />

Su la strada portandomi dalla sig. Rosa per consolarla, mi fu recata la gratissima<br />

lettera di V.P., e quindi ebbi la contentezza di leggergliela tutta intera. La ringrazio<br />

perciò anche a nome della mentovata signora. La giovine pinetana, che ebbe la fortuna<br />

di vedere Maria Santissima, si chiamò Domenica figlia del quondam Niccolò Targa<br />

dalla Guardia327 . Le apparizioni furono quattro, tutte nell'anno 1729. La prima cadde ai<br />

quattordici di maggio, giorno di sabato. La seconda ai 26 di maggio, festa<br />

dell'Ascensione di Nostro Signore. La terza agli otto di settembre, festa della Natività<br />

della stessa Beatissima Vergine. La quarta ed ultima ai dieci di settembre, giorno di<br />

sabato. Nella prima comparve sola. Nella seconda col Bambino in braccio, vestito come<br />

essa, di color d'oro risplendentissimo. Nella terza comparve col Bambino in braccio,<br />

tutto piagato, e tramandante sangue dappertutto. Nella quarta comparve sola, giacché la<br />

nota relazione non parla di altri328 .<br />

Farà bene V.P. e cosa grata eziandio alla santissima Regina del Cielo, se dai libri<br />

parrocchiali caverà la nascita, e la morte della predetta Domenica: e se noterà di qual<br />

concetto ella sia stata.. Se siasi sempre conservata celibe, con tutto quello, che potrà<br />

324<br />

*= Loro.<br />

325<br />

Ha fatto testamento li 18 maggio 97 rogiti Negri. E poi anche nel 1801. Videsis To. 6, n. 2096.<br />

326<br />

Il numero delle Messe parve troppo grande. Allora la limosina ordinaria della Messa bassa fu di soldi 30.<br />

327<br />

Videsis To. 2, Variarum Inscript. 1426.<br />

328<br />

Nel corrente anno 1794 ha cominciato a tener qualche registro del santuario il sig. don Leonardo Tonioli di<br />

Pinedo abitante presso di esso: ma molto rozzamente.<br />

100


itrovare, sincero però, intorno alla storia della Madonna di Montagnaga: ma senza<br />

veruno strepito. Mi comprometto molto dalla sua divozione; e riverendola resto. Trento<br />

22 maggio 1792.<br />

Suo div.mo, obbl.mo servo ed amico.<br />

F. Grisostomo.<br />

Supplica stampata in Trento dal brunati, ed accennata in Parochiali tridentino cap.<br />

57, pag. 693.<br />

767. 1792<br />

Al sig. barone Gaudenz'Antonio Gaudenti. Trento.<br />

Ill.mo sig. sig e padrone graziosissimo.<br />

Accompagno con questa mia la copia fedele, che ho fatto, del bramato<br />

documento 329 , perché non son sicuro di poterla presentare personalmente a V.S.Ill.ma.<br />

Da così fatto documento, oltre l'origine vera del cognome della già nota illustre famiglia<br />

tutt'ora sussistente, s'impara, che l'a Balistris, e l'a Guainis, ovvero a Vaginis, da<br />

principio non furono cognomi di due famiglie trentine; ma soltanto denominazioni di<br />

due persone particolari così dette dalle arti, ch'esercitavano. Si rileva pure donde<br />

derivassero l'una, e l'altre: e si ha una nuova memoria delle monete trentine. L'originale<br />

pergameno conservasi nell'archivio in Santa Chiara segnato G. num. 7. Ho l'onore di<br />

rassegnarmi. S. Bernardino 30 maggio 1792 330 .<br />

Di V.S.Ill.ma<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Giangrisostomo.<br />

768. 1792<br />

Al P. Vicario 331 de' Minori Riformati. Mantova. Como. S. Croce.<br />

Rev. Padre padrone colendissimo.<br />

Quantunque sconosciuto ardisco di pregar d'un favore la P.V.R. Non già per effetto<br />

di vana curiosità; ma per un motivo giusto, ed urgente vorrei sapere, se monsignor<br />

Giuseppe Bertieri sia passato dalla sede vescovile di Como a quella di Pavia? ed in<br />

caso, che non siavi ancora passato, quando vi passerà? come pure, se costì credasi, che<br />

sia per succedergli nella comasca il già eletto Ciani di Trento? Io dunque prego<br />

riverentemente la P.V.R. perché voglia favorirmi col rispondere ai proposti quesiti: e<br />

sperando di venir esaudito, le fo un rispettoso inchino, e mi dico. Trento, s. Bernardino<br />

2 giugno 1792 332 .<br />

Di V.P.R.<br />

Div., osseq.mo servo in Cristo<br />

F. Gio. Crisostomo di Volano<br />

Vicario de' Minori Riformati.<br />

769. 1792<br />

Alla M. Maria Gioseffa Aloisia Winklerin. S. Chiara.<br />

329 To. 3 Compend. Diplom. 495, an. 1407.<br />

330 Consegnato al servitore li 31 maggio.<br />

331 P. Abbondio di Como.<br />

332 Nella sera dei 2 ho inteso da un milanese, che il Bertieri ha preso possesso di Pavia innanzi Pasqua; ma è<br />

ancora in Como. Vedi sotto num. 771. Il detto P. Abbondio di Como Vicario di Como con data de' 28 febbraio 1793<br />

da me ricevuta in Trento li sei marzo, mi ha scritto, ch'è stato eletto vescovo di Como il Padre Carlo Ravelli ex<br />

<strong>Provincia</strong>le Domenicano, Patrizio comasco.<br />

101


Sia lode a Gesù, e Maria Signori nostri clementissimi.<br />

Sapendo, che domani V.R. terminerà l'anno <strong>58</strong> dell'età sua, ed incomincerà il<br />

cinquantesimo nono, io secolei mi congratulo di cuore, e le auguro ogni desiderabile<br />

felicita, e contentezza 333 . Perché poi l'augurio mio riesca più vigoroso,ed efficace, nella<br />

prossima domenica celebrerò, ed applicherò a tal fine per Lei la mia Messa: la quale<br />

applicazione sarà più valevole, se verrà accompagnata dall'applicazione di V.R. Con<br />

questo intendo di darle qualche segno della memoria, che debitamente conservo delle<br />

mie obbligazioni, quantunque stiamene lontano. Godo, che malgrado le sue continue<br />

applicazioni, e fatiche, il Signor Iddio le doni una perfetta sanità, e tempo da fare<br />

acquisto di molti meriti appresso di lui, e della santa madre Religione. Io invecchio, e<br />

sempre più indebolisco non solamente rapporto al corpo; ma quello, ch'è peggio,<br />

eziandio riguardo allo spirito, e parmi, che il mio fine ormai sia vicino. Ella per effetto<br />

della sua carità continui a raccomandarmi a Gesù, e Maria Signori nostri sempre<br />

graziosissimi; mentre a nome de' medesimi la benedico. Amen. S.B. 334 4 giugno 1792.<br />

770. 1792<br />

Al P. Filippo da Metz tedesco Vicario in Metz Lombardo.<br />

Rev. Padre Vicario mio stimatissimo.<br />

Con orrore ho letto, e fatto leggere anche da altri, il caso nuovo di Caio, che<br />

comunicandosi vide cadere in terra un frammento di Sacra Particola; ed affinché non<br />

fosse veduto da altri (non già per malizia) gli mise sopra il piede, e così lo disperse.<br />

Quindi rispondo al primo quesito, ch'egli (siccome senza verun dubbio crede anche<br />

V.P.R. e quel Padre, cui fu esposto) si ha reso colpevole di peccato mortale, qualora da<br />

tanto non lo scusi la sorpresa, e precipitanza dell'atto. Al seco do poi, che nell'imporgli<br />

la penitenza converrà primieramente riflettere, s'egli sia un sacerdote, od uno di quelli,<br />

che per ordinario sono troppo frettolosi nel celebrare. Poscia sarà bene l'aver riguardo al<br />

Canone, che nel Breviario romano agli undici di luglio dicesi stabilito da san Pio Primo.<br />

Finalmente gioverà il prescrivergli una penitenza, che di lancio ridondi anche in<br />

rispetto, e venerazione dell'Augustissimo Sacramento, come sarebbe lo stare innanzi al<br />

medesimo in piana terra ginocchiato: il recitarvi più volte li sette Salmi penitenziali<br />

colle preci seguenti: il celebrare cinto di cilicio: il far qualche particolare astinenza nella<br />

refezione vespertina per alcune volte: l'impiegare più tempo nel prepararsi alla Santa<br />

Messa, e nel fare il ringraziamento ecc. Qui non posso dire di più, perché non ho una<br />

distinta notizia del reo. Perciò mi rimetto: ed assicurando la P.V.R. che questo Padre<br />

Guardiano ha ricevuto la lettera dell'Affirmative: e che rapporto alla sua dimanda sono<br />

intenzionato di compiacerla, con raccomandarmi in precibus la riverisco, e mi dico.<br />

Trento 8 giugno 1792.<br />

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Giangrisostomo.<br />

In ordine all'accennata dimanda gli ho scritto poscia, e gli ho spedito il ricercato<br />

involto in carta grossa e sigillato per mezzo di F. Leonardo li 30 giugno 1792.<br />

771. 1792<br />

Alla sig. Maria Rosa Ciani. Trento.<br />

Molto illustre sig. sig. padrona colendissima.<br />

Buone nuove! In questo stesso momento ho ricevuto risposta da Como con data de'<br />

sette del corrente, concepita in questi precisi termini: Il Bertieri già da molto tempo si<br />

333 Nata li 5 giugno 1734. Vestita li 17 agosto 1760 in s. Trinità.<br />

334 S. Bernardino di Trento.<br />

102


itrova nella sua sede vescovile di Pavia: e quantunque negli scorsi mesi qui si<br />

dubitasse della venuta del Ciani, di presente non si dubita. Scrivo altrettanto sulle due<br />

cartuccie dentro questa rinchiuse, perché se vuole, possa mandarle a Pisa, ed a Vaccia 335 .<br />

E sperando, che questo bocconcino le stuzzicherà l'appetito 336 , e le farà buon pro, in<br />

somma fretta la riverisco, e mi professo. S. Bernardino 13 giugno 1792 alle undici di<br />

mattina.<br />

Di V.S. molto illustre<br />

Um.mo, obbl. div.mo servitore in Cristo<br />

F. Grisostomo.<br />

772. 1792<br />

Al P. Giangiacomo da Tiarno. Arco. Le Grazie.<br />

Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo Signor nostro clementissimo.<br />

Alle ricerche del degnissimo signor curato di Praso (don Giovanni Nicolini di Praso<br />

d'anni 44) rapporto a s. Amando martire ho risposto certissimamente con data di<br />

Roveredo 21 gennaio 1786 337 . Dirizzai la mia risposta al P. Epifanio da Roncone, che<br />

con data di Trento me la chiese. Come poi siasi perduta io non lo so, né sallo il detto<br />

Padre. Quanto dissi allora su due piedi, lo dico anche oggidì dopo d'avere studiata la<br />

materia, cioè che del mentovato Santo non può recitarsi l'officio, né dirsi la Messa,<br />

perché si è uno di quelli, che appellansi Santi battezzati 338 , cavati dalle catacombe, e non<br />

descritti nel Martirologio romano. Aggiungo, che la Santa Sede non concede l'officio<br />

per tali Santi. Le patenti vescovili di Trento servono soltanto, perché il corpo del<br />

predetto Santo possa esporsi a pubblica venerazione. Per altro io non posso<br />

persuadermi, che alcun vescovo gli abbia dedicato un altare in Praso; né che sia stato<br />

eletto canonicamente comprotettore di quel luogo. Non intendo però di detrargli punto,<br />

né di scemare la divozione de' prasini, che anzi la bramo sempre maggiore, e desidero,<br />

che tutti ad imitazione del lodato Santo proccurino di rendersi Amandi. Gli autori<br />

principali, che ho letto per rispondere sono Benedetto XIV, Lib. 4, parte 2 de<br />

Canonizatione Sanct. cap. 27 ed il Cavalieri To. 1, capo 4, e credo, che tanto basti.<br />

Spero pur che lo stesso basterà eziandio al zelantissimo signor curato, cui mea<br />

obsequia; e riverendola divotamente resto. Trento 13 giugno 1792.<br />

Suo obbl.mo servo<br />

F. Gio. Grisostomo di Volano.<br />

Pro Memoria.<br />

Benedetto XIV in Indice rerum verbo Cultus SS. Baptiztorum ha: "Non conceditur<br />

officium in honorem Sanctorum, quorum corpora extrahuntur a caemeteriis, licet certa<br />

sit eorum sanctitas". Lib. 4, parte 2, cap. 27, num. 26.<br />

773. 1792<br />

Al sig. don Benedetto <strong>Tovazzi</strong> seniore 339 . Volano.<br />

Molto rev. sig. e fratello carissimo.<br />

335 Le mandò subito subito.<br />

336 Le arrivò quando stava per sedere alla mensa.<br />

337 Vedi sopra num. 427, To. II.<br />

338 Con nomi appellativi, comuni a tutti i santi, verbi gratia Giusto, Felice, Fortunato.<br />

339 Tovaccio anagrammatizzato fa Toccavio.<br />

103


Non essendo giorno opportuno per andare nel castello vescovile il corrente della<br />

solennità di san Vigilio, rispondo soltanto, che vi andrò domani, e che presenterò a<br />

monsignor Vicario Generale le arte trasmessemi: e poi vi riferirò il risultato di tale<br />

presentazione. Per altro io temo, che questa non basterà per ottenere l'intento: e credo,<br />

che per non perder tempo sarebbe stato meglio formare il memoriale al lodato ill.mo, e<br />

R.mo monsignor Vicario, e mandarglielo per mezzo di deputati del paese. Ma via,<br />

giacché la cosa è fatta così, io farò il passo promesso, e volentieri, e con desiderio di<br />

giovare. E frattanto abbracciandovi cordialmente, e salutando tutti li cari domestici mi<br />

dico. Trento, s. Bernardino 26 giugno 1792.<br />

Vostro aff.mo, obbl.mo fratello<br />

F. Grisostomo.<br />

Nota. Le carte riguardano la comunità di Volano, la quale dimanda di poter<br />

rimettere la Compagnia del SS. Sacramento soppressa da Gioseppe secondo.<br />

Contengono pure li nuovi capitoli, o sia statuti della medesima, composti da don<br />

Benedetto.<br />

774. 1792<br />

Al medesimo sig. don Benedetto <strong>Tovazzi</strong>. Volano.<br />

Molto rev. sig. e fratello carissimo.<br />

Ho presentato a monsignor Vicario Generale 340 i Capitoli con la lettera pubblica, che<br />

mi avete mandato ieridì: ed ho avuto per risposta, ch'egli accorderà volentieri e le<br />

funzioni sacre, e le istituzione della Compagnia del Santissimo: ma rapporto a questa<br />

seconda ora non può senza la previa facoltà d?insprugg. Avendogli io soggiunto, che ciò<br />

fu conceduta ad altri luoghi, mi ha risposto, che ciò fu disapprovato da Insprugg.<br />

Dunque rimando intatte le suddette carte col dispiacere di non aver ottenuto l'intento: ed<br />

avvisandovi, che mi riesce affatto nuova quella forma di soscrizione: Per l'umilissima<br />

ed obb.ma serva Comunità di Volano. Il costume so è di fare scrivendo a padroni:<br />

Umilissimi, e fedelissimi servi, e sudditi il sindaco, e di giurati della Comunità di N. Qui<br />

non dico altro, se non che vi saluto di tutto cuore, e mi professo. Trento 27 giugno 1792.<br />

Vostro aff.mo, ed obbl.mo fratello<br />

F. Grisostomo.<br />

775. 1792<br />

Al P. Amedeo di Roveredo Guardiano. Roveredo. S. Rocco.<br />

R.P.P.C.<br />

Di San Cristoforo martire trattano diffusamente i padri Bollandisti sotto il giorno 25<br />

di luglio, dalla pag. 225 sino alla 149, dando in fine un'antica leggenda di autore<br />

anonimo; ma di tal tempra, che da loro prorsus improbatur tamquam incerta, et<br />

apocrypha, e atta a dar occasione heterodoxis ipsam sancti existentiam impugnandi<br />

tamquam imaginariam, et fabulosam. Un simile giudicio fanno anche delle leggende,<br />

che del medesimo Santo si trovano scritte da altri, arrivando per fino a dire, che neque<br />

certo constat sub quo, et quando passus fuerit, aut quo die. Bensì rapporto al di lui culto<br />

sono generosi,dicendo: Si ulla uspiam alicuius Sancti martyris per totatm, qua lata<br />

patet, Ecclesiam catholicam celebris claret memoria, talis certa haberi debet hodierna<br />

s. Christophori martyris, cultus celebritate, antiquitate, et extensione ubique notissini.<br />

Provano ciò co' martirologi, calendari, breviari, messali, cogli altari, colle chiese,<br />

340 Simone Zambaiti.<br />

104


confraternite, reliquie ecc. Attestano eziandio il Proprium tridentinum del 1627, perché<br />

gli assegna l'officio doppio. Portano un'orazione, in cui dicesi: Deus, qui per<br />

Beatisssimum martyrem tuum Christophorum multorum animas ab errore infidelitatis<br />

ad lumen fidei revocasti. Le note marginali della suddetta leggenda sono queste:<br />

"Sanctus ad plurium conversionem destinatur: pro populo orat, ac multos baptizat,<br />

sistitur regi, cuius impietatem redarguit, et 400 milites convertit, qui et martyres fiunt.<br />

Duae puellae ad Sanctum pervertendum missae, ab eo reducuntur ad meliorem frugem,<br />

ita quidem ut idola collidant. Ideo s. Christophorus torqueri iubetur exquisitis<br />

cruciatibus, sed irrito plane conatu. Sagittis frustra impetitur, quarum una in oculum<br />

regis exiliens, ipsum excaecat. Sanctus fusis precibus, demum martyrio cononatur. Rex<br />

a caecitate sanatus (per aversi posto sopra l'occhio un pò di terra inzuppata nel sangue<br />

del santo martire) edit edictum pro christianis. Io non so cosa trar di più dai predetti<br />

Bollandisti. Aggiungo dunque ai medesimi, che nel 1460 fu eretto un altare nel Duomo<br />

di Trento dal canonico Giovanni Strelitz di Tenno col titolo de' santi Eustachio, e<br />

Cristoforo: e che quindi anche nel calendario trentino del 1550 fu dato l'officio doppio a<br />

s. Cristoforo. Che v'ha memoria di chiese a lui dedicate in Pomarolo all'anno 1234, in<br />

Romeno, in Senale, al Ponte Alpino sopra Metz Lombardo: in Borgo Ausugano: e nel<br />

vescovado di Bressanone a Nevis di Matrey, e nel monte Arlerberg di Zambs. Tralascio<br />

le immagini gigantesche di Volano, ed altro nostri paesi: e chiedendo scusa a V.P.R. se<br />

non lo ho servita conforme al suo desiderio, l'assicuro, che stammi a cuore la<br />

vessazione, che patisce, la raccomando al Signor Iddio, e riverendola mi professo.<br />

Trento 29 giugno 1792.<br />

Di V.P.R. cui aggiungo, che qui pure si parla degl'iconoclasti lagaritani, che sono a<br />

studio in Insprugg.<br />

Um.mo, div., obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo.<br />

P.S. San Cristoforo ebbe culto sul Trentino anche nell'undecimo secolo, giacché sta<br />

il di lui nome nel calendario Udalriciano del detto tempo. Nel secolo seguente XII il<br />

messale adelpretano di Trento gli assegnò un Prosa colle note musiche, la quale<br />

incomincia: Gaude Christi Sponsa virgo mater Ecclesia.<br />

776. 1792<br />

Al Governo dell'Austria Superiore. Insprugg.<br />

Excellentissimi Domini Domini.<br />

Fr. Archangelus a Clesio Minister <strong>Provincia</strong>lis Franciscanorum <strong>Provincia</strong>e Sancti<br />

Vigilii, reverenter exhibet EE. VV. Directorium divini officii pro anno 1793, hisce<br />

annexum, ac suppliciter petit eius approbationem ec.<br />

Datum Tridenti apud s. Bernardinum 3 iulii 1792.<br />

Fuori. Excellentissimo, ac Caes. Reg. Gubernio<br />

Austriae Superioris. Oenipontum 341 .<br />

Spedito li 4. Fu approvato in Insprugg li 12 luglio e ritornò a me gli undici agosto<br />

da Roveredo spedito li 28 luglio.<br />

777.1792<br />

Al P. Filippo da Metz Tedesco Vicario in Metz Lombardo.<br />

Rev. Padre Vicario sia lodato Gesù Cristo Sig. Nostro Clementissimo.<br />

341 Benché Francesco d'Austria non ancor sia imperatore. Fu eletto li 5 luglio.<br />

105


Li due quesiti propostimi da S.P. rapporto ai Terziari nostri Commensali mi<br />

riescono alquanto difficili: e per questo lo indugiato il darle risposta. Io non ho mai<br />

veduto alcuna Regola per loro, né ho mai udito da alcuno, che sia stata composta.<br />

Quella, che si ha de' nostri Terziari secolari non pare applicabile ai nostri Commensali.<br />

Penso dunque, che questi possano e debbano seguire la Regola nostra pro uniformitate;<br />

ma però senza verun carico di coscienza giacché non fanno voto di osservarla. Circa poi<br />

la questione se sieno essi soggetti ai casi riservati nella nostra Religione rispondo<br />

affirmative, primieramente perché così ha dichiarato con una sua circolare nell'anno<br />

1755, oppure 1756 il fu nostro Padre <strong>Provincia</strong>le Ferdinando da Bronzolo: e poi perché i<br />

detti casi sono loro applicabile tanto come se fossero professi, eccettuati soltanto il<br />

secondo ed il sesto. Certamente sarebbe intollerabile tra noi un venefico, un manesco,<br />

un infamatore, un impudico, un ladro, un falsificatore, un letterario infedele ecc.<br />

Essendo essi esenti da' diocesani, se lo fossero anche dai Regolari, sarebbero più<br />

privilegiati de' Religiosi professi. Confido,che così penserà eziandio S.P. e riverendola<br />

col mio solito rispetto mi dico. Trento 17 luglio 1792.<br />

Suo div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Grisostomo.<br />

778. 1792<br />

Al P. Patrizio da Vigolbaselga Guardiano in Campo.<br />

R.P. Sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro.<br />

Secondo l'incombenza datami già tempo dal nostro Padre secretario (Gio.<br />

Evangelista da Stenico) pregai il libraio Francesco Mugler, che cercasse per Trento le<br />

due opere bramate dal R.mo signor arciprete del Bleggio (Nicolao Torresano) cioè<br />

l'Istoria delle eresie de Bernino, ed il Tertullianus praedicans. Egli dunque ha cercato, e<br />

ieri l'altro mi ha riferito, che non ha potuto ritrovarne alcuna. Tanto notifico a S.P. in<br />

vigore dell'avviso datomi dal predetto Padre secretario e riverendola resto. Trento 18<br />

luglio 1792.<br />

Suo div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Grisostomo.<br />

779. 1792<br />

Al P. don Giambattista Ghezzi piovano a s. Maddalena.<br />

Molto rev. Padre, sig. e padrone colendissimo.<br />

Rimando prontamente a S.R. la trasmessami tabella, formata sul gusto tedesco, che<br />

non mi ha mai piaciuto, e non mi piacerà mai. Per altro suppongo di averla distesa ad<br />

mentem; e facendole un divotissimo inchino, mi esibisco ad ulteriori suoi graditi<br />

comandi, e mi professo. Di s. Bernardino 19 luglio 1792.<br />

Di S.R.<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

Nota. La tabella contiene li Frati nostri di s. Bernardino, col nome, cognome, patria,<br />

età, officio ecc., col <strong>Provincia</strong>le, e secretario. Fu fatto uso di essa nel Clerologio trentino<br />

del 1793,ma senza il dovuto riguardo alle mutazioni poscia occorse.<br />

780. 1792<br />

106


Al sig. Carlo Francesco Pompeati arciprete di Civezzano 342 .<br />

Ill.mo, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo.<br />

Molto volentieri comunico a V.S. Ill.ma, e R.ma le notizie, che tengo delle quattro<br />

monache Pompeate, tutte dell'Ordine di Santa Chiara in Trento; spiacendomi soltanto,<br />

che sieno poche, e non affatto corrispondenti alle fattemi ricerche.<br />

Sappia dunque,che<br />

La Madre Suor Francesca Dorotea, detta prima Dorotea Pompeati, fu vestita in s.<br />

Trinità li 18 maggio 1670, professò nell'anno 1671, e morì ai 30 di luglio del 1695, in<br />

età di anni 45, dopo un'infermità di soli quindici giorni, compianta da tutte le sue<br />

correligiose per le sue buone qualità. Di lei dicesi particolarmente, ch'essendo rotara 343<br />

proccurava di non lasciar partire alcun povero senza qualche limosina.<br />

La Madre Suor Eufemia Domitilla, per l'innanzi nominata Margarita Pompeati,<br />

sorella della predetta Madre Francesca Dorotea, ricevette il sacro abito in s. Trinità li 14<br />

maggio 1679, professò li 23 giugno 1680, e morì ai 14 di luglio dell'anno 1730, per<br />

male d'idropisia, e di apoplessia, in età di anni 73. Ella fu religiosa molto buona, e due<br />

volte Vicaria. Della medesima sta scritto, che quando entrò nel monistero era<br />

febbricitante, e che per il suo gran desiderio di entrarvi presto, tenne occulto il male; ma<br />

subito entrata si aggravò tanto, che diventò maligno, stette con esso sessanta giorni, fu<br />

spedita da' medici, e munita eziandio dell'Estrema Unzione.<br />

La Madre Suor Francesca Bianca, detta nel secolo Anna Livia Pompeati Luchini, ed<br />

anche Luchini Pompeati, fu battezzata li 9 settembre 1686, entrò nel monistero della ss.<br />

Trinità per fare la prima prova gli 8 dicembre 1706, fu vestita del sacro abito ai due di<br />

giugno del 1707, professò ai tre di giugno del 1708, fu tre volte abbadessa dal 1733,<br />

1742, e 1748, e cessò di vivere ai dieci di aprile del 17<strong>58</strong>, di sua età 72. Il di lei titolo<br />

religioso fu dell'Obbedienza di Gesù.<br />

L Madre Suor Teresa Dorotea Orazia Andreana della ss. Trinità, monaca in san<br />

Michele di Trento, fu figliuola del sig. Orazio Pompeati Luchini, e della signora Maria<br />

Dorotea Barbi di cembra. Venne battezzata col nome di Teresa nel Duomo di Trento li 4<br />

giugno 1662. Vestì le lane serafiche ai 29 del predetto giugno nell'anno 1687, professò<br />

li 2 luglio 1688, e finì di vivere nel giorno 21 di febbraio del 1749, di sua età 83. Ella<br />

non ebbe alcun grado nel monastero.<br />

Aggiungo a questo, ed all'altro mio foglio (de' 24 nov. 1791) che ho ritrovato un<br />

Giovanni Pompeati chirurgo stipendiato in Levico nel 1703, ed un Domenico Pompeati<br />

stampatore in Venezia all'insegna di Ovidio l'anno 1779, e 1780.<br />

Prego V.S. Ill.ma, e R.ma di aggradire la mia pronta servitù, e con ossequioso, e<br />

profondo rispetto mi raffermo. Trento, s. Bernardino 2 agosto 1792.<br />

Di V.S. Ill.ma, e R.ma<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo nel Signore<br />

F. Giangrisostomo di Volano Minore Riformato.<br />

P.S. Co' lumi qui recati riuscirà facile il trovare ne' libri battesimali di Trento ciò<br />

che io non ho potuto notare rapporto al giorno, mese, ed anno della nascita, ed ai nomi<br />

dei genitori.<br />

781. 1792<br />

342<br />

Fatto canonico di Trento da papa Pio sesto nel febbraio del 1797 per la morte del canonico Bortolazzi di<br />

Trento.<br />

343<br />

"Addetta alla ruota, in pratica portinaia.<br />

107


Al P. Benedetto d'Ampezzo Riformato 344 . Verona. Valdagno.<br />

R.P. sia lodato Gesù Cristo Signor nostro clementissimo.<br />

Con molto piacere ho ricevuto la sua lettera, godendo, che ancora sia in vita, e che<br />

conservi per me il suo buon cuore. Io pure sovente mi ricordo di Lei, e de' favori, che mi<br />

ha compartito. Circa poi la sua dimanda le rispondo, e l'assicuro, che quantunque io non<br />

sia tabacchista, pure sono intenzionato di mandargliene due carte. Già le tengo<br />

preparate. Ma prima conviene, ch'Ella mi assicuri, che possano arrivarle franche. Qui è<br />

voce comune, che ora gli appaltisti veneti (de' quali è capo un Manfrino) usano grandi<br />

rigori, cosicché per fino guardano le tabacchiere, ed hanno fatto carcerare un Religioso<br />

assai ragguardevole per aver preso del tabacco fuori dell'appalto, importunato da chi<br />

tenevalo da vendere. Così ho inteso. Quindi temo di non poter trovare alcuno, che<br />

ardisca di pigliare, e portare a Verona le dette carte. Se fosse per Bassano potrei darle a<br />

qualche nostro Terziario: Ma se durano ancora i predetti rigori temerei di non sortirla<br />

bene. Dunque io conserverò le carte, e l'intenzione di spedirle, finché V.P.R. mi<br />

spianerà le strade. La prego caldamente di raccomandarmi al Signor Iddio. Io sto qui<br />

colle mie solite occupazioncelle, senza mai avere un'ora vacua, e senza veruna<br />

consolazione. Le nostre miserie crescono giornalmente, e non c'è speranza, che siano<br />

mai per far punto fermo. Non si può vestire, e si muore, e conseguentemente si va verso<br />

il fine. I pensieri, le parole, i fatti sono generalmente tristi. Per opporsi al torrente non<br />

c'è sponda. Oh Dio! Replico mi raccomandi al medesimo Dio, e si conservi lungamente.<br />

Trento, s. Bernardino 11 agosto 1792.<br />

Di V.P.R.<br />

Div.mo, obbl.mo servitore ed amico<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

782. 1792<br />

Al P. Pietro Paolo da Roncegno. Borgo.<br />

R.P. sia lodato Gesù Cristo Signor nostro clementissimo.<br />

Sento con gran piacere, che finalmente sia in procinto di dare alle stampe la sua<br />

Storia della Valsugana. Rapporto al titolo di Milite non posso dirle quanto mi ricerca,<br />

perché non lo rovo negli autori, che di esso parlano. Egli non ha lo stesso significato in<br />

tutti li paesi. Dalle nostre carte ho imparato che non è come quello, che corre oggidì, di<br />

Conte, barone, cavaliere, li quali titoli sono comuni a tutti gl'individui delle famiglie, ed<br />

anche ereditari. Per l'opposto quello di Milite era personale, giacché trovansi nominati<br />

più fratelli insieme, col titolo di Milite ad un solo. Io la esorto a non perder tempo nel<br />

cercare l'importanza di tal titolo, bastando, che dialo a chi si conviene. Anche circa il<br />

punto, che mi domanda di Riva, sono all'oscuro. Colle carte di quell'archivio civico ho<br />

composto un indice de' podestà, e rettori di Riva, ordinandoli sotto queste rubriche: Pro<br />

Episcopo Trid. Pro Imperatore. Pro Episcopo Trid. Pro Comite Tirol. Pro Episcopo<br />

Trid. Pro Scaligeris. Pro Vicecomite Mediol. Pro Episcopo Trid. Pro Comite Tirol. Pro<br />

Episcopo Trid. Pro Vicecom. Pro Episcopo Trid. Pro Dominio Veneto. Pro Episc. Trid.<br />

Dal 1402 sino al 1414 termini inclusivi non ho trovato alcun podestà nelle predette<br />

carte, e quindi né pur chi sia stato signore di Riva in quel torno di tempo: bensì nelle<br />

trentine, dalle quali mi fu somministrato un podestà all'anno 1404, detto Giacomo di<br />

Roccabruna. Dal 1415 sino al 1419 ho posto Riva sotto il Conte del Tirolo: nel 1420<br />

sotto il vescovo di Trento: dal 1421 sino al 1425 sotto i Visconti: dal 1426 sino al 1435<br />

344 Questo P. Benedetto Costantini d'Ampezzo, nacque li 28 aprile 1735 e vestì l'abito nostro li 21 giugno 1751.<br />

108


sotto il vescovo, cos' ammaestrato dalle carte, che parlano de' Pretori. Io non so di più: e<br />

quindi restando con desiderio di poterla servire ulteriormente, la riverisco, e mi<br />

professo. Trento 14 agosto 1792.<br />

Di V.P.R.<br />

Div.mo, obbl.mo servo nel Signore<br />

F. Giangrisostomo.<br />

783. 1792<br />

Al P. Massimo da Volano Vicario in Borgo.<br />

Sia Lodato Gesù Cristo Signor nostro clementissimo.<br />

Siccome trovomi confessore straordinario a s. Chiara, così sono stato pregato dalla<br />

Madre Badessa di scrivervi, e ricercare da Voi, se sappiate, che questa novizza<br />

Margarita Bellotta di Borgo sia discendente da izzap 345 . Ella è sana e sta qui volentieri;<br />

ma patisce delle angustie spirituali, e dà motivo di sospettare alle Religiose. Favorite<br />

adunque di rispondermi schiettamente, e sinceramente, e senza veruno scrupolo 346 .<br />

Essendo tanti anni che state in Borgo, siate a portata di saper quello, che si ricerca. Ma<br />

fate il tutto senza strepito, e senza, che alcuno si accorga. La detta giovine per quanto<br />

intendo, patisce ognorché le conviene d'andare ai Santi sacramenti.<br />

In questo stessissimo punto ricevo il Breve Piano Etsi cupimus dato in Roma li 15<br />

maggio 1792, col quale sono stati eletti ad sexennium li superiori generali dell'Ordine<br />

nostro. Il Ministro Generale si dice il P. Gioachino Compañy ex Commissario generale<br />

Oltremontano 347 . Il Commissario generale Cismontano per un triennio il P. Bonaventura<br />

da Piacenza Riformato della <strong>Provincia</strong> di Bologna. Il Procuratore Generale de'<br />

Riformati il P. Celestino di Ascoli della <strong>Provincia</strong> Marchigiana. Tra gli diffinitori<br />

generali cismontani si annovera il P. Gio. Alfonso da Mendrisio della <strong>Provincia</strong><br />

Alessandrina di s. Diego di Riformati. Tralascio gli altri per esser finita la carta; e con<br />

fraterno affetto vi abbraccio. Trento 27 agosto 1792.<br />

784. 1792<br />

Al P. Patrizio da Vigol-Baselga Guardiano di Campo.<br />

Rev. Padre.<br />

Quando F. Giambattista d'Aldeno mi consegnò la sua non potei risponderle, perché<br />

dovetti subito partire per l'Ausugio Superiore 348 . Ritornato di là il terzo giorno, mi<br />

convenne andare a s. Chiara per confessore straordinario. Oggidì stentatamente ho fatto<br />

la mia risposta, che gliela mando qui compiegata 349 . Bramo, che giungale a tempo, e<br />

riverendola resto. Trento 29 agosto 1792.<br />

Suo div.mo servo<br />

F. Grisostomo<br />

Nota. Serve per decidere le differenze rituali insorte tra il sig. arciprete del Bleggio,<br />

ed il di lui clero, intorno all'ottava della consecrazione della chiesa parrocchiale.<br />

345<br />

*=Pazzi.<br />

346<br />

Ha risposto, che non sa che alcuno de' di lei parenti abbia patito, sì per parte di padre, che di madre. La<br />

giovine s'è liberata dalle angustie in questo stesso tempo, ed ha professato nel 1794, coi nomi di Suor Maria Teresa.<br />

Ma poi ora 1798 patisce il mal caduco. Ora 1803 pare guarita.<br />

347<br />

Il P. Gioachino poi fu fatto arcivescovo di Saragozza, ed il P. Bonaventura Gazola vescovo di Cervia. Il P.<br />

Gioachino ora è arcivescovo di Valenza.<br />

348<br />

Vigolo, e Vattaro.<br />

349<br />

L'ottava della consecrazione.<br />

109


785. 1792.<br />

Al P. Benedetto d'Ampezzo. Valdagno.<br />

R.P. sia lodato Gesù Cristo Sig. nostro clementissimo.<br />

Oggidì ho consegnato ad un nostro Terziario (Fra Domenico da Mala) inviato per<br />

Venezia le due promesse carte di tabacco (Lib. 2 e mezza) involte in panno serafico, e<br />

raccomandate al notificatomi P.M. Pietro Giuseppe da Piovene 350 . Il tabacco è di due<br />

classi, tal quale fu dato anche a me. Bramo, che le riesca di gusto, e soddisfazione. In<br />

caso contrario, accetterà la buona volontà. Ringrazio il Signor Iddio, che la nostra santa<br />

Madre Religione mantengasi almeno nel Dominio veneto, e che in esso si vesta. Noi<br />

oggidì abbiamo dato sepoltura al P. Vicario di Roveredo (Adelpreto Cobelli di Lizzana)<br />

Religioso per altro utile, e soltanto d'anni 53, ma non possiamo rimpiazzarlo. Abbiamo<br />

molti vecchi, tra' quali uno d'anni 93. Questi non potranno durar molto 351 . Dunque né<br />

pure la <strong>Provincia</strong> potrà conservar molto tutti li conventi. Pazienza. Sia sempre fatta la<br />

divina volontà. Io son sempre occupatissimo, e quindi non posso fare tutte quelle<br />

coselle, che vorrei. Presentemente son anche confessore straordinario di monache.<br />

Vorrei prepararmi per la morte, e non so come principiare 352 . Mi raccomandi a sua<br />

divina Maestà, e si conservi lungamente. Trento, s. Bernardino 4 settembre 1792.<br />

Di S.P.R.<br />

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano.<br />

Con data di Valdagno 17 settembre mi ha ringraziato vivamente, anche per essergli<br />

ottimo di qualità il tabacco. È di quello, che usa il principe di Trento, regalatomi da ecc.<br />

dalla sig. contessa Costanza Trissina Tabarelli.<br />

786. 1792<br />

Alla M. Gioseffa Tomazzoli 353 . S. Chiara.<br />

Sia lode a Gesù, e Maria Signori nostri clementissimi.<br />

Ho parlato con Frat'Abbondanzio da Sacco a tenore dell'incombenza datami da<br />

V.R. ed ho avuto per risposta, che tanto la lagrima di avezzo, quanto la trementina sono<br />

cose resinose, e perciò atte a cagionare lo stesso effetto, voglio dire, che si può<br />

egualmente usare l'una e l'altra. Le aggiungo poi come medico spirituale, che senza<br />

dubbio le gioverà l'alzare la sua mente a Dio, ed supplicarlo, che si degni di rende<br />

efficaci le medicine ognorché le occorrerà di pigliarle. Ed avvertendola che domani a<br />

tutte converrà di essere brevi, e spedite, le auguro una buona notte, e la benedico coi ss.<br />

nomi di Gesù, e Maria. Amen. S. Bernardino 9 settembre 1792, di notte.<br />

787. 1792<br />

A monsignor Simon Albano Zambaiti canonico e Vicario Generale di Trento. a<br />

Vezzano.<br />

Ill.mo, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo.<br />

Eseguendo riverentemente l'ordine, che V.S. Ill.ma, e R.ma s'è degnata di darmi, ho<br />

cercato nell'archivio del venerabile monastero di s. Michele, detto anche di s. Chiara,<br />

fuori della Porta di s. Croce di questa città di Trento, il rotolo pergameno, che vuolsi<br />

350<br />

P. Pietro Giuseppe Maestro di novizzi in Bassano.<br />

351<br />

Questo F. Modesto Bassetti da S. Massenza laico è morto in Trento li 14 settembre 1792.<br />

352<br />

Vedi sotto num. 805.<br />

353<br />

Filia quondam Iosephi Tomazoli civis, et mercatoris Tridenti.<br />

110


scritto nel di lui parlatorio ai 17 marzo 1615 da Giulio Iob notaio trentino, e che si fa<br />

contenere l'accordo seguito con le Religiose Clarisse del mentovato monastero per<br />

l'educazione dell'ora nominata Beata Giovanna Maria Bonomi. Perciò le riferisco, e<br />

attesto sinceramente,che quantunque abbia presi per le mani ad uno ad uno tutti que'<br />

rotoli 354 , che furono scritti nell'anno 1600 sino al 1687, e che si conservano in quattro<br />

cassettini del predetto archivio segnati colle lettere I. L. M. N., non mi è riuscito di<br />

ritrovare tra essi né il ricercato rotolo giuliano, né verun altro, che parli dell'accennato<br />

accordo 355 . Aggiungo, che infra li predetti rotoli ne ho ritrovato un solo dell'anno 1615,<br />

ma scritto dal notaio Stefano Dema di Trento li 29 agosto, e trattante di tutt'altro.<br />

Aggiungo pure, che io non posso credere sincero il documento giuliano, attese le<br />

ragioni, che addurrò dopo d'averlo qui trascritto interamente come l'ho letto in più<br />

stampe, tratto dalla Serie dei documenti antichi autentici esposti in vista universale in<br />

Venezia a san Marco. Suona così:<br />

In Christi nomine Amen. Anno ab eiusdem Nativitate millesimo, sexcentesimo<br />

decimo quinto, indict. vero decima tertia, mensis martii, die lunae decima septima, in<br />

Burgo sanctae Crucis, extra Portam civitatis Tridenti, in conventu sanctae Clarae, in<br />

loco ante ferratas, nuncupato il Parlatorio. Praesentibus nob. ac magnifico domino<br />

Iacobo Sardanea cive Tridenti, Innocente q. Innocentii de Lorenzonis in dicto burgo<br />

sanctae Crucis, et Dionysio de Paulis q. Andronici de Calavino, testibus ad infrascripta<br />

adhibitis, notis, et rogatis. Ibique intra dictas ferratas loci antedicti, comparuit nobilis<br />

dominus Ioannes q. Io. Petri, q. Ioannis de Bonomis, olim de Pinzolo Tridenti, sed post<br />

dissensiones ortas inter Io. Patrum eius patrem, et Matthaeum, et Antonium illius fratres<br />

q. Ioannis, nunc civis vincentinus, et congregatis capitulariter ad sonum campanulae, ter<br />

de more sonatae, infrascriptis venerabilibus sororibus prophessis in dicto conventu<br />

sanctae Clarae: venerabilis soror Elisabeth Biroldi (sic) veronesis abbatissa, V. S.<br />

Beatrix Negriola de Tavernar, de Villa Montanea Vicaria, Birgitta de Brentonicis,<br />

Antonia Picina etc. de consensu etiam aliarum capitularium, exposuit se cogitavisse, ac<br />

statuisse, de consensu mutuo eius respectivae uxoris d. Virgineae de familia Ceschi de<br />

Burgo Valsuganae Tridenti, dare, et tradere in educationem eius dilectam filiam Mariam<br />

annorum novem circiter. Cui expositioni venerabiles sorores abbatissa, et capitulares<br />

unanimes, iam ante praeventae, libenter annuerunt, promittentes eam accipere, et<br />

acceptam instruere in bonis moribus, et pietate, et doctrina etc. sicut solent in aliis<br />

educandis, in exercitio suarum scholarum. Et quamvis eius dilecta filia Maria potius<br />

ingredi cuperet in conventu venerabilium sororum ss. Trinitatis, Ordinis s. Clarae, in<br />

quo erat domina Faustina filia nob. domini Antonii, eius germana, in educationem<br />

posita, tamen non se opposuit voluntati eiusdem nob. domini Ioannis eius dilectissimi<br />

patris. Pro cuius submissione unanimiter deiberaverunt, et statuerunt ingressum eiusdem<br />

dictae filiae Mariae in dicto conventu venerabilium sororum, pro anni unius spatio, et<br />

sic deinceps, si eidem patri Ioanni placuerit. Pro quo contractu idem dominus Ioannes q,<br />

Ioannis Petri q. Ioannis in visu omnium exbursavit, enumeravit, et tradidit supradictis<br />

venerabilibus sororibus quantitatem Remnensium centum (sic), tronorum quatuor cum<br />

dimidio pro singulo Remnense bonae monetae pro quibus venerabiles sorores<br />

acceptantes promiserunt facere expensas, sicut solent aliis adolescentulis educandis in<br />

dicto earumdem conventu. Sibi reservantes propterea dictae V:V. sorores, quod in casu<br />

aegritudinis, quod Deus nolit, dictae Mariae educandae, pondus, et onus, idest expensas<br />

omnes sibi intelligere, et esse de facto in aggravium dicti nob. Ioannis eius patris, qui<br />

354 Stando nel confessionale.<br />

355 Anzi non ho ritrovato alcun instrumento rapporto a giovani educande nel detto monastero.<br />

111


agnoscens dignum, et iustum esse de iure, ideoque de facto libenter, et ex animo se<br />

submisit, cum obligatione reficiendi dictas V.V. sorores in omnibus damnis, et expensis<br />

medici, et medicamentorum etc. Sibi reservavit proptera etiam idem dominus Ioannes<br />

manere sempre il libertate post annum, suam filiam relinquere, vel levare a dicto<br />

conventu ad suum libbitum, prout circu<strong>ms</strong>tantiae, vel accidentes requirere possint. Pro<br />

quo V.V. sorores praedictae, et nob. dominus Ioannes q. Ioannis Petri de Bonomis,<br />

praevia licentia episcopi, principisque Tridenti, sibi invicem, et vicissim in forma<br />

publica statuerunt, et de rhato ratificaverunt, acceptantes dictos Remnenses centum, et<br />

omnes et singulas promissiones, et promissarum observationes, rog. me notario in<br />

forma etc.<br />

Loco<br />

Sigilli Ego Iulius f. q. egregii domini Iob de Iob notarii et civis Tridenti, publicus<br />

imperiali auctoritate notarius Tridenti, supradictis omnibus, et singulis, una cum<br />

praedictis testibus, praesens fui, et scripsi et publicavi, unde hoc instrumentum confeci,<br />

quod aliis impeditus negotiis, ex protocollo meo per fidelem scriptorem transcribi feci,<br />

illudque perlegi, et concordare inveni, ideo signo, et nomine meis solitis appositis, me<br />

subscripsi rogatus etc. 356<br />

Le ragioni dunque, che m'inducono a credere non sincero il trascritto instrumento<br />

sono queste. Il notaio Giulio Iob non ha potuto scriverlo nell'anno 1615, perché già<br />

morto sino dall'anno 1608. Che sia morto in tal anno si prova colla matricola de' notai<br />

trentini, nella quale sta scritto: Dominus Iulius quondam Iob de Iob ingressus est anno<br />

1576, et obiit anno 1608, conforme avvisa il signor abate Agostino del Pozzo nella sua<br />

bella dissertazione della patria, e della vera famiglia della Beata Giovanna-Maria<br />

Bonomo, stampata in Bassano col compendio della di Lei vita nel 1783, pag. 157, su la<br />

fede autentica del Collegio notariale di Trento, veduta e letta eziandio da me gli 8<br />

maggio 1782. Che poi sia morto avanti l'anno 1615 l'ho imparato anche da più carte<br />

autentiche mentre in una de' 30 gennaio 1610 si nomina: Quondam spectabilis dominus<br />

Iulius Iob notarius, et civis Trid. In un'altra de' 20 settembre 1610: Quondam spectabilis<br />

dominus Iulius Iob notarius Trid. In una del 1612, Quondam spectabilis dominus Iulius<br />

Iob notarius publicus. Tra tante scritture di lui, che ho veduto io, neppur una oltrepassa<br />

l'anno 1605, nel qual anno cessò di scrivere anche nell'urbario del monastero della ss.<br />

Trinità di Trento, in cui scrisse frequentemente sino dall'anno 1<strong>58</strong>7. Tralascio, che Iob<br />

de Iob notaio fu deputato rilevatore delle scritture di Giulio Iob suo padre con un atto<br />

del notaio Barnaba Manzio, il quale morì certamente nell'anno 1615, perché tal morte<br />

seguì dopo li 26 di aprile, e non mi consta l'anno del predetto atto 357 .<br />

Egli è falso, che nell'anno 1615 fosse nel monastero della ss. Trinità come educanda<br />

D. Faustina Bonomi, poiché soltanto nell'anno 1632 li 26 d'aprile la signora Chiara<br />

Bonomi di Trento pigliò il nome di suor Faustina, quando vestì l'abito di Clarissa,<br />

conforme ho ricavato dalle cronache manoscritte di quel monastero.<br />

356<br />

Nella soscrizione del notaio manca il Collegiatus. Vi è il nome del padre di Giulio, benché tal nome manchi<br />

in tutte le moltissime soscrizioni di Giulio vedute da me. Egli si soscrisse così: Ego Iulius Iob de Iob notarius<br />

publicus imperiali auctoritate, Tridenti collegiatus, et civis, nelle carte degli anni 1<strong>58</strong>7, 1<strong>58</strong>9, 1590, 1591, 1592,<br />

1593, 1594, 1598, 1599, 1600, 1602, 1603, 1604, 1605. Dopo scritto questo ho veduto in un libro stampato una carta<br />

del 1593 cui è soscritto: Ego Iulius f. q. egregii domini Iob de Iob notarii, et civis Trid. publicus imperiali authoritate<br />

notarius Tridenti Collegiatus, et civis, venerabilis Capituli ecclesiae cathedralis, et officii spiritualis Tridenti<br />

cancellarius.<br />

357<br />

Li 17 giugno 1615 fu allegato un instrumento scritto nel 1604 per spectabilem quondam dominum Iulium Iob<br />

olim notarium Tridenti.<br />

112


Falso parimente che il signor Giovanni Bonomi nel 1615 per collocare la sua figlia<br />

Maria nel monastero trentino di s. Chiara, abbia avuto il consenso della sua moglie D.<br />

Virginia de Familia Ceschi de Burgo Valsuganae Tridenti, giacché la medesima signora<br />

Virginia è morta in Asiago l'anno 1612, siccome consta dalla vita della Beata di Lei<br />

figlia.<br />

I notai trentini non hanno mai scritto Valsuganae Tridenti, essendo stata aggiunta al<br />

vescovado di Trento la Valsugana solamente nel 1785. Avanti fu detta Vallis Sugana, e<br />

Vallis Ausugii, ed anche smplicemente Ausugium, col dioecesis Feltrensis.<br />

Similmente niun notaio trentino ha mai scritto Pinzolum Tridenti; ma bensì<br />

Pinzolum plebis Rendenae, o Vallis Rendenae, o Vallis Iudicariarum, dioecesis<br />

tridentinae.<br />

Il dire germana in senso di cugina, come fa il documento descritto parlando di<br />

Faustina Bonomi, non si pratica dai trentini, bensì dai veneziani.<br />

Anche il dire, che la menzionata Faustina erat nel convento della ss. Trinità, non mi<br />

sembra giusto; parendomi, che avrebbe dovuto scriversi est.<br />

Il titolo di nobile dato ad Antonio Bonomi, padre della medesima Faustina, non<br />

viene confermato da altre carte passate per le mie mani. La carta dotale della predetta<br />

Faustina, scritta in Trento l'anno 1633, Indict. prima, die sab. 23 aprilis, nomina<br />

venerabilem presbyterum dominum Ioannem Bonhomum filium quondam domini<br />

Antonii Bonhomii civis Tridenti, e la novizza Faustina, che stava per professare, filiam<br />

quondam dicti domini Antonii Bonhomii olim civis Trdienti. In un'altra carta del 1624<br />

scritta in Riva si dice: Il magnifico signor Antonio Bonhomi cittadin di Trento, agente, e<br />

procuratore delle reverende Madri del monasterio di s. Chiara in Trento. In un'altra del<br />

predetto anno 1624 scritta in Trento si nomina come testimonio Dominus Antonius<br />

Bonhomus civis, publicusque sensarus Tridenti. In un'altra del 1630 scritta nel parlatorio<br />

del mentovato monastero comparisce come testimonio Magnificus dominus Antonius<br />

Bonomus civis Tridenti. Anche nei libri battesimali di s. Maria Maddalena di Trento<br />

all'anno 1624 si dice soltanto il signor Antonio Bonhomi.<br />

Per un contratto simile al descritto par soverchio il rammentare tutta la parentela<br />

Bonomi, l'antica di lei origine da una villetta de' monti trentini, e la causa del passaggio<br />

a Vicenza, massimamente non contenendo cose gloriose, né titoli speciosi, né meno<br />

quello di Signore al padre, ed all'avo di chi è nominato nobile signor Giovanni: e che<br />

quindi avrebbe bastato il dire Nob. Dominus Ioannes de Bonomis civis vincentinus.<br />

Quel de familia Ceschi non mi piace. Si poteva dire Virginiae Ceschi, quantunque<br />

gli antichi Ceschi, ed anche Gasparo padre di Virginia, sieno stati chiamati latinamente<br />

de Cischis.<br />

Quel licentia episcopi, principisque Tridenti non si accorda colle altre carte del<br />

1615, nelle quali sta scritto: Ill.mi, et R.mi domini domini Caroli Cardinalis Madrutii<br />

Episcopi, et principis Trid. Fu cardinale dal 1604 sino al 1629 3<strong>58</strong> .<br />

Quel Remmensium si è affatto insolito nelle carte de' notai trentini,le quali hanno<br />

sempre scritto Renensium, o Rhenensium, o Rainensium 359 .<br />

Il principio dell'instrumento non è conforme al formolario de' notai trentini. Questi<br />

avrebbero scritto: Indictione decima tertia, die vero lunae decima septima mensis<br />

martii. Non avrebbero detto extra Portam Civitatis Tridenti, sapendo, che Trento ha non<br />

una sola, ma quattro Porte 360 ; bensì extra moenia, o muros Civitatis Tridenti, siccome ha<br />

3<strong>58</strong> In altra del 1613 Ill.mi, et R.mi DD. Cardinalis Episcopi et Principis Trid.<br />

359 Giulio Iob costumò di scrivere Rhenensium.<br />

360 Porta s. Croce. Porta di s. Lorenzo. Porta di s. Martino. Porta dell'Aquila.<br />

113


fatto più d'uno. Avviso però, che nell'anno 1615 correndo la lettera domenicale D, il<br />

giorno decimosettimo di marzo non fu dies lunae, ma dies martis.<br />

Innocenzio padre del testimonio Innocente, nell'anno 1<strong>58</strong>3 fu gastaldo delle<br />

monache di s. Chiara presso Trento, e fu chiamato non de Lorenzonis, ma Innocentius<br />

de Lorenzolis della Ferrara, luogo, aggiungo io, della valle di Caprino Veronese. Dopo<br />

il de Lorenzonis sembra mancare l'habitatore.<br />

Rapporto al testimonio Dionysio de Paulis q. Andronici de Calavino, avverto, che<br />

io co' propri occhi ho letto una carta scritta in Trento li 18 gennaio 1603 nella quale si<br />

nomina Ser Dionysius filius quondam Antonii de Poulis de Calavino, come venditore di<br />

un affitto. Il cognome de Poulis sussiste anche al giorno d'oggi nella diocesi di Trento,<br />

oltre quello de Paulis.<br />

Tra le monache del tante volte menzionato monastero di s. Chiara io non ho potuto<br />

finora ritrovare Antonia Picina, bensì Antonia Ticina, detta eziandio Tecina, Thicina, e<br />

Tesina di Trento, vestita nell'anno 1563, e vivente anche nel 1<strong>58</strong>8, 1590. Ella fu sorella<br />

di Misser Antonio Thesino dottor, e consigliere.<br />

Qui finisco tralasciando più altri simili riflessi; e supponendo di aver detto<br />

abbastanza per giustificare la mia opinione, che il riferito documento giuliano sia falso,<br />

e di niun valore, col bacio delle sacre mani mi do l'onore di protestarmi. Trento, s.<br />

Bernardino 14 settembre 1792.<br />

Di V.S. Ill.ma, e R.ma<br />

Um.mo, div.mo, ed obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo da Volano de' Minori Riformati.<br />

Foris.<br />

All'Ill.mo, e R.mo sig. sig. padrone colendissimo<br />

Monsignor Simon Albano Zambaiti di Vezzanburg<br />

Canonico, e Vicario Generale di Trento ecc.<br />

presentemente<br />

in Vezzano 361 .<br />

Nota. Ho trascritto il mentovato documento falso dal foglio volante stampato avanti<br />

l'anno 1783 da' signori Bonomi veronesi coll'effigie della Beata, e col titolo Documenti<br />

autentici comprovanti la (sic) stipite della nob. Famiglia (Bonomi) di Verona che<br />

dimostrano la legittima discendenza della medesima dagl'antenati stessi, da' quali ebbe<br />

origine la B. Giovanna Maria (Bonomi) e la stretta consanguinità con la medesima.<br />

Non ha luogo, né tempo della stampa. Il predetto documento si asserisce autentico in<br />

rotolo pergameno, e dicesi uno tra la serie dei documenti antichi autentici esposti in<br />

vista universale in Venezia a s. Marco, che visibilmente autorizza l'albero nostro<br />

(Veronese) formato, e riesce quindi una prova incontrastabile per confutare<br />

l'avversaria stipite promulgata. Si tratta in fine di un Fideicommisso conteso dalle due<br />

famiglie Bonomi vicentina, e veronese. Per tal Fidecommisso il Pozzo dice, che si litigò<br />

da quelli di Asiago nel 1682. Ho letto il suddetto documento falso come genuino anche<br />

nel libro veronese intitolato Disinganno, stampato in Venezia 1782, in 8°.<br />

788. 1792<br />

361 La copia è di pagg. 11in quarto grande. Fu mandata a Verona al marchese Carlotti. La copia messa<br />

nell'archivio di s. Chiara è di pagg. 20, in quarto, intitolata: Lettera intorno all'origine pinzolese attribuita alla Beata<br />

Giovanna Maria Bonomi indirizzata a Monsignor Simone Albano Zambaiti di Vezanburg canonico, e Vicario<br />

Generale di Trento 1792.<br />

114


Al P. Gaetano Girolamo Macati 362 di Sarcedo Minore Osservante. Verona, Vicenza.<br />

S. Biagio.<br />

R.P.P.C.<br />

Con molto piacere ho ricevuto il foglio di S.P.R. e per la memoria, che ancora<br />

conserva di me, e per la notizia, che mi dà dell'opera che sta per pubblicare 363 . Oggidì mi<br />

manca il tempo; e quindi le dico soltanto, e l'assicuro, che in breve le risponderò a<br />

tenore delle sue ricerche. Frattanto le sospiro una lunga continuazione di perfetta salute,<br />

e riverendola divotamente mi professo. Trento, s. Bernardino 15 settembre 1792 364 .<br />

Di S.P.R.<br />

Um.mo, obbl.mo servo<br />

F. Giangrisostomo da Volano Minor Riformato.<br />

789. 1792<br />

A Monsignor Vicario Generale di Trento.<br />

Ill.mo, e R.mo sig. sig. padrone colendissimo.<br />

Prete Francesco Brugnara curato di Villa Montagna, ed oratore umilissimo, espone<br />

a V.S. Ill.ma, e R.ma, che ai 16 agosto 1765 da un Padre Riformato 365 di s. Francesco fu<br />

eretta canonicamente la Via Crucis nella chiesetta del suddetto luogo: e che poscia<br />

essendo stata demolita quella chiesetta per cagione della sua picciolezza, furono<br />

trasferite le tavolette della mentovata Via Crucis nella chiesa di nuovo fabbricata. Ora<br />

però dubitando della validità di tale trasporto, perché fatto privatamente, e senza una<br />

nuova licenza; come pure volendo mutare le tavolette 366 : acciocché i fedeli non corrano<br />

pericolo di restare defraudati rapporto alle sante Indulgenze, che sono concedute a chi fa<br />

divotamente la Via Crucis, supplica V.S.Ill.ma, e R.ma della sua licenza per poterla<br />

nuovamente far erigere da chi ecc. Che della grazia ecc.<br />

Così ho scritto pregato li 15 settembre 1792. La licenza fu conceduta dal Provicario<br />

Gioseffantonio Menghino con una patente diretta Devotae nobis in Christo dilectae<br />

Viciniae Villae Montaneae. Vedi sotto To. V, epist. 1926.<br />

790. 1792<br />

Al maestro Andrea Steinmayer calegaro 367 , nipote del qm rev. sig. don<br />

Bartolommeo Ongher. Trento. S. Trinità.<br />

Sia lodato Gesù Cristo Signor nostro.<br />

Fra Giangrisostomo ha incombenza di provedere due altre copie della Chiave<br />

Gramaticale, che tenete voi: le vorrebbe subito, e legate. Fu più volte alla casa in<br />

persona; ma non ha potuto ritrovarvi. Perciò vi scrive questa; e stando in attenzione di<br />

essere favorito, vi saluta, ed augura ogni vero bene. Da s. Bernardino 18 settembre<br />

1792.<br />

362<br />

Macca Gaetano Girolamo.<br />

363<br />

Dissertazione sopra la estensione antica del territorio vicentino verso il Trentino, Trivigiano, Padovano e<br />

Veronese.<br />

364<br />

Consegnato a chi mi recò la lettera del P. Macati subito subito. Fu un Frate laico Osservante.<br />

365<br />

Epifanio Fioroni di Roncone: il quale fece anche l'erezione seconda li 28 ottobre 1792.<br />

366<br />

mettendovi quelle, ch'erano nel Santuario di Weissenstein de' Padri Serviti, ora soppresso da Gioseppe<br />

secondo, dipinte dall'Endrici di Bolgiano, con nuove iscrizioni italiane, fatte dal pittore trentino.<br />

367<br />

Ebbe per moglie Gioseffa nezza di donn'Ongher. Ha un figlio studente Bartolommeo, ed un altro seniore.<br />

Ho ricevuto le due copie legate in carta colorita a scacchi per troni sette, cioè troni tre e mezzo l'una, questo dì 19<br />

settembre 1792 e le ho subito spedite in Arco alle Grazie. Sono giunte, ed è di là venuto il prezzo li 26 settembre<br />

1792. Un Filippo Steinmayer matematico ha stampato tre libri latini in Augusta nel 1763, 1766, 1767.<br />

115


791. 1792<br />

Al P. Basilio Bertucci di Albiano. Roveredo. S. Rocco 368 .<br />

R.P. sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro clementissimo.<br />

Io non ho mai veduto l'elenco delle indulgenze concedute dal moderno Papa Pio<br />

Sesto, che viene allegato dal rev. sig. don Luigi Galvagni d'Isera 369 : e presentemente non<br />

ho alle mani 'l decreto di Alessandro VII de' 6 febbraio 1657. Quindi non posso dire se<br />

li crocifissi benedetti per la Via Crucis vadano soggetti alle regole date dai lodati<br />

Pontefici per non so quali Corone, Croci, e Rosari. Dissi per non so quali, perché nel<br />

speditomi Pio dice: huiusmodi Coronis, Crucibus etc. ed Alessandro: Coronae, Cruces,<br />

Rosaria etc. ut supra benedicta. Per altro io inclino all'opinione negativa, perché<br />

l'indulto conceduto li 26 gennaio 1773 da Clemente XIV ad istanza de' nostri Padri<br />

Riformati del Ritiro di s. Bonaventura di Roma, dice solamente: tenendo nelle mani<br />

mentre recitano le predette orazioni un crocefisso di ottone benedetto dal Padre<br />

Generale di tutto l'Ordine de' Frati Minori, e da qualche <strong>Provincia</strong>le, o Guardiano<br />

soggetto al medesimo Padre Generale. Non trattandosi d'un sacramento crederei, che si<br />

potesse metter in pratica la mentovata opinione fino a tanto, che venga fatta una<br />

risoluzione autentica in contrario. E raccomandandomi caldamente nelle orazioni<br />

fervorose di S.P., la riverisco, e resto. Trento, s. Bernardino 20 settembre 1792.<br />

Suo div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

792. 1792<br />

Al sig. Gio. Battista Marinelli di Bresimo. Notaio.<br />

Ego infrascriptus, satisfacturus propositae mihi quaestioni, quaenam sin Festa<br />

solemniora secundum mentem Curiae Romanae, respondeo, illa censeri posse, in quibus<br />

iuxta decreta laudatae Curiae non licent Missae in oratoriis privatis; nam in huiusmodi<br />

oratoriorum indultis, sive concessionibus excipi solent Festa solemniora: in decretis<br />

autem praedictis nominatim exprimuntur sequentia festa:<br />

Epiphaniae Domini.<br />

Annuntiationis B.M.V.<br />

Dominica Resurrectionis Domini.<br />

Ascensionis Domini.<br />

Dominica Pentecostes.<br />

Sanctorum Petri, et Pauli Apostolorum.<br />

Assumptionis B.M.V.<br />

Omnium Sanctorum.<br />

Nativitatis Domini.<br />

Sancti titularis ecclesiae loci.<br />

Istis pro dioecesi nostra <strong>Tridentina</strong> episcopus Iohannes Michael Come de Spaur<br />

anno 1720 addidit Festum Sancti Vigilii Civitatis, ac totius dioecesis patroni praecipui.<br />

Ita scribebam in conventu s. Bernardini apud Tridentum hac die 25 septembris anno<br />

1792.<br />

L.+S. Fr. Ioannes Chrysostomus de Avolano Ordinis Minorum Reformatorum<br />

etc.<br />

368<br />

Fra le pagine della risposta vi è la lettera autorgrafa del P. Basilio, coll'elenco delle indulgenze di cui parla<br />

nella risponde il <strong>Tovazzi</strong>.<br />

369<br />

Aloysius confessarius natus circa 1756.<br />

116


Consegnato li 26 in proprie mani. Lo chiese perché da Roma è venuto decreto, che<br />

il curato di Bresimo faccia le sue funzioni nella chiesa curata 370 di Baselga, dove sono<br />

soltanto dieci famiglie, in Dominica prima uniuscuiusque mensis, et in festis<br />

solemnioribus; negli altri giorni poi nella chiesa parimente curata 371 di Bresimo, dove<br />

sono più di 80 famiglie, distanti da Baselga mezz'ora in circa. Per tal cosa si litigò<br />

quarant'anni. Ora l'officio spirituale di Trento ha da eseguire la sentenza romana. Il sig.<br />

Marinelli, fratello del nostro P. Paolo è stato qui per tal negozio: ed io l'ho esortato di<br />

accordare ai Baselgani anche delle altre feste, come quella della dedicazione della<br />

chiesa, quella del Corpus Domini, quelle della Purificazione, Natività, e Concezione di<br />

Maria Santissima. La Curia vescovile non ha voluto individuare le feste più solenni; ma<br />

s'è attenuta alla lettera romana.<br />

793. 1782<br />

Alla Madre Maria Rosa Riccabona abbadessa. Trento. S. Chiara.<br />

Nell'anno medesimo 1792 li sei di settembre, giorno di giovedì, circa le ore quattro<br />

di sera, Iddio Signor nostro con un colpo di apoplessia, preceduto da un altro li venti<br />

d'agosto, chiamò a sé la buona anima della Molto Reverenda Madre Francesca Teresa<br />

del Costato di Gesù. Questa fu la figlia dell'ill.mo signor barone 372 Francescantonio<br />

Cristani di Rallo della Valle di Non, e sorella seniore delle sopra lodate Madri<br />

Marianna, e Maria Coleta. Nacque li dieci, e fu battezzata li tredici d'agosto dell'anno<br />

1724. Entrò in questo nostro monastero li 19 agosto 1743. Vestì le sacre lane ai quattro<br />

di febbraio del 1744 lasciando nello stesso tempo i nomi battesimali di Anna Maria<br />

Elisabetta Teresa 373 . Professò ai cinque di febbraio del 1745. In seguito fu maestra di<br />

novizze, Vicaria, e tre volte Abbadessa eletta negli anni 1766, 1772 e 1778. Ella fu<br />

singolarmente pia, umile, modesta,divota, mortificata, osservante de' santi voti, e celle<br />

buone costumanze del monastero, facendo conto anche delle cose piccoiole. Amò<br />

grandemente il silenzio, il rituro, e la lezione spirituale. Per l'opposito poi abborrì<br />

l'andare nel parlatorio, e l'usare delicatezze nel vitto, e vestito. In somma Ella servì<br />

molto bene a sua Divina Maestà. al monastero, ed all'anima sua. Le ultime parole di<br />

essa furono Gesù Maria dette tre volte. Il Padre confessore straordinario 374 , cui s'era<br />

confessata nel sabato precedente come per morire, le diede subito l'assoluzione<br />

sacramentale, e l'Estrema Unzione, e le fece la raccomandazione dell'anima. Fu<br />

seppellita nella sepoltura comune della sagrestia, dopo la Messa solenne cantata per Lei<br />

nel giorno ottavo, festa della Natività di maria Santissima Nostra Signora.<br />

Così ho scritto li 28 settembre 1792 pregato dalla suddetta Madre Abbadessa, cui<br />

l'ho consegnato colle proprie mani da inserirsi nel Libro delle morte in quel monastero.<br />

Avrei potuto dire di più; ma non ho voluto scostarmi dal metodo ecc.<br />

794. 1792<br />

Al P. Gaetano Girolamo Macati 375 di Sarcedo Minore Osservante: Vicenza. S.<br />

Biagio.<br />

Rev Padre padrone colendissimo 376 .<br />

370 di s. Maria.<br />

371 di s. Bernardo.<br />

372 Diventò barone soltanto nel 1773.<br />

373 Comunemente fu nominata Teresa Cristani.<br />

374 Cioè io stesso, cui nel 1775 fece la sua confessione generale.<br />

375 *Macca Gaetano Girolamo.<br />

117


Egli è vero, che nel castello di Beseno vi è un archivio copioso, stando in esso più<br />

di 7800 carte. Che poi tra di esse siano molte le vicentine lo credo probabile, mentre fra<br />

le dugento, che sono state compendiate da me, dicidotto hanno qualche relazione co'<br />

vicentini. Credo altresì, che quell'archivio sia fornito di catastico, sapendo, che intorno<br />

ad esso ha lavorato nel 1787 un gentiluomo trentino 377 . Ma non saprei come V.P.R.<br />

potesse aver accesso al medesimo archivio. Il possessore si è sua eccellenza il sig.<br />

Gasparo Conte di Trapp, barone di Beseno, e Caldonazzo ecc. ecc. Egli d'ordinario<br />

dimora in Trento 378 . Sono stato due volte in città per andare da lui, e manifestargli le<br />

premure di V.P.R., ma poi ne fui distornato da altre faccende. Ora penso, che non vi sia.<br />

Potrebbe scrivergli; e forse meglio per Lei sarebbe se potesse insinuarsi appresso il di<br />

lui zio sua eccellenza R.ma Carlo Conte di Trapp, preposito di Trento 379 , in caso, che<br />

come ha fatto negli anni scorsi, venisse alle acque di Valdagno 380 . Sebbene io la esorto a<br />

non perder tempo intorno a tale archivio, perché suppongo, che in esso non possano<br />

esservi cose di gran rimarco per al sua opera. L'assicuro, che nè da quello, né da altri<br />

archivi trentini io ho potuto rilevare, che alcuna Villa trentina sia stata anticamente<br />

vicentina. L'avrei notato certamente, se l'avessi trovato, quando abbozzai la mia<br />

Topografia Lagarina, nella quale tocco i confini vicentini. Della carta, che fa vicentina<br />

la mia patria già gliene ho dato il compendio un'altra volta: e son ancor persuaso, che<br />

falli grossamente. Poco fa ho trovato, che i Capri cittadini di Trento al giorno d'oggi,<br />

sono d'origine vicentina 381 . Nel 1590 Ser Iacobus Capra quondam Stephani Vicentinus<br />

fu Hospes Viguli Vatarii nella Pretura di Trento. Finisco con ispiacere di non aver da<br />

poterla ben servire, e riverendola resto 382 . Trento, s. Bernardino 2 ottobre 1792.<br />

Suo um.mo, div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Gio. Grisostomo da Volano.<br />

795. 1792<br />

Alla sig. Maria Teresa Schweitzerin da Tisins. Roveredo.<br />

Sia lodato Gesù Cristo Signor nostro clementissimo.<br />

Suor Michelina ringrazia vivamente V.R. per la limosina, che le ha mandato de'<br />

dodici troni, e se le professa obbligatissima, essendole molto grata e per servirle d'un<br />

nuovo attestato dell'amore, che V.R. per mero effetto della sua bontà le conserva: e per<br />

trovarsi scarsissima di somiglianti aiuti, giacché la pensione passa oltre 383 , ed i guadagni<br />

de' lavori sono pochi. Il carro va ancora etc. Suppongo di venire inteso. Quindi prego<br />

V.R. che colle sue fervorose orazioni voglia ottenerci dal Cielo quanto ci fa bisogno; e<br />

di nuovo la ringrazio, e riverisco anche a nome della suddetta. Trento 7 ottobre 1792 384 .<br />

Di V.R.<br />

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Grisostomo.<br />

376<br />

Mi ha mandato la sua storia del monistero di s. Francesco di Vicenza li 17 ottobre 1792.<br />

377<br />

Vincenzio Voltolino Soldato.<br />

378<br />

È morto in Trento li 26 luglio 1794.<br />

379<br />

Il Preposito Tapp è morto in Trento nel primo giorno di marzo 1794.<br />

380<br />

Acque di Recovar, vicino a Valdagno, e che però dal Trappio e da altri si bevono in Valdagno, luogo più<br />

comodo, benché lontano sei miglia.<br />

381<br />

Nel 1801 li 28 gennaio in Trento restò estinta la Casa de Capris colla morte dell'ultimo individuo maschio,<br />

che fu Francesco de Capris ex parroco di Terlago.<br />

382<br />

La cara finisce.<br />

383<br />

Va a Cognola.<br />

384<br />

Spedita gli 8.<br />

118


Nota. La detta Madre nata li 23 nov. 1735 fu maestra di suor Michelina nel<br />

monastero roveretano di San Carlo.<br />

796. 1792<br />

Al Magistrato consolare della città di Trento.<br />

Ill.mi signori signori, e padroni graziosissimi 385 .<br />

Dorotea quondam Tommaso Gennari di Civezzano, umilissima oratrice, espone alle<br />

Signorie Vostre Ill.me, che dall'ultima Pasqua sino al giorno d'oggi, attesa la sua gran<br />

povertà, ed infermità ritrovasi ritirata nel vòlto 386 sotto la Casa di Dio di questa loro<br />

città, e non può camminare senza il sostegno di due stampelle. Quindi supplica<br />

umilissimamente le Signorie Vostre Ill.me, che vogliano concederle di poter andare per<br />

la città insieme con gli altri poveri a chiedere limosina per amore del Signor Iddio. Che<br />

della carità, e grazia ecc.<br />

Così ho scritto li 15 ottobre 1792, pregato da Domenico di Santa Oliana vicentino,<br />

abitante in Trento, e facitore di mole da molino.<br />

797. 1792<br />

Al P. Gaetano Girolamo Maccati 387 da Sarcedo. Vicenza.<br />

R.P.P.C.<br />

Ringrazio la P.V. R. dell'onore, che mi fa secondando il mio suggerimento rapporto<br />

alla stampa della sua nuova opera. Circa poi l'inquietudine, che prova, nell'offizio suo di<br />

confessore monacale 388 , posso dirle, che la ho provata anch'io. Nel primo monistero, che<br />

ho servito, eranvi cinque non comuniste: e nel secondo tutte avevano ed usavano il<br />

proprio livello. Io da principio sperimentai delle angustie, atteso ciò, che lessi contra<br />

tale abuso: ma finalmente mi acquietai sul riflesso, che fu loro espressamente accordato<br />

dai Superiori: perché lo tenevano nelle mani della Superiora, e colla licenza di essa lo<br />

adoperavano, ed osservavano la comunità perfetta nel refettorio 389 : e perché lo hanno<br />

tollerato anche i miei antecessori, tra' quali quello stesso, che nell'anno 1762 introdusse<br />

la perfetta comunità nella maggior parte del primo. Crederei dunque, che anche V:P.R.<br />

potesse tollerarlo, senza però lodarlo, ed approvarlo: e ciò tanto più, quanto che ha una<br />

sola ostinata.<br />

La ringrazio altresì del regalo graditissimo, che s'è compiaciuta di farmi della sua<br />

Storia del monistero di s. Francesco di Vicenza 390 . Mi piace assai, perché chiara, erudita,<br />

sincera, e documentata. In essa ho ammirato la beneficenza veneta, e vicentina verso le<br />

povere Religiose. Colla medesima ho emendato le Croniche manoscritte dell'ora<br />

soppresso monastero trentino della SS. Trinità, nelle quali fu scritto, che "l'anno 1648 li<br />

12 marzo si partì da questo convento con authorità apostolica doppo esservi stata il<br />

spazio di 20 anni suor Chiara Catharina Fuchera per andar nel convento di s. Francesco<br />

di Vicenza, in cui visse cinque anni, e quattro mesi, morse l'anno 1652, ne' quali il<br />

nostro monastero pagò a quello di Vicenza l'alimenti annuali". Il motivo di questo<br />

passaggio furon le sue infermità. Dalle stesse Croniche si ha, che la Contessa Catharina<br />

Fuchera fu vestita in s. Trinità li 4 ottobre 1627 coi nomi di Chiara Catharina, e che<br />

professò nel dicembre del 1648. Non nominano la di lei patria; ma che sia stata di<br />

385 Capo Domenico Malfatto.<br />

386 detto il volto delle vecchie.<br />

387 Macca Gaetano Girolamo.<br />

388 Egli è confessore del monastero di s. Chiara. Fu prima dell'altro di s. Francesco.<br />

389 P. Bonaventura Prugger avisano confessore a s. Michele.<br />

390 Di monache Clarisse stampata in Vicenza 1789, in 8°.<br />

119


Trento sembrami certo, perché ebbe in dote uno stabile situato ne' contorni di Trento, e<br />

perché allora i Conti Fucheri venuti da Augusta nel secolo XVI, avevano in Trento un<br />

sontuoso palazzo, e possedevano de' feudi nel territorio trentino.<br />

Atteso il riflesso, che fa nella lodata sua storia pag. 8, linea 5 ardisco d'insinuarle,<br />

che il documento XI da me credesi dato nell'anno comune 1500, perché altrimenti<br />

fallerebbe l'anno del Pontificato. Alessandro sesto eletto gli undici d'agosto del 1492<br />

ebbe soltanto sei anni, e quasi sei mesi di Pontificato ai 4 di febbraio dell'anno comune<br />

1499, computato a Nativitate 391 .<br />

Le mando una lettera di monsignor Lodovico Chieregato vicentino, supponendo,<br />

che possa riuscirle grata.<br />

Mi farà piacere, se incontrandosi con qualcheduno de' signori Conti Bonomi gli<br />

notificherà, che nello scorso mese, ad istanza di un personaggio di altra sfera, ho scritto,<br />

che nell'archivio trentino di s. Chiara non si trova il tanto decantato documento de' 17<br />

marzo 1615, che vuolsi formato dal notaio Giulio Iob: ed ho aggiunto,che tal documento<br />

ha più segni di falsità, e che perciò lo credo di niun valore. Esso riguarda la parentela<br />

della B. Giovanna Marai Bonomi co' Bonomi di Vicenza, Verona, e Trento.<br />

Nuovamente la ringrazio de' suoi favori; ed augurandole una lunga, e prospera vita,<br />

la prego di raccomandarmi caldamente al Signor Iddio, e mi professo. Trento, s.<br />

Bernardino 26 ottobre 1792 392 .<br />

Di V.P.R.<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo nel Signore<br />

F. Gio. Grisostomo da Volano Minore Riformato.<br />

798. 1792<br />

Al P. Lodovico da Vicenza Riformato 393 . Vicenza. S. Giuseppe.<br />

M.R.P.P.C.<br />

Ho ricevuto quanto per commissione del Padre Sarcedo s'è degnata di spedirmi la<br />

P.S.R. Quindi la ringrazio dell'incomodo, che si ha preso; e pregandola di far passare al<br />

detto Padre la qui rinchiusa secondo la supposta di lui mente, godo di poter un'altra<br />

volta rassegnarle l'antica mia servitù, e col bacio delle sacre mani protestarmi. Trento 26<br />

ottobre 1792.<br />

Di S.P.M.R. cui dimando scusa, se adopero così poca carta per li rigori di queste<br />

poste.<br />

Um.mo, div. obbl.mo servo<br />

F. Gio. Grisostomo da Volano.<br />

799. 1792<br />

Al P. don Gio. Battista Ghezzi C.R.S. piovano a s. Maddalena.<br />

Molto Rev. Padre sig. e padrone colendissimo.<br />

Per soddisfare alla religiosa ricerca di V.R. intorno al miracolo fatto da Gesù Cristo<br />

Signor nostro clementissimo col cieco riferito dall'Evangelista San Marco cap. 8, ho<br />

consultato parecchi spositori, e quindi le fo sapere, che<br />

Guglielmo Estio sopra il verso 24 scrive così: Video homines velut arbores<br />

ambulantes etc. sino all'esse a gratia Dei.<br />

391 A die Incarnationis Domini 25 martii annos Christi inchoant, et enumerant Angli, Veneti, Pisani, pluresque<br />

aliae nationes, et nuper Franci. Cornelius a Lapide, Martth. 1.26.<br />

392 Questo Padre nel 1794 ha patito per causa di certo Ermagora Mayer toscano.<br />

393 Questi è morto in Vicenza nell'anno 1794.<br />

120


Cornelio a Lapide versu 25 Deinde iterum imposuit manus super oculos eius etc.<br />

parimente dice: Voluit Christus etc. sino all'accessionem confirmat.<br />

Anche Giovanni Stefano Menochio avvisa, che primum quidem illum imperfecte<br />

curavit etc. sino al Deut. 32.<br />

Giacomo Tirino ha: Cur illum non nisi sensim curavit Iesus? Respondeo etc. sino al<br />

pluris fieret.<br />

Finalmente Giacomo Gordone scrive: Cur prolixe, et non statim etc. sino al<br />

sanabatur.<br />

Ecco dunque manifesto, non esser necessario, che un miracolo sia istantaneo per<br />

potersi credere vero miracolo: ed ecco pur servita V.R. cui fo rispettoso inchino<br />

nell'atto, che mi professo. S. Bernardino 2 novembre 1792.<br />

Di V.R.<br />

Um.mo, div.mo, obb.mo servo<br />

F. Gio. Grisostomo di Volano<br />

Qui ho troncato i testi lunghi de' lodati spositori, perché scarseggio di tempo, e già<br />

possonvi leggere altrove, essendo stampati. Il P. Ghezzi me gli ha chiesti per rispondere<br />

al sig. Clementino Vannetti roveretano, che gli parlò sul proposito del celebre miracolo<br />

del sangue di san Gennaro, che non si liquefa istantemente.<br />

800. 1792<br />

A monsignor Vicario Generale. Trento.<br />

In ecclesia sanctae Mariae Gratiarum apud Mansus Piscinarum plebis Cimbriae die<br />

quarta decembris ratione concursus populi poterit de more cantari Missa de s. Barbara<br />

virgine martyre cum Gloria, Credo, et secunda oratione feriae tantum. Festum autem<br />

tituli celebrandum est in aliquo ex festis B.M.V. in calendario dioecesano iam notatis.<br />

Attamen dicta Missa cantari nequaquam poterit, quotiescumque die quarta decembris<br />

occurret dominica prima Adventus, ex Rubr. Gen. Missalis tit. 6 de Translat. Festorum.<br />

Tunc enim celebranda erit de ipsa dominica cum secunda oratione s. Barbarae, ac tertia<br />

Deus, qui de B.V.M.<br />

Così ho risposto in fretta li 22 nov. 1792 alla presenza del commesso frettoloso. La<br />

detta chiesetta, che ha un altare solo, ed è soggetta al curato di Sovero, benché le<br />

presieda un prete proveditore, fu benedetta li quattro dicembre 1704, essendo giorno di<br />

giovedì. Don Giambattista Vettori curato di Sovero sua patria, d'anni circa 34, nel suo<br />

memoriale a monsignor Vicario ha chiesto di poter dite la Messa della Madonna titolare<br />

li 4 dicembre,quantunque sia sempre stata celebrata la Messa di santa Barbara,<br />

sollennizzandosi da quel popolo tal giorno. Noi celebriamo il titolo della nostra chiesa<br />

di santa Maria delle Grazie presso Arco nella festa dell'Immacolata Concezione di<br />

Maria Santissima, conformemente alla figura, che rappresenta la palla dell'altare<br />

maggiore.<br />

801. 1793<br />

Al P. Mariano Panchieri 394 da Bordiana. Melombardo.<br />

R.P.S.L.G.C.S.N.C.<br />

Per mancanza di tempo rispondo brevemente, che qui facciamo tutti da versicolari<br />

senza verun disturbo, e senza contare le settimane. Le aggiungo poi, che io non ardisco<br />

394 *Pancheri.<br />

121


di fare rubriche nuove: e che non so dove il cerimoniale stampato dica, toccare ai<br />

cantori ordinari l'officio de' versicolari: e che i sacerdoti non passano da un coro<br />

all'altro. Bensì, che a tenore del medesimo cerimoniale pag. 7, n. 40, gli stessi sacerdoti<br />

alle colte debbono mutar coro per fare da ebdomadari, ed anche da cantori. Desidero,<br />

che dappertutto si mantenga la santa pace; e raccomandandomi caldamente in precibus,<br />

l'avviso, che con prima occasione manderò un Direttorio diocesano per cotesta sua<br />

sagrestia, e la riverisco. Trento 8 gennaio 1793.<br />

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Grisostomo.<br />

802. 1793<br />

Al sig. barone Gaudenz'Antonio Gaudenti. Trento.<br />

Ill.mo sig. sig. e padrone graziosissimo.<br />

Rendo un milione di grazie a V.S.Ill.ma per il prezioso regalo, che s'è degnata di<br />

farmi ieridì de' due suoi recentissimi, e stimabilissimi libri. Gli ho scorsi avidamente da<br />

capo a fondo: ho ammirato in essi l'erudizione, la chiarezza, e la sodezza: e finalmente<br />

ho conchiuso, che quand'anche V.S. Ill.ma, non avesse tanti altri meriti appresso la città<br />

di Trento, per que' due libri soli dovrebbe esserle sempre obbligatissima 395 . Secolei<br />

dunque mi congratulo sinceramente: la ringrazio un'altra volta; e mandandole qui<br />

complicata la notizia de' consoli richiesti 396 , con un profondo inchino mi protesto. Di s.<br />

Bernardino 21 gennaio 1793 397 .<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

Nota. I libri sono stampati molto nobilmente in 4° grande: con marginoni, carattere<br />

grosso, carta pure grossa e righe larghe. Il primo è intitolato Documenti... contra il<br />

comune di Povo circa il macello, e l'altro Osservazioni contra il Conte Zambelli circa un<br />

muro. Portano l'anno 1792 senza luogo, e nome di stampatore, che fu Luigi Marchesani<br />

stampatore di Roveredo. Per confessione dello stesso barone so, che nel secondo ebbe<br />

mano anche un altro, che da altra parte mi fu nominato Olrac Italip 398 .<br />

803. 1793<br />

Al medesimo.<br />

Ill.mo sig. sig. e padrone graziosissimo.<br />

La lettera del cardinale Bernardo Clesio accennata negli Atti civici de' 16 dicembre<br />

1535 non può conghietturarsi scritta da Roma, perché si sa esser egli di là partito presto<br />

dopo il Conclave tenuto nell'ottobre dell'anno 1534, giacché Andrea Gritti Doge di<br />

Venezia in data di Venezia 16 novembre 1534, secolui congratulossi, che fosse ritornato<br />

felicemente da Roma. Si conferma la di lui lontananza da Roma in quel torno di tempo<br />

da una lettera del medesimo data in Trento li 12 nov. 1534 da un sequestro segnato in<br />

Trento li dieci dic. 153, da tre lettere scritte da Vienna a Trento li 27 aprile, e 7 luglio<br />

1535, e da un'latra scritta da Trento a Riva nell'ottobre dello stesso anno 1535.<br />

quantunque abbia scorso tutte le mie memorie non ho potuto ritrovare di più intorno a<br />

così fatto punto. Mi lusingo però, che il ritrovato possa bastare all'intento di V.S.Ill.ma,<br />

395 Nel maggio del 1793 si ha totalmente alienato dal governo, e dagli affari civici.<br />

396 degli anni 1535, 1536, 1554, 1563, 1<strong>58</strong>8, 1643, 1689, 1711, 1749, 1760.<br />

397 Li 19 giugno 1793 mi ha regalato una lucerna col guardalocchio: e ho dovuto accettarla per forza; non<br />

avendosi arreso alle mie rimostranze contrarie.<br />

398 * =Carlo Pilati.<br />

122


cui ristituirò fedelmente le carte preziose, che s'è degnata di comunicarmi, dopo che le<br />

avrò trascritte 399 . E frattanto tutto pieno pienissimo di obbligazioni, e rispetto, le fo<br />

un'umilissima riverenza, e resto. S. Bernardino 24 gennaio 1793.<br />

Di V.S.Ill.ma, cui rendo grazie anche della seco da copia de' documenti povani.<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servidore (sic)<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

804. 1793<br />

Al P. Pietro Damiani Felder da Borgo Guardiano alle Grazie d'Arco.<br />

R.P.P.C.S.L.G.C.<br />

Per servire al molto rev. Padre (Lorenzo Gigli da Becceca Ledrino) Priore<br />

dell'Inviolata (presso Riva) cui professomi singolarmente obbligato 400 , ho consultato più<br />

autori, che trattano de Confraternitatibus, et Praecedentiae; ma convienmi dir con<br />

dispiacere, che non mi è riuscito di ritrovare il caso propostomi d'una Confraternita, la<br />

quale contra il fino ad ora praticato, vorrebbe avere la precedenza da un'altra seniore nel<br />

giorno, in cui solennizza la sua festa, e porta la sua sacra Reliquia, ad esempio di quella<br />

del ss. Sacramento, che in vigore di un decreto apostolico accennato dal nostro P. Lucio<br />

Ferrari verbo Confraternitas art. 6, num. 17 gode tal precedenza ogni volta, che<br />

accompagna il medesimo Sacramento. Io dunque sono di parere, ed avviso, che<br />

trovandosi eccettuata dalla legge di precedere a norma della propria fondazione la sola<br />

Confraternita del Santissimo: e trattandosi di privare un'altra del finora goduto pacifico<br />

possesso, senza un nuovo, e preciso decreto della Santa Sede, sarà bene di non tentare<br />

alcuna novità, che possa intorbidire la santa pace. E pregando S,P.R. di rassegnare i<br />

miei ossequi al lodato Padre Priore, la riverisco, mi raccomando, e resto. Trento 27<br />

gennaio 1793.<br />

Di V.P.R. Div.mo, obbl,mo servo nel Signore<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

805. 1793<br />

Al P. Benedetto d'Ampezzo Riformato. Verona. S. Antonio. S. Zenone in Mozzo.<br />

R.P.P.C.S.L.G.C.<br />

Il teschio colla veduta del Monte Calvario, eccellente opera delle sacre mani di<br />

V.P.R. mi è giunto in tempo molto opportuno, giacché per un'ostinata flussione degli<br />

occhi mi trovo a disposizione dell'infermiero; e quindi ho motivo di pensare più di<br />

proposito alla morte. Io dunque nell'atto, che secolei mi congratulo della sua perizia, la<br />

ringrazio del bel regalo, che mi ha voluto fare 401 . L'ho esposto sull'uscio del mio studiolo<br />

per averlo sempre avanti gli occhi, e perché sia veduto anche da altri. Gli ho aggiunto a<br />

perpetua memoria dopo il Valdanei 1792 il di Lei rispettabile nome. Godo, ch'Ella sia<br />

predicatore a San Zenone in Mozzo, dove io ho pernottato, e celebrato li 16 maggio<br />

1762 andando al Capitolo Generale di Mantova. Le sospiro la perseveranza nella buona<br />

salute, ed un copioso frutto. Spero, che l'otterrà da quell'Ottimo Iddio, che le ha donato<br />

di predicare non solamente verbis; ma anche exemplis, li quali sono incomparabilmente<br />

399 To. 4 Compend.Diplom. 657, 6<strong>58</strong>, 659, et in Gaudentismo.<br />

400 Mi ha molto favorito in que' due mesi, che sono stato all'Inviolata per sistemare l'archivio civico di Riva nel<br />

1791. 401 Questa carta stando sul detto uscio fu levata, e portata via dai soldati austriaci feriti, quartierati nella cella<br />

nostra, l'anno 1796, nel maggio, e giugno da 19 mag. sino ai 4 giugno. Fu levata da altri, perché non venisse levata<br />

dai soldati.<br />

123


più efficaci delle parole 402 . La prego d'un Avemmaria eziandio per me: ed esibendonele<br />

per ogni sua occorrenza, la riverisco divotamente, e resto. Trento, s. Bernardino 12<br />

febbraio 1793.<br />

Suo div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

Egli mi ha mandato la predetta carta, eccitato da ciò, che io gli scrissi di me stesso<br />

nella lettera 785. § Vorrei prepararmi per la morte.<br />

806.1793<br />

A monsignor vescovo, e principe di Trento.<br />

Altezza R.ma.<br />

Dico il vero, Altezza R.ma, e non mento. Io non pensava, né punto avrei ardito di<br />

avanzarmi tanto, sino a comparire innanzi al soglio dell'Altezza Vostra, per umiliarle,<br />

siccome fo presentemente questo mio meschinissimo libricciouolo, qualora da un<br />

personaggio assai qualificato, e sincero amatore dell'onor vostro, non ne fossi stato<br />

spontaneamente consigliato, incoraggiato, e spinto. Quindi supplico<br />

riverentissimamente l'Altezza Vostra R.ma, di avere per iscusato, e compatito il mio<br />

ardimento, ed insieme di aggradire colla sua innata, e veramente singolare benignità il<br />

picciolissimo tributo, che per la prima colta le offro, del mio profondo inalterabile<br />

ossequio: come pure, che voglia degnarsi clementissimamente di farmi sempre mai<br />

godere i preziosi effetti della sua valevolissima grazia, e protezione.<br />

Di V.A.R.ma<br />

Infimo servo, e suddito fedelissimo N.N.<br />

807. 1793<br />

Alla sig. Maria Rosa Ciani. Trento.<br />

Molto illustre sig. sig. padrona colendissima. S.L.G.C.<br />

Oggidì ho ricevuto lettera da Como 403 con una poscritta risguardante quel<br />

vescovado, ed anche noi; poiché mi viene significato, ch'è stato eletto vescovo di quella<br />

città un patrizio comasco, cioè il Padre Carlo Rovelli ex <strong>Provincia</strong>le Domenicano 404 .<br />

Gliela spedisco perché, se vuole, possa venerdì mattina farla passare al signor canonico<br />

suo degnissimo fratello, cui servirà per conchiudere, che il negozio di Como è finito.<br />

Sebbene io penso, che anzi questo finimento darà motivo di parlare in favore dell'altro<br />

di Lei degnissimo fratello, e di ricordare al Sovrano le graziosissime sue promesse. Per<br />

quanto so è ancora vacante il vescovado di Trieste 405 . Signora il sacrificio è già fatto, stia<br />

soda, lasci fare al Signor Iddio, e viva persuasa, che quanto egli ordinerà, sarà il meglio.<br />

Io son ancora incomodato: ed ella ciò nonostante venga quando può. La riverisco<br />

divotamente, e la benedico. Amen. S. Bernardino 6 marzo 1793.<br />

808. 1793<br />

Al P. Gaetano de' Gottardi da Roveredo. Roveredo.<br />

R.P.S.L.G.C.S.N.<br />

402 Dopo la Pasqua è andato per obbedienza al Zante nella Grecia, per bisogno di sacri ministri.<br />

403 Scritta in Como dal P. Vicario Abbondio di Como li 28 febbraio.<br />

404 Nel 1793 è curato di Cassiglio bergamasco don Ambrosio Rovelli.<br />

405 Il vescovado di Trieste nel 1796 fu dato a don Ignazio Bussetto di Lubiana: cioè Ignazio Gaetano Buset nato<br />

a Tarenschendorf diocesi di Lubiana gli 11 agosto 1745, eletto li 27 giugno 1796. Vivente 1801.<br />

124


Mi spiace grandemente, e sinceramente, che la buona Madre ex Badessa Bettina sia<br />

tanto aggravata di male, ed in pericolo prossimo di soccombere. La ho raccomandata al<br />

Signor Iddio, e fatta raccomandare anche da questi Religiosi e Religiose. Voglio ancora<br />

sperare, che ce la donerà. In caso contrario prego V.P.R. di rendermi avvisato,<br />

aggiugnendo nello stesso tempo a chi dovessi addirizzare la quietanza della pensione<br />

delle soppresse 406 . Godo, che li predicatori di costì (P. Michele Lochmann cap. in s.<br />

Marco, e P. Gio. Vincenzo Lutz Riformato in S. Maria) abbiano trattato quel punto<br />

(della libertà, ed eguaglianza francese) che ora tanto interessa. Noi qui abbiamo la<br />

mortificazione che il nostro Padre predicatore del Duomo Leonardo de' Guidotti<br />

d'Alzano bergamasco, fatte le prime undici prediche, tutte singolari, e graditissime,<br />

perdette la voce li 26 febb. inclusive, e non avendo potuto ricuperarla in verun modo,<br />

ieridì cominciò a supplire per esso questo nostro Padre Guardiano Gioachino da<br />

Pressano, ed io temo, che dovrà continuare sino al fine. Domani predicherà in s. Maria<br />

Maggiore in vece del detto Padre Guardiano il P. Epifanio da Roncone. Già saprà, che il<br />

Padre Valeriano Mariotta da Pergine Cappuccino è andato all'Avis per predicare, e che<br />

fu riportato infermo a Trento senza aver predicato. Oh quante miserie! Per carità mi<br />

raccomandi al Signor Iddio, anche perché mi ridoni la sanità degli occhi, che da più di<br />

un mese, dai 26 di gennaio, ho perduto, e veda di conservarsi. Trento 9 marzo 1793.<br />

Suo div.mo servo F. Grisostomo.<br />

809. 1793<br />

Al sig. don Stefano Prunner curato di Madrano 407 .<br />

Molto illustre e molto rev. sig. sig. padrone colendissimo.<br />

Nuovo affatto mi riesce il caso da V.S. molto illustre e molto rev. propostomi di<br />

quel buon Caio, il quale nel suo testamento noncupativo fra gli altri Legati pii ha<br />

lasciato, e comandato, che nel giorno di tutt'i Santi, primo di novembre, e nella<br />

domenica seguente, ogni anno in perpetuo dal rev. signor curato del luogo si celebri una<br />

Messa in canto, non già de Requiem, ma con questo espresso rodine, che avanti di essa<br />

si debbano cantare i Notturni de' morti, e dopo della medesima Messa si debbano fare<br />

l'esequie sopra la sepoltura dello stesso testatore: e che poscia il celebrante con la stola<br />

nera al collo faccia la processione intorno alla chiesa, cantando il De profundis, e<br />

terminando la funzione coll'orazione Fidelium. Saggiamente V.S. molto illustre e molto<br />

rev. dubita, se ciò possa eseguirsi, e ricercando anche il mio parere, le rispondo<br />

francamente, che non si può: perché siccome avvisa la Sacra Congregazione de' Riti in<br />

un suo decreto segnato li 29 gennaio 1752, appresso il Cavalieri To. 5, pag. m. 125, non<br />

sunt violandae rubricae imperitorum laicorum causa, ed insegnano d'accordo i<br />

rubricisti, che la festa di tutt'i Santi, per esser una delle più solenni dell'anno, è tanto<br />

privilegiata che non tollera punto esequie solenni, cioè in canto, né pure praesente<br />

cadavere, avanti 'l compimento delle sue funzioni vespertine. Anche la seguente<br />

domenica come ogni altra domenica esclude qualunque anniversario de' morti, e lo<br />

trasferisce nel primo giorno seguente non impedito. Come domenica poi fra l'ottava di<br />

tutt'i Santi, se occorra, come in fatti occorre ogni tanti anni, ai due di novembre,<br />

impedisce, e rimette al giorno terzo seguente per fino la commemorazione generale de'<br />

morti. Egli è dunque manifesto, che l'ordinazione caiana 408 non può eseguirsi ne' due<br />

accennati giorni. Con questo mi lusingo di avere soddisfatto alle ricerche di V.S. molto<br />

406 È morta li cinque marzo 1793, siccome leggo oggidì 9 marzo.<br />

407 Prunnerus de Fraxilongo natus an. 1750 cir. frater olim nostri fratris Thomae.<br />

408 * cioè del Caio sopraddetto.<br />

125


illustre, e molto rev., e col bacio delle sacre mani mi soscrivo. Trento, s. Bernardino 12<br />

marzo 1793.<br />

Di V.S. molto illustre, e molto rev.<br />

Um.mo, div.mo, osseq.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano de' Minori Riformati.<br />

810. 1793<br />

Al sig. Felice Antonio Buoninsegni. Trento 409 .<br />

Molto illustre sig. sig. padrone mio colendissimo S.L.G.C.<br />

In vista della sua stimatissima ho replicato con più energia le mie suppliche in di<br />

Lei favore appresso sua divina maestà: ho messo di mezzo Maria Santissima, il P. s.<br />

Francesco, e s. Antonio: in somma ho pregato come prego per me stesso ne' bisogni<br />

premurosi, ed urgenti; ma non son degno d'esser esaudito: oppure che quanto chiedo<br />

non è il meglio, e più gradito a Dio. Continuerò tuttavolta le mie preghiere, confidando,<br />

che non riusciranno affatto inutili, e vane, se almeno conseguiremo la pazienza, ed il<br />

non restare consunti. Ella pure continui le sue divozioni, e suppliche, e confidi nella<br />

divina, onnipotente, benignissima Provvidenza. Io non posso dirle altro, né con altro<br />

mostrarle il desiderio grande, che ho del di Lei bene: e quindi riverendola divotamente<br />

mi professo. San Bernardino 12 marzo 1793 410 .<br />

Di V.S. molto illustre<br />

Div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

811. 1793<br />

Al P. Massimo da Volano Vicario in Borgo.<br />

S.L.G.C.S.N.C.<br />

Al quesito del molto rev. signor don Carlo degli Ambrosi, se si possano suonare gli<br />

organi, ed usare le tonicelle anche nell'Avvento, e nella Quaresima, quando nella<br />

domenica terza del mese si fa l'esposizione del Santissimo Sacramento, rispondo, che la<br />

rubrica parla chiaro, eccettuando rapporto all'officio de Tempore le sole due domeniche<br />

Gaudete, e Laetare: e che quindi credo, non potersi derogare all'accennata rubrica sul<br />

motivo della predetta esposizione: appunto come non si varia il colore de' paramenti del<br />

celebrante, e de' ministri a riguardo dell'esposizione, pigliando il bianco proprio della<br />

medesima, quando la Messa lo vuole rosso, verde, o pavonazzo. Non son ancora<br />

interamente guarito dal male de' miei occhi, male, cui soggiacciono anche altri trentini,<br />

e predetto dall'Indovino inglese nel discorso sopra il mese di marzo; ma pure per al Dio<br />

grazia sto meglio, e posso fare quasi tutte le mie faccende. Spero di guarire col tempo.<br />

Oggidì il Padre predicatore de Duomo (Leonardo de' Guidotti d'Alzano bergamasco) ha<br />

ricominciato a predicare, ma con voce rauca, dopo che questo nostro Padre Guardiano<br />

Gioachino da Pressano ha supplito per lui dieci giorni, e che fu cavante il pulpito otto<br />

giorni. Siane grazie all'Altissimo. Qui li soldati gregari, acquartierati non si sa per<br />

quanto tempo, per non istare oziosi, e per guadagnare qualche cosa lavorano assai anche<br />

sulle pubbliche strade. Vi abbraccio con fraterno affetto, e vi auguro un felicissimo<br />

Alleluia. Amen. Trento 20 marzo 1793.<br />

812. 1793<br />

409 Egli è officiante della posta di Trento. Cessò nel 1799 in aprile.<br />

410 A questo signore ho risposto anche da Riva, nel 1791.<br />

126


Al sig. N.N. parroco di S.N. in Trento.<br />

Molto rev. sig. sig. padrone colendissimo.<br />

Giacché monsignor Vicario Generale (Simone Albano canonico Zambaiti) si degna<br />

di rimettere a me la decisione del caso strano, ed urgente, in cui trovasi V.S.M.R. per<br />

essersi dimenticato il suo sagrestano dell'avviso provvidamente da Lei datogli di far<br />

consecrare le particole necessarie, onde poter domani mattina, occorrendo il giovedì<br />

Santo dare secondo il solito innanzi la Messa solenne la Comunione pasquale a tanti<br />

parrocchiani, che la esigono, qui su due piedi, e senza toccare alcun libro, non<br />

permettendomelo la strettezza, ed angustia del tempo, le rispondo, e le suggerisco, che<br />

domani alle quattro principiando l'aurora, ed a porte chiuse faccia celebrare una Messa,<br />

ed in essa consecrare le dette particole 411 , malgrado la proibizione generale delle<br />

rubriche, da me pure notata nel Direttorio diocesano, di non dir Messe private in tal<br />

giorno. Tralascio per motivo dell'accennata mancanza di tempo le ragioni, che<br />

muovonmi a così risponderle, persuaso, che V.S.M.R. di esse non sia punto vogliosa: e<br />

col bacio delle sacre mani mi professo. Di s. Bernardino 27 marzo 1793.<br />

Di V.S.M.R.<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Giangrisostomo di Volano.<br />

P.S. Nel giovedì Santo si possono, e debbono dire più Messe private, oltre, ed<br />

avanti la Messa solenne, quando in esso cade la festa di san Giuseppe, o quella della<br />

Nunziata, in vigore del decreto della S.C. de' Riti segnato li 12 settembre 1716,<br />

approvato da Clemente XI li 27 settembre 1716, e portato dal Padre Merato in indice<br />

decretorum missalis, num. 632. Noi nelle cappelle delle nostre infermerie anche nel<br />

detto giovedì Santo celebriamo una Messa per comunicare gl'infermi eziandio non<br />

moribondi. Se domani nella detta parrocchia i fedeli non potessero comunicarsi all'ora<br />

solita nascerebbe un grande bisbiglio, tutta la città ne parlerebbe, e ne rimarrebbe mal<br />

soddisfatta. Questa volta pure io interpreto la benigna intenzione del Sommo Pontefice,<br />

e penso, ch'egli ancora se fosse qui risponderebbe altrettanto 412 .<br />

813. 1793<br />

Alla sig. Maria Aloisia Schmidlin ex Clarissa. Roveredo 413 .<br />

M.R.M. sia lodato Gesù Cristo Signor nostro.<br />

Suor Michelina prega umilmente V.R. che voglia farle la carità di ricevere la qui<br />

complicata quietanza, e poi mandarle il quartale accennato in essa. Spera, che le farà da<br />

madre, e supplirà a quello, che ora non può più fare la defunta M.R.M. ex Badessa<br />

Bettina. La riverisce divotamente, le augura un felicissimo Alleluia, e si raccomanda<br />

caldamente alle di Lei fervorose orazioni. Lo stesso fo anch'io, che mi soscrivo. Trento<br />

29 marzo 1793.<br />

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

Extra.<br />

411 Così fu fatto, ed ogni cosa riuscì bene. Deo gratias.<br />

412 Il predicatore della cattedrale di Arezzo nel giovedì Santo va a celebrare per ispeciale privilegio in un<br />

oratorio la Messa, ed in essa comunica i confratelli, e prima di incominciare la loro comunione dice quattro semplici,<br />

brevi, e divote parole per eccitare il loro fervore. Così il P. Pierantonio Testa dal Borghetto nella sua Lett. 211, edt.<br />

1770. 413 Nata li 7 ottobre 1725.<br />

127


Alla Molto Illustre sig. sig. padrona colendissima La sig. Maria Aloisia Schmidlin<br />

ex Clarissa di s. Carlo ecc. Roveredo.<br />

Nel Borgo di s. Rocco. Per espresso.<br />

814. 1793<br />

Al P. Gaetano di Roveredo. Roveredo.<br />

R.P.P.C.S.L.G.C.<br />

Rispondo anche a V.P.R. come ho risposto ad un altro nostro Religioso li 4 maggio<br />

1787, che io credo potersi recitare le Litanie de' giorni di san Marco, delle Rogazioni<br />

nelle sere precedenti ai detti giorni, da chi nelle sere medesime recita il Mattutino colle<br />

Laudi del giorno seguente. Così tiene il Gavanto, il Fagioli, il Neusser, Francesco da<br />

Modena, il Cavalieri, e dicesi opinione non improbabile dal Padre Benvenuto di Milano<br />

nel cerimoniale milanese, pag. 301, num. 1043. Così avvisano eziandio li Direttori<br />

bergamaschi, bolognesi, e Veronesi degli anni passati. So, che portano contraria<br />

opinone il Merato, il Guyeto, il Ligorio, ed altri: ma le loro ragioni non mi convincono.<br />

Anche l'officio de' morti una volta non potevasi anticipare nella sera di tutt'i Santi, e pur<br />

ora si può in vigore d'un decreto della S.C. de' Riti segnato 4 septemb. 1745. Confesso,<br />

che mi è noto, essere stato risposto con un negative dalla predetta Congregazione li 28<br />

marzo 1775, al quesito an ex sensu rubricae positae in festo s. Mariae etc. recte<br />

inferatur quod Litaniae etc. anticipari possint etc. e che quindi nelle rubriche particolari<br />

del nostro Breviario nuovo num. 237 si dice, che anticipari pridie nullo modo possunt:<br />

ma penso, che col tempo verrà fatto un decreto contrario, siccome fu fatto rapporto<br />

all'officio de' morti. In pratica però seguite l'antico costume nostro di recitare le dette<br />

Litanie ne' giorni propri. Non vorrei introdurre nuovi riti, e perciò scrivo questo con<br />

qualche difficoltà, e perché debbo rispondere. Faccia V.P.R. quello, che le inspira il<br />

Signor Iddio: mi raccomandi al medesimo, e procuri di conservarsi lungamente. Trento<br />

18 aprile 1793.<br />

Suo div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Grisostomo.<br />

815. 1793<br />

Al P. Pietro Grisologo Zorrer di Roveredo. Roma. S. Francesco a Ripa.<br />

M.R.P.P.C.<br />

Ierlaltro solamente ho ricevuto la sua stimatissima de' 19 aprile coll'inserito 414 .<br />

Quindi a nome del P. <strong>Provincia</strong>le assente la ringrazio; e l'assicuro, che farò col signor<br />

barone Trentini quanto m'ingiunge, quando ritornerà da Povo. Il detto Padre <strong>Provincia</strong>le<br />

mi ha mostrato il manifesto della stampa, che vuol farsi costì della Cronologia serafica,<br />

ed io gli ho suggerito di pigliarne una copia per questa libreria, dove sono i tomi<br />

antecedenti. Non so però cosa abbia risposto a Roma. Egli trovasi costretto di fare<br />

l'annuale in questo Duomo, dove nella scorsa Quaresima per supplire al predicatore<br />

infermo dovette far dieci prediche questo nostro Padre Guardiano Gioachino, dopo<br />

d'avervi fatto due annuali. Diventiamo sempre più pochi. Ai 16 dello scaduto aprile ha<br />

cessato di vivere il P. Eleuterio da Metodesco. Li vecchi sono molti, e le fatiche sono<br />

cresciute. Stiamo in attenzione della risposta sovrana per poter vestire; ma con gran<br />

timore di non restare consolati. Monsignor Piccini è stato eletto arciprete di Mezzo<br />

414 Col Breve Piano d'indulgenza per s. Antonio padovano di Belvedere ravinense. Pagato a la posta carantani<br />

16 perché pergamena, altrimenti 10 se carta. - * Vedi <strong>Tovazzi</strong>, Notitia ecclesiarum, num. 704.<br />

128


Tedesco, e piglierà il possesso ai 19 del corrente 415 . Con questa occasione prevalendomi<br />

della cortese esibizione di V.P.M.R. la prego di voler far capitare nelle mani del M.R.P.<br />

cronologo generale dell'Ordine (Agostino da Napoli Osservante, diffinitore generale) il<br />

foglietto qui compiegato, e contenente quattro documenti, che ho ritrovato sistemando<br />

l'archivio civico di Riva. Tengo molte altre cose, che potrebbero passare negli Annali<br />

dell'Ordine, ma non ho tempo da digerirle. La prego altresì di farmi sapere per mio<br />

regolamento, che abbia ricevuto la presente; ed accertandola, che ho avvisato il P,<br />

Agostino da Vigo, le bacio riverentemente la sacra destra, e mi professo. Trento 10<br />

maggio 1793 416 .<br />

Di V.P.M.R. cui aggiungo, che ai 5 di marzo è morta la Madre Bettini.<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Giangrisostomo da Volano<br />

Pro memoria. Il documento primo comincia: Anno 1425, indict. 3, die sab. etc.<br />

come in Invent. archivi Ripens. capsula 5, num. 16. Poi: Sic ad literam, omissis aliis,<br />

deprompsi die 27 maii 1791 ex membrana authentica dictae sententiae, servata in<br />

archivo civico Ripae tridentiane capsula quinta num. 16, ego Fr. Ioannes Chrysostomus<br />

de Avolano Ordinis Minorum Reformatorum. Sanctus Alexander martyr, de quo<br />

Martyrol. romanum 26 aug., est hodie quoque titularis ecclesiae cuiusdam sitae in agro<br />

ripensi, coliturque a Ripanis tamquam patronus praecipuus civitatis.<br />

Il documento secondo comincia: Die mercurii etc. come nel cit. Invent. pag. 340, e<br />

341. Poi: Haec pariter ad literam, omissis etc., descripsi die 4 iun. 1791 ex 23° Libro<br />

diurnali archivi ripensis inscripto: Liber Zornalis etc., come ivi sino al Decembris<br />

inclusive.<br />

Il doc. terzo comincia: Prudentibus viris etc. come nel predetto Invent. capsula 9,<br />

num. 10. Poi: Eam descripsi die 3 iunii 1791. Porro haec addi poterunt iis, quae anno<br />

1776 in Relatione secunda <strong>Provincia</strong>e tridentinae ad R.mum P. Pascalem a Varisio tunc<br />

Ministrum Generalem nostrum, data, num. 46, et seqq. congessi de Beato Pacifico,<br />

cuius sacra lipsana et ego propriis oculis vidi, virgula tetigi, ac veneratus sum Ripae die<br />

dominico quinto iunii 1791, quo etiam devote bibi aquam ex fonte Beati Pacifici<br />

appellato.<br />

Il doc.quarto comincia: In Christo sibi Karissimo etc. come nel mentovato Invent.<br />

pag. 336. Poi: Et haec membrana extat in archivo ripano capsula 3, num. 45. De Nicolao<br />

Perusino nihil hactenus alibi reperire mihi datum est. Num autem Ioannes de Florentia<br />

idem censendus sit cum illo Ioanne Florentino, quem ceu clarum circa an. 1300 laudat<br />

Ioannes a s. Antonio in Bibliotheca Franciscana To. 2, pag. 161, disquirendum aliis<br />

relinquo.<br />

Pro adm. Rev. Patre Chronologo Generali<br />

Ordinis Fratrum Minorum s. Francisci.<br />

Extra. Al M.R.P. in Cristo Padre colendissimo. Il P. Pietro Grisologo da Roveredo<br />

lettore teologo, predicatore, ex <strong>Provincia</strong>le, e presidente del Collegio della Penitenzieria<br />

apostolica lateranese de' Minori Riformati. Mantova. Roma. S. Francesco a Ripa.<br />

816. 1793<br />

Al sig. Luigi Marchesani stampatore imp. reg. Roveredo.<br />

Molto illustre sig. e padrone colendissimo.<br />

415<br />

Lo ha pigliato molto solennemente.<br />

416<br />

Mi ha risposto di averla ricevuta, e d'aver consegnato il foglio al P. Cronologo. Scrisse da Roma li 28<br />

maggio, ed io la ricevetti li 12 giugno.<br />

129


Solamente ai dodici di questo mese ho cominciato a comporre il Direttorio per<br />

l'anno 1794, perché sino dal gennaio sono stato impedito da una dolorosa flussione degli<br />

occhi, da cui né pur oggidì mi trovo affatto esente. Per altro nel calendario ho posta la<br />

festa della Corona di Spine nel venerdì secondo della Quaresima, che cade ai quattordici<br />

di marzo. Le aggiungo, che ho messo la festa del ss. Nome di Gesù ai 19 di gennaio:<br />

quella di san Simonino agli 11 di maggio: quella di san Gioachino 1i 17 agosto: quella<br />

degli Angeli Custodi ai 31 agosto: quella dell'Esaltazione della s. Croce e del ss. Nome<br />

di Maria li 14 settembre: quella del ss. Rosario li 5 ottobre: quella della Dedicazione<br />

delle chiese austriache li 19 ottobre, e al commemorazione de' fedeli defunti ai tre di<br />

novembre. Se vaglio in altro per servirla, mi comandi liberamente, che sarò sempre quel<br />

desso, che riverendola mi professo. Trento, s. Bernardino 17 maggio 1793.<br />

Di V.S. molto illustre<br />

Div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

817. 1793<br />

Alla sig. Maria Gioseffa Rizzoli di Cavalese. Roveredo 417 .<br />

Sia lode a Gesù, e Maria Signori nostri clementissimi.<br />

Da un ragazzo è stato portato a questo nostro portinaio, e da questo a ne l'involtino,<br />

che V.R. ha consegnato all'uomo de' PP. Cappuccini: ed io subito l'ho dato a suor<br />

Michelina, la quale perciò la ringrazia, e si raccomanda per la continuazione della di lei<br />

carità. Le cose di essa sono ancora sul piedi antico, né v'ha speranza, che mutino.<br />

Ognuno si lusinga di pensar bene, ed essendo i giudici più di uno, tutti separati, non può<br />

sortire una sentenza, che dia termine alla lite. Per carità V.R. ci raccomandi tutti al<br />

Signor Iddio, giudice giustissimo, ed onnipotente, mentre io, anche a nome della<br />

predetta suor Michelina, la riverisco divotamente, e mi dico. Trento, s. Bernardino 18<br />

maggio 1793.<br />

Di V.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

Fuori. Alla Molto Illustre sig. Padrona Colendissima<br />

La sig. Maria Gioseffa Rizzoli ex Clarissa<br />

di s. Carlo. Roveredo, nel Borgo di s. Rocco.<br />

Per espresso.<br />

818. 1793<br />

Al P. Gaetano di Roveredo. Roveredo.<br />

R.P.S.L.G.C.S.N.<br />

Il Religioso, che nell'ultima Quaresima calcò il pulpito di questo Duomo;<br />

infelicemente però, perché fatta la predica undecima gli mancò la voce, e così restò<br />

ventidue giorni di seguito senza predicare, avendo frattanto supplito con dieci prediche<br />

questo nostro Padre Guardiano, si chiama Fra Leonardo de' Guidotti d'Alzano<br />

bergamasco 418 . Egli tiene impegno per l'anno 1794 in Mondovì del Piemonte, e per<br />

l'anno 1795 in Napoli; ma io vorrei, che stesse a casa. Non posso servirla colle nuove<br />

tavole delle nostre famiglie, perché non le tengo; spero però di averle in breve. Allora<br />

senza dilazione la renderò servita. Ho preparato due letterine per costà; ma non avendo<br />

417 Suor Maria Gioseffa della Pazienza di Cristo, già Melania Riccioli di Cavalese, nata li 26 aprile 1746.<br />

418 Vedi sopra num. 808 circa medium.<br />

130


occasione di Espresso, prego V.P.R. di supplire col far passare al loro destino le due<br />

cartuccie qui rinchiuse. Stanno nell'infermeria nostra il P. Ferdinando di Santorsola<br />

colla quartana, ed il P. Filippo Nerio di Terres con male di gambe. Il P. <strong>Provincia</strong>le<br />

(Arcangelo di Cles) predica nel Duomo: ed il P. Vitantonio di Cles in s. Maria<br />

Maggiore. Io finalmente son quasi guarito dal male di occhi: ma ho inteso, che lo stesso<br />

male è sopraggiunto al fratello Massimo. La riverisco, e resto. Trento 21 maggio 1793.<br />

Suo div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Grisostomo.<br />

819. 1793<br />

Alla M. Giacinta Maria Tabarelli. S. Chiara.<br />

Gesù, e Maria Signori nostri clementissimi ci benedicano.<br />

Parlo sinceramente, e dico, che con gran piacere ho intesa la promozione della M.<br />

Maria Bernardina Mattioli di Trento al badessato. La ho sempre giudicata, ed asserita<br />

degna del medesimo; e confido, che tale mostrerassi eziandio in seguito co' fatti. Ciò<br />

non ostante la compiacerò e servirò col tenerla raccomandata di cuore a Sua Divina<br />

Maestà. Non vengo subito a rassegnarle la mia inutile servitù per più motivi: ma verrò<br />

nel prossimo giugno. Allora mi darò il contento di riverire anche V.R. e la : Gioseffa<br />

Luigia. Frattanto sospiro a tutte la pace, la sanità, ed ogni bene. Amen. S. Bernardino 28<br />

maggio 1793.<br />

820. 1793<br />

Al Padre Guardiano di san Bonaventura in Bassano 419 .<br />

R.P.P.C.<br />

Quantunque forse affatto sconosciuto debbo pregar d'un favore la P.V.R. Un ill.mo<br />

cavaliere di questa città, nostro benefattore, e mio padrone singolare, brama di ritirarsi<br />

per alcuni giorni con un suo servidore in qualche sacro Recinto, lontano dalla sua<br />

patria 420 ; e per tal fine ha scelto il convento, cui presiede la P.V.R. colla protesta di<br />

soddisfare pontualmente ogni spesa. Prima però di portarsi costà vorrebbe essere sicuro<br />

di venire ammesso. Egli è il signor Conte Giambattista Baldovini de Capris et Basilica,<br />

capitano di Pergine per S.A.R.ma di Trento, sano di mente, e di corpo, benché in età di<br />

circa 66 anni, soggetto onoratissimo, ed immune da qualunque taccia. Io dunque prego<br />

umilmente, e sinceramente la P.V.R. che voglia compiacerlo coll'ammetterlo:<br />

lasciandole la determinazione del tempo più opportuno 421 ; e sperando una gradevole<br />

risposta, le bacio riverentemente le sacre mani, e mi dico. Trento, s. Bernardino 28<br />

maggio 1793.<br />

Di V.P.R. Um.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano<br />

Vicario de' Minori Riformati.<br />

821. 1793<br />

Al P. Massimo di Volano Vicario in Borgo di Valsugana.<br />

Carissimo Fratello sia lodato Gesù Cristo Signor nostro clementissimo.<br />

419<br />

P. Giambattista da Conegliano, che rispose con data de' 31 maggio gradevolmente. Ricevuta li 2 giugno.<br />

420<br />

Voleva fare il suo testamento.<br />

421<br />

Nell'aprile 1794 s'è ammalato nella testa; ed è morto in Milano li 10 nov. 1795 d'anni 71. Fu socio della<br />

reale Accademia di Mantova, dal cui segretario Matteo Borsa li 24 gennaio 1796 gli fu scritto, con la mansione:<br />

All'Ill.mo Sig. Sig. Padrone colendissimo. Il Sig. Gio. Battista Baldovini. Trento.<br />

131


Veggo anch'io, che quell'Ipsas tamen duplicare non tenentur della Nota da me<br />

posta nell'Ordinario diocesano ai 25 di aprile, ed allegata nel primo giorno delle<br />

Rogazioni, parla soltanto di quelli, che debbono recitare privatamente le Litanie di quei<br />

giorni: e quindi concedendo, che con ragione li RR. sacerdoti di Borgo ricercano da me,<br />

se nelle processioni de' predetti giorni debbano cantare le Litanie cum repetitione,<br />

aggiungo qui, che trattando un così fatto punto il gran Gavanto Sect. 6, cap. 16, num. 5<br />

dice: Nonnulli eas cantant cum repetitione in Litaniis maioribus (cioè di s. Marco) non<br />

in aliis: alii semper cum repetitione. Standum videtur consuetudini locorum, habita<br />

ratione quoque longioris, aut brevioris viae: sed repetitio propria est sabbati Sancti, et<br />

Pentecostes. Il P. Merati non si scosta dal Gavanto suo maestro dicendo ivi num. 4,<br />

Choro respondente, vel easdem (litanias) etiam repetente, si talia sit consuetudo, ut<br />

innuit Gavantus supra, aut saltem si longior sit processio. Il P. Giambattista Halden<br />

part. 1, tit. 27, pag. 149 trascrive letteralmente quanto ha il P. Claudio Arnaud Tr. 2,<br />

part. 4, in Append. tit. 4, cioè "Communior usus ecclesiarum urbis est, quod (excepto<br />

Sabbato Sancto, et vigilia Pentecostes) cantores, et chorus eas dicant alternatim in<br />

Litaniis maioribus ad distinctionem a minoribus: alicubi chorus repetit, quae cantores<br />

integre dicunt, ut in Sabbato Sancto, qua in re standum est consuetudini locorum.<br />

Longior processio congrue ad id requiritur". Il P. Giuseppe Antonio Laboranti nel suo<br />

Direttorio sacro To. 1, par. 1, tit. 18 avvisa, che "le Litanie maggiori, e minori non si<br />

raddoppiano, come vogliono alcuni, per non esservi alcuna prescrizione della Chiesa, e<br />

intanto si raddoppiano nella funzione del Sabato Santo, perché lo prescrive il Messale: e<br />

si raddoppiano in più luoghi anche in queste processioni pubbliche, e ciò si fa,perché<br />

bastino per tutto il tempo della processione, solendo d'ordinario esser lunghe in questi<br />

giorni". Il P. Benvenuto da Milano nel suo cerimoniale pag. 299 parlando della<br />

processione delle Rogazioni prescrive, che "si cantino le Litanie, rispondendo gli altri<br />

tutti Religiosi, ma senza replicare il già detto dalli cantori, mentre tal rito doppio si dee<br />

solo al Sabbato Santo, e nella vigili della Pentecoste. Se però la consuetudine del paese<br />

fosse di ripetere il tutto, si siegua l'uso, ma non già come d'obbligo". Finalmente anche<br />

il P. Francesco da Modena nel suo calendario perpetuo 25 aprile asserisce, che rapporto<br />

al duplicare, o no le Litanie della processione, si deve stare alla consuetudine de'<br />

luoghi: ed anche avere riguardo alla longhezza, o brevità della via, e processione. Qui<br />

a Trento si costuma di duplicarle, e per quanto so, fassi lo stesso in tutta la nostra<br />

diocesi. Ciò non ostante io pure dico, che stiasi alla consuetudine del proprio luogo,<br />

qualora non sia stata mutata la lunghezza della processione. E con fraterno affetto vi<br />

abbraccio. Trento 2 giugno 1793.<br />

P.S. Il Padre <strong>Provincia</strong>le volentieri vi accorderà, che a tempo proprio possiate<br />

trasferirvi a Cles per bere le acidole anche in quest'anno.<br />

822. 1793<br />

Al P. Filippo da Metodesco Vicario in Melombardo.<br />

Riv.mo Padre Vicario sia lodato Gesù Cristo S.N.C.<br />

Affatto improvvisa mi è riuscita la venuta di F. Alessio da Castagnedo. È vero, che<br />

non molto prima ho suggerito al Padre <strong>Provincia</strong>le, che vesta dei Terziari, e che ne<br />

metta uno in aiuto di questi infermieri; ma coll'aggiunta espressa, che sia un veterano, e<br />

non un novizio. Egli ha stabilito diversamente rapporto al secondo punto, così sia, così<br />

sarà meglio 422 . Io proccurerò di stare attento perché il giovine non patisca, e resti<br />

422 Non fu meglio.<br />

132


pregiudicato. Mi riuscirà di aggravio, ma pazienza. Bramo, che il tutto sia fatto per<br />

amore, e non per forza. Riguardo alla mortificazione degli occhi, di cui V.P. mi scrive,<br />

le dico, che ora non posso più veder tanto come una volta, perché son divenuto assai<br />

corto di vista. La raccomanderò tuttavia, e farò uso della mia Occhilogia. Spero, che<br />

essendo tutti e due buoni questi miei novizzi, non avranno bisogno di molta assistenza,<br />

e di forza violenta per contenerli dentro i termini prescritti. Per carità mi raccomandi al<br />

Signor Iddio, proccuri di conservarsi, e di far un buon allievo col suo nuovo novizio 423 ,<br />

mentre io la riverisco di cuore, e mi dico. Trento 5 giugno 1793.<br />

Suo div.mo, obbl.mo servo ed amico<br />

F. Giangrisostomo.<br />

823. 1793<br />

Al P. Giambattista di Conegliano Guardiano de' Minori Riformati. Bassano. s.<br />

Bonaventura.<br />

Rev. Padre padrone colendissimo.<br />

Il signor Conte baldovini accettando come giustissime le tre condizioni proposte<br />

dalla P.V.R. m'ingiunge di significarle, che così piacendo al Signor Iddio, verrà nel<br />

prossimo autunno quando si mitigheranno i calori del sole 424 . Io poi mi professo<br />

tenutissimo alla singolare di Lei bontà, e gentilezza; e sperando, che non sarà giammai<br />

per pentirsi d'averla meco usata, la ringrazio vivamente, la riverisco insieme col R.P.L<br />

Michele, che non so se sia il bassanese, oppure l'ampezzano, ambidue miei buoni<br />

padroni 425 , e tutto colmo di rispetto mi riprotesto. Trento, s. Bernardino 7 giugno 1793.<br />

Della P.V.R. Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano.<br />

824. 1793<br />

Al P. Massimo Toazio di Volano Vicario in Borgo.<br />

Carissimo Fratello sia lodato Gesù Cristo Signor nostro.<br />

Affinché tardando nel darvi la richiesta informazione non sospettiate, che ciò<br />

provenga da mia negligenza, vi reco avviso, che ho ricevuto la vostra carissima li 4 del<br />

corrente: ai cinque ho pregato un savio, e pratico cavaliere, che la faccia: gli undici ho<br />

pregato dello stesso un altro simile. Ai dieci sono stato in città a sollecitare il primo 426 .<br />

Ma tutti due trovano delle difficoltà da non potersi sciogliere su due piedi. Spero, che<br />

non istaranno molto a darmela, ed io ve la spedirò senza verun indugio; ma temo, che<br />

non sia per essere in ogni sua parte favorevole. Converrà dunque tenerne occulti gli<br />

autori per ogni buon fine. Qui gli undici sono stati seppelliti a Santa Maria Maggiore tre<br />

uomini, tutti e tre precipitati casualmente in tre differenti luoghi. Ai diciannove sarà il<br />

concorso generale in questo castello vescovile per al parrocchia di Taio nell'Anaunia,<br />

vacante per la morte di don Cristoforo Franceschini di Tresio, seguito in Tresio li 28<br />

dello scaduto aprile. Un cappellano militare nostro Frate Osservante milanese, ritornato<br />

ultimamente 427 dall'Ungheria, ci ha raccontato le miserie grandi, che là pure patiscono i<br />

nostri poveri confratelli per essere tanto pochi, ed affacendati, e senza speranza di una<br />

perfetta calma, e tranquillità, e che si spera una buona raccolta. Mi viene scritto da<br />

423 F. Pietro Gretter da Castagnedo.<br />

424 Non è poi andato per certi suoi impedimenti.<br />

425 Il Polesso di Bassano fu mio Guardiano in Treviso: ed il secondo Schedini d'Ampezzo fu Vicario e mio<br />

confessore ivi nel 1766 e 1767 per sei in sette mesi. In Bassano sta lo Schedino.<br />

426 Lo sollecitato anche ai 16.<br />

427 li 9 giugno.<br />

133


Roma 428 , che colà trovasi una perfetta calma, e tranquillità, e che si spera una buona<br />

raccolta. Qui per l'opposito i cavaleri 429 hanno molto patito. Iddio ci abbia misericordia.<br />

Amen. Trento 14 giugno 1793.<br />

Nota. L'informazione dimandasi da Sua Eccellenza contessa Giovanelli di Venezia<br />

per mezzo dell'ill.mo sig. Giuseppe Paolino d'Anna di Celò, capitano di Borgo ausugano<br />

per la medesima contessa.<br />

825. 1793. Infra 885<br />

A chiunque: nominatamente al sig. don Simone Noriller 430 . Trento.<br />

Ego infrascriptus universis, et singulis praesentes literas inspecturis fidem facio, ac<br />

testor, quod ille Sanctus Romedius confessor, cuius festum cum officio, ac Missa sub<br />

ritu duplici maiori in civitate, ac dioecesi nostra tridentina celebratur in die<br />

quintadecima ianuarii, cultum obtinuit ab immemorabili tempore: cum officio autem, et<br />

Missa a saeculo saltem duodecimo; nam occurrit, et quidem literis rubris descriptus in<br />

calendario Adelpretiano, idest praefixo Sacramentario Sancti Adelpreti, qui fuit<br />

episcopus tridentinus ab anno 1156 usque ad annum 1177. In quorum etc. Datum in<br />

conventu sancti Bernardini apud Tridentum die 17 iunii anno 1793.<br />

L.S. Fr. Ioannes Chrysostomus de Avolano<br />

Vicarius Ordinis Minorum Reformatorum etc.<br />

Così ho scritto in fretta pregato dal sig. Mayr di Bolgiano prete ordinato nella<br />

scorsa Pentecoste, a nome del signor don Simone Noriller di Vallarsa prefetto de'<br />

chierici seminaristi di Trento, cui chiese un così fatto attestato un consiglier<br />

ecclesiastico di Bressanone 431 . Rapporto al detto Santo,ed al di lui culto può vedersi<br />

l'opera del mio P. Benedetto Bonelli intitolata Notizie della Chiesa di Trento. I<br />

documenti in essa citati furono veduti, letti, esaminati, e trascritti anche da me<br />

coll'occasione, che assistetti alle stampe.<br />

826. 1793<br />

Al P. Massimo da Volano Vicario in Borgo.<br />

Carissimo Fratello S.L.G.C.<br />

Mantengo la promessa mandandovi subito la risposta del primo cavaliere, che ho<br />

pregato, qui rinchiusa. Lo stesso farò quando mi capiterà quella dell'altro: sebbene<br />

credo, che potrà essere più, che bastante la prima 432 . Io non posso fare di più. Vi<br />

raccomando il silenzio, e vi saluto di tutto cuore. Trento 21 giugno 1793. Ieridì da<br />

Roveredo è giunto qua il Padre Pietro Paolo di Roncegno per ritornare a Borgo.<br />

Nota. L'accennata risposta si è del signor barone Sigismondo Saverio Trentini di<br />

Wolgersfeld, e riguarda la famiglia de' signori baroni Cresseri di Trento. 433 Contiene<br />

sedici articoli, o sia ricerche. Il barone Giuseppe Cresseri è stato in Trento dagli ultimi<br />

giorni del dicembre del 1792 sino al22 del corrente giugno 1793, in cui è partito di<br />

428 dal P. Zorrer.<br />

429 *Bachi da seta.<br />

430 Poi parroco di Smarano nell'Anaunia orientale.<br />

431 Antonio de Brock consiglier ecclesiastico, canonico di s. Maria in Ambitu, e professor di teologia dogmatica<br />

in Bressanone l'anno 1794, forse fratello d'Ignazio de Brock parroco di Thaur presso Insprugg, per cui ha scritto.<br />

432 La seconda non è venuta.<br />

433 Pro Mathia qui anno 1799 Spurianam duxit.<br />

134


itorno per Vienna. Abitò sino dal 10 di gennaio in una stanza della sig. Rosa Ciani. Ma<br />

fu alcuni giorni in Venezia in tempo ascensale, dove sta il di lui fratello Giangiacomo<br />

segretario dell'ambasciatore austriaco Breünero.<br />

827. 1793<br />

Al sig. barone Gaud. Ant. de' Gaudenti-Roccabruna. Trento.<br />

Ill.mo sig. sig. padrone graziosissimo.<br />

Veggomi onorato da V.S.Ill.ma con un nuovo regalo, cioè col suo bellissimo<br />

Parere 434 intorno alla causa di Ravina: e quindi nell'atto, che le rendo vivissime grazie,<br />

l'assicuro d'averlo subito subito letto tutto, e di esserne rimasto persuaso tanto, che non<br />

so, cosa possa rispondere in contrario la parte avversaria. Le aggiungo, che da un così<br />

fatta trattato, essendo singolare, intelligibile a tutti, e molto ben corredato di documenti<br />

comuni, io spero, che ne ritrarranno del pro anche più altri villaggi della nostra diocesi,<br />

non dissimili nelle disgrazie dal ravinese, li quali tutti dovranno averne buon grado a<br />

V.S. Ill.ma 435 . Prego Iddio Signor nostro clementissimo, che le doni una vita lunga e<br />

prospera, onde possa continuare le sue lodevolissime, ed utilissime imprese: e<br />

nuovamente ringraziandola me le inchino profondamente, e col più ossequioso rispetto<br />

mi raffermo. Di s. Bernardino 28 giugno 1793.<br />

Di V.S.Ill.ma Um.mo, div.mo, obbl.mo sevidore (sic)<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

Nota. Si pretende, che il Preposito di Trento mantenga due curati in Ravina, e<br />

Belvedere, con tutte le facoltà ecclesiastiche.<br />

828. 1793<br />

Alla M. Giacinta Maria Tabarella di Trento. S. Chiara.<br />

Sia lode a Gesù, e Maria Signori nostri clementissimi.<br />

Non posso non condiscendere all'istanza di V.R. quantunque provi della difficoltà.<br />

Perciò le rispondo, che dovendo dare il suo voto, lo dia col riflesso a se stessa senza<br />

avere riguardo alle altre. In questo caso le rispondo così, perché ogni una potrà dare il<br />

suo voto. Risponderei altrimenti, se votasse soltanto come discreta. Se dunque V.R. non<br />

ha difficoltà per darlo favorevole, lo dia tale. Se fallo nel darle questo consiglio, fallo di<br />

poco, perché la votazione non è prescritta né dalla santa Regola, né da' sacri canoni. I<br />

voti non saranno tutti favorevoli, siccome penso; e quindi la parte favorita, non avrà mai<br />

una pace intera 436 . Iddio solo potrà dargliela. Lo preghi, e scongiuri, perché lo faccia, il<br />

che riuscirebbe di gran vantaggio anche alla comunità. Ho sentito con piacere le buone<br />

nuove, che mi ha scritto. Ella continui con tale attenzione, che sicuramente chiamerassi<br />

sempre più contenta. Non ardisco di farle il comando, che desidera: ma pure faccia la<br />

prova se sarebbe capace di eseguirlo per 24 ore dopo la ricevuta della presente. Per tal<br />

fine le sospiro la benedizione di Gesù, e Maria, colla sua parte anche alla Madre Luigia.<br />

Amen. S. Bernardino 30 giugno 1793.<br />

829. 1793<br />

Al P. Amedeo di Roveredo Guardiano a s. Rocco. Roveredo.<br />

R.P.P.C.<br />

434 L'ho ricevuto ieri sera di notte dal servitore.<br />

435 Egli non fu solo nel comporre tal libro.<br />

436 La votazione non fu fatta. Fu intavolata per una risoluzione, non volendo farla la Badessa sola.<br />

135


Per espressa commissione del molto Rev. Padre <strong>Provincia</strong>le spedisco a che alla<br />

P.S.R. tre copie del Supplimento nuovo al nostro Breviario, affinché facciane quell'uso,<br />

che potrà, senza punto eccitare disturbi, contese, o scrupoli nella sua religiosa famiglia.<br />

E raccomandandomi in precibus la riverisco, e resto. Trento 9 luglio 1793.<br />

Di S.P.R. Div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Giangrisostomo<br />

Il simile a tutti gli altri otto Guardiani di Arco (misi), Campo (misi), Borgo (misi),<br />

Pergine (misi), Metz (misi), Cles (misi), e Cavalese (misi). Lo stesso giorno impaccati,<br />

e spediti in diversi giorni.<br />

830. 1793<br />

Al P. Francesco Felice Campi da Campodenno Guardiano a Metz Lombardo.<br />

Rev. Padre L.I.C. 437<br />

La moneta effigiata maestrevolmente da monsignor (Gregorio Tasser) Preposito di<br />

San Michele, rappresentando da una parte un vescovo coll'iscrizione Eps Tridenti, e<br />

dall'altra una Croce con appresso una sigla F. e nel contorno la voce Imperator, si è di<br />

Federico da Wanga vescovo di Trento, consanguineo, e Vicario Generale<br />

dell'imperatore Federico secondo nell'Italia, eletto nel 1207, e morto nel 1218 anche per<br />

attestato di monsignor Gentilotti, e del signor dottore Simon Pietro Bartolommei, che<br />

l'hanno pubblicata colle stampe, il primo nelle sue Aggiunte all'Italia sacra del padre<br />

Ughelli To. 5, col. 602, e l'altro nella sua celebre Dissertazione de Monetis Trid. pag.<br />

17, dove aggiugne, che la sigla F. gli sembra bina denotare nomina, Episcopi, et<br />

Imperatoris, nempe Fridericus Episcopus, et Fridericus Imperator, cosa certamente<br />

singolare, non ritrovandosene alcun esempio nella copiosa raccolta di monete fatta dal<br />

Muratori nel To. 2 Antiquit. Ital. Dissert. 27, ove nelle papali, vescovili, e civiche si<br />

veggono espressi, e distinti li nomi degl'imperatori, in signum, come crede il lodato<br />

Muratori, supremae dominationis. Aggiungo, che io pure ai 5 di ottobre del 1766 in<br />

Trevigi nel bel museo del signor Paolo Crespani ho veduto due monete d'argento<br />

alquanto infra se differenti, ma però in questo uniformi, che avevano l'F. l'Eps Tridenti,<br />

e l'Imperator, come la soprammentovata. E riverendola resto. Trento 11 luglio 1793.<br />

Di S.P.R. cui rimando la copia della moneta<br />

Div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

Nota. Monsig. Preposito ha fatto acquisto dell'accennata moneta già pochi giorni: e<br />

chiese, chi sia l'Impeartor accennato, sospettando, che fosse Federico secondo in<br />

occasione, che nel 1228 andò colla crociata verso Terra Santa.<br />

831. 1793<br />

Al sig. Leonardo dall'Aquila. Trento<br />

Io sottoscritto protesto, che se l'Ill.mo signor Leonardo dell'Aquila consegnerà a<br />

Giovanni Giovannini di Trento, mio cognato, quel danaro, che mi appartiene per li<br />

meglioramenti di quel luogo, che il medesimo signor Leonardo ha comperato dal signor<br />

Paolo Ponte, sarà ben consegnato, e come dato a me stesso. In fede ecc. Dato dal<br />

convento di s. Bernardino appresso Trento li 15 luglio 1793.<br />

Domenico Anesi abitante sopra la Cervara, che per non sapere scrivere ha fatto<br />

questo segno di Croce + 438 .<br />

437 *=Laus Iesu Christo.<br />

438 Sta ritirato in convento per non essere posto in prigione a motivo de' suoi debiti.<br />

136


832. 1793<br />

Al Governo dell'Austria Superiore. Insprugg.<br />

Excellentissimi Domini Domini.<br />

Frater Archangelus a Clesio Minister <strong>Provincia</strong>lis Franciscanorum reverenter<br />

exhibet EE. VV. Directorium Divini officii pero anno 1794, his annexum, ac suppliciter<br />

petit eius approbationem etc. Datum Tridenti apud s. Bernardinum die 17 iulii 1793.<br />

Foris, come sopra num. 776. Spedito per posta li 19. Lo ricevei di ritorno li 20<br />

agosto: approvato in Insprugg li 26 luglio, e segnato col num. 11991.<br />

833. 1793<br />

Al P. Francesco Felice da Campodenno Guardiano. Metz.<br />

R.P.S.L.G.C.S.N.<br />

Ho guardato in quest'archivio provinciale il caltro, che contiene le carte<br />

appartenenti al suo convento. Sono poche, riguardano la fondazione del medesimo, ed<br />

alcune altre cose; ma non ho trovato alcun documento rapporto all'acqua. Sarà dunque<br />

pregevole il decreto fatto ultimamente da cotesta Magnifica comunità in conformazione<br />

del possesso: e se ne manderà una copia, starà bene anche in questo archivio: dove<br />

starebbero pur bene le copie, od almeno i sommari di tutte le scritture, che trovansi negli<br />

archivi particolari: appunto come la Religione ha ordinato rapporto agli archivi generali<br />

di Roma, e di Madrid. Se posso servirla in altro mi comandi liberamente, che<br />

raccomandandomi in precibus la riverisco, e mi dico. Trento 23 luglio 1793.<br />

Suo div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Grisostomo.<br />

834. 1793<br />

Al sig. Luigi Marchesani. Roveredo.<br />

Molto illustre sig. e padrone colendisimo.<br />

Sbrigato finalmente de' Direttori vengo con V. S. molto illustre. Il metter più Santi<br />

ogni giorno nel calendario non è di obbligo, anzi è una cosa, che non ho trovato<br />

praticata in tanti calendari, che sono pervenuti alle mie mani. Piace però a me; e quindi<br />

la ho messa in esecuzione bel calendario del 1786 senza impegnarmi a metterne più in<br />

ciaschedun giorno. Per altro non mi piace il replicare senza un urgente motivo uno<br />

stesso nome: e così pure il mettere certi nomi malsonanti, verbi gratia Saturnino,<br />

Gabino, Dioscoro etc. Ella potrà servirsi del Martirologio romano, ed anche del suddetto<br />

calendario del 1786. Nell'anno bisestile ai 24 di febbraio potrà mettere di que' Santi, che<br />

nel mentovato Martirologio si riferiscono in tal girono, eccettuato soltanto l'apostolo<br />

Santo Mattia, che deve porsi ai 25. San Romano e la traslazione di sant'Agostino in<br />

qualunque anno mettali nell'ultimo giorno di febbraio. Nel calendario monauniano io<br />

non ho parte. Lo compone il signor don Francesco figliuolo del sig. Giambattista<br />

Monauni, il quale suol mostrarmelo soltanto per le feste mobili 439 . Con questo suppongo<br />

'avere soddisfatto alle di Lei ricerche: e riverendola resto. Trento, s. Bernardino 29<br />

luglio 1793.<br />

Di V.S. molto illustre<br />

Div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Giangrisostomo.<br />

439 Don Francesco in quest'anno 1805 trovasi affatto incapace, stupido, inetto.<br />

137


835. 1793<br />

Al P. Giambattista Ghezzi C.R.S. piovano. Trento. S. Maddalena.<br />

M.R.P. sig. e padrone colendissimo 440 .<br />

Eccola prontamente servita colle due Ottave garnigane. Io per altro supponeva, che<br />

ancora stesse nella canonica di Garniga quel libricciuolo, che feci nell'anno 1780 ad<br />

instanza del rev. sig. curato di quel tempo, intitolato Octavarium Garniganum, con una<br />

nuova leggenda di s. Osvaldo, e con parecchie annotazioni 441 . Sebbene ora essendo<br />

notabilmente variato il calendario diocesano, spero, che il qui complicato foglio riuscirà<br />

più gradevole, e comodo al moderno signor curato 442 . Ed esibendomi ad ogni minimo<br />

sempre grato cenno di V.S. M.R. la ringrazio della sua carità, la riverisco, e mi professo.<br />

Di V.S.M.R.<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Giovanni Grisostomo di Volano.<br />

836. 1793<br />

A monsig. vescovo, e principe di Trento.<br />

Altezza R.ma.<br />

Le ex Clarisse 443 abitanti in una casa del Borgo di san Rocco appresso Roveredo,<br />

supplicano umilmente l'A.V.R.ma della grazia di poter continuare a goder dell'indulto<br />

loro benignamente conceduto li cinque d'agosto dell'anno 1787, cioè di poter avere<br />

l'oratorio privato con due, ed anche più sante Messe al giorno: e di poter con esse<br />

insieme colla loro serva soddisfare al precetto di santa Chiesa: come pure di poter<br />

ricevere nella stessa casa i santi Sacramenti, ed avere la Via Crucis: che possano godere<br />

le stesse grazie anche altre ex Clarisse, che venissero ad abitare sotto lo stesso tetto: e se<br />

le supplicanti mutassero abitazione possano eziandio altrove godere gli accennati<br />

privilegi, previa una nuova revisione dell'oratorio fatta dal parroco: e finalmente, che<br />

possano soddisfare al precetto di santa Chiesa coll'ascoltare la Messa nel detto oratorio<br />

anche altri domestici in caso di qualche loro incomodo. Che della grazia ecc.<br />

Attentis expositis, et informatione parochiali concessum ut petitur ad<br />

quinquennium.<br />

Sig. 2 augusti 1793.<br />

Zambaiti Vic. Generalis.<br />

837. 1793<br />

Alla M. Maria Rosa Riccabona Vicaria. Trento.<br />

Molto rev. Madre sia lodato Gesù Cristo S.N.<br />

La memoria, che ho fatto già tempo, rapporto alla loro Via Crucis, è questa:<br />

Clemente Papa XIV li 4 settembre 1770 ha conceduto alle monache di san Michele di<br />

Trento, che quando per causa d'infermità non possono visitare personalmente le stazioni<br />

della Via Crucis, acquistino ciò non ostante le Indulgenze visitando le dette stazioni<br />

mentalmente nella loro propria cella, e recitando le solite orazioni. L'autentica si<br />

conserva nel loro archivio.<br />

440 Questi è partito da Trento per Ferrara li 10 feb. 1795.<br />

441 Fu cercato, ma non trovato. Lo avrà portato seco il curato partito, avendo la dedica a lui.<br />

442 Don Francesco Antonio Marcabruni di Arco. Diventato canonico ivi.<br />

443 Madre Maria Aloisia Schmidlin, e M. Maria Gioseffa Riccioli, e Suor Marta Elisabetta Visintainera.<br />

138


Alla ricerca poi, se un così fatto indulto possa estendersi anche a quelle Religiose<br />

infermiccie, che in tempo d'inverno vanno bensì al coro, perché scaldato; ma temono<br />

ragionevolmente di peggiorare la loro salute col visitare corporalmente le stazioni poste<br />

al freddo, ardisco di rispondere con un'affermativa, cioè che possa estendersi anche a<br />

loro, giacché ancor elleno sono inferme, e l'indulto papale non esige, che l'infermità sia<br />

grave. Mi raccomando caldamente alle fervorose orazioni delle RR. Loro e riverendole<br />

mi raffermo. S. Bernardino 5 agosto 1793.<br />

Di: V.R.<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

838. 1793<br />

Al Padre Innominato 444 di Cles. Cles.<br />

Carissimo Amico.<br />

Senza far nuove inquisizioni, e ricerche, avendole già fatte negli anni passati, vi<br />

rispondo, che in un solo calendario mi è riuscito di ritrovare una santa di nome<br />

Rosina 445 . Siccome però ella stassene ai quattro di settembre, in cui occorre la festa della<br />

nostra santa Rosa da Viterbo, così subito compresi,che non distinguevasi dalla<br />

viterbese, detta Rosina in tal calendario, mercé che morta giovine di anni dicidotto non<br />

compiuti. Rapporto al Sant'Aliprando vi rispondo mandandovi la breve legenda, che ho<br />

compilato del medesimo. Avrei potuto dire di più, ma non ho voluto, perché suppongo,<br />

che a Voi basterà il notato, ed io tengo altre premure. Non so per qual motivo mi abbiate<br />

fatto tali ricerche. Lo suppongo buono, e santo, e quindi esibendomi per ogn'altro simile<br />

vostro cenno, vi saluto di tutto cuore, e mi professo. Trento, s. Bernardino 14 agosto<br />

1793.<br />

Vostro Amico vero<br />

F. Grisostomo.<br />

Legenda s. Aliprandi Confessoris.<br />

Sanctus Aliprandus, qui etiam Liprandus, Luitprandus, ac Leoprandus dictus fuit,<br />

cum esset presbyter, et rector ecclesiae sancti Pauli Mediolani, sociam praestit opem<br />

sanctis martyribus Arialdo Diacono, et Herlembaldo militi, adversus inbcontinentes, ac<br />

simoniacos decertantibus. Quapropter et ipse anno millesimo ac septuagesimosexto a<br />

sicariis naso auribusque ad contumeliam mutilatus fuit, ac ignis iudicium Mediolani<br />

feria quarta meioris Hebdomadae anno millesimo centesimo tertio, ingeminans illud<br />

Psalmistae: Deus in nomine tuo salvum me fac, et in virtute tua libera me, intrepide,<br />

atque gloriose sustinuit. Senio tandem confectus, ecclesiasticamque iactationem<br />

pertaesus, in festo sancti Nicolai Pontidianum sancti Iacobi monasterium ingressus est,<br />

ibique coram monachis, et fratribus magna cum aedificatione vixit, ac spiritum Deo<br />

optimo maximo reddidit in nocte festi Epiphaniae Domini anno supra millesimum<br />

centesimo decimo tertio. Vivus, ac mortuus miraculis claruit: consolarique meruit per<br />

epistolam ceu Christi martyr, a Sancto Gregorio septimo Pontifice Maximo. Sacra<br />

ipsius ossa inventa sunt Papiae in ecclesia sancti Petri in Caelo aureo die vigesima<br />

quarta mensis iulii anno millesimo quingentesimo quarto. Laudes vero eius recensent<br />

Romualdus a Santa Maria in Flavia Papia Sacra part. 1, pag. 105, et part. 2, pag. 106.<br />

444 Romedio di Cles.<br />

445 Vedi le nostre Singolarità diariche cap. 9. Ma il citato calendario fu un altro, che ora non tengo, avendolo<br />

veduto appresso le monache della ss. Trinità di Trento.<br />

139


Et Ferdinandus Ughellus in Italia Sacra To. 4, ubi de archiepiscopis mediolanensibus<br />

col. 127 ac seqq. Daniel Papebrochius Bollandianus Tomo quinto iunii pag. 310 et seqq.<br />

Iosephus Antonius Saxius in Serie archiepiscoporum mediolanensium To. 2, pag. 467<br />

ac seqq praeter Iacobum Guellam in Sanctuario Papiensi, et alios 446 . In agiologio<br />

papiensi citati Romualdi refertur die 24 iulii, quia die illa contigit ossium eius inventio.<br />

Perperam tamen inibi Abbas nuncupatur. In calendario autem mediolanensi anni 1781<br />

die 28 iunii dicitur s. Arialdo Alciati martire. milanese.<br />

Il nome di Aliprando fu portato da parecchi trentini, singolarmente dai Madruzzi, e<br />

Bassetti, ne' tempi andati, e portasi tutt'ora. V'ha pure sul Trentino il cognome<br />

Aliprandi, Liprandi, ed Aliprandini.<br />

839. 1793<br />

A monsig. Simon Albano Zambaiti canonico, e Vicario Generale di Trento,<br />

presentemente in Vezzano.<br />

Ill.mo, e R.mo sig. sig. padrone colendissimo.<br />

In ordine a quanto il nostro P. Vito Antonio da Cles oggidì dopo il pranzo mi ha<br />

riferito, trasmetto a V.S.Ill.ma, e R.ma quel testo pontificio, che riguarda la pratica<br />

moderna di erigere canonicamente la santa Via Crucis. L'assicuro dunque, che Papa<br />

Benedetto XIV di felice memoria, nel suo Breve, che incomincia Cum tanta sit, ed è<br />

stato dato in Roma li 30 agosto 1741 ad instanza del venerabile servo di Dio P.<br />

Leonardo da Porto Maurizio nostro Riformato 447 , dice così: NB. Come nel mio modo<br />

manoscritto d'erigere la V.C. pag. 25, Cuicumque parocho, ut praevia etc. etc., ordinent,<br />

et praescribant.<br />

Mi lusingo, che questo sia quel tanto, che ricerca V.S.Ill.m,a, e R.ma: ed<br />

augurandole un'altra volta di tutto cuore una prospera villeggiatura, mi vanto di potermi<br />

soscrivere. Trento, s. Bernardino 10 settembre 1793 448 .<br />

Di V.S.Ill.ma, e R.ma<br />

Div.mo, obbl.mo servo, e zio<br />

F. Francesco Albano di Trento.<br />

840. 1793<br />

Alla sig. Anna Teresa Saveria Auchentallera. Bolgiano. Schenna.<br />

Sia lode a Gesù, e Maria Signori nostri clementissimi.<br />

Oggidì ho cominciato la stampa del Direttorio monastico; ma non so quando potrò<br />

vederla finita, perché lo stampatore suol esser molto pigro colle mie coselle. Bensì<br />

assicuro V.R. che il primo esemplare, il quale verrà nelle mie mani legato, secondo il<br />

solito degli altri anni, sarà spedito a Lei, e se tarderà il giungerle, ciò avverrà per<br />

mancanza del trasmissiero di Merano. La tempesta 449 , che cadde qui agli otto di agosto<br />

circa le ore quattro di sera, insieme con molta pioggia, fu veramente straordinaria.<br />

Niuno de' viventi trentini ne ha mai veduto una simile. I grani ordinari furono grossi<br />

come armellini 450 . Ne furono trovati, e pesati di sette, undici, quattordici, e dicidotto<br />

oncie. Uno fu trovato largo quattro dita, e lungo cinque. Danneggiò specialmente le<br />

446<br />

Apud J.H. Gradonicum in Brixia Sacra pag. 454 est Pauli Guellae Sanctuarium Papiae. Papiae 1<strong>58</strong>7, in 4°.<br />

447<br />

Poi Beato dal 1796.<br />

448<br />

È partito per Vezzano oggidì.<br />

449<br />

Mi ha ricercato anche di questa tempesta.<br />

450 *Albicocche.<br />

140


campagne di Cadine, e della Vella, e di questi contorni, anche il nostro orto. Durò circa<br />

un quarto di ora. Per altro queste campagne oggidì sono belle. Noi non abbiamo ancora<br />

ricevuto la bramata licenza di vestire Frati, benché dicesi essere nel castello da molto<br />

tempo 451 . Il P. Eleuterio da Metz tedesco è morto ai 16 d'aprile di quest'anno, ed il Padre<br />

ex <strong>Provincia</strong>le Antonio da Fondo se ne sta in procinto di tenergli dietro. Morì li 24<br />

settembre 1793 di notte venendo li 25. In Roveredo ai cinque di marzo è morta la M.<br />

Giovanna Francesca Bettina ultima Badessa di s. Carlo. In Sacco ai 13 d'agosto la M.<br />

Maria Coleta Baroni di s. Carlo d'anni 79, ed ai 31 dello stesso mese la di lei sorella M.<br />

Maria Elisabetta di s. Anna d'anni 77. In s. Chiara è stata eletta Abbadessa la M. Maria<br />

Bernardina Mattioli di Trento. Io dal gennaio in qua ho patito molto negli occhi, e non<br />

ancora son perfettamente guarito. Un simil male quest'anno ha molestato molti altri, e<br />

tuttavia ne molesta. La ringrazio della memoria, che ha di me nelle sue fervorose<br />

orazioni: e pregandola di continuare, l'assicuro, che ho consegnato al padre <strong>Provincia</strong>le<br />

la sua lettera nell'atto, che stava per partire per Pergine, e Borgo; e divotamente la<br />

riverisco. Trento, s. Bernardino 11 settembre 1793.<br />

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Gio. Crisostomo di Volano.<br />

841. 1793<br />

Al sig. Gioseppe Antonio de Menghin Provicario Generale. Trento.<br />

R.mo sig. sig. padrone colendissimo 452 .<br />

Ho trascritto quell'epitafio santuariano, che meno dispiace a V.S.R.ma, nella forma,<br />

che vorrei osservata diligentemente dallo scarpellino rapporto al numero delle righe,<br />

delle lettere, e d' punti: ed anche alla figura delle accennate lettere; non potendo<br />

approvare, che le iniziali facciansi più grandi delle altre, né che la parte inferiore della<br />

V. abbia del rotondo, e che sopra la I venga posto alcun punto, come ierlaltro mi è<br />

accaduto di vedere appresso lo scarpellino, che sta dietro alle Mura 453 . Circa poi la voce<br />

Resuscitatori dell'altre inscrizione nuovamente mi rimetto, avvisandola però nello stesso<br />

tempo, che se Tertulliano, per attestato del vocabolario torinese italiano e latino 454 ha la<br />

voce Vivificator, ha eziandio la voce Resuscitator, dicendo in Libro de resurrectione<br />

carnis cap. 57 edit. Paris. 1616, Ostendit non tantum Resuscitatorem carnis, verum<br />

etiam Redintegratorem. La medesima voce Resuscitator trovasi pure usata dal<br />

venerabile Beda, poiché Lib. 2 Historiae Anglorum, cap. 1, edit. Colon. 1688 dice:<br />

Gregorius in tantum contra nascentem haeresim novam laborare contendit, ut nullus<br />

exinde sit inventus, qui eius Resuscitator existeret. Li tengo entrambi nelle mani 455 . La<br />

citata lapida di Tivoli parla così:<br />

Christo Resuscitatori.<br />

Christophori Madrutii Episcopi Portuensis,<br />

Cardinalis Tridentini, ossa hic requiescunt.<br />

Obiit V. Iulii M.D.LXXVIII aetats suae LXVI<br />

451 Questi Minori Conventuali, Agostiniani, e Somaschi vestono novizzi. Così li Girolamini di Riva, e li<br />

Filippini di Trento. Noi sempre più caliamo, ed abbiamo da lavorare in servizio de' popoli, dovendo anche supplire ai<br />

parrochi, e curati assenti, o infermi, o iti a diporto.<br />

452 Altri gli danno i titoli d'Ill.mo e R.mo.<br />

453 Fu subito inciso, e la pietra immurata nel cimiterio avanti li 13 di ottobre. Mi contento dello scarpellino; ma<br />

pur avrebbe dovuto far meglio le righe, e le lettere. Gli furono dati dieci fiorini. Costa un traiero ogni lettera.<br />

454 Di Giuseppe Pasino.<br />

455 Il Breviario romano 11 nov. dice di s. Martino, che fu trium mortuorum suscitator. Li dizionari hanno il<br />

verbo suscito, ma non il suscitator. Anche l'iscrizione trentina del 1590 portata To. 1, num. 1233 ha Christo<br />

Resuscitatori, e l'altra parimente trentina del 1<strong>58</strong>0 recate To. 2,n. 1619.<br />

141


eodem, quo natus est die recurrente.<br />

La voce Resuscitator viene spiegata pro eo, qui denuo suscitat, aut mortuum<br />

revocat ad vitam: e l'altra Vivificator spiegasi pro eo, qui vitam dat. L'ora tarda di<br />

notte 456 non mi permette di cercare, o scriver altro. Quindi le bacio riverentemente le<br />

sacre mani, e mi proefsso. Di s. Bernardino 4 ottobre 1793.<br />

Di V.S.R.ma<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo sevidore.<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

Promemoria. Le iscrizioni sono To. 2 Variarum Inscript. 1494, 1495.<br />

842. 1793<br />

Alla M. G.M.D.C457 . in s. Chiara.<br />

Sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro clementissimo.<br />

Ella viene coì suoi soliti lamenti, ed io le rispondo, che non mi credo colpevole.<br />

Sempre, anche negli anni addietro, ed avanti, che s. Trinità fosse trasferita a s. Chiara,<br />

ho osservato quella cautela di non trattenermi nel parlatorio in tempo dell'esposizione<br />

del Santissimo. Gli altri facciano quello, che il Signor Iddio loro inspira: io non<br />

gl'impedisco. Rapporto allo scongiuro, che mi fa, l'assicuro, che la risoluzione del P.<br />

Borgia non viene dal P. Guardiano, né dal Castello. Così pure l'espressioni del P.<br />

Epifanio. Io nulla sapeva de' loro motivi, e proponimenti. Le aggiungo, che gli accennati<br />

proponimenti, parlando con realtà, e proprietà, non sono derivati né dalle Madri, né dai<br />

Padri. Io non ho intenzione di accorarla, e mortificarla, ma né pure posso consolarle.<br />

Quella sua minaccia di far, che le altre ancora sieno prive ecc. non mi sembra cosa da<br />

approvarsi, e da offerirsi al Signor Iddio per parte sua. Vi faccia un pò di riflesso.<br />

Consideri di più quai vantaggi abbia finora ricavato dalle sue pretese. Deponga il<br />

proprio giudicio, se vuole vivere in pace4<strong>58</strong> . Non posso dirla altro. Il Signor Iddio la<br />

benedica. Amen. S. B. 7 ottobre 1793.<br />

843. 1793<br />

Al Padre Superiore del convento di s. Francesco in Pergine.<br />

Rev. Padre.<br />

Il signor barone Luigi di Prato 459 andando a Roveredo di Civezzano con la sua<br />

dama 460 per villeggiare, ha lasciato ordine, che io sia incombenzato di scrivere a V.P.R.<br />

perché voglia nelle seguenti feste mandare un suo Religioso a celebrargli la santa<br />

Messa. Ho mostrato della difficoltà per motivo della scarsezza de' Religiosi; ma pure ho<br />

dovuto assumere l'impegno. Egli si tiene sicuro del favore, e promette di ricompensarlo.<br />

Perciò la prego sinceramente di farglielo; e di non mancare almeno nella domenica<br />

prossima, che sarà li 20, nella quale potrà intendersela meglio. Anch'io vivo sicuro<br />

d'esser esaudito; e riverendola resto. Trento, S. Bernardino 15 ottobre 1793 461 .<br />

456<br />

Sono le dodici.<br />

457<br />

Madre Gioseffa Maria Della Croce (Gioseffa Maria Teresa Tomazzoli da Trento, già Catterina figlia di<br />

Giuseppe, nata 19 sett. 1739, vestita in s. Trinità 17 giugno 1761. Morì il 5 ottobre 1795.<br />

4<strong>58</strong><br />

Registro questo per sola mia memoria, temendo replica ecc. Le risposi anche gli 8 gennaio 1794.<br />

459<br />

Figlio del fu barone Gaetano.<br />

460<br />

Nata contessa di Colico Giovanna Nepomucena.<br />

461 Mi ha esaudito.<br />

142


Di V.P.R. cui anch'io raccomando il far visitare nel castello il ritenuto sig.<br />

Francesco Nardelli 462 di Trento.<br />

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano.<br />

844. 1793<br />

Alla sig. Anna Teresa Auchentollera. Bolgiano. Schenna.<br />

Sia lodato Gesù Cristo Sig. nostro clementissimo.<br />

Oggidì ho ricevuto alcuni esemplari del mio Direttorio monastico, e quindi<br />

conforme alla mia promessa, subito ne spedisco uno a S.R. Bramo che le giunga presto.<br />

Ai cinque del corrente in Margone la M. Maria Crocifissa Lupi fu sorpresa da un fiero<br />

colpo di apoplessia; ma per la Dio grazia non è morta; anzi ora comincia a star meglio,<br />

ed a camminare. Ai 24 dello scaduto settembre qui è morto il nostro P. Antonio da<br />

Fondo in età d'anni 76 ed in Roveredo ai 29 dello stesso è parimente morto il nostro<br />

Padre seniore Alessandro di Roveredo in età d'anni 89. In tutti questi paesi le<br />

vendemmie sono arciscarse. In certi luoghi hanno fatto la metà dell'anno passato: in altri<br />

un terzo,ed in altri ancora meno. Noi in certi luoghi non abbiamo potuto ritrovare alcuna<br />

limosina di tal sorta. Oltre le altre miserie avremo anche questa mancanza. Il Signor<br />

Iddio nostro buon Padre ci aiuti. Ultimamente è venuta a stare colla M. Maria Carlina<br />

degli Alberti la sig. Regina di lei madre 463 . Le sospiro ogni vero bene, e mi dico. Trento,<br />

s. Bernardino 23 ottobre 1793.<br />

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Gio. Grisostomo di Volano.<br />

845. 1793<br />

Al P. Amedeo di Roveredo Guardiano. Roveredo. S. Rocco.<br />

R.P.P.C.L.I.C.<br />

Per mezzo di Fra Gio. Maria da Chiarano le spedisco un grosso invoglio di<br />

Direttori; e confido, che saranno più che bastanti per tutti quelli, che vorranno far uso di<br />

essi. A suo tempo, cioè quando sarà stampato, e che troverò l'opportunità di latore, le<br />

manderò una copia eziandio del diocesano, che ora sta sotto il torchio. La prego poi di<br />

consegnare una copia del nostro monastico a cotesto officio capitaniale del Circolo, che<br />

l'aspetta: ed avanzomi a pregarla un'altra volta, che di questo non se ne dimentichi: così<br />

pure, che aver voglia memoria di me nelle sue fervorose orazioni; e riverendola resto.<br />

Trento 26 ottobre 1793.<br />

Di S.P.R. cui aggiungo che ai 5 del corrente in Margone la M. Lupi fu sorpresa da<br />

un fiero colpo ei apoplessia.<br />

Div.mo, obbl.mo servo nel Signore<br />

F. Gio. Grisostomo da Volano.<br />

846. 1793<br />

Al sig. Giuseppe Ant. de Menghin Provicario Generale. Trento.<br />

R.mo sig. sig. e padrone colendissimo.<br />

Atteso l'ordine datomi da V.S.R.ma pensato avendo di nuovo alla nota iscrizione,<br />

mi è venuto alla mente, che forse potrebbesi variare con darle questo principio:<br />

462<br />

Nardello pazzo.<br />

463<br />

La sig. Regina Scopoli, vedova Alberti, e vedova Paurnfaindt, nell'autunno del 1794 è andata ad abitare in<br />

Aviso presso Giovanni suo figlio Alberti.<br />

143


Jesu. Christo<br />

mortuorum Primogenito. ac. Judici<br />

Quod<br />

hoc. S. Francisci. Coemeterium etc.<br />

Oppure quest'altro:<br />

Jesu. Christo<br />

Vivorum. et. mortuorum<br />

Judici<br />

quod. hoc. Coemeterium etc. 464<br />

Si dice Primogenitus mortuorum nell'Apocalisse cap. 1, V. 5 e Judex vivorum, et<br />

mortuorum negli Atti apostolici cap. 18, V. 42. Questa volta io son impressionato così,<br />

di nominare Gesù Cristo Signor nostro, ed i morti. Ciò non ostante mi rimetto; e con un<br />

riverente bacio delle sacre mani mi protesto. Di s. Bernardino 3 novembre 1793.<br />

Di V.S.R.ma<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servidore<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

847. 1793<br />

All'eccelso Imperial regio Governo dell'Austria Superiore. Insprugg 465 .<br />

Eccellenze.<br />

Michelina Dorotea Tommasi ex Clarissa servente del monastero soppresso di san<br />

Carlo in Roveredo, al giorno d'oggi dimorante in una casa secolare appresso Trento 466 ,<br />

espone riverentemente all'eccellenze vostre, che a tenore d'un sovrano decreto<br />

intimatole nell'anno 1783 dall'Ill.mo signor Giuseppe de Trentinaglia, allora capitano<br />

Circolare, ed ora consigliere costì, ho sopportato con pazienza per dieci e più anni la<br />

pena dello sminuimento della sua pensione, cioè la perdita di cinquanta fiorini annui;<br />

oltre un arresto di sei settimane: e che ora essendo nell'anno cinquantesimo dell'età sua,<br />

e soggetta a diverse malattie,che spesse volte la costringono a giacere sul letto, ed a<br />

intermettere li suoi lavori manuali: essendo anche molto cari li viveri eziandio più<br />

necessari; prova essere troppo scarsa l'annua sua pensione a soli cento fiorini ridotta.<br />

Perciò spinta da vero bisogno, non essendo altronde provveduta, e sussidiata, ardisce di<br />

supplicare umilmente la pietà dell'eccellenze vostre, che vogliano farle rimettere per<br />

l'avvenire l'intera pensione da principio assegnata di cento e cinquanta fiorini. Che della<br />

grazia ecc. Trento 4 novembre 1793.<br />

Fuori.<br />

All'Eccelso Imp. Regio Governo dell'Austria Superiore<br />

Per Michelina Dorotea Tommasi ex Clarissa.<br />

Poi la coperta della detta iscrizione fino al Per. Alla posta 9 carantani.<br />

Il Governo ha riscritto, che giustifichi li due punti d'essere malaticcia, e priva di<br />

assistenza. Li 22 aprile 1794. Vedi sotto.<br />

848. 1793<br />

464<br />

Il sig.Provicario ha scelto il Primogenito, et Judici.<br />

465<br />

Questo Memoriale fu replicato all'officio Circolare di Roveredo dal sig. Antonio Patuzzi di Roveredo li 30<br />

marzo 1794. Cui fu rescritto da Insprugg li 22 aprile.<br />

466<br />

Cioè ai Molini sotto san Bernardino appresso Trento: nel Molino Hayderiano, vicino alla Via Crucis di s.<br />

Bernardino.<br />

144


Al P. Isidoro Marzani da Villa Vicario in Roveredo.<br />

R.P.P.C.S.L.G.C.<br />

L'assicuro, che oggidì monsignor Vicario Generale ha prorogato la sua patente di<br />

confessore ad un altro quinquennio, e le ha conceduto la chiesta licenza de' casi riservati<br />

per le confessioni generali, e quasi generali 467 . Ella dunque potrà servirsi di tali facoltà<br />

su la mia relazione, riservandomi di rimandarle la patente colla prima occasione sicura,<br />

che mi occorrerà fuori dalla posta. Per non incomodar poi la detta posta, ed altri, la<br />

prego di riverire in mio nome la M. Maria Gioseffa Riccioli, e di assicurarla, che ho<br />

ricevuto la sua col gruppetto per suor Michelina, da cui è ringraziata<br />

cordialissimamente. Ed esibendole la mia povera servitù, la riverisco distintamente, e<br />

resto. Trento 5 novembre 1793.<br />

Di V.P.R.<br />

Div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Giangrisostomo.<br />

849. 1793<br />

Al sig. Pietro Antonio Giovannini piovano d'Albiano.<br />

Molto illustre, e molto rev. sig. sig. padrone colendissimo.<br />

Mi confesso debitore di risposta ad una sua stimatissima, ricevuta già molto tempo.<br />

Ho lavorato qualche cosa per farla, e per mandargliela col mezzo dell'esibitore della<br />

presente; ma non ho potuto finirla. Dunque la prego di avermi per iscusato: e<br />

promettendole di usare maggiore premura nell'avvenire, e di non più indugiare tanto, le<br />

fo un riverentissimo inchino, e resto. Trento, s. Bernardino 8 nov. 1793.<br />

Di V.S. molto illustre e molto rev.<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servidore<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

850. 1793<br />

Al P. Melchiore Keller da Cles. Melombardo.<br />

R.P.S.L.G.C.S.N.C.<br />

Rimando il foglio di monsignor Prelato (Gregorio Tasser Preposito infulato a s.<br />

Michele) col dispiacere, che sia stato alquanto inchiostrato da un nostro Padre Ibernese<br />

nell'atto, che se ne fece una copia: e molto più, che io non posso dir altro intorno alla<br />

profezia del parroco mogontino Bartolommeo Holzhauser (la quale doveva verificarsi<br />

nell'anno 1748) 468 se non che non si verificò rapporto alla morte del Papa, avendo<br />

durato Benedetto XIV dal 1740 sino al 17<strong>58</strong>, e così pure rapporto alle altre cose<br />

predette. Voglio credere, che il P. Lorenzo Bursceld Ibernese sia passato per Trento: ma<br />

non trovo alcuna memoria di lui in questo nostro convento. Prego V.P. de' miei<br />

umilissimi ossequi al lodato monsignor ill.mo, e riverendola resto. Trento 8 novembre<br />

1793.<br />

Di V.P.R.<br />

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

851. 1793<br />

Al P. Pietro Paolo da Roncegno. Borgo.<br />

467 Sono stato io stesso in Castello.<br />

468 Veggasi nel nostro To. 4 Compend. diplom. num. 757, pag. 193.<br />

145


R.P.P.C.S.L.G.C.<br />

Un signore di Trento 469 , cui professo molte obbligazioni, mi ha messo all'impegno<br />

di pregare S.P.R. d'un favore. Egli avendo letto nel di Lei libro pag. 322 un Terlago, e<br />

sapendo, che in Roncegno fuvvi un Graziadio di Terlago, brama di avere qualche<br />

maggiore notizia di tal famiglia. Quindi se può, mi farà un favore singolare<br />

somministrandomela 470 . Con questa occasione le fo sapere, che oggidì ho letto un rotolo<br />

scritto in Telve 25 settembre 1390 praesentibus Traversino quondam Rizardi dicti<br />

Cebini de Telvo etc. 471 , ed un altro rotolo scritto nel castel di Gresta l'anno 1391 rapporto<br />

alla dote della signora Aldrighettina figlia del quondam signor Aldrighetto di Gresta di<br />

Castelbarco, moglie del signor Siccone figlio del quondam signor Antonio d'Ivano di<br />

castelnuovo, ambidue da Lei rammentati alla pag. 196. Questi rotoli con molti altri<br />

sicconiani ora trovansi abbandonati in potere di gente 472 , che non sa farne uso veruno, e<br />

conto; ma ricusa di lasciarli vedere. Le aggiungo, che ho letto un documento 473 cui è<br />

soscritto nel 1224: Albertus notarius sacri palatii, filius Alberti Apolati iudicis civis<br />

Mediolani, qui modo habito in Burgo Angleriae. Questo fa per quello, ch'Ella dice pag.<br />

323. Ieridì sono passati per Trento in ferri per avere approvato la decollazione della<br />

regina di Francia (Maria Antonietta d'Austria) un Conte milanese, e due artisti<br />

roveretani. Favorisca di avvisare il suo Padre Guardiano, che tengo preparati li Direttori,<br />

ma non so come mandarglieli per mancanza di occasione 474 . In Trento è morto ieri il<br />

signor don Girolamo Gottardelli di Mori. La riverisco distintamente, e sono. Trento 12<br />

novembre 1793.<br />

Tutto suo F. Grisostomo.<br />

852. 1793<br />

Al sig. don Giorgio Mogotti. Trento.<br />

F. Giangrisostomo da Volano servidore divotissimo di V.S. molto illustre, e molto<br />

rev. le trasmette l'appendice richiesta questa mattina per la dedicazione di san Pietro, e<br />

la riverisce ecc.. Di san Bernardino 14 nov. 1793.<br />

853. 1793<br />

Alla sig. Maria Teresa Schweitzerin. Roveredo.<br />

Sia lode a Gesù, e Maria Signori nostri clementissimi.<br />

Siccome V.R. per mera sua bontà, e carità ha voluto favorire, ed aiutare con una<br />

nuova limosina la povera suor Michelina; così questa per mezzo mio fa parte del suo<br />

dovere col ringraziarla, e pregargliene il meritato guidardone, e premio dalla Maestà<br />

Infinita del nostro Iddio: cui raccomanderà pure la buon anima della di Lei signora<br />

madre poc'anzi defunta. La picciola pensione dell'accennata suora passa tutta intera al<br />

solito in altre mani 475 , e malgrado le più volte replicate calde istanze, se vuol aver da<br />

vivere, dee riuscire importuna nel chiedere: cosa, che sembra incredibile, ma pur è<br />

verissima: quantunque viva meschinissimamente non mangiando né carne, né pesce, né<br />

469<br />

Giuseppe Castelli di Terlago.<br />

470<br />

Graziadeo Terlago di Roncegno fu un uomo di fortuna mediocre, ma di autorità nei congressi comunali.<br />

Visse vecchio venerando circa il 1750. Diodo di sé lasciò un figlio unico, che morì circa il 1770. Questi fondò nella<br />

sua casa un Beneficio per servizio della chiesa di Roncegno. Risposta del 21 nov. 1793.<br />

471<br />

Detto padre è figlio di una Cebina di Telve.<br />

472<br />

Nel castello di mattarello in una torre.<br />

473<br />

Presso il Sassi in Mediol. archiepisc. historia.<br />

474<br />

Spediti li 19 nov.<br />

475<br />

cioè di Matteo Tommasi di lei fratello.<br />

146


pane bianco, né frutta, né bevendo vino ecc., se non guadagnasse qualche soldo coi suoi<br />

lavori sarebbe ancora più povera, mentre col mezzo di essi deve provvedersi di olio,<br />

sale, aceto, insalata, medicine ecc. Io la esorto di continuo alla pazienza col riflesso, che<br />

così voglia il Signor Iddio per tenerla umile, e nello stato della povertà professata. Per<br />

carità V.R. ci tenga raccomandati tutti e due al medesimo Signor Iddio, proccuri di<br />

conservarsi, e stia certa, che io pure mi credo a parte delle obbligazioni della predetta<br />

Suor Michelina; e ringraziandola di nuovo la riverisco, e resto. Trento 28 novembre<br />

1793.<br />

Di V.R.<br />

Div.mo, obbl.mo servo nel Signore<br />

F. Gio. Crisostomo da Volano.<br />

Nota. La pensione va nelle mani di Matteo Tommasi fratello di suor Michelina, ed<br />

abitante in Cognola.<br />

854. 1793<br />

Al P. Francesco Saverio da Fondo esaminatore prosinodale e professore. Trento. Al<br />

seminario.<br />

R.P.P.C.<br />

Eccola prontamente servita coll'appendice oggidì richiesta 476 . Prego S.P.R di<br />

umiliare i miei ossequi all'ill.mo, e r.mo signor rettore (Giuseppe Carpentari cavaliere<br />

roveretano) nell'atto, che gliela presenterà; e disposto ad ulteriori comandi la riverisco,<br />

e resto. S. Bernardino 29 novembre 1793.<br />

Di S.P.R. cui aggiungo, che le auguro, ed augurerò di cuore ogni felicità per la sua<br />

festa imminente di s. Francesco Saverio.<br />

Div., obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo.<br />

855. 1793<br />

Alla sig. Anna Teresa Auchentollera. Bolgiano. Merano. Schenna.<br />

Sia lodato Gesù Cristo Signor nostro clementissimo.<br />

Ringrazio V.R. della limosina santa 477 , che mi ha mandato, e nuovamente l'assicuro,<br />

che ogni anno, finché il Signor Iddio mi darà vita, la servirò puntualmente col mio<br />

Direttorio: nel quale ai 19 di aprile porrò il nostro Beato Corrado Miliano d'Ascoli<br />

confessore, morto nell'anno 1289. Ho consegnato fedelmente l'inchiusa al Padre<br />

<strong>Provincia</strong>le. Tengo ancora presso di me il vigliettino per la signora Carlina, perché non<br />

ho mai avuto l'incontro della medesima, e non mi curo di averlo. Ho portato i di Lei<br />

sentimenti alla Madre Crocifissa, da cui è ringraziata, e riverita. Ella si lagna soltanto<br />

della testa, per altro camminando, e lavorando al suo solito, eccettuato solamente, che<br />

più non fida di portarsi qua a s. Bernardino. Presentemente non ho altro da notificarle.<br />

Onde le auguro felicissime le prossime sante feste, con un somigliante capodanno, e<br />

riverendola resto. Trento, s. Bernardino 4 dicembre 1793.<br />

Di V.R.<br />

Div.mo, obbl.mo servo nel Signore<br />

F. Gio. Crisostomo da Volano.<br />

856. 1793<br />

476 Cioè per tutta l'ottava di s. Francesco Saverio titolare della chiesa seminariale.<br />

477 Cioè d'una dozzina di figurine cartacee tedesche.<br />

147


Al Padre Romedio Keller di Cles. Cles.<br />

Carissimo Amico.<br />

Ho ricevuto le due copie, che mi avete mandato, dell'iscrizioncella scolpita in un<br />

mattone posto a canto di un grande scheletro d'uomo, in un sepolcro scoperto<br />

ultimamente nella campagna di Enno 478 . A prima vista restai sorpreso, e mi protestai<br />

affatto incapace di leggerla. Ma poi avendo tentato di darle almeno qualche senso, mi<br />

occorse quello, che son qui per esporvi.<br />

Siccome ambedue le accennate copie la rappresentano in questa forma K.SEND:<br />

L.P.A. così suppongo che possa leggersi: Kaius Sendronius Legionis Primae Adiutricis:<br />

oppure Kaii Sendronii Legionis Primae Adiutricis 479 .<br />

Che la prima lettera sia un K. mi assicurano eziandio due iscrizioni portate dal<br />

signor canonico Giandomenico Bertoli nelle Antichità d'Aquileia, pag. 414, e 430, dove<br />

sta Makanii Musa, ed uxori Karissimae col K. effigiato come nel nostro mattone.<br />

Siccome poi la detta lettera K. spesse volte fa le veci della lettera C., e questa nelle<br />

iscrizioni romane indica l'usitatissimo prenome di Caio; così anch'io ho letto Kaius.<br />

Il Send. che segue, dà il nome gentilizio del soldato seppellito; ma troncato. Io<br />

dunque ho letto Sendronius, non già perché creda essersi egli così veramente nominato;<br />

ma soltanto affinché l'iscrizione riesca intera 480 .<br />

Ho adottato il nome di Sendronio, perché ha qualche simiglianza con quello di<br />

Sempronio usato dagli antichi, e col cognome Zendronio 481 usitato in Coredo, Gardolo, e<br />

Trento: non essendomi finora riuscito di ritrovare alcun nome, o cognome<br />

incominciante dalla sillaba Send.<br />

Ho scritto Kaius Sendronius, oppure Kaii Sendronii, atteso che una somigliante<br />

varietà scorgesi eziandio in quattro mattoni riferito dal sopra lodato signor Bertoli pag.<br />

324, e 325 dicendo uno nel caso retto L. Granius Priscus, e gli altri tre nell'obbliquo Q.<br />

Caecilii Flaviani, L. B. Rufi, Valeriae Magnae.<br />

Ho interpretato le tre sigle L. P. A. col Legionis Primae Adiutricis, perché delle<br />

Legioni adiutrici prima, e seconda ho incontrato delle altre iscrizioni appresso il citato<br />

Bertoli pag. 114, 159, 164, 172, 297, e della terza presso Giacomo Dempstero Lib. 10<br />

Antiquitatum roman. col 1542 edit. Colon. 1662, il quale autore rammenta le due prime<br />

in un catalogo delle Legioni cit. Lib. 10, cap. 4, col. 1561. Eelleno furono distinte col<br />

nome di Adiutrici, perché composte di soldati stranieri, siccome col Pancirolo avvisa il<br />

Bertoli pag. 172.<br />

La terza sigla A. potrebbe dir eziandio Augustae, Apollineae, od Alaudae, giacché<br />

furonvi anche delle Legioni così nominate; ma il numero premesso nel nostro mattone<br />

non accordasi con loro.<br />

Eccovi esposto il mio qualunque siasi pensiero intorno alla suddetta iscrizione. Vi<br />

protesto, che non ho verun impegno di sostenerlo: e bramando di sentire quello degli<br />

altri, cui la suppongo già comunicata, finisco, e cordialmente vi saluto. Trento 4<br />

dicembre 1793.<br />

Vostro aff.mo amico<br />

Giovanni Lagarino.<br />

fig.<br />

478 Vedi sotto num. 863.<br />

479 Nel 1742 in Lipsia fu stampato Nathanaelis Sendelii historia Succinorum corpora aliena involventium, in fo.<br />

480 V'ha s. Sidronio. S. Sofronio. S. Simfronio. Lodronio.Pedronio.<br />

481 Scritto anche col C. Centronio [Zendron]<br />

148


NB. Una copia per li signori Gervaso, e Cabrini di Enno 482 .<br />

857. 1793<br />

A monsig. Pietro Vigilio vescovo e principe di Trento.<br />

Altezza Reverendissima.<br />

Domenico Santoliana 483 , fabbricatore di mole, abitante in Trento, e suddito<br />

fedelissimo dell'Altezza V. R.ma, espone riverentemente, che negli ultimi giorni dello<br />

scaduto novembre, per puro amore di Dio Signor nostro, ha pigliato con sé Antonio<br />

Faes nativo di questa vostra città, fanciullo di anni quattro in circa, privo di ogni cosa,<br />

derelitto, ed abbandonato da tutti, essendo già morto Giovanni di lui padre nell'ospitale,<br />

e trovandosi nel medesimo luogo pio 484 inferma la di lui madre vedova Domenica.<br />

Siccome poi l'oratore predetto, attesa la sua già nota meschinità, ed indigenza, non può<br />

continuare la sua carità con dare il vitto, e vestito al mentovato fanciullo; così supplica<br />

umilmente l'A.V.R.ma, comun Padre de' poveri, che voglia usargli la benignità di<br />

soccorrerlo a norma del bisogno. Che della carità, e grazia ecc.<br />

Così ho scritto pregato li cinque dicembre 1793. Ma il sig. don Bertinalli direttor<br />

camerale non ha voluto dare alcuna cosa, dicendo che il vescovo non ha da mantenere<br />

tutti.<br />

8<strong>58</strong>. 1793<br />

Al P. Romedio Keller di Cles. A Cles.<br />

Sia lodato Gesù Cristo.<br />

Fra Giangrisostomo vi saluta, e vi spedisce questo foglio affinché lo consegniate a<br />

Fra Domenico da Mala Terziario, il quale potrà darlo a quel signore (Cabrino) di Enno,<br />

da cui ricevette la prima copia della iscrizione, quando in breve transiterà per quella<br />

terra 485 . Egli non ha ardito di soscriversi col suo nome volgato e noto, ma con tutto ciò<br />

non ha finto altro nome, essendo vero, e proprio anche l'espresso nel detto foglio ecc.<br />

Trento 6 dicembre 1793.<br />

Pro memoria. Più sepolcri sono stati scoperti appresso Enno, in un luogo già di<br />

Casa Oliva, dove sta un pezzo di torre. Furono fatti a volta, e di mattoni. In essi sono<br />

state ritrovate delle monete.<br />

859. 1793<br />

Al P. Massimo da Volano Vicario in Borgo.<br />

482 Appresso Pietro Berzio Lib. 1 Commentariorum rerum germanicarum edit. A<strong>ms</strong>telodami 1632, pag. 138<br />

dansi Mansiones sub dispositione viri spectabilis Ducis provinciae Valeriae Ripensis, e pongonsi Praefctus Legionis<br />

I Adiutricis Cohortis quintae partis superioris, Bregetione. Praefectus Leg. secundae Adiutricis Cohortis partis<br />

superiris, Aliscae. Praefectus Leg. secundae Adiutricis tertiae partis inferioris, Florentiae. Praef. Leg. secundae<br />

Adiutricis tertiae partis superioris, Acinco. Praef. Leg. secundae Adiutricis in Castello contra Tautentum.. P.S. Il<br />

Bertoli avendo ritrovato nelle lapide L. IIII.F. ha letto pag. 151 Legionis quartae Fidelis. Poi Leg. IIII.P.F. pag. 161<br />

Legionis quartae Piae Fidelis. Altrove Leg. XIII.G.pag. 18 e 114 Legionis XIII Geminae. Finalmente Leg II Ad. P.F.<br />

pag. 114 Legionis secundae Adiutricis Piae Fidelis. – Anche il P. Filippo Ferrari nel suo Lexicon geograph. verbo<br />

<strong>Provincia</strong> porta un catalogo di 25 Legioni a' tempi di Augusto. La prima dicesi Adiutrix in Germania Inferiori. La<br />

seconda Augusta, in Germania Superiori. La terza Adiutrix, in Hispania. La quinta Augusta in Moesia. La<br />

tredicesima Augusta in Pannonia. Il medesimo Ferrari verbo Legio ne porta 28. La prima è Legio prima Adiutrix.<br />

483 Nativo di S. Oliana presso Valdagno vicentino, ammogliato senza prole, abitante nel Fossato superiore di<br />

Trento. Il detto paese si appella S. Giuliana, e la venera ai 16 febbraio.<br />

484 Ospitale trentino, detto la Cà di Dio.<br />

485 Il Terziario lo ha consegnato al sig. Cabrino. Extat liber Iosehi Cabrini S.T.D. Brixiae pluries editus.<br />

149


Sia lodato Gesù Cristo Signor nostro clementissimo.<br />

A nome d'una persona, cui non posso contraddire 486 , sono stato incaricato di<br />

pregarvi, che vogliate farmi avere la fede del santo Battesimo conferito in cotesta<br />

insigne arcipretale di Borgo già venti anni in circa, a certo Giuseppe Tomazzoli 487 .<br />

Qualora il M.R.S. cappellano stentasse a farla gratis, basterà eziandio una fede non<br />

autentica, ma però sincera. Non so per qual fine venga ricercata; ma suppongo, che non<br />

sarà cattivo, né vano. Mi tengo sicuro del favore: e notificandovi, che oggidì con gran<br />

treno è capitato in Trento il Conte di Provenza Luigi Stanislao Saverio fratello del<br />

guillittonato re Luigi XVI, avviato per Torino: e che oggidì pure ha preso il possesso del<br />

canonicato di Trento rinunziatogli dal signor Conte Francesco Felice degli Alberti<br />

giuniore, il signor Conte Mattia di Terlago, vi abbraccio con fraterno affetto. Trento 6<br />

dicembre 1793.<br />

860. 1793<br />

Al P. Pietro Paolo da Roncegno. Borgo.<br />

Rev. Padre.<br />

Nuovamente ringrazio V.P.R. della notizia favoritami rapporto a Graziadio Terlago<br />

di Roncegno. Le mando poi quella, che riguarda il sig. Apoliti di Milano, supponendo,<br />

che basti quel solo pezzetto dell'istrumento da lui scritto 488 . Le aggiungo non poche<br />

memorie di roveretani, acciocché con esse possa servire l'ill.mo sig. Francesco Saibante.<br />

Ne tengo delle altre, ma non ho tempo da trascriverle tutte, massimamente non sapendo<br />

quali sieno per essere utili, e gradite 489 . Dell'inchiusa iscrizioncella ennana sentirò molto<br />

volentieri qualche interpretazione, con cui possa emendare la mia. La prego di un<br />

cordiale saluto al mio fratello, da cui aspetto risposta: e riverendola resto. Trento 10<br />

dicembre 1793.<br />

Suo div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Grisostomo.<br />

Appresso Enno nell'Anaunia bassa ultimamente fu scoperto un sepolcro, in cui<br />

eravi uno scheletro grande, ed un mattone con questa iscrizione, di cui si desidera una<br />

spiegazioncella.<br />

861. 1793<br />

Al P. Massimo da Volano Vicario in Borgo.<br />

Sieno lodi, e grazie a Gesù, e Maria Signori nostri clementissimi.<br />

Vi ringrazio della corda 490 , e vi prego di ringraziare a mio nome anche il vostro<br />

Padre Guardiano 491 dell'altra, ch'egli ha voluto mandarmi. Vi ringrazio pure della fede<br />

battesimale, per cui, se giudicate bene, potrete ringraziare da parte mia cotesto R.mo<br />

signor arciprete (Stefano Trapman). La persona, che per altri me la ha chiesta, fu la<br />

signora Rosa Ciani. Al P. Pietro Paolo mando una lettera grossetta. Iersera subito dopo<br />

la collazione, avendo veduto delle fiamme in città, e sentendo le campane tutte suonare<br />

a stormo, o sia martello, benché piovicasse, ed il cielo fosse oscurissimo, son corso alla<br />

medesima città con quattro altri Frati, e con mio gran pericolo; mentre alla metà dello<br />

stradone verso la Fiera mi sopraggiunse un cavallo galoppante, il quale mi rovesciò a<br />

486 Maria Rosa Ciana.<br />

487 Figlio del sig. Vincenzo qm Giuseppe, abitante in Pergine. Vedi To. 4, Diplom. 767.<br />

488 Veggasi To. 4 Diplom. num. 760 et seqq.<br />

489 Le ha chieste.<br />

490 Corda di biscotti.<br />

491 Attanasio di Sardagna.<br />

150


terra; ma per la Dio grazia non ne riportai altro male, che una smaccata nel braccio<br />

destro, nel naso e nella testa, ed un pò di rottura della pelle alla mano manca. Poteva<br />

occorrermi ancora di più. Sieno grazie al Signor Iddio, che mi ha preservato. Il fuoco fu<br />

presto estinto, mercé la mota e pronta assistenza de' cittadini. La casa da lui attaccata si<br />

è di povera gente, ed è situata presso le mura di Borgo Nuovo, e la clausura di s. Trinità.<br />

Da una lettera di don Benedetto al signor Conte Bartolommeo Terlago Tabarelli ho<br />

inteso, che il nostro pronipote Domenico Antonio 492 fu attaccato dalla febbre putrida; ma<br />

ora si trova perfettamente rimesso. La madre Lupi si lagna molto della sua testa, ed<br />

ultimamente ha patito un nuovo incomodo. Non può più venire a s. Bernardino. È però<br />

assistita dal P. <strong>Provincia</strong>le 493 . Subito, che potrò manderovvi un Direttorio diocesano.<br />

Rapporto al resto vi scriverò un'altra volta. Fratello carissimo governatevi, e proccurate<br />

di conservarvi. Addio. Trento 12 dicembre 1793 494 . Vi saluta suor Michelina.<br />

862. 1793<br />

Al P. Amedeo di Roveredo Guardiano a s. Rocco di Roveredo.<br />

R.P. in Cristo P.C.L.J.C.<br />

Già parecchi giorni volendo sgombrare lo studiolo ho fatto in pezzetti alcune lettere<br />

con intenzione di poi consegnarli alle fiamme, e frattanto li posi in un cantone. Tra di<br />

loro fu anche la lettera ricercata. Onde non posso mandargliela intera ecc. La riverisco<br />

di cuore, e resto. Trento 12 dicembre 1793.<br />

863. 1793<br />

Pro Memoria.<br />

L'iscrizione portata sopra num. 856 da un ausugano495 fu interpretata così: Keso<br />

secundus Legionis Papiriae Antesignanus. Keso perché questo nome si trova in un libro,<br />

che dà esempi d'iscrizioni. Secundus il secondo dei fratelli Kesoni, secondo l'uso dei<br />

romani, i quali, per quanto sembrami d'aver letto, non prendevano nome, se non quando<br />

si ammogliavano, o quando entravano in offici pubblici del governo, distinguendosi<br />

prima i fratelli col numero secondo l'ordine della nascita. Legionis Papiriae, perché<br />

Trento apparteneva alla Tribù Papiria. Antesignanus voce usata da Cicerone per indicare<br />

quello, che porta la bandiera avanti le truppe, e che noi diciamo alfiere, o bandierale.<br />

Aggiugne, che tal interpretazione se non è vera, almeno è fondata, e potrebbe esser forse<br />

gradita a Casa Chesi di Rendena. Così da Borgo 14 dic. 1793, ma io non l'approvo,<br />

accettando la sola voce Legionis. Non mai fuvvi la Legione Papiria. In niuna iscrizione<br />

ho trovato l'Antesignanus. Né pure quel secundus nel detto senso. Né la famiglia<br />

Kesona.<br />

864. 1793<br />

A chiunque: o sia contrannota alla Vita del P.S. Francesco del P. Chalippe pag. 231,<br />

linea 11 della Nota.<br />

La lunga nota fatta dal P. Candido Chalippe Recolletto alla sua per altro bella Vita<br />

del nostro Serafico Padre san Francesco scritta in francese intorno all'anno 1728 e<br />

tradotta nell'italiano dal P. Luigi di Missaglia Osservante, che la stampò in Milano nel<br />

492 figlio di Giovanni Grisostomo.<br />

493 Arcangelo Clesiano.<br />

494 Ho scritto la sera de' 12 dicembre.<br />

495 nato li 23 dic. 1741 [*P. Pietro Paolo Montibeller da Roncegno].<br />

151


1760, in 4°, alla pag. 230 e 231 contra il nostro Breviario, non sui può lasciare senza<br />

una contrannota. Sappiasi adunque, ch'eziandio nel Brevairio ultimamente riformato, e<br />

stampato in Roma l'anno 1785, d'ordine del Padre Pasquale da Varese Ministro<br />

Generale, fu ritenuto ai13 di ottobre l'anno vigesimo septimo; e soltanto in luogo dell'Hi<br />

a Fratre Elia Generali Ministro, Patrisque Francisci tunc agente vices, forse a riguardo<br />

della Nota Chalippiana, fu posto: Hi a Generali Ministro obtenta facultate 496 .<br />

Per altro, che l'anno 1227 sia stato meritamente ritenuto si può provare colle<br />

Cronache de' primi ventiquattro Ministri Generali composte nel secolo XIV e continuate<br />

sino all'anno 1374, ed ancora più efficacemente colla Relazione del martirio de' lodati<br />

Santi scritta da uno, che fu presente al medesimo. Poiché le accennate Cronache, delle<br />

quali trovansi copie manoscritte in Assisi, in Siena, in Reggio, in Bergamo, in Insprugg,<br />

qui a Trento, e senza verun dubbio anche altrove: e furono di uso a sant'Antonino, al P.<br />

Mariano fiorentino 497 , al P. Marco da Lisbona, al Padre Waddingo,d a più altri, dopo<br />

d'aver notato all'anno 1226 che post decessum beati Francisci rexit Ordinem Frater<br />

Helias usque ad electionem futuri Generalis, il quale secondo le medesime Cronache fu<br />

Giovanni Parenti, dicono: Anno Domini MCCXXVII dictus Frater Helias concessit<br />

licentiam Fratri Danieli, qui fuerat Minister Calabriae, Fratri Angelo etc. ut irent<br />

Marochium etc. La Relazione poi, che leggesi al fine delle mentovate Cronache dopo<br />

l'anno 1374, e sembra essere stata nelle mani del cronista, giacché questi si mostra un<br />

compendiatore della medesima, porta questo titolo: Passio Sanctorum Fratrum<br />

Danielis, Angeli, Samuelis,Domnuli, Leonis, Nicholai, et Ugolini, Ordinis Fratrum<br />

Minorum, qui passi sunt apud Septam Civitatem Marochiorum Anno Domini<br />

MCCXXVII, e comincia così: Apud Septam Civitatem Marochiorum Passio septem<br />

Sanctorum Fratrum Minorum, videlicet Fratrum Danielis, Angeli, Samuelis, Domnuli,<br />

Leonis, Nicholai, et Ugolini, qui passi sunt Anno Domini MCCXXVII, die sexto Idus<br />

Octobris, anno completo post obitum sancti Francisci.<br />

Che il relatore sia stato presente al martirio lo manifesta, dicendo: Processus itaque<br />

praelibatae passionis, secundum quod in parte vidimus, et audivimus fuit talis. Riferita<br />

la carcerazione de' Santi, che durò per lo spazio di otto giorni, dice: quid actum de ipsis<br />

fuerit usque ad octavum diem non fuimus bene certi. poi: Mane igitur Dominico, sexto<br />

idus octorbis, dum nos eramus in officio divino, adducti (educti) sunt fratres Sancti de<br />

carcere, et ducti ante regem. Ancora: Nec his contenti ministri dyaboli, nobis<br />

videntibus, ipsorum capita conquassarunt, et corpora eorum per civitatem trahentes<br />

dilacerabant membratim etc. Finalmente: Sicut potuimus melius relata scripsimus, et<br />

retulimus, quaedam prout vidimus, quaedam prout audivimus per viros fide dignos.<br />

Il motivo, per cui li PP. Waddingo, e Chalippe pospongono l'autorità di s. Antonino<br />

a quella della Vinea Sancti Francisci, e de' due Brevairi allegati, si è, perché lo credono<br />

posteriore di tempo, ma non lo provano tale. La Vinea citata da Lorenzo Surio monaco<br />

certosino di Colonia, che morì nell'anno 1578 498 , si è un'opera manoscritta, tedesca, di<br />

tempo, e di merito sconosciuto, non avendola mai veduta il Waddingo, né riferendola il<br />

P. Giovanni da s. Antonio nella sua Bibliotheca Franciscana Universa stampata nel<br />

1733, né alcun altro nostro istorico. Li mentovati Breviari non possono essere anteriori a<br />

s. Antonino nato nel 1389 e morto nel 1459, perché soltanto nel 1516 da papa Leone<br />

decimo fu conceduto di poter fare l'officio de' predetti Santi; e solamente nel 1526 fu<br />

496<br />

Questo Fr. Elia dicesi de Assisio nelle Cronache de' 24 Generali. Altri lo dicono di Cortona.<br />

497<br />

Mariano morì nel 1523.Marco morì vescovo di Porto in Portogallo al 13 settembre 1591, ma stampò le sue<br />

Cronache nel 1556, 1557, 1570.<br />

498<br />

Li 23 maggio del 1578.<br />

152


composta, ed approvata la loro Leggenda, siccome avvisa il Waddingo all'anno 1221,<br />

num. 42. Il Molano, et il Baronio hanno scritto tutti e due dopo il Surio. Dunque giacché<br />

secondo i detti padri Waddingo, e Chalippe ragion vuole, che ai più recenti si<br />

preferiscano i più antichi, ed a questi si presti fede, convien pur credere, e dire, che i<br />

sette Santi sieno stati martirizzati non nell'anno 1221, ma nel 1227 notato dal relatore,<br />

dal cronista, e da Sant'Antonino, autori più antichi de' citati per il 1221 dai Padri<br />

Waddingo, e Chalippe.<br />

Anche la lezione, che riguarda Frat'Elia poteva lasciarsi dai riformatori del 1785,<br />

come sta ne' Breviari antichi, mentre il detto Frat'Elia restò Vicario Generale sino<br />

all'elezione del secondo Ministro Generale, che fu Giovanni Parenti, eziandio dopo la<br />

morte del P.S. Francesco, siccome s'udì sopra dalle Cronache: cui aggiugnesi la citata<br />

Relazione, la quale dice, che i lodati Santi sono partiti dalla Toscana per Marocco de<br />

licentia Fratris Heliae, qui post mortem sancti Francisci remanserat Generalis Ordinis<br />

Gubernator. Il dirsi Vicario del P. S. Francesco già morto non pare uno sproposito,<br />

perché allora esercitava quelle veci, che non i Frati, ma il medesimo P.S. Francesco<br />

innanzi di morire avevagli commesso. Egli dalle predette Cronache dicesi Tertius<br />

Generalis Minister colla giunta, che etiam ante Fratrem iohannem aliquanto tempore<br />

Ministri locum tenuerat, e che ab aliquibus ponitur secundus Generalis. Parimente le<br />

Cronache de' quindici Ministri Generali scritte nel 1305, asseriscono che a Giovanni<br />

Parenti successit Frater Elias, qui et ante ipsum aliquanto tempore Ministri locum<br />

tenuerat. I titoli di Governatore, e di Luogotenente qui usati, lo manifestano soltanto<br />

Vicario, non già Ministro. Dalle quale cose tutte fin qui dette inferisco, e conchiudo,<br />

che non il Breviario nostro, ma bensì lo scritto dei Padri Waddingo, e Chalippe merita<br />

emenda, e correzione.<br />

Così ho scritto li 15 dicembre 1793 perché domani alla mensa comune occorrerà la<br />

lezione della Nota Chalippiana. Ma non ho detto tutto quello, che avrei potuto dire.<br />

Stupisco, che il P. Waddingo non abbia avvertito l'età da lui stesso riferita della<br />

Leggenda rapporto ai Breviari, e che non abbia fatto uso della Relazione, e delle<br />

Cronache. Ma basta. Vedi To. 1, epist. 2.<br />

865. 1793, 26 dicembre<br />

A chiunque, particolarmente al vescovo.<br />

Ego infrascriptus universis, et singulis praesentes literas inspecturis fidem facio, ac<br />

testor, quod dominus Iosephus Bellesinus hoc postremo trimestri alternis hebdomadibus<br />

apud me suam sacramentalem confessionem emisit. In quorum etc 499 . Datum in<br />

conventu sancti Bernardini apud Tridentum septimo Kalendas ianuarias Anno Domini<br />

1793 500 .<br />

L.+S. Fr. Ioannes Chrysostomus de Volano<br />

Vicarius eiusdem conventus.<br />

866. 1793<br />

Alla sig. Lucia Anna Bernardi, nata Clementi 501 . Cognola.<br />

Molto illustre sig. sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro Clementissimo.<br />

499 Veggasi nel Diario nostro 29 settembre 1793. Morì gli 8 luglio 1799 cieco.<br />

500 Consegnata li 28 dic. 1793 al Bellesino stesso. Replicata li 4 aprile 1794. Replicata 25 giugno 1794.<br />

501 Nata in Verla, moglie di Bernardo Bernardi.<br />

153


Ho ricevuto la sua coll'annesso 502 ; e quindi la ringrazio, e l'assicuro, che in seguito<br />

seconderò le di Lei premure col raccomandarla di cuore, e con frequenza alla Maestà<br />

Infinita del nostro buon Dio, e coll'implorarle la di lui onnipotente Benedizione, la quale<br />

spargasi anche sopra gli amati di Lei consorte, e figliuoli. Voglio credere, che non<br />

saranvi bisogno straordinario: ma se anche vi fosse, Ella ricorra al Padre nostro Celeste,<br />

e confidi nella bontà del medesimo, che non resterà soccombente. Vada pure da Maria<br />

Santissima nostra comune avvocata, ed anche dal S.P. Francesco: ed abbia tutto il<br />

riguardo per non offendere la santa pazienza. Prenda il tutto come venutole dal Signor<br />

Iddio. Intendo con piacere, che trovasi sana; ed augurandogliene la continuazione le<br />

sospiro ogni felicità per le imminenti SS. Feste, e al riverisco. S. Bernardino 17<br />

dicembre 1793.<br />

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Gio. Crisostomo<br />

867. 1793<br />

A chiunque, o sia Nota alla Vita del P.S. Francesco scritta dal P. Candido Chalippe<br />

pag. 241, linea 12.<br />

Il vescovo di Trento, che nel 1221 benignamente accolse Fra Cesario, e di lui<br />

compagni, fu Adelpreto terzo di Ravenstein, il quale forse conobbe il P. S. Francesco,<br />

ed i di lui Frati, nei viaggi, che fece andando, e ritornando da Gerusalemme, dove fu nel<br />

novembre dell'anno 1218 col piissimo Federigo di Wanga suo consanguineo, ed<br />

antecessore nel vescovado. Chi sia stato poi quel ricco cittadino di Trento, che si fece<br />

Frate Minore, non si sa; bensì, che in quel torno di tempo tra' cittadini più rispettabili<br />

fiorirono tra Pellegrini, cioè Pellegrino di Rambaldo all'anno 1212, 1240. Pellegrino<br />

dalla Portella all'anno 1198 e 1218 e Pellegrino di Aduino all'anno 1208 e 1214. Non si<br />

può credere il Rambaldo, perché l'incognito si fece Frate poco dopo il 1221, ed egli fu<br />

secolare anche nel 1240. Non il Portella, perché l'incognito distribuì tutti li suoi beni ai<br />

poveri, ed il Portella nel 1210 ebbe un figlio da mantenere. Dell'Aduino poi non consta,<br />

che sia vissuto nel 1221. L'incognito avrà ritenuto il suo nome battesimale di Pellegrino,<br />

e si sarà chiamato Fra Pellegrino da Trento, giacché allora, come avvisa san<br />

Bonaventura, colla mutazione dell'abito non si mutava il nome; ma difficilmente può<br />

credersi quel Fra Pellegrino di Trento dell'Ordine de' Minori, che nel 1303 fu familiare<br />

di Fra Filippo da Mantova vescovo di Trento, atteso che troppo si sarebbe invecchiato.<br />

Così ho scritto li 19 dicembre 1793 in Trento 503 .<br />

868. 1793<br />

A monsig. vescovo e principe di Trento Pietro Vigilio.<br />

Altezza R.ma.<br />

Domenico Santoliana di Trento, fedelissimo suddito di V.A.R.ma, espone<br />

riverentemente, che non può accettare la sicurtà offertagli da Rocco Segata di<br />

Sopramonte per il debito già scaduto sino dallo scorso san Michele di fiorini dicidotto.<br />

E però supplica premurosamente, che l'A.V.R.ma si degni di annullare, e rivocare la<br />

dilazione di due mesi accordata colla clausola di una sicurtà gradevole al predetto<br />

Rocco Segata. Che della grazia ecc.<br />

502 Lanne fuunli bre todici oco latatristo = L'annesso fu un libreto di ciocolata tristo.<br />

503 Intorno al 1270 visse Pellegrino quondam Gottifredo della Porta di Trento, feudatario privilegiato del<br />

vescovado di Trento, e ricco. Si disse della Porta Oriola.<br />

154


Così ho scritto pregato, e ripregato l'ultimo giorno dell'anno, e del mese di dicembre<br />

31 del 1793. Il Santoliana ha dato al Segata una Pietra da molino per troni 120 con<br />

patto, che gliene dia 40 subito, che pigliasse la pietra, ed il resto a s. Michele. Il<br />

contratto fu fatto nell'aprile. Diede 30 troni ai 4 di ottobre, e poi niente altro. Li 22 dic.<br />

dal cancelliere aulico Francesco Vigilio Barbacovi ha ottenuto la dilazione di due mesi<br />

colla condizione, che dia una sicurtà sufficiente. Diede dunque il suo suocero; ma il<br />

Santoliana non lo vuole, perché sa, che non ha roba, ed è un gran litigatore. Ma dovette<br />

stare al rescritto, ed aspettare.<br />

Nota.<br />

Qui replico, che tengo registro di queste mie letterucce per li miei motivi, e per gli<br />

accennati nella Prefazione al tomo primo. Hanno da servire per mia memoria, e spero<br />

che serviranno anche ad altri.<br />

869. 1794<br />

Al P. Pietro Paolo da Roncegno. Borgo.<br />

R.P.P.C.<br />

Mi confesso debitore d'una risposta alla P.S.R. Gliela darò subito, che il Signor<br />

Iddio mi donerà un pò di tempo. Frattanto le dico solamente, che non pensi al vescovo<br />

Fra Guido di Montebello, perché tutti senza veruna discrepanza lo dicono de' Conti di<br />

Montebello Vicentino 504 . Così l'Ughelli in Italia Sacra To. 2, col 545, l'Echard To. 1<br />

Script. Ord. Praed. pag. 574, ed altri presso di loro. Fu vescovo lodatissimo di Ferrara<br />

dal 1304 sino al 1331. Non posso scriver altro per essere di partenza la posta. Dunque<br />

mi riservo, e riverendola sono. Trento 4 gennaio 1794.<br />

Di S.P.R.<br />

Div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Grisostomo.<br />

Nota. Il citato P. Echard nella pref. al To. 1 Scriptorum Ordinis Praed. dice: Mihi<br />

Iacobo Echard (vel ut Italis pronunciationem levem Eciard). Dunque anche il Chalippe<br />

di sopra pag.1688 (num. 864) farà Cialippe 505 .<br />

870. 1794<br />

Al P. Massimo <strong>Tovazzi</strong> da Volano Vicario in Borgo.<br />

Sia lodato, e ringraziato Gesù Cristo sig. Nost. clementissimo.<br />

Ingenuamente vi dico, che ho sentito con molto piacere l'esito del vostro Capitolo 506 ,<br />

la concordia, la pace, che ha regnato in esso, e la conferma del benemerito vostro<br />

Guardiano (Attanasio). Prego Iddio Signor nostro, che continui ad assisterlo in modo,<br />

che possa finire felicemente l'incominciato triennio, e poi ancora cento altri. Riveritelo<br />

da parte mia, ed a mio nome secolui congratulatevi de' favori, che il Signor Iddio gli<br />

comparte. Non capisco qual sia quel cibo nuovo, che non si confà col vostro stomaco.<br />

S'è il magro, mangiate da grasso, acciocché possiate stare in piedi, e lavorare. Siamo<br />

pochi, e molto sfaccendati, ed in breve saremo ancora più pochi, perché si muore, e non<br />

si veste. Colla prima occasione opportuna vi manderò un Direttorio diocesano, ed anche<br />

504<br />

Fr. Guido da Pileo ex Comitibus Montis Belli Vicentinus. Ughellus. F. Guido Vicentinus, a familia de Pileo<br />

nuncupatus, illustri Comitum Montisbelli stirpe satus. Echardus. Obiit non an. 1349 sed 1331, non Bononiae sed<br />

Ferrariae. Idem Echardus.<br />

505<br />

Anche il Duca di Chablais savoiardo dicesi Duca di Ciablese nel calendario della Corte parigina del 1788,<br />

pag. 43.<br />

506<br />

Secondo le leggi di Giuseppe secondo i Guardiani venivano eletti dai componenti la famiglia religiosa dei<br />

conventi e non dal definitorio provinciale..<br />

155


il clerologio trentino del 1793. In questo io non ho avuto alcuna parte, ed ho incontrato<br />

degli errori di stampa, e di penna. Ciò non ostante ho piacere, che sia stato stampato.<br />

Ora mi contento de' miei occhi, e posso dire, che per al Dio grazia sono sano anche nel<br />

resto. Ma temo i progressi de' forsennati francesi. Preghiamo il nostro Padre celeste, che<br />

gl'illumini, od almeno li tenga lontani da noi. Così sia Fratello Carissimo. Trento 7<br />

gennaio 1794. È stato eletto Guardiano di Roveredo il P. Carlo Felice Pino di Trento<br />

Vicario di Arco. Di Arco poi il P. Gasparo. Adde questo P. Gasparo non pervenne al<br />

possesso.<br />

871. 1794<br />

Al sig. don Pietro Ant. Giovannini piovano di Albiano.<br />

Molto illustre e molto rev. sig. sig. padrone colendissimo.<br />

Finalmente mando a V.S. molto illustre e molto rev. quello scrittarello, che go fatto<br />

sopra la sua chiesa, e parrocchia, tal quale sortì dalla corrente mia rozza penna, e senza<br />

né pure riordinarlo, e trascriverlo in miglior forma, per mancanza di tempo. La prego<br />

riverentemente di aggradire la buona volontà: di compatire i difetti; e di credermi<br />

sempre quel desso, che facendole un ossequioso inchino mi professo. Trento, s.<br />

Bernardino 8 gennaio 1794.<br />

Di V.S. molto illustre e molto rev.<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano<br />

Nota. Lo scrittarello è di pagg. 31 in 4°. S'intitola: De origine parochiae abianensis,<br />

eiusque progressu, ac statu hodierno. Tridenti 1793. Apud Sanctum Bernardinum, col<br />

mio sigillo in fronte. Comincia: Albianum <strong>Tridentina</strong>e Praeturae pagus. L'ho trascritto<br />

nel mio Parochiali Tridentino cap. CLII.<br />

872. 1794<br />

Al P. Filippo da Metz Tedesco Vicario in Melombardo 507 .<br />

R.P.S.L.G.C.S.N.C.<br />

Nell'anno 1790 ho scritto al signor arciprete Santoni, e senza veruna dubbietà l'ho<br />

nominato il Molto illustre, e R.mo sig. Francesco Antonio Santoni Esaminatore<br />

prosinodale, Decano, ed arciprete degnissimo della Collegiata di Arco. Nel clerologio<br />

trentino del 1789 si dice Archipresbyter, examinator Prosin. et Decanus Collegiatae<br />

Arci. Nel clerologio poi del 1793 Archipresbyter, Decanus Collegiatae, Exam Prosinod.<br />

ac Dec. Foraneus. Nulla dicesi di protonotariato. Parimente nulla dicesi del<br />

ptotonotariato nella serie de' parrochi trentini pubblicata al fine della Galleria<br />

monauniana del 1794, ove leggesi soltanto Esam. Prosin. Dec. For. Li 27 canonici della<br />

cattedrale di Padova sono tutti Ill.mi, e R.mi Monsignori perché protonotari apostolici<br />

con li privilegi de' partecipanti. Se il Santoni è protonotaro, non sarà però Partecipante.<br />

Onde penso, che V.P.R. potrà dissimulare tal titolo finché non venga certificato, che lo<br />

abbia. La prima volta, che potrò parlare col P. professore Saverio m'informerò, e se<br />

saravvi qualche novità gliela avanzerò. La ringrazio de' suoi cordiali auguri, e sperando<br />

di poterla riverire nel suo passaggio mi dico. Trento 10 gennaio 1794.<br />

Di V.P.R.<br />

507 Fatto Guardiano di Melombardo nel maggio 1794.<br />

156


P.S. Oggidì tra le undici, e le dodici fu solennemente portato il ss. Viatico a<br />

S.A.R.ma. Noi l'abbiamo raccomandato al Signor Iddio in privato, ed in pubblico, e così<br />

faremo anche in seguito. Questa mattina degli undici sono stato nel castello, ed ho letto,<br />

che S.A. ha avuto una notte tranquilla, che ha dormito con intervalli, e che ah sudato.<br />

Tutti sono meritamente rallegrati. Deo gratias. In Duomo si canta Messa per la<br />

medesima Altezza, e così farassi nelle altre chiese in seguito. NB. Così fu fatto nelle<br />

quattro parrocchiali, e l'infermo guarì.<br />

Div. mo servo<br />

F. Grisostomo.<br />

873. 1794<br />

Al P. Pietro Paolo da Roncegno. Borgo.<br />

R.P. in Cristo padrone colendissimo.<br />

Oggidì essendomisi presentata un'occasione opportuna, ho rispedito a S.P.R. il suo<br />

primo foglio di correzioni 508 , e gliene ho aggiunto quattro altri miei senza né pur averli<br />

riletti per mancanza di tempo. Quindi temo d'aver fallato, e chiedo scusa. Ora le<br />

aggiungo, che sinceramente mi spiace d'aver trovato tante cose da notare, supponendo,<br />

che altri possano ritrovarne di più. Io ho notato solamente quelle cosette, che sonomisi<br />

presentate di lancio. Ella faccia delle mie note quell'uso, che le piacerà. Eziandio nel qui<br />

complicato di Lei foglio falla lo scritto in fine tanto rapporto al Quadringentesimo<br />

primo, quanto al Quingentesimo primo, dovendosi fare Quadragesimo primo, e<br />

quinquagesimo primo. Il titolo della mappa Spergesiana ha Reisdorf, ed Ænipontano,<br />

non Reisadorff ed Oenipontanus. Il Ciech fu parroco di Besenello, ma non nativo di<br />

Besenello, benché di quella parrocchia. Io credo, che il suo Girolamo Baldorigio sia<br />

stato quel Girolamo Baldung dottore delle leggi, che fu suevo, cancelliere salisburghese<br />

nel 1525, poi consigliere regio e cancelliere tirolese, e morì ai tre di marzo del 1534 in<br />

Trento, dove sta seppellito in s. Maria Maddalena con un epitafio, in cui leggesi:<br />

Privatos cupiens Veneta cum gente pacisci,<br />

Cogitur extraneo reddere membra solo 509 .<br />

Circa il vescovo Guido di Montebello già le ho scritto. L'istorico Pincio<br />

costantemente si scrisse: Janus Pyrrhus Pincius, onde io scrivo Giano Pirro Pincio.<br />

L'incisore viennese della mappa Spergesiana fu Antonio Weinkopf, non già Weinkopt.<br />

La prego aggradire la mia buona volontà, di scusare la mia confidenza, e d'un saluto al<br />

mio fratello, cui oggidì ho mandato i promessi Direttorio, e clerologio, e riverendola<br />

resto. Trento 14 gennaio 1794.<br />

874. 1794<br />

Al sig. Agostino Torresani dottore delle leggi. Cles.<br />

Pro memoria.<br />

Della chiesa campestre di Santo Spirito situata nella pieve di Tassullo io tengo due<br />

soli documenti, quantunque dopo d'avere incominciato nell'anno 1765 un catalogo delle<br />

chiese di tutta la nostra diocesi trentina, sia stato sempre sollecito di notare ciò, che di<br />

tratto in tratto ritrovai rapporto ad esse ne' rotoli, che sono venuti alle mie mani.<br />

Il primo si è, che Ecclesia Sancti Spiritus Plebis Tassulli nell'anno 1481 fu subiecta<br />

Hospitali in Tonalo, che eam reparavit Michael de Mulbach (luogo della diocesi di<br />

Bressanone) et Thomas de Mulbach nepos eius lutifigulus custodiendam accepit nel<br />

508 Alle Notizie della Valsugana stampata in Roveredo l'anno 1793.<br />

509 To. 1, Inscript. 747.<br />

157


mentovato anno 1481 ab Ambrosio Slaipech canonico tridentino, atque commendatario<br />

Hospitalis Tonali, probante epsicopo. Che finalmente il predetto Tommaso promisit<br />

ipsam illuminare, et curare, ut saltem una Missa in ea celebreretur in quolibet mense.<br />

L'altro documento, che sta scolpito in una pietra esistente nella menzionata chiesa,<br />

ci fa sapere, ch'essa fu rinnovata dai fondamenti nell'anno 1629, colle limosine di<br />

Giangiacomo Calavino parroco di Tassullo, e di altri, dicendo: Templ. hoc in hon. S.<br />

Spiritus dicat. a Io. Ia. Calavino Trid. Past. Eccl. Tass. ex elem. col. ab ipso, et propriis<br />

a funda. renovat. Anno 1629.<br />

Nella Tassa delle chiese, de' monasteri, e degli Ospitali della città, e diocesi di<br />

Trento, fatta l'anno 1309, nulla dicesi della mentovata chiesa di Santo Spirito, benché<br />

sotto la rubrica in Vallibus Annaniae, et Solis oltre le chiese parrocchiali si riferiscano<br />

Ecclesia, seu Hospitale Sancti Bartholomaei de Tonali. Ecclesia de Sancto Romedio.<br />

Ecclesia Sancti Thomae de Romeno. Hospitale Sancti Christophori de Ponte Alpino<br />

sotto la Rocchetta, ed un molto maggior numero di chiese non paerrocchaili si trovi<br />

sotto le altre rubriche. Avverto però, che sotto l'ultima rubrica sono collocate le chiese<br />

Hospitalium Sancti Spiritus de Bozano, et de Rithena, et omnium Locorum ad Fratres<br />

Ordinis Hospitalis S. Mariae Domus Theotonicorum Ierosolimitani in dioecesi<br />

tridentina spectantium.<br />

Rapporto ai Templari dico solamente, che furono soppressi dal Concilio generale di<br />

Vienna francese con una costituzione di Clemente quinto data l'anno 1312, e che io<br />

finora non ho potuto ritrovare alcun vestigio incontrastabile di loro nella nostra diocesi.<br />

Bensì, che gli Ospitalieri di Romeno furono Fratres Ordinis Sancti Antonii Viennensis:<br />

e che de' Frati Ospitalieri di Campiglio tengo molte memorie anteriori, e posteriori al<br />

detto anno 1312dalle quali apparisce soltanto, che professarono stabilitatem loci,<br />

castitatem perpetuam, paupertatem, et obedientiam secundum Deum et Regulam beati<br />

Augustini, e che iam defunctis omnibus Fratribus, et sororibus de Campeio, duabus<br />

tantum sororibus Simona, et Antonia superstitibus, nel 1560 il cardinale Cristoforo<br />

Madruzzo vescovo di Trento creò Priore di Campiglio il suo nipote Aliprando<br />

Madruzzo, che morì Decano di Trento ecc.<br />

Così ho scritto li 30 gennaio 1794.<br />

875. 1794<br />

Alla sig. Maria Gioseffa Riccioli. Roveredo.<br />

Sia lode a Gesù, e Maria Signori nostri clementissimi.<br />

Suor Michelina mi commette di assicurare V.R. che ha ricevuto il quartale: che la<br />

ringrazia, e la prega della continuazione. In s. Chiara li 29 dello scorso è morta la M.<br />

Maria Filippina Mancia, sorella della M. Maria Saveria ex badessa, ed oggidì fu<br />

comunicata per Viatico la M. Maria Regina Alberti, sorella della M. Maria Carlina. Io<br />

non posso riferirle altro, che miserie. Per carità mi raccomandi al Signor Iddio, che<br />

riverendola colle sue buone compagne, anche a nome di suor Michelina, mi dico. Trento<br />

11 febbraio 1794 510 .<br />

Di V.R.<br />

Div.mo, obll.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

510 Nel Diario ferrarese per l'anno 1777, pag. 120 v'ha sig. dott. D. Domenico Riccioli arciprete di Vigarano<br />

della pieve con anime 673. Li trentini e fiemmaschi scrivono Rizzoli. È celebre tra gli scrittori il Padre Gio. Battista<br />

Riccioli Gesuita ferrarese dell'anno 1668. V'ha Prosodia reformata auctore P. Io. Baptista Ricciolio Societatis Iesu<br />

ferrariensi. Bononiae, typis Haeredis Victoris Benatii, 1668, in 8°, ristampa.<br />

1<strong>58</strong>


876. 1794<br />

Alla M. Giacinta Maria Tabarelli. S. Chiara.<br />

Gesù, e Maria Signori nostri clementissimi ci benedicano.<br />

Ho inteso con mio grande cordoglio lo stato pericoloso della M. Maria Regina 511 , e<br />

quindi prego V.R. di farle una visita in mio nome, assicurandola, che avrò particolare<br />

premura, e attenzione di raccomandarla al Signor Iddio, ed a Maria Santissima. Confido,<br />

che sarà quieta, e rassegnata interamente alle sempre giuste, ed adorabili disposizioni<br />

del nostro buon Dio: ciò non ostante le diva anche da parte mia, che speri nelle paterne<br />

viscere del medesimo Dio. Lo ringrazi speso delle bontà, che le ha usato: dica<br />

frequentemente col suo interno il Pater noster, ed il Credo. Si faccia, e si faccia fare di<br />

tanto in tanto il segno della Santa Croce. Invochi li ss. Nomi di Gesù, e Maria. Offerisca<br />

li suoi patimenti a Dio insieme con quelli di Gesù Cristo suo castissimo sposo. Proccuri<br />

di essere paziente, e grata alle Madri assistenti. Sebbene poi trovisi ridotta allo stato, che<br />

dicono, si ricordi della sua benefattrice la Beata Giovanna Maria Bonomia. E chi sa, che<br />

Iddio non abbia destinato di ridonarle la sanità per mezzo della predetta Beata? Ricorra<br />

dunque alla medesima con fervore, e fiducia. I Santi sogliono farsi onore appunto negli<br />

estremi. Se guarirà, potrà servire a Dio, e farsi de' nuovi meriti. Il domandare è lecito.<br />

Non manchi. Bramo di sentire buone nuove; e frattanto le benedico ambedue coi ss.<br />

Nomi di Gesù, e Maria. Amen. S. Bernardino 12 febbraio 1794.<br />

Nota. La Madre Regina ebbe con me particolare confidenza eziandio quando fui<br />

confessore ordinario del monastero, essendo ella professa di fresco.<br />

Ebbe un nuovo assalto pericoloso li22 maggio 1794. Morì nel medesimo anno 1794<br />

gli XI di settembre tisica.<br />

877. 1794<br />

Al sig. Bartolommeo Malanotti arciprete di Lizzana.<br />

Molto illustre, e R.mo sig. sig. padrone colendissimo.<br />

Sono già dieci anni, che per comando vescovile metto nell'Ordinario diocesano ai<br />

14 di febbraio con rito doppio minore l'officio di san Valentino martire. L'ho sempre<br />

messo in un solo modo, coll'unico divario, che ne' primi tre anni, cioè nel 1784-1786 ho<br />

giustificato l'assegnamento dell'Evangelio differente da quello, che gli dà il Messale,<br />

colla nota: iuxta Ord. Trid. 1617, et Gavant. Sect. 8, cap. 2, num. 4. Giacché a V.S.<br />

molto illustre, e R.ma questo non basta, le trascriverò qui sotto tutto intero il testo<br />

gavantino. Eccolo: "Quid agendum, quando in Missa legitur Evangelium, cuius homilia<br />

nulla habetur in Communi? quomodo concordabitur eo casu officium cum Missa?<br />

Respond. Legenda erit homilia. quae forte in proprio Sanctorum habetur, ut homilia<br />

super Evangelium Nihil opertum, quae habetur in festo s. Polycarpi. Quod si non<br />

habeatur in Brevairio, veluti super Evangelium Nolite arbitrari, vel Qui vos audit, me<br />

audit, et similia, recurre ad Octavarium romanum, in quo habdentur homiliae de<br />

quocumque Evangelio, quod habetur in Missali. Si Octavario careas, lege in officio<br />

homiliam Evangelii, quam habes in Communi, et in Missa deinde idem Evangelium<br />

leges, iuxta rubricam, quae in Missali habetur post primam Missam de Communi unius<br />

martyris pontificis, in qua conceditur usus Evangeliorum, quae in eodem Communi<br />

assignata sunt, ita ut liberum sit legere in Missa quodcumque Evangelium, de eodem<br />

511 degli Alberti di Cavaelse.<br />

159


tamen Communi sumptum". Non tutti tengono il citato Ottavario; e perciò io cito il<br />

Comune. Così fo anche rapporto ad altri offici nuovi. Non giudico bene di stampare<br />

alcuna cosa, perché non è tempo di aggravare il clero, e spero, che le novità moderne<br />

non dureranno più che tanto. Molto volentieri scriverò a Pergine e nominatamente al P.<br />

Luigi Bertolini di Pergine, in commendazione del di lei degnissimo signor nipote (Don<br />

Bartolommeo Scrinzi di Roveredo, destinato predicatore di Pergine). Il solo sapere,<br />

ch'suo nipote 512 , mi basta per un testimonio superlativo, e posso dirle, che il sentirlo<br />

figurare ormai su Pergine di prima classe, mi fa sperare molto, e mi reca tanto contento,<br />

come se fosse un mio nipote. Confido, che non avrà bisogno di sostegni; ma tuttavolta<br />

lo raccomanderò di tutto cuore. Godo io pure d'avere questa congiuntura di rinnovarle la<br />

mia servitù, e pieno di stima, rispetto, e venerazione, mi professo. Trento, s. Bernardino<br />

21 febbraio 1794.<br />

Di V.S. molto illustre e R.mo<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

878. 1794<br />

Al P. Luigi Bertolini di Pergine. Pergine.<br />

R.P.P.C.<br />

Il R.mo sig. Bartolommeo Malanotti arciprete di Lizzana mi scrive, che sarà<br />

predicatore di Pergine il suo nipote 513 seniore don Bartolommeo Scrinzi di Roveredo; e<br />

nello stesso tempo mi commette di raccomandarlo ai Padri di Pergine, nominatamente a<br />

V.P.R. onde aver possa i lumi opportuni per il luogo, per l'impiego, e per tutto ciò, che<br />

può esser conveniente al di lui sagro ministero. Io dunque cola presente adempisco alla<br />

commessami incombenza raccomandandolo di tutto cuore alla P.V.R. ed anche agli<br />

altri, tanto come se fosse un nipote mio. E confidando di venire favorito, secolei mi<br />

congratulo, che malgrado l'avanzata sua età 514 si trovi ancora in buono stato, la prego di<br />

raccomandarmi al Signor Iddio, e le fo una divotissima riverenza. Trento 22 febbraio<br />

1794.<br />

Di V.P.R.<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Giangrisostomo.<br />

879. 1794<br />

Al P. Tommaso de Gara da Tiarno. Arco.<br />

Rev. Padre. L.I.C.<br />

Le tre questioni propostemi rapporto alla chiesa di Mezzolago sono tali, che io non<br />

ardisco di proferire su di esse il mio sentimento. Si tratta di titoli, di autorità, e di<br />

mantenere, o sminuire il concorso alla chiesa parrocchiale: cose ch'eccedono la mia<br />

sfera. Dunque se vuolsi una risoluzione autentica, legittima, e vigorosa, propongansi<br />

alla R.ma Superiorità vescovile, cui appartiene il diciferare somiglianti dubbiezze.<br />

Sebbene pare, che già le abbia decise, mentre nel catalogo del clero stampato nello<br />

scorso anno 1793 d'ordine della lodata Superiorità, verbo Leudrum li rettori de' due<br />

Tiarni, di Molina, di Pre, di Loca, di Biacesa, di Lenzumo, di Pregasina, e di Enguiso,<br />

diconsi semplicemente Curati: quelli poi di Becceca, e di Mezzolago s'intitolano<br />

512 ex sorore.<br />

513 Figlio di sorella.<br />

514 d'anni 79.<br />

160


Primess. Curati: cosa, che indica qualche differenza. Si aggiugne a questo, che siccome<br />

avvisa il foglio mandatomi colle questioni, al curato di Mezzolago nell'anno 1785 fu<br />

imposto l'obbligo di amministrare i santi Sacramenti della Penitenza, dell'Eucaristia, e<br />

dell'Estrema Unzione in ogni tempo: di assistere ai moribondi, di spiegare il santo<br />

Evangelio, ed il catechismo al popolo ne' giorni festivi, e d'istruire i fanciulli nella<br />

Quaresima in ordine alla Confessione, e Comunione. Nulla dicesi del Battesimo, del<br />

Matrimonio, del seppellire i morti, e di tante altre funzioni proprie de' parrrochi, e curati<br />

assoluti. Ma basta. Io replico, che non posso rispondere direttamente alle dette questioni<br />

e riverendolo resto. Trento 3 marzo 1794.<br />

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Gio. Crisostomo da Volano.<br />

Nota. Le questioni furono proposte da don Giovanni Crosina da Tiarno Inferiore<br />

curato di Mezzolago d'anni 46. Egli dice, che nel 1785 fu posto il Santissimo nella<br />

chiesa di Mezzolago, e cerca se sia curata, e di qual ordine. Secondo: se la di lui Messa<br />

sia conventuale, e se possa fare le benedizioni delle candele, ceneri, e palme. Terzo: se<br />

possa celebrare la Messa nel giovedì Santo, fare il sepolcro: poi nel sabato Santo<br />

benedire il fuoco, ed il cero, e cantare la Messa. Dice, che Mezzolago conta in circa 150<br />

anime, ed è distante dalla chiesa parrocchiale di Ledro due miglia in circa: e finalmente,<br />

che il premessario curato di Mezzolago viene eletto dai Mezzolaghesi. Aggiungo io, che<br />

nel citato clerologio trentino pag. 52, tal curato dicesi Primiss. Curatus Mediilacus, e<br />

che io scriverei Mediolacus, o Mediolaci, ed in italiano di Melago, o Milago, siccome<br />

scrivesi Mediolanum, Melano, Milano.<br />

Li 10 marzo 1794 ho proposto a monsignor Vicario le accennate questioni ed ebbi<br />

per risposta, che non può eccedere l'autorità conferitagli al curato predetto.<br />

880. 1794<br />

Al P. Massimo da Volano Vicario in Borgo.<br />

Sia lodato Gesù Cristo Signor nostro clementissimo.<br />

Monsignor Vicario Generale (Simone Albano Zambaiti) cui ho dato da leggere la<br />

vostra lettera, attesa la pietà, ed infermità 515 dell'ill.mo signor capitano (Giuseppe<br />

Paolino d'Anna Celò) gli concede, che possa farsi celebrare la santa Messa nel luogo da<br />

Voi accennato, cioè nella stuffa comune, e su d'un altare fatto in maniera, che finita la<br />

Messa non più comparisca. Confido, che tal divozione gli gioverà molto per continuare<br />

nella santa pazienza, e rassegnazione ai divini voleri: e pregandovi de' miei ossequi al<br />

medesimo, con fraterno affetto vi abbraccio. Trento 10 marzo 1794.<br />

Nota. Il P. Massimo essendo confessore dell'infermo, deve per lo più celebrare la<br />

detta Messa. Fu conceduto l'indulto dalla Curia vescovile di Trento colla clausola, che<br />

l'altare fosse in luogo humanis usibus non subiecto, e venne approvato dal parroco<br />

Stefano Trapman. Ma il detto P. Massimo restò con dello scrupolo, e scrisse a me li sei<br />

del corrente per sincerarsi se potesse continuare la celebrazione.<br />

881. 1794<br />

Al P. Massimo Tovazio da Volano Vicario in Borgo.<br />

S.L.G.C.S.N.C.<br />

515 Podagroso.<br />

161


Il R.mo sig. Provicario Generale (Giuseppe Antonio Menghino) concede all'ill.mo<br />

signor capitano (Giuseppe d'Anna) che possa soddisfare alla sua divozione anche col<br />

ricevere la sacra Comunione sotto la Messa, che ascolta in casa. Intorno a ciò parlano,<br />

oltre il Domenicano casista da voi citato, e letto anche da me, To. 12, pag. 248,<br />

Benedetto XIV, To. 2 Notific. 14, o sia Institut. Eccl. 34, § 3, il P. Lucio Ferrari in<br />

Biblioth. prompta edit. venetae 1763, verbo Oratorium num. 99, ed il P. Cavalieri To. 4,<br />

Decr. 54. Ma ora quest'ultimo, che vuole un indulto papale, sembra antiquato. Vi<br />

avverto poi, che io non approvo la Comunione per Viatico fatta come sopra; ma<br />

suggerisco, che venga portata dalla chiesa pubblica, quando siavi tempo. Se vi occorre<br />

altro, scrivetemi liberamente, e senza verun riguardo, che sarò sempre pronto nel far ciò,<br />

che mi sarà possibile per compiacervi, e mostrarmi vostro affezionatissimo fratello ecc.<br />

Trento 17 marzo 1794.<br />

P.S. È fatto canonico qui il signor professore Giuseppe Eyerle in luogo del Conte<br />

Tapp defunto. Li concorrenti furono 13, per la Prepositura poi sono 20, ma non si sa<br />

ancora a chi toccherà. NB. Toccò al canonico Giangiacomo barone Piccino.<br />

Il P. Massimo è confessore del capitano, e lo serve anche colla santa Messa in casa.<br />

L'Eyerle ora è barone, ciò non ostante continua l'officio di pubblico professore canonista<br />

nel seminario trentino, ed abita nello stesso seminario. È lodato da tutti.<br />

882. 1794<br />

Al P. Massimo da Volano Vicario in Borgo.<br />

S.L.G.C.S.N.C.<br />

Alla questione, che mi avete proposto, se i nostri Prelati possano lecitamente<br />

benedire li paramenti delle chiese aliene, rispondo francamente con un sì, perché lo<br />

hanno sempre praticato senza veruna contraddizione, anche dopo i decreti contrari degli<br />

anni 1609, 1659 e 1660 516 . Anzi, siccome intendo dal nostro Padre Gioachino, furono<br />

mandati de' paramenti da benedire al nostro convento per fino da monsignor vescovo<br />

Firmiano di sempre gloriosa memoria. Tal pratica può credersi fondata negl'indulti<br />

conceduti ai Prelati Regolari da Innocenzio Papa ottavo l'anno 1487, e 1489, avendo<br />

loro accordato che possano benedire i paramenti ecclesiastici tam sui monasterii, quam<br />

etiam undecumque sint: tam de Ordine, quam si ad eos aliunde nonnunmquam<br />

deferantur, siccome leggo appresso il P. Cavalieri To. 4, decr. 182. Vero è, che gli<br />

accennati decreti contrari agl'innocenziani sono posteriori di tempo, e che quindi<br />

secondo la celebre regola: prioribus derogant posteriora, dovremmo diportarci a tenore<br />

di essi: ma vero è altresì, che appresso di noi non ebbero mai alcun vigore: appunto<br />

come vedesi di tanti altri, che si leggono in libri stampati. Suppongo, che questo poco<br />

basterà per acquietarvi, e per liberarvi dal nuovo scrupolo, che vi ha sorpreso: ed<br />

aggiugnendovi la bramata lista de' nostri Padri predicatori attuali, vi saluto di tutto<br />

cuore. Amen. Trento 27 marzo 1794.<br />

883. 1794<br />

Al sig. Luigi Marchesani stampatore. Roveredo.<br />

Molto illustre sig. e padrone colendissimo.<br />

Avviso, ed accerto V.S. molto illustre, che nel calendario del prossimo anno 1795<br />

ho posto la festa mobile della Santa Corona di Spine di N.S. Gesù Cristo nel venerdì,<br />

516 non 1670.<br />

162


che occorre ai venti di marzo. Rapporto alle altre feste mobili Ella non ha bisogno di<br />

somiglianti avvisi. Onde finisco riverendola, e protestandomi. Trento 31 marzo 1794 517 .<br />

Di V. S. Molto Illustre<br />

Div.mo. obbl.mo servo<br />

F. Gio. Grisostomo da Volano<br />

884. 1794<br />

Al medesimo.<br />

Molto Illustre sig. padrone colendissimo.<br />

In vigore dell'indulto Piano de' 2 luglio 1788 il Perdono d'Assisi appresso di noi,<br />

finché dureranno le cause nel medesimo indulto accennate, dovrà notarsi nella domenica<br />

che occorrerà li 2 agosto, o che sarà la prima dopo tal giorno, ch'è quanto a dire nella<br />

prima domenica dopo il primo giorno d'agosto. Questo avviso potrà servirle anche per<br />

gli anni futuri, ne' quali se il Signor Iddio mi darà vita, sarò sempre disposto per servirla<br />

a misura delle mie pochezze. La riverisco divotamente, e mi dico. Trento 23 aprile<br />

1794.<br />

Di V.S. Molto Illustre<br />

Div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Gio. Grisostomo da Volano<br />

Nota. L'accennato indulto si può vedere tutto intero nel mio Kalendario tridentino<br />

parte 2, num. 100. Fa motto delle cause, ma non le espone.<br />

885. 1794<br />

Al sig. don Antonio Brock. Bressanone 518 .<br />

Pro memoria.<br />

De sancto Romedio confessore, ac socio sancti Vigilii episcopi tridentini 519 ,<br />

quotannis die quinta decima mensis ianuarii, celebratur festum cum officio, et Missa de<br />

Communi confessoris non pontificis sub ritu duplici maiori, a clero saeculari, et<br />

Regulari utriusque sexus, in civitate, ac dioecesi tridentina universa. Quandonam autem<br />

huiusmodi cultum obtinere acceperit, incompertum. Hoc extra dubitationis aleam est,<br />

quod nomen eius occurrit in Kalendario Adelpretano saeculi duodecimi, praefixo nempe<br />

Sacramentario, seu Missali sancti Adelpreti ab anno 1156 usque ad annum 1177<br />

episcopi tridentini, et in aliis Kalendariis tridentinis saeculi decimi quinti 520 . Quod<br />

festum eiusdem sancti Romedii cum officio praeceperunt in suis constitutionibus<br />

synodalibus episcopi tridentini Udalricus Lichtensteinius anno 1497, Georgius<br />

Neudeckius anno 1507, Bernardus Clesius cardinalis anno 1538 et Ludovicus Madrutius<br />

itidem cardinalis anno 1593. Quod idem festum exstat in Kalendario cardinalis<br />

Christophori Madrutii episcopi tridentini edito anno 1550, in alio cardinalis Caroli<br />

Madrutii pariter episcopi tridentini pro anno 1617 et in ceteris omnibus Kalendariis<br />

annorum succedentium usque ad currentem: atque in Proprio Sanctorum civitatis, et<br />

517<br />

Quidam Io. Bapt. Marchesanus de Tipherno civis romanus, I.U.D. ac referendarius Gregorii XIII in utraque<br />

Signatura, gubernator plurium civitatum, edidit tractatum senetntiarum. Romae an. 1<strong>58</strong>3, in 8°. Patruus eius Antinus<br />

Marchesanus fuit episcopus Tipherni sub s. Pio V.<br />

518<br />

Vedi sopra n. 825.<br />

519<br />

S. Romedius dictus fuit Socius s. Vigilii etiam anno 1498 et sequentibus. Ex meo Kalendario tridentino parte<br />

secunda, num. 128.<br />

520<br />

Nel calendario Udalriciano dell'undicesimo secolo non v'ha s. Romedio.<br />

163


dioecesis <strong>Tridentina</strong>e edito anno 1627 521 . Ex quibus quidem inferre pronum est, quod<br />

praefatus eiusdem sancti Romedii cultus inceperit, ac invaluerit ante decreta sancti Pii<br />

quinti, Clementis octavim, et Urbani octavi, de Breviario, et Missali romano, edita annis<br />

1568, 1602, ac 1631, necnon ante ortum Sacrae Rituum Congregationis, qui accidit<br />

anno 1<strong>58</strong>8, quodque hinc pro illo vindicando, et roborando frustra quaeritur apostolicum<br />

indultum. Ceterum si quis de eodem Sancto uberiora nosse aveat, consulat Iosephum<br />

Reschium in Annalibus Ecclesiae Sabionensis, nunc Brixinensis, atque conterminarum,<br />

To. 1 edit. Augustae Vindelic. 1755, a pag. 237 usque ad 254, et To. 3, a pag. 721 ad<br />

728, necnon Benedictum Bonellum nelle Notizie istorico-critiche della Chiesa di<br />

Trento, vol. 2, edit. Trid. 1761, a pag. 224, 300, 349. Vol. 3 a pag. 1 et Vol. 4 sive in<br />

Monumentis Eccl. Trid. etc.<br />

Haec rogatus scripsi, ac dedi in conventu sancti Bernardini apud Tridentum die 25<br />

aprilis anno 1794.<br />

L.+S. Ego Fr. Ioannes Chrysostomus de Avolano Ordinis Minorum Reformatorum<br />

s. Francisci, Vicarius eiusdem conventus, et Ecclesiae tridentinae Kalendarista.<br />

Nota. Ieridì dal nostro P. Francesco Saverio di Fondo esaminatore prosinodale, e<br />

pubblico professore nel seminario vescovile di Trento ho ricevuto ordine di rispondere<br />

ad un foglio intitolato Pro memoria ratione festi B. Romedii confessoris, il quale si è del<br />

tenore seguente: Pro Memoria. Cum Ignatius de Brock 522 parochus in Thaur prope<br />

Oenipontum dioecesis brixinensis ante aliquot menses Brixinam ad RR.mum<br />

Consistorium supplices porrexissset litera, ut ipsi etiam nomine communitatis suae ad<br />

Apostolicam edem pro obtinendo festo s. Romedii confessoris die 15 ianuarii sub ritu<br />

duplici tam pro Horis canonicis, quam Missa saltem de Communi confessoris non<br />

pontificis, prout in tota dioecesi vicina <strong>Tridentina</strong> celebratur, ut calendarium annuum<br />

testatur, etiam pro sua paroecia, liceret supplicare, et desuper concessa facultate<br />

scribendi per P.R.D. Antonium Cibbini consiliarium ecclesiasticum, et seminarii<br />

episcopalis regentem ad SS. Rituum Congregationem supplica porrecta fuisset, sequens<br />

rescriptum inde venit:<br />

"Supplices porrectae fuerunt preces in S. Rituum Congregatione, in quibus rogatus<br />

fuit Summus Pontifex, ut concedere dignetur in oppido parochiae Thaur dioecesis<br />

brixinensis extensionem officii, et Missae Beati Romedii de Communi confessorum non<br />

pontificum sub ritu duplici quotannis iis modo, et forma, quibus indultum gaudetur a<br />

dioecesi tridentina. Verum ab ill.mo, et R.mo domino secretario praefatae S.<br />

Congregationis eaedem supplices preces porrigi nequiverunt Sanctitati suae duabus ex<br />

causis. Primo quia nullo modo constat ex archivio S. Congregationis Rituum post plures<br />

adhibitas diligentias, et perquisitiones, ibi factas, a quonam Pontifice indultum<br />

concessum fuerit clero tridentino. Secundo quia nomen Beati Romedii neutiquam<br />

reperitur appositum in Martyrologio romano, imo nec alibi descriptum est".<br />

521 Il sig. Provicario Menghino mi ha detto, che s. Romedio è comprotettore del Collegio Germanico di Roma, il<br />

quale fu fondato nel 1573. Il medesimo provicario con questo mio scritto ha fatto un attestato a nome della Curia<br />

vescovile col Nos etc. e lo ha spedito a Bressanone, dove fu molto aggradito. Nel Direttorio della diocesi di<br />

Bressanone l'an. 1801 ai 15 di gennaio v'ha: Romedii Conf. dupl. mai. LL. 1, n. Beatus vir de com. 2. loco, secunda et<br />

tertia de com. 1 loco Mis. Os iusti.<br />

522 Ignatius Io. Bapt. Brock de Weissenberg, sacrae theologiae et iuris utriusque candidatus, natus Oeniponti<br />

die 9 iulii 1737, sacerdos ab anno 1760, parochus ad B.V.M: Assumptam in Thauer a die 14 otobris 1782 ac etiam<br />

hoc anno 1803. Antonius Ioannes de Brock a Weissenberg iuris utriusque candidatus consiliarius ecclesiasticus<br />

Brixinae, olim canonicus Eccl. Collegiatae B.M.V. in Ambitu, ac theologiae dogmaticae professor, natus Oeniponti<br />

die XI nov. 1735, ac sacerdos ab anno 1759, vivit 1803.<br />

164


Ut vero possit promoveri negotium extensionis iis modo, et forma quibus optatur,<br />

in praefata S. Congregatione, et deinde Summo eidem Pontifici, necesse est, ut in<br />

dioecesi tridentina perquiratur tempus, quo privilegium recitandi Missam, et officium<br />

Beati Romedii de Communi Conf. non Pont. concessum fuerit dioecesi tridentinae in<br />

die 15 ianuarii quotannis, et deinde transmutetur copia authentica dicti privilegii, iis<br />

modo, et forma, quibus concesum fuit.<br />

Ita habet rescriptum agentis romani ad praefatum dominum Cibbini missum.<br />

Rogatur igitur nomine eiusdem domini parochi in Thaur, ut vel authentica copia<br />

dicti indulti apostolici pro festo eiusdem Beati Romedii Brixinam mittatur, vel saltem<br />

authenticum testimonium de tempore cultus huiusmodi per totam dioecesim extensi quo<br />

coeperit, vel de modo, et forma, qua introductus fuerit. Expensae a me infra scripto cum<br />

debita gratiarum actione refundentur.<br />

Antonius de Brock consilairius ecclesiasticus,<br />

canonicus B.M.V. in Ambitu, ac theologiae dogmaticae professor.<br />

Così l'accennato foglio, che un dì gioverà l'averlo descritto 523 . Nell'anno 1763<br />

dominus Antonius Ioannes Brock de Weissenberg fu ss. tehologiae et iuris utriusque<br />

candidatus, Beneficiatus Troylanus in ecclesia cathedrali brixinensi, et ss. theologiae<br />

professor, aetatis physicae an. 28, sacerdotii 5, curae 2, chori 1. Nello stesso anno<br />

dominus Ignatius Ioannes Brock de Weissenberg aetatis physicae 26, sacerdotii et curae<br />

2, fu cappellano supranumerario secondo nella parrocchia di Flaurling. Anche dominus<br />

Ioannes Iosephus Brock de Weissenberg ss. tehologiae et iuris utriusque candidatus,<br />

aetatis physicae an. 36, sacerdotii et curae 12, nel detto anno fu cappellano<br />

supranumerario unico nella parrocchia di Vomp. Io suppongo, che siano fratelli, od<br />

almeno, che il terzo sia stato zio degli altri. Il lodato Cibbini nel clerologio trentino del<br />

1793 si nomina D. Ioseph Antonius Cibbini Telvi, parochus et rector seminarii<br />

episcopalis Brixinae, consiliarius ecclesiasticus, aet. an. 63. Nel clerologio trentino del<br />

1789 si dice d'anni 59 ed Antonius Cibbini Telvi rector seminarii episcopalis brixinensis<br />

et consilairius. Nel clerologio di Bressanone del 1763, pag. 89 mettesi nella parrocchia<br />

di Schwatz dominus Ioannes Antonius Cibbini dioec. feltrensis, ss. tehologiae et iuris<br />

utriusque candidatus, aetat. physicae an. 34, sacerdotii 9. Anche il nostro P. Pietro Paolo<br />

di Roncegno di lui nipote nelle notizie della Valsugana stampate nel 1793, pag. 142 lo<br />

nomina Gio. Antonio Cibbini de Telve, parroco, cons. eccl. e reggente del seminario. Fu<br />

reggente anche nel 1787. Nacque li 20 aprile 1729 524 . Il mio scritto fu consegnato al sig.<br />

Provicario Menghino li 29 aprile, giacché a lui pure ha scritto il Brockio.<br />

886. 1794<br />

Al sig. don Girolamo Guelmi di Trento exgesuita in Gorizia.<br />

Il libro del fu signor don Domenico Todeschini di Pergine, intitolato: Saggio della<br />

biblioteca tirolese. Scanzia prima. In Venezia 1777, in 8°, pagg. 290 senza nome di<br />

523 In libello annuo, cui tit. Directorium seu Ordo officii divini recitandi, celebramdaeque Missae... ad usum<br />

dioecesis brixinensis pro anno Domini 1801, pag. 8, ad 15 ianuarii est Romedii Conf. dupl. mai, color alb. lectiones 1<br />

n. Beatus vir de Communi secundo loco; secunda et tertia de Communi 1 loco, Oratio Deus qui nos, Missa Os iusti,<br />

sine Credo. Ita est pro tota dioecesi.<br />

524 Anche in Foedere Mariano Oeniponti 1759 dicesi D. Ioan. Antonius Cibbini ss. tehologiae et iurtis utriusque<br />

candidatus, sacerd. Oeniponti. Obiit Brixinae die 17 maii 1798, festo Ascensionis Domini ex subito apoplexiae ictu.<br />

Nota, quod in Transilvania est urbs dicta Cibinium, ad fluvium cognominem, maxima, et perelegans, incolis<br />

Hermanstadt, Hungaris Czeben, testibus Ferrario, et Baudrando.<br />

165


stampatore, non merita verun conto, essendo assai malamente composto, e dalla prima<br />

sino all'ultima pagina pieno d'incontrastabili errori d'ogni sorta.<br />

Così ho scritto li si di maggio 1794, pregato dal padre Fortunato nostro, fratello del<br />

predetto sig. don Girolamo. Ho detto poco, ma il vero. Veggansi le note marginali, che<br />

ho fatto all'esemplare, che fummi regalato dal Todeschini, e la mia lettera 143, To. 1.<br />

887. 1794<br />

A chiunque, ma senza veruna inscrizione.<br />

Io sottoscritto, essendone stato instantemente pregato, raccomando alla carità<br />

cristiana come povera l'esibitrice della presente, che dicesi Maria Anna moglie<br />

abbandonata di Giovanni Zamboni trentino. Data nel convento di san Bernardino<br />

appresso Trento li 12 maggio 1794.<br />

L.+S. (Guardianalis) F. Gio. Grisostomo di Volano<br />

Vicario de' Minori Riformati di s. Francesco.<br />

Così ho dovuto scrivere importunato dall'accennata donna, che vuole andare a<br />

trovar in Roma un suo fratello. Vive separata dal suo marito con l'approvazione<br />

dell'officio ecclesiastico di Trento. Il marito, che ha avuto due altre mogli, fratello del<br />

sig. Simone Zamboni di Vezzano, ed uomo capestrato 525 . Così mi vien detto. Ho letto<br />

due attestati de' RR. parochi di s. Pietro, e di s. Maria Maggiore di Trento brevi, e latini,<br />

ed insieme vergognosi, ed indegni di andare nelle mani di chi abbia studiato anche<br />

soltanto la grammatica.<br />

888. 1794<br />

Al P. Amedeo di Roveredo Vicario in Roveredo.<br />

R.P.P.C.L.I.C.<br />

Insieme colla presente indirizzo a S.P.R. un involtino sigillato 526 , e contenente<br />

quattordici monete d'argiento, valutate sei fiorini, pregandola, che voglia consegnarle al<br />

rev. sig. don Carlo Tranquillini di Roveredo 527 , cui appartenevano eziandio avanti che la<br />

di lui signora sorella si maritasse. La prego poi di farsi fare la ricevuta, e di<br />

mandarmela. Scusi l'incomodo, e proccuri di conservarsi lungamente. Trento, s.<br />

Bernardino 19 maggio 1794 528 .<br />

Di S.P.R. cui aggiungo, che oggidì abbiamo cantato Messa pel defunto F. Omobono<br />

d'Anterivo.<br />

Div. mo, obbl.mo servo<br />

F. Grisostomo.<br />

889. 1794<br />

Al sig. Conte Giambattista Baldovino. Trento.<br />

Assicuro V.S.Ill.ma eziandio con questo scritto, giacché me lo ha richiesto, ch'Ella<br />

quando le viene contraddetto, può dir, e rispondere con tutta la verità: Io posso<br />

525<br />

Simone vive li 24 gennaio 1806.<br />

526<br />

Restituzione secreta.<br />

527<br />

Don Carlo Tranquillini confessore e bibliotecario civico d'anni 35.<br />

528<br />

Spedito li 20 pel Weber. Ricevuto ai 31 maggio 1794 la ricevuta del Tranquillini data in Roveredo li 26<br />

maggio 1794.<br />

166


ingannarmi: oppure: Io posso essere in inganno. Così facendo, e persuadendosi,<br />

riacquisterà la primiera sua pace, e quiete, che di tutto cuore le desidero ecc.<br />

Così ho scritto li 12 giugno 1794 pregato più volte dal detto Conte impazzito.<br />

Consegnata li 15 dopo nuove istanze. Fu condotto a Milano in una casa privata nel<br />

settembre del 1794 come pazzo. Morì in Milano nel 1795 li 10 novembre, alquanto<br />

guarito. Il costo annuo milanese fu di 800 e più fiorini 529 .<br />

890. 1794<br />

Al sig. Giacomo Telchi di Faver cembrano arciprete di Enno.<br />

Molto illustre e R.mo sig. sig. padrone colendissimo.<br />

Supplisco di notte alla brevità, con cui oggidì per mancanza di tempo ho risposto a<br />

V.S. molto illustre e R.ma, mandandole l'Appendice qui compiegata. Ed esibendomi ad<br />

ulteriori suoi comandi, le fo un profondo inchino, e resto. Trento, s. Bernardino 21<br />

giugno 1794.<br />

Di V.S. molto illustre e R.ma<br />

Um.mo, div.mo, osseq.mo servo<br />

F. Gio. Grisostomo da Volano.<br />

Nota. nel clero ennense fuvvi differenza di pareri circa l'officio traslato de' ss.<br />

Gervasio, e Protasio titolari di quella chiesa. Quindi l'arciprete mi ha scritto, e chiesto il<br />

mio parere in scriptis su la sua stessa lettera. Siccome fummi presentata da due ennensi<br />

nell'atto, che doveva andare altrove, così risposi con quattro sole righe. Coll'Appendice<br />

poi gli ho detto tutto l'occorrente.<br />

891. 1794<br />

Al P. Carlo Felice da Trento Guardiano in Roveredo. S. Rocco.<br />

R.P.P.C.<br />

D'ordine del Padre <strong>Provincia</strong>le prego V.P.R. che voglia consegnare a cotesto ill.mo<br />

Officio Circolare il qui annesso nostro Direttorio dell'anno 1795 per ottenerne la licenza<br />

della stampa, giacché l'eccelso Governo d'Insprugg suole rimandarcelo per mezzo del<br />

lodato Officio. E chiedendole scusa dell'incomodo, la riverisco divotamente, e resto.<br />

Trento 25 giugno 1794 530 .<br />

Di V.P.R.<br />

Div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Giangrisostomo<br />

Nota. Sulla coperta del Direttorio ho scritto Franciscanorum <strong>Provincia</strong>e sancti<br />

Vigilii Tridenti 1795, acciocché non si perda.<br />

892. 1794<br />

Al sig. Giuseppe Cazzuffi di Pauberg. Trento.<br />

Ill.mo sig. sig. padrone colendissimo.<br />

Consegno al messo 531 di V.S.Ill.ma non solamente le richieste carte feudali spettanti<br />

alla nobile sua famiglia; ma eziandio tutte quelle altre molte, che nel 1789 diedemi da<br />

compendiare monsignor (Giangiacomo barone) Piccini, eccettuate soltanto le prime<br />

529<br />

Ha fatto sicurtà al Sardagna di 14.000 fiorini e deve pagarla. Fu riprovata una di lui sentenza capianesca.<br />

Anche da giovine fu debole di testa, difetto tratto dalla madre Bevilacqua.<br />

530<br />

Spedita per la posta li 2 luglio 1794. Ritornò da Roveredo li 6 agosto 1794, approvato in Insprugg li 25<br />

luglio.<br />

531<br />

Cioè al servo di lui, nativo dell'Ischia perginasco.<br />

167


147, che furono da me riportate al lodato monsignore li 15 di febbraio del predetto anno<br />

1789. L'avverto però, che dallo stesso prelato mi fu ingiunto di conservarle appresso di<br />

me finché venisse ricompensata la mia povera fatica, e che ora dopo tanti anni le do<br />

fuori, perché sembrano dimenticate. Spero, che questo non mi metterà in verun<br />

impegno, e facendo a V.S.Ill.ma una riverenza ossequiosissima, anche per parte del mio<br />

Padre Guardiano, mi dichiaro. Di s. Bernardino 2 luglio 1794.<br />

Di V.S.Ill.ma<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Gio. Grisostomo di Volano.<br />

Nota. La mia fatica fu grande, e lunga, come si può in parte arguire dal tomo<br />

intitolato Inventarium Archivi Cazuffiani. Non mi fu dato altro, che sei libre di<br />

cioccolata, cosa per altro da me né pure guardata, né scartata 532 . Quando monsignore mi<br />

ha chiesto cosa avrei aggradito per mia ricompensa, gli ho risposto Polenta, Polenta. Il<br />

sig. Cazzuffi oggidì mi ha scritto, che proccurerà di ricompensarmi. Staremo in<br />

attenzione. Non venne alcuna cosa sino ai 16 di gennaio 1700. ed al novembre 1800,<br />

1802, 1803.<br />

893. 1794<br />

Al sig. Antonio Patuzzi. Roveredo.<br />

Sia lodato Gesù Cristo Sig. Nostro Clementissimo.<br />

Solamente iersera mi è riuscito di ottenere le bramate carte da quest'officio<br />

capitaniale. Qui dunque compiegate senza verun indugio gliele spedisco, pregandolo<br />

ancora di continuarmi la sua carità, essendo tanto malconcia, che a stento posso uscire<br />

di casa, e riverendolo insieme colle sue signore sorelle, mi professo. Trento 3 luglio<br />

1794.<br />

Sua div.ma, obbl.ma serva<br />

Michelina Dorotea Tomasi.<br />

Le carte furono un memoriale del Patuzzi all'inclito I.R. Ufficio Circolare di<br />

Roveredo dato in Roveredo li 30 marzo 1794, e sottoscritto in Insprugg li 22 aprile, ed<br />

in Trento da Fr. Calderoni 533 segretario del capitano Conte Pio di Wolckenstein li 2<br />

luglio 1794. Un attestato di Francesco Borsieri medico fisico dato in Trento 11 marzo<br />

1794, e sottoscritto dal detto Calderoni 2 luglio 1794. Un altro attestato di don Gio.<br />

Battista Ghezzi C.R.S. parroco di s. Maria Maddalena dato in Trento 12 marzo 1794, e<br />

sottoscritto dal predetto Calderoni ut supra. Una copia tedesca del rescritto d'insprugg<br />

dato li 22 aprile 1794 segnato 6548 e sottoscritto da Leopoldo Conte di Kinigl. Anche le<br />

soscrizioni del Calderoni sono scritte in tedesco, ed hanno il sigillo di cera spagna. Il<br />

rescritto contiene, che la Tommasi giustifichi le sue malattie, e la sua povertà. L'imp. ha<br />

conceduto la grazia chiesta della pensione intera il 5 settembre 1794.<br />

894. 1794<br />

Al P. Romedio Keller di Cles. A Cles.<br />

Carissimo Amico sia lodato Gesù Cristo Signor nostro clementissimo.<br />

532 Tolta dall'involucro di carta.<br />

533 Il calderoni è figlio del notaio ora prete Giambattista Calderoni di Predazzo. Fu novizio agostiniano, e poi<br />

cehrico secolare, ora laico, nominato Francesco. Ora 1802 fa il gazzettiere monauniano in Trento. Così anche<br />

nell'anno 1805.<br />

168


Egli è ora, che dia qualche risposta ai quattro quesiti, che tempo fa mi avete<br />

mandato per parte del R.mo signor arciprete di Taglio 534 . Quando mi giunsero teneva<br />

delle altre indispensabili occupazioni; e quindi avendoli riposti in un mio zibaldone, vi<br />

stettero come dimenticati sino a questi ultimi giorni, ne' quali per accidente mi<br />

ritornarono alle mani.<br />

Perciò primieramente vi chiedo scusa, e compatimento della mia tardanza: e poi vi<br />

dico, che rapporto alla chiesa romitale di s. Giustina, detta eziandio de' Santi Cipriano e<br />

Giustina, presso Armulo 535 , io non tengo verun antico documento.<br />

Della chiesa di s. Maria su la piazza di Taglio so di certo, che sussisteva anche<br />

nell'anno 1255.<br />

La memoria più antica, che io abbia ritrovato della chiesa parrocchiale di s. Vittore<br />

in Taglio si è dell'anno 1309 536 , ma che sia molto più antica di tal anno lo tengo per cosa<br />

certissima. Anzi siccome il P. Girolamo da Prato To. 1 Operum Sulpicii Severi, pag.<br />

397, crede probabile,che sant'Ambrosio abbia mandato delle reliquie di s. Vittore<br />

martire milanese insieme con quelle de' santi Gervasio, e Protasio parimente martiri<br />

milanesi da lui scoperte nell'anno 387, a san Martino vescovo di Tours in Francia 537 ; così<br />

anch'io penso probabile, che parte di tali reliquie sieno state mandate dal medesimo s.<br />

Ambrosio eziandio al nostro san Vigilio di lui amico, vicino, e corrispondente, e che<br />

quindi avvenuta sia l'essere state dedicate ai predetti santi Gervasio e Protasio la chiesa<br />

cattedrale di Trento, e la parrocchiale di Enno: ed a s. Vittore quella di Taglio. Ma di un<br />

così fatto pensiero non mi fo garante, quantunque sia certo, che la cattedrale fu dedicata<br />

da s. Vigilio: e che s. Ambrosio nel distribuire le reliquie de' Santi fu molto sollecito 538 ,<br />

e generoso: e che conseguentemente furono loro dedicate molte chiese.<br />

I parrochi di Taglio, che ho raccolto senza uscire di cella sono que' pochi, che qui<br />

seguono.<br />

Bernerio nel 1281, e 1284. Egli fu anche decano.<br />

Guglielmo nel 1336. Intervenne al Concilio diocesano di tal anno.<br />

Paolo nel 1375 e 1405. In vano ha risegnato nel 1375. Dal che s'impara, che fu<br />

parroco avanti tal anno.<br />

Conrado nel 1464 e 1472. Fu parroco di Garduno sino al detto anno 1464.<br />

Filippo di Cremona nel 1498. Risegnò in favore del seguente Briosio l'anno 1506 li<br />

27 giugno, e morì Beneficiato del Duomo di Trento nello stesso anno 1506. Ebbe un<br />

fratello nominato prete Tommaso Beneficiato del detto Duomo, il quale cessò di vivere<br />

avanti l'anno 1502.<br />

Michele Briosio Galateo di Mantova nel 1506. Morì in Trento li 13 agosto 1514<br />

d'anni 73. Canonico di Trento, e dal 1513 Priore di s. Martino in Castrozza di Primiero.<br />

Cosma Mariani di Cremona nel 1517 e 1550. Sotto di lui visse in Taglio un prete<br />

detto Sigismondo de' Varnardini di Tresio.<br />

Luca Maccani 539 da Vione (Torra), il quale morì canonico, e Vicario Generale di<br />

Trento nel 1643.<br />

Francesco Antonio Arnoldi da Tueno. Di questo non so il tempo.<br />

Anonino Refatto. Anche di questo mi manca il tempo col nome e colla patria.<br />

534 *Taio.<br />

535 *Dermulo<br />

536 Nella Tassa ecclesiastica del 1309.<br />

537 Questo s. Martino non fu coetaneo di s. Ambrosio, giacché diventò vescovo nel 573 e morì nel 595.<br />

538 Ex Baronio in Notis Martyrol. 19 iunii.<br />

539 Vide nostrum Parochiale Tridentinum.<br />

169


Valentino Chilovi di Taglio, soggetto titolato, risegnò in favore del seguente suo<br />

nipote, e finì di vivere l'anno 1710. Vide infra num. 940.<br />

Giorgio Valentino Chilovi di Taglio rinunciò nell'anno 1750.<br />

Cristoforo Franceschini di Tres, dall'anno 1750 sino al 1793 in cui morì li 28 aprile,<br />

in età d'anni 77.<br />

Niccolao Monauni di Cles, cui auguro una vita lunga, e felice, e lascio lo scuotere<br />

la polvere dai libri, e rotoli antichi degli archivi tagliani, onde pescare migliori e più<br />

copiose notizie della sua Chiesa. E pregandovi di rassegnargli la mia riverente servitù,<br />

vi saluto di cuore, e resto. Trento. s. Bernardino 10 luglio 1794.<br />

Vostro div.mo amico in Cristo<br />

F. Gio. Grisostomo di Volano<br />

P.S. Ho scritto studiosamente tanto, l'Armulo, quanto il Taglio, in vece di Dermul, e<br />

Tai.<br />

895. 1794<br />

Al sig. Giuseppe Cazzuffi. Trento.<br />

Ill.mo sig. sig. padrone colendissimo.<br />

Ecco servita V.S. Ill.ma colla richiesta copia del lungo testamento fatto nel 1478 dal<br />

suo benemerito antenato Lorenzo primo di tal nome. Mi ha costato non picciola fatica,<br />

quantunque l'abbia fatta un'altra volta li 10 dicembre 1788 ad istanza del R.mo signor<br />

abate Gio. Pietro Pini primo commissario in causa.<br />

Da niuna carta Cazzuffiana ho potuto imparare di chi fosse figlia la moglie del<br />

lodato Lorenzo, nominata semplicemente Dona Madalena nel descritto testamento:<br />

bensì da una estranea dell'anno 1441 in cui dicesi Dona Magdalena uxor Laurentii de<br />

Cazufo civis Tridenti, filia quondam magistri Ioannis Sartoris, et eius heres pro parte 540 .<br />

Io dunque la suppongo figlia di quel Giovanni Suelart Sartore, che fu console di Trento<br />

nell'anno 1415 541 , giacché non trovo altri Sartori di tal nome tra il 1400 e 1441, e<br />

siccome apparisce dal menzionato testamento, aveva la sua casa paterna sul Cantone di<br />

Trento 542 .<br />

Parimente da carte non Cazzuffiane ho rilevato, che il bisavo di Lorenzo morì<br />

avanti l'anno 1364, e si nominò Marco: e così pure, che Vermiglia moglie nel 1517 di<br />

Gio. Marco Cazzuffo fu figliuola del nobile sig. Tommaso Tabarelli di Trento. Che<br />

Tommaso avo di Lorenzo ebbe un fratello nominato Sandro: e Gasparo medico ebbe un<br />

altro figlio detto Stefano 543 .<br />

Giacché poi V.S. Ill.ma replicatamente m'insinua, e protesta di voler proccurare,<br />

che le mie fatiche sieno riconosciute 544 , penso bene di avvertirla, che io non fo alcun uso<br />

di caffè, cioccolata, e simili delicatezze: e godo, che i lavori miei ridondino in pro della<br />

comunità religiosa, con cui per la Dio grazia vivo. Ed inchinandomele riverentemente<br />

resto. S. Bernardino 14 luglio 1794 545 .<br />

Di V.S.Ill.ma<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Giangrisostomo di Volano.<br />

540<br />

Inventarium Cazuf. num. <strong>58</strong>7.<br />

541<br />

Ex catalogo Consulum.<br />

542<br />

Nel 1496 visse providus vir Iohannes Sartor quodam Conradi de Nurenberg civis, et habitator Tridenti. Ma il<br />

padre di Maddalena è morto innanzi l'anno 1442.<br />

543<br />

Ex Inventario Cazuf. adnot. 19, et mea Genealogia cazuffiana.<br />

544<br />

Promesse non mai effettuate. Ita est 6 iulii 1799, ac die 2 maii 1804.<br />

545<br />

Consegnata al servo lo stesso giorno.<br />

170


896. 1794<br />

Al P. Attanasio di Sardagna Guardiano in Borgo.<br />

R.P.S.L.G.C.<br />

Giacché mi si presenta l'opportunità di latore notifico a V.P.R. che nella sera de'<br />

tredici è caduto un fulmine sull'altar maggiore della chiesa di Sardagna, con danno bensì<br />

del medesimo; ma non delle persone divote, che stavano là orando. Iersera poi un altro<br />

fulmine caduto nella casa della vedova Orsola Marzari, nata Molinari, situata in alto<br />

sopra la Corvara di Trento, ha ucciso un ragazzo di nove anni, ed una vacca, ed ha<br />

bruciata interamente la detta casa, la quale fumava eziandio questa mattina. Nella stessa<br />

sera di ieri è caduto un altro fulmine in Mesiano, dove ha rovinato un moraro. Il Signor<br />

Iddio per effetto dell'infinita sua bontà ci preservi da ulteriori mali; mentre io<br />

riverendola resto. Trento 22 luglio 1794.<br />

Di V. P. R. cui aggiungo, che il signor curato di Sardagna (Don Antonio Zanolino)<br />

è in Trento infermo di male, che minaccia cronica: e che per lui sta in Sardagna un P.<br />

Cappuccino Pio Giongo di Trento, perché noi essendo troppo pochi abbiamo dovuto<br />

scusarci.<br />

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Grisostomo.<br />

897. 1794<br />

Al P. Pietro Paolo da Roncegno Guardiano d'Arco. Borgo<br />

R.P.P.C.<br />

Rendo certa la P.S.R. che ho ricevuto l'involtino speditomi: avvisandola nello<br />

stesso tempo, che le copie delle stampe non sono eguali, perché la copia del primo<br />

foglio, che contiene le giunte, e correzioni 546 , sono 26, quelle poi del documento veneto<br />

sono 15 intere, con undici copie della pag. 114 in cui sta il fine del predetto documento.<br />

Non ho subito mandato una copia al signor Conte Pio di Wolckenstein (villeggiante in<br />

Valnera di Povo) 547 . Conserverò le altre appresso di me sino alla di lei venuta, giacché<br />

così Ella stessa potrà avere il contento di distribuirle personalmente. Sebbene debbo<br />

insinuarle, che io non approvo le dette stampe, prima perché non correggono tutti gli<br />

errori conosciuti tra' quali ve ne sono alcuni maggiori de' corretti, e poi perché ne fanno<br />

de' nuovi. Riservo la spiegazione a voce; e frattanto secolei congratulandomi della<br />

molto onorifica sua elezione (in Guardiano d'Arco) la riverisco, e resto. Trento 27 luglio<br />

1794 548 .<br />

Di V.P.R.<br />

Div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Grisostomo.<br />

898. 1794<br />

Al P. Amedeo di Roveredo Vicario. Roveredo.<br />

R.P.P.C.L.I.C.<br />

546 Alle Notizie della Valsugana.<br />

547 Villeggiante per la prima volta nel maso di Valnera già de' baroni Tassi Bordogni, ora de' creditori: poi del<br />

Conte Canonico Francesco Felice Alberti d'Enno. 1795.<br />

548 Partì da Trento per Arco li 9 agosto.<br />

171


Qui compiegata ritroverà la richiesta copia dell'indulto Piano rapporto alla celebre<br />

nostra Indulgenza della Porziuncola 549 . Ho tralasciato la lettera circolare vescovile, con<br />

cui fu spedito ai parrochi, perché non comprende veruna cosa, che non si contenga nel<br />

mentovato indulto, aggiugnendo ella solamente, che da ogni parroco sia pubblicato al<br />

popolo, e che is circa ea, qaue ad hanc Indulgentiam lucrandam sunt necessaria<br />

diligenter isntruatur. Per ispiegare sodamente quell'avverbio longe, questa volta non<br />

basta né il Calepino, né il Barbosa, né verun altro simile autore. Lo spiegheranno il<br />

tempo, e la pratica. Io schivo l'esporre il mio sentimento, e bramo, che non nascano<br />

questioni, e differenze. Il privilegio nostro è di sofferire molto disturbo, ed anche<br />

dispendio. Il tutto sia ad maiorem Dei gloriam, cui per carità mi raccomandi anche<br />

V.P.R. mentre riverendola sono. Trento 8 agosto 1794.<br />

Di V.P.R. cui aggiungo, che il P. Massimo oggidì partito da qui di ritorno a Borgo<br />

la riverisce, ed assicura, che lo servirà circa l'indulto ecc.<br />

Um.mo, obbl.mo servo<br />

Fr. Grisostomo ecc.<br />

Ieridì il nostro P. Agostino s'è portato in Sardagna per fare le veci di quel signor<br />

curato 550 andato alle acque della Val di Sole, non avendo potuto ritrovare un sacerdote<br />

secolare capace. Il curato non è partito da Sardagna, ma quivi ha bevuto le acidole.<br />

899. 1794<br />

Alla sig. Maria Gioseffa Riccioli. Roveredo 551 .<br />

Sia lode a Gesù, e Maria Signori nostri clementissimi.<br />

In questo steso punto ho ricevuto da suor Michelina il foglio di V.R. coll'avviso,<br />

ch'Ella ha ricevuto la mandatale pensione, ma sciolta. e mancante di una petizza.<br />

Ricercata la portatrice, perché avesse portato sciolto il plicco, rispose, che fu rotto<br />

dall'acqua. Stimolata dalla stessa portatrice, che contasse le monete, le contò, e le disse,<br />

che mancava la detta petizza. Per altro suor Michelina si protesta stracertissima, che la<br />

mancanza non deriva da V.R. e la prega di non parlarne punto alla mentovata portatrice,<br />

bastandole, che questo le serva di regola per altre volte.<br />

Mi spiace, ch'eziandio le RR. LL. vadano soggette a disturbi. Siamo al mondo, e<br />

conviene patire voler, o non volere, qualche cosa. Poi andremo in paradiso, dove<br />

staremo sempre benissimo.<br />

Io so, che ho sempre scritto la quietanza molto per tempo, e penso, che sia giunta<br />

costà troppo tardi per mancanza dei latori. Nell'avvenire la scriverò ancora più presto.<br />

Ringrazio V.R. per parte di suor Michelina, colla medesima le riverisco tutte, mi<br />

raccomando, e resto. Trento 8 agosto 1794.<br />

Di V.R.<br />

Div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Giangrisostomo.<br />

900. 1794<br />

Al P. Gianfrancesco da Mechel Guardiano in Cavalese.<br />

R.P.L.I.C.<br />

549<br />

Vide nostrum Kalendarium tridentinum parte secunda, num. 100.<br />

550<br />

Antonio Zanolino di Trento.<br />

551<br />

Andrà ad abitare colle sue compagne dietro la casa dello Sticcotto, pagando d'affitto fiorini 62 annui. Starà<br />

come in un romitorio.<br />

172


Assicuro la P.S.R. che in questo stesso momento ho ricevuto la sportella da Lei<br />

addirizzatami: che ho subito consegnato al mio Padre Guardiano 552 ciò, che stava in essa<br />

per lui; e che proccurerò di rendere servita la magnifica Comunità di Moena colla<br />

maggiore diligenza, e sollecitudine, che potrò, rapporto alle speditemi carte. E senza più<br />

riverendola eziandio per parte del predetto mio Padre Guardiano, che la ringrazia, mi<br />

professo. Trento 29 agosto 1794.<br />

Di S.P.R.<br />

Div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Giangrisostomo.<br />

Nota. Veggasi sotto num. 923.<br />

901. 1794<br />

Al P. Gaetano de' Gottardi da Roveredo 553 . Roveredo.<br />

R.P.P.C.L.I.C.<br />

Monsignor Vicario Generale (Simonalbano Zambaiti) benignamente concede alla<br />

P.S.R. la bramata facoltà d'assolvere non solamente dal Caso sesto nominato, e per una<br />

volta; ma eziandio dagli altri Casi riservati nella nostra diocesi, e per sempre, attesa la<br />

buona informazione, che del di lei zelo, e studio gli ho dato. Bramo, che non mai le<br />

occorra il bisogno di servirsi di così ampia facoltà, perché ciò sarebbe un segno<br />

d'esservi meno peccati di tal sorta: e raccomandandomi al solito, la riverisco, e resto.<br />

Trento 1 settembre 1794.<br />

Di S.P.R.<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

902. 1794<br />

Al P. Sisisnnio Maria da Sanzeno Guardiano in Campo.<br />

R.P.P.C.<br />

In assenza del mio Padre Guardiano andato alla cerca della lana, rispondo io alla<br />

P.S.P. che verrà per servirla il solo Padre Gio. Damasceno, giacché non ci è possibile il<br />

mandargliene due. Tanto mi ha detto, che le risponda eziandio il P. <strong>Provincia</strong>le. Mi<br />

spiace il non poterle dare una risposta conforme alla sua dimanda; e riverendola<br />

divotamente resto. Trento 2 settembre 1794.ùDi S. P. R. cui aggiungo, che il detto P.<br />

Damasceno questa stessa sera porterassi a Vigolo di Baselga sua patria.<br />

F. Giangrisostomo.<br />

902. 1794<br />

Al P. Ilario Casagrande di Bampi Guardiano in Pergine.<br />

R.P.P.C.<br />

Interpretando la mente del mio Padre Guardiano assente accetto senza esitazione<br />

l'impegno di mandare all'Avis nella seconda domenica del corrente mese: e la ringrazio<br />

della opportunissima carità, che si compiace di farci col donarci quel pane. Il consumo,<br />

che si fa qui di tal capo, è sorprendente. La ringrazio dunque un'altra volta; e<br />

pregandogliene la ricompensa dal Signor Iddio, la riverisco, e mi professo. Trento, 2<br />

settembre 1794.<br />

552 Gioachino Besenella da Pressano.<br />

553 Venne all'infermeria di Trento li 19 maggio 1796 e vi morì ai cinque di agosto del 1797, in età d'anni 80.<br />

Venne all'infermeria per cagione della precipitosa ritirata de' tedeschi dall'Italia cacciati dai francesi.<br />

173


Di V.P.R.<br />

Div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Grisostomo.<br />

904. 1794<br />

Al P. Massimo Tovazio da Volano Vicario. Borgo.<br />

Carissimo Fratello sia lodato Gesù Cristo Signor nostro.<br />

Li due del corrente dal convento nostro di Pergine col mezzo di quel carretto ci fu<br />

spedito un infermo forestiero, il quale soltanto ieridì ha proseguito il suo viaggio per<br />

Vienna. Egli fu aiutato dal nostro infermiero F. Abbondanzio, essendo febbricitante. Ha<br />

detto, che gli è venuta la febbre in Grigno: che fu cinque giorni nel convento di Borgo:<br />

che il vostro P. Guardiano lo ha fatto portare sino a Levico. Parlò del medesimo Padre<br />

con espressioni di gratitudine. Qui pure si mostrò umile, e quieto. Disse, ch'è scappato<br />

da Spira per l'invasione de' francesi, e che ora vassene a Vienna per trovare il suo<br />

<strong>Provincia</strong>le Haddick 554 . Fecemi vedere due patenti, o passaporti, uno dell'arcivescovo di<br />

Treveri, ed uno del Breuner ambasciatore austriaco in Venezia. In essi viene nominato<br />

signor Federico barone di Triess da Manheim, del Terz'Ordine di s. Francesco. Mo ha<br />

detto che, conta 69 anni di età, e che fu altre volte nell'Italia, nominatamente a Roma.<br />

Parla italiano francamente, ed ha seco un secolare già cuoco del suo convento, che parla<br />

soltanto la lingua tedesca. Qui fuvvi chi temette di qualche impostura. Per questo bramo<br />

di sapere, se il riferito s'accordi col succeduto costì 555 , massimamente sapendo, che li<br />

due conventi di Arco, e Roveredo hanno proibizione di non alloggiate forestieri 556 . Ho<br />

terminato la stampa del Direttorio monastico, cui seguirà quella dell'altro diocesano.<br />

Tengo una sportella di carte antiche di Moena da trascrivere ad literam. Sono triste, e mi<br />

costeranno non poco tempo, e lavoro. La Madre Regina degli Alberti di Cavalese tiene<br />

in suggezione il P. C. e può tirare poco in lungo 557 . Questa mattina è morto il signor<br />

curato di Cognola don Antonio Pedrotti: ed io temo, che l'elezione del successore verrà<br />

ritardata come quella di Ravina 5<strong>58</strong> . Pregate il Signor Iddio per me, Fratello vostro aff.mo.<br />

Amen. Trento 7 settembre 1794.<br />

905. 1794<br />

Al P. Giuseppe Maria di Masserano Vercellese de' Minori Riformati. Roma. S.<br />

Bonaventura.<br />

R.P.P.C.<br />

Ringrazio vivamente la P.V.R. delle notizie, che s'è compiaciuta di comunicarmi. L<br />

prima, che riguarda il Beato Pietro di Montecchio verrà inserita nel calendario del 1796,<br />

perché quello del 1795 già è stampato. La seconda mi toglie affatto il dubbio circa la<br />

patria, e nazione di F. Giacomantonio da Romagnano 559 ; e la terza mi fa sperare d'aver il<br />

contento di poter presto celebrare la festa del V.P. Leonardo da Porto Maurizio,<br />

quantunque morto a' miei giorni. Mi congratulo con la P.V.R. che abbia il vantaggio di<br />

promuovere la di lui causa 560 , e così farsi un nuovo speciale avvocato appresso sua<br />

554 È vestito con tonaca nera di saia, cappuccio e cordone come un conventuale.<br />

555 S'accorda.<br />

556 In Borgo non v'ha tal divieto. Né pure in Pergine vi è in quest'anno 1797.<br />

557 Morì gli XI.<br />

5<strong>58</strong> Quello di Ravina pigliò il possesso li 28 settembre 1794, dopo quasi quattro anni di vacanza.<br />

559 Fu da Romagnano di Novara.<br />

560 Egli è Postulatore nella causa del V.P. Leonardo, che fu beatificato da Pio sesto in Roma li 14 giugno 1796.<br />

La solennità però venne fatta nella basilica Vaticana li 19 giugno, giorno di domenica.<br />

174


divina Maestà; e ringraziandola un'altra volta de' compartitimi favori, le fo un riverente<br />

inchino, e mi professo. Trento, S. Bernardino 14 settembre 1794.<br />

Di V.P.R.<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Gio. Grisostomo di Volano Minore Riformato.<br />

906. 1794<br />

Al P. Amedeo da Roveredo Vicario. Roveredo.<br />

R.P.P.C.<br />

Sono a recare un nuovo incomodo alla P.V.R. pregandola di voler consegnare al<br />

signor Gasparo Filippo di Roveredo le quattro monete qui rinchiuse, senza dirgli donde<br />

vengano 561 . Importano quattordici fiorini. Una è d'argento, e le tre altre d'oro disuguali<br />

nel valore, giacché una è calante. Confido nella di lei bontà, e carità; e riverendola<br />

divotamente resto. Trento 16 settembre 1794 562 .<br />

Di V.P.R.<br />

Div.mo, obb.mo servo<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

907. 1794<br />

Al P. Niccola Maria Ciani Agostiniano. Arezzo.<br />

R.mo Padre padrone colendissimo.<br />

Due ore in circa innanzi di me la signora Rosa ebbe l'infausta notizia della grave<br />

malattia di V.P.R.ma: e seppe nello stessissimo tempo, che fu scritta eziandio a me.<br />

Quindi avendo mandato a chiedermi la lettera poc'anzi ricevuta, gliela portai subito in<br />

persona, e colla medesima occasione proccurai di mitigarle il giusto cordoglio. Confido<br />

di non averla ingannata; e spero, che nell'Ordinario prossimo la P.V.R.ma potrà<br />

consolarla di proprio pugno con buone nuove. Frattanto l'assicuro, che la raccomanderò<br />

caldamente al Signor Iddio, e che avrò tutta la premura, e attenzione per l'afflitta sua<br />

signora sorella: e pieno di stima, e rispetto riverendola mi professo. Trento, s.<br />

Bernardino 24 settembre 1794.<br />

Di V.P.R.ma<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servidore in Cristo<br />

F. Gio. Grisostomo di Volano.<br />

Nota. La lettera, che ho ricevuto io da Arezzo li 24 settembre, un momento avanti le<br />

undici di mattina, portava data de' 19 settembre, colla soscrizione Gaetano Taccini, ch'è<br />

un signor secolare, fratello di monsignor Vicario Generale di Arezzo. Egli nello stesso<br />

tempo scrisse anche al P. Carlo Valdagni di Pergine sagrestano de' Padri Agostiniani di<br />

s. Marco in Trento, nominato nella lettera scritta a me. La sig. Rosa fu tosto<br />

ragguagliata da lui. Il Taccini li 25 mi ha scritto, che il P. M. è senza febbre da alcuni<br />

giorni, e con una riga lo stesso P. M. lo confermò. Mi giunse il primo d'ottobre. Poi li 2<br />

ottobre il P. M. scrisse alla sorella, ricevuta gli 8. Riscrisse li 23 ricevuta li 29 ottobre.<br />

908. 1794<br />

Al P. Sisinnio Maria da Sanzeno Guardiano a Campo.<br />

R.P.P.C.<br />

561 Sono una ristituzione segreta, che ho proccurato come confessore, cioè un ongaro imperiale. Un ongaro<br />

cremenizero, un ongaro olandese, un quarto di crocetone.<br />

562 Spedita 10 ottobre per Hadr. Ricevuta li 12 0ttobre.<br />

175


L'Ill.mo signor abate Pietro Abbondi rivano mi ha fatto insinuare, che non ha per<br />

anche ricevuto di ritorno quell'antica monetella, che volle farmi portare a Trento<br />

nell'anno 1791. Io sono sicurissimo d'averla spedita a V.P.R. li tre d'agosto del predetto<br />

anno 1791 563 , con una mia letterina introno ad essa, pregandola di volerla ristituire<br />

presto al lodato signor abate. Quindi la prego di notificarmi se l'abbia ricevuta, ed a chi<br />

l'abbia consegnata 564 . Forsi potrebbe, che fossesi smarrita non solamente nel viaggio da<br />

Trento alle Grazie d'Arco; ma eziandio dalle Grazie a Riva. Punto non dubitando della<br />

di lei fedeltà e attenzione, la prego di compatirmi del disturbo, che le reco, e<br />

divotamente riverendola resto. Trento 27 settembre 1794.<br />

Di V.P.R.<br />

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano.<br />

Nota. Anche da questa letteruccia vengo persuaso che giova il tenere registro di<br />

quanto scrivo. Veggasi sopra num. 709.<br />

909. 1794<br />

Alla sig. Anna Teresa Auchentallera. Bolgiano. Schenna.<br />

Sia lodato Gesù Cristo Signor nostro clementissimo.<br />

La prima servita col Direttorio nuovo per l'anno prossimo si è V.R. In quello, che<br />

piacendo al Signor Iddio, comporrò per l'anno 1796, metterò ai 14 di marzo il B. Pietro<br />

da Montecchio confessore nostro del 1304, e fors'anche il B. Leonardo da Porto<br />

Maurizio, giacché sperasi, che alla prossima Pentecoste possa venire annoverato nel<br />

catalogo de' Beati. In quest'anno sono morte due Religiose in s. Chiara, la M. Maria<br />

Filippina Manci di Trento li 29 gennaio: e la M. Maria Regina degli Alberti di Cavalese<br />

gli undici del corrente settembre. De' nostri poi è morto il solo Frate Omobuono<br />

d'Altorivo laico. In Mori è morta la M. Maria Maddalena Fiumi già badessa in s. Carlo.<br />

Della licenza di vestire novizzi non fido parlare. Già saprà come è concepita. In s.<br />

Chiara li 12 agosto ha fatto la sua professa la sig. Bellotta di Borgo 565 . Vi è una<br />

candidata forestiera, ma priva di dote. Io dopo il P. S. Francesco andrò là straordinario<br />

per al terza volta. Sospiro a V.R. ogni vero bene, e la riverisco, dicendomi. Trento, s.<br />

Bernardino 28 settembre 1794.<br />

Di V.R.<br />

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Gio. Grisostomo di Volano.<br />

910. 1794<br />

Alla M. Gioseffa Maria Tomazzoli. S. Chiara.<br />

Gesù, e Maria Signori nostri clementissimi ci benedicano.<br />

La risposta datami da F. Abbondanzio si è, che V.R. con un drappo di flanello<br />

scaldato al fumo di legno ginepro stroffini la parte inferma 566 parecchie volte: e che più<br />

volte al giorno beva un pò 'acqua bollita con del legno parimente di ginepro. Il rimedio<br />

parmi semplicissimo, e non pericoloso. Bramo, che le giovi, e riesca utile: e senza più la<br />

benedico in nome in nome di Gesù, e di Maria Signori nostri benignissimi. Amen. S.<br />

Bernardino 6 ottobre 1794.<br />

563<br />

per mezzo del P. Gioseffantonio da Cles Guardiano di Cles.<br />

564<br />

Mi ha risposto li 22 ottobre 1794 da Campo, che indubitatamente fu da lui ristituita.<br />

565<br />

Suor Maria Teresa.<br />

566<br />

di timpanitide, *cioè di idropisia ventosa.<br />

176


911. 1794<br />

Alla sig. Anna Teresa Auchentallera. Schenna.<br />

Gesù, e Maria.<br />

Alle notizie, che le ho scritto nell'altra mia de' 28 settembre, aggiungone due altre,<br />

ambedue infauste. Una è, che in Cles gli undici del corrente all'improvviso è morto il<br />

nostro P. Cirillo di Revò d'anni 51; e l'altra, che nello stessissimo giorno in Roveredo è<br />

morta improvvisamente la M. Maria Teresa Parisi di Roveredo d'anni 67, ultima<br />

badessa di V.R. in s. Anna. Questa fu ritrovata morta col lume acceso nella sua stanza<br />

quando venne chiamata alla cena. L'altro poi appena poté chiamar, dimandare aiuto.<br />

Simili morti qui non sono rare. Convien dunque star sempre preparati anche per questo.<br />

Preghi Dio per me, che al riverisco, e sono. Trento 19 ottobre 1794 567 .<br />

Suo div. servo<br />

F. Grisostomo.<br />

912. 1794<br />

A monsignor Niccolò Marcacci vescovo di Arezzo.<br />

Ill.mo, e R.mo sig. sig. padrone colendissimo.<br />

Lo straordinario affetto, che nutrisco per il mio fratello Agostiniano, detto P. M.<br />

Niccola Maria Ciani, unito alla certa notizia, che tengo, di essere stato<br />

umanissimamente aggradito il di lui servigio 568 da V.S. Ill.ma, R.ma, spignerei, e mi<br />

rende coraggiosa, onde comparirle innanzi per supplicarla riverentissimamente di una<br />

grazia.<br />

Ho scritto più volte all'accennato mio fratello senza poter avere il contento di<br />

alcuna risposta. Finalmente inteso avendo con mio sommo rammarico, e cordoglio da<br />

lettere del nobile sig. Gaetano Taccini dirette ad un Padre Agostiniano, ed al mio Padre<br />

confessore, 569 che nello scaduto agosto fu assalito, e sopraffatto da una febbre gagliarda,<br />

scrissi subito allo stesso fratello, ed al Padre Priore di cotesti Agostiniani, e poi anche al<br />

signor Taccini; ma finora non ho ricevuto altro, che una lettera secca del fratello con<br />

data dei due del corrente, senza verun motto della di lui malattia, e senza veruna risposta<br />

alle mie.<br />

Io dunque temendo fortemente di qualche grave ricaduta, e di perdere il tempo<br />

scrivendo ad altri, ardisco di supplicare la bontà di V.S. Ill.ma, e R.ma, che voglia<br />

degnarsi di commettere a qualche suo segretario darmi un sincero, e distinto ragguaglio<br />

dello stato presente del predetto mio fratello. E sperando di venire favorita, e graziata, le<br />

chiedo centomila scuse del forse troppo avanzato mio ardimento, e col più profondo<br />

rispetto le bacio il lembo della sacra vesta.<br />

Di V.S.Ill.ma, e R.ma<br />

Trento 25 ottobre 1794<br />

Um.ma, div.ma, osseq.ma serva<br />

Maria Rosa Ciani.<br />

Fuori.<br />

All'Illmo, e R.mo sig. sig. padrone colendissimo<br />

Monsignor Niccolò Marcacci<br />

degnissimo Vescovo di Arezzo, principe<br />

567 Consegnato col Direttorio al Pot maranese li 21 ottobre.<br />

568 Lo ha servito insegnando la teologia nel seminario vescovile.<br />

569 Confessore, cioè a me.<br />

177


del S.R.I. Conte di Cesa etc. etc.<br />

Mantova<br />

Fiorenza<br />

Arezzo 570 .<br />

Nota. Mons. Niccolò Marcacci è nato in San Cassiano della diocesi di Pisa li 26<br />

luglio 1739. Fu vescovo di Borgo San Sepolcro nella Toscana fiorentina dai 4 di marzo<br />

1771, e poi di Arezzo dopo il 1777 ed avanti l'anno 1781. Il vescovo moderno di Arezzo<br />

s'intitola principe del Sacro Romano Impero, Conte di Cesa, ed ha l'uso del pallio per<br />

indulto di Papa Benedetto XIII siccome avvisa la istoria moderna di tutti i popoli del<br />

mondo to. 21, edit. Venetae 1757, pag. 118. Egli va esente dalla giurisdizione<br />

dell'arcivescovo, come imparo dai Diari di Fiorenza, e di Siena degli anni 1773 e 1777.<br />

Il Marcacci è un perlato apostolico di buona dottrina, estimatore del P. Ciani, e contrario<br />

ai sentimenti dell'empio vescovo Scipione Ricci. Presentemente sta in campagna.<br />

913. 1794<br />

Al sig. Antonio Patuzzi. Roveredo.<br />

Riveritissimo signor Antonio.<br />

Finalmente ai 24 di questo da S.E. Conte Pio di Wolckenstein capitano di Trento,<br />

cui mi sono insinuata senza verun ritardo mi giunse il grato avviso di V.S. 571 , ho ricevuto<br />

in iscritto la contenenza del rescritto sovrano segnato li cinque dello scorso settembre,<br />

col quale mi viene clementissimamente rimessa intera la pensione da principio<br />

assegnatami di fiorini 150 annui 572 . Di tal grazia io mi confesso debitrice, dopo Dio, alla<br />

carità di V.S. e perciò la ringrazio di tutto cuore, e gliene prego, e pregherò sempre dal<br />

medesimo Dio Signor nostro clementissimo la meritata copiosa ricompensa: nello stesso<br />

tempo assicurandola, che quando avrò il vantaggio e contento di goderla, e di ricevere il<br />

primo quartale accresciuto, proccurerò non solamente di rimetterle i danni sofferti per<br />

cagion mia; ma eziandio di darle un effettivo contrassegno della doverosa mia<br />

gratitudine: come pure di far quanto Ella mi suggerirà con quel buon signore, che da Lei<br />

fu per me utilmente impiegato, ed incomodato. Frattanto ringraziandola un'altra volta, la<br />

riverisco divotissimamente colle sue signore sorelle 573 , e con inalterabile sentimento mi<br />

dichiaro, e protesto. Trento, ai Molini di s. Bernardino 27 ottobre 1794.<br />

Di V.S.<br />

Div.ma, obbl.ma serva<br />

Michelina Dorotea Tommasi.<br />

Fuori.<br />

Al Molto Ill.tre sig. e Padrone colendissimo<br />

Il sig. Antonio Patuzzi<br />

Roveredo 574 .<br />

914. 1794<br />

Al P. Giangiuseppe da Canzolino. Mezzo Lombardo.<br />

R.P.S.L.G.C.<br />

570<br />

L'almanacco fiorentino del 1773, p. 107,mette Arezzo con un solo r.; altri scrivono Arrezzo.<br />

571<br />

Scritto gli 11.<br />

572<br />

Scritto dato li 20.<br />

573<br />

Anna sorella.<br />

574<br />

Spedita li 4 novembre per mezzo di F. Umile Pedotto.<br />

178


Faccia sapere al R.S.D. Giovanni Styglmayr canonico michelitano, che nel<br />

Direttorio diocesano dl prossimo 1795 non ho fatto alcuna novità, la quale possa servire<br />

per il di lui Collegio. Circa poi la questione, che riguarda l'uso della stola, rispondo a<br />

quei RR. sacerdoti, li quali dicono doversi adoperare al vespro solamente quando si usa<br />

il camice, che io pure sono costretto dire altrettanto, perché così trovo prescritto dai<br />

libri rituali. In fatti il cerimoniale de' vescovi lib. 2, cap. 2, num. 4, parlando de' vespri<br />

solenni coram episcopo, dice: Canonicus hebdomadarius indutus amictu, et pluviali<br />

supra cottam, seu rocchettum, si illo utatur, totum officium faciet, senza rammentare la<br />

stola. Il Gavanto, sect. 10, cap. 3, num. 8, de vesperis solemnibus, ha: Paratur celebrans<br />

pluviali super cottam sine stola. Neque tamen improbamus Regularium ritus, qui<br />

pluviale induunt super amictum, albam, cingulum, et stolam in modum crucis ante<br />

pectus 575 . Gerlaco Vinitore in Compendio sacrorum rituum stampato in Colonia l'anno<br />

1685, parte 3, tit. 1, de vesperis solemnibus parimente scrive: Sacerdos hebdomadarius<br />

pluviali supra superpelliceum ine stola, aut etiam super amictum, albam, cingulum, et<br />

stolam in modum crucis ante pectus indutus. Finalmente il cerimoniale dell'Ordine<br />

nostro stampato in Roma l'anno 1640, pag. 94, Celebrans paratur pluviali super cottam<br />

sine stola, vel ubi est consuetudo,super amictum, albam, cingulum, et stolam.<br />

Malgrado però tutte queste autorità io ardisco dire, che non disapprovo la pratica<br />

inveterata e comune della nostra diocesi, di cantare i vespri colla stola sopra la cotta: il<br />

che secondo il Rituale romano fassi anche nelle processioni, nei funerali, nelle<br />

benedizioni ecc. E lusingandomi d'aver detto abbastanza, la riverisco, e resto. Trento 31<br />

ottobre 1794.<br />

Di V.P.R.<br />

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano.<br />

915. 1794<br />

Al P. Udalrico Graff da Traspo. Arco. Le Grazie.<br />

R.P.P.C.<br />

Per mezzo del P. Sisinnio Maria Guardiano di campo, quando ritrovavasi costì alle<br />

Grazie, con data de' 31 luglio 1791 ho rimandato sicurissimamente all'Ill.mo signor<br />

abate Pietro Abbondi quell'antica monetella, che ad onta della mia ripugnanza volle<br />

farmi portare a Trento allorché nello stesso luglio vi ritornai dopo d'avere terminate le<br />

mie incombenze rivane. Con dispiacere ho inteso ultimamente, che suppone di non<br />

averla per anche ricevuta di ritorno. Quindi avendo scritto al detto Padre Guardiano, ho<br />

ricevuto per risposta, che indubitatamente fu da lui ristituita al lodato signor abate 576 , e<br />

che gli pare di aver ciò fatto per mezzo di V.P.R. La prego dunque, che voglia avere la<br />

bontà di scusarmi appresso il detto signor abate; aggiugnendogli, che la monetella,<br />

secondo il sentimento di un orefice di questa città, non fu originale, né di argento, ma di<br />

composizione. E sperando di venir favorito, e compatito, li riverisco entrambi, e resto.<br />

Trento 8 novembre 1794.<br />

Di V.P.R.<br />

Div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

575 Anche il dottor Gianfrancesco Pivati nel suo Dizionario scientifico To. 10, edit. Ven. 1751, verbo Vespero,<br />

pag. 296 dice che, il Celebrante vestito di cotta, e piviale senza stola, ma se si mette il camice porta la stola incrociata<br />

dinanzi al petto. Cita il Gavanto, ed il Cerimoniale.<br />

576 Supra num. 908.<br />

179


916. 1794<br />

Alla sig. Petronilla dalla Valle. Cles.<br />

Molto illustre sig e padrona colendissima. S.L.G.C.S.N.<br />

Da una clesiana dimorante in questa città 577 sono stato stimolato più volte di scrivere<br />

a V.S. molto illustre, perché sa, ch'essa desidera da me qualche conforto, temendo di<br />

presto morire. Onde secolei mi congratulo piuttosto che condolermi, se ha la sorte di<br />

presto sloggiare da questa valle di lagrime. Siamo creati per il paradiso: a tal fine siamo<br />

stati redenti,ed arricchiti di tanti doni. Là stanno aspettandoci li Santi Patriarchi, Profeti,<br />

Apostoli, Martiri, Confessori, Vergini, e Penitenti. Là ci aspetta Maria Santissima nostra<br />

Madre, Gesù Cristo nostro Redentore, Iddio nostro Padre. Tutti sono disposti, e pronti<br />

per aiutarci, e darci mano in così fatto viaggio. Ella dunque brami di presto uscire dai<br />

pericoli di questo mondo, e di andare alla patria beata. Pensi ai vantaggi, che godrà in<br />

essa: e se teme il giudicio, cui dovrà soggiacere indispensabilmente nel punto della<br />

morte, lo prevenga col pentirsi de' suoi trascorsi: ne dimandi perdono, e scusa, e confidi<br />

d'ottenerla, sapendo, che il Giudice è insieme Padre, e Padre infinitamente buono, e<br />

misericordioso. Stia ogni giorno preparata per tal passaggio, facendo frequentemente<br />

atti di fede, speranza, carità, contrizione: confessandosi sempre, e comunicandosi come<br />

per morire, ed esercitandosi nella pazienza, nell'umiltà, e nelle altre virtù cristiane ogni<br />

giorno come se fosse per mancarle il tempio di praticarle nel seguente. Così facendo<br />

Ella non farà altro, che il suo dovere,ed io le prometto una buona morte, dopo la quale<br />

seguirà una vita felice e beata. Finisco perché non ho tempo da scrivere di più, e non so<br />

precisamente quali sieno le di Lei angustie spirituali: aggiugnendole soltanto, che<br />

ubbidisca, e rimettasi al giudicio del suo Padre spirituale in tutte le sue perplessità 578 : e<br />

sospirandole una copiosa benedizione di Dio signor nostro clementissimo, la riverisco,<br />

e resto. Trento, s. Bernardino 12 novembre 1794 579 .<br />

Di V.S.M. o Ill. re<br />

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano.<br />

Questa signora, che vive celibe, fu mia penitente negli anni 1769, 1770, e 1773 in<br />

Cles, dove cessò di vivere ai 30 dicembre del 1796.<br />

917. 1794<br />

Alla sig. Maria Aloisia Schmidlin ex Clarissa. Roveredo.<br />

Sia lodato Gesù Cristo Signor nostro clementissimo.<br />

A nome di suor Michelina ringrazio V.R. del quartale, che le ha spedito, e<br />

l'assicuro, che si confessa loro molto tenuta, ed obbligata, e la prega, che vogliano<br />

continuarle la loro carità. Rapporto a quella putta mi ha detto, che avendole dato il<br />

quartale sciolto, lo ha ritrovato mancante di una petizza, come scrissi un'altra volta,<br />

coll'avviso, che più non se ne parlasse. La medesima putta è ritornata da Suor Michelina<br />

lamentandosi come se fosse stata tacciata infedele; ma Suor Michelina le ha risposto,che<br />

non la ha tacciata per tale: ed infatti non la taccia; ma dice soltanto, che mancò la detta<br />

petizza, e prega nuovamente V.R. di non parlarne. Bensì non sa donde avvenuto sia, che<br />

questo quartale non sia stato accresciuto attesa la sovrana risoluzione accennata nel<br />

foglio, di cui le mando una copia fedele, ricevuto ai 24 di ottobre, 32 giorni dopo scritta<br />

577 Moglie di Sebastiano fabbro ferraio presso la Porta di s. Croce in Borgonuovo di Trento, nativa di Fondo.<br />

578 È presentemente il Padre Cesario de' Paoli da Melombardo.<br />

579 Consegnata alla donna li 17 novembre.<br />

180


la quietanza ultima, fatta sul formolare antico. Se il sig. amministratore avesse chiesto<br />

una nuova quietanza, gli sarebbe stata spedita. Certamente quella, che seguirà, sarà fatta<br />

a norma della menzionata clementissima risoluzione. Frattanto brama d'intendere, come<br />

possa conseguire l'accrescimento corrispondente a qu7asi due mesi passati: e<br />

pregandola di compatire l'incomodo, la riverisco, e resto. Trento 15 novembre 1794 <strong>58</strong>0 .<br />

Suo div.mo servo F. Crisostomo.<br />

Copia. A Michelina Tomasi.<br />

Sua Maestà imperiale regia apostolica in considerazione della mancanza dimostrata<br />

dai mezzi di sussistenza della medesima, e del suo stato infermiccio di salute, si è con<br />

cesareo decreto dei 5 passato clementissimamente compiaciuta di rimetterla dal dato di<br />

tale sovrana rissoluzione (sic) al godimento dell'intiera pensione di fiorini 150 annui.<br />

Si notifica però ad essa tale clementissima rissoluzione per sua regola, e conforto,<br />

facendogli contemporaneamente sapere, che gl'imperial regio Ufficio Circola


Al signor don Felice Conci di Maleto, curato di Piazzola in Rabbi <strong>58</strong>1 .<br />

Molto illustre e molto rev. sig. sig. padrone colendissimo.<br />

Ai quesiti propostomi da V.S. molto illustre, e molto R.nda rispondo<br />

succintamente, e senza citare alcuno <strong>58</strong>2 , ch'Ella può e deve celebrare la festa del titolare<br />

della sua chiesa <strong>58</strong>3 : ed anche celebrarla sotto il rito doppio di prima classe con ottava,<br />

come vedrà nell'Appendice, che qui compiegata le trasmetto, la quale mutatis mutandis<br />

potrà esserle di uso eziandio negli anni, che seguiranno. Ho assegnato un officio<br />

comune della Madonna, perché il proprio de Translatione almae domus, che trovasi al<br />

fine de' Breviari recenti stampati nell'Italia <strong>58</strong>4 , non può usarsi senza uno speciale indulto<br />

della Santa Sede. Circa poi la funzione,che ai sedici di maggio fassi nella di Lei chiesa<br />

coll'intervento del R.mo signor arciprete <strong>58</strong>5 , per esservi una statuetta di s. Giovanni<br />

Nepomuceno su d'un altarino laterale, aggiungo, che facciasi l'officio col rito comune,<br />

ut in Directorio, e soltanto nella Messa solenne a quell'altarino si dica il Credo anche<br />

quando non vada detto nelle altre Messe. Con questo mi lusingo d'aver soddisfatto ai<br />

quesiti propostimi: e facendole una divotissima riverenza mi professo. Trento 27<br />

novembre 1794.<br />

Di V.S. M. to illustre e M. to R.nda<br />

Um.mo, div.mo, ossq.mo servidore<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

920. 1794<br />

Al sig. Conte Bartolommeo di Terlago de Fati Tabarelli. Trento.<br />

Ill.mo sig. sig. e padrone graziosissimo.<br />

Senza verun indugio, così esigendo le obbligazioni singolari, che professo a V.S.<br />

Ill.ma, ho fatto la copia colla soscrizione, che in questa stessa sera si è degnata di<br />

chiedermi, e che ho l'honore di qui presentarle. Soltanto per supplire in qualche modo<br />

alla mancanza di non essere notaio pubblico, ed autentico, mi sono indotto ad<br />

aggiugnere dei titoli all'oscurissimo mio nome. Varranno quanto potranno. Se non altro<br />

una così fatta scrittura potrà servire a V.S.Ill.ma per un, sebben tenuisssimo<br />

contrassegno del profondo, ed inalterabile rispetto, con cui riverendola, insieme<br />

coll'Ill.ma signora contessa sua consorte <strong>58</strong>6 , passo a dichiararmi. Di s. Bernardino 17<br />

dicembre 1794.<br />

Di V.S.Ill.ma<br />

Umil.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

Nota. La scrittura è nel mio To.4 Compend. diplom. num. 834.<br />

921. 1794<br />

Al P. Antonio Sebastiani Agostiniano. Trento <strong>58</strong>7 .<br />

<strong>58</strong>1<br />

In Clerologio 1793 dic, aetatis an. 36.<br />

<strong>58</strong>2<br />

Videsis Cavalieri To. 1, decr. 26, n. 16.<br />

<strong>58</strong>3<br />

La Madonna di Loreto li 10 dicembre.<br />

<strong>58</strong>4<br />

Cioè quella dell'Annunziata intero, colla Messa Rorate votiva.<br />

<strong>58</strong>5<br />

Arciprete maletano.<br />

<strong>58</strong>6<br />

Costanza de' Conti di Dresseno vicentina mia penitente.<br />

<strong>58</strong>7<br />

Nato in Pergine li 10 nov. 1753 da Giandomenico Sebastiani oiondo da Palù verlano, detto Vincenzo Andrea<br />

Francesco. Vestito mio novizio in Arco 25 maggio 1771 col nome di F. Pietro Giuseppe. Svestito in Melombardo 5<br />

settembre 1773 non professo. Poi soldato nella Polonia. Indi Agostiniano ivi. Finalmente andando nell'Italia fu<br />

182


M.R.P.<br />

F. Giangrisostomo lunedì dopo il pranzo da qualche ora, probabilmente tarda, gli<br />

farà una visita per il fine, che già sa. E frattanto lo riverisce. S. Bernardino 20 dicembre<br />

1794. Sabato.<br />

Fuori.<br />

Per il M.R.P. Antonio Sebastiani. Agostiniano.<br />

Trento<br />

S. Marco.<br />

Nota. Questo Padre fu mio novizio in Arco nel 1771 e 1772, ed ora è mio penitente<br />

infermo etico. È morto il dieci giugno 1795 e fu seppellito gli undici a s. Francesco di<br />

mattina, in età d'anni 42. Fu il primo Regolare sepolto al cimitero comune. Morì alle<br />

undici di notte venendo il giorno decimo.<br />

922. 1795<br />

Al sig. abate Antonio Emmanuele Conte Sardagna di Hochenstein, e Neoburg.<br />

Trento.<br />

Ill.mo sig. sig. a padrone graziosissimo.<br />

Egli è stato un mero effetto della gentilezza ed umanità singolare di V.S.Ill.ma, che<br />

s'è degnata di regalarmi quella sua divota, ed elegante poesia <strong>58</strong>8 . Perciò la ringrazio<br />

sinceramente; e bramando di potere in qualche modo con fatti contestarle la stima, e<br />

venerazione, che meritamente le professo, la prego de' miei più umili ossequi all'ill.ma<br />

signora contessa madre (Felicita nata Cosmi di Roveredo) <strong>58</strong>9 ed all'ill.mo signor Conte<br />

fratello Prospero, e mi do l'onore do soscrivermi. Di s. Bernardino 7 gennaio 1795.<br />

Di V.S.Ill.ma<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

923. 1795<br />

Al P. Gianfrancesco da Mechel Guardiano. Cavalese.<br />

R.P.P.C.<br />

Rimando fedelmente le carte della Comunità di Moena, che la P.S.R. mi ha<br />

indirizzato, insieme con le copie, che ho fatto delle medesime. Sono stato tanto tardo,<br />

perché ho molto penuriato di tempo, cosicché in fine ho dovuto risolvermi di lavorare<br />

intorno ad esse più di notte, che di giorno. Le ho messe in forma di libro, acciocché<br />

possano leggersi più facilmente, e meglio conservarsi 590 . Ho fatto quello, che ho potuto,<br />

e che ho giudicato più proprio, e più espediente. Desidero, che la mia non picciola fatica<br />

incontri l'aggradimento dell'accennata magnifica Comunità: e raccomandandomi alle<br />

fervorose orazioni di s. P.R. la riverisco, e resto. Trento 7 gennaio 1795 591 .<br />

Di S.P.R.<br />

Div.mo, obbl.mo servo<br />

fermato a Trento, dove non poté ottenere la figliuolanza. Diventò etico per un raffreddore venutogli nell'anno scorso.<br />

Fu chierico secolare dopo d'esser uscito da noi.<br />

<strong>58</strong>8 Sonetto celebrando la prima s. Messa l'Ill.mo signor abate Carlo Sardagna de Hochensten, suo cugino<br />

stampato nel dicembre del 1794. La Messa fu cantata in Metodesco li 28 dicembre.<br />

<strong>58</strong>9 Mia penitente straordinaria.<br />

590 Documenti antichi dell'ospitale di san Pellegrino appresso Moena in Fiemme. In Trento 1794, in 4°, pagg.<br />

168, oltre le premesse di pagine XXXVIII. Il libraio legatore ha voluto soldi 25. La Communità ha dato 43 libbre di<br />

butiro per riconoscenza. Onde ecc.<br />

591 Spedita 19 per il Terziario G. M.<br />

183


F. Giangrisostomo da Volano.<br />

924. 1795<br />

Al P. Massimo Tovazio da Volano Vicario. Borgo.<br />

Carissimo Fratello sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro.<br />

Non avendo alcun riscontro di Voi, suppongo e spero, che ora stiate bene, almeno<br />

rispettivamente alla vostra complessione. Non così posso riferirvi rapporto a quelli di<br />

Volano. Don Benedetto con data dei quattro del corrente mi ha recato la spiacevole<br />

notizia, che don Francesco, dopo d'avere nell'ottobre scaduto superata una grande<br />

acrimonia del sangue, che lo mise in pericolo della vita, nel giorno trentesimo dello<br />

scorso dicembre fu sorpreso da un acutissimo reuma sotto al petto, minacciante al capo,<br />

con febbre infiammatoria. Dopo quattro cacciate di sangue, ed altre diligenze mediche<br />

fu ancora in pericolo di soccombere: e soltanto nel detto giorno quarto, per altro tenuto<br />

da' medici per micidiale, ha dato qualche poco di buona speranza. Egli brama, che lo<br />

raccomandiamo al Signor Iddio. Perciò ve ne do parte anche a nome dello stesso<br />

infermo, e di don Benedetto; e confido, che lo farete di tutto cuore. Diventiamo tutti<br />

vecchi, e ci andiamo di buon passo avvicinando al fine de' nostri giorni. Forse sarà<br />

meglio per noi il partire di qui presto avanti che vengano i francesi, od altri simili<br />

disturbatori della pace 592 . Se riceverò altre notizie interessanti, avrò premura di<br />

participarvele. Intanto vi abbraccio con fraterno affetto, e vi sospiro ogni desiderabile<br />

contentezza. Amen. Trento 8 gennaio 1795.<br />

925. 1795<br />

Al P. Giuseppe Antonio Dusino di Cles Guardiano. Cles.<br />

R.P. in Cristo padrone colendissimo.<br />

Questi signori Gottardi mi hanno messo nell'impegno di pregare la P.S.R. d'un<br />

favore. Dicono, che il fu loro signor Padre ha dato molte carte di Casa sua alla buona<br />

memoria dell'Ill.mo signor consigliere barone Cristani di Rallo, e ch'esse non sono<br />

ancora ritornate all'antica loro nicchia. Perciò aggradirebbero assaissimo se la P.S.R.<br />

significasse riverentemente all'Ill.mo signor Carlo Andrea barone Cristani, degnissimo<br />

figlio del defunto consigliere 593 , la brama, che tengono di riaverle. Io dunque la prego di<br />

questo favore, qualora giudichi di poterlo fare senza la minima offesa del lodato signor<br />

barone: e sperando di venir esaudito, la riverisco, e resto. Trento 8 gennaio 1795.<br />

Di S.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano.<br />

Vedi sotto num. 932.<br />

926. 1795<br />

Alla sig. Anna Teresa Auchentallera. Schenna.<br />

Sia lode a Gesù, e Maria Signori nostri clementissimi.<br />

Ringrazio V.R. della sua carità, e le rinnuovo le mie proteste. Di nuovo non ho<br />

altro, se non agli undici di ottobre in Cles è morto il nostro P. Cirillo da Revò. Qui la<br />

neve alta straordinariamente, ha disturbato le divozioni natalizie, tantoché molti, e molte<br />

neppur hanno potuto andare alla chiesa per ascoltare la Santa Messa. Le acque poi<br />

592 Verranno questi nel 1796, 1797, 1801.<br />

593 Morto in Rallo li 21 aprile 1785 d'anni 86. Fu consigliere in Trento, ma poco tempo perché s'infermò. Abitò<br />

in Casa Donati a s. Benedetto. Il P. Dusino con data de' 3 febbraio mi ha risposto, che dal barone Giovanni Andrea<br />

Cristiani ha ricevuto in risposta, di non aver mai trovato carte di ragione de' signori Gottardi.<br />

184


succedute alla neve, hanno recato de' danni notabili in parecchi luoghi, ed anche<br />

annegate alcune persone e bestie. Il freddo intenso dura tuttavia, e la neve se ne sta<br />

immobile come le pietre. Aggiungo, che nel primo giorno del corrente anno, festa della<br />

Circoncisione di Nostro Signore Gesù Cristo, da mano sacrilega fu mozzato un piede al<br />

nostro Crocifisso grande, che sta di rimpetto alla porta del convento. Il simile fu fatto<br />

anche al Crocifisso di pietra, che trovasi al ponte della Fersina fuori di Trento, nello<br />

scorso settembre. Quanto stiamo male! Preghi Sua Divina Maestà perché guardi dal<br />

Cielo e ci aiuti, mentre io riverendola mi dico. Trento, s. Bernardino 9 gennaio 1795 594 .<br />

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano.<br />

927. 1795<br />

Al sig. Benvenuti di Trento, dimorante in Vienna.<br />

Io sottoscritto attesto, e fo fede a chiunque, che il signor Giuseppe Benvenuti di<br />

Trento 595 nell'anno scorso, e nel corrente ha fatto parecchie volte appresso di me la sua<br />

confessione sacramentale. In fede di che ho scritto il presente di proprio pugno, l'ho<br />

munito del mio solito sigillo, e l'ho dato dal convento di san Bernardino fuori di Trento<br />

li dieci del mese di gennaio l'anno 1795.<br />

L.+S. F. Gio. Crisostomo di Volano<br />

Vicario de' Minori Riformati<br />

di san Francesco.<br />

Il detto signor Giuseppe quondam Giambattista Benvenuti mercante di tabacco in<br />

Trento, nella Contrada di san Pietro, ha un zio, ed un fratello in Vienna. Spera di<br />

ereditare dal prefato suo zio, presso del quale fu infamato. Per altro egli ora è nelle mani<br />

de' suoi creditori. Ha per moglie Marianna una sorella del signor Lorenzo dal Lago di<br />

Cles 596 , con figli, e figlie. Il Prete Simone Benvenuti d'anni 40 è di lui fratello.<br />

928. 1795<br />

Alla sig. Anna Teresa Auchentallera. Schenna.<br />

Molto illustre sig. padrona colendissima sia lodato Gesù Cristo.<br />

Dopo d'averle scritto un'altra mia, con cui la ho ringraziata della sua carità, sono<br />

stato incombenzato dalla M. Maria Crocifissa Lupi di risponderle, che non può servirla<br />

rapporto a quanto brama, cioè di poter levare la sua pensione in Bolgiano dal signor<br />

Giuseppe Platner agente di questo nostro vescovo. Le aggiungo poi io, che debbono<br />

ricorrere anche le tre soppresse 597 , che stanno qui, sebbene della diocesi, e signoria<br />

trentina. Per quanto mi sovviene sei sole ricevono la pensione dal detto vescovo.<br />

Dunque porti pazienza, e preghi Dio Signor nostro, che tenga lontane le disgrazie, che<br />

potrebbero ancora succederci. Mando la presente per la posta, perché leggo, che<br />

l'aspetta ansiosamente, e senza ritardo. Mi spiace, che non posso renderla consolata; e<br />

riverendola resto. Trento 13 gennaio 1795 598 .<br />

Suo div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

594<br />

Spedita li 19 gennaio.<br />

595<br />

Questi è morto in Trento sotto il castello li 23 dicembre 1805.<br />

596<br />

Figlia del quondam sig. Leonardo dal Lago<br />

597<br />

Alberti, Bozzi, Tommasi.<br />

598<br />

Li 4 febbraio ho ricevuto una lettera della stessa sig. data da Schenna li 13 gennaio 1795, con cui mi ricerca<br />

le risposte già date.<br />

185


929. 1795<br />

Al signor Antonio Patuzzi. Roveredo.<br />

Riveritissimo signor Antonio.<br />

Malgrado la grazia ottenuta per mezzo di V.S., il quartale ultimamente ricevuto fu<br />

come i precedenti. Ieri però mi è pervenuta da Roveredo una formola di attestato, o sia<br />

quittanza per avere l'accrescimento accordatomi cominciante ai cinque di settembre.<br />

Domani lo rispedirò in forma autentica, e quando riceverò il danaro mi ricorderò della<br />

promessa. Mi viene scritto, che il sig. amministratore vuole qualche buona mano; e<br />

quindi vorrei sapere da V. S. come possa diportarmi, e se il signore impiegato da Lei<br />

sia un altro diverso dal detto signor amministratore 599 . Io son povera, e non posso far<br />

altro, che lasciar loro tutto il suddetto accrescimento, che consiste in soli fiorini sette, e<br />

carantani quarantasei. Vorrei, che a Lei toccasse più che ad ogni altro. La prego dunque<br />

di farmi anche questo favore, non avendo altri con cui consigliarmi. Scusi tanti disturbi,<br />

che le reco: e riverendola colle sue signore sorelle mi dico. Trento 13 gennaio 1795 600 .<br />

Di V.S. Div.ma, obbl.ma serva<br />

Michelina Tommasi.<br />

930. 1795<br />

Alla sig. Maria Aloisia Schmidlin. Roveredo.<br />

Sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro clementissimo.<br />

Nuovamente Suor Michelina ringrazia, e prega la R.V. Circa poi il P. <strong>Provincia</strong>le la<br />

cosa fu, ch'egli ha scritto non già per la Michelina; ma per la Bozza: e quindi la<br />

Michelina nulla seppe. Essa è intenzionata di regalare anche il signor amministratore<br />

(Zollenstein) giacché esso così vuole; ma teme di non poter estendersi molto, per essere<br />

povera. Su di questo brama, che V.R. le dia qualche istruzione. Da qualche tempo in<br />

qua si trova molto malconcia, e non sa come rimettersi. Io non ho mai sentito, che abbia<br />

detto, non esserle mai stata mandata intera la pensione: anzi ho sentito, che sempre ha<br />

ricevuto tutto quello, che le toccava, eccettuata quella sola volta della petizza. Dunque<br />

V.R. non faccia caso alcuno del detto di quella putta, e continui la sua carità. La<br />

riverisco insieme colle sue compagne, anche a nome della detta Michelina, e resto.<br />

Trento 13 gennaio 1795.<br />

Suo div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

931. 1795<br />

Al sig. don Giuseppe Bartolommeo Rosa di Trento, cappellano in Avis.<br />

M.R.S.<br />

Per rispondere fondatamente alla propostami questione, se nella Messa solenne coi<br />

Leviti, e coll'assistente, o sia padrino, il suddiacono, tenendo nella mano sotto il velo<br />

umerale la patena, debba salire su la predella, ed andare al fianco sinistro del celebrante<br />

per dire con esso il Sanctus, ho consultato dieci autori, e sono stato assicurato, che deve<br />

salire. Eglino sono:<br />

Il Messale romano in Ritu celebrandi Missam tit. 7, num. 11.<br />

599 All'amministratore Zollenstein fu data una libbra di cioccolata dalle soppresse roveretane per la Michelina,<br />

comprata con troni quattro del quartale. Al medesimo furono dati anche carentani 59. Per lettere Gov. car. 40. Per<br />

lettere auliche car. 3. Lettere circolari car. 15.<br />

600 Risposta 18. Ricevuta 23.<br />

186


Il Gavanto parte 2, tit. 7, rubr. 11.<br />

Il Merato ibidem, num. 81, et 82.<br />

Gerlaco Vinitore coloniese in Compendio sacrotum Rituum edit. 3, Coloniae<br />

Agrippinae 1685, pag. 503.<br />

Il Cerimoniale dell'Ordine nostro stampato in Roma l'anno 1640, pag. 52.<br />

Il Cerimoniale della nostra <strong>Provincia</strong> milanese, stampato nell'anno 1744, pag. 120,<br />

num. 500, et pag. 135, num. 543.<br />

Il Cerimoniale della nostra <strong>Provincia</strong> torinese, stampato nell'anno 1769, pag. 88.<br />

Il Cerimoniale di questa nostra <strong>Provincia</strong> trentina, stampato nel 1742, pag. 104,<br />

num. 213.<br />

L'anonimo pavese autore del libro intitolato: Sacre cerimonie ecclesiastiche per il<br />

gran sacrifizio della santa Messa, ristampato la quarta volta in Pavia l'anno 17<strong>58</strong>, pag.<br />

264, num. 8.<br />

Il Cavalieri To. V, cap. 15, num. 68, edit. Venetae 17<strong>58</strong>.<br />

Credo soverchio il trascrivere i loro detti, essendo tutti chiari, ed uniformi.<br />

Tralascio pure la risposta, che dà il Gavanto alla rubrica inserita nel Messale stampato<br />

in Roma l'anno 1621, e quanto dice il Merato contra Niccolao di Brailon parigino del<br />

1648, e contra il decreto allegato da Gio. Maria Turrino romano del 1681,<br />

ristringendomi a riferire solamente quello, che scrive il Cavalieri loco cit. num. 69,<br />

giacché comprende il detto degli altri, e lo conferma. Eccolo: "Subdiaconum quando<br />

patenam tenet, accedere non debere ad altare, Merato teste part. 2, tit. 7, num. 82, fert<br />

consuetudo basilicarum Urbis, quae cum innixa maneat cuidam rubricae additae Missali<br />

Romae edito anno 1621, nec non decreto S.C.R. 13 ianuarii 1674, quod Turrin. part. 1,<br />

sect. 2, cap. 2 statuisse refert, praefatam consuetudinem servari posse, etiam generali<br />

neglecta rubrica, servari posse videtur. Verum, cum nos Gavantus part. 2, tit. 7, num.<br />

11, littera F, diserte moneat, quod additio illa facta fuit absque superiorum auctoritate, et<br />

Meratus allegatum a Turrino decretum non reperiri asserat in S.R. Congregationis<br />

regestis, et omnino esse supposititium, nos ecclesias dispensare non possumus ab<br />

observantia rubricae generalis sub. tit. 7, num. 11 quae de diacono, et subdiacono<br />

loquens, diserte statuit: et paulo antequam dicatur Sanctus accedunt ad altare, ubi cum<br />

celebrante sequuntur usque ad Canonem. Quod libentiores, sic observandum ab<br />

omnibus dicimus, ex eo quod praefata additio, si facta fuit, abrasa item existit, quia ea<br />

modo reperiri in Romano Missali non potest. Consuetudo autem basilicarum Urbis non<br />

est lex pro aliis ecclesiis, quae se gerere tenentur iuxta rubricarum sanctiones".<br />

Qui finisco supponendo di aver detto abbastanza in ordine al propostomi quesito; e<br />

riverendola mo soscrivo. Trento, s. Bernardino 14 gennaio 1795 601 .<br />

Di V.S.M.R.<br />

Div.mo servo nel Signore<br />

F. Gio. Crisostomo di Volano Minore Riformato.<br />

Extra.<br />

Al Molto illustre e molto Rn.do sig. padrone colendissimo<br />

Il signor don Giuseppe Bartolommeo Rosa<br />

Cappellano in Avis.<br />

Nota. Egli mi ha scritto, e ricercato a nome anche del signor curato di Avis Leone<br />

Delai bolgianese canonico Regolare michelitano, i quali hanno fatto una scommessa col<br />

601 Spedita li 19 per il Terziario G. M.<br />

187


premissario, che tiene l'opinione del Brailonese, e del Turrino, cioè con don Domenico<br />

d' Filippi d'Albiano.<br />

932. 1795<br />

Al P. Giuseppe Antonio di Cles Guardiano in Cles.<br />

R.P.P.C.<br />

Oggidì essendo stato in città, ed avendo letta la ben concepita risposta di V.P.R. ai<br />

signori Gottardi, da' quali fu molto gradita, ho rilevato, che venni malamente informato,<br />

perché in questo giorno mi hanno detto, che il loro signor padre non ha dato carte al<br />

signor consigliere Cristani; ma soltanto hanno inteso, ch'egli quando certi signori<br />

trentini pretendevano di essere trattati come esenti dalla giurisdizione del vescovo<br />

principe di Trento, vedendo passare il signor dottore (Domenico) Gottardi abbia detto<br />

queste, o somiglianti parole: Quegli potrebbe pretendere l'esenzione, attese le ragioni,<br />

che tengo io. Se così m'avessero detto la prima volta, certamente io non avrei assunto<br />

l'impegno di scrivere alla P.V.R. Onde Ella potrà unire questa difficoltà alle altre sue, e<br />

lasciare, che i detti signori aspettino l'esecuzione delle di Lei promesse; ma senza fare<br />

alcun motto di questo mio avviso. Già sono persuasi della di Lei buona volontà, ed<br />

hanno intese le difficoltà. La prego di scusare l'incomodo, e riverendola resto, Trento 30<br />

gennaio 1795.<br />

Suo div.mo, obb.mo servo<br />

F. Grisostomo.<br />

P.S. Colla prima occasione opportuna le manderò un Direttorio diocesano.<br />

933. 1795<br />

Al P. Romedio Keller di Cles. a Cles.<br />

Carissimo Amico.<br />

Al primo quesito, che mi avete proposto per parte del R.mo signor arciprete di<br />

Ossana, cioè se abbia fondamento nella verità la voce intesa dal lodato signor arciprete,<br />

che la parrocchia di Ossana, con tutte le sue cure, anticamente sia stata unita, ed<br />

incorporata alla Prepositura di San Michele all'Adige di Canonici Regolari Agostiniani,<br />

eretta nel secolo duodecimo, rispondo che io non ho mai udita, o letta una cosa tale,<br />

quantunque sino dall'anno 1764 sia stato sollecito di raccogliere notizie intorno alle<br />

parrocchie della nostra diocesi trentina; e quindi abbia eziandio abbozzato il catalogo<br />

de' parrochi di Ossana.<br />

Anonymus plebanus Vallis Sanae anno 1183.<br />

Magister Grippo, dictus etiam Gumpo, plebanus de Vulsana anno 1210, et 1215.<br />

Petrus plebanus Vulsanae anno 1279.<br />

Brabandus plebanus ecclesiae plebis de Volxana, qui die 30 ianuarii anno 1286<br />

eamdem plebem resignavit in manibus domini Odorici scholastici, canonici tridentini, et<br />

Vicarii Generalis domini Henrici episcopi tridentini, eo quod ex ipsius plebis reditibus,<br />

ac proventibus sustentari non posset.<br />

Bonomatus plebanus Volsanae, qui anno 1336, mense ianuario interfuit Concilio<br />

dioecesano Tridenti.<br />

Nicolaus plebanus de Volsana anno 1376.<br />

Ambrosius Schlaspeck salisburgensis, publicus imperiali auctoritate notarius,<br />

familiaris Federici tertii Romanorum imperatoris, canonicus triderntinus, cancellarius<br />

Georgii episcopi tridentini, plebanus Caldarii, et Commendatarius Hospitalis<br />

Tonalensis, fuit plebanus Vulsanae anno 1470, vivens etiam anno 1481.<br />

188


Nicolaus de Neuhaus canonicus tridentinus, et brixinensis, scholasticus,<br />

cancellarius, et Vicarius Generalis Tridenti, fuit plebanus Vulsanae anno 1528, obiitque<br />

anno 1538 vel 1539.<br />

Camillus Zanellus presbyter bononiensis, ac poeta, fuit Vicarius dicti Nicolai de<br />

Neuhaus in parochia vulsanensi, ac deinde successor. Is anno 1543 die 17 iunii obtinuit<br />

a decano tridentino plebem Randenae pro centum annuis florenis.<br />

Stephanus de Stephanninis de Thiono archipresbyter Vulsanae ibiit die 19 martii<br />

anno 1568.<br />

Constantius de Constantiis de Valle Solis, archipresbyter Vulsanae anno 1<strong>58</strong>8.<br />

Ioannes Passerinus de Brentonico, Valentini Passerini praefecti Avii filius, creatus<br />

fuit vice-archipresbyter Avii die 13 iunii anno 1601, eodemque anno ante augustum<br />

archipresbyter Ossanae, ubi fuit etiam anno 1646.<br />

Thomas Benvenutus de Peyo magister domus in castro Boni Consilii Tridenti,<br />

dictus etiam oeconomus castri Tridentini, anno 1674 et 1678 archipresbyter autem<br />

Vulsanae anno 1678 et 1679.<br />

Iosephus Antonius Canatius de Pellizzano archipresbyter Vulsanae, ac Volsanae<br />

anno 1697, et 1713.<br />

Iosephus Trentinus de Tridento arcghiprebyter, et decanus foraneus Vulsanae anno<br />

1715, et 1724<br />

Ludovicus Ignatius Isidorus Roboretus de Freyberg, natus Tridenti die 3 iulii anno<br />

1701, frustra electus est archipresbyter Ripae anno 1727. Possessionem autem plebis<br />

vulsanensis obtinuit die 7 novembris anno 1730, ibidemque obiit decanus etiam<br />

foraneus die 17 augusti anno 1781, aetatis suae 81.<br />

Leonardus Vincentius Cimonatus de Tridento, Dominici Antonii filius,<br />

archipresbyter Vulsanae a die 25 novembris anno 1781, qua possessionem accepit: qui<br />

vitam cum morte commutavit ibidem die sabati 13 decembris anno 1783.<br />

Franciscus Antonius Florius de Ripa, Nicolai filius, ex archipresbytero tignalensi<br />

evasit vulsanensis anno 1784, quo possessione donatus est die 29 augusti. Nunc ab anno<br />

1789 est archipresbyter ripanus, aetatis circ. an. 65.<br />

Alosius Bevilaqua de Fonte Maletanus 602 , primum archipresbyter Fulgaridae ab<br />

anno 1781, nunc vero archipersbyter et decanus foraneus Vulsanae a die possessionis 27<br />

septembris anno 1789, cui Dominus Optimus Maximus diuturnam felicemque vitam<br />

concedat.<br />

Questo catalogo è imperfettissimo, atteso che io per comporlo non sono uscito, a<br />

così dire, fuori di cella; ma tuttavolta sembrami sufficiente per ismentire la voce<br />

predetta, giacché somministra parochi di tutti li sei ultimi secoli, tutti secolari. e tutti<br />

senza quel praesentatus, che ne' miei cataloghi hanno altri presentati dai Regolari. A ciò<br />

si aggigne, che il documento più antico della mentovata Prepositura, pubblicato nel To.<br />

2 delle Notizie bonelliane pag. 391, e 392 riferendo i beni assegnati dal piissimo<br />

Altemanno vescovo di Trento alla predetta Prepositura nel secolo dodicesimo, non fa<br />

veruna menzione della parrocchia di San Michele. La Bolla poi di Papa Alessandro<br />

terzo data nell'anno 1177 che può leggersi nel citato To. 2, pag. 4<strong>58</strong> e seguenti, tra i beni<br />

della detta Prepositura, oltre il luogo di San Michele, nomina Plebem de Iuvo Claustro<br />

adiacentem, cum capellis suis, senza fare alcun cenno di Ossana. Dalle quali cose tutte<br />

io inf4risco che la voce udita dal R.mo signor arciprete possa credersi malfondata.<br />

602 Questi nel 1795 fu desiderato e chiesto dagli archesi per successore arciprete del defunto Santoni; ma egli<br />

non acconsentì punto. È morto in Ossana l'anno 1802.<br />

189


Rapporto all'altro quesito, che dimanda, perché i RR. curati 603 della parrocchia di<br />

Ossana nelle processioni alla presenza del parroco tengono la stola? rispondo, che<br />

delatio stolae in actibus non funeralibus non est signum iurisdictionale, sed dumtaxat<br />

distinctivum parochorum a caeteris presbyetris, conforme leggesi decretato dalla Sacra<br />

Rota Romana in Bisinianensi praeeminentairum 27 iuanuarii 1726, appresso Lucio<br />

Ferrari To. 7 Biblioth. promptae verbo stola num. 2, e che quindi per distinguere i curati<br />

dagli altri preti probabilmente sarà stata fatta qualche convenzione tra il parroco di<br />

Ossana, ed i di lui curati, della quale dovrebbesi ritrovare memoria nell'archivio<br />

parrocchiale. Io stando qui non posso dire di più. Laonde finisco, pregandovi de' miei<br />

ossequi al R.mo signor arciprete, e cordialmente salutandovi. Trento, s. Bernardino 8<br />

febbraio 1795.<br />

Vostro aff.mo amico in Cristo<br />

F. Gio. Grisostomo di Volano.<br />

934. 1795<br />

Al P. Filippo Panizza di Metodesco Guardiano. Melombardo.<br />

Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo.<br />

Sono circa cinquanta anni, che ho letto più volte il libricciuolo intitolato Le sette<br />

Trombe, ed ora solamente ho cercato se sia mai stato proibito dalla Santa Sede,<br />

stimolato da S.P.R. Perciò l'assicuro, che non trovasi tra' proibiti né in questa nostre<br />

libreria, né nell'Indice romano del P. M. Tommaso Agostino Ricchini pubblicato nel<br />

1761. Esso fu ristampato in Milano nel 1644, ed anche nel tomo secondo delle opere del<br />

di lui autore: come pure tradotto da Carlo Juoya nella lingua francese. L'autore poi fu il<br />

venerabile Padre Bartolommeo Cambi da Saluthio toscano Riformato nostro della<br />

<strong>Provincia</strong> romana, lettore teologo, gran predicatore, e gran santo, morto in Roma li 15<br />

nov. 1617, lodato dal Martirologio, e dal Leggendario, e dalla Biblioteca dell'Ordine<br />

nostro, da altri. Dunque S.P.R. potrà permettere, che il detto libro venga letto dal suo<br />

divoto. Le fo poi noto, che oggidì fu pubblicato nuovo parroco di Ledro il curato di<br />

Storo don Gio. Pietro Scansoni di Riva exgesuita, nato li 16 nov. 1734, e<br />

raccomandandomi in precibus la riverisco. Trento 12 febbraio 1795.<br />

735. 1795<br />

Al P. Andrea Balduccio di Prezzo Vicario in Campo.<br />

R.P.V.S.L.G.C.<br />

Che il primo cantore nominato dal nostro Cerimoniale nella santisssima notte di<br />

Natale pag. 130, e 131, num. 17, sia quello, che trovasi nella parte, che dallo stesso<br />

Cerimoniale pag. 7, num. 41 si dice primo coro, ed in cui sta l'officiatore, e<br />

ebdomadario, ed anche il primo versicolare, non già quello, ch'è più vecchio, oppure più<br />

graduato, lo tengo per cosa certa, e lo provo così. L'accennato Cerimoniale pag. 62,<br />

num. 476 dice, che il cantore primo invita l'ebdomadario ad intonare l'antifona del<br />

Benedictus: pag. 63 num. 479, che il primo versicolare invita l'ebdomadario come il<br />

primo cantore alle Laudi: nella medesima pag. 63, num. 482, che il primo cantore fa<br />

cenno all'ebdomadario acciocché intuoni l'antifona. Queste incombenze date al primo<br />

cantore vengono eseguite senza verun contrasto dappertutto da quel cantore, che sta<br />

nella parte dell'ebdomadario. Dunque il primo cantore si è quello, che sta nella parte<br />

dell'ebdomadario. Io credo, che questo bastar possa per persuadere chiunque pensa<br />

603<br />

Curati di Vermiglio, Pellizzano, Pellio, Celedizzo, Cogolo, Comasine, Celentino, Mezzana, Comezzadura,<br />

Castello, Termenago, Ortisedo. 12.<br />

190


diversamente: e raccomandandomi in precibus, vi saluto di tutto cuore, e mi dico.<br />

Trento 19 febbraio 1795.<br />

Vostro aff.mo amico in Cristo<br />

F. Giangrisostomo.<br />

936. 1795<br />

Al P. Basilio Bertucci d'Albiano. Roveredo s. Rocco.<br />

R.P.S.L.G.C.<br />

Assicuro la P. S. che tengo la di Lei patente sottoscritta li sei dell'andante ad<br />

quinquennium. Gliela rimanderò per mezzo de' nostri Terziari, che andranno in Arco a<br />

pigliare le palme. Frattanto su questo mio sincero avviso Ella potrà continuare il sacro<br />

suo ministero di confessore, etiam quoad reservata. La ringrazio poi della notizia, che<br />

mi ha dato, introno allo stato di salute di mio fratello (don Francesco): godo udendo, che<br />

sia rassegnato ai divini sempre adorabili voleri; ma la giunta, che la malattia lunga possa<br />

recargli la morte, fa temere anche me della medesima. Io non posso far altro, che<br />

continuare a raccomandarlo al Signor Iddio. Contraccambio la notizia, che mi ha<br />

comunicato de' morti costì, facendole sapere, che questo solo piovano di s. Maria<br />

Maggiore nei primi 60 giorni di quest'anno ha seppellito 63 morti 604 . Qui abbiamo<br />

infermi F. Lorenzo, F. Placido ed il P. Niccolao, il quale ha fatto la sola prima predica<br />

in Ravina, e Romagnano, dove ha supplito per lui, e per il curato di Ravina assente il P.<br />

Borgia. Ieri è andato a fare le veci del detto curato di Ravina il P. Agostino. Oggi<br />

abbiamo cantata una Messa per il P. Gottardo morto in Pergine gli otto, benché non<br />

siaci ancora pervenuta lettera 605 . Diventiamo tutti vecchi, e ci avviciniamo al nostro fine.<br />

Oremus invicem. Trento 10 marzo 1795.<br />

Suo div.mo servo<br />

F. Grisostomo.<br />

937. 1795<br />

Alla sig. Anna Teresa Auchentallera. Bolgiano. In Casa Heppergera.<br />

Sia lode a Gesù e Maria Signori Nostri clementissimi.<br />

Solamente in questa sera ho ricevuto la richiesta risposta dal signor cancelliere<br />

(Pietro Giuseppe) Cloch, la quale si è, che V.R. faccia soscrivere la sua quietanza dal<br />

parroco del luogo, in cui si trova, attestando, ch'è viva. Ho fatto la commessami<br />

ambasciata ai di Lei signori fratelli (Francesco, e Giuseppe Maria) i quali la riveriscono<br />

affettuosamente; aggiugnendo il sig. Giuseppe Maria, che nella prossima fiera egli non<br />

verrà punto a Bolgiano. L'avviso poi, ch'è morta in Borgo li 17 dello scorso febbraio<br />

Suor Rosa Longa 606 di Castello di Fiemme, e che ritrovasi agli estremi Suor Anna Maria<br />

Molinaria dalle Olle: come pure, ch'è morto in Pergine gli otto del corrente il nostro P.<br />

Gottardo Antonio (Müller) da Cles. E supponendo, che avrà già ricevuta la bramata<br />

risposta del P. <strong>Provincia</strong>le, da me ottenutale, ed anche portata alla posta li 4 di questo, le<br />

sospiro un buon soggiorno nel suo nuovo albergo, e riverendola resto. Trento s.<br />

Bernardino 12 marzo 1795.<br />

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo da Volano<br />

Vicario de' Minori Riformati.<br />

604 In Roveredo nei due mesi di gennaio e febbraio sono morti 95 uomini.<br />

605 La lettera venne poco dopo sigillata la presente.<br />

606 *Longo.<br />

191


938. 1795<br />

Al P. Massimo di Volano Vicario in Borgo.<br />

Carissimo Fratello sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro.<br />

Mi fu scritto da Roveredo, che il nostro fratello don Francesco Antonio sta alquanto<br />

meglio, e dai medici viene speranzato di guarire, essendo egli per altro totalmente<br />

rassegnato ai divini voleri. Lo scrittore 607 però teme, che dopo una lunga malattia sia per<br />

soccombere. Raccomandiamolo dunque al Signor Iddio, affinché gli doni o la perfetta<br />

sanità, o di morire bene. Ho terminato nello scorso dicembre la fatica intrapresa per li<br />

moenati, ed ho fatto un libretto intitolato: Documenti antichi dell'Ospitale di san<br />

Pellegrino appresso Moena in Fiemme. In Trento 1794, in 4°, pagg. 206, ben legato da<br />

un libraio. Presentemente sto componendo li Direttori, essendo il trentesimo, che fo per<br />

la <strong>Provincia</strong>, ed il ventesimo per la diocesi. Forse saranno anche gli ultimi, giacché<br />

invecchio. Per al Dio grazia però son ancora sano. Bramo, che voi pure stiate bene, e<br />

che vi conserviate lungamente, confidando, che gioverà eziandio l'essersi mitigato<br />

l'estremo rigore della passata stagione. Pregate il Signor Iddio per me, che con fraterno<br />

affetto vi abbraccio. Trento 14 marzo 1795.<br />

939. 1795<br />

Al sig. Luigi Marchesani stampatore. Roveredo.<br />

Molto illustre sig. e padrone colendissimo.<br />

Ieridì componendo il Direttorio per l'anno 1796 ho scritto la festa della Santa<br />

Corona di Spine di Nostro Signore Gesù Cristo: e quindi l'avviso, che la ho posta nel<br />

venerdì occorrente ai 26 di febbraio, dopo la seconda domenica di Quaresima. Le<br />

auguro un felicissimo Alleluia, e riverendola resto. Trento 4 aprile 1795.<br />

Di V.S. molto illustre Div., obbl.mo servo nel Signore<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

940. 1795<br />

Al P. Romedio Keller di Cles. Cles.<br />

Carissimo amico.<br />

Con li dovuti ringraziamenti rimando intatti li due fogli chiloviani, che mi ha<br />

favorito il R.mo signor arciprete di Taglio (Niccolao Monauni) avendo già con essi<br />

emendato il mio catalogo de' di lui antecessori. Avviso però, che fallano rapporto al<br />

tempo del parroco Briosio: e che gratis danno il titolo di barone al parroco Simone (di<br />

Tono) non avendolo mai avuto, ed essendo morto senza di esso nell'anno 1<strong>58</strong>5, circa<br />

ventitre anni avanti, che tale titolo entrasse nella di lui famiglia. Avviso in oltre, che il<br />

parroco Niccolao Arnoldi fu figlio del notaio Antonio: ch'egli pure fu notaio, e<br />

finalmente dall'anno 1591 sino al 1632 in cui morì. parroco di Enno. Mi riesce nuova, e<br />

grata la notizia della patria del parroco Maccani; ma spiacemi, che il di lui articolo sia<br />

cotanto confuso, ed oscuro. Farà bene il lodato R.mo signore, se ad imitazione del<br />

Chilovi scriverà un nuovo catalogo de' suoi antecessori al fine di qualche libro<br />

canonicale: ed io spero, che lo farà più copioso, e pregevole, giacché mostrasi geniale di<br />

così fatto studio. Mi piace, e lodo che sia pur zelante de' sacri Riti; e perciò molto<br />

volentieri lo servo coll'appendice richiesta all'Ordinario, la quale potrà essergli di uso<br />

quest'anno 1795 e nel 1796, e mutatis mutandis anche ne' seguenti. Vi prego di<br />

607 Il P. Basilio d'Albiano di lui confessore.<br />

192


ingraziarlo da parte mia, di offerirgli la mia meschinissima servitù, e di tutto cuore vi<br />

saluto. Trento, s. Bernardino 9 aprile 1795.<br />

Vostro sincero amico<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

Pro mea memoria. I due fogli chiloviani contengono: Nomina, et cognomina<br />

nonnullorum Rev. D.D. plebanorum Thaii ab anno 1473 usque ad tempora P. Valentini<br />

Chilovi parochi Thaii, qui eorum memorias alibi inventas hic apposuit. Empiscono tre<br />

sole pagine in foglio. I parrochi sono tredici, l'ultimo de' quali si è il Chilovi creato nel<br />

1678.<br />

941. 1795<br />

Al P. D. Giambattista Ghezzi C.R.S. curato di s. Niccolò in Ferrara.<br />

Molto rev. Padre sig. e padrone colendissimo.<br />

Che la R. V. eziandio situata in tanta distanza, ed assai occupata, siasi ricordata di<br />

me, lo riconosco, e tengo per un mero effetto della di Lei singolare bontà, e gentilezza 608 .<br />

Godo sommamente, che sia contenta del suo nuovo soggiorno; e spero senza veruna<br />

esitazione, che costì pure farassi amare, e stimare niente meno, che in Trento, dove<br />

ancora si parla di Lei on parziale affetto, e venerazione. Il signor Conte canonico<br />

(Bartolommeo) Bertolazzi, che ritrovasi nello stato suo primiero, ha molto aggradito la<br />

di Lei memoria. Così la signora Rosa Ciani, il mio Guardiano, F. Abbondanzio, F.<br />

Feliciano, e gli altri Religiosi, da' quali tutti è distintamente riverita. Con prima<br />

opportunità farò l'ambasciata commessami anche a monsignor Vicario Zambaiti, ed al<br />

signor piovano del Duomo. Frattanto le notifico, che iersera finalmente abbiamo<br />

ricevuto da S.A.R.ma la tante volte in vano richiesta licenza di vestire alcuni novizzi<br />

coristi: e che li 26 del corrente in Bressanone verrà ordinato sacerdote questo Somasco<br />

Giuseppe Lazzari 609 . Ringraziandola poi nuovamente de' molti favori, che s'è<br />

compiaciuta di compatirmi, ed esibendole la mia povera servitù, con sentimento sincero,<br />

ed inalterabile mi professo. Trento, s. Bernardino 14 aprile 1795.<br />

Di V.R. Um.mo div.mo, obbl.mo servidore in Cristo<br />

F. Gio. Grisostomo di Volano de' Minori Riformati.<br />

Extra.<br />

Al Molto Rev. Padre Sig. e Padrone colendissimo<br />

Il Padre don Giambattista Ghezzi<br />

C.R.S. degnissimo curato a s. Niccolò in<br />

Ferrara.<br />

Nota. Questo Padre fu piovano a s. Maddalena di Trento sino alla metà dello scorso<br />

febbraio, ed insieme mio penitente. In Ferrara vi sono 18 parrochi, ma niuno si chiama<br />

parroco. Altri si dicono Vicari, altri Priori, altri Rettori, ed altri Cappellani Curati. Li sei<br />

Regolari si dicono Curati. Quello di s. Niccolò ha circa 800 anime: altri meno, ed latri<br />

più.<br />

942. 1795<br />

Al sig. Guadenz'Antonio barone Gaudenti. Trento.<br />

Ill.mo Sig. Sig. e padrone graziosissimo.<br />

608<br />

Gli ho scritto anche nel maggio del 1796, ma poco, stando nel seminario vescovile al coperto, per al guerra<br />

contro i francesi.<br />

609<br />

Fu ordinato.<br />

193


Con singolar piacere ho letto tutto il volume, che V.S.Ill.ma s'è degnata di<br />

comunicarmi, e che unitamente a questa mia le rimando. Per ubbidirla ho notato a parte<br />

quegli sbagli del per altro eccellente copista, che mi urtarono negli occhi. Sono piccioli,<br />

e di pochissimo rilievo. Nell'autore poi non ho incontrato la menoma eccezione; ma<br />

bensì un'ampia materia di lode. Egli è certamente singolare nella modestia, nell'umiltà,<br />

nella chiarezza, polizia, ed erudizione. Scioglie interamente le difficoltà, rispetta le<br />

persone, riprende i vizi, e tratta ogni cosa con tanta gravità, e gentilezza, che diletta. Io<br />

l'ho sempre stimato assai; ed al presente dalla lettura de' di lui scritti prendo motivo di<br />

stimarlo ancora di più, e di confermarmi nell'antico mio sentimento, che sia degnissimo<br />

di un posto molto più alto, e cospicuo. Mi congratulo quindi anche con V.S.Ill.ma, che<br />

possa gloriarsi d'avere un zio di tanto merito: e notificandole, che sto aspettando<br />

l'archivio di Lomaso 610 , del quale già tengo nelle mani la chiave, la ringrazio de' continui<br />

favori, che si degna di compartirmi, e con un riverentissimo inchino mi professo. Di s.<br />

Bernardino 15 aprile 1795 611 .<br />

Di V.S.Ill.ma Um.mo, div.mo, obbl.mo servidore in Cristo<br />

F. Gio. Grisostomo di Volano.<br />

Nota. Il volume non ha titolo. È di pagg. 594 et ultra in 4° grande. Contiene delle<br />

dissertazioni del sig. barone Gio. Benedetto Gentilotti canonico di Trento intitolate Voti<br />

presentati al Capitolo di Trento li 21 agosto 1777, li 6 nov. 1779, li 28 gennaio 1780, li<br />

18 feb. 1780, li 20 luglio 1781, li 2 nov. 1781, li 5 giugno 1782, li 20 giugno 1783, li 18<br />

giugno 1784, li 4 marzo 1787. Contiene altresì due voti del canonico barone<br />

Giangiacomo Pizzini de' 12 aprile 1782 e de' 4 marzo 1787. Il copista fu un lucchese di<br />

passaggio, certamente dell'arte.<br />

943. 1795<br />

Al P. Sisinnio Maria di Sanzeno Guardiano di Campo.<br />

R.P. in C.P.C.<br />

Oggidì da Fra Giambattista di Aldeno ho ricevuto la Cassa contenente le carte<br />

dell'Archivio della magnifica Comunità di Lomaso. Io le custodirò gelosamente, e<br />

quando potrò pglierolle nelle mani, e proccurerò di ordinarle, e compendiarle nella<br />

maniera, che riuscirammi possibile. Subito non posso, perché ho l'impegno de' Direttori,<br />

che non ammette dilazione. Son pure impedito da una flussione negli occhi, che da<br />

qualche giorno mi costringe di stare all'oscuro. Ad ogn'altro simile impegno preferirò il<br />

contratto colla detta Magnifica Comunità 612 ; ma temo, che mi costerà del tempo anche<br />

per essere le carte logore, e smarrite 613 in buona parte. La P.S.R. m'impetri dal Signor<br />

Iddio la necessaria sanità, e pazienza; mentre io riverendola mi dico. Trento, s.<br />

Bernardino 16 aprile 1795.<br />

Di S.P.R. Div., obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano.<br />

944. 1795<br />

Al sig. Gio. Domenico Bassetti arciprete di Levico.<br />

Molto illustre e R.mo Sig. Sig. padrone colendissimo.<br />

610 È venuto li 16 di mattina.<br />

611 Mandato li 16 di mattina.<br />

612 Ho poscia ricusato di compendiare l'archivio Prepositurale di Trento, finché non abbia fatto il Lomasino. Ed<br />

anche quello di Casa Baldovina: e quello di Castagnedo. Cominciai a distendere il Lomasino ai 15 luglio 1795. Lo<br />

terminai li 16 aprile 1797.<br />

613 *Sbiadite.<br />

194


Coll'appendice qui compiegata rispondo al pregiatissimo foglio di V.S. molto<br />

illustre e R.ma. che ho ricevuto in questo stesso giorno 614 . Mi lusingo, che sia per<br />

renderla interamente soddisfatta; ed esibendomi ad ulteriori suoi comandi le bacio<br />

riverentemente la sacra destra, e passo senza più a professarmi. Trento, s. Bernardino il<br />

primo di maggio 1795.<br />

Di V.S. molto illustre e R.ma<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servidore in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano.<br />

945. 1795<br />

Al P. Amedeo di Roveredo Vicario a s. Rocco di Roveredo.<br />

Rv.do Padre padrone colendissimo<br />

Accerto la P.S.R. che in questa stessa sera ho ricevuto la Vita di Seneca, opera, e<br />

regalo gradito dell'Ill.mo sig. Carlo de' Rosmini, e che sicuramente la riporrò in questa<br />

nostra biblioteca per uso comune. La prego di ringraziare in nostro nome al primo<br />

incontro il lodato benefattore; e riverendola divotamente resto. Trento, s. Bernardino 4<br />

maggio 1795.<br />

Di S.P.R.<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

946. 1795<br />

Al sig. Luigi Marchesani stampatore imp. regio. Roveredo.<br />

Molto illustre sig. e padrone colendissimo.<br />

L'autore, che nel calendario dell'anno 1796 ha posto le Tempora dell'autunno ne'<br />

giorni 14.16.17 settembre, ha certamente fallato. Io le ho poste ne'giorni 21, 23. 24<br />

perché il trattato de anno et partibus eius premesso al Breviario romano rubr. 2, dice,<br />

che celebarntur post festum Exaltationis sanctae Crucis. Dunque se debbono celebrarsi<br />

post, o sia dopo la festa dell'Esaltazione della Santa Croce, che cade ai 14, non possono<br />

mettersi nella stessa festa. Il detto Breviario anche nel corpo le mette dopo la domenica<br />

terza di settembre, la quale non può mai venire avanti li dodici, e perciò il mercoledì<br />

delle Tempora seguenti non può mai occorrere avanti li quindici. Non mi trattengo di<br />

vantaggio sopra di questo, bastando il detto. Circa li Santi posti dal signor Monauni nel<br />

calendario le rispondo, che sono differenti, quantunque sieno simili nel nome, del che<br />

potrà Ella stessa sincerarsi col dare un'occhiata al Martirologio romano, che potrà<br />

trovare nel coro di san Rocco, in caso, che non lo tenesse appresso di sé. Per altro io non<br />

approvo l'inserimento di tanti Santi dello stesso nome, qualora non sieno nel calendario<br />

ecclesiastico. Se posso servirla in altro mi comandi liberamente, che riverendola sono.<br />

Trento 5 maggio 1795.<br />

Di V.S. molto illustre<br />

Div., obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano.<br />

947. 1795<br />

Al sig. don Gio. Paolo Arnoldi. Tueno.<br />

Molto illustre e molto rev.do sig. sig. padrone colendissimo 615 .<br />

614 Dà l'ottava de' ss. martiri Vittore, e Corona titolari della chiesa parrocchiale di Levico.<br />

615 Nato nel 1728, morto nel 1801 li 22 febbraio in Tueno.<br />

195


Rendo certa, e sicura V.S. molto illustre e molto rev.da, che senza veruna tardanza,<br />

e per il solito nostro canale, ho inviato al suo destino quella lettera, che mi ha<br />

raccomandato 616 . E bramando di poterle attestare l'antico mio rispetto anche in altre<br />

congiunture, la riverisco divotamente, e mi professo. Trento, s. Bernardino 15 maggio<br />

1795.<br />

Di V.S. molto illustre e molto rev.da<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servidore in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano.<br />

948. 1795<br />

Al P. Bonaventura di Lazise Riformato Guardiano di Verona. S. Antonio.<br />

R.P.P.C.<br />

Fo sapere alla P.V.R. che tengo appresso di me le richieste Corone; e che<br />

proccurerò di fargliele capitare nelle mani per mezzo del carrozzone più presto, che mi<br />

riuscirà possibile 617 . Frattanto le spedisco qui compiegato il conto del mercante col<br />

luogo, dove sarà da farsi la soddisfazione. E bramando, che arrivino presto, ed illese, le<br />

raccomando di farsi dare la ricevuta dal corrispondente veronese, e riverendola resto.<br />

Trento, s. Bernardino 22 maggio 1795 618 .<br />

Di V.P.R.<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano.<br />

Le Corone di legno nere del num. 8 a soldi 8 la dozzina sono dozzine 32 ed<br />

importano Lire 12, 16. Le altre del num. 10 a soldi 6 sono dozzine 30, Lire 9. In tutto<br />

Lire 21, soldi 16.<br />

Il mercante si scrive Giuseppe Maria Auchenthaller. Il corrispondente veronese li<br />

signori eredi quondam Paolo Salonier. Tengo la ricevuta degli eredi di Paolo Salonier<br />

data in Verona li 6 giugno 1795.<br />

949. 1795<br />

Al sig. don Felice Conci curato di Piazzola in Rabbi.<br />

Molto illustre, e molto rev.do sig. sig. padrone colendissimo.<br />

Quanto inaspettato, altrettanto gradito, e caro mi riesce il regalo de' due casati, che<br />

V.S. molto illustre e molto rev.da si è compiaciuta di farmi 619 . La ringrazio per tanto di<br />

cuore; ed offerendomi a nuovamente servirla in quello, che mai potessi, con riverente<br />

inchino mi professo.<br />

Di V.S. molto illustre e molto rev.da<br />

Trento, s. Bernardino 27 maggio 1795. Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano<br />

Minore Riformato.<br />

950. 1795<br />

Al Governo caesareo-regio d'Innsprugg.<br />

Excellentissimi Domini Domini<br />

616 Lett. al nostro P. Illuminato si Cles in Campo.<br />

617 Furono date al carrozzone de' due di giugno.<br />

618 Mi ha risposto li 7 giugno 1795, che ha ricevuto tutto ben custodito, ed illeso, e mi ha mandato la ricevuta<br />

de' Salonieri, a' quali ha dato il prezzo il sig. Giuseppe Rotta. Anche il Soller ha ricevuto riscontro da Verona. Lire<br />

21, soldi 16.<br />

619 Me gli ha mandati in riconoscenza della mia lettera 919.<br />

196


Frater Archangelus a Clesio Minister <strong>Provincia</strong>lis Franciscanorum <strong>Provincia</strong>e<br />

Sancti Vigilii reverenter exhibet EE.VV. Directorium istud Divini Officii pro anno<br />

1796, ac suppliciter petit eius approbationem etc.<br />

Datum Tridenti apud s. Bernardinum die 8 iunii an. 1795.<br />

Rxtra. Excellentissimo, Caes. Regio Gubernio Austriae Superioris.<br />

Oenipontum.<br />

Questa volta l'ho posto in testa allo stesso Direttorio in un foglio volante della<br />

forma del Direttorio. Su la carta poi, nella quale l'ho involto, ho posta l'iscrizione. L'ho<br />

consegnato li 19 giugno. Lo ricevetti di ritorno li 28 giugno.<br />

951. 1795<br />

Al P. Cesario di Melombardo maestro di novizzi. Cles.<br />

R.P.M.S.L.G.C.<br />

Giacché tengo ancor alcune copie del Direttorio dell'anno corrente, gliene mando<br />

quattro perché possa darle ai suoi novizzi. E seco lei congratulandomi, che il Signor<br />

Iddio le abbia dato il contento di rimettere le rovine della nostra Santa madre Religione,<br />

mi raccomando in precibus, e mi dico. Trento 8 giugno 1795.<br />

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo.<br />

952. 1795<br />

Alla M. Gioseffa Maria della Croce. S. Chiara 620 .<br />

Gesù, e Maria ci benedicano.<br />

La compiaccio subito subito, assicurandola con tutta la sincerità, che quanto le ho<br />

scritto ultimamente, glielo ho scritto tutto di proprio moto, giacché niuno mi ha parlato,<br />

o scritto di Lei: ed io non ho manifestato a veruno, ch'Ella mi abbia scritto, o che io<br />

abbia scritto a Lei. Deponga dunque ogni sospetto. Io sono ancora di sentimento, ch'Ella<br />

non abbia sanità per occupare un'obbedienza d'impegno: e che quindi farà bene<br />

chinando il capo alle divine disposizioni, e contentandosi di fare qualche cosa quando<br />

può, e gode una sanità competente. Se non volesse lavorare, ed avere impegni per<br />

poltroneria, allora sì sarebbe condannevole, potrebbe vergognarsi, e dovrebbe avere<br />

scrupolo di mangiare il pane in vano: ma tutti sanno, ch'è infermiccia, tutti la<br />

compatiscono. Mi piace,che si mostra indifferente al venire da me soddisfatta circa le<br />

sue dimande. Sia così in tutto, e godrà più pace. L'assicuro della memoria, che le ho<br />

promesso, e la benedico in nome di Gesù, e Maria Signori Nostri clementissimi. Amen.<br />

S. Bernardino 10 giugno 1795.<br />

953. 1795<br />

Al sig. Conte Gio. Pietro Giovanelli di Gersburg. Trento.<br />

La venerabile serva di Dio Suor Cecilia Giovanelli Terziaria francescana venne al<br />

mondo in Gandino, terra principale del distretto di Bergamo ai sedici di novembre<br />

dell'anno 1<strong>58</strong>7. Furono di Lei genitori Niccolò Castelli, e Cecilia Giovanelli, dai quali<br />

nacque pure quella Paola, che fu madre dl venerabile Innocenzio undecimo Papa. Ebbe<br />

per marito Benedetto Giovanelli, col consenso del quale dopo una gravissima infermità<br />

620 Figlia di Giuseppe Tomazzoli di Trento, già professa Clarissa scalza in s. Trinità di Trento. Morì li cinque di<br />

ottobre del 1795 etica, in età d'anni 56, giorni 15. La ho visitata sul letto li 29 settembre 1795, pregato. Fu sorella de'<br />

preti Giuseppe ed Andrea Tomazzoli di Trento.<br />

197


portò l'abito del Carmine per più d'un anno, e poi vestì l'abito del Terz'Ordine di s.<br />

Francesco. Visse trent'anni col mentovato marito, e prima di lui cessò di vivere in<br />

Gandino ai venti di giugno dell'anno 1641, dell'età sua 54 621 . Ella si distinse col<br />

disprezzare le vanità del mondo, e col fare molte orazioni, penitenze, e limosine 622 .<br />

Scrisse diffusamente di lei vita, e stampolla in Roma nell'a no 1655 il Padre Teodoro<br />

Capodiferro bergamasco francescano Riformato, la quale fu compendiata, ed inserita nel<br />

Leggendario francescano tomo sesto stampato in Venezia nel 1722, in 4° dalla pag. 273<br />

sino alla 288 dal Padre Pietro Antonio Quaresima di Venezia parimente francescano<br />

Riformato 623 .<br />

Nel citato Tomo sesto del Leggendario francescano ai sedici di giugno pag. 236 si<br />

lorda un'altra Giovanelli 624 . Questa dicesi la veneranda serva di Dio suor Nonziata<br />

Giovanelli Terziaria francescana, nobile di Ancona, moglie di Giovanni Andrea<br />

Patirani, e famosa per la santità. Ella dopo che fu sposata dimorò in Pesaro, e nella<br />

medesima città riposò nel Signore nell'anno 1661. Il di lei corpo fu seppellito nella<br />

chiesa di s. Gio. Battista de' Padri Minori Riformati di s. Francesco.<br />

Supponendo, che questo poco per ora basti a V.S. Ill.ma, le fo una profonda<br />

riverenza, e mi do l'onore di soscrivermi, e protestarmi. Trento, s. Bernardino 19 giugno<br />

1795 625 .<br />

Di V.S.Ill.ma<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

Ad un curiale di Roma.<br />

954. 1795<br />

Le monache del monastero di s. Michele dell'Ordine di s. Chiara fuori le mura di<br />

Trento, tengono alcuni Brevi apostolici d'Indulgenze ad septennium: e siccome questo<br />

settennio termina nell'anno corrente 1795, così bramano,che venano loro confermate, e<br />

concedute di nuovo, ma in perpetuum, e con un Breve solo. Le accennate Indulgenze<br />

poi sono queste.<br />

Per tutti li fedeli.<br />

Indulgenza plenaria nelle feste della dedicazione ed Apparizione di san Michele<br />

Arcangelo titolare della loro chiesa.<br />

Indulgenza plenaria nelle feste della dedicazione della medesima chiesa.<br />

Per le sole monache.<br />

Indulgenza plenaria nelle feste della Purificazione, Annunciazione, Visitazione,<br />

Assunzione, Natività, Presentazione, e Concezione di Maria Santissima. Item nella festa<br />

di s. Dorotea, di s. Vigilio, di s. Maria Maddalena, e di s. Carlo 626 .<br />

621<br />

Nel 1641 visse Gio. Andrea figlio di s. Cecilia in Vienna.<br />

622<br />

I Conti Giovanelli di Trento sono venuti da Gandino.<br />

623<br />

Lo stessissimo ha scritto prima il P. Benedetto Mazzara da Solmona Riformato To. 2 delsuo Leggendario<br />

francescano stampato in Venezia 1689, dalla pag. 576 sino alla pag. 591.<br />

624<br />

Giovanello, diminutivo, adolescentulus. Facciolatus.<br />

625<br />

Consegnata li 26 giugno.<br />

626<br />

1. Breve dedicaz. della chiesa, Purificazione, Annunziazione, Assunzione, Natività, e Concezione plenaria.<br />

Visitazione e Presentazione 7 anni. 2. Dedicaz. ed Appariz., Dorotea, Vigilio, Maddalena, Carlo e Transfiss. pelanria.<br />

Altri venerdì quaresim. 7 anni. 3. Novena del Natale. 4. Sette basiliche e Scala Santa.<br />

198


Indulgenza plenaria nel venerdì dopo la domenica di Passione: ed indulgenza di<br />

sette anni, ed altrettante quarantene negli altri venerdì della Quaresima.<br />

Indulgenza plenaria nel primo, ed ultimo giorno della novena del ss. Natale:ed<br />

indulgenza di sette anni, ed altrettante quarantene negli altri sette giorni della stessa<br />

novena.<br />

Le indulgenze della Scala Santa per quattro volte all'anno.<br />

Le indulgenze delle sette basiliche di Roma epe tre volte all'anno.<br />

Scritto li 23 giugno 1795, ma vedi sotto n. 956, 18<strong>58</strong>. Ho mutato, perché le<br />

Indulgenze dell'Apparizione e delle Madonne dimandansi di nuovo, e per la prima volta.<br />

955. 1795<br />

Al P. Pietro Grisologo di Roveredo. Roma. S. Francesco a Ripa.<br />

Pro Memoria 627 .<br />

Le monache del monastero di san Michele dell'Ordine di Santa Chiara fuori le mura<br />

di Trento, che tengono alcuni Brevi apostolici d'Indulgenze ad septennium, terminante<br />

in quest'anno 1795, bramano, che vengano loro concedute le Indulgenze seguenti, ma in<br />

perpetuum, e con un Breve solo, s'è possibile.<br />

Per tutti li fedeli.<br />

Indulgenza ecc. come sopra num. 954.<br />

Scritto li 25 giugno 1795, spedito li 27. Furono concedute tutte come sopra, ma con<br />

quattro Brevi li 6 nov. 1795.<br />

956. 1795<br />

Al sig. Francesco de Capris ex parroco. Trento.<br />

Molto illustre e R.mo sig. sig. padrone colendissimo.<br />

Dalla lettera 628 , che mi ha trasmesso V.S. molto illustre e R.ma, ho inteso con<br />

singolar piacere, che il M.R. signor don Cipriano Chesi degnissimo curato di Strembo, è<br />

intenzionato di ampliare il culto di san Romedio coll'esporre alla venerazione del suo<br />

popolo una Reliquia del medesimo Santo, consistente in un pezzo di osso, donatogli dal<br />

R.mo signor don Tommaso Brutti strembano, arciprete di Sanzeno. Quindi molto<br />

volentieri lo compiaccio, e lo servo mandandogli una copia di quella breve legenda del<br />

menzionato Santo, che ho dovuto compilare nel gennaio dell'anno 1779 alle replicate<br />

istanze del R.mo signor Provicario Generale Francescantonio Rodolfi di sempre buona,<br />

e grata memoria. L'avverto poi, che io non credo insigne quella Reliquia, perché leggo,<br />

che Insignes Reliquiae sunt caput, brachium, crus, aut illa pars corporis, in qua passus<br />

est martyr, modo sit integra, et non parva, siccome dice un decreto S.R.C. 8 aprilis<br />

1628. Se fosse insigne dovrebbesi dire il Credo nella s. Messa, prescritto dalle rubriche<br />

tit. XI. E supponendo, che l'accennata Reliquia sia già stata riconosciuta, et autenticata<br />

dal R.mo Ordinario nostro, conforme vuole la legge, le bacio divotamente le sacre mani,<br />

e mi professo. Trento, s. Bernardino 1 luglio 1795 629 .<br />

Di V.S. molto illustre e R.ma<br />

627<br />

Copia di questo memoriale fu posta nell'archivio del monastero.<br />

628<br />

Scritta li 24 giugno 1795 da Strembo di Randena al Capri dal Chesi, in cui gli dice che dimandi a me delle<br />

notizie intorno la vita del Santo.<br />

629<br />

Il Chesi è nativo di Fisto randenese, e curato di Strembo in Randena. Fu primissario di Terlago. Egli è nato<br />

circa l'anno 1756. Ha scritto, che la sua Reliquia è insigne.<br />

199


Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano.<br />

957. 1795<br />

Alla M. Maria Rosa Riccabona Vicaria in s. Chiara.<br />

M.R.M.P.C.S.L.G.C.<br />

Avendo terminato l'appendice, o sia giunta al martirologio del loro coro, promessa<br />

nello scorso autunno, prego V.R. che voglia mandarmi l'accennato Martirologio,<br />

affinché possa attaccargliela, e fare in esso le opportune citazioni 630 . Lo rimanderò<br />

presto 631 . Potrà darlo a Fra Placido, da cui ne riceverà un altro vecchio, il quale potrà<br />

servire sinché ritornerà il mandatomi. La prego altresì de' miei rispetti alla M.R.M.<br />

abbadessa, e riverendola mi professo. S. Bernardino 7 luglio 1795.<br />

Di V.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo.<br />

9<strong>58</strong>. 11 luglio 1795<br />

Al signor arciprete di Marano. Marano 632 .<br />

Ill.me, ac R.me domine domine colendissime.<br />

Veniam des, quaeso, vir ill.me, ac R.me, si licet ignotus, tibi molestus fieri audeo.<br />

Quidam enim ex sodalibus meis 633 , qui alibi moram trahit, estque a confessionibus<br />

sacris, concredidit mihi septemdecim libras denariorum Scholae maranensi doctrinae<br />

christianae restituendas. Igitur abs te quaerere cogor, an huiusmodi venerabilis Schola in<br />

hodiernum quoque diem vigeat: si autem, ut spero, vigeat, quanam via possim eidem<br />

praefatos deanrios restituere? Num ad te, vel alium laudatae Scholae praesidem ipsos<br />

transmittere queam per cursorem illum, qui vulgo dicitur il Pot di Marano, quique<br />

singulis mensibus Tridento Maranum excurrit: an potius ipsos tradere tuo nomine alicui<br />

mercatori, vel maranensi hac in civitate commoranti? Quodcumque mihi dare dignaberis<br />

responsum, favoris loco accipiam 634 ; interimque omnia fausta, et prospera tibi apprecor.<br />

Tridenti in coenobio s. Bernardini V idus iulii 1795.<br />

Dominationis tuae Ill.mae, ac R.mae<br />

Humillimus servus in Christo<br />

F.Ioannes Chrysostomus de Avolano<br />

Vicarius Franciscanorum Reformatorum.<br />

Rxtra.<br />

Ill.mo, ac R.mo domino domino colendissimo<br />

Domino archipresbytero civitatis<br />

Maranesis.<br />

Maranum 635 .<br />

959. 1795<br />

630<br />

Comincia colla pag. 317 e finisce colla pag. 354, in 4° grande, scritta con carattere corale distinto, e<br />

grandetto.<br />

631<br />

Rimandato li 10 luglio.<br />

632<br />

Est Comes Mohr venustanus. Franciscus Comes a Mohr parochus Merani.<br />

633<br />

P. David Thiarnitanus Campi nunc agens in Iudicaria orientali.<br />

634<br />

Questo arciprete è morto nell'anno stesso 1795 ed ebbe per successore don Nicolao Patscheider da Grauno,<br />

curato dell'Ospitale di Santo Spirito presso Merano nella parrocchia di Mais, d'anni <strong>58</strong> e Vicario foraneo in Marano<br />

coirense.<br />

635<br />

Consegnata al Pott li 20 luglio.<br />

200


Al P. Romano Fiorentini Riformato. Bolzano.<br />

RR. in Christo Patribus<br />

Romano Florentino, et Tiburtio<br />

F. Franciscus... S.P.D 636<br />

Ex commissione P. Udalrici Traspensis, qui hesterno mane iter suum versus Arcum<br />

prosequutus est, ad vos remitto hasce literas patentes 637 . Valete. Dabam Tridenti in<br />

conventu sancti Bernardini die 18 iulii 1795.<br />

Extra.<br />

Reverendo in Christo patri<br />

Patri Romano Florentino Ordinis Minorum Reformatorum s. Francisci.<br />

Bulsanum<br />

ad PP. Franciscanos 638 .<br />

960. 1795<br />

Alla sig. Maria Rosa Ciani. Trento.<br />

Riveritissima signora signora padrona colendissima.<br />

Ho imparato dai Diari di Venezia, che in quella dominante hanno due conventi li<br />

padri Eremitani di s. Agostino. Uno è a Santo Stefano protomartire, e l'altro a san<br />

Cristoforo della Pace in Isola. Questo secondo appartiene alla Congregazione<br />

Osservante detta di Lombardia, la quale veste come i padri di San Marco in Trento. Io<br />

non so in quale de' due accennati conventi se ne stia il padre Finocchi; ma ciò non<br />

ostante dirigerei la lettera al primo, perché situato dentro la città, e perché son sicuro,<br />

che qualora il detto Padre fosse nel secondo, gli verrà tostamente addirizzata, e<br />

spedita 639 . Sebbene V.S. riveritissima che lo visitò nell'anno 1789 si ricorderà se l'abbia<br />

ritrovato in città, oppure in Isola. Finisco insieme colla carta, e la riverisco divotamente.<br />

S. Bernardino 27 luglio 1795.<br />

961. 1795<br />

Alla sig. Anna Teresa Auchentallera. Bolgiano. In casa Eppergera.<br />

Sia lode a Gesù, e Maria Signori nostri clementissimi.<br />

Oggidì soltanto ho ricevuto la sua de' 15 e le rispondo subito, perché non sono<br />

necessitato di parlare con altri. Spiacemi però, che non posso renderla consolata. La<br />

signora Rosa Ciani non vuole alcun costo. Ha già ricusato uomini, e donne, preti e<br />

laici 640 . Non ha veruna stanza libera, e vacua: al che si aggiugne, che sta in aspettazione<br />

del suo signor fratello canonico in Ungheria. Credo affatto superfluo il far alcun cenno<br />

del desiderio di V.R., sapendo già il di lei stato, e proponimento. Dunque V.R. pazienti,<br />

e pensi di trovarsi un altro alloggio costì in Bolgiano, e di ritrovarlo tale, che possa<br />

godere un pò di pace, e quiete. Ormai dovrebbe sapere come passino le cose negli<br />

alberghi secolareschi, e quanta cautela sia necessaria ad una ex monaca per vivere in<br />

essi senza disturbi. Ella mi fa compassione, ma non posso aiutarla. Sento per altro con<br />

piacere, che abborrisce il secolo, e che non va fuori ai freschi. Continui così, e stia<br />

sicura che non avrà mai da pentirsi. Tratti meno che può col mondo, e più che può col<br />

636<br />

Videsis To. 7, Epist. 3269.<br />

637<br />

Patenti della conf. ad quinquennium.<br />

638<br />

Anno isto 1802 Bulsani vivit R.P. Florentinus Viloth concion. Ordinis Minorum Reformatorum. Videsis To.<br />

6 epist. 247.<br />

639<br />

Finocchi di Padova, zio della sig. Ciani moglie del sig. Giorgio Ciani, primo cugino della sig. Rosa.<br />

640<br />

Anche l'ex parroco Pietro Gramola con costo di fiorini 18 al mese.<br />

201


Signor Iddio, cui per carità raccomandi anche me, che assicurandola della memoria<br />

rapporto al Direttorio, la riverisco, e resto. Trento s. Bernardino 28 luglio 1795.<br />

Suo div.mo servo<br />

F. Grisostomo.<br />

962. 1795<br />

Al P. Gaetano Girolamo Maccati da Sarcedo. Vicenza.<br />

Rev.do Padre in Cristo padrone colendissimo.<br />

Quantunque io non sia quel soggetto pio, e dotto, ch'esser dovrei, per rispondere<br />

fondatamente al quesito non leggiero, che la P.V.R. si degna di propormi, cioè s'Ella<br />

possa in buona coscienza attendere agli studi della storia naturale, volendo inserire nella<br />

sua storia di tutto il territorio vicentino anche la copiosa raccolta di pietrificazioni<br />

marine, che ha ritrovato nei monti del predetto territorio, nientedimeno ardisco di<br />

risponderle, succintamente però, con un'affermativa, purché non vi attenda contro la<br />

volontà de' suoi superiori, e che per così fatti studi non si estingua in Lei spiritus<br />

sanctae orationis, et devotionis, cosa, com'Ella pure ben sa, raccomandata dal nostro<br />

Serafico Patriarca nel capo quinto della sua Regola in proposito del lavoro, e nella<br />

letterina scritta a Sant'Antonio in oggi detto da Padova, con cui gli permise d'insegnare<br />

ai Frati la Sagra teologia. Così la sentono, e tengono eziandio questi miei Padri<br />

<strong>Provincia</strong>le attuale (Arcangelo da Cles) e Guardiano ex <strong>Provincia</strong>le immediato<br />

(Gioachino da Pressano) cui ho manifestato le angustie di V.P.R. Ella dunque sia<br />

sollecita nell'adempiere gli obblighi della sua serafica Professione, proccurando non<br />

solamente di praticare quanto fanno i suoi correligiosi più buoni, e ferventi; ma ben<br />

anche di superarli, specialmente nell'umiltà, nell'ubbidienza, nella povertà, nell'assistere<br />

al coro, ed a tutte le altre funzioni della santa comunità, senza punto temere, che sia per<br />

mancarle tempo da comporre i suoi libri. Vivendo in tal maniera darà soddisfazione a<br />

quei buoni Padri, che per effetto di amore fraterno le hanno creato degli scrupoli:<br />

glorificherà Iddio Ottimo Massimo: spiritualizzerà i suoi libri di qualunque argomento<br />

con edificazione de' suoi lettori: si farà un merito immortale; e finalmente godrà la santa<br />

pace in questa, ed anche nell'altra vita. Desidero altrettanto io pure per me; onde la<br />

prego aiutarmi colle sue fervorose orazioni appresso S.D.M. 641 e tutto pieno di stima, e<br />

venerazione la riverisco, e mi professo. Trento, s. Bernardino 1 agosto 1795.<br />

Di V.P.R.<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano de' Minori Riformati.<br />

P.S. L'arciprete Francesantonio Santoni è morto in Arco li 15 aprile di quest'anno<br />

1795, di sua età 72. La di lui opera intorno alle chiese da me non fu mai veduta. Quindi<br />

sono andato da questo stampatore Monauni per vederla; ma non potei, perché la tiene<br />

fuori di casa ammucchiata. Vuole quindici Lire venete per ogni copia. L'intero<br />

frontispicio della medesima fummi mandato da un cavaliere 642 , che la tiene, ed è questo<br />

arcistucchevolissimo: Dell'origine, e varie spezie, e forma dell'antico governo delle<br />

chiese parrocchiali, e delle Collegiate. Libri due. Della Collegiata d'Arco, Libri tre.<br />

Cataloghi tre ecc. come nella mia Biblioteca. In Trento 1783. Questo si è il titolo del<br />

primo tomo in foglio grande di pagg. 308. Quello poi del tomo secondo, parimente in<br />

foglio grande di pagg. 396 è il seguente. Cataloghi formati sopra originali documenti. I,<br />

641 *Sua Divina Maestà.<br />

642 Barone Gaudenzio Antonio Gaudenti.<br />

202


Degli arcipreti, e dei canonici della Collegiata d'Arco, dall'anno 1160 fino all'anno 1774<br />

ecc. ecc. ut in mea Bibliot. In Trento 1783.<br />

Temo, che il numero delle pagine sia sbagliato, perché il tomo primo è valutato Lire<br />

dieci, ed il secondo soltanto cinque. Il primo per ischerzo fu detto il Messale da vivo, e<br />

l'altro il Messale da morto, attesa la grande differenza della mole. Non ho tempo oggidì<br />

da sincerarmi.<br />

NB Oggidì 5 ottobre 1795 mi ha risposto, che rapporto a tal opera non occorre<br />

altro, non volendola.<br />

963. 1795<br />

Alla sig. Maria Rosa Ciani. Trento.<br />

Molto illustre sig. padrona colendissima.<br />

Mi chiamo a parte delle consolazioni di V.S. molto illustre, l'assicuro, che celebrerò<br />

le cinque sante Messe col maggiore affetto, che potrò, e che domani senza dubbio da<br />

qualche ora sarò ad augurarle un viaggio prospero in persona. L'accerto pure della<br />

ricevuta limosina, rapporto alla quale non eravi bisogno di tanta sollecitudine. R<br />

riverendola distintamente mi professo. S. Bernardino 9 agosto 1795.<br />

Di V.S. molto illustre<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo.<br />

Andrà incontro al suo fratello Leonardo canonico di Vaccia in Ungheria, che viene<br />

ai bagni di Prags della Pusteria per il suo male di occhi. È partita per Brunegg li dodici<br />

d'agosto, insieme col prete Giorgio Mogotti di Trento, pigliato a sue spese per<br />

compagno sino a Brunegg. Questi è ritornato a Trento li 17 agosto. Ella poi è stata di<br />

ritorno in Trento col signor canonico suo fratello nella sera de' tre di settembre. Il<br />

canonico è partito per Vaccia da Trento nella mattina dei tredici ottobre 1795 per essere<br />

in Vienna li 17 e poi a Vaccia innanzi del novembre.<br />

964. 1795<br />

Alla sig. Maria Rosa Ciani. Prages in Pusteria.<br />

Riveritissima signora.<br />

Non osando di scriverle a parte mi prendo la confidenza di scriverle qui, per<br />

assicurarla, che sono stato sollecito per Lei, e che ho goduto sentendo della sua lettera<br />

scritta al signor Paolo Pisoni, che sta bene, e che il male del signor canonico suo<br />

direttissimo fratello, per al Dio grazia, non è tanto grande, come si temeva; e che quindi<br />

spera di vederlo presto guarito interamente. Siccome poi scrive, che non ritornerà qua<br />

prima del prossimo settembre; così prevengo la di Lei festa nomastica, augurandogliela<br />

per ogni capo felicissima, al qual fine in tal giorno celebrerò per Lei la mia Messa 643 .<br />

Bramo, che il Signor Iddio esaudisca i miei voti; e facendo ad entrambi una divotissima<br />

riverenza mi professo. Trento 24 agosto 1795.<br />

Loro um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo.<br />

Questo viglietto fu inserito in una lettera del sig. Paolo Pisoni spedita li 25. Questo<br />

Pisoni tiene ad affitto due botteghe, ed una camera della sig. Rosa, e fu molti anni putto<br />

del negozio del quondam signor Michel Angelo Ciani padre della sig. Rosa. Poi<br />

643 di s. Rosa Limana (*da Lima) li 30 agosto.<br />

203


comperò tutta la casa, e le due botteghe Ciani situate sul Cantone alla destra del Rivo,<br />

che discende da San Pietro.<br />

965. 1795<br />

Al P. Celestino Gamba di Roveredo. Roveredo.<br />

R.P.<br />

Senza verun indugio son andato nel Borgo non Nuovo, ma di Santa Croce, a vedere<br />

cosa siane del signor Giacomo fratello di V.P. e quindi la rendo certa, che l'ho trovato in<br />

piedi bensì, ma convalescente, avendo superato col divino aiuto la doglia, e la miliaria.<br />

Egli mi ha detto, che non ha ricevuto alcuna lettera di V.P. in questo frattempo, e che<br />

quando avrà un pò di tempo le scriverà. Ella dunque si consoli, e ringrazi la bontà<br />

d'Iddio Signor nostro per al vita donata al suo signor fratello, e se posso servirla in altro<br />

mi comandi, che sempre mi troverà quel desso, che mi dico. Trento 28 agosto 1795.<br />

Suo div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Grisostomo.<br />

966. 1795<br />

Al sig. Antonio Gasperini 644 . Pergine.<br />

Ill.mo sig. sig. e padrone colendissimo.<br />

In assenza del Padre Guardiano ho io l'onore di rispondere a V.S. Ill.ma, che il suo<br />

signor figlio 645 , quantunque avesse stabilito di ripatriare nella prossima domenica, per<br />

ubbidirla tratterassi qui sino al martedì seguente, e che frattanto col bacio delle mani la<br />

prega della sua paterna benedizione. L'assicuro, che ho insinuato le di Lei giuste<br />

premure al Padre direttore 646 del medesimo e che abbiamo ricevuto la carità preziosa 647 ,<br />

che s'è compiaciuta di mandarci, per la quale la ringrazio vivamente, e gliene sospiro<br />

dal Signor Iddio la ricompensa. Lasciando poi al Padre Guardiano l'adempiere alle sue<br />

parti quando sarà ritornato, la riverisco anche per nome del detto Padre direttore, e tutto<br />

pieno di stima, e rispetto passo a protestarmi. Trento, s. Bernardino 4 settembre 1795.<br />

Di V.S.Ill.ma<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano Vicario de' Minori Riformati.<br />

967. 1795<br />

Al P. Filippo Panizza di Metodesco Guardiano di Melombardo.<br />

R.P. Guardiano L.I.C.<br />

Siccome abbiamo inteso iersera dal sig. Niccolò Rigotti, fratello del P. Agostino,<br />

che il nostro buon Padre Melchiore Keller di Cles fu da lui veduto nel cataletto; così<br />

subito abbiamo cominciato a suffragarlo colla recita dell'officio, e questa mattina con<br />

delle sante Messe, tra le quali una fu cantata dal Padre <strong>Provincia</strong>le. Continueremo il<br />

dovuto suffragio ne' giorni prossimi; e confido, che tutti abbonderanno, giacché tutti<br />

sono persuasi del merito singolare del confratello defunto. Certamente io celebrerò per<br />

lui domani la mia Messa. Questa sera da Fra Masseo di Enno, che fu qui, saranne<br />

avvisato anche il convento di Pergine, avanti che gli arrivi la posta. Prego la P.S. che<br />

m'impetri dal Signor Iddio lo spirito necessario per ben prepararmi alla morte: ed<br />

644 Così egli si scrive per la sua ditta mercantesca; ma per altro si dice Valentino.<br />

645 Valentino, il quale fu soldato quattro mesi contra i franchi appresso Genova.<br />

646 P. Agostino da Vigo.<br />

647 Un vitello vivo.<br />

204


aggiugnendole, che ieridì è morto nel Castello di Trento il signor segretario<br />

Bartolommeo Galvagni di Trento, la riverisco, e mi dico. Trento 5 settembre 1795 648 .<br />

Suo div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Giangrisostomo.<br />

968. 1795<br />

Al sig. Valentino Gasperini 649 . Pergine.<br />

Ill.mo sig. sig. e padrone colendissimo.<br />

A tenore della sua stimatissima consegno all'esibitore della presente il suo signor<br />

figlio, cui prima ho fatto insinuare i giusti sentimenti, e le condizioni, colle quali si offre<br />

di riceverlo. Voglio sperare 650 , che sarà ricordevole, ed osservatore delle medesime; e<br />

che quindi V.S.Ill.ma rimarrà contenta, e consolata. Le offerisco il convento per quello,<br />

che potessimo mai servirla; e riverendola eziandio per parte del Padre direttore, mi<br />

soscrivo. Trento, s. Bernardino 7 settembre 1795.<br />

Di V.S.Ill.a<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano<br />

Vicario de' Minori Riformati.<br />

969. 1795<br />

Al sig. Luigi Marchesani. Roveredo.<br />

Molto illustre sig. padrone colendissimo.<br />

Sono incombenzato di esibire a V.S. molto illustre, la stampa di un manoscritto, che<br />

dà in buon latino il libricciuolo stampato in Vienna bel 1793 con questo titolo:<br />

Andresse 651 a la convention nationale par l'auteur de l'essai politique sur le<br />

vicissitudines inevitabiles des societates civiles. A Vienne chez Ignace Alberti 1793, in<br />

8°, pagg. 108. Il traduttore si è un canonico secolare italiano, il quale vorrebbe, che la<br />

stampa fosse fatta subito subito. L'ha esibita al signor Giambattista Monauni; ma lo ha<br />

ritrovato presentemente troppo occupato. A me pare, che tanto l'operetta, quanto la<br />

traduzione sieno degne della stampa. In caso, che V.S. molto illustre volesse farla, e<br />

subito, favorisca di avvisarmi, aggiugnendo le condizioni, voglio dire, se la farebbe a<br />

proprie spese,e quanto vorrebbe per ogni foglio, pigliando l'autore un qualche numero di<br />

copie. L'avverto però, ch'egli non potrebbe assistere alla stampa per fare le correzioni<br />

della medesima. In attenzione di grata rispostala riverisco, e mi dico. Trento 12<br />

settembre 1795.<br />

Di V.S. molto illustre<br />

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano Minore Riformato.<br />

Pro memoria. Il traduttore si è il sig. Leonardo Ciani di Trento, canonico della<br />

cattedrale di Vaccia in Ungheria, il quale tratterassi qui a Trento soltanto sino ai primi<br />

del prossimo mede d'ottobre. A me piace assai la di lui traduzione. Ha per titolo: Ad<br />

conventum nationis gallicae libellus. Comincia: Magnopere laetati sumus, parisienses.<br />

Egli ha portato ai propri luoghi nel libricciuolo que' testi lunghi, che dall'autore francese<br />

648<br />

Questa serve di risposta alla lettera del P. Guardiano ricevuta sul mezzogiorno oggidì.<br />

649<br />

Egli stesso in questa seconda sua lettera scritta 'd'altra mano si ha soscritto Valentino.<br />

650<br />

Sperare, ma gratis.<br />

651<br />

Indirizzo alla convenzione. – Il famoso incredulo Raynal ha scritto una lettera, che stampata porta questo<br />

Titolo: Andresse del Guillaume Thomas Raynal lue a l'asseemblée le 21 mai 1791. A Paris. Ex Bolg. pag. 168.<br />

205


furono posti al fine del detto libricciuolo, e gli ha inserito alcune note. Il Marchesani<br />

con data de' 15 ricevuta da me li 17 ha risposto, che ora non può accettare la mia offerta,<br />

perché ha da stampare i suoi Pronostici. Io ho suggerito al Ciani, che in vece di Libellus<br />

faccia Paraenesis, ed ha acconsentito 652 .<br />

970. 1795<br />

Al P. Damaso Zamboni da Vigol-Vattaro 653 . Borgo.<br />

R.P. in Cristo padrone colendissimo.<br />

Ho insinuato fedelmente ai nostri Padri superiori la brama, che ha di venir a<br />

predicare in questa città il R:P. Marcellino da Venezia; ma ho ricevuto in risposta, che i<br />

due primi anni '97 e '99 toccanti a noi, già sono promessi ad altri 654 : che c'è un terzo<br />

raccomandatosi: e che per altri anni ora non possono prometter altro fuorché di<br />

ricordarsi di lui. Altrettanto prometto, che farò anch'io, se sarò vivo. Qui compiegata le<br />

mando la sua patente della confessione prorogata ad quinquennium. Rapporto poi alla<br />

facoltà in Reservata, pazienti se le dico, che fu risposto negative. Se posso servirla in<br />

altro mi comandi, mentre riverendola sono. Trento 15 settembre 1795.<br />

Di V.P.R.<br />

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo.<br />

Nota. Il detto P. Marcellino fu chiesto in vano dal P. <strong>Provincia</strong>le Gioachino negli<br />

anni addietro. Nella prossima Quaresima del 1796 predicherà in Napoli. Nel '97 e '98<br />

altrove. Pel '99 si trova libero. Gli ha ottenuto il pulpito di Napoli il P. ex Procuratore<br />

Angelo da Procida. Al P. Marcellino fu esibito il nostro pulpito per il 1801, ma lo ricusò<br />

perché già obbligato altrove. Predicò poi qui l'anno 1807 655 .<br />

971. 17 settembre 1795<br />

Al sig. don Giovanni Walser Vicario parrocchiale di Merano.<br />

Plurimum Reverendo Domino<br />

Domino Ioanni Walsero<br />

Vicario Parochiali Merani<br />

F. Ioan. Chrysostomus de Avolano<br />

Franciscanus S.P.D.<br />

Visis, lectisque literis D.T.P.R. per ordinarium, ac notum cursorem 656 , mitto ad te,<br />

una cum meis hisce, denarios, quos meranensi Scholae doctrinae christianae<br />

restituendos aliis meis literis significavi. Monetae sun undecim, omnes aegenteae, bene<br />

compactae, sigillo meo munitae, ac venerabili tuo nomine ornatae 657 . Spero, quod tuto<br />

652 Monsignor Ciani canonico ed abate mitrato,ha stampato il suo libricciuolo nell'Ungheria senza data di luogo<br />

nell'anno MDCCXCVII in 8°, con questo titolo: Ad conventum nationis gallicae libellus paraeneticus ex gallico.<br />

Anno MDCCXCVII. Incomincia la prefazione dell'interprete Ciani al lettore: Haud multa praefari opus est. Il libretto<br />

poi: Maximopere laetati sumus,parisienses, cum vos. Lo tengo mandatomi da Vaccia in Trento li 10 dicembre 1797.<br />

653 Questo Religioso è morto soffocato dall'asma nel convento di Borgo li 14 luglio 1796 in età d'anni 65.<br />

654 Il P. Giangiuseppe da Bergamo destinato pel '99 non ha voluto cedere pregato: ma neppure ha potuto venire<br />

a Trento perché abborrito dal Governo enipontano come cisalpino. Si fermò in Roveredo. Fu destinato per il 1801, ma<br />

poi non venne.<br />

655 Il parroco di Merano Francesco Conte di Mohr si trova infermo. Scrivo Meranum perché così scrive il<br />

Walser. Il parroco è morto nell'ottobre del 1795.<br />

656 Cioè il solito Pott.<br />

657 Il detto Walsero scrive Bater, et Barochus, e Vicarius parochialis.<br />

206


gressu pervenient ad te, quem diu valere iubeo. Tridenti in conventu sancti Bernardini<br />

XV Kalendas octobris anno 1795 6<strong>58</strong> .<br />

Extra. Plurimum Reverendo Domino<br />

Domino Ioanni Walsero Vicario Parochiali Merani<br />

Bulsano<br />

Meranum.<br />

Cum adnexo parvo involucro.<br />

972. 1795<br />

Al P. D. Giambattista Ghezzi C.R.S. Ferrara. S. Niccolò.<br />

Molto rev. Padre sig. e e padrone colendissimo.<br />

Non erano ancora passate ventiquattr'ore quando vennemi recato il pregiatissimo<br />

foglio di V.R. dacché in città ebbi la consolazione di sentir parlare di Lei<br />

onorevolmente. Io me le professo assaissimo tenuto per la memoria, che tuttavia<br />

conserva di me: per l'ottimo cuore, che mi mostra; e per le finezze usate ai miei<br />

confratelli (PP. Eusebio da Pinedo, e Gregorio da Caldes) tutto effetto della bontà<br />

singolare di V. R. non avendo io alcun merito, né abilità per contraccambiarla. Già mi<br />

conosce, non dico altro. Per la Dio grazia son ancora sano; e lavoro dì, e notte senza<br />

veruna speranza di giugnere ad aver un giorno vacuo. Così porta il mio destino. Il signor<br />

Conte canonico Bortolazzi villeggia felicemente in Tavernaro. Il P. piovano (Luigi<br />

Doria) di lei successore fu nella Valle di Non, e sta per andare a Vezzano. Con<br />

dispiacere universale sono morti il signor cancelliere Bartolommeo Bertolini, ed il<br />

signor segretario Bartolommeo Galvagni. Il signor podestà (Luigi Cheluzzi) ebbe molto<br />

da fare per sostenere le sue sentenze contro una ruffiana (busa), ed un assassino<br />

(Pilone). Si trova in Trento il signor canonico Leonardo Ciani. Elle è riverita dalle<br />

persone, che mi ha nominato; ed io godendo, che le di lei cose vadano sempre meglio e<br />

per l'anima, e per il corpo, gliene sospiro la continuazione, e pieno di sima, rispetto, e<br />

venerazione mi protesto. Trento, s. Bernardino 18 settembre 1795.<br />

Di V.R.<br />

Umil.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano Minore Riformato.<br />

Il lodato P. Ghezzi attese le novità dolorose di Ferrara, e della Lombardia<br />

quest'anno 1797 dicesi secolarizzato, e ristornato a Bergamo sua patria: ma ciò non è<br />

vero, essendo ancora in Ferrara nel 1798. Vedi sotto To. 4, num. 1284.<br />

973. 1795<br />

Al sig. Prospero Strobele. Borgo.<br />

Riveritissimo signor Prospero659 .<br />

Quanto improviso, altrettanto gradito mi riesce il foglio di V.S. molto illustre,<br />

venendo da lui assicurato, che ancora dopo tanto tempo Ella ricordasi di me, e mi<br />

conserva l'antico suo amore660 . Io pure posso dirle, che non mai sonomi dimenticato<br />

6<strong>58</strong><br />

Consegnato al Pott li 18 settembre. Ricevuto riscontro, che pervenne a Merano li 3 ottobre, con data de' 24<br />

settembre.<br />

659<br />

Giovine di circa 18 anni.<br />

660<br />

Anno 1564 vixit R.D. presbyter Petrus quondam Dominici a Strubale de Rotio vicentini Districtus, cioè di<br />

Rozzo de' Sette Comuni Vicentini. Ex To. 1 Compend. diplom., n. 109. Anno isto 1795 et 1803 vivit Paolo Ströbel<br />

Ordinis s. Benedicti, natus in Edelstetten 24 nov. 1743, abbas in Elchingen electus 18 april. 1793.- Prospero è figlio<br />

di Agostino, e brama di farsi nostro Religioso in quest'anno 1797, ma in quest'anno 1798 si ha fatto chierico secolare,<br />

non potendo essere da noi accettato perché austriaco. Nel 1801 è andato a Padova per farsi della nuova Compagnia<br />

207


delle finezze, che per mero effetto della sua bontà si è compiaciuta di usarmi allorché<br />

fui costì: e l'accerto, che molto più ne sarò memore nell'avvenire, attesa la premura, che<br />

ha avuto di darmi un nuovo contrassegno dell'accennato suo amore. Frattanto la<br />

ringrazio vivamente, e sospirandole ogni desiderabile prosperità spirituale, e temprarle,<br />

la riverisco, e mi professo. Trento, s. Bernardino 15 ottobre 1795 661 .<br />

Di V.S. molto illustre<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. G. da Pergine<br />

974. 1795<br />

Al P. Gaetano Girolamo Maccà di Sarcedo Minore Osservante. Vicenza. S. Biagio.<br />

R.P.P.C.<br />

Eccola servita co' fogli, che nello scorso anno 1794 aggiunse alle sue Notizie della<br />

Valsugana il nostro P. L. Pietro Paolo di Roncegno, già Giuseppe Andrea Montibeller,<br />

ora Guardiano in Arco. A me spiace assai, che le predette Notizie sono scorrettissime, e<br />

specialmente nella raccolta de' documenti. Se voglio servirla in altro mi comandi<br />

liberamente, poiché riverendola sono. Trento 16 ottobre 1795.<br />

Suo umil.mo, div. obbl.mo servo<br />

F. Grisostomo.<br />

Nota. Ho detto, che il P. Pietro Paolo si chiamò nel secolo Giuseppe Andrea, perché il<br />

P. Gaetano suppone, che così chiamisi anche in oggi, giacché in fronte alle Notizie si ha<br />

nominato Giuseppe Andrea Montebello.<br />

975. 1795<br />

Al P. Guardiano de' Minori Riformati. Vicenza. S. Giuseppe.<br />

R.P.P.C.<br />

In vigore di quanto mi ha scritto il R.P. Gaetano Girolamo di Sarcedo indirizzo alla<br />

P.V.R. la qui compiegata, pregandola di fargliela tenere. Chiedo scusa dell'incomodo, e<br />

riverendola mi dico. Trento, s. Bernardino 16 ottobre 1795.<br />

Di V.P.R.<br />

Um.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano.<br />

976. 1795<br />

Al P. Attanasio di Sardagna Guardiano in Borgo.<br />

R.P.<br />

Per commissione del P. <strong>Provincia</strong>le spedisco alla P.V.R. una copia della Cronologia<br />

serafica ultimamente stampata (in Roma) e consistente in un bel tomo in foglio,<br />

coll'avviso, che giunto a Trento costa dicidotto troni. Con questa occasione l'avverto,<br />

che molto probabilmente le potrò mandare assai tardo il Direttorio dell'anno prossimo,<br />

perché quantunque io l'abbia consegnato allo stampatore li due luglio, non è ancora<br />

incominciata la di lui stampa, impedita essendo da altre stampe privilegiate. Mi<br />

raccomando in precibus, e riverendola sono. Trento 3 novembre 1795 662 .<br />

Paccanaristica della Fede di Gesù: ma presto mutò pensieri, e ritornò alla sua casa. Ora 1803 li 3 ottobre è novizio<br />

Agostiniano in s. Marco di Trento. Nel 1804 fu ordinato sacerdote.<br />

661 De Sigism. Strobele videsis To. 4, epist. 1361.<br />

662 Spedita 16 novembre.<br />

208


Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Grisostomo.<br />

P.S. Ne' due mesi scorsi di agosto e settembre in Sardagna sono morti 37 fanciulli<br />

dal vaiuolo.<br />

977. 1795<br />

Al P. Massimo da Volano Vicario in Borgo.<br />

Carissimo Fratello L.I.C.<br />

Essendo cent'anni, che non vi ho scritto, mi prevalgo dell'occasione del vostro<br />

Terziario per darvi un attestato, che son ancora vivo, per la Dio grazia, ed anche sano,<br />

benché oggidì sia per terminare l'anno sessantesimoquarto della mia età. Ho inteso con<br />

piacere, che Voi pure siete sano. Proccurate di conservarvi. Dalla nezza Lucia 663 ho<br />

sentito, che don Francesco si va strascinando soltanto, perché non è guarito<br />

perfettamente. La stampa del mio Direttorio monastico non è ancora incominciata.<br />

Nell'ottobre scorso per servire persone di alto grado paesane, ed estere ho composto un<br />

libricciuolo di pagg. 60 e più col titolo Chronologia Calapina, seu nobilium<br />

Calapinorum Tridenti ab anno 1256 usque ad annum 1605 deducta, et ipsismet veterum<br />

monumentorum verbis contexta. Mi ha costato molta fatica, e non poco tempo il<br />

raccogliere i documenti ed il formare un albero 664 . Ora son dietro all'archivio Lomasino;<br />

ma debbo andare molto adaggio perché scarseggio di tempo, ed esso è assai tristo.<br />

Avrete letto quanto dice la Gazzetta trentina. Onde vi fo sapere, che questo ill.mo<br />

Magistrato consolare nella domenica scaduta 665 in s. Maria Maggiore pel vescovo<br />

nuovo 666 ha fatto cantare Messa col Te Deum, campanò, sparo di mortari, e distribuzione<br />

di dodici some di pane ai poveri, coll' Avviso previo stampato dal Battisti, che tal<br />

funzione sacra essendo conforme al carattere, e religione delle Altezze Loro R.me, deve<br />

sperarsi gradita più di qualunque altra profana dimostrazione, che nella presente<br />

stagione rigida, ed incostante, ed in altre attuali circostanze non potrebbe riuscire<br />

soddisfacente, né decorosa. Non dico altro. Addio. Trento 21 novembre 1795.<br />

978. 1795<br />

Al P. Massimo di Volano. Vicario in Borgo.<br />

Sia lodato Gesù Cristo Signor nostro clementissimo.<br />

Ho sentito con singolar contento, che il Signor Iddio vi dona di godere una salute<br />

competente. Procurate di almeno conservarla. Vi ringrazio poi delle due belle corde di<br />

biscotti; e vi accerto, che colla prima occasione opportuna vi rimanderò l'antimella 667 .<br />

Non so quando potrò spedirvi il nuovo Direttorio, perché sino ad ora fu stampato il solo<br />

primo foglio, e restano ancora tre da stampare: tutto per difetto dello stampatore, cui ho<br />

esibito l'originale ai due di luglio, e più volte ho fatto delle istanze. Son tuttavia indietro<br />

coll'archivio di Lomaso. Tengo pure l'archivio Prepositurale di Trento: ed un altro<br />

archivio di Casa privata mi aspetta. Non so se il Signor Iddio mi donerà tempo, vita, e<br />

sanità, che basti per finirli. Ai 4 del corrente S.A.R. ha chiesto al R.mo Capitolo un<br />

coadiutore con futura successione: ma fu decretato dalla stesso capitolo di non parlare di<br />

663 moglie di Mattia figlio di mia sorella.<br />

664 Non mi ha fruttato un iches.<br />

665 15 novembre.<br />

666 di Passavia Tommaso Toner.<br />

667 *Intima per foderare guanciali e materassi: anche intimella.<br />

209


ciò innanzi li sette del prossimo gennaio 668 . Da qualche tempo si trovano in Trento i<br />

comici già pagati in parte, li quali comincieranno le loro titolate esibizioni nella seconda<br />

festa del ss. Natale, e così faranno svanire la paura de' francesi. Vi sospiro buone le<br />

imminenti ss. Feste, con un simile capodanno, e vi abbraccio da Fratello. Trento 21<br />

dicembre 1795.<br />

P.S. Ho notata la morte del signor arciprete di Roncegno Gio. Antonio Bruni come<br />

seguita gli 8 del corrente. In Aldeno sta molto male ilo signor Francesco Baldo, nato li<br />

19 nov. 1919 669 .<br />

979. 1795<br />

Ai confratelli dell'Annunziata di Trento.<br />

Riveritissimi signori signori padroni colendissimi.<br />

Antonia figlia quondam Giannantonio Brunelli abitante sul maso di Sant'Antonio<br />

nella parrocchia di Santa Maria Maggiore, essendo in procinto di maritarsi, e trovandosi<br />

poverissima, ricorre alla carità delle signorie vostre riveritissime, supplicandole<br />

umilissimamente, che vogliano graziarla di quella limosina 670 , che sogliono dare ogni<br />

anno ad una sua simile donzella. Che di tal grazia e carità ecc.<br />

Al di fuori. Ai Riveritissimi Signori<br />

Ministro, e rappresentanti<br />

della ven. Confraternita<br />

dell'Annunziata di Trento<br />

Umilissima supplica<br />

di<br />

Antonia Brunelli.<br />

Così ho scritto li 27 dicembre 1795, pregato da un fratello Gasparo della detta<br />

Antonia, la quale ha più di 25 anni, ed è promessa ad un Rochi di Pedecastello. Ella fu<br />

battezzata in san Pietro di Trento, orionda per altro da Ravina. Sta ora con sua madre, e<br />

con due suoi fratelli nel detto maso di s. Antonio sotto Sardagna, spettante al signor<br />

Conte Giuseppe de' Melchiori di Trento. Ministro della menzionata Confraternita ora è<br />

il sig. Domenico Zanotti tintore nella Roza Grande.<br />

980. 1795<br />

Alla sig. Anna Teresa Auchentallera. Bolgiano.<br />

Sia lode a Gesù, e Maria Signori Nostri clementissimi.<br />

Ho il contento di poterle rispondere, ed assicurarla, che il male,cui va soggetto il<br />

nostro Padre <strong>Provincia</strong>le (Arcangelo Lago) non è così grande, come le fu supposto: né<br />

sta nei nervi; ma bensì nel sangue. Per altro egli, quantunque non possa viaggiare molto,<br />

va al confessionale di Santa Chiara, continua il suo uffizio di confessore, e frequenta<br />

tutte le funzioni della comunità religiosa, eziandio le processioni della città. Ma io temo,<br />

che così non possa durare quanto farebbe di bisogno. Il Signor Iddio può farci la grazia,<br />

giacché può il tutto. Lo preghi per tal fine anche V.R.<br />

Non posso mandarle subito il Direttorio, perché non è ancora terminata la di lui<br />

stampa, sebbene io abbia consegnato l'originale allo stampatore ai due di luglio. Il primo<br />

esemplare, che verrammi alle mani sarà per Lei. Circa il Breviario picciolo, che brama,<br />

668 Li sette fu tenuto Capitolo: in cui tre soli voti furono favorevoli al vescovo: gli altri di più contrari, attese le<br />

condizioni. Fu trattato di coadiutore anche nel novembre del 1797, ma in vano.<br />

669 Questi però guarì.<br />

670 Ragnesi 50 per maritarsi. Ottenne la grazia: ma non la godette, perché il marito la consumò egli solo.<br />

210


le rispondo, che non so, se voglia un Breviario, oppure un diurnetto: e le aggiungo, che<br />

più facilmente potrà essere compiaciuta da codesti Padri Riformati di Bolgiano. Anzi<br />

per mezzo di qualche mercante potrebbe farsi venire da Campidonia un diurnetto nuovo<br />

intitolato: Horae diurnae Breviarii romano- seraphici a ss. D.N. Pio PP. VI dudum<br />

approbatae, in 24°.<br />

Entro quest'anno è morta in s. Chiara la M. Gioseffa Maria Tommazzoli di Trento,<br />

in Borgo Suor Rosa Longa di Fiemme, in Roveredo Suor Giacinta Brunelli di<br />

Giudicaria. In Pergine è morto il P. Gottardo da Cles, ed in Mezzo Lombardo li PP.<br />

Melchiore da Cles, e Giambattista di Mezzolombardo. Le auguro un felice capo<br />

dell'imminente anno, e la riverisco. Trento, San Bernardino 27 dicembre 1795.<br />

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano.<br />

981. 1795<br />

Ai signori presidenti dell'orfanotrofio di Trento.<br />

Ill.mi signori signori padroni colendissimi.<br />

Antonia figlia quondam Giannantonio Brunelli abitante ecc., delle signorie vostre<br />

ill.me, supplicandole ecc., come sopra num. 979 671 .<br />

A di fuori: Agl'Illmi signori<br />

Ministro, e consiglieri<br />

del Pio Luogo delle<br />

Fradaglie di Trento<br />

Umilissima supplica<br />

di<br />

Antonia Brunelli.<br />

Così ho scritto li 20 dicembre 1795 pregato da Gasparo fratello di Antonia.<br />

Ministro è oggidì Sigismondo barone Trentini capo-console di Trento. Del detto Luogo<br />

Pio ho trattato a parte in un mio quaderno intitolato Memorie dell'Orfanotrofio Trentino.<br />

982. 1795<br />

Alla M. Maria Arcangela Filippi di Scanna. Trento. S. Chiara 672 .<br />

Gesù, e Maria ci benedicano.<br />

Ringrazio V.R. della limosina (d'Agnus Dei) che ha voluto mandarmi;<br />

assicurandola nello steso tempo, che non mi teneva punto creditore, e che ho celebrato<br />

la santa Messa senza verun fine interessato; ma soltanto per aiutare V.R. nel suffragare<br />

la sua signora madre: Se fossi stato presente non l'avrei accettata così facilmente. Godo<br />

per altro, che sia contenta del mio servizio spirituale, e le dico, che non pensi altro, che<br />

a ringraziare il Signor Iddio de' favori, che le ha fatto. Io suppongo come certo, che non<br />

verrò più costà né come ordinario, né come straordinario; ma tuttavolta conserverò<br />

sempre sempre il mio cuore grato, e riverente per tutte, ed anche per V.R. Quindi<br />

passato il gennaio, e la stagione rigida verrò al monastero, ed avrò memoria eziandio di<br />

Lei. Frattanto le auguro sinceramente un felicissimo capo dell'immediato anno: la<br />

ringrazio anche della carità, che usa alla M. Giacinta Maria, e la benedico in nomine<br />

Patris, et Fili, et Spiritus Sancti. Amen. S. Bernardino 31 dicembre 1795.<br />

671<br />

La limosina toccò ad una ex Fradaglia, figlia del fu molinaro Angelo Zanconti pescantinese, e di Angela<br />

Bommassari: promessa ad un Lazari orefice.<br />

672<br />

Nata 18 agosto 1753. Vestita 4 maggio 1772 in s. Chiara, col titolo dell'Amore di Gesù.<br />

211


983. 1795<br />

Alla M. Giacinta Maria Tabarelli. Trento. S. Chiara.<br />

Gesù, e Maria ci benedicano.<br />

F. Abbondanzio non approva il salasso: e rapporto all'incomodo della gamba mi ha<br />

risposto, che le applichi delle pezze inzuppate nell'acqua, ed aceto, come ha fatto altre<br />

volte. Se il Santo finora non le ha impetrato da S.D.M. la bramata grazia, Ella continui<br />

ad umiliarsi, confessando la sua indegnità, e supponendo, che così voglia Iddio per suo<br />

maggior bene. Ma continui pur anche le sue preghiere. Già sa, che la perseveranza è una<br />

grand'avvocata. Se ancora la ricercano dello stato suo risponda schiettamente, che non<br />

può reggere alla fatica: e se mostrano di non restare persuase, porti pazienza. Così fanno<br />

i mali interni, e lunghi. Se non è ricercata non parli de' suoi dolori né pure nella<br />

confessione, sapendo, che il Padre confessore mostra di non crederle. Così patirà meno.<br />

Già non le giova punto parlarne. Mi spiace, che non posso aiutarla. S'aiuti Ella alla<br />

meglio, che può: ma non pretenda privilegi, ed esenzioni dall'umanità. Si rammenti<br />

della sua età, e che nel ministero sempre suol esservi qualche carro rotto. A Lei, ed alla<br />

M. Aloisia sospiro, ed auguro di tutto cuore un felice capodanno. S. Bernardino 31<br />

dicembre 1795.<br />

984. 1796<br />

Alla M. Anna Teresa Auchentallera. Bolgiano.<br />

Sia lode a Gesù, e Maria Signori Nostri clementissimi.<br />

Mantengo la parola datale con altra mia de' 27 dicembre, mandandole una copia del<br />

mio Direttorio, ricevuta dal libraio in questo stesso giorno. Bramo, che il tramessiero di<br />

Merano, cui la consegno, gliela porti presto; r riverendola resto. Trento il primo gennaio<br />

1796 673 .<br />

985. 1796<br />

Al P. Carlo Felice di Trento Guardiano. Roveredo. S. Rocco 674 .<br />

R.P.P.C.<br />

Oggidì ho impaccato ventisei Direttori colla direzione a S.P.R. Li manderò quando<br />

potrò ritrovare un'occasione opportuna, e sicura. Uno di essi dovrà consegnarsi a<br />

codesto Officio Capitaniale Circolare 675 . Onde la prego, che voglia farglielo consegnare<br />

più presto, che potrà, e senza fallo. E supponendo, che già le sarà pervenuto il<br />

diocesano, che le ho mandato per mezzo di un carratore, mi raccomando in precibus, la<br />

riverisco, e resto. Trento 4 gennaio 1796 676 .<br />

Di S.P.R.<br />

Div.mo, obb.lmo servo<br />

F. Grisostomo.<br />

Il parroco di s. Ma. Maggiore nel 1795 ha seppellito 293 persone.<br />

Ai signori daziali di Avis ecc.<br />

986. 1796<br />

673 Consegnata li 2 gennaio al vespro.<br />

674 Gli o scritto anche nel giugno 1796 due volte.<br />

675 Dall'Officio dovrà spedirsi a Insprugg.<br />

676 Spedita coll'involto li 12 gennaio per mezzo di Pietro Trevisani roveretano, tramessiero.<br />

212


Io sottoscritto attesto sinceramente, che le assi 677 , le quali conduconsi dal carrador<br />

esibitore della presente, sono destinate ad uso del nostro convento di Mezzo Lombardo.<br />

Quindi supplico umilmente li nobili signori daziali, che per amore del Signor Iddio, e<br />

del nostro Padre San Francesco vogliano usare la bontà di lasciarle passare franche, e<br />

libere. Che della carità ecc. Dato in Trento nel convento di s. Bernardino 12 gennaio<br />

1796.<br />

L.+S. F. Gio. Grisostomo di Volano<br />

Vicario de' Minori Riformati<br />

di s. Francesco 678 .<br />

987. 1796<br />

Al P. Filippo de Mezzo-Tedesco Guardiano di Mezzo Lombardo.<br />

RR.PP.<br />

Frate Giangrisostomo si dà il contento di comunicare alle PP. LL. una particella di<br />

que' vantaggi, che gode stando nella capitale del paese col mandar loro questa lista di<br />

predicatori (Vescovili) 679 e si raccomanda caldamente alle loro sante orazioni. Trento 13<br />

gennaio 1796.<br />

Ai cinque dello scorso ottobre in s. Chiara è morta la M. Gioseffa Maria Tomazzoli<br />

di Trento.<br />

988. 1791 (sic)<br />

Al sig. Leonardo Ciani canonico di Vaccia nell'Ungheria.<br />

A Leonardo Ciani Giuseppe Spergs salute.<br />

Non poteva occorrermi cosa più gradita, ed insieme più opportuna, quanto il ricever<br />

lettera da Voi in quello stesso giorno, nel quale un casi niente aspettato, e di cui aveva<br />

già stabilito di tostamente avvisarvi per lettera, benché dalla vostra non ne fossi stato<br />

stimolato, in una maniera singolare ha rinfrescata la memoria di Voi, quantunque non<br />

mai siasi allontanata dal mio cuore. Sentitelo in poiché parole. Ieridì è giunta da Praga<br />

una lettera dell'imperatore 680 , colla quale ha decretato, che al poco fa defunto vescovo di<br />

Pavia sia surrogato il Bertier, ed a questo sia dato per successore nella sede di Como,<br />

ch'egli lascerà vacua, il P. Ciani Religioso dell'Ordine Agostiniano, e professore di<br />

teologia nell'università di Pisa. Il nome di Ciani mi riuscì grato,ed essendomi<br />

sopraggiunto qualche sospetto, se si tratti di un vostro fratello, oppure zio, subito risolsi<br />

di scrivervi, e pregarvi, che mi caviate da tal sospetto, e che qualora quel professore di<br />

Pisa sia della vostra famiglia, cosa che bramo ardentemente, e vi auguro, mi facciate<br />

sapere il di lui nome, allo stesso imperatore ignoto 681 : il che si è affatto necessario,<br />

perché possa farsi bene a suo tempo la nomina nelle lettere regie al Sommo Pontefice.<br />

Tal nomina, come ben sapete, deve essere preceduta dalla legittima traslazione del<br />

vescovo di Como alla sede di Pavia. Frattanto io non posso dubitare, che il P. Ciani, di<br />

cui ha tanta stima l'imperatore, sia degnissimo del grado vescovile: e ciò molto più lo<br />

crederò, dopo che avrò inteso, come bramo, che sia vostro fratello. Del resto dalla vostra<br />

lettera ho inteso, che passate il tempo allegramente appresso l'amplissimo cardinale<br />

Migazzi, padrone vecchio, e ottimo, e l'ho inteso assai volentieri, perché attesi li vostri<br />

677 Numero 34.<br />

678 Vedi sotto To. 5, Epist. 1528.<br />

679 Sta nel Giornale trentino 13 gennaio 1796.<br />

680 Leopoldo secondo.<br />

681 L'imperatore poteva saperlo, avendogli il Ciano dedicato delle tesi col suo nome.<br />

213


meriti vi sospiro ogni felicità, e fortuna; non però senza qualche invidia, perché io son<br />

privo di così buona sorte. Il perché vi prego, che secolui passiate li miei complimenti.<br />

Spesse volte Voi mi raccomandate di cavalcare: io eseguisco il vostro consiglio per quel<br />

tanto, che mi permettono le mie faccende, e la condizione del tempo. Vi ringrazio, che<br />

cotanto sollecito, ed amante della mia salute vi mostrate. Ma guardate diligentemente di<br />

conservare anche la vostra, poiché non conviene, che io sia meno sollecito della vostra:<br />

ciò al certo esige da me l'amicizia nostra, che io desidero perpetua, e strettissima.<br />

Addio. Vienna d'Austria li 4 ottobre 1791.<br />

989. 1791 (sic)<br />

Al sig. barone Giuseppe Spergs consigliere cesareo in Vienna.<br />

A Giuseppe Spergs ecc. Leonardo Ciani 682 salute.<br />

Certamente si è mio fratello germano quel Ciani, di cui mi fate ricerca. Innanzi, che<br />

fosse annoverato tra gli Agostiniani si chiamò Giuseppe, ora poi secondo il loro<br />

costume di mutare il nome, dicesi Niccola Maria. Di qui comprenderete, Ill.mo Signore,<br />

di quanta allegrezza siane restato ricolmato il mio spirito da questo bellissimo fatto<br />

dell'imperatore Leopoldo: alla quale se potesse mai farsi qualche aggiunta (ecché mai<br />

potrà in questa vita occorrermi più gustoso?) essa non d'altronde, che dalle vostre<br />

amantissime lettere dovrei ricercarla, alle quali se sembro rispondere troppo tardo,<br />

conviene, che sappiate, ch'elleno sono andate a Maroth 683 , e di là furono trasmesse qua, e<br />

finalmente oggidì mi sono state recate. Tanto esse mi riuscirono grate, che prego ogni<br />

bene all'imperatore Leopoldo. Pensando ad un così grande beneficio, non posso<br />

trattenere le lagrime dall'allegrezza, sì perché esso è illustre da per sé, e singolare<br />

affatto, sì perché toccò al mio fratello, e specialmente perché so, che qui non ebbe parte<br />

l'umanità. Veggolo chiamato al sacerdozio come Aronne, e questo si è ciò, che mi reca<br />

maggiore contentezza: e mentre confessomi obbligato all'imperatore, venero, e adoro la<br />

providenza do Dio Ottimo Massimo, che colla sua mano muove i cuori de' re. Per altro<br />

dopo un così lampante giudicio del saggissimo imperatore, in vano, ed anche<br />

soverchiamente operarei, se qui volessi apportare qualche cosa in lode del fratello. Dirò<br />

solamente,ch'egli mi è caro più degli occhi, e che non subito, ch'egli co' fatti mostrerassi<br />

non indegno della così grande clemenza dell'augustissimo Cesare. Che poi scriviate in<br />

di lui lode, che non potete dubitare esser egli degnissimo del grado vescovile, attesa la<br />

stima, che di lui ha l'imperatore, e che ciò molto più lo crederete, dopo che avrete inteso<br />

essere mio fratello, perdonarmi se dico, signore ill.mo, questo si è un parlare non da<br />

giudice, e da conoscitore de' meriti, ma da amante Spergs. Certamente io non mi amo<br />

tanto alla cieca, che in questo vostro giudicio non ravvisi il solo soletto amore,che mi<br />

portate,e che io non ho mai potuto meritarmi. Così è: l'uomo buono misura con se stesso<br />

gli altri. Resta, signore ill.mo, che io vi preghi, che mi avvisiate, se giudicate cosa<br />

giusta, che io mi porti costà per ringraziare l'augusto Cesare a nome del fratello. Ciò a<br />

me sembrerebbe anzi necessario. In oltre mi preme assaissimo, che vogliate prestare al<br />

mio fratello quel patrocinio, che vi degnate di prestare a me: il che sarà da entrambi<br />

riguardato come un gran beneficio.<br />

Addio. Vaccia li 21 ottobre 1791.<br />

Nota. Queste due lettere furono mandate da Vaccia a Trento dal signor canonico<br />

scritte nell'idioma latino, con espresso ordine, che io le traduca nell'italiano, affinché<br />

possano essere intese dal sig. Michel Angelo Ciani padre, e dalla signora Rosa sorella<br />

682 Gli ungari scrivono Cziany.<br />

683 Maroth villeggiatura del card. Migazzi arcivescovo di Vienna.<br />

214


de' fratelli Ciani. Le ho ricevute nel convento la sera dei sei di novembre 1791, in cui<br />

pervennero a Trento, e subito subito a penna corrente le ho tradotte come sopra. Per<br />

questo le registro qui tra le mie miserabili, specialmente essendo di due soggetti, e di<br />

argomenti rimarchevoli. Ma lo Spergs referendario dell'Italia è morto in Vienna li 26<br />

ottobre 1791, e Leopoldo il primo di marzo 1792, innanzi che il Bertieri lasciasse<br />

Como: e quindi il P. Ciani non pervenne a quel vescovado, avendo chiesto li comaschi<br />

un loro patrizio, ed essendo stata contraria Roma. Il latino diceva: Leonardo Cianio<br />

Iosephus Spergesius S 684 .<br />

990. 1796<br />

Al P. Francesco Saverio da Fondo professore. Trento. Seminario.<br />

M.R.P.S.L.G.C.S.N.C.<br />

Oggidì dopo il vespro l'Ill.mo, e R.mo signor rettore (Giuseppe cavaliere<br />

Carpentari) ha onorato il nostro povero convento con una sua graziosa visita.<br />

Mancarono i PP. <strong>Provincia</strong>le, Guardiano, Vicario, e segretario. Andò diritto dal P.<br />

Epifanio. Ma che? Il povero vecchio, che ieridì ha compiuto 80 anni di età, non lo ha<br />

punto conosciuto, con suo, e nostro dispiacere. Io dunque prego V.S. che in caso ecc.<br />

voglia supplire alle mancanze ecc. e riverendola mi dico. S. Bernardino 21 gennaio<br />

1796.<br />

Suo div.mo, obbl.mo servidore.<br />

F. Grisostomo.<br />

Nota. Così ho scritto in una coperta di altra lettera venutami da Bolgiano ieridì, ed<br />

indirizzata al detto Padre Saverio.<br />

991. 1796.<br />

Alla M. Giacinta Maria Tabarella di Trento. S. Chiara.<br />

Sia lode a Gesù, e Maria Signori Nostri clementissimi.<br />

Confuso dalla gran bontà delle RR. LL. non ho parole per rispondere, e contestar<br />

loro la mia gratitudine. Quindi soltanto dico, che le ringrazio vivamente, e che sospiro<br />

loro il meritato guiderdone da Sua Divina Maestà; per impetrare la qual grazia pregherò,<br />

ch'interponga il mio glorioso avvocato san Giovanni Grisostomo nella di lui festa, ed<br />

anche nella susseguente domenica, nella quale celebrerò per loro, ed applicherò la mia<br />

Messa.<br />

Rapporto poi a V.R. le reciproco gli auguri per la sua festa nomastica di santa<br />

Giacinta, assicurandola, che applicherò, e farò passare a Lei tutto quel merito, che il<br />

Signor Iddio si degnerà di dare a tutte quelle operette, che col di lui aiuto farò in tutta<br />

l'ottava della detta Santa; ed ai 14 del prossimo febbraio, essendo domenica, e giorno<br />

natalizio di V.R. in cui finirà 68 anni di età, celebrerò per Lei la mia Messa senza fallo,<br />

e con premura di ottenerle un buon principio dell'anno 69 con tutte le conseguenze<br />

desiderabili.<br />

Circa il venire al V. monistero tengo ancora la buona volontà; ma no so quando mi<br />

risolverò di effettuarla. Le giornate sono corte, ed i miei debiti esigono più tempo. Ciò<br />

non ostante spero, che supererò le difficoltà, e che non farò come per l'addietro.<br />

Rinnuovo a V.R., alla M.R.M. abbadessa, alla M. Luigia, ed a tutte le alter mie<br />

buone padrone i miei più vivi ringraziamenti, e sospiro loro di tutto cuore tutte tutte le<br />

benedizioni del Cielo. Amen.<br />

684 Il P. Ciani fu in Trento nel nov. del 1801, ritornando da Vaccia nella Toscana. Mi favorì d'una sua visita.<br />

215


992. 1796<br />

Al P. Gio. Evangelista da Stenico segretario. Pergine.<br />

R.P.P.C.<br />

Atteso il caso ultimamente qui occorso di quell'uomo, che dai ministri della casa di<br />

correzione fu preso 685 , e legato nella nostra Via Crucis, ardisco di pregare la P.V.R. di un<br />

favore. In codesta libreria di Pergine già molti anni ho veduto un volume in foglio, in<br />

cui eranvi sei scritture legali stampate del signor dottore Antonio Giovanelli di Trento,<br />

Vicario di Tione. La prima era intitolata: Defensae pro immunitate ecclesiastica contra<br />

capturam Francisci Caldonatii ad celsissimum et R.mum D.D. Leopoldum Ernestum...<br />

administratorem plenipotentiarium episcopatus et principatus tridentini, datae anno<br />

1751. L'uomo fu preso da questo convento. Prego dunque la P.V.R. che vogliami<br />

favorire del luogo preciso, donde fu preso. Suppongo, che consisterà in poco, e confido<br />

di venir esaudito. Le chiedo scusa dell'incomodo, mi raccomando, e resto in frettissima.<br />

Trento 5 febbraio 1796.<br />

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Grisostomo.<br />

Nota. In fine di tale scrittura si dice: Die 8 octob. 1741 Franciscus Caldonatius<br />

restitutus fuit loco immuni; ma per errore di stampa manifesto: giacché il Firmian fu<br />

eletto amministratore soltanto nel 1748.<br />

993. 1796<br />

Al sig. Conte Carlo Francesco de' Pompeati arciprete di Civezzano.<br />

Ill.mo, e R.mo sig. sig. padrone colendissimo.<br />

Unicamente per ubbidire a V.S.Ill.ma, e R.ma, e per darle almeno qualche risposta,<br />

le indirizzo la qui compiegata cartuccia, distesa, siccome mi lusingo, dietro all'idea<br />

dell'erudito scrittore bresciano. Mi spiace, che la mia raccolta di notizie risguandanti le<br />

due nobili famiglie de' Sizzi, e Ciurletti, fatta senza punto aver veduto i loro archivi 686 ,<br />

non mi abbia somministrato cose di maggiore rimarco, e considerazione; ma pur godo<br />

nello stesso tempo di poter anche con questo poco mostrare il rispetto, e la venerazione<br />

grande, che nodrisco meritamente per V.S.Il.ma, R.ma, cui fo un profondo, inchino e<br />

resto. Trento, s. Bernardino 7 febbraio 1796.<br />

Di V.S.Ill.ma, e R.ma<br />

Umil.mo, iv.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano Minore Riformato.<br />

La cartuccia da un parte dice:<br />

I signori Sizzo di Trento, originari di Gandino bergamasco, sono nobili del Sacro<br />

R.I., Conti Palatini, ed anche Conti della Cancelleria milanese 687 . Giangiacomo Sizzo<br />

nello scaduto secolo decimosettimo fu due volte capo console della città, e molti anni<br />

cancelliere supremo del vescovo principe della medesima città. Atri Sizzi furono<br />

consiglieri del mentovato principe. Un altro Giangiacomo Sizzo prete, insieme con due<br />

altri preti, nell'anno 1709, diede principio alla Congregazione dell'Oratorio Filippino in<br />

685 Videsis nostr. To. V Compendii diplom., num. 969, pag. 126.<br />

686 Conferto meum Familiarium tridentinum Cap. 19, et 41.<br />

687 Non tutti sono Conti milanesi.<br />

216


Trento. Finalmente Cristoforo Sizzo fu lodatissimo vescovo, e principe di Trento<br />

dall'anno 1763 sino all'anno 1776 688 .<br />

Dall'altra parte ha.<br />

Tra i signori Ciurletti di Trento, originari d'Imaro della Valle di Sole, e nobili del<br />

Sacro R.I., che ora sono Conti del medesimo impero 689 , si distinsero singolarmente due<br />

vescovi in partibus infidelium, e suffraganei di Salisburgo Gio. Paolo, ed Antonio<br />

Felice. Il primo, che fu anche canonico di Trento, per impegno, lettere, e prudenza<br />

commendatissimo, e morì nell'anno 1640, e resse in Trento la Compagnia o sia<br />

Confraternita di San Simone trentino: e nell'anno 1623 fondò un'elegante divota<br />

chiesuola sotto il titolo della Santissima Vergine Lauretana nella sua villeggiatura di<br />

Villazzano appresso Trento.<br />

Nota. Queste, ed altre notizie ricercansi dalla madre abbadessa Clarissa di Capriolo<br />

bresciano, per inserirle nella Vita della M. Maria Teresa Sizza Trentina, che in breve<br />

pubblicherassi dal signor don Orazio Chiaramonti di Brescia, Vedi 'l mio Prontuario<br />

dello Spirito Francescano parte seconda, capo 164. Questa volta ho dato il titolo di<br />

Conte al Pompeati, perché gli vien dato anche nella lettera della menzionata abbadessa,<br />

indiritta al di lui signor padre Conte R. Girolamo Pompeati, giacché questi coi suoi<br />

discendenti fu creato Conte nel 1790 dal Vicario imperiale Duca elettore bavaro. Ma<br />

dalla cancelleria di Trento non è ancora riconosciuto per tale, perché non si ha insinuato.<br />

994. 1796<br />

Al P. Basilio Bertucci d'Albiano. Roveredo.<br />

R.P.I.S.P.C.<br />

Ringrazio la P.V. per l'attenzione, che ha avuto di ragguagliarmi rapporto allo stato<br />

di salute, in cui si ritrova don Francesco mio fratello carissimo. Suppongo, e spero, che<br />

avrà tempo, e la bontà di ritornare ancora da lui. Onde la prego di assicurarlo, che l'ho<br />

raccomandato molto caldamente al Signor Iddio, e che continuerò a così fare: come<br />

pure, che oggidì scriverò al fratello Massimo, affinché faccia egli ancora lo stesso. La<br />

prego altresì di tenermi ragguagliato in caso, che succeda qualche notabile variazione<br />

circa il detto mio fratello: e raccomandandomi in precibus, la riverisco, e resto. Trento<br />

12 febbraio 1796.<br />

Di V.P.R. cui aggiungo, che in Trento li 10 del corrente, primo giorno di<br />

Quaresima, è morto quel calzolaio 690 , che ha fatto la polenta a' Chiusi Gobbi nel<br />

carnevale.<br />

Nota. Il detto Padre mi scrive, che rincresce a tutto Volano che la perdita di quel<br />

buon prete (Don Francesco) per il bene, che faceva nelle anime. Nacque li 18 febbraio<br />

1742, fu ordinato sacerdote li 21 febbraio 1765 con dispensa.<br />

995. 1796.<br />

Al P. Massimo di Volano Vicario in Borgo.<br />

Fratello Carissimo sia lodato Gesù Cristo.<br />

Mi scrive il Padre Basilio, che fu chiamato a Volano per il nostro dilettissimo<br />

fratello don Francesco: che lo ha ritrovato in tanto cattivo stato, che più non dice<br />

l'officio divino, e né pure in cappella domestica può celebrare la santa Messa. Onde<br />

688 Queste mie notizie sono state inserite nella Vita della serva di Dio Suor Maria Teresa Sizzo di Trento<br />

cappuccina nel monastero di Capriolo. In Bergamo, dalla stamperia Locatelli MCCIVC, in 4°, alla pag. 9 e 10.<br />

689 Non tutti sono Conti.<br />

690 Mosca.<br />

217


crede, che di lui vita esser possa di poca durata. Soggiugne però, ch'è rassegnatissimo ai<br />

divini voleri, e che la di lui perdita rincresce a tutto Volano per il bene, che faceva nelle<br />

anime. Noi non possiamo giovargli, fuorché col mostrarci buoni fratelli<br />

raccomandandolo caldamente al Signor Iddio, siccome ho fato, e farò io, e credo, che<br />

farete ancora Voi. Ho inteso con piacere da fra Quirico di Campo, che state bene. Io<br />

patisco straordinariamente di catarro, perché incanutisco, e divento vecchio. Gli occhi<br />

mi servono; ma non gli ho più netti, come una volta. Pazienza. Nel primo giorno di<br />

Quaresima è morto in Trento quel calzolaio, che nel carnevale ha fatto la polenta ai<br />

Chiusi Gobbi 691 . Il predicatore del Duomo P. Carlo Maria da Lodi Cappuccino batte il<br />

costume, e parla chiaro. Siamo chiesti in Sardagna a supplire pel curato infermiccio<br />

(Antonio Zanolino di Trento). Addio fratello carissimo. Trento 12 febbraio 1796.<br />

996. 1796<br />

Al P. Gio. Evangelista Torresanelli da Stenico. Pergine.<br />

R.P.S.L.G.C.<br />

Confessomi obbligato alla P.V.R. per l'incomodo, che si ha preso nel fare l'estratto<br />

del noto libro; e quindi la ringrazio 692 . L'avverto poi, che nel detto libro v'ha un errore<br />

certamente di stampa, ove dice, che il Caldonazzo fu restituito nell'anno 1741, poiché il<br />

Firmian, cui nel frontispizio vedesi diretto il libro, fu eletto amministratore di Trento<br />

soltanto nel 1748. Io dunque penso, che sarebeb bene il mettere nel margine lege 1751,<br />

affinché non restino ingannati li lettori non cronisti. La ringrazio un'altra volta, mi<br />

raccomando, e resto. Trento 13 febbraio 1796.<br />

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Grisostomo.<br />

997. 1796.<br />

Alla sig. Anna Teresa Auchentallera. Bolgiano.<br />

Sia lode a Gesù, e Maria Signori Nostri clementissimi.<br />

Assicuro la R.V. che l'altrieri ho ricevuto la sua copiosa, e buona carità 693 ; e nello<br />

stesso tempo la ringrazio, e le prometto d'esserne ricordevole. L'assicuro altresì, che ai<br />

20 di gennaio ho ricevuto la sua lettera de' 16 e che nel giorno 21 ho spedito al Padre<br />

professore Saverio la inchiusami in una mia per mano sicurissima 694 . Qui poi<br />

compiegata, e rinchiusa le mando la risposta del padre <strong>Provincia</strong>le. Rapporto alla sig.<br />

Elena Floriani non posso dirle altro se non che la suppongo viva in Roveredo. Anche la<br />

sig. Carlina degli Alberti è viva; ma inquieta, specialmente per cagione d'un altra che sta<br />

sotto il di lei tetto. Io temo, che le povere soppressa non sieno per trovar pace finché<br />

non arrivano in paradiso. Troppo malagevole riesce loro il vivere nel mondo senza un<br />

continuo sostegno. Questo là non possono averlo. Non sanno come vivere. Lo stare nel<br />

mezzo è assai difficile. Il più sicuro è lo stare più che si può ritirati, ed il parlar poco.<br />

Così faccia V.R. e se ha da patire ciò non ostante, porti pazienza, l'offerisca al Signor<br />

Iddio, e si consoli, che un tal patire avrà fine: il goder poi sarà eterno. Mi raccomando<br />

alle sue ferventi orazioni, la ringrazio un'altra volta, e la riverisco. Trento, s. Bernardino<br />

16 febbraio 1796.<br />

691 Sono morti anche due Chiusi Gobbi per li disordini carnevaleschi.<br />

692 Hanc in rem vide Reiffenstuelem instauratum To. 2, pag. 216, n. 43, seu Tract. 12, Dist. 3 Qu. 4 Concl.1. n.<br />

43 ubi dicitur quod restituendus est asylo is, qui exiit inductus verbis dolosis, aut ficta promossione iudicis, et postea<br />

captus est. Sic Azonius, Suaresius, Laymannus.<br />

693 Corone 10.<br />

694 Il P. Saverio le ha risposto.<br />

218


Di V.R. cui aggiungo, che li 14 del corrente quasi all'improvviso è morta in Trento<br />

la ex Capitania di Schenna Claudia Mancia vedova Riccia.<br />

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano.<br />

998. 1796<br />

Al P. Emmanuele Pasini di Riva. Campo.<br />

R.P.S.L.G.C.S.N.<br />

Aggradisco l'offerta, che mi fa delle pergamene ritrovate infra le scritture del fu suo<br />

signor zio Antonio di Gavazzo, e la premura, che mostra di accrescere la mia raccolta di<br />

notizie istoriche. Ma con dispiacere sono costretto a significargli, che ora non posso<br />

accettarle, perché non ho tempo. Lavoro introno all'Archivio di Lomaso, e non so<br />

quando arriverò a finirlo. Tengo appresso di me l'archivio Prepositurale di Trento, cui<br />

non appresserò le mani finché non avrò terminato il Lomasino, forse, ed anche senza il<br />

forse con disgusto di monsignor Preposito (barone Giangiacomo Piccini roveretano) 695 .<br />

Mi aspetta ancora dopo due ripulse l'archivio di un ill.mo signor Conte trentino<br />

(Baldassare de' Baldovini). Ho la composizione de' due soliti Direttori (Docesano e<br />

Privinciale) oltre gl'impegni conventuali, ed altri indispensabili. Adunque gli rispondo,<br />

che se il signor Iddio mi donerà vita, e tempo, dopo d'avere soddisfatto ai detti impegni<br />

straordinari, accetterò volentieri anche le mentovate sue pergamene, le compendierò, e<br />

le renderò di qualche uso a V.P. ed a me, non che ai posteri. Frattanto Ella mi<br />

raccomandi alla bontà del Signor Iddio, affinché mi doni vita, sanità, e pace, mentre con<br />

riverirla mi dico e protesto. Trento 18 febbraio 1796 696 .<br />

Suo div.mo, obbl.mo servo, ed amico<br />

F. Giangrisostomo di Volano.<br />

999. 1796<br />

Al sig. don Pietro Zaiotti di Gazzadina curato di Rizzolaga in Pinedo.<br />

Rispondo, che V.S.M.R. reciti l'officio divino secondoché sta notato nell'Ordinario<br />

mio trentino, senza veruno scrupolo, attese le circostanze del tempo presente, e della di<br />

Li persona ecc. Trento, s. Bernardino 22 febbraio 1796. F. Giangrisostomo di Volano<br />

Minore Riformato.<br />

Nota. Così ho scritto sotto alla di lui lettera. Egli è mio penitente straordinario, e<br />

primo curato di Rizzolaga 697 . Dubita se possa con buona coscienza recitare gli offici ad<br />

libitum posti colla sola autorità del vescovo. Scrupoleggia poi recitando gli offici di<br />

feria più che recitando quelli de' Santi.<br />

1000. 1796<br />

Alla sig. Maria Rosa Ciani. Trento.<br />

Molto illustre sig. sig. padrona colendissima.<br />

Gli Ordini Minori, secondoché avvisa il pontificale romano, possono darsi anche<br />

fuori della santa Messa, ne' giorni di domenica, e di festa, ma soltanto di mattina. Chi<br />

695 L'ho ristituito al sig. Gerloni li 18 mag. 1796 quando dovemmo lasciare il convento ai soldati, e calare in<br />

città. 696 Dedi syndico Lomasino die 27 februarii 1796.<br />

697 È nato circa il 1761 fratello giuniore di don Giuseppe Zaiotti.<br />

219


scrive si è F. Grisostomo suo umilissimo servo, che la riverisce divotamente. S.<br />

Bernardino 9 marzo 1796.<br />

Fuori. Per la molto illustre sig. sig. padrona colendissima.<br />

La sig. Maria Rosa Ciani.<br />

Trento<br />

Nota. Così ho scritto, perché nel prossimo sabato Sitientes il nostro vescovo senza<br />

Messa darà gli Ordini Minori a molti giovani: mandando altrove per gli Ordini<br />

maggiori. Egli non può osservare il digiuno naturale: e quindi fa tre collazioni la mattina<br />

molto per tempo.<br />

1001. 1796<br />

Al sig. Luigi Marchesani. Roveredo.<br />

Molto illustre sig. e padrone colendissimo.<br />

Prevengo la sua ricerca rendendolo avvisato, che nel calendario del prossimo anno<br />

1797 ho posto la festa della Cotona di Spine di Nostro Signore Gesù Cristo nel venerdì<br />

che cadrà nell'ultimo giorno del mese di marzo. Ed aggiugnendogli soltanto, che il<br />

Perdono 'Assisi occorrerà li sei d'agosto, lo riverisco divotamente, e resto. Trento. s.<br />

Bernardino 9 marzo 1796.<br />

Di V.S. molto illustre<br />

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

1002. 1796<br />

Al P. Basilio Bertuccio d'Albiano. Roveredo.<br />

R.P.P.C.S.L.G.C.<br />

Oggidì alle undici ho ricevuto la seconda sua lettera, con cui mi dà parte della<br />

morte di don Francesco mio fratello, non essendomi ancora pervenuta la prima, che mi<br />

accenna. Mi spiace la perdita, che ho fatto del fratello; ma mi consola il sentire, ch'è<br />

morto così bene, e che visse anche bene. Voglio dunque sperare, che sarà in luogo di<br />

salute; ma ciò non ostante avrò certamente premura di suffragarlo. Perché faccia<br />

altrettanto anche il fratello Massimo gli ho scritto subito subito. Ringrazio poi la P.V.R.<br />

della carità, che gli ha usato: le raccomando gli altri miei vivi, e la prego d'insinuar loro<br />

con prima occasione i miei sentimenti. Raccomando anche me stesso alli di Lei santi<br />

sacrifici, e riverendola mi professo. Trento 9 marzo 1796.<br />

Di V.P.R. cui aggiungo, che alle sette di sera di questo stesso giorno ho ricevuto<br />

anche la prima sua lettera.<br />

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo da Volano.<br />

P.S. Nella scorsa notte in Trento fu ammazzata una maschera, carica di armi da<br />

fuoco, e taglio, che da qualche tempo soleva spaventare quelli, che andavano di notte<br />

per la città. Fu seppellita nel cimitero comune in questo giorno. Chiamavasi Liberale<br />

degli Antoni botteghiero ricco d'anni 19 in circa. Taccio il cognome 698 .<br />

Nota Il detto mio fratello è morto alle dodici della notte venendo gli otto. Il P.<br />

Basilio fu di lui confessore, e mi ha scritto pregato da don Benedetto altro mio fratello.<br />

Visse anni 55, ossia 54 e giorni 17.<br />

698 *Lo ha inserito in un secondo tempo.<br />

220


1003. 1796<br />

Al sig. B.G.A. 699 de' Gaudenti. Trento.<br />

Ill.mo sig. sig. e padrone graziosissimo.<br />

Finito il vespro son andato in questa nostra libreria, ed ho subito pigliato nelle mani<br />

un molto grosso volume in foglio con questo titolo: "Polyanthea novissiamrum<br />

novisima in libros viginti distributa, opus... primum a Dominico Nano Mirabellio,<br />

Bartholomaeo Amantio, et Francisco Tortio... collectum. Nunc vero titulis plurimis<br />

auctum... studio et opera Iosephi Langii Caesaremontani philosophiae, et medicinae<br />

doct. et in archiducali tubingensium Brisgoviae academia matheseos, graecae linguae, et<br />

historiarum professoris ordinarii... Venetiis apud Ioannem Guerilium 1622, in fol. pagg.<br />

1492". Nel margine inferiore non c'è altro che Polyantheaa noviss. Il primio libro<br />

comincia alla voce Abbas, dicendo Abbas, sive sine S, Abba latinis usurpatum. Il testo<br />

colla voce Fabula. Il il 7° Garrulitas. il 10° Labor. Il 12° Natura. Il 17° Sabbatum. Il<br />

18° Tabula. Il 19° Vacuum. Il 20° Zelotypia, e finisce colla voce Zonae alla pag. 1492,<br />

dove sta Finis. Henric. Cleric. Publ. Correct. È stampato a due colonne per pagina. La<br />

col. 2 della pag. 643 comincia colla voce Deus. Coll'aiuto di queste note V.S.Ill.ma<br />

potrà rilevare, se il suo tomo acefalo sia la Poliantea langiana sopra descritta, e proibita<br />

da Roma donec corrigatur con decreto de' 4 febbraio 1627 700 . Io suppongo, che sarà,<br />

giacché ha esso pure nel margine quel Polyanteae Noviss. Avviso per altro, che ho<br />

veduto eziandio l'edizione del 1608, intitolata "Nova Polyanthea, hoc est opus<br />

suavissimis floribus celebriorum senetntiarum tam graecorum, quam latinorum<br />

refectum, per Dominicum Nanum Mirabellium, Bartholomaeum Amantium, et<br />

Franciscum Tortium... olim collctum, nunc vero studio et opera Iosephi Langii<br />

Caesaremontani poetae laureati miro ordine digestum, auctum, locupletatum, et<br />

illustratum. Venetiis apud Ioannem Guerilium 1608", in fol. Bramo di mostrarmi grato<br />

alle beneficenze di V.S.Ill.ma con cose di maggiore rimarco; e facendole una profonda<br />

riverenza mi professo. S. Bernardino 30 marzo 1796.<br />

Di V.S.Ill.ma<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servidore (sic)<br />

F. Giangrisostomo.<br />

1004. 1796<br />

Al P. Pietro Paolo da Roncegno Guardiano. Arco. Le Grazie.<br />

R.P.P.C.<br />

Ho cercato la Bolla, che brama la P.V.R. intorno alle colletta pontificia per il così<br />

detto fortificatorio di Belgrado 701 ; ma non mi è riuscito di ritrovarla, quantunque sia<br />

stato due volte nella libreria a scartabellare il Bollario romano, ed abbia richiesto anche<br />

questi Padri. Forse la troverà, se mi accennerà l'anno, in cui fu data, od il principio di<br />

essa. Per altro le dico, che non la tengo né in mente, né nelle mie memorie, perché non<br />

ho mai supposto, che potessi averne bisogno. Consegnerò al putto suo (Giovanni<br />

Cappellettti di Trento) la mezza groppa di corame venuta da Borgo senza verun segno<br />

di destino; ma non so, se potrà portarla 702 , pesando non poco, ed essendo difficile il farla<br />

a rotolo. Qui nel primo giorno del corrente ha cessato di vivere il bravo medico<br />

699 *Barone Gaudenzio Antonio.<br />

700 Il nostro esemplare bernardiniano è corretto. – Il tomo gaudentiano è lo stessissimo nostro bernardiniano,<br />

mancandogli soltanto il frontispizio: ma non è corretto.<br />

701 In vigore di tal Bolla il parroco di Spor Giulio Niccolò A. Lochner li 30 dic. 17<strong>58</strong> ha dato fiorini 12,<br />

carantani 37½ in moneta italiana e bavarese, pel suo tangente del 17<strong>58</strong>. Vedi sotto.<br />

702 La ha pigliata.<br />

221


Giuseppe Borsieri giuniore, ed oggidì la signora contessa Teresa Bettona di Bogliaco,<br />

seconda moglie del sig. Giuseppe Baldovini. A Cavalese poi il nostro F. Valerio<br />

Giacomucci da Ciano 703 . Le mando due nuove orazioni (de' BB. Conrado ascolano, e<br />

Pietro Montecchiano) facendole sapere, che tengo anche le rispettive Lezioni proprie<br />

del secondo notturno. Mi raccomando in precibus, la riverisco distintamente, e mi dico.<br />

Trento 3 aprile 1796.<br />

Della P.V.R. Um.mo, div. obll.mo servo<br />

F. Grisostomo.<br />

1005. 1796<br />

A monsignor Vicario Generale di Trento.<br />

Ill.mo, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo.<br />

Prete Giuseppe Rattini 704 cappellano di Canale in Primiero, supplica riverentemente<br />

V.S.Ill.ma, e R.ma, che voglia concedergli la facoltà di poter ascoltare le confessioni<br />

sagramentali degli uomini adulti nella camera di sua abitazione in tutto il tempo del<br />

crudo inverno. Che della grazia ecc.<br />

Così ho scritto li 16 aprile 1796 malvolentieri però, e sforzato, perché temo di<br />

cooperare agli abusi moderni troppo frequenti, e notabili. Mi fu detto, ch'eziandio altri<br />

di quel paese hanno la menzionata facoltà, determinata però e rapporto alla durazione, e<br />

rapporto ai mesi dell'inverno 705 . Il detto prete Rattino è nativo di canale di s. Bovo, è<br />

cappellano di quel curato, messo però dalla comunità, ed è in età d'anni 47. Abita nella<br />

casa del curato.<br />

1006. 1796<br />

Al sig. Domenico Ricci arciprete di Povo.<br />

Ill.mo, e R.mo sig. sig. padrone colendissimo.<br />

In assenza del Padre Guardiano assicuro io V.S.Ill.ma, e R.ma, che domani mattina<br />

sarà servita con un primissario 706 , giacché suppongo, che il detto Padre Guardiano<br />

ritornato dalla città in questa stessa sera approverà la mia promessa. E col più<br />

ossequioso sentimento riverendola resto. S. Bernardino 30 aprile 1796.<br />

Di V.S.Ill.ma, e R.ma<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Giangrisostomo Vicario.<br />

1007. 1796<br />

A monsig. vescovo, e principe di Trento.<br />

Altezza Reverendissima.<br />

Orsola Fronza di Trento, suddita fedelissima di V.A.R.ma, espone riverentemente,<br />

che non ha onde sostentare il proprio suo marito già da tre anni infermo, impotente per<br />

ogni lavoro, e senza speranza di ricuperare la primiera salute. Quindi supplica<br />

umilissimamente V.A.R.ma, perché voglia degnarsi di soccorrerla conforme<br />

all'indigenza. Che della carità, e grazia Iddio Signor nostro ecc.<br />

703<br />

*Giacomuzzi da Ziano.<br />

704<br />

Iste presbyter de Canale Sancti Bovi hoc anno 1803 est aetat. an. 43 tantumque confessarius.<br />

705<br />

Vedi To. 2 num. 573.<br />

706<br />

Il primissario Bartolommeo Perugini è andato a Nago sua patria a visitare suo fratello infermo gravemente.<br />

222


Così ho scritto li sei di maggio 1796 pregato da Domenico di Santa Oliana, o sia<br />

Santa Giuliana vicentino, fabbricatore di mole da molino, ed abitante in Trento,<br />

Conseguì una limosina picciola per una volta sola.<br />

1008. 1796<br />

Al sig. Francesco Santini. Pergine.<br />

Molto illustre sig. e padrone colendissimo.<br />

A vista del promemoria di V.S. molto illustre, con vera e grande premura di trovare,<br />

ho nuovamente cercato, e ricercato nella vastissima opera de' Padri Bollandisti, ed in più<br />

altri libri di simil fatta, un Santo, che abbia esercitato la scienza di geometra,<br />

aritmetico, o architetto; ma con egual dispiacere debbo confessare, che non ho<br />

conseguito l'intento, e che ho ritrovato solamente un Santo supposto architetto. Egli è<br />

l'Appostolo San Tommaso, il quale da Lorenzo Beyerlinck d'Anversa in Magno Theatro<br />

vitae humanae della stampa di Lione 1665 To. 1, verbo architectus pag. 508, col. 2 si<br />

dice Thomas apostolus Architectus. Perché poi dicasi architectus viene accennato nel<br />

tomo terzo verbo Eleemosyna pag. 62, col 2., con una storiella ricavata dai libri<br />

d'esempi di Marco Marulo spalatino, fiorito nel 1518, e concepita ne' seguenti termini:<br />

"Thomas Apostolus ad Gnodophorum Indiae regem pro Architecto non terreni (ut ille<br />

putavit) sed coelestis opificii missus, cum magnam pecuniae vim inaedificandae regiae<br />

sunpturus accepisset: profecto in aliam <strong>Provincia</strong>m rege, argentum omne pauperibus<br />

divisit. Quiod ubi innotuit regi, vinctus ductus est in carcerem. Interim Gad frater regis<br />

elatus, cum die quarto revixisset, testatus est, vidisse se in coelo mirabilis structuurae<br />

basilicam, gemmis auroque fulgentem, atque audivisse, a Thoma regi conditam, nisi ea<br />

se ipse fecerit indignam. Rex itaque redivivi fratris tum miarculo attonitus, tum verbis<br />

permotus, Apostolum vinculis liberavit, Christum praedicanti credit. et credens<br />

intelligit, non in terram sed in coelo aleemosynis paranda esse mortalibus habitacula".<br />

Marulus 707 . Cioè: "Tommaso Appostolo spedito a Gnodoforo re dell'India per architetto<br />

di un edificio non già terreno (com'egli suppose) ma celeste, avendo ricevuto una gran<br />

somma di danaro da spendere nella fabbrica d'una reggia, mentre che il re si trovò in un<br />

altro paese, distribuì tutto quel danaro ai poveri. Il che inteso dal re lo fece imprigionare.<br />

Frattanto morì Gad fratello del re, ed essendo risuscitato nel quarto giorno, disse d'aver<br />

veduto nel cielo una basilica di ammirabile struttura, di gemme, ed oro adorna, e di aver<br />

udito,che fu fabbricata da Tommaso per il re, qualora non se ne rendesse indegno. Il re<br />

dunque stupefatto dal miracolo del fratello risuscitato, e mosso dalle di lui parole, liberò<br />

dalla prigione l'Appostolo, credette in Cristo da lui predicato, e credendo capì, che i<br />

mortali non su la terra, ma ne' cieli colla limosina hanno da prepararsi le abitazioni."<br />

Così il Marulo. Io non mi costituisco mallevadore di tale storia; ma tuttavolta dico, che<br />

la suppongo sufficiente, perché i signori architetti possano eleggere san Tommaso<br />

Appostolo in loro speciale protettore della loro arte. E riverendola resto. Trento, s.<br />

Bernardino 5 maggio 1796.<br />

Di V.S. molto illustre<br />

Um.mo, div.mo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo di Volano<br />

de' Minori Riformati.<br />

1009. 1796<br />

707 S. Agostino Lib. 1 de Praedestinatione cap.7 scrive: Si posset Cornelius sine fide Christi esse salvus, non ad<br />

eum aedificandum mitteretur Architectus Apostolus Petrus.<br />

223


Ai Padri Guardiani di Arco, Campo, Roveredo, Pergine, Borgo, Melombardo, Cles,<br />

e Cavalese.<br />

Rev. Padre in Cristo padrone colendissimo.<br />

D'ordine del mio Padre Guardiano fo sapere alla P.V.R, che oggidì alle tre e mezza<br />

di sera, in questa infermeria, munito a tempo de' santi Sacramenti, rese placidamente al<br />

Signore l'anima sua il nostro ottimo Padre Ermenegildo Zambelli da Volano, in età<br />

d'anni 80, mesi 2,giorni 22. Credo soverchio il rammentare qui li di lui meriti, essendo<br />

già noti a tutti; e perciò ristringendomi a raccomandarlo per li soliti, e supererogatori<br />

suffragi, raccomando anche me in precibus, la riverisco, e resto. Trento, 15 giugno<br />

1796.<br />

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo nel Signore<br />

F. Giangrisostomo da Volano Vic.<br />

P.S. Siamo bensì ritornati al nostro amato convento; ma non alle nostre celle.<br />

Mangiamo tutti nell'infermeria, dove sta pure il ss. Sacramento.<br />

NB In sette siamo andati alla città li 19 maggio di sera lasciando tutto il convento ai<br />

soldati austriaci feriti dai francesi nella Lombardia. Ritornammo li sei di giugno,<br />

essendo ai 4 partiti verso Bolzano li soldati. Gli altri Religiosi sono andati a Campo,<br />

Pergine, Cles, Mezzo, e Cavalese, ed all'infermeria, In tal tempo ho scritto alcune<br />

lettere, ma non le hop registrate, per non avere questo volume.<br />

1010. 1796<br />

Alla sin. Maria Rosa Ciani. Trento.<br />

Molto illustre sig. sig. e padrona colendissima.<br />

Qui compiegate troverà le tre orazioni, che per servirla ho tradotto dal latino<br />

nell'italiano alla meglio, che ho potuto, essendo non tanto facile il tradur bene da una in<br />

un'altra lingua, e specialmente cose di tal fatta 708 . Ella le reciti come prescritte dalla<br />

Santa Madre Chiesa, e col maggior fervore, che può, mentre anche il bisogno presente si<br />

è il maggiore, che ci possa occorrere, trattandosi non solamente della roba, e della vita<br />

mortale, ma eziandio della santa fede, e della vita spirituale. Spero, che farà così, e<br />

riverendola divotamente i professo. Di s. Bernardino 16 giugno 1796.<br />

Di V.S. molto illustre<br />

Um.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Gio. Grisostomo.<br />

Orazioni per il tempo di guerra, cavate dal Messale romano, e tradotte dal latino.<br />

Iddio, che date fine alla guerra 709 , e colla potenza della vostra difesa espugnate<br />

gl'impugnatori di quelli che in Voi sperano: aiutate i vostri servi, che implorano la<br />

vostra misericordia; affinché abbattuta la fierezza dei loro inimici, con incessanti<br />

ringraziamenti vi lodiamo.<br />

Iddio, dominatore dei regni tutti, e dei re, che ci sanate percuotendosi, e ci<br />

conservate perdonandoci:usate con noi la vostra misericordia; cosicché mediante la<br />

vostra possanza godendo la tranquillità della pace, di essa ci serviamo per emendarci.<br />

Iddio, da cui derivano i desideri santi, li consigli retti, e le opere giuste: date ai<br />

vostri servi quella pace, che non può dare il mondo; acciocché essendo ubbidienti li<br />

nostri cuori ai vostri comandi, e sbandito il timore dei nemici, mercé la vostra<br />

protezione i tempi siano tranquilli. Per Cristo Signor nostro. Così sia.<br />

708 Un prete ha ricusato di tradurle.<br />

709 Vedi sotto num. 1015.<br />

224


Alla medesima signora ho risposto li 23 giugno, scrivendole,che il commissario<br />

dell'ospitale militare fermato in Trento si chiama Hübler, quartierato nel palazzo del<br />

signor barone Sigismondo Trentini capo-console 710 . Fummi notificato dal di lui tenente<br />

primo Emmanuele Weinerth quartierato nel palazzo del signor Conte Giuseppe di<br />

Lodrone. Tal notizia fu subito spedita nell'Ungheria al sig. Ciani canonico di Vaccia,<br />

che la chiese.<br />

1011. 1796<br />

A Monsignor Zambaiti Vicario Generale di Trento.<br />

Ill.mo, e R.mo sig. sig. padrone colendissimo.<br />

Prete Francesco Sluca curato di Samoclevo nella pieve di Maleto brama, che a<br />

maggior gloria del Signor Iddio, per vantaggio de' fedeli, e suffragio delle sante anime<br />

del Purgatorio, venga eretta da chi ecc. nella sua chiesa curata la santa Via Crucis. E<br />

quindi avendone già ottenuto il consenso dal R.mo signor arciprete, supplica umilmente,<br />

anche a nome del suo popolo, V.S.Ill.ma, e R.ma della necessaria licenza. Che della<br />

grazia ecc.<br />

Così ho scritto li 29 giugno 1796.<br />

1012. 1796<br />

Al sig. don Felice Conci curato di Bresimo nell'Anaunia.<br />

Molto illustre e molto rev. sig. padrone colendissimo.<br />

Dal libriccino,che ho disteso senza verun indugio, e che qui annesso le spedisco,<br />

potrà comprendere, ed assicurarsi V.S. molto illustre e molto rev. che la servo di buona<br />

voglia. L'ho tirato soltanto sino all'anno 1800 supponendo, che il continuarlo riuscirà<br />

facile anche a Lei. Circa poi l'altare laterale di s. Lucia V.M. le rispondo, che cadendo<br />

in domenica d'Avvento la festa di tal Santa (il che non succederà innanzi l'anno 1801)<br />

non potrà cantare la Messa curata della medesima Santa al detto altare, perché il<br />

privilegio della Messa cantata de festo impedito dalle rubriche del Messale tit. 6 viene<br />

accordato solamente al titolare della chiesa, ed al concorso del popolo, per fare il quale<br />

concorso non basta il popolo della sua villa, e cura. Se posso servirla in altro, Ella mi<br />

comandi liberamente, poiché riverendola con tutto l'ossequi mi professo. Trento, s.<br />

Bernardino 5 luglio 1796.<br />

Di V.S. molto illustre e molto Rev.<br />

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Giangrisostomo di Volano.<br />

Tit. Lib.<br />

Appendix ad ordinem divini officii exhibens octavas dedicationis, et tituli ecclesiae<br />

bresimanae sancti Bernardi pro annis 1796, 1797, 1798, 1799, 1800. Cum annotatione<br />

pro suffragio s. Bernardi. Sigill. Tridenti M.DCC.IVC. Apud sanctum Bernardinum,<br />

pagg. 16, in 8°. NB. La dedicazione si fa nella domenica seconda post Kal. augustas e la<br />

festa di s. Bernardo ai 20 d'Agosto.<br />

1013. 1796<br />

Al P. Filippo da Metz Tedesco Guardiano di Metz Lombardo.<br />

R.P.S.L.G.C.S.N.C.<br />

710 Ora 20 luglio sta nella casa del sig. Conte Baldassare Baldovino a s. Benedetto.<br />

225


Ho il contento singolarissimo di annunziare anche alla P.V.R. e di assicurarla,che<br />

da N.S. Pio sesto ai quattordici dello scorso giugno in Roma, con un Breve assai<br />

onorifico, fu dichiarato Beato il nostro celebre P. Leonardo da Porto Maurizio. Che ai<br />

19 dello stesso mese nella basilica vaticana di s. Pietro fu solennizzata la di lui<br />

beatificazione. Che fu conceduta l'annua di lui festa con officio, e Messa in tutto<br />

l'Ordine nostro di Osservanti, e Riformati, ed a tutti gli ecclesiastici secolari, e Regolari<br />

delle città, e diocesi di Albenga Genovese, e Fiorenza Toscana: come pure, che a tutti<br />

gl'indultari accennati è permesso il solennizzare la detta beatificazione infra annum<br />

inchoandum die 14 iunii. Resta ora, che noi giugniamo ad impetrare quello, che<br />

domanderemo nell'orazione della mentovata festa, cioè: ut eius inhaerentes monitis, et<br />

exempla sectantes, praemia consequamur aeterna. Mi aiuti la P.V.R. colle sue<br />

fervorose orazioni per conseguir questo tanto; mentre io notificandole, ed<br />

aggiugnendole, che una monaca orsolina di Trento 711 si gloria d'aver ottenuta la sanità<br />

già disperata nello scorso giugno coll'invocare il detto Beato, la riverisco, e resto.<br />

Trento 5 luglio 1796.<br />

Suo div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Grisostomo.<br />

Quasi lo stesso ho scritto a Borgo. Arco. Pergine.<br />

1014. 1796<br />

Al sig. barone Gaudenzio Antonio de' Gaudenti. Trento.<br />

Ill.mo sig. sig. e padrone graziosissimo.<br />

Con li dovuti ringraziamenti rimando a V.S.Ill.ma quel foglio bolognese, che s'è<br />

degnata di comunicarmi ieridì, replicandole però, che io non credo punto alle promesse<br />

del medesimo, perché so, che i fatti anteriori e posteriori sono stati molto contrari. Le<br />

aggiungo la richiesta copia della relazione rodolfina rapporto alla preziosa morte di<br />

monsignor Cristoforo Sizzo suo padrino, tal quale già venti anni la riportai nella mia.<br />

Godo di averla conservata eziandio sul riflesso, che con essa ho l'onore di servire a<br />

V.S.Ill.ma, cui per innumerevoli titoli obbligatissimo mi protesto; e bramando di<br />

potermele mostrar grato anche con altro, le fo un profondo inchino, e mi raffermo 712 . Di<br />

s. Bernardino 7 luglio 1796.<br />

Di V.S.Ill.ma<br />

Umil.mo, div.mo, obbl.mo servo<br />

F. Gio. Grisostomo di Volano.<br />

Il foglio bolognese comincia: Il sig. General Buonaparte 713 comandante in capite<br />

dell'armata della Repubblica francese in Italia. In fine ha: Dat. Bononiae hac die 20 iunii<br />

1796, Ph. Herculanus Vex. Iust. 714 Angelus M. Garimberti a Secr. In Bologna nella<br />

stamperia Camerale.<br />

La relazione porta questo titolo: Relazione della morte di Sua Altezza rev.ma<br />

monsignor Cristoforo Sizzo vescovo e principe di Trento scritta dal signor Francesco<br />

Antonio Rodolfi Provicario Generale, e confessore del medesimo nel marzo dell'anno<br />

1776 in cui accadde, in 8° gr., pagg. 11. Comincia: Il sabato precedente.<br />

711<br />

Vedi sotto n. 1020.<br />

712<br />

Nell'ottobre 1796 fu creato consigliere di Trento, dal magistrato: ma cessò nel novembre. Fu rimesso nel<br />

principio del febbraio 1797.<br />

713<br />

Napoleone Buonaparte corso d'anni circa 30.<br />

714<br />

Vexillifer iustitiae.<br />

226


1015. 1796<br />

Alla lettera 1010 aggiunta.<br />

Oggidì 9 luglio 1796 in Trento ho veduto una cartuccia stampata ultimamente in<br />

Trento del tenore seguente: Orazione per la guerra. Signore, che dissipate li bellici<br />

consigli, ed a quelli, che in voi confidano, stendete il vostro braccio onnipotente,<br />

soccorrete i vostri servi, che implorano la vostra misericordia, onde venga annientata<br />

l'audacia de' loro nemici, e noi possiamo incessantemente ringraziarvi, e benedirvi. Per i<br />

meriti di Gesù Cristo nostro Signore. Così sia.<br />

Dio, che siete la nostra forza, e sicurezza, rivolgete verso di noi il pietoso vostro<br />

sguardo, ed esaudite le nostre suppliche. Difendete quelli, che sulla fiducia della vostra<br />

assistenza combattono per il pubblico bene, e sicurezza; assicurateci, o Dio, da ogni<br />

minacciante pericolo de' tumultuosi nemici, e liberatici (sic) da quelli, che insorgono<br />

contro di noi: onde noi tutti senza timore, e con animo tranquillo vi possiamo servire.<br />

Per i meriti di Gesù Cristo Nostro Signore. Così sia.<br />

Ho trascritto questa cartuccia per poter confrontarla colla traduzione mia della<br />

prima orazione, che nel latino dice: Deus, qui conteris bella, et impugnatores in te<br />

sperantium potentia tuae defensionis expugnas: auxiliare famulis tuis implorantibus<br />

misericordiam tuam, ut inimicorum suorum feritate depressa, incessabili te gratiarum<br />

actione laudemus. L'altra orazione si è affatto nuova. Dicesi autore don Cristiano<br />

Menapace di Trento.<br />

1016. 1796<br />

Al P. Massimo da Volano Vicario in Borgo.<br />

Carissimo Fratello sia lodato Gesù Cristo Sig. Nostro.<br />

Penso bene di parteciparvi le notizie, che ho ricevuto ultimamente dalla patria.<br />

Sappiate adunque, che don Benedetto nostro dilettissimo fratello, in data dei tre del<br />

corrente mi ha scritto così: "Noi grazie a Dio ci troviamo tutti sani; ma molto abbattuti<br />

dalle correnti circostanze; imperciocché nel dì primo dello scorso giugno per al<br />

precipitosa ritirata degli austriaci 715 accamparonsi, sebbene per una sola notte, nella<br />

nostra campagna, singolarmente florida, cioè presso al nostro luogo dell'Ancona, li<br />

napolitani, e nella Contrada opposta delle Piobeghe gli Usseri, li quali devastarono<br />

ambedue le dette Contrade, tanto che foraggiarono il formento, e l'orzo, a mondarono le<br />

vigne e li morari. Nel nostro però, tuttoché vicino al detto accampamento, non fu<br />

danneggiato altro che il formento, l'orzo, ed il fieno, forse per l'instancabile attenzione<br />

da me usata, ed alle preghiere, che ho presentato al signor colonnello, e ad un altro<br />

signor ufficiale, che aveva in casa. Il danno però è grave. Nel dì seguente quasi tutti li<br />

paesani fuggirono, chi da una, e chi da un'altra parte, trasportando seco ciò, che non<br />

poté nascondere. Il nostro nipote don Benedetto se n'è andato in Posena sul Vicentino,<br />

donde non è ancora ritornato. Io con gli altri nipoti, pronipoti, e nezza 716 , lasciando a<br />

casa il solo fratello Cristoforo, sonomi ritirato sul nostro monte, ove trovai la maggior<br />

parte de' paesani, ut viderem finem. Il giorno seguente ritornammo tutti a casa, dove sin<br />

qui siamo stati, e stiamo tutt'ora fra il timore, e la speranza. Li cavalieri, benché<br />

maltrattati, ed abbandonati ne' giorni più bisognosi d'attenzione, hanno fatto<br />

mediocremente bene. Deo gratias". Così il Fratello, e così anch'io replico: Deo gratias.<br />

Trento 9 luglio 1796.<br />

715<br />

Questa fu la seconda ritirata più vergognosa della prima. La terza ancora più brutta seguì nell'agosto. La<br />

quarta nel gennaio 1797.<br />

716<br />

Rosa Buongiovanni di Crisostomo mio nipote.<br />

227


1017. 1796<br />

Alla M. Giacinta Maria Tabarelli Clarissa. Trento. S. Giuseppe.<br />

Gesù, e Maria ci benedicano.<br />

Avendo inteso, che quella Religiosa Orsolina 717 , la quale nello scorso giugno<br />

coll'invocazione divota del nostro Beato Leonardo da Porto Maurizio, ha felicemente<br />

ricuperata la sua primaria salute, tutt'ora gode di tal grazia, prego V.R. che voglia<br />

favorirmi col darmi in iscritto il nome, il cognome, la patria, e l'età della predetta<br />

Religiosa, ma senza fare susurro alcuno intorno a questo. Bramo altresì di sapere qual<br />

fosse il male, da cui fu liberata, quanto antico, come, ed in qual giorno siane stata<br />

esente. Fo queste ricerche a maggior gloria di Dio Signor nostro, ad onore del nuovo<br />

Beato, e per soddisfare al mio impiego di cronologo della <strong>Provincia</strong>. Temo, che<br />

altrimenti se ne perda la memoria, come so essere succeduto di un altro impetrato alla<br />

mia presenza in Cognola già moltissimi anni, voglio dire circa il 1760 718 . Siamo in paesi<br />

rapporto a simili cose molto negligenti. Confido, che V.R. mi favorirà; ed avvertendola,<br />

che non ho premura, e che perciò potrà differire il rispondermi finché avrà un'ora vacua,<br />

e libera, la riverisco, e benedico, insieme colla M. Aloisia, coi ss. Nomi di Gesù, e<br />

Maria Signori nostri clementissimi. Amen. S. Bernardino 13 luglio 1796.<br />

1018. 1796<br />

Al P. Pietro Paolo da Roncegno Guardiano. Arco. Le Grazie.<br />

R.P.P.C.<br />

Avendo letto al P. <strong>Provincia</strong>le la lettera di V.P.R. sono stato incombenzato di<br />

risponderle, che rapporto al solennizzare la beatificazione del nostro P. Leonardo da<br />

Porto Maurizio a suo tempo le scriverà esso 719 . Quindi io le dico soltanto, che al<br />

solennità predetta dee farsi con rito doppio maggiore, con Messa, ed officio tutto del<br />

Beato, ed in un giorno non impedito da altro officio di rito maggiore, Che rapporto gli<br />

altri sei Beati il tempo è già passato, durando l'indulto il solo primo anno 720 . Finalmente,<br />

che sono intenzionati di fare l'accennata solennità eziandio questo, ed altri nostri<br />

Guardiani: come pure, che già stanno in Venezia, venute da Roma per noi, delle<br />

immagini, e vite del Beato. Circa le Vie Crucis di san Tommaso le rispondo, che vi<br />

vuole un memoriale scritto, col consenso del parroco parimente scritto 721 : che non<br />

conosco, né so dove stia il signor Priore barone Taxis: che ora tutto Trento, ed anche il<br />

castello si trova pieno pienissimo di soldatesca; e che la Via Crucis nella casa non si<br />

crede opportuna. Se vi è qualche infermo gli suggerisca il privilegio del Crocifisso<br />

d'ottone benedetto da S.P.R o da qualche altro Guardiano nostro a tal effetto. Il P.<br />

Crescenzio da Borgo la riverisce, sta ancora nell'infermeria, in piedi bensì, ma senza<br />

parlare di ritornar al suo convento 722 . La riverisco anch'io, e raccomandandomi in<br />

precibus mi dico. Trento 15 luglio 1796.<br />

Di V.P.R. Um.mo, div.mo, obbl.mo servo<br />

717<br />

Suor Giovanna Vanzetta da Ciano [Ziano] fiemasca.<br />

718<br />

Colla invocazione, ed applicazione della Reliquia del Beato fatta dal P. Guardiano Crescenzio di Borgo ad<br />

una putta caduta da uno stabio.<br />

719<br />

Per solennizzare la beatificazione, o canonizzazione di qualche nostro Frate, si vegga eziandio la vita del B.<br />

Leonardo scritta dal P. Raffaele di Roma Lib. 2, capit. XI, pag. 140 e segg.<br />

720<br />

B. Pacifico Sov., B. Ibernonio, B. Apparizio, B. Corano, B. Fattore, B. Giangiuseppe.<br />

721<br />

Ricercate dalle due famiglie Tonini masadori del barone Taxis di Trento Priore di s. Tommaso nella<br />

campagna d'Arco.<br />

722<br />

Partì da Trento verso Roveredo e Arco li 18 ottobre del 1796.<br />

228


F. Grisostomo.<br />

1019. 1796<br />

Al P. Gio. Francesco di Mechel Guardiano di Cavalese 723 .<br />

R.P.P.C.<br />

Godo, che costì si possa pensare, e disporre il tutto per solennizzare la<br />

beatificazione del nostro celebre P. Leonardo da Porto Maurizio con dispiacere debbo<br />

rispondere alla P.S.R. che ora io non posso servirla col soddisfare alle sue ricerche,<br />

perché i tumulti guerreschi non me lo permettono. Siamo avvisati di stare pronti per<br />

abbandonare un'altra volta l'amato nostro convento ai soldati infermi, che verranno<br />

trasportati dall'Italia in numero di circa tre mila 724 . Quindi tengo la cella nuda quasi<br />

affatto, e senza libri, temendo ogni ora l'avviso di lasciarla. Le dico dunque soltanto,che<br />

siamo intenzionati anche noi di fare la detta solennità subito, che il Signor Iddio ci darà<br />

pace, e comodo. Così pensano pure anche altri Guardiani. Le aggiungo, che un metodo<br />

del triduo si ha presso il Merati al fine del tomo secondo: e che rapporto agli altri sei<br />

nuovi nostri Beati è già passato il tempo prefisso nell'indulto; pensando però io, che<br />

possano essere compresi in quello del settimo, ed ultimo in qualche modo non<br />

ripugnante alle rubriche del Breviario, e Messale. Li panegiristi potranno servirsi della<br />

vita del Beato Leonardo scritta dal Padre Raffaele di Roma, la quale probabilmente<br />

troverassi anche costì. Un'alta venuta da Roma con delle immagini stassene arenata in<br />

Venezia. Da Roma non abbiamo riscontro alcuno posteriore al giorno 18 di giugno,<br />

forse per essere tumultuante anche quella metropoli 725 . Onde per questo pure conviene<br />

indugiare, e differire la detta festa. Chiedo scusa,mi raccomando, e resto. Trento, s.<br />

Bernardino 19 luglio 1796.<br />

P.S. Oggidì abbiamo cantato una Messa per il fu Padre Damaso Zamboni da Vigolo<br />

Vattaro, morto in Borgo li 14 del corrente.<br />

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo<br />

F. Grisostomo.<br />

1020. 1796<br />

Al Padre Massimo da Volano Vicario di Borgo.<br />

Carissimo Fratello.<br />

Allorché con un'altra mia dei cinque del corrente vi notificai la beatificazione del<br />

nostro celebre Padre Leonardo da Porto Maurizio, come fatta in Roma dal sommo<br />

Pontefice Pio sesto li 14 e solennizzata nella basilica vaticana li 19 dello scaduto<br />

giugno, vi aggiunsi, che una Religiosa Orsolina di Trento si gloriava d'aver ottenuto dal<br />

Signor Iddio nello stesso mese coll'invocazione del predetto Beato la sua primiera già<br />

disperata salute. Ora dunque spiegandomi un poco di più vi fo sapere, che l'accennata<br />

Religiosa si chiama Suor Giovanna Maria Gioseffa Vanzetta di Ziano fiemasca,<br />

Orsolina servente. Sono 15 anni, che sta nel monistero di San Giuseppe di questa città,<br />

723 Questi è morto li 12 aprile 1797 Guardiano attuale, e predicatore attuale di Cavalese.<br />

724 Li soldati officiali vorrebbero far l'ospitale militare in Trento dentro le mura; ma li trentini non lo vogliono<br />

in città per timore de' mali, e quindi vogliono aggravare li Religiosi posti fuori di città. Perché le loro case non<br />

vengano occupate da soldati, sonosi astenuti dall'andare ai freschi in villa; ed anche il seminario fu tenuto occupato.<br />

725 Li sei d'agosto abbiamo ricevuto lettera di Roma 20 luglio, la quale dive, che la beatificazione del B.<br />

Leonardo fu fatta li 19 giugno in S. Pietro con grandissima solennità: che tutta Roma per tre sere fu illuminata, e<br />

girelli in particolare alle Congregazioni alle quali era ascritto. Altra lettera di Roma 7 dic. 1796 dice, che il triduo fu<br />

fatto in più chiese di Roma, e che la di lui festa fu fissata li 27 nov. colla Messa Os iusti, ed Evang. Designavit. Il<br />

Beato vivendo si scrisse del Porto Maurizio. Ma da Porto Maurizio ha scritto il P. Raffaele, ed altri.<br />

229


dove passò li tre ultimi molto miserabilmente, poiché fu sempre molestata da un male di<br />

petto, con tosse veemente, catarro marcioso, giallo, e verde, senza riposo, senza voglia<br />

di mangiare, smagrita, invalida, e debole tanto, che già preparavasi alla morte:<br />

massimamente non giovandole punto i vari rimedi, che per guarirla le apprestò con<br />

sollecitudine l'eccellentissimo signor abate don Michele de' Gabrielli cappellano di Sua<br />

Altezza R.ma, e medico ordinario di quel monistero, il quale perciò giunse a crederla, e<br />

dichiararla etica.<br />

Mosse a compassione di Lei le nostre RR.MM. Clarisse del monisetro di San<br />

Michele tosto, che la videro nell'occasione, che avendo dovuto li 19 di maggio lasciare<br />

il detto loro monistero ai soldati infermi condotti dall'Italia, si ritirarono in quello di San<br />

Giuseppe, ed essendo imminente la solenne beatificazione del predetto Padre Leonardo,<br />

la esortarono, e stimolarono, che ricorresse al medesimo, offerendosi di fare anch'essa<br />

per Lei una novena con delle orazioni, e comunioni. Ella pure cominciò una novena li<br />

quattro di giugno, giorno di sabato, pigliando nello stesso tempo con gran fiducia un<br />

pezzetto dell'abito del Beato, ed ecco, che tantosto sentì svanito qualunque male, cessò<br />

la tosse, e lo sputo marcioso, ed il petto ricuperò la sua forza primiera, cosicché alla<br />

cena per cosa insolita mangiò dell'insalata, dormì tutta la notte seguente senza verun<br />

incomodo, e così continuò sino alla metà della novena, cioè sino alla notte degli otto<br />

venendo i nove di giugno, in cui le ritornò il male di petto. Per questo ripigliò subito la<br />

Reliquia del Beato, e la strinse al petto, e nella mattina susseguente avendo fatta la santa<br />

Comunione, che occorse per tutte, pregò tanto il Beato,che rimase totalmente liberata<br />

dal suo male, e così anche al giorno d'oggi si ritrova, mangiando, bevendo, e stando alla<br />

comunità religiosa.<br />

Subito, che ricevette la richiesta grazia portossi dalla sua M.R.M. superiora, e si<br />

offerì ai di Lei comandi: benché poi non le fosse stato assegnato alcun officio, scopò il<br />

monistero, cavò acqua dal pozzo, aiutò nella cucina, e presentemente aiuta nella<br />

sagrestia, trovandosi nello stato di salute, in cui era innanzi, che le sopraggiungesse il<br />

male di petto.<br />

Siccome il lodato signor medico Gabrielli per lo più quando entrava nel monistero<br />

soleva chiamare anche suor Giovanna Maria; così avendola chiamata eziandio dopo che<br />

ottenne la detta grazia, ed avendola ritrovata con giusto, ed ottimo polso, da maraviglia<br />

sorpreso la ricercò della causa di tale cangiamento, e cosa fatto avesse per conseguirlo.<br />

La Religiosa non rispose subito, forse temendo di venire derisa; ma persistendo il signor<br />

medico nell'interrogazione, gli manifestò il tutto, come sopra. Egli mostrò di crederle<br />

interamente, e di non dubitare del miracolo: protestando d'avere concepito della<br />

venerazione verso il detto Beato sino dacché fu in Roma, e di bramare una Reliquia, ed<br />

immagine del medesimo: come pure di essere disposto, e pronto a testificare l'accennato<br />

miracolo in forma comprovante.<br />

Così, e non altrimenti, a voce, ed in iscritto fu riferto a me, e così riferisco anch'io a<br />

Voi, affinché Voi pure lodiate Iddio Signor nostro clementissimo nel suo glorioso<br />

Beato: e confidando, che il miracolo sarà costante, vi saluto di tutto cuore, e mi<br />

soscrivo. Trento, s. Bernardino 20 luglio 1796.<br />

Vostro aff.mo Fratello<br />

F.G.G.<br />

Nota. Ho tratto questa relazione da una lettera de' 18 luglio scrittami dalla M.S.<br />

Giacinta Maria Tabarella di Trento Clarissa, dimorante ancora a San Giuseppe, insieme<br />

colla graziata Suora, la quale per gratitudine al Beato ha proposto di fare a di lui onore<br />

delle opere buone in tutta la sua vita. Ella in tal congiuntura riacquistò pure li perduti<br />

230


suoi ordinari. Dicesi una giovine di per altro bell'aspetto. Gli sputi marciosi furono<br />

veduti anche dalle Madri Clarisse, nominatamente dall'infermiera M.S. Maria Gioseffa<br />

Aloisia Winklera. Le MM. Orsoline però supponevano, che il male fosse soltanto<br />

fantastico. Questo si è indubitabile, che la monaca ora non ha più bisogno del medico,<br />

lavora, ed è sana. Vedi sotto num. 1025.<br />

1021. 1796<br />

A San Vigilio vescovo, Martire, e Protettore principale della città, e diocesi di Trento<br />

Orazione de' Trentini.<br />

Pieni di vergogna, e confusione ci presentiamo avanti di Voi, Gloriosissimo Santo,<br />

confessandovi, e pentendoci, che finora non vi abbiamo riconosciuto, e venerato per<br />

quello, che siete, e che anzi tante, e tante volte, secondando le nostre sregolate passioni,<br />

vi abbiamo disgustato, offeso, ed oltraggiato, e ciò specialmente in occasione<br />

dell'annuale vostra Festa. Voi, così avendo disposto il nostro Signor Iddio, lasciata<br />

Roma, vostra patria cara, ed illustre, colla benedizione di San Damaso primo Papa, ed<br />

insieme con Santa Massenza vostra madre, e coi santi Claudiano, e Magoriano vostri<br />

fratelli, siete venuto a questa nostra città di Trento: e quantunque assai giovane di età,<br />

merceché di soli vent'anni, essendo stato eletto dalla voce comune in diciottesimo<br />

vescovo della medesima, lavoraste tanto, e tanto faticaste per finire di convertirla alla<br />

santa fede cattolica, e per santificarla, che dando in fine anche la vita sotto una pioggia<br />

di sassi, conseguiste il vostro intento. Voi dai nostri maggiori providamente siete stato<br />

prescelto, e dichiarato nostro Protettore principale appresso Sua Maestà Divina. In più<br />

incontri scabrosi avete mostrato la vostra cura paterna in pro, e vantaggio di questa<br />

nostra città, e nominatamente nell'assedio de' nemici, cui soggiacque ne' primi nove<br />

giorni di settembre dell'anno mille settecento e tre. Noi dunque replicandovi, che ci<br />

pentiamo della passata nostra negligenza,ed indevozione, chiedendovene scusa, e<br />

protestandovi, che ci riconosciamo indegni d'essere da Voi ascoltati, ed esauditi,<br />

primieramente vi promettiamo, che nell'avvenire faremo la vigilia della vostra festa col<br />

digiuno già prescritto dal vostro successore nel vescovado Giovanni Michele Conte di<br />

Spaur nell'anno mille settecento e tre, ai quindici di giugno, e che non profaneremo più<br />

la detta vostra Festa con intertenimenti ed opere sconvenevoli: poi vi supplichiamo, e<br />

scongiuriamo, che vogliate degnarvi di farci ancora da buon Padre, Pastore, e protettore,<br />

ottenendoci da Sua Divina maestà in primo luogo un intero perdono de' nostri peccati,<br />

con un sincero pentimento de' medesimi, ed un efficace proponimento di emendarci:e<br />

finalmente anche la liberazione dai mali gravissimi, che ci premono, e la preservazione<br />

da quelli, che ci sovrastano, i quali sono di gran lunga maggiori, giacché ci mettono al<br />

pericolo dell'ultima nostra rovina non solamente temporale, ma eziandio spirituale. Voi<br />

potete, se volete, perché siete appresso quel Dio, che giustamente ci flagella, e percuote,<br />

e perché da più di mille trecento e novantasei anni godete al di lui grazia. Noi poi<br />

confidiamo, che vorrete, perché sappiamo, che siete Santo, e che domandiamo cose<br />

degne. Così sia.<br />

Ho scritto questa orazione li 16 luglio 1796, e la ho qui trascritta nel giorno 21.<br />

L'orazione nuova, che fu stampata ultimamente non finisce di piacermi: ma son sicuro,<br />

che né pure la mia sarà lodata ed approvata da tutti. Io non ho intenzione di pubblicarla.<br />

La stampata comincia: Voi Martire gloriosissimo S. Vigilio colla vita vostra.<br />

1022. 1796.<br />

231


Al Cesareo-regio Governo 726 . Insprugg.<br />

Excellentissimi Domini Domini.<br />

Frater Archangelus a Clesio Minister <strong>Provincia</strong>lis Franciscanorum <strong>Provincia</strong>e<br />

Sancti Vigilii, reverenter exponit EE.VV. quod attentis hodiernis tumultibus, et periculis<br />

bellicis non audet e manibus suis emittere, ac postae tradere manuscriptum Directorium<br />

divini officii pro anno proximo 1797. Quapropter praemisso, quod ad praecedentium<br />

normam compositum est, supplex orat, petitque facultatem, ipsum nihilominus publicis<br />

typis committendi. Quam quidem gratiam etc.<br />

Datum Tridenti apud s. Bernardinum die 27 augusti 1796.<br />

Nota. Penso di scrivere così qualora innanzi del settembre non cessino i tumulti<br />

guerreschi, che bollono in luglio, e minacciano di crescersi. In fatti nell'agosto sono<br />

cresciuti: ed ai cinque di settembre arrivarono a Trento furiosi i francesi 727 .<br />

1023. 1796<br />

Alla M. Giacinta Maria Tabarelli. Trento. S. Giuseppe.<br />

Gesù, e Maria Signori Nostri clementissimi ci aiutino.<br />

Obbligatissimo mi professo alla R.V. per il distinto ragguaglio,che con tanta<br />

prontezza mi ha favorito, della guarigione portentosa di Suor Giovanna Maria. Col<br />

mezzo di esso ne ho fatto un altro io, che potrà servire a memoria perpetua; ma prima di<br />

darlo fuori voglio lasciare, che passi ancora qualche tratto di tempo. S'Ella fosse in S.<br />

Michele verrei a leggerglielo; ma per venire costà ho del riguardo, non essendo comodi<br />

i parlatori, e scarseggiando di compagni opportuni. Frattanto Ella si congratuli a mio<br />

nome con Suor Giovanna Maria, e la esorti a confidare nel Beato,ed a diportarsi in<br />

maniera, che rendasi degna della continuazione della grazia ricevuta. La prego di<br />

scusarmi col già detto motivo anche appresso la M.R.M. maestra Maria Saveria Mancia:<br />

aggiugnendo al mentovato motivo anche questo, che non siamo mai sicuri un giorno di<br />

star qui nell'amato nostro convento. Sarà quello, che vorrà Iddio Signor nostro.<br />

Conviene chinare il capo, ed ubbidire senza replica per non perdere il merito, e per non<br />

accrescerci li disturbi. Rapporto al confessionale porti pazienza, ed esorti a fare lo stesso<br />

anche le altre. Io credo, che altrettanto patirà eziandio il P. C. 728 presente vedendo di non<br />

poter contentarle per la strettezza del tempo. Certamente io patirei molto. Laonde prego<br />

Dio anche per la salute del detto P. C. giacché in caso, oche s'ammalasse son destinato<br />

di lui supplimentario. Bramo, che presto ritornino a San Michele, e che sia fortunato il<br />

di lei signor nipote colonnello (Schertz figlio d'una sorella 729 della M. Giacinta). Sia<br />

benedetta da Gesù, e Maria, insieme colla M. Aloisia. Amen. S. Bernardino 21 luglio<br />

1796 730 .<br />

P.S. Li 23 settembre alle 9 di mattina abbiamo ricevuto ordine dall'ill.mo magistrato<br />

di dare alloggio ad un sig. capitano infermo con due soldati servi, e cavalli. Iddio ci<br />

aiuti, ed abbia misericordia. Amen. Si chiama... ungaro, venuto ieri dalla Germania,<br />

d'anni 36. Non sa latino. Parla tedesco. Partì per Trento nella mattina de'27 perché la<br />

726 Massimiliano barone di Waidmansdorff governatore del Tirolo 1796.<br />

727 Spedita li 24 agosto ma non ebbi risposta, perché il Governo è disperso a cagione de' francesi. La risposta<br />

data li due settembre ci è giunta gli undici novembre di sera tarda in tedesco, che non possiamo intender bene. La<br />

traduzione compendiosa datami li 14 porta, che si mandi il MS malgrado i tumulti, e pericoli guerreschi. Ma non lo<br />

mandammo perché troppo tardo.<br />

728 P. Arcangelo Lago da Cles Ministro <strong>Provincia</strong>le attuale.<br />

729 Questa Capitania è morta in Trento li 16 settembre 1796.<br />

730 Spedita li 28 luglio.<br />

232


lontananza dalla città gli riusciva incomoda. È di cognome Janus, del reggimento<br />

Jellaschisch, nativo del Sirmio. Figlio, nipote, e fratello di soldati.<br />

1024. 1796<br />

Al P. Massimo da Volano Vicario di Borgo.<br />

Carissimo Fratello sia lodato Gesù Cristo S.N.C.<br />

La ragione, che fuvvi addotta per non fare la commemorazione dell'ottava di San<br />

vigilio dal R.S. confessore delle MM. Salesiane di Roveredo, ora dimoranti nel castello<br />

d'Ivano, cioè che la Valsugana non sia stata unita alla diocesi di Trento col consenso del<br />

sommo Pontefice, non è buona, perché il decreto di Pio sesto, con cui unisce la<br />

Valsugana, e le altre parrocchie tirolesi già d'altri vescovi non tirolesi, parla chiaro, e<br />

manifesta la volontà del Papa. L'ho veduto, e trascritto nella stessa cancelleria vescovile<br />

di Trento. La vera ragione si è, che non possono fare tale ottava li Regolari, quali sono<br />

anche le monache Salesiane, benché soggette al vescovo. Quindi non la fanno questi<br />

Padri Agostiniani, Cappuccini, Conventuali, Somaschi, Girolamini, e Carmelitani. Noi<br />

la facciamo, perché San Vigilio è titolare della <strong>Provincia</strong> nostra. Tutto Trento,ed anche<br />

il di lui territorio, è pieno di soldati. Oggidì abbiamo noi pure ricevuto in convento<br />

quartierato un capitano Ungaro infermo con due soldati suoi servi, con cavalli, e cani.<br />

Laonde il convento è frequentato da altri soldati ufficiali, medico,chirurgo ecc. Vanno<br />

liberamente nella cucina, nell'infermeria, e per il convento ecc. Questo sarebbe ancora<br />

poco. Siamo avvisati di star pronti a lasciare un'altra volta tutto il convento ai soldati<br />

infermi, che verranno trasportati dall'Italia. Quindi tegniamo le celle quasi nude, e<br />

viviamo da pellegrini, e forestieri. Sia sempre fatta la Santissima volontà del nostro<br />

Signor Iddio. Ho terminato i Direttori, ma non ardisco di consegnarli alla posta per<br />

mandarli a Insprugg. Aspetto l'esito della nostra armata, che sembra molto vicino.<br />

Abbiamo infermi il P. Stanislao, F. Giuseppe, F. Mauro, il P. Vitantonio convalescente,<br />

il P. Gaetano a letto, il P. Crescenzio malconcio, oltre kl soliti antichi P. Serafico, a Fra<br />

Vito. Sta male la M. Carlina degli Alberti 731 . Ogni giorno diciamo le Litanie de' santi, ed<br />

altre orazioni per li bisogni occorrenti. Sabato, se potremo, faremo l'orazione del turno.<br />

Addio fratello. Trento, s. Bernardino 23 luglio 1796 732 .<br />

1025. 1796<br />

A chiunque.<br />

Nel SS. Nome di Nostro Signore Gesù Cristo.<br />

Sia noto, e manifesto a tutti quelli,che leggeranno, oppure sentiranno leggere la<br />

presente, che Suor Giovanna Maria Gioseffa Vanzetta di Ziano fiemasca, Orsolina<br />

servente nel venerabile monastero di San Giuseppe di questa città di Trento733 , ha<br />

passato li tre ultimi anni degli undici, che sta nel detto monastero, molto<br />

miserabilmente, poiché in tale triennio fu sempre molestata da male di petto, con tosse<br />

veemente, catarro marcioso, giallo, e verde, senza riposo, senza voglia di mangiare,<br />

smagrita, invalida, e debole tanto, che già preparavasi alla morte: massimamente non<br />

giovandole punto i vari rimedi, che per guarirla le apprestò con sollecitudine<br />

l'eccellentissimo signor abate don Michele de' Gabrielli cappellano di Sua Altezza R.ma<br />

731<br />

Li 26 alla Carlina il medico Zucchelli ha insinuato i ss. Sacramenti. Il male è maligno, preceduto da una<br />

espulsione, cagionata,credesi, dalla paura de' francesi. Sono stato a visitarla. Fu petecchioso. Guarì.<br />

732<br />

Spedita li 27.<br />

733<br />

Le ho parlato anch'io li nove d'agosto 1796 e mi ha confermato il miracolo. Sta sana anche li 29 settembre<br />

1796.<br />

233


vescovo principe di Trento, e medico ordinario di quel monastero, il quale perciò giunse<br />

a crederla, e dichiararla etica.<br />

Mosse a compassione di Lei le RR. monache Clarisse del monastero di san Michele<br />

situato nel Borgo di Santa Croce fuori di Trento, allorché videro nell'occasione, che<br />

avendo dovuto nel giorno decimonono dello scorso magio lasciare il detto loro<br />

monastero ai soldati infermi condotti dall'Italia, si ritirarono in quello di s. Giuseppe, ed<br />

essendo imminente la solenne beatificazione del venerabile Servo di Dio Padre<br />

Leonardo da Porto Maurizio missionario apostolico de' Minori Riformati del Sacro<br />

Ritiro di san Bonaventura di Roma, la esortarono, e sti8molarono, che ricorresse al<br />

medesimo Venerabile, offerendosi di fare anch'esse per Lei una novena con delle<br />

orazioni, e Comunioni 734 . Ella pure cominciò una novena li quattro di giugno, giorno di<br />

sabato, pigliando nello stesso tempo con gran fiducia un pezzetto dell'abito del<br />

venerabile, ed ecco, che tantosto sentì svanito qualunque suo male, cessò la tosse, e lo<br />

sputo marcioso, ed il petto ricuperò la sua forza primiera, cosicché alla cena per cosa<br />

insolita mangiò dell'insalata, dormì tutta la notte susseguente senza verun incomodo, e<br />

così continuò sino alla metà della novena, cioè sino alla notte degli otto venendo i nove<br />

di giugno, in cui le ritornò il male di petto. Per questo ripigliò subito la Reliquia del<br />

venerabile, se la strinse al petto, e nella mattina seguente avendo fatta la santa<br />

Comunione, che occorse per tutte, pregò tanto il Venerabile, ora Beato, che rimase<br />

totalmente liberata dal suo male, e così anche al giorno d'oggi si ritrova, mangiando,<br />

bevendo, e stando alla comunità religiosa.<br />

Subito, che ricevette la richiesta grazia portossi dalla sua M.R.M. superiora 735 , e si<br />

offerì ai di Lei comandi.: benché poi non le fosse stato assegnato alcun officio, scopò il<br />

monastero, cavò acqua dal pozzo, aiutò nella cucina, e presentemente aiuta nella<br />

sagrestia, trovandosi nello stato di salute, in cui era innanzi, che le sopraggiungesse il<br />

male di petto.<br />

Siccome il lodato signor medico Gabrielli per lo più quando entrava nel monastero<br />

soleva chiamare anche Suor Giovanna Maria, così avendola chiamata eziandio dopo che<br />

ottenne la detta grazia, ed avendola ritrovata con giusto, ed ottimo polso, da maraviglia<br />

sorpreso la ricercò della causa di tale cangiamento, e cosa fatto avesse per conseguirlo.<br />

La Religiosa non rispose subito, forse temendo di venire derisa; ma persistendo il signor<br />

medico nell'interrogazione, gli manifestò il tutto, come sopra. Egli mostrò di crederle<br />

interamente, e di non dubitare del miracolo: protestando d'avere concepito della<br />

venerazione verso il detto Beato Leonardo sino dacché fu in Roma, e di bramare una<br />

Reliquia, ed immagine del medesimo: come pure di essere disposto, e pronto a<br />

testificare l'accennato miracolo in forma comprovante. Dato in Trento li 26 luglio 1796.<br />

Noi sottoscritte monache Clarisse del monastero di s. Michele, ora dimoranti in<br />

quello di s. Giuseppe, attestiamo, e facciamo fede, che il soprascritto ragguaglio della<br />

guarigione di Suor Giovanna Maria Vanzetta Orsolina, è sincero, ed appoggiato alla<br />

verità: e per maggiore fermezza del medesimo gli aggiugniamo il sigillo del nostro<br />

monastero. Questo dì...<br />

L.+S. Suor Maria Bernardina Mattioli abbadessa<br />

Suor Maria Rosa Riccabona Vicaria<br />

Suor...<br />

Suor...<br />

Suor...<br />

734 Vedi sotto num. 1035.<br />

735 Vittoria Spergesia enipontana.<br />

234


Suor... ecc.<br />

Altrettanto attesto anch'io Suor Giovanna Maria Gioseffa Vanzetta Orsolina suddetta.<br />

1026. 1796<br />

Al . Pietro Paolo da Roncegno Guardiano di Arco.<br />

R.P.P.C.<br />

Siccome ne' primi dello scaduto aprile fui costretto di rispondere alla P.V.R. che ho<br />

cercato in vano la Bolla risguardante la colletta pontificia 736 , perché allora non mi è<br />

riuscito di ritrovarla, così ora le spedisco una copia di quella, che ultimamente ho<br />

ritrovato in un fascio di cartacce scritte da buone mani, che fummi regalato dal nostro<br />

libraio Francesco Mugler. Un'altra volta col lume della detta copia la ho ricercata nel<br />

Bollario di Benedetto XIV, ma senza verun pro, se non che posso asserire di non essere<br />

in esso. Suppongo, che le cose ammesse non sieno di alcuna importanza, e che sia<br />

chiaro, essere spirato il tempo prefisso di quindici anni dal 1752 (non già 1753) sino al<br />

1767; ma quel sine ulla prorogationis spe non so se abbia riscosso effetto. Qui siamo<br />

ancora instabili, ed in pericolo di dover emigrare. Fiat volunats Dei. Frattanto<br />

aspettiamo di quartiere un sig. capitano ungaro ferito con servi e cavalli.<br />

Suo div.mo, obb.lmo servo in Cristo<br />

F. Giangrisostomo.<br />

Nota. la Bolla è data Romae die 20 martii 1751. Durabile ad quindecim annos<br />

proximos, nempe a mense ianuario 1753 (sic) usque ad integrum annum 1767, sine ulla<br />

prorogationis spe. Contributio es florenorum germanicorum decies et octo centena<br />

millium 737 , ita ut quilibet anno sit florenorum centum viginti millium. Credo, che vada<br />

scritto 1752.<br />

P.S. Leggo nella Gazzetta universale di Firenze num. 60, martedì 26 luglio 1796,<br />

che in Firenze Giovanni Betti libraio da S. Trinità, e Antonio Brazzini nella condotta, a<br />

forma della loro promessa fatta nella Gazzetta toscana, hanno pubblicato la Vita del<br />

beato Leonardo da Porto Maurizio, ultimamente scritta, e pubblicata in Roma in<br />

occasione d'essersi fatta la di lui beatificazione. Questa è scritta eccellentemente dal P.<br />

Giuseppe aria da Masserano Religioso del Ritiro di s. Bonaventura in Roma, e contiene<br />

molte aggiunte interessantissime circa al suddetto Beato. La sopraddetta vita è divisa in<br />

due tomi in 8ç col ritratto inciso in Roma, e si rilascia al prezzo di Paoli quattro la copia<br />

legata in cartone. In data poi di Roma 23 luglio parimente leggo: "Terminatosi<br />

felicemente il processo apostolico sopra le virtù eroiche, e miracoli in specie del Ven.<br />

Servo di Dio Benedetto Giuseppe Labré, negli scorsi giorni si venne alla giuridica<br />

ricognizione del suo cadavere, che era sepolto nella chiesa della Madonna de' Monti,<br />

come viene prescritto dalla sagra Congregazione de' Riti,ed alla presenza degli<br />

eminentissimi della Somaglia, e Roverella, di alcuni prelati, e vescovi, e di altra nobiltà,<br />

fu detto cadavere collocato in altra cassa di cipresso chiusa, e sigillata, e poscia riposto<br />

entro altra cassa di castagno con sopra un'iscrizione.<br />

1027. 1796<br />

Al sig. don Giacomo de' Leonardi davonese, curato di Vezzano.<br />

Molto illustre, e molto rev. sig. sig. padrone colendissimo 738 .<br />

736 La colletta fu concessa in favore di M. Teresa imperatrice e regina.<br />

737 1800000 un milione, ed ottocento mila.<br />

738 Vedi sotto To. 7, n. 3009.<br />

235


Malgrado la subita risposta, che ho dato a V.S. molto illustre e molto Rev. l'altro<br />

ieri nella sagrestia, di non poter ora vedere i miei manoscritti, perché incassati, ed<br />

allontanati da me sino dai 19 dello scaduto maggio, in cui dovemmo precipitosamente<br />

cedere tutto il convento ai soldati infermi; sono andato alle casse per desiderio di<br />

servirla, ed avendone tratto fuori alcuni 739 ho trovato le notizie seguenti:<br />

Nell'anno 1605 visse ser Bernardus filius Hieronymi de Factoribus vallis Pulisellae<br />

veronensis, hortulanus Tridenti 740 .<br />

Nell'anno 1609 Bernardo di fattori ortolan presso le Muralie Santa Croce 741 .<br />

Nell'anno 1659 li 26 aprile in Trento nacque Giovanni Fattori, il quale ai 4 di<br />

maggio del 1677 vestì l'abito nostro francescano Riformato col nome di fra Sebastiano,<br />

e dopo d'essere stato Ministro <strong>Provincia</strong>le cessò dì vivere in Roveredo li 13 ottobre<br />

1746, di sua età 88. Egli fu fratello del medico Fattori 742 .<br />

Nell'anno 1721 li 13 ottobre nel monastero di s. Michele appresso Trento è morta la<br />

Madre Suor Giulia Giovanna Margarita Fattori di Trento, Clarissa corista, di anni 72.<br />

Ella molto probabilmente fu sorella de' due precedenti fratelli medico, e Frate 743 .<br />

Nell'anno 1714 li 16 ottobre nel monastero della ss. Trinità di Trento morì la Madre<br />

Suor Giovanna Teresa Fattori della villa di Bersono della val di Bono, in età d'anni 64.<br />

Nel battesimo fu nominata Margarita. Pigliò l'abito di Clarissa corista nel detto<br />

monastero li 14 d'agosto l'anno 1672 744 .<br />

La detta famiglia Fattori non trovasi nella Matricola de' cittadini di Trento; e quindi<br />

né pure rammentasi ne' cataloghi de' Consoli, procuratori, tesorieri, e cancellieri della<br />

medesima città 745 . Io suppongo assai probabile, che sia derivata dal sopra riferito<br />

Bernardo della valle Pollicella veronese, giacché finora non ho incontrato documenti<br />

contrari: quantunque sappia, che l'identità del cognome non basta per provare l'origine,<br />

certo essendo per esempio, che gli Alberti di Trento altro sono originari di Enno, altri di<br />

Poia,ed altri di Colico (Bormio) 746 . Mi spiace, che non posso servire all'intento di V.S.<br />

molto illustre e molto Rev. e bramando incontri migliori, la riverisco divotamente, e<br />

resto. Trento, s. Bernardino 5 agosto 1796.<br />

Di V.S. molto illustre e molto Rev.<br />

Um.mo, div.mo, oss.mo servo<br />

F. Giangrisostomo di Volano Minore Riformato.<br />

Nota. Li Fattori di Bersone vorrebbero essere parenti de' Fattori trentini per<br />

acquistare il Beneficio ecclesiastico fondato nel 1710 dal medico Fattori, e consegnato<br />

alla Compagnia zappatoria di Trento, con questo che diasi ad un Fattore in caso che<br />

siavi alcun ecclesiastico 747 .<br />

1028. 1796<br />

Al P. Massimo da Volano Vicario in Borgo.<br />

739<br />

cinque o sei.<br />

740<br />

To. 4 Compend. diplom. num. 923, p. 632.<br />

741<br />

Cronaca Trinitaria.<br />

742<br />

Fratologio vigiliano.<br />

743<br />

Gio. Pietro, che fece il suo testamento nel 1710, Rogiti Flor. Foglia: e fu battezzato in s. Pietro di Trento. Si<br />

rammenta nei rogiti di s. Chiara. Necrol. Michelino all'anno 1709.<br />

744<br />

Necrologio trinitario.<br />

745<br />

Nel 1655 li 10 dic. in Trento fu testimonio Dominus Ioannes quondam Petri Fatorii de Bersono mercator<br />

incola Tridenti. Ex nostro Invent. Orphanot. pag. m. 838.<br />

746<br />

Di Bormio, detti di Colico dalla giurisdizione loro pervenuta per via di una donna Quadria, di valtelina.<br />

Perciò diconsi Alberti Conti di Colico.<br />

747<br />

Vi sono de' Fattori anche in Pergine.<br />

236


Carissimo Fratello.<br />

Per conferma di quanto suppongo abbiate letto nella Gazzetta trentina, e fors'anche<br />

nella Fiorentina, rapporto agli straordinari, e stupendi movimenti della sacre funzioni di<br />

Roma, vi mando un frammento d'una lettera scritta da Roma li 20 dello scorso luglio,<br />

disteso in questi precisi termini 748 :<br />

"Le novità di Roma sono grandi. La notte delli nove corrente vi era una congiura<br />

d'incendiare tutta Roma; fu però scoperta: perloché quasi tutte le immagini sì delle<br />

chiese, come delle strade si videro aprire, e serrare gli occhi con grande stupore, e<br />

tuttavia seguitano. Alla Madonna dell'Arco de' Pantani due gigli, attaccati al muro due<br />

anni fa, già aridi, e secchi, nel detto giorno visibilmente ripullularono, quello a mano<br />

dritta uno, e quello a mano manca tre, parimente con istupore. Tre Crocifissi, cioè<br />

quello di s. Pavolo, quello di s. Pietro in Carcere, e quello di s. Niccola in Carcere si<br />

vedono aprir, e serrare gli occhi, muovere la testa, e sudare. Per le quali cose Roma tutta<br />

è in moto, giorno, e notte non si vede altro, che processioni di penitenza, ed in somma<br />

pare la città di Ninive. Non sapendosene il significato. Iddio ci aiuti". Così la detta<br />

lettera romana, cui nulla voglio aggiugnere se non che con fraterno affetto vi abbraccio.<br />

– Trento S. Bernardino 6 agosto 1796.<br />

Nota. Lo scrittore della lettera fu Fra Tomasso (sic) 749 da Cles laico professo de'<br />

Minori Riformati del Ritiro di San Bonaventura in Roma, il quale scrisse anche il notato<br />

sopra pag. 1907 [num. 1019 in nota], nel margine rapporto al Beato Leonardo. La<br />

Gazzetta trentina foglio 60 de' 26 luglio, in data di Roma 16 luglio ha "Siamo in questa<br />

città spettatori di altri prodigi. Era noto, che nel giugno in Ancona, ed altre città della<br />

Marca alcune sacre immagini di Maria Vergine avevano aperti, serrati, e voltati gli<br />

occhi; or nella mattina del decorso sabato 9 corrente, alcuni devoti, fra' quali anche<br />

qualche Religioso, essendosi fermati ad orare alla Madonna dell'Archetto, si accorsero,<br />

che quella miracolosa immagine girava, ed alzava gli occhi. A tal prodigio accorse il<br />

popolo in tanta folla, che convenne a' superiori di far porre una guardia di soldati per<br />

mantenere il buon ordine. Non si limitò il prodigio alla detta sacra immagine; ma lo<br />

stesso si vide in altre delle numerose, che son collocate nelle pubbliche strade. Indi ne'<br />

giorni della domenica, e lunedì si accrebbe il numero de' prodigi nelle immagini di<br />

alcune chiese, come in particolare di s. Maria del Popolo, di s. Maria in Vallicella, di s.<br />

Marcello, degli Agonizzanti, de' Buonfratelli ecc. Sua Santità (Pio sesto) in vista<br />

pertanto di queste grandi meraviglie, per sempre più infervorare il popolo ad una sincera<br />

riconciliazione con Dio, ha per mezzo dell'Em.mo cardinale Vicario (Giulio Maria della<br />

Somaglia Piacentino, Patriarca d'Antiochia) fatto pubblicare un invito sacro per le<br />

sante Missioni in sei primarie piazze. Principiarono le medesime domenica (10 luglio) e<br />

terminarono mercoledì della ventura settimana. Il numeroso popolo si è portato perciò<br />

in folla in processione di penitenza da un'immagine all'altra recitando Rosari, e Litanie.<br />

Le persone di qualità, e d'illustre condizione si sono unite a questi atti di devozione, e<br />

per varie sere si è veduta la città illuminata a giorno, talché tutto insieme ha eccitata la<br />

più tenera, e devota compiacenza". Sin qui la mentovata Gazzetta. Parla delle dette<br />

processioni la Gazzetta fiorentina foglio 60 de' 26 luglio, ed anche dei miracoli. Questi<br />

per mezzo di più lettere giunsero a Trento avanti de' 26 di luglio. Il gazzettiere trentino<br />

748 Misi etiam Perginum, Cavalesium, Vacium. Questi miracoli cominciarono in Roma li 9 di luglio 1796,<br />

cessarono alla metà del gennaio 1797. Furono rilevati autenticamente con un processo formale in Roma, approvato<br />

dal cardinale Vicario Somaglia e poi stampati in Roma 1797, descritti da don Gio. Marchetti.<br />

749 Anche il card. Franc. Herzan in un suo passaporto dato in Roma li 26 ottobre 1796 ad un nostro Religioso<br />

Irlandese ha scritto P.F. Tommasso Mac-Mahoni.<br />

237


ha trasandato i gigli, mentovati dal fiorentino, perché dubita del prodigio. Furono scritti<br />

a Trento da principio anche dall'agente romano del vescovo di Trento. Da una lettera<br />

d'Urbino 750 de' 31 luglio si ha che continuano i prodigi delle sacre immagini in Ancona,<br />

ed altri luoghi di quella Marca. Da un'altra lettera di Frascati 751 de' 30 luglio son<br />

accertato, che eziandio in quella città, e diocesi fanno prodigi simili ai romani le<br />

immagini del Crocifisso, della Madonna, e de' Santi. Nella Gazzetta poi di Trento foglio<br />

84 de' 18 ottobre 1786 in data di Parigi 26 settembre leggo, che in Roma più non<br />

istordiscono i miracoli.<br />

Il suddetto F. Tomasso in data di Roma 7 dicembre 1796, ricevuta in Trento li 19<br />

scrive che al Beato Leonardo fu assegnato nel calendario il giorno 27 di nov. colla<br />

Messa Os iusti, ed Ev. Designavit. Che in più luoghi di Roma fu fatto il triduo solenne<br />

per la di lui beatificazione. Che si può fare il detto triduo, e poi anche la festa nel giorno<br />

proprio. Che le Indulgenze verranno concedute quando si farà il triduo solenne in s.<br />

Bonaventura di Roma, il quale nella chiesa propria non si può fare finché non è passato<br />

l'anno della beatificazione fatta li 19 giugno 1796. Che il Papa non vuol fare la<br />

santificazione de' 4 Beati Francesco Caracciolo, Benedetto Moro, Giacinta Marescotti, e<br />

Coleta se non vi è il B. Leonardo, lo che si farà nel mese di luglio con una sola festa.<br />

Così 'l detto Fra Tommaso.<br />

Tengo nelle mani nel gennaio del 1797 un libretto intitolato "Ristretto dela vita del<br />

B. Leonardo da Porto Maurizio missionario apostolico de' Minori Riformati del Ritiro di<br />

s. Bonaventura di Roma tratta da processi apostolici, e data in luce dal P.F. Giuseppe<br />

Maria di Masserano Religioso dello stesso Ritiro e postulatore della causa del<br />

medesimo Beato. In Roma 1796. Presso Michele Puccinelli a Tor Sanguigna. Con<br />

approvazione, in 8°, pp. 108" Fu approvato in Roma dal P. Com. Gen. nostro li 5<br />

febbraio 1796 e dopo il 18 febbraio dal P. M. del Sacro Palazzo. Questo non ha l'effigie<br />

del Beato, ed è diverso dalla vita divisa in due tomi lodata sopra n. 1026 752 .<br />

Il detto F. Tommaso ha scritto li 23 gen. 1797 ricevuto in Trento gli 8 marzo, che le<br />

dette Indulgenze si concederanno soltanto a chi le chiederà, e farà qualche spesa.<br />

750<br />

Del P. Michel Angelo da Roveredo.<br />

751<br />

Del P. Girolamo Zorrer di Roveredo che morì in Colonna diocesi di Frascati, dove predicava, li cinque<br />

d'aprile 1797. in età d'anni 69. Fu infermo sei giorni d'infiammazione. Lo assistettero tre nostri Religiosi, e quel<br />

parroco. Pervenne a Trento la notizia di tal morte li 22 aprile di sera, scritta in Roma da quel P. Ministro <strong>Provincia</strong>le<br />

al nostro.<br />

752<br />

Altra vita del B. Leonardo fu stampata in Roma 1796 per il Salomoni, estratta dai processi, e dedicata al<br />

card. Enrico Duca di York.<br />

238

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