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Copertina, indice, prefazione - E-Noos.It

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136<br />

NÓOς<br />

V. RICCA - G. CASTELLINI<br />

C. FARAVELLI<br />

BINGE EATING DISORDER:<br />

CARATTERISTICHE PSICOPATOLOGICHE<br />

forte desiderio di un esito positivo atteso”. Quindi sia il condizionamento<br />

classico che quello operante potrebbero essere all’opera per produrre il meccanismo<br />

del blocco.<br />

Per spiegare il meccanismo della fuga dalla consapevolezza si può considerare<br />

il concetto di dissociazione. Claes 142 paragona l’esperienza dell’abbuffata<br />

ad una sensazione di assenza, stato di vuoto, vacuità, mancanza di significati,<br />

distrazione (blankness, vacant-state, mindless) che scaccia le esperienze<br />

dolorose e la realtà. Questo stato di coscienza alterato è simile a quello della<br />

dissociazione, caratterizzato da amnesia, derealizzazione, depersonalizzazione.<br />

Alcuni studi hanno identificato un legame tra gli stati dissociativi e la<br />

bulimia 143,144 . L’utilità funzionale delle esperienze dissociative è tale che<br />

esse risultano in un restringimento della focalizzazione cognitiva 145 e conseguentemente<br />

conducono alla disinibizione di altri comportamenti inibiti.<br />

Infine la masking theory 146,147 attribuisce al cibo il compito di mascherare i<br />

veri motivi di sofferenza dell’individuo, permettendogli di considerare lo<br />

stato emozionale negativo come dovuto essenzialmente al proprio comportamento<br />

alimentare. Il cibo svolgerebbe una funzione difensiva o di mascheramento.<br />

Piuttosto che soffermarsi sulla minaccia per l’immagine del sé, il<br />

soggetto potrebbe attribuire il proprio malessere emotivo proprio all’eccessiva<br />

assunzione di cibo, distogliendo la propria attenzione dalla minaccia per<br />

se stesso. Considerando che l’eccessiva assunzione di cibo è un meccanismo<br />

controllabile, esso può essere gestito in modo più agevole rispetto a quanto<br />

accadrebbe per eventi di significato più ampio, quali quelli che possono essere<br />

vissuti come minacciosi per la propria identità personale. È preferibile<br />

nascondere un grande problema dietro il problema del mangiare eccessivo,<br />

piuttosto che affrontarlo. Il sovrappeso e l’assunzione smodata di cibo sono<br />

in fondo più gestibili rispetto a gravi motivi individuali di stress. Secondo<br />

questa ipotesi, l’assunzione di cibo consentirebbe di attribuire il malessere<br />

psicologico al cibo stesso e al sovrappeso, piuttosto che all’evento specifico<br />

o alla minaccia della propria identità.<br />

Altri due punti dovrebbero essere tenuti in considerazione. In primo luogo i<br />

fattori emotivi sono stati considerati principalmente come antecedenti delle<br />

perdite di controllo sul cibo, ma molti pazienti con BED ritengono che gli<br />

episodi di abbuffata abbiano delle conseguenze emotive negative. Queste<br />

conseguenze possono probabilmente funzionare esse stesse come antecedenti<br />

di altri episodi, conducendo al fenomeno di abbuffata come conseguenza del<br />

distress dovuto al fatto di identificarsi proprio come paziente discontrollato<br />

rispetto al cibo. Si instaurano circoli viziosi alla base del mantenimento della<br />

sintomatologia e della psicopatologia. Inoltre è da considerare il ruolo dello<br />

stile di coping individuale. L’uso di queste strategie di controllo emotivo può<br />

essere visto come una forma di evitamento e come tale, esso è rinforzato dall’esperienza<br />

di una riduzione degli stati emotivi e cognitivi intollerabili. Questa<br />

risulta comunque essere a lungo termine una strategia improduttiva, perché<br />

implica che i fattori stressanti che hanno innescato lo stato emotivo negativo<br />

iniziale mantengono inalterato il loro potere. Quindi il comportamento<br />

binge verrà mantenuto fino a che non saranno sviluppati meccanismi di<br />

coping alternativi.

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